Cultura

Chiara Rigione e la ciclicità del tempo nel corto Domani chissà, forse

Domani chissà, forse (2019) è un cortometraggio di Chiara Rigione che racconta, attraverso le immagini, lo spopolamento di un paese e di un tempo che è ciclico e ,alle volte e in alcuni  luoghi, sembra essersi fermato.

Protagonista del cortometraggio è Vallepietra, un piccolo borgo medievale ai confini con l’Abruzzo e ai limiti della provincia di Frosinone, che non rientra tra i borghi più gettonati d’Italia e che ricorda molte zone rurali irpine, per suggestione naturalistica ma affette dallo spopolamento.

Vallepietra

Vallepietra

Chiara Rigione prende spunto, per la realizzazione di Domani chissà, forse, da un documentario di Ansano Giannarelli del 1961, che trattava appunto il tema dello spopolamento rurale. Da qui è iniziato il suo viaggio per la realizzazione del cortometraggio e dell’impronta fotografica che, la regista avellinese, ha deciso di dare al suo lavoro.

Il cortometraggio, infatti, gioca sull‘illusione spazio temporale: le scene che compongono il lavoro cinematografico potrebbero essere state girate anche negli anni ’60. È come se l’avanzare del tempo non esistesse o si ripiegasse, inevitabilmente, su se stesso senza andare oltre.

Chiara Rigione: intervista

Domani chissà, forse di Chiara Rigione

Per scoprire altre curiosità su Domani chissà, forse di Chiara Rigione non vi resta che guardare l’intervista video.

Cate Blanchett presiederà la giuria della 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia

Cate Blanchett, attrice e produttrice australiana, è stata scelta per presiedere la Giuria internazionale del Concorso della 77esima Mostra Internazione d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si svolgerà dal 2 al 12 settembre 2020.

Il direttore artistico Alberto Barbera ha detto della nota attrice:

Cate Blanchett non è soltanto un’icona del cinema contemporaneo, corteggiata dai più grandi registi dell’ultimo ventennio e adorata dagli spettatori di ogni tipo. Il suo impegno in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi pienamente con i pregiudizi maschilisti, ne fanno una figura di riferimento per l’intera società. Il suo immenso talento d’attrice, unitamente a un’intelligenza unica e alla sincera passione per il cinema, sono le doti ideali per un presidente di giuria.

Sarà un enorme piacere ritrovarla in questa nuova veste a Venezia, dopo averla applaudita come magnifica interprete dei film Elizabeth di Shekhar Kapur e I’m not There di Todd Haynes, che le valse la coppa Volpi come miglior attricce nel 2007.

Cate Blanchett

Cate Blanchett

Cate Blanchett è una delle attrici più eclettiche e sofisticate del panorama cinematografico, non è un caso che sia in nomination ai Golden Globes 2020 come Miglior Attrice per il film Che fine ha fatto Bernadette? (2019) di Richard Linklater.

Cate Blanchett tornerà sul grande schermo con il film Mrs. America, un biopic su Phyllis Schlafly, nota scrittrice e oppositrice del femminismo, diretto da Anna Boden e Ryan Fleck.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano è un fumetto della blogger francese Emma, diventato un best seller in Francia. La graphic novel mostra, attraverso scene quotidiane, in cosa cosiste praticamente il significato del termine carico mentale, tanto utilizzato dalle femministe.

Che cos’è il carico mentale?

Il termine carico mentale proviene dalla branca sociologica che ha codificato la Teoria del carico cognitivo.

Con il termine carico mentale si fa riferimento a tutte le problematiche logistiche delle faccende quotidiane, domestiche e alla loro suddivisione in un contesto familiare o di coppia.

Il carico mentale non corrisponde nell’eseguire tutte le azioni ma nel dover pensare a tutto ciò che c’è da fare e che si dovrebbe fare.

Per rendere meglio il concetto di questo termine, vi mostriamo una vignetta di Emma, presente all’interno di Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano.

il carico mentale secondo Emma

Bastava Chiedere! di Emma

Il carico mentale non è altro che un essere sempre vigile, per tutto ciò che riguarda la gestione e la pianificazione di tutte le incombenze da risolvere, durante l’arco della giornata e non solo.

