Presso l’Ufficio Elettorale della Provincia sono state presentate due candidature per la carica di
presidente della Provincia: Rizieri Buonopane, Sindaco di Montella; Angelo Antonio D’Agostino, Sindaco di Montefalcione.
Per l’elezione dei dodici componenti del Consiglio Provinciale sono state presentate cinque liste.
Lista Partito Democratico: Luigi D’Angelis, Caterina Lengua, Rosa Anna Maria Repole, Vincenzo
Bruno, Laura Cervinaro, Raffaella Rita D’Ambrosio, Yuri Gioino, Costantino Giordano, Mirko
Iorillo, Lorenzo Manganese, Paolo Normanno, Annamaria Oliviero.
Lista Proposta Civica per l’Irpinia: Domenico Biancardi, Roberto Cardinale, Matilde
Chirichiello, Franco Di Cecilia, Girolamo Giaquinto, Domenica Giuliani, Marisa Graziano,
Giuseppe (detto Pino) Graziano, Stefania Merolla, Antonio Olivieri, Rosalia Passaro, Fausto
Picone.
Lista Irpinia Protagonista: Romualdo Meola, Maria Vivolo, Costantino Preziosi, Letizia Cecere,
Alberto Manganiello, Filomena Catalano, Francesco Mazzariello.
Lista Laboratorio Irpinia: Noemi Aurisicchio, Giovanni Cardillo, Carmen Galluccio, Francesco
Iandolo, Attilio Iannuzzo, Giuseppe Pedoto, Ferdinando Picariello, Rossella Simoniello.
Lista Davvero Avellino: Giovanni Contardi, Vittorio D’Alessio, Giovanna Ferullo, Diego
Guerriero, Maria Iride Ianniciello, Giuseppe Ragucci, Marino Sarno, Flavia Serrone, Sandra
Siniscalchi, Luigi Tenneriello, Luigi Urciuoli, Marianna Morante.
Da domani 29 novembre e fino al 3 dicembre prossimo, l’Ufficio Elettorale procederà alle verifiche
delle candidature a presidente e delle liste.
Il giorno 3 dicembre prossimo, alle ore 16.00, presso l’Ufficio Elettorale si procederà al sorteggio
per l’assegnazione del numero progressivo a ciascuna lista ammessa.
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Grottaminarda si dota di un’app gratuita per tenere aggiornati i propri cittadini su provvedimenti e attività inerenti l’emergenza Covid-19
Per fronteggiare l’emergenza Covid-19 il Comune di Grottaminarda offre gratuitamente alla cittadinanza grottese un’app per creare un flusso di comunicazione diretto con aggiornamenti ufficiali riguardanti provvedimenti e attività.
Il nome dell’app è PPAC (Protezione e Prevenzione in Ambito Cittadino) che è già attiva e scaricabile sul seguente sito: http://www.pianoemergenza.com/unionecomuniterreufita/index.php?option=com_content&view=article&id=356&Itemid=194&lang=it
Angelo Cobino afferma:
Nel ribadire la fondamentale continuità dell’impegno profuso dal 23 febbraio con la convergenza e la collaborazione permanente delle nostre istituzioni della Repubblica: Regione, Prefettura, ASL, Questura, Comuni, Provincia, Comando Provinciale delle Forze dell’Ordine e Ufficio Scolastico Provinciale, finalizzate a contenere al massimo l’espandersi dell’epidemia attraverso interventi sanitari e scrupolosa opera di sensibilizzazione per il rispetto delle disposizioni contenute nei vari DPCM emanati dal Governo Italiano.
Il Comune di Grottaminarda si dota di un’app scaricabile sui nostri telefoni cellulari affinché i cittadini siano nella condizione di poter ricevere costantemente ogni aggiornamento su provvedimenti ed attività.
Restano ferme le raccomandazioni di rimanere nelle proprie case e, nel caso,di brevi uscite per rifornirsi di beni di prima necessità, di rispettare le norme riguardanti l’igiene e la distanza tra le persone di almeno un metro.
Più rigorosi saremo nell’osservare queste poche e basilari regole, prima usciremo da questa emergenza.
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La Resistenza di ieri e di oggi
Il 25 aprile a Grottaminarda è stata ricordata e commemorata la Resistenza, quella di ieri e quella di oggi, sotto diverse prospettive e tematiche, per poterne sviscerare tutto l’intriso significato che questa giornata porta con sé.
L’evento ha suscitato grande interesse, vista la copiosa partecipazione dei presenti, che con la loro presenza hanno confermato un sentire e una memoria condivisa che nessuno vuole dimenticare.
