Comunità

Bagnoli Irpino,
ritorna anche quest’anno la sagra del tartufo nero

Al via il 19 ottobre e 20 ottobre e per il successivo week end la 42esima Mostra Mercato del Tartufo Nero di Bagnoli Irpino. Nel borgo antico circa 110 stand inseriti in un percorso del gusto lungo 3 Km che permetterà ai visitatori di gustare e comprare tartufi e castagne, ma anche di conoscere l’artigianato locale e le eccellenze alimentari dell’Irpinia.

La sagra, organizzata dalla ProLoco di Bagnoli Irpino, che ogni anno attira tantissimi visitatori grazie alla grande qualità dei prodotti, giunge quest’anno alla sua 42esima edizione.

Nel corso dei due week-end ci sarà la possibilità di immergersi nel gusto e nella tradizione di Bagnoli Irpino, partecipare a convegni, visite guidate ed escursioni anche con raccolta delle castagne e ricerca del tartufo nei boschi.

Sabato 26 ottobre si terrà, infine, la tradizionale apertura del tronco di castagne da guinness. Per prepararlo sono state impegnate quasi tutte le massaie del borgo antico di Bagnoli Irpino e sono stati impiegati 3 quintali di castagne, 1,5 quintali di zucchero, 1 quintale di pan di spagna, 40 litri di Strega e 3 quintali di margarina.

Grottaminarda,
parte il progetto Benessere Giovani

Il Comune di Grottaminarda invita i giovani tra i 16 ed i 35 anni a partecipare a “Grotta Gio”, il progetto laboratoriale nell’ambito delle politiche giovanili, finanziato attraverso l’Azione “Benessere giovani – organizziamoci”, Por FSE Campania 2014-2020.

Il nuovo avviso di selezione con scadenza al 15 ottobre 2019 è aperto a tutti i giovani regolarmente residenti nella Regione Campania e privi di condanne penali. Un’occasione interessante non solo per acquisire competenze ma anche per scoprire, con l’aiuto di esperti, le proprie potenzialità.

Queste le opzioni per i tre laboratori realizzati dal Comune di Grottaminarda in collaborazione con diversi partner: Sportello orientamento al lavoro autoimprenditorialità, SOA; Laboratorio – Work esperience; Laboratorio musicale di artiterapie e creatività.

La partecipazione ai laboratori è offerta in forma gratuita, non comporta l’instaurarsi di alcun tipo di rapporto lavorativo con il Comune di Grottaminarda o con gli altri partner del progetto ed anzi è previsto un riborso spese per i giovani che parteciperanno.

Grottaminarda è l’unico comune irpino ad aver ottenuto il finanziato dalla Regione nell’ambito del programma “Benessere giovani – organizziamoci”, in questa specifica misura, ottenendo 80mila euro per dar vita al progetto laboratoriale dedicato ai giovani che vedrà ancora una volta quale fulcro dell’attività il Castello d’Aquino.

Le istanze di partecipazione vanno consegnate all’Ufficio Protocollo, a mano, per posta o tramite Pec: protocollo.grottaminarda@asmepec.it

Per ulteriori informazioni relative al bando rivolgersi all’Ufficio Staff, Gare ed Appalti, tel. 0825/445211, ufficiostaff@comune.grottaminarda.av.it

Fondazione Ambrosini,
Ferri: «Piantiamo alberi per il futuro»

Gli alberi sono la nostra linfa, i baluardi naturali nella lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Per questo motivo, gli allievi dell’istituto Comprensivo “Rachelina Ambrosini” di Venticano, questa mattina, insieme ai dirigenti scolastici, al parroco e agli amministratori comunali hanno piantato un albero nel giardino della Fondazione.

Un evento celebrativo ed educativo quello promosso dal presidente Tommaso Maria Ferri nato con lo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente.

Cairano,
“Il sindaco del Rione Sanità” alla Masterclass di Franco Dragone

Francesco Di Leva, il protagonista dell’ultimo capolavoro di Mario Martone, “Il sindaco del rione Sanità” sarà uno dei docenti della Masterclass di Cairano diretta da Franco Dragone.

Dal 28 ottobre all’8 novembre 2019, nel piccolo borgo dell’Alta Irpinia, Di Leva, premiato alla 68esima edizione della Mostra d’Arte cinematografica di Venezia come miglior rivelazione, indirizzerà gli alievi del corso verso la scoperta e lo sviluppo della personalità artistica. Una presenza che alla luce del successo di pubblico e critica del film di Martone consegna alla “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” di Cairano un valore aggiunto di sicuro appeal per gli studenti.

