Cultura

Lockdown Heroes: la testimonianza in immagini di Milo Manara

Lockdown Heroes è il titolo della raccolta di illustrazioni di Milo Manara, edito da Feltrinelli Comics, che uscirà nelle librerie il prossimo 30 luglio.

Il libro non è nato da un progetto a monte: è nato tutto dopo che il celebre illustratore erotico ha dipinto la prima immagine. Milo Manara è stato travolto, come tutti, dall’arrivo improvviso del Covid-19 ed ha deciso di ricordare questo tragico momento che rimarrà indelebile nella memoria di ciascuno.

Lo sbigottimento e l’angosciosa incredulità per la catastrofe che si stava profilando mi rendeva impossibile continuare il mio lavoro di routine: impossibile concentrarsi, dove l’attenzione e la serenità necessarie.

Mi sono chiesto come avrei potuto essere vagamente utile, da disegnatore, e come avrei potuto esprimere gratitudine e incoraggiamento. Dopo più di cinquant’anni passati a celebrare la bellezza e la seduzione delle donne, è stato del tutto naturale celebrarne anche le virtù.ù

Lockdown Heroes immortala tutte le figure femminili che hanno continuato a svolgere il proprio lavoro, esponendosi al pericolo del contagio. Il libro di illustrazioni nasce come un ricordo angoscioso e di incredulità per la catastrofe, da ricordare un giorno quando sarà tutto finito.

Illustrazione di Milo M anara

Covid-19 in un libro di illustrazioni

Lockdown Heroes: curiosità

Lockdown Heroes è composto da 21 tavole. Dalle copie vendute del libro Milo Manara e Feltrinelli Comics supporteranno l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, il Policlinico Universitario di Padova e l’Ospedale Cotugno di Napoli.

Le 21 tavole originali di cui si compone il libro sono state vendue all’asta dal 9 al 24 giugno e ogni acquerello è stimato 2mila euro.

Vulnerabili di Gilles Bourdos: un racconto disilluso sull’inquietudine umana

Vulnerabili (Espèces menacées) è una pellicola del regista Gilles Bourdos, che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 9 luglio.

Protagonisti del film sono le miserie e le fragilità umane che si intrecciano in tre storie, l’una diversa dall’altra ma tutte cariche di tratti cupi e violenti.

Il film di Gilles Bourdos

L’ultimo film del regista francese

Il regista ci mostra tre storie diverse: due riguardano i rapporti genitori e figli e un’altra i rapporti sentimentali malsani.

Vulnerabili si apre con una festa di nozze sui generis e non convenzionale, tra due giovani. Bastano poche battute tra i neo sposi per capire le insicurezze sentimentali di lui nei confronti della sua metà che, ben presto, vivrà l’incubo della violenza domestica.

La seconda storia riguarda quella di un giovane insicuro, intimidito dalla vita e dai diversi incidenti subiti nella vita, tra cui l’esaurimento nervoso della madre.
L’ultima storia è quella di un uomo allontanato dalle donne della sua vita, che scopre di avere una figlia incinta del suo professore universitario.

In qualche modo, per circostanze perimetrali, queste tre storie si intrecciano: alcuni dei protagonisti instaurano una sorta di rapporto, cercando di supportarsi per come si può quando dentro si ha l’inferno.

Le miserie umane hanno mille sfaccettature e Gilles Bourdos riesce trasmetterle tutte e con estrema intensità. La fotografia cupa e veloce rende l’idea soffocante dello stato d’animo dei protagonisti di Vulnerabili.

Vulnerabili: trailer

Scena tratta dall’ultimo film del regista francese

Vulnerabili: la trama

L’inquietudine, l’insoddisfazione e lo smarrimento sono il fulcro di tutte e tre le storie che sono agli antipodi, per quanto riguarda le problematiche di ciscuna.

Vulnerabili mette in luce la complessità dei legami, dei rapporti umani e della spasmodica ricerca e ambizione di voler vivere una vita formale e normale che, in fondo, non esiste in nessuna relazione e in nessun vincolo che comprende il sé e l’altro o gli altri.

Il regista francese conduce lo spettatore all’interno di un mondo che oscilla tra ragione e follia, riesce a farci percerpire l’angoscia, il senso di smarrimento e la solutidune di ciascuno dei protagonisti del film.

Vulnerabili è uno scorcio intimo e senza metafore sulla fragilità e sull’inquietudine umana.