Resistenza è sinonimo di Costituzione, libertà e democrazia. È una ricorrenza che rappresenta un atto di rivolta morale pagata con la vita e che oggi ci invita a riflettere sulla politica odierna che, in qualche modo, come un cerchio ritorna a se stessa anche se in modo diverso perché si adegua ai tempi che viviamo.
La Resistenza di ieri nacque per opporsi al fascismo, quella di oggi nasce, o dovrebbe farlo, per evitare e contrastare un fascismo democratico, che in modo più sottile vorrebbe assoggettarci e soggiogarci, togliendoci il potere democratico conquistato con il sangue dei nostri antenati.
Procediamo con ordine per comprendere nel migliore dei modi l’essenza intrinseca del convegno.
Il Sindaco pone dei quesiti e delle riflessioni sulla Resistenza di ieri e di oggi
Marcantonio Spera, sindaco di Grottaminarda, assente per motivi di salute, ha voluto comunque inviare un messaggio, per portare a riflettere sulla situazione politica e sociale di oggi:
Come Sindaco di Grottaminarda, se oggi fossi stato presente, avrei chiesto agli illustri relatori, e lo chiedo con questo scritto, indirettamente, come spiegare ai giovani l’importanza della politica, il rischio del crollo delle democrazie e del ritorno degli autoritarismi e della perdita dei diritti.
Chiederei, inoltre, come le donne potranno Resistere anche oggi e contrastare questo arretramento delle democrazie e promuovere la politica nuova che cambi le sorti del mondo.
I quesiti posti dal Sindaco, durante il convegno, sono stati affrontati tutti dettagliatamente da ciascuno dei relatori.
Le risposte dei relatori
Marilisa Grillo
Per quanto concerne l’importanza della politica per i giovani, Marilisa Grillo, Assessore alla cultura, ha dichiarato:
L’insegnamento storico della Resistenza è fondamentale per le giovani generazioni. La memoria della Resistenza è oggi un trovarsi insieme come patrimonio comune per dialogare con i giovani sul senso di responsabilità, di solidarietà e di rispetto per il prossimo.
Citando Antonio Gramsci, l’Assessore, ha proseguito:
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Sono passati più di cento anni e quell’indifferenza, che vedeva Gramsci, non è scomparsa.
L’indifferenza e l’odio sono mali da combattere. Ecco perché abbiamo abbiamo il dovere morale e storico di trasmettere ai giovani gli ideali di allora, ricordando il passato per guardare al futuro con maggiore consapevolezza.
E se qualcuno oggi vorrebbe esercitare il potere per il potere e non per il benessere dei cittadini e vorrebbe dimenticare questa ricorrenza ma, soprattutto, vorrebbe farla dimenticare ai giovani,; questo sarebbe il primo passo verso un percorso che ci rinnega come resistenti, antifascisti ma, soprattutto, come popolo libero.
Oggi siamo qui non solo per un esercizio della memoria ma per rendere concretamente omaggio a chi si è sacrificato con la propria vita, per garantire a noi tutti un futuro di libertà.
La libertà è un bene prezioso: non vi è libertà senza responsabilità e viceversa.
Il 25 aprile, dunque, ci ricorda che resistere è un dovere, ieri come oggi. Per questo motivo è necessario celebrare ogni anno il valore di questa festa, per mantenere salda la memoria della nostra democrazia.
Consapevolezza e sensibilità che hanno dimostrato di avere i ragazzi del Forum dei Giovani di Grottaminarda, che hanno voluto commemorare la Resistenza attraverso una video proiezione con immagini storiche e con la lettura di epistole con cui i partigiani, ormai morti, avvisavano i familiari della propria dipartita in nome di quella libertà per cui si erano battuti, sacrificando la vita e che non avrebbero vissuto ma che fieramente lasciavano a chi sarebbe sopravvissuto.
Nicola Cataruozzolo
Per quanto concerne il quesito che riguarda il rischio del crollo delle democrazie e del ritorno degli autoritarismi, Nicola Cataruozzolo, segretario della sezione PD di Grottaminarda, ha dichiarato:
L’importanza di questo convegno si inserisce a pieno titolo nel dibattito politico di questi giorni, non solo per discutere sul “1943 anno memorabile” ma soprattutto perché si vuole, da parte dei nostalgici come La Russa e soci la “rimozione dalla memoria collettiva”, la dimenticanza di un valore, e ancora di più, il tentativo ripetuto di omologare la parte fondamentale della guerra al nazifascismo.