La Scuola vede nomi di primo piano nel panorama dell’arte e dello spettacolo in Italia. Con Di Leva ci saranno Ernesto Lama, Alfredo Balsamo, Marco Balsamo, Luca De Fusco, Giulia Delli Santi, Andrea Francisi, Gianmario Longoni, Luigi Saccomandi e Andrea Varnier.

Cassano Irpino ritorna al Medioevo

Sabato 5 e domenica 6 ottobre Cassano Irpino ritorna al Medioevo con cortei, musicisti e sbandieratori che vi porteranno in un tempo fatto di dame e cavielieri.

Con l’arrivo degli Svevi il feudo di Cassano fu affidato ai seguaci di Federico II, che nel 1221 lo concesse a Tommaso I D’Aquino, conte di Acerra. Tra il 1239 e il 1240 l’Università di Cassano fu obbligata a partecipare alle spese per riparare il castello di Giffoni.

Tommaso I D’Aquino ebbe due figli: Adeaolfo e Gubitosa, a quest’ultima fu lasciata la tenuta di Cassano che difese i suoi diritti feudali dal vescovo di Nusco, che voleva cercare di deviare le acque cassanesi.

Gubitosa, infatti, ordinò ai suoi sudditi di distruggere di notte quello che i nuscani costruivano di giorno sulle rive del fiume. La questione venne portata davanti la Reale Corte del principe Filippo di Taranto che tolse il feudo e Cassano, facendoli rientrare nel Demanio Regio dei D’Angiò.

Cassano Irpino festa medievale: video

Cassano Irpino festa medievale

Ritorno al Medioevo a Cassano Irpino: il programma

Sabato 5 ottobre alle ore 12:00 nel centro storico di Cassano Irpino è prevista l’apertura degli stand gastronomici e dei mercatini medievali.

Alle ore 17:00 è previsto l’ingresso di Gubitosa e di Filippo D’angiò.

Alle ore 20:00 sono previsti giochi medievali, torture ed esibizioni varie.

Domenica 6 ottobre alle ore 12:oo è prevista l’apertura degli stand gastronomici e dei mercatini medievali. Alle ore 17:00 vi sarà la sfilata d’epoca. Alle ore 20:00 sono previsti vari intrattenimenti a tema.

Alle ore 22:oo è prevista la simulazione dell’incendio al Castello.

Tufo: cantine aperte in vendemmia

In occasione della vendemmia domenica 6 ottobre Tufo vi aspetta a cantine aperte in vendemmia, un’iniziativa promossa dal Movimento Turismo del Vino.

La giornata inizierà alle 10:30 con il raduno dei partecipanti e poi tutti in vigna per provare l’emozione della raccolta dell’uva. Dopo la vendemmia si assisterà alla pigiatura e alle relative visite in cantina.

Cantine aperte in vedemmia a Tufo

Cantine aperte in vedemmia a Tufo

Irpinia Express vi aspetta per farvi viaggiare tra le antiche terre del vino

Domenica 6 ottobre l’Irpinia Express vi aspetta per farvi viaggiare e riscoprire le vecchie linee delle Ferrovie e le terre di Lapio, patria del Fiano di Avellino Docg. Le stazioni irpinie, infatti, raccontano la storia di un territorio e di un pesaggio disegnato da vigne che rappresentano la cultura millenaria di un rito contadino, quello della vendemmia.

Quella che vi attende sarà una giornata speciale attraverso appuntamenti diversi: è previsto un percorso trekking tra le vigne, adatto sia ad adulti che a bambini, la dimostrazione della pigiatura dell’uva, degustazione di vini e attività di vendemmia.

Lapio rievoca la tradizione vitivinicola con una giornata dedicata interamente al territorio e alle materie prime.

Lapio festeggia la vendemmia

Lapio festeggia la vendemmia

Lapio festeggia le antiche terre del vino: appuntamenti

La giornata inizierà alle ore 09:00 a Corso Umberto I con una merenda contadina.

Alle 10:30 è previsto l’inizio del viaggio con l’Irpinia Express.

Giunti a Lapio inizierà il percorso trekking, della lunghezza di circa 8Km e della durata di circa 4 ore, tra i vigneti di Fiano Areale di Lapio in cui verranno degustatii vini dell’azienda Colli di Lapio.