Sound of salame: uno spaccato della società contemporanea

Sound of salame è il romanzo d’esordio di Mattia Bortesi pubblicato nel 2019 da Arkadia Editore.

Il protagonista del romanzo è un ragazzo che vive a Porotto, una frazione di Ferrara. Dalle pagine del libro non conosciamo il nome perché Sound of salame è scritto in prima persona, è una sorta di diario del ragazzo.

Dalle prime pagine del libro oltre a comprendere uno spaccato sociale tipico delle periferie, in cui ci viene descritta la posta di Porotto rimasta ferma agli ’80, capiamo subito cosa vuole fare il protagonista del romanzo.

La sua grande ambizione è quella di diventare una grande pop star. Oltre alla passione per la musica, al protagonista del romanzo, piace scommettere e giocare al bingo.

Mattia Bortesi riesce a descrivere con minuzia e garbo lo squallore e la tristezza che si respira in questi posti, facendo un ritratto minuzioso del ludopatico.

Un rumore di monetine inserite scandiva sia il trascorrere del tempo che passava, sia la pensione di queste persone che spariva. Puff! Puff! Puff! Ogni tanto qualcuno vinceva il superpremio e allora partivano lucine epilettiche, raggi laser e suoni acutissimi. Il rumore di una cascata di due euro monopolizzava lo stanzone, ma chi di solito vinceva aveva ormai perso tutti i soldi guadagnati in una vita, quindi c’era ben poco da sorridere.

Così il fortunato zombi non faceva altro che raccogliere le monete meccanicamente, con una spaventosa assenza di emozioni.

Difficilmente Dante, se fosse vissuto ai nostri tempi, avrebbe escluso questo ambiente dalla sua discesa. C’era tutto quel che bastava.

Il primo romanzo dello scrittore italiano

Il primo romanzo di Mattia Bortesi

Sound of salame: qualche accenno sulla trama

Quando il protagonista di Sound of salame è un pò giù e ha voglia di staccare la spina si reca nel suo bar di una vita, quello che si trova a 300 metri da casa sua. È un piccolo bar a gestione familiare, losco, umido e fatiscente che ci ricorda quelli delle nostre periferie.

I suoi amici e frequentatori assidui del bar hanno tutti almeno quindi anni più di lui e le uniche imprese di una vita che sono capaci di raccontare sono quelle legate ai numerosi incidenti o risse mai scaturite per una loro colèpa dirretta.

Io li ascoltavo, in silenzio. Li osservavo: c’era un piacevole rischio di contagio nel frequentare quelle auree da rockstar decadute. E anche se in cuor mio li amavo, sapevo benissimo che dovevo guardarmi bene dal diventare come loro.

La vita del protagonista procede ad un ritmo costante che oscilla tra il fastidio nell’osservare ciò che gli succede intorno e la comfort zone in cui si rifugia, per sentirsi una persona migliore di quello che probabilmente è.

Un giorno farà un incontro inaspettato, quello con la bibliotecaria Margherita che probabilmente riuscirà a cambiargli la vita o forse a dargli quella scossa di cui ha bisogno.

Per scoprirlo, non vi resta che leggere Sound of salame di Mattia Bortesi!

Mattia Bortesi: chi è?

Mattia Bortesi si è laureato in Lettere con una laurea in Italianistica, presso l’Università Alma Mater di Bologna. Ha curato per diversi anni, presso associazioni culturali, una sua personale Lectura Dantis, soffermandosi in modo particolare sull’Inferno dantesco.

Oggi insegna italiano alle scuole medie in provincia di Mantova e, come il protagonista del suo romanzo d’esordio, ama la musica. Infatti l’insegnante suona la chitarra ed ha iniziato un progetto cantautorale che si chiama Matija. Ama il cinema ed i suoi registi preferisti sono David Lynch e Nanni Moretti.

Francesco Musto vince il premio Sorriso di Rai Cinema Channel

Francesco Musto è un attore avellinese e sceneggiatore, sin da piccolo si avvicina al mondo del cinema e della recitazione, nonostante sia affetto da una rara distrofia muscolare.

Essere diversi è il suo cortometraggio d’esordio che lo ha portato a vincere il prestigioso premio Sorriso di Rai Cinema Channel, selezionato dal Festival Tulipani di Seta Nera. Il suo corto sarà presente per un anno suòlla piattaforma di streaming Rai Play.