Emma con il suo fumetto sottolinea la colpa dei compagni di sesso maschile nel rifiutare la loro parte del carico mentale, sottolineando che non c’è nessuna scusante biologica o innata nella donna, nel volersi prendere la responsabilità mentale di tutto ciò che comporta il vivere quotidiano in coppia.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Emma sottolinea il mondo stereotipato in base ai ruoli che dovrebbe avere una donna e quelli di un uomo, facendo riflettere sulla questione che di innato e predefinito, in realtà non c’è nulla.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano, tradotto e pubblicato da Editori Laterza, sarà disponibile nelle librerie il prossimo 20 febbraio. La prefazione del fumetto è di Michela Murgia.

Goodbye Marilyn: il corto animato che concede una nuova vita alla Monroe

Come sarebbe la vita di Marilyn Monroe se, oggi, fosse ancora viva? Se lo è chiesto Maria Di Razza e la sua risposta si trova in Goodbye Marilyn (2018), un corto animato che ci mostra un lato dell’icona e fragile attrice, che non tutti conoscono.

Il corto animato della regista Maria Di Razza su Marilyn Monroe

Maria Di Razza: intervista

Goodbye Marilyn ci porta al cospetto di una Monroe non più giovane che, invece di morire, ha deciso di allontanarsi da quelle scene che ne hanno prodotto un personaggio, rubandole l’anima. Nel corto animato il suo reale suicidio diventa una simulazione di morte, un’idea che le ha, finalmente, permesso di avere quella tanto agognata libertà che le era stata strappata dalla fama e dalla popolarità.

Goodbye Marilyn: intervista a Maria Di Razza

Corto animato su Monroe

In Goodbye Marilyn di Maria Di Razza troviamo un’attrice attempata ma che, nonostante lo scorrere del tempo, sprigiona ugualmente fascino non quello dei tempi della giovinezza ma uno charme maturo, fatto di esperienza e di consapevolezza di ciò che è stata e di ciò che ha scelto di essere.

Il ritratto di Marilyn Monroe, che mostra la regista puteolana, è quello di una donna consapevole ed intelligente che nella giovinezza ha rincorso il sogno di essere qualcuno, riuscendoci pienamente. Una volta raggiunto il traguardo ha visto che quel sogno raggiunto non era perfetto come si aspettava perché, negli anni, le ha portato via la libertà e la sua vera identità.

Maria Di Razza: intervista

La regista puteolana

La Marilyn Monroe di Maria Di Razza si lascia a considerazioni, figlie del nostro tempo, come il paragone tra la popolarità che ha vissuto in prima persona e quella di oggi scandita da selfie e da consensi virtuali.

Per scoprire il resto non vi resta che guardare l’intervista video che abbiamo fatto alla regista!

Il ritratto di Ilaria Bernardini: un romanzo sulle donne e sul perdono

Il ritratto è il nome dell’ultimo romanzo di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori. La scrittrice mostra la fragilità e le storie di due donne, molto diverse tra loro e sconosciute, che hanno però qualcosa in comune: l’uomo che amano.

Una delle due protagoniste della trama è Valeria Costas, nota scrittrice, che oltre all’amore per i suoi libri vive per il suo grande amore: Martin Aclà, un noto imprenditore, a cui è legata clandestinamente da un sentimento che dura da venticinque anni. Valeria vive da sola a Parigi.

Martin invece vive a Londra con sua moglie e i suoi due figli.

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Ilaria Bernardini scrittrice

Un giorno per radio, Valeria scopre che Martin ha avuto un ictus ed è in coma. La donna devastata dal dolore di un’ipotetica perdita del suo amato, cerca un modo per poterlo vedere e dargli un ultimo saluto.

Valeria, per potersi avvicinare all’amante, commissiona un suo ritratto a Isla Lawndale, pittrice nonché moglie di Martin. Con questo pretesto riesce a trovare un punto d’accesso nella vita domestica della famiglia.

Valeria e Isla entrano in contatto, creando un’intimità e una familiarità sempre più profonda tra bugie, ricordi e compassione.