Alle ore 13:00 si potrà pranzare presso i ristoranti convenzionati della zona: Officina del Gusto, Templa Mentis, Fattoria Maria Petrillo e Agriturismo Anila.  Chi volesse fare solo un aperitivo potrà godere del finger food a Km0 e del vino biologico di Aperifiano.

Alle ore 15:30 è prevista la sfilata dell’uva, in cui l’uva raccolta dai bambini sfilerà su un carro che attraverserà tutto il paese e giungerà nel cuore di Lapio in Piazza Filangieri. A seguire ci sarà lo spettacolo teatrale del Clan H.

L’ultimo appuntamento è previsto alle ore 16:00 dove lo staff Onav Avellino svelerà ai più curiosi i segreti della pigiatura insieme ad una lezione sull’assaggio del mosto fiore.

Nel tardo pomeriggio sono previste visite guidate nel Borgo del Fiano.

Galleria ArTeatro Alfonso Grassi: il teatro espresso tra le opere d’arte

Sembra che si sia svolto quasi tutto in barba allo “struscio” serale del paese, sulla strada principale dello shopping e delle parate festive e domenicali, nelle loro ricorrenti fiere delle vanità.

In via Felice De Stefano a Solofra, sabato 28 settembre, ha (ri)aperto i battenti la Galleria “Alfonso Grassi”, la quale, oltre a cambiar sede – prima della scorsa estate e per venticinque anni in P.zza S. Michele, nel centro storico- , cambia per l’occasione anche intenti e nome.

L’ideatore  e curatore Alfonso Grassi, nipote del celebre e omonimo pittore solofrano scomparso nel 2002, sdoppia la sua già fiorente attività in fazioni che abbracciano e coltivano un intento culturale che è sempre stato alla base del suo pensiero, solo che adesso si intersecano in un contesto unico e caratteristico. Insieme alle opere dei pittori (tra questi molti napoletani) dell’Ottocento e del Novecento, e alle tele dello stesso nonno Alfonso Grassi, la Galleria, denominata adesso “ArTeatro Alfonso Grassi” ospiterà  nei prossimi mesi la realizzazione di un programma di serate dedicate a progetti teatrali – ma anche artistici, in generale-. Un progetto che avrà l’intenzione di portare a Solofra una nuova tipologia d’informazione culturale attraverso l’arte del teatro in molteplici forme (partendo dalla scuola napoletana e oltre), maturato dalla passione che l’ideatore e gallerista Alfonso Grassi ha per questa disciplina, essendo egli anche attore e avendo raccolto in tanti anni l’esperienza necessaria per cominciare a sviluppare una propria ragione per la crescita culturale del paese che diede i natali al celebre nonno, e che ha ospitato l’omonima Galleria d’arte fin dalla prima metà degli anni Novanta.

Galleria Arteatro

Galleria Arteatro

La serata di sabato 28 settembre, già dopo le 19 e 30 si è colorata della novità che questa volta via Felice De Stefano ha voluto offrire: un’imperdibile occasione per abbandonare futili progetti intrisi di noia abitudinale e tuffarsi in un ambiente ricco di persone entusiaste e interessate, attente al prestigioso intervento del critico e storico dell’arte Vincenzo De Luca, che ha tessuto le lodi e ha descritto in maniera nobile il profondissimo e particolare progetto di arte e teatro messi insieme.

Il pubblico ha potuto, inoltre, assistere all’intervento dell’attore napoletano Francesco Paolantoni, che per l’occasione ha presentato sé stesso nelle vesti di artista e ha esposto alcune sue opere, del catalogo Il Cubettismo. Risate a crepapelle e altri mosaici.

Il gallerista e attore Alfonso Grassi, oltre ad un simpatico scambio di battute improvvisate con Francesco Paolantoni, ha sottolineato innanzitutto che l’arte pittorica ed il teatro, non solo nel suo personale progetto ma anche nei molteplici contesti che ne derivano, si fondono in un tutt’uno, dando vita ad una nuova forma di comunicazione tra le relazioni interpersonali. Fanno in modo che la cultura possa aiutare a crescere la speranza e l’idea di poter migliorare la società, attraverso coesioni e rapporti che vanno a ottimizzare la crescita di un apparato sociale che tende a farsi riconoscere molto più per le sue lacune che per i suoi pregi.