La riprova l’abbiamo avuta proprio stamattina a proposito dell’articolo della Presidente del Consiglio sul 25 aprile.
Se scrivi ”incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo” anziché “incompatibilità con il fascismo “ prendi le distanze rispetto al presente e non al passato. Insomma siamo tornati al ”non restaurare, non rinnegare” di Almirante.
E poi a sentire alcune esternazioni degli esponenti di Governo di questi giorni come la “sostituzione etnica” del ministro Lollobrigida cognato della Meloni o le multe di Rampelli per chi usa le parole inglesi mi hanno rinfrescato la memoria sui 14 archetipi dell’Ur-Fascismo o del Fascismo eterno di Umberto Eco che riporta le caratteristiche nel discorso pronunciato il 24 aprile 1995 alla Columbia University, in occasione delle celebrazioni per la Liberazione dell’Europa dal nazifascismo.Ecco perché il 25 aprile la Festa della Liberazione dal nazifascismo, deve essere la festa di tutti gli italiani perché è il giorno che ha reso possibile, 78 anni fa, la democrazia che ha consentito non solo la libertà ma il progresso civile, economico e sociale dell’intera nazione. È contro la storia ancora oggi assistere al tentativo maldestro da parte di alte cariche dello Stato, che pur essendo al governo e giurando sulla Costituzione non hanno mai rinnegato i fasti del “ventennio” e della “fiamma”.
Hanno difficoltà a riconoscere la Liberazione come tappa fondamentale per la ricostruzione della nostra Repubblica. Eppure in tutti i Paesi europei, che hanno conosciuto le barbarie del nazifascismo, gli esponenti della destra che siedono al governo hanno rinnegato pubblicamente l’esperienza dittatoriale. Solo in Italia questo non è successo interrompendo la strada tracciata a Fiuggi da Gianfranco Fini che, domenica scorsa, lo ha ribadito nella trasmissione televisiva “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata.
Pertanto la liberazione dal nazifascismo con il 25 aprile ci ricorda il suo nesso indissolubile con la Costituzione per la sua universale valenza.
Il Segretario della sezione del PD di Grottaminarda ha così concluso:
Diceva Pietro Scoppola che la cultura della liberazione non implica un punto di arrivo, non ha come la cultura della rivoluzione modelli definiti di società da proporre, rappresenta un principio di non appagamento rispetto a tutti i risultati raggiunti.
Si potrà avere una memoria condivisa con il passato?
Missione impossibile, a mio parere, ci saranno sempre i vari La Russa, Lollobrigida, Meloni e Rampelli ma il nostro compito quotidiano non è solo quello di difendere la Costituzione dagli attacchi sconsiderati ma di applicarla con le nostre azioni politiche.
La memoria condivisa si potrà avere attraverso l’ostinazione e la perseveranza di chi vuole che alberghi anche nella coscienza dei giovani perché il nostro DNA è antifascista e lo sarà sempre.
La libertà è un elemento imprescindibile e di cui abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo per poter vivere biologicamente.
Luigi Anzalone
Questo concetto è stato rimarcato dal professore Luigi Anzalone, filosofo e uomo di cultura, che ha spiegato che è proprio una conseguenza del fascismo democratico che respiriamo nell’aria che ci porta a ricordare con veemenza e con grande partecipazione il 25 aprile.
Osservando il Governo attuale si evincono affermazioni, scelte politiche e termini utilizzati che riportano non solo il pensiero ma l’anima a rivivere quel senso di oppressione vissuto durante il fascismo, da chi lo ha vissuto, e quel disappunto umano e sociale tra coloro che non hanno vissuto il regime ma sentono minata la libertà di pensiero e l’umanità che ci caratterizza come esseri umani in primis.
Il filosofo ha inoltre rimarcato che oggi viviamo in un fascismo democratico che piano piano vorrebbe soggiogarci attraverso la negazione di ciò che è stato e di ciò che siamo. In riferimento alla nostra Costituzione e al concetto di Costituzione e Resistenza ferita, che sono la medesima cosa, ha ribadito che la si ferisce ogni qualvolta la si cerca di modificare, che la si mortifica ogniqualvolta si vorrebbe far credere che non demolisce il nazifascismo, facendo dimenticare che la nostra Carta costituzionale è nata dall’antifascismo e dunque questo concetto è implicitamente espresso.