Valeria rivelerà ad Isla le vere ragioni che l’hanno portata a commissionare il ritratto? La scrittrice avrà il coraggio di abbattere il muro di menzogne che la dividono da Isla per poter entrare davvero in relazione l’una con l’altra?

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Per scoprirlo non vi resta che aspettare l’uscita del romanzo di Ilaria Bernardini, previsto per il prossimo 28 gennaio.

Avellino: la militanza culturale attraverso il cinema dell’associazione Zia Lidia Social Club

L’associazione culturale cinematografica Zia Lidia Social Club di Avellino ha presentato il ricco programma di attività che si svolgeranno in questo 2020.

La rassegna cinematografica 2020 dell'associazione culturale avellinese

Zia Lidia Social Club: video

Ciò su cui punta, da sempre, l’associazione culturale avellinese è quello di dare spazio al cinema d’autore, in particolar modo a quei lavori cinematografici che, nel panorama dell’intrattenimento piegato dalle leggi del mercato, non trovano il giusto merito e spazio nella distribuzione mainstream.

Zia Lidia Social Club è un esempio di militanza culturale volta al voler condividere, attraverso il dibattito e la condivisione, pellicole di registi minori ma anche famosi del passato e dei nostri giorni, mostrando un volto diverso del panorama cinematografico, che esula dai canoni della mera commercializzazione del prodotto, puntando principalmente sui contenuti e sulla qualità.

Durante la rassegna dello scorso anno, ad esempio, abbiamo scoperto un film dai contenuti attuali e mostrati con una durezza disarmante e ci riferiamo a Caina di Stefano Amatucci, un film penalizzato nella distribuzione ma di cui ne consigliamo vivamente la visione per poter comprendere, da un diverso punto di vista, la speculazione che c’è dietro l’immigrazione e la tratta di vite umane perpetrate via mare.

Luisa Amatucci in Caina

Caina di Stefano Amatucci

Una pellicola simile per contenuti che verrà proiettata quest’anno è RiVolti al mare di Francesco Massarelli e Luisa Galdo, un progetto di videoarte che affronta il tema dell’immigrazione.

Ecco un assaggio del teaser.

Zia Lidia Social Club: calendario proiezioni gennaio e febbraio

L’elenco delle prossime proiezioni organizzate da Zia Lidia Social Club, previste nei mesi di gennaio e febbraio, è il seguente.

Programmazione gennaio

  • 23 gennaio presso il Cinema Partenio: Opera senza autore (2018) di Florian Henckel von Donnersmarck
  • 27 gennaio presso l’Istituto Tecnico Agrario di Avellino: Paradise (2016) di Andrej Koncalovskij
  • 28 gennaio presso il Movieplex di Avellino: La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019) di KLorenzo Mattotti
  • 30 gennaio presso il Tilt di Avellino: Tokyo Godfathers (2005) di Satoshi Kon
Robert De Niro

Robert De Niro

Programmazione febbraio

  • 2 febbraio presso il Circolo della Stampa: I dimenticati (1941) di Preston Sturges
  • 5 febbraio presso il Tilt: Dilili a Parigi (2019) di Michel Ocelot
  • 9 febbraio presso il Circolo della Stampa: Re per una notte (1983) di Martin Scorsese
  • 13 febbraio presso il Cinema Partenio: RiVolti al mare (2019) di Francesco Massarelli e Luisa Galdo
  • 16 febbraio presso il Circolo della Stampa: XX secolo (1934) di Howard Hawks
  • 18 febbraio presso il Movieplex: Una notte di 12 anni (2018) di Alvaro Brechner
  • 20 febbraio presso il Cinema Partenio: La vita invisibile di Euridice Gusmao (2019) di Karim Ainouz
  • 27 febbraio presso l’Istituto Tecnico Agrario di Avellino: Valzer con Bashir (2008) di Ari Folman
Presidente di Zia Lidia Social Club

Michela Mancusi: intervista

Durante la presentazione della nuova rassegna cinematografica di Zia Lidia Social Club abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Michela Mancusi, presidente dell’associazione culturale cinematografica, per cercare di comprendere meglio i film in proiezione e non solo.

Nel video tutte le info.