E a proposito di pregi: Solofra, che ha l’onore di essere uno dei tre principali poli conciari d’Italia – gli altri due sono a Santa Croce sull’Arno in Toscana e ad Arzignano in Veneto -, ha già un passato prestigioso nel campo dell’arte pittorica. Vi nacque, infatti, nel 1611, l’artista Francesco Guarini, discepolo di Massimo Stanzione, che fu seguace del Caravaggio durante il soggiorno napoletano.

Francesco Guarini – le cui opere si possono ammirare nella Collegiata di S. Michele Arcangelo a Solofra-, a sua volta, fu il maestro di Angelo Solimena, il padre di Francesco Solimena.

Alfonso Grassi

Alfonso Grassi

Alfonso Grassi: biografia

Nato a Solofra nel 1918, ha avuto il vantaggio di veder esposte la sue opere al Museo Vaticano e agli Uffizi; ha realizzato ritratti per personaggi importanti come Giovanni Paolo I, Sandro Pertini e Giorgio De Chirico, con cui coltivava un’amicizia intesa anche come stima reciproca.

E a proposito di Giorgio De Chirico, sapete cosa ha disse di lui il celebre pittore metafisico?

Alfonso Grassi è un pittore serio, che lavora con coscienza ed impegno, che affronta di petto le difficoltà. Studia attentamente la forma ed il chiaroscuro; studia il disegno, lo spazio tra una figura e l’altra, fra un oggetto e l’altro, tra una forma e l’altra.

L’augurio che va al nipote Alfonso Grassi è che la sua Galleria ArTeatro possa affrontare le difficoltà nel poter migliorare i contatti sociali con lo stesso entusiasmo con cui si accolgono i momenti felici, perché è anche grazie alle difficoltà se le felicità verranno chiamate come tali e si riconoscono all’istante, e che ogni spazio tra una figura e l’altra, un oggetto e l’altro, sia realizzato nella capacità di poterlo colmare con un autentico capolavoro di aggregazione.

Carmine Maffei

“Pianta un albero”,
l’iniziativa green della Fondazione Rachelina Ambrosini di Venticano

Venerdì 4 ottobre, alle ore 10.00, presso i giardini della Fondazione Rachelina Ambrosini di Venticano, si terrà una importante iniziativa all’insegna del rispetto dell’ambiente.

L’Amministrazione Comunale, le Scuole, la Parrocchia e le Associazioni sono invitate a piantare un albero nel giardino della Fondazione come gesto simbolico ma carico di valore che ha lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini alla cura del verde.

 

La storia di Rachelina Ambrosini

La vita di una ragazza meravigliosa, la studentessa santa, dono del Signore, in un piccolo paesino d’Irpinia oggi conosciuto in tutto il mondo. Rachelina, unica figlia del dottore Alberto Ambrosini e di Filomena Sordillo, nacque il 2 luglio 1925, nella minuscola frazione Passo di Dentecane, presso Pietradefusi, in provincia di Avellino. Era una bambina vivace ed estremamente buona, simile a un piccolo giglio a cui è concesso per breve tempo di donare alla terra l’incanto del suo profumo; la sua vita si spezzò a sedici anni per una grave malattia, eppure fu così intensa da lasciare nel ricordo di chi l’ha conosciuta l’immagine di “una giovane generosa, aperta al prossimo, umile, silenziosa, obbediente”.
Allo speciale carattere di Rachelina si legava una religiosità devota e profonda, ben racchiusa in questo suo pensiero: “Cerca la pace, il grande dono di Dio, l’unica gioia che non si può godere nel male, l’unica gioia perfetta che è frutto del bene”.
L’intimo legame con la Fede e la preghiera si decise già nei primi mesi di vita se non dallo stesso giorno della nascita di Rachelina, dedicato alla Madonna delle Grazie.
Alcuni testimoni raccontano che le sue prime parole furono “Ave Maria”, quelle che ogni giorno sentiva recitare dalla madre durante la preghiera del Rosario; e, proprio donna Filomena, meritevole di aver trasmesso precocemente alla figlioletta una intensa pietas mariana, fu la prima depositaria di una meravigliosa quanto inaspettata confidenza: “Sai mamma, ho visto la Madonna!”.