Francesco Musto

Francesco Musto

Essere diversi affronta la tematica del bullismo e racconta di diversità, di sensibilità e sofferenza ma lo fa senza pietismo.

Ne consigliamo vivamente la visione.

Senza rosa né celeste. Diario di una madre sulla transessualità della figlia di Mariella Fanfarillo

Senza rosa né celeste. Diario di di una madre sulla transessualità di una figlia (2019) edito da Villaggio Maori è il libro di Mariella Fanfarillo. Già dal titolo non è molto difficile comprendere la tematica affrontata nel testo: si parla da un punto di vista intimo del percorso personale che una madre ha deciso di vivere mano nella mano con la propria figlia.

Quello di Mariella Fanfarillo è un viaggio che la donna ha compiuto insieme a sua figlia Esther, transessuale coraggiosa. Lei è la seconda ad aver ottenuto l’autorizzazione al cambio anagrafico di sesso senza l’obbligo dell’operazione e soprattutto quando era ancora minorenne.

Dalle pagine di Senza rosa né celeste. Diario di una madre sulla transessualità di una figlia oltre al percorso genitoriale e all’importanza fondamendale che i genitori ricoprono nell’accompagnare i propri figli in questi percorsi difficili, si evince anche l’immagine di un Paese che ha difficoltà sia burocratica che di cultura nel riuscire a garantire l’uguaglianza e la parità di diritti a tutti i cittadini.

L'autrice incontra il pubblico online

Un libro che spiega la transessualità da un punto di vista diverso

Rendere i diritti universalmente validi per tutti, a prescindere dal sesso o dall’orientamento sessuale, significa dare dignità a ciascun essere umano e significa, soprattutto, non discriminare le scelte di terzi di cui alla legge e alla società, tra l’altro, non dovrebbero importare e non dovrebbero generare giudizio ma semplicemente dovrebbero rappresentare una normalità che, purtroppo, non esiste.

Ciò si intravede dalle leggi, dalla burocrazia e dai problemi sociali cui stiamo assistendo negli ultimi anni.

Ho imparato a mie spese la differenza tra vedere e guardare: ora so che da sempre io vedevo mio figlio ma guardavo mia figlia.

Per scoprire qualcosa in più del libro o per interagire virtualmente con l’autrice non vi resta che collegarvi su zoom, connettersi attraverso il codice di identità del meeting: 830 22 66 19 22.

L’incontro, organizzato dall’associazione Apple Pie in collaborazione con Laika project, Brother&Sisterlgbt e Oltre le nuvole e l’arcobaleno, è previsto martedì 16 giugno alle ore 20:40.

Nuova legge per valorizzare le birre agricole e artigianali

Il settore delle birre agricole e artigianali in Campania ha finalmente un proprio riferimento legislativo. Ciò è molto utile per far crescere questo settore e valorizzare un ambito commerciale e produttivo che, anno dopo anno, risalta per qualità delle produzioni.

La legge è stata approvata il 15 giugno 2020 all’unanimità dall’Aula del Consiglio Regionale della Campania. Questa legge era molto attesa soprattutto nelle aree interne perché sostiene tutti i segmenti produttivi: dalle materie prime alla commercializzazione fino agli incentivi per nuove iniziative imprenditoriali.

Approvata nuova legge per la produzione di birre artigianali

Approvata nuova legge per la produzione di birre artigianali

Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale della Campania, dichiara:

Produrre birre artigianali e di qualità significa dare vita ad iniziative imprenditoriali dove si fondono tradizione ed innovazione, ricerca e nuovi stili di vita. Sono attività molto impegnative, portate avanti da giovani imprenditori con grande entusiasmo e grande passione. Il nostro compito è quello di sostenere il settore, fornendo strumenti utili in questo senso e adeguati alle esigenze di comparto.

Dal mio punto di vista la legge appena approvata risponde a pieno a questa esigenza.

La legge appena approvata sulle birre agricole e artigianali prevede di valorizzare la produzione favorendone qualità e tipicità attraverso una costante formazione e basandosi sulla competitività aziendale, sulla commercializzazione e sulla tutela del consumatore, privilegiando la filiera corta.

Questa nuova legge sostiene un settore che possiede grandi prospettive e potenzialità economiche in Campania.