Herzog incontra Gorbaciov è il docufilm storico su una delle figure più influenti del ‘900

Herzog incontra Gorbaciov è un docufilm diretto dal Werner Herzog e Andre Singer. Il lungometraggio vuole ricostruire l’immagine dell’ex presidente dell’Unione Sovietica, sottolineando il suo impegno verso il disarmo e l’uscita dall’era della Guerra fredda.

L’approccio di Werner Herzog non è completamente super partes perché da tedesco, il regista, sente forte il senso di colpa per le perdite umane subìte dai russi durante la Seconda guerra mondiale mentre dall’altra prova riconoscenza per Gorbaciov per aver riunificato la Germania Est con quella dell’Ovest.

Herzog incontra Gorbaciov si sviluppa attraverso un dialogo costante ed empatico, evitando riferimenti all’attualità oligarchica. La finalità di questo lavoro cinematografico ha come scopo quello di delineare uno sguardo inedito sulla storia del ‘900.

Herzog incontra Gorbaciov

Herzog incontra Gorbaciov

La figura di Gorbaciov, se in Occidente viene valutata positivamente, in Russia risplende di una luce più cupa perché gli si attribuisce la responsabilità di alcune iniziative che hanno generato gravi ripercussioni economiche, ai danni di alcuni strati sociali della popolazione russa.

Tra le iniziative che vengono condannate all’ex presidente dell’Unione Sovietica rientra la Campagna anti-alcol, proclamata nel 1987, che estirpò circa il 25% dei vigneti, per limitare la produzione di vodka. Ciò ebbe delle gravi ripercussioni economiche nel settore della produzione di alcolici e che, a sua volta, ebbe come reazione la produzione clandestina e del mercato nero dunque della criminalità organizzata.

Herzog incontra Gorbaciov uscirà nelle sale italiane il prossimo 19 gennaio.

Weekends è un corto animato sulla separazione vista con gli occhi di un bambino

Weekends (2017) è un corto animato, interamente disegnato a mano, di Trevor Jimenez che mostra la separazione di una coppia con figli, dal punto di vista di un bambino.

Il cortometraggio, candidato all’Oscar, è delicato ed incisivo pur non essendo dialogato.

Weekends di Trevor Jimenez

Weekends di Trevor Jimenez

Protagonista è un bambino canadese che si ritrova a dividere i fine settimana tra la casa dei rispettivi genitori. Ciascun genitore gli presenta uno spazio nuovo, una qualità del tempo scandita da altri ritmi e diversa da quella precedente. Insomma una nuova vita delimitata da un nuovo perimetro, con cui deve fare i conti non solo il bambino ma anche i rispettivi genitori.

Ogni weekend è scandito da una nuova quotidianità, nuove cose da fare e spazi vuoti da riempire sia materialmente che sentimentalmente. Il protagonista vede il mondo confuso, con qualche mostro non identificato, a volte, per il bambino è tutto disordinato e all’insegna del caos.

La confusione è dettata anche dalla mancata comunicazione dei due genitori, che si limitano a controllare l’entrata e l’uscita dalla macchina all’abitazione di turno.

Il corto animato di Trevor Jimenez

Il corto animato di Trevor Jimenez

Pian piano i mostri prendono un volto umano: sono quelli dei rispettivi nuovi compagni di ciascun genitore. Si intrecciano nuovi legami e nuove consuetudini affettive all’interno dei nuovi spazi. Come in ogni relazione c’è chi resta e c’è chi va via.

Weekends di Trevor Jimenez mostra un altro punto vista riguardo una problematica attuale e moderna: la separazione. Il disegnatore, infatti, pone l’attenzione su un’altra questione: su come, molto spesso, non si faccia abbastanza attenzione nel proteggere un bambino da situazioni sentimentali fugaci o non ben definite.

La mancanza di dialoghi in Weekends rende l’interpretazione del cortometraggio abbastanza soggettiva poiché ciascuno spettatore pone l’attenzione su ciò che lo colpisce maggiormente. Ciò potrebbe essere un limite perché un cortometraggio ha il compito di dare una trama che non sia troppo superficiale, una sorta di linea guida ben definita soprattutto se si sceglie di trattare alcuni temi delicati come quello in questione.

il corto metraggio sulla separazione

il corto metraggio sulla separazione

Nel complesso Weekends è un corto che si lascia guardare e scrutare con curiosità ed attenzione, ponendo l’attenzione su un punto di vista, spesso, ignorato.