L’apparizione della Vergine Maria avvenne mentre Rachelina giocava nel giardino di casa; lo raccontò alla mamma candidamente, come voleva la spontaneità dei suoi quattro anni e la naturalezza che avrebbe sempre contraddistinto il saper accogliere con umiltà e obbedienza gli eventi straordinari con cui Dio rivelava il suo disegno per lei. Più volte, infatti, la piccola Rachelina disse di aver visto la Madonna e a cinque anni, gravemente ammalata di morbillo, rivelò di aver visto anche Sant’Antonio, che le aveva preannunziato: “Guarirai presto e bene ma prima dei 16 anni mi raggiungerai in Paradiso”.
In seguito a questa profezia, non furono l’angoscia e il turbamento a prendere il sopravvento ma, al contrario, l’amore per la vita, la ricerca della pace trovata nella “sottomissione alla volontà di Dio, nella coscienza tranquilla, nell’adempimento scrupoloso dei doveri di cristiano e di cittadino”. Rachelina ricordava il giorno della sua Prima Comunione, 12 giugno 1932, come il più bello. Quel suo primo incontro con il Signore l’aveva incamminata in un percorso di scelte virtuose, fatto innanzitutto di purezza, di appartenenza all’Azione Cattolica, del desiderio di essere vicina alle persone umili, di ubbidienza ai genitori e ai suoi insegnanti e soprattutto dell’abbandono alla Volontà di Dio di una forza e una dedizione eccezionali, inimmaginabili per la sua età, anche nei momenti più duri della sofferenza e per questo tanto più ammirabili e di insegnamento. Difficile prova per Rachelina fu la lontananza dal paese e dai suoi adorati genitori negli anni di studio trascorsi prima al Liceo “Orazio Flacco” di Bari, dove dimorava presso l’Istituto Santa Rosa e poi a Roma, al Liceo del Collegio “Cabrini”, retto dalle Suore del Sacro Cuore.
L’amore per il padre e la madre e tutti i suoi cari, testimoniato dall’affetto e dal trasporto manifestato in tante lettere, si fondeva al desiderio di assecondare i loro desideri, di sottomettersi alla loro volontà e di compiacere dando il meglio di sé.
Anche grazie a queste lettere e altri scritti che Rachelina ci ha lasciato riusciamo a scorgere il profilo di una ragazza semplice, legatissima ai suoi, che soffre per la loro lontananza, che è vicina ai suoi amici, specialmente dei più deboli, che affronta con ansia le prove d’esame e la grande mole di studio, che vive con apprensione la chiamata alle armi del padre al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale e che progetta il suo futuro decidendo di diventare insegnante, apprezzando la musica e le arti in genere per i benefici che recano all’animo umano, rasserenandolo dai dispiaceri e permettendogli di cogliere e rappresentare la bellezza del Creato. Quella di Rachelina è stata un’esistenza speciale, per la sua umanità, per gli eventi prodigiosi che l’hanno caratterizzata e infine perché nei momenti più difficili, anche quelli più penosi della malattia che la ridusse in fin di vita il 10 marzo 1941, tali furono la sua forza d’animo e la sua fede, che non si perse mai nello smarrimento generato dalla sofferenza, poiché nella pace del cuore, che si realizza con il completo affidamento della propria vita al Signore, individuò la vera strada per il raggiungimento della felicità. Molte sono le testimonianze di persone che hanno beneficiato della sua intercessione verso l’Altissimo.
Soldati, malati, persone umili e professionisti, sono state aiutate con la preghiera nel momento del bisogno dalla visione della “Studentessa Santa“, che con la sua purezza ha lasciato un tangibile segno nelle genti d’Irpinia e non solo. Rachelina dal settembre del 1958 riposa nella Chiesa Badiale di Santa Maria e Sant’Alessio in Venticano, alla destra dell’altare.
Attualmente in Vaticano è aperta la causa della sua beatificazione.

 

La Fondazione

É il 14 maggio 1973 quando per volontà della famiglia Ambrosini e Sordillo nasce la Fondazione intitolata alla Serva di Dio, Rachelina Ambrosini.
La giovane, scomparsa prematuramente a 16 anni nel 1941, lascia un segno profondo non soltanto nella comunità di Venticano e nelle città in cui ha vissuto durante gli anni di studio, ma sin dove giunge la sua fama di “studentessa santa”.
Rachelina è umile, attenta ai bisogni degli altri, rispettosa della sua famiglia, degli insegnanti, degli amici, profondamente devota e protagonista di eventi mistici e miracolosi.
Rappresenta un modello di cristianità da emulare, un punto di riferimento soprattutto per i giovani, poiché poco più che bambina mostra di saper affrontare la vita con grande forza e saggezza, indicando la strada per raggiungere la pace con sé stessi e sperimentare pienamente la “gioia del cuore”.
Sulla base dei principi di Rachelina, la Fondazione Ambrosini viene fondata proprio per essere vicina ai ragazzi, per assisterli in tutte le fasi della loro crescita e aiutarli in situazioni di disagio familiare, di handicap, sostenendo progetti ed iniziative tesi ad avvicinarli al volontariato, al rispetto per il prossimo e per l’ambiente.
Dal 27 maggio del 1992 la Fondazione è regolarmente riconosciuta da Decreto Ministeriale come Ente Morale è iscritta al n.329 del Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura di Avellino ed è inserita nel Centro Documentazione Fondazioni.