Ritrovata in Abruzzo la porta rubata al Bataclan con murale di Banksy

La porta di uscita di sicurezza del Bataclan, il locale parigino dove 13 novembre 2015 a causa di un attentato terroristico persero la vita 90 giovani che stavano assistendo al un concerto live degli Eagles of Death Metal, era stata rubata nel 2019 dopo che Banksy, il celebre street artist, aveva realizzato nel 2018 un graffito, per ricordare il triste episodio.

La porta è stata ritrovata in un casale della campagna abruzzese dai carabinieri di Alba Adriatica (Teramo). Il ritrovamento è stato possibile grazie alle indagini condotte dalla Procura distrettuale insieme agli organi di polizia e della magistratura francese.

Ritrovata la porta del Bataclan con graffito di Banksy

Ritrovato murale dello street artist in Abruzzo

Sulla porta nera è raffigurata una donna dipinta di bianco con lo sguardo vuoto e rivolto verso il basso, un cappuccio che sembra un velo come quelli utilizzati per rappresentare il lutto. La giovane donna ha entrambe le mani impegnate: in una stringe un fazzoletto mentre nell’altra impugna, probabilmente, una macchina fotografica.

La donna racchiude tutte le versioni umane che hanno vissuto o subìto le conseguenze della strage. La protagonista del graffito rappresenta tutti i 90 giovani che hanno perso la vita durante il live e che, al momento della morte, come unica arma per difendersi avevano un macchina fotografica o uno smarthphone per riprendere l’evento.

Il velo sul capo e il fazzoletto rappresentano le lacrime versate dai familiari, da chi è riuscito a salvarsi e dall’intera popolazione francese e mondiale che restò immobile e addolarata davanti ad un gesto truce, disumano, spietato e senza senso.

Lo street artist con un semplice graffito è riuscito a racchiudere tutto ciò che è scaturito in una notte e che doveva essere, per ciascuna vittima e ciascun superstite, una serata all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Ernest Hemingway: scoperto un racconto inedito

La ricerca della felicità (Pursuit as Happiness) è il titolo di un racconto inedito e autobiografico di Ernest Hemingway (1899-1961). Il manoscritto è stato ritrovato da Sean Hemingway, nipote dello scrittore,  dove ha trovato delle annotazioni scritte a mano dallo scrittore ma che non sappiamo per quali ragioni non è stato pubblicato.

Il racconto verrà pubblicato dal New Yorker.

La ricerca della felicità parla di una battuta di pesca in cui Ernest Hemingway, Mr Josie (soprannome dell’amico Jon Russel) e Carl Guttiérez sono all’inseguimento di un enorme marlin.

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway ha iniziato la sua carriera letteraria a Parigi, grazie a Gertrude Stein, che gli consiglio dei libri che avrebbero potuto metterlo al passo con le avanguardie letterarie del tempo. Inizialmente scrive dei racconti ma i romanzi che lo portano al successo sono Fiesta. Il sole sorgerà ancora (1927), Addio alle armi e Uomini senza donne (1927) recensito da Virginia Woolf.

Lo scrittore è maggiormente ricordato per Il vecchio e il mare (1952) per cui nel 1954 vinse il Premio Nobel.

In un futuro aprile: il docufilm sugli anni giovanili di Pasolini

Sono terminate le riprese di In un futuro aprile, nuovo docufilm su Pier Paolo Pasolini diretto da Francesco Costabile e Federico Savonitto, che verrà presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival 2020 di Bologna che si svolgerà dal 5 al 15 giugno.

Il docufilm è ambientato negli anni ’40 ed è girato a Casarsa e nei luoghi del Friuli in cui Pier Paolo Pasolini viene travolto dal fascino del paesaggio e del mondo contadino friulano, intriso di tradizioni.

La voce narrante all’interno di In un futuro aprile è quella di Nico Naldini, poeta, scrittore e cugino di Pier Paolo Pasolini.

Gli anni giovanili sono formativi per il regista perché lo avvicinano alle prime avventure amorose con alcuni giovani del posto e inizia ad avvicinarsi al Partito Comunista.

Nel 1955 Pier Paolo Pasolini scrive la poesia Quadri friulani che, in qualche modo, accenna il periodo su cui si sono soffermati i registi di In un futuro aprile.

Vi riportiamo uno stralcio della poesia per anticiparvi i luoghi, l’ambientazione e il sentire del regista durante questi anni.