Virginia Pascucci
Per quanto riguarda l’argomento delle donne della Resistenza Virginia Pascucci, Presidente del Consiglio comunale, ha riportato in vita il ricordo delle staffette partigiane ricordando Giulia Lombardi e Carla Capponi:
Questo 25 aprile voglio dedicarlo insieme a voi alle donne della Resistenza, ricordando una notizia del 2019.
A Settimo Milanese, il 14 aprile del 2019, venne inaugurato un monumento ligneo in memoria di Giulia Lombardi e nella notte tra domenica 21 aprile e lunedì 22 aprile quello stesso monumento venne incendiato.
Questo gesto mi inquietò profondamente, non solo per il gesto provocatorio dei movimenti neofascisti ma soprattutto perché questo gesto era stato compiuto nei riguardi di una giovane donna la cui vita fu stroncata a 22 anni, per mano dei fascisti. Giulia era una ragazza che il 16 maggio del’44, come ogni mattina andava al lavoro in filanda a piedi perché la bicicletta non poteva permettersela. Quel giorno fu ferita alla nuca e il regime si scusò dicendo che era stato un errore, questo è ciò che il fratello Carlo ha raccontato.
Dai registri della Resistenza, in realtà, sembra che Giulia fosse una staffetta partigiana, all’insaputa della sua famiglia come molte sue compagne del resto. Probabilmente era ciò che le sembrava giusto fare perché sicuramente a vent’anni sognava un mondo senza soprusi e violenze, desiderava un fidanzato, magari una famiglia e invece Giulia, come tante, perse la vita un mattino di primavera.
Il ruolo silente e nascosto di oltre 70mila donne che hanno partecipato alla Resistenza è stato svelato solo a partire dagli anni ’60, quando le lotte per l’autodeterminazione femminile hanno fatto in modo che si conoscesse, finalmente, ciò che generazioni di giovani ragazze hanno fatti durante il periodo della Resistenza.
Dal ’48 agli anni ’60 un silenzio generale aveva caratterizzato scritti e memorie. In una società ancora profondamente radicata su princìpi patriarcali che aveva relegato le donne ai ruoli tradizionali di madri e mogli.
Le donne della Resistenza hanno partecipato non solo come staffette ma come parte attiva nella lotta armata. Carla Capponi infatti è stata una figura centrale della Resistenza romana, vicecomandante dei Gap (Gruppi di azione patriottica), ci ha raccontato che i suoi compagni non volevano concederle l’uso della pistola e per questo motivo fu costretta a rubarla.
Carla Capponi oltre ad essere una donna coraggiosa è stata anche una leader che ha organizzato proteste con le donne di borgata romane, durante l’occupazione nazista ma anche durante le lotte degli anni ’50.
Una Resistenza senza le staffette non sarebbe stata possibile, tuttavia poche donne poterono essere riconosciute ufficialmente come partigiane perché potevano essere riconosciute come tali solo coloro che avevano partecipato alla lotta armata.
Solo 19 donne hanno ricevuto medaglie d’oro al valore per le loro azioni durante la Resistenza.
Il 25 aprile è una festa patriottica che deve unire tutti, donne e uomini, nel ricordo di un passato doloroso che non deve più tornare. Facciamo in modo che il nostro agire quotidiano non renda mai vano il sacrificio di vite umane, quello stesso agire che, oggi, ha portato tutti noi quì in questa Sala comunale ad essere liberi di esprimere il nostro pensiero.
Giovanni Capobianco
A ricordare le atrocità del fascismo ci ha pensato Giovanni Capobianco, Presidente del comitato provinciale A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che con documenti e numeri alla mano ha spiegato alcuni episodi tremendi accaduti nel Mezzogiorno, per difendere i partigiani che non solo persero la vita ma per ricordarne la presenza copiosa che qualcuno negli anni voleva sminuire.
La Resistenza, come ha tenuto a precisare, è nata subitaneamente all’invasione nazifascista perché gli italiani che vivevano la vera miseria furono i primi a ribellarsi alle razzie e ai soprusi, di ogni sorta, che erano costretti subire. Da questi racconti è partito il suo accorato allarme nel difenderci dal fascismo democratico di oggi che seppur meno violento è altrettanto subdolo e spietato.
Una ricorrenza e una commemorazione che ha toccato i cuori di tutti, invitando ad una maggiore consapevolezza del nostro tempo e ad una partecipazione politica sempre più sentita e condivisa.
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Regionali Campania: lettera aperta di Mariangela Merola candidata PRI
Mariangela Merola, candidata alle Elezioni Regionali per il territorio di Caserta e Provincia a sostegno del Presidente Vincenzo De Luca per la lista Lega per l’Italia Partito Repubblicano Italiano scrive una lettera aperta per presentarsi.
