Cultura

Le due declinazioni del nero: intervista a Cristina Gori e Alessandro Cardinale

Alessandro Cardinale e Cristina Gori hanno realizzato Add&Subtract, una bipersonale, in cui viaggiano due modi diversi di fare arte e di rappresentarla.

Alessandro Cardinale: video

Installazione di Alessandro Cardinale

Alessandro Cardinale è uno scultore, le sue creazioni giocano sulla luce che riesce a trovare il suo spazio e la sua dimensione su plexiglass o su installazioni che prendono vita in base al movimento di chi si trova di fronte alle sue opere. Il mondo che rappresenta l’artista ferma e blocca immagini in movimento, donandogli un tempo proprio che esula dalla frenesia cui siamo abituati.

Cristina Gori: video

Dipinto di Cristina Gori

Cristina Gori è una pittrice, fotografa e performer che ama rappresentare un mondo più introspettivo, rispetto a quello di Alessandro. La natura è il tema principale che compare in tutte le creazioni dell’artista. L’edera viene rappresentata come un manto simbiotico che avvolge il suo corpo, senza soffocarlo: c’è una convivenza non prevaricante tra la natura e l’essere umano.

Alessandro Cardinale e Cristina Gori: video

Alessandro Cardinale e Cristina Gori

Cosa hanno in comune Alessandro Cardinale e Cristina Gori? Nell’osservare le loro rispettive opere ciò che balza agli occhi è la diversità: nel primo è prevalente l’elemento collettivo mentre nella seconda è il mondo individuale.

Eppure entrambi gli artisti sono accomunati dall’utilizzo di un elemento cromatico: il nero. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con loro, durante la presentazione della bipersonale all’AXRT di Avellino, per scoprire cosa ci hanno raccontato non vi resta che guardare l’intervista.

The Nothing dei Korn: una storia infinita

C’è quel vecchio detto che dice: “a volte ritornano”. Molto spesso però oggi lo si usa in maniera canzonatoria, quasi ilare, ed è come se si voglia preannunciare un ritorno a qualcosa di particolarmente anomalo che ci ha oltraggiati in passato.

Ebbene, sì, esistono dei ritorni, ma è chiaro che non tutto ciò che riappare può davvero influenzare le nostre ambizioni di oggi; non tutti i mali vengono per nuocere, e di male ora stiamo per parlare.

È tempo di anniversari per i Korn, band metal: venticinque anni dal primo disco omonimo e rivoluzionario e venti anni da Issues, capolavoro impressionante di brutalità, inventiva, freschezza e bravura messi insieme. Eppure qualcosa è accaduto, appena dopo l’uscita di Take a look in the mirror (2003): Brian “Head” Welsh, chitarrista geniale, innovatore e visionario, abbandonò il gruppo, forse per curarsi, forse per problemi di dipendenza, e si ipotizzò anche una rivalutazione del suo ego spirituale che addirittura lo avrebbe portato a diventare un pastore. Il batterista David Silveria pensò di prendersi una pausa, che però si dimostrò fin troppo lunga e quando si decise  a ritornare fu respinto. Attualmente è in atto una disputa legale per i diritti d’autore tra lui e gli altri membri della band.

E’ ovvio che le cose quindici anni fa iniziarono a cambiare: la carriera dei Korn, a un decennio dall’esordio sembrava destinata a finire, soprattutto quando la musica mutò decisamente tono, l’elettronica s’intromise nel futuro blando di una comunicazione scarna e senza personalità, e il cantante Jonathan Davis divenne leader e immagine a tutti gli effetti, auspicando ad una carriera solista e parallela, oscurando i suoi compagni di viaggio.

Korn: Nothing recensione

Korn

Ma dicevamo che a volte ritornano…

E il nuovo album dei Korn, The Nothing, tredicesimo lavoro in studio della band “nu metal” americana per eccellenza, assume tutto l’aspetto di un ritorno alle antiche glorie, a un attacco agli errori commessi, ad una riuscita di un benvenuto deciso alle sonorità che li hanno resi grandi. La novità giunge sia dal ritorno di “Head”, di cui la band già festeggiò il suo nuovo ingresso con l’uscita di The serenity of suffering (2016), che aveva inaugurato una parentesi già  gloriosamente vissuta –per fortuna-, e che sarebbe stato una felice anticipazione di ciò che abbiamo scoperto lo scorso 13 settembre, release date  di The Nothing.

Altra particolarità arriva da una piacevole ispirazione tutta letteraria, suggerita dal cantante Jonathan Davis. L’album si ispira a La Storia Infinita di Michael Ende, libro che proprio nel 2019 compie quarant’anni, e che racconta la stupenda storia di Bastiano, il ragazzino che entra in un libro che sta leggendo e ne diventa il protagonista principale, il quale poi aiuterà il regno di Fantàsia a non cadere in rovina, in seguito al deperimento dell’ Infanta Imperatrice, la sovrana, che è afflitta da un male forse incurabile.