18 regali: un film di Francesco Amato sul rapporto conflittuale tra madre e figlia

Francesco Amato, dopo Lasciati andare (2017), ritorna sul grande schermo con il film 18 regali un biopic, basato sulla vera storia di Elisa Girotto. Il lungometraggio mostra il rapporto conflittuale tra madre e figlia in una situazione in cui i due elementi femminili entrano in contatto in un modo non proprio alla pari.

Elisa (Vittoria Puccini) è incinta e, durante una visita di controllo per accertarsi del normale proseguimento della sua gravidanza, scopre che la bambina che sta per mettere al mondo sta bene mentre lei ha un tumore.

La donna diventa consapevole del fatto che non potrà essere vicino alla figlia, durante il tempo della crescita ed oltre, e così decide di prepararle 18 regali, che aprirà ogni anno per il giorno del suo compleanno. In questo modo Elisa decide di stare accanto a sua figlia, di farsi conoscere e di darle, a suo modo, l’amore che vorrebbe trasmetterle nonostante la morte.

18 regali

L’ultimo film di Francesco Amato

Anna (Benedetta Porcaroli) nasce e crescendo non vive bene la consegna dei regali di Elisa perché li vive come una sorta di eredità difficile da sopportare infatti la ragazza decide di non ritirare il suo ultimo regalo.

Come andrà a finire lo potrete scoprire solo guardando il film, uscito nelle sale italiane il 2 gennaio.

Locandina 18 regali

Locandina dell’ultimo film di Francesco Amato

Da una prima visione del trailer si percepisce l’intenzione di Francesco Amato: quella di mettere in luce il rapporto conflittuale tra madre e figlia.

Alcune parole dette da Elisa, ad esempio, ci fanno capire il modo d’intendere il rapporto genitoriale che, in molti casi, oltre all’amore è manifestato dall’intenzione di dover trasmettere all’altro non solo i valori ma il proprio modo di agire nella vita e d’interpretarla, senza tener conto della vita esperenziale di un figlio che non è mai una copia conforme di quella genitoriale. Ciò dipende da diversi fattori che possono essere sociali e soggettivi e molto spesso il conflitto tra figli e genitori, in alcune età della vita che sono quelle formative per un adolescente, derivano anche dal confondere l’idea di voler trasmettere un determinato modello educativo che si differenzia dal volerlo imporre.

La frase di Elisa che palesa ciò che abbiamo appena detto è:

Cara Anna,

vorrei dirti tante cose, vorrei dirti com’è la vita e come va affrontata.

Vorrei trasferirti il mio modo di fare e di pensare.

La più bella è l’ultimo libro di Alessio Lasta: un reportage moderno sulla nostra Costituzione

Quando si parla della nostra Costituzione la si descrive sempre definendola come la più bella del mondo. Eppure molti suoi articoli, a distanza di settant’anni, sono l’equivalente di una lettera morta.

La più bella – La costituzione tradita – Gli italiani che resistono di Alessio Lasta, giornalista e inviato di Piazzapulita, il programma di La7, nasce dalla voglia di mettere nero su bianco le storie di uomini e donne che oggi lottano e resistono per veder riconosciuti i loro diritti.

Siamo di fronte alla penuria di posti nelle case popolari, alle prese con truffe perpetrate ai danni dei risparmiatori; assistiamo al taglio di assegni per la cura di malati gravi e molto altro, di cui sentiamo parlare tutti i giorni e su cui ci si sente impotenti o non ci si fa più caso perché la rassegnazione si è trasformata in indifferenza o in normale amministrazione all’ordine del giorno.

Ogni storia scritta all’interno de La più bella si chiude con un articolo della Costituzione che viene disatteso. Dunque c’è ancora da fare qualcosa per renderla più bella.

La più bella. La Costituzione tradita. Gli italiani che resistono

Copertina dell’ultimo libro di Alessio Lasta

La più bella – La Costituzione tradita – Gli italiani che resistono di Alessio Lasta, pubblicato da add Editore, uscirà nelle librerie il prossimo febbraio.

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