In un futuro aprile: trailer

Il docufilm sugli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini

Quadri friulani di Pier Paolo Pasolini

Senza cappotto, nell’aria di gelsomino

mi perdo nella passeggiata serale,

respirando – avido e prostrato, fino

 

a non esistere, a essere febbre nell’aria

la pioggia che germoglia e il sereno

che incombe arido su asfalti, fanali,

cantieri, mandrie di grattacieli, piene

di sterri e di fabbriche, incrostati

di buoio e di miseria…

 

Sordido fango indurito, pesto, e rasento

tuguri recenti e decrepiti, ai limiti

di calde aree erbose… Spesso l’esperienza

 

espande intorno più allegria, più vita,

che l’innocenza: ma questo muto vento risale dalla regione aprica

dell’inncenza… L’odore precoce e stento

di primavera che spande, scioglie

ogni difesa nel cuore che ho redento

 

con la sola chiarezza: antiche voglie,

smanie, sperdute tenerezze, riconosco

in questo smosso mondo di foglie.

 

Le foglie dei sambuchi, che sulle rogge

sbucano dai caldi e tondi rami,

tra le reti sanguigne, tra le logge

 

giallognole e ranciate dei friulani

venchi, allineati in spoglie prospettive

contro gli spogli crinali montani,

 

o in dolci curve lungo le festive

chine delle prodaie… Le foglie

dei ragnati pioppi senza un brivido

 

ammassati in silenziose folle

in fondo ai deserti campi di medica;

le foglie degli umili alni, lungo le zolle

 

spente dove le ardenti pianticine lievita

il frumento con tremolii già lieti;

le foglie della dolcetta che copre tiepida

 

l’argine sugli arazzi d’oro dei vigneti.

Sergio Nocera della compagnia SulReale scrive una poesia per la popolazione di Ariano Irpino

Sergio Nocera è di Gesualdo ma lavora, come direttore palco e attore, all’interno della compagnia SulReale di Ariano Irpino, la cittadina più colpita dal Covid-19 in Irpinia, definita da molti la Codogno del Mezzogiorno.

I giorni di quarantena hanno permesso a molti di riflettere sulla pandemia, sulle nostre vite sospese e qualcuno, purtroppo, ha visto persone care morire a causa del virus.

Sergio Nocera si occupa di teatro e, per le circostanze note a tutti, ha dovuto bloccare le sue attività culturali e d’intrattenimento che si svolgevano nella cittadina del Tricolle con i suoi amici e compagni arianesi.

Nonostante l’immobilità il ragazzo ha deciso di lanciare un messaggio in versi, diverso da quelli soliti che stiamo leggendo, perché durante la pandemia siamo stati privati di tutto ma non della nostra sensibilità e umanità.

Sergio Nocera ha provato a regalarci immagini attraverso una poesia che racconta di Ariano Irpino e dell’impossibilità, durante il Covid-19, di poter lavorare o provare scene insieme al resto della compagnia SulReale.

Ariano su(l)rreale di Sergio Nocera

Sergio Nocera della compagnia SulReale scrive una poesia

Ariano Su(l)rreale

Copioni oramai impolverati

ci negano le battute

niente balli né canti

solo cupi scricchiolii giungono

ormai dalle secche assi del palco

e si fondono al lamento di una campana.

 

Nelle stradine lastricate del borgo

lacrime nascoste dietro finestre sbarrate

cercano disperatamente una mano

un abbraccio impossibile.

 

Aspettavamo la neve ad Ariano

a gennaio

candida, soffice, silenziosa e invece

un nemico invisibile, subdolo

sceso su di noi come un velo

ci ha colpito alle spalle

alla gola

ha spezzato vite, ha fermato la vita

ma non la voglia di ricominciare.

 

Del prossimo spettacolo

abbiamo già pronto il copione

e in estate, forse, sarà tutto dimenticato

ma non la memoria di tanti, di molti

volata via insieme alle loro anime

tra lampeggianti, sirene e mascherine

e angeli vestiti di bianco

che hanno combattuto e ancora

combattono una strenua battaglia.

 

Intanto inverdiscono i campi

e l’erba si riempie di margherite

come di speranza si riempie la vita:

mai più lacrime o soffocanti lamenti

ma soltanto canti e suoni a festa

d’ora in poi…

 

…dall’antico e maestoso Campanile.

 

 

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