Mariangela Merola, candidata alle Elezioni Regionali, 46 anni da compiere il 20 settembre, è avvocato e mediatore civile. Napoletana di origine, vive il territorio della provincia di Caserta fin da bambina, quando aspettava con ansia l’estate per trascorrere le vacanze con i suoi genitori nella sua amatissima Baia Felice, zona balneare di Cellole, dove nascevano amicizie che ancora coltiva.
Le sue amicizie sono diventate nel tempo, presenze permanenti nella sua esistenza e dove, soprattutto ha conosciuto l’amore, che l’ha portata a lasciare Napoli e a trasferirsi a Cellole, dove abita ed esercita la sua attività professionale.
Mariangela Merola spiega con queste parole il motivo per cui ha deciso di candidarsi:
Il termine più appropriato per spiegare la mia candidatura è territorio.
Il nostro territorio per me è stato la vita! Qui mi sono sposata quasi vent’anni fa e qui sono rimasta pur avendo perso mio marito troppo presto. Penso a mia figlia, nata a Castel Volturno, nella efficientissima realtà sanitaria di Pineta Grande; non di minor rilievo sono state nelle vicende riguardanti la salute dei miei cari, l’ospedale di Sessa Aurunca e la casa di cura Padre Pio, dove ho trovato amici oltre che professionisti della sanità.
Penso all’associazione Baia Felix, di cui mi sono fatta portavoce, che attenzionava la tutela del territorio, le difficoltà dei villeggianti e quelle degli esercenti turistici del litorale Domizio!
Penso alle strutture sportive che accolgono i nostri ragazzi; penso alle Officine Kulturali Aurunche, all’Associazione VE.RI, all’Associazione Riviera Domizia, che danno voce al territorio!
Penso alle cose buone che mi piacciono, alla nostra mozzarella, alla Polacca, al Roccobabà, alla Nuvola di Nino Cannavale, ai liquori e ai vini locali!
Tutto questo per me è racchiuso nella parola territorio.
Tuttavia, seppur dotato di un valente capitale umano, il territorio di Caserta presenta delle evidenti ed innegabili criticità.
Mi riferisco a sversamenti illeciti, alla scarsa attenzione all’ecologia, alla mancanza di incentivi al lavoro artigiano e agricolo ma soprattutto al comparto turistico, che è quello che maggiormente potrebbe dare occupazione e sicurezza ai giovani, che spesso sono costretti a spostarsi dalla nostra provincia, dove sovente la meritocrazia è stata mortificata in favore del clientelismo.
Ed è per tutto questo che ho accettato di candidarmi alle prossime elezioni regionali!
Mi candido per dare voce alle persone, ai giovani, che a fatica si rialzano dopo la chiusura economica e sociale, necessitata dall’emergenza sanitaria, alla gente della provincia casertana che è piena di potenzialità culturali e lavorative ma, spesso, priva di risorse operative.
Ringrazio chi ha creduto in me, proponendo la mia candidatura, non essendo io addentrata nelle logiche della tattica politica e ai meccanismi atavici del clientelismo e delle false promesse.
Mi propongo per il cambiamento, come volto nuovo, lontano dai giochi di potere, nei quali non mi riscontro e che non sono conformi al mio modo di vedere la vita, la politica e la macchina economica e sociale, che ne viene inevitabilmente bloccata.
Il mio impegno è nella legge, nella normativa, perché è questa che consente, a livello regionale, di offrire lavoro e sviluppo alla nostra provincia e tutela dell’ambiente che ci circonda.
Il mio proposito, lo ripeto, è offrire lo strumento per il benessere del territorio! È questo che cerco di fare da vent’anni, attraverso la mia professione di avvocato: dare voce!
Attraverso l’impegno politico al Consiglio Regionale, il mio obiettivo è dare voce: alle famiglie, agli studenti, agli insegnanti, agli agricoltori, ai casari, ai gestori degli stabilimenti balneari e delle strutture ricettive, agli artigiani, ai commercianti, ai medici, ai tecnici, al comparto dell’edilizia, agli artisti, soprattutto ai tanti bravi musicisti del nostro territorio, che non venga abbandonato ma che rinasca, attraverso i mezzi che la legislazione e il governo regionale consentono e che il consigliere regionale deve offrire al territorio!
Spero, quindi, di averne la possibilità attraverso il vostro Voto!
Mariangela Merola
14 comments on Avellino: Elezioni Provinciali 2021
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