Le attività

Il presidente della Fondazione Rachelina Ambrosini, Tommaso Maria Ferri, insieme a Papa Francesco

La Fondazione Rachelina Ambrosini si occupa da anni di progetti umanitari di carità e conversione in Italia e all’estero, lavorando in rete con associazioni concretamente impegnate sui territori di riferimento.
In primo luogo si interessa dei giovani, dei più deboli, nei confronti dei quali mobilità la macchina della solidarietà, ma anche di quelli più fortunati, potenzialmente in possesso degli strumenti per operare a loro volta; per questo coinvolge gli studenti in iniziative di sensibilizzazione alla comprensione degli scenari sociali, avvicinandoli al mondo del volontariato.
Gli impegni nel mondo: Africa, Filippine, Honduras
A voler contrassegnare la presenza della Fondazione Ambrosini nel Mondo si potrebbe immaginare una sorta di abbraccio solidale intorno alla sua parte più fragile.
Attualmente è operativa in Etiopia, Filippine ed Honduras, fra i paesi più poveri e meno industrializzati, penalizzati in alcuni casi da situazioni politiche di regime e credenze culturali restrittive in situazioni di già estremo disagio: indigenza, sistemi viari complicati e inefficienti, scarsità dei principali servizi, in primo luogo ospedali e scuole.
In questi luoghi la Fondazione risponde in modo semplice e concreto a bisogni urgenti: la garanzia di assicurare almeno un pasto al giorno per due anni a 500 bambini di Santa Cruz, sull’isola di Marinduque nelle Filippine; il sostegno al processo di scolarizzazione e all’autosufficienza alimentare con l’attivazione di orti scolastici nelle comunità di Las Flores e di El Paraiso in Honduras; la collaborazione con l’Associazione italiana Medici con L’Africa Cuamm per garantire l’accesso gratuito al parto e salvare la vita delle mamme e dei loro bambini nell’ospedale di Wolisso in Etiopia e in altri 15 ospedali africani. Dal giugno del 2011 è partner della Fao.

La Fondazione è diramata sul territorio nazionale; oltre alla principale sede di Venticano, opera a Bari, Benevento, Padova, Roma, Salerno.
In Italia la “Solidarietà è energia alternativa”.
Corsi ed incontri tesi ad incentivare la formazione al volontariato internazionale degli studenti delle scuole superiori e universitari; ed è ancora dialogo con associazioni, enti e istituti pubblici e privati chiamati a sostenere i valori e i progetti della Fondazione.

 

 

 

Il Sud negli occhi di Frank Cancian in mostra al Museo delle Civiltà di Roma

Il Sud negli occhi: sguardi critici sulle immagini di Frank Cancian verrà esposta al Museo delle Civiltà di Roma. Le fotografie, 1801 scatti d’epoca realizzati nel 1957, dal fotografo statunitense che viene ricordato anche per la ricerca antropologica rappresentano un patrimonio etnografico sulle comunità del Sud.

Il prossimo 20 settembre nella Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico verrà presentato il progetto in anteprima insieme agli enti promotori. Durante la presentazione sarà proiettato il docufilm, 5×7 – il paese in una scatola di Michele Citoni, che sarà presente in sala.

Frank Cancian: video

il fotografo statunitense

Frank Cancian: chi è?

Frank Cancian è un antropologo statunitense con la passione per la fotografia, nata alla fine degli anni ’40. Dopo aver vinto una borsa di studio come studente di antropologia, giunge a Lacedonia nel 1957 e durante 7 mesi immortala gli usi e i costumi della società di quel tempo.

La particolarità dei suoi scatti risiede appunto nel cercare il diverso in situazioni normali. Per usare le sue stesse parole:

Mi piace scattare foto dove le persone svolgono le loro normali attività: a casa, a lavoro o in luoghi di culto. Cerco spesso l’esotico in situazioni ordinarie e l’ordinario in ciò che molte persone vedono come esotico.

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