Bastiano, in realtà, si rifugia nel mondo della letteratura, perché è afflitto dalla tristezza sopraggiunta in seguito alla morte della madre, e la voglia di rendersi utile ad una nuova storia che lo distragga e lo faccia diventare vincitore della vita, gli offre la cura per andare avanti e dimostrare di essere più forte di quel male oscuro che sta per distruggere il regno di Fantàsia, Il Nulla. The Nothing, per l’appunto, è l’attuale specchio in cui si è ritrovato Jonathan Davis, il nostro Bastiano musicale, che ha perso l’ex moglie deceduta dopo una forte dipendenza e a cui l’autore era rimasto sempre amico, e che si è catapultato nel lavoro, nella quale disciplina ha immaginato la sua “storia infinita”, in cui probabilmente sogna di salvare la sua regina, che lo ha gettato nello sconforto più nero.

La ricchezza del contenuto di questo album straordinario è racchiusa tutta qui: una malinconia intrisa in tutte le tracce; il dark che si fa spazio a spallate e irrompe nella disperata ricerca di una cura che possa forse salvarci, perché siamo così persi che ormai nessuno può più trovarci:

I’m lost. You’ll never find me.

(Mi sono perso. Non mi troverai mai.)

La prima traccia, The end begins con la cornamusa suonata sempre da Jonathan Davis, ci ricorda piacevolmente l’intro del capolavoro Issues del 1999, e Cold, sembra sia un urlo di rabbia continuo, preso di forza da Take a look in the mirror del 2003, in cui un ritornello, anticipato da una ritmica da 2headbanging” pazzesca, è di una freschezza cristallina, che apre varchi di luce nello scompiglio mentale di Bastiano. You’ll never find me, uno dei singoli, è un ritorno –sì, ancora!- alle oscure sonorità di Life is peachy del 1996, e le chitarre che si rispondono a vicenda con riff nervosi e elettrici, poi si adagiano nel classico ritornello a cui la band californiana ci ha abituati e con i quali ci sentiamo a casa.

La voce di Jonathan Davis migliora come un vino di qualità: il suo graffiato può raggiungere parentesi brutali e orrorifiche, ma mai volgari, mentre un attimo dopo è capace di sussurrare le sue paure, e la volta successiva s’ingegna nelle tracce rap, che mai s’introducono con forza, ma arricchiscono la modernità del metal, quel genere a volte troppo sottovalutato, ma che è cresciuto di credibilità grazie anche alla sua band. Jonathan Davis ha sempre utilizzato la sua voce come uno strumento, a cui è capace di donare profondità, dolcezza, lamento, ma anche una forza sovrumana che urla fuori tutta la rabbia convulsa che ha dentro.

The darkness is revealing è una vera rivelazione di quella voglia di ricominciare da lì dove si era persa quella di proseguire per la propria strada e intraprendere percorsi che non appartenevano. La ritmica del nuovo batterista Ray Luzier emula abbastanza quella di David Silveria, ma regge benissimo il confronto, e , malgrado la quantizzazione elettronica utilizzata dal produttore Nick Raskulinecz, autore anche di ben sette canzoni, traspare dal suo strumento la sua personalità. Il basso di Reggie “Fieldy” Arvizu, probabilmente il motore portante di tutta la struttura, frusta a pieno la sua potenza, e non mancano le piacevoli parentesi in cui il nostro resta nelle tracce come unico performer, mentre anticipa con gloria i riff che giungeranno appena dopo.

Finalmente le chitarre di James “Munky” Shaffer hanno ritrovato la spalla più ovvia, “Head”; quel muro di suono inventato dai due che ha cambiato la storia del metal americano, e probabilmente mondiale, che ha influenzato band trash come Sepultura, con l’album Roots del 1996, e che ha avuto come fedeli seguaci i Limp Bizkit, il cui cantante Fred Durst diresse alcuni videoclip dei Korn.

Idiosyncrasy, quinto brano, sembra essersi catapultato dall’album Follow the leader del 1998, soprattutto grazie alla ritmica incalzante, quasi dance, che ritrovammo nel brano cult Got the life. Non cala tensione The Nothing, con Finally Free, in cui Jonathan Davis/Bastiano canta:

Where are you now?

(Adesso dove sei?)

I try to get through to you, nothing is saving you

( Ho provato a contattarti, non c’è niente che ti sta salvando)

How could I fail?

(Come ho potuto fallire?)

This life betrayed you, and you are finally free

(Questa vita ti ha tradito, e tu sei finalmente libero)

Il messaggio che comunica alla sua musa, l’Infanta Imperatrice, è chiaro: come potrei mai fallire nell’impresa, se il mio scopo è renderti libera, quando la vita ha voluto ingiustamente tradirti?

L’altro singolo Radiofriendly che in questi giorni si ascolta in tutte le radio, Can you hear me, è una sorta di ballad hard, parentesi agrodolce che alterna momenti di tepore e appena dopo con tappeti di chitarre, i cori e i synth appena espressi, in cui i Korn non si tradiscono ancora, e mai lo faranno nel corso del lavoro.

Can you hear me, ‘cause I’m lost

(Riesci a sentirmi?)

And I may never come back again

(E potrei potrei non ritornare mai più)

And why my heart keeps holding on

(E mentre il mio cuore continua ad aspettare)

I know I’ll never be the same again

(so che non sarò mai lo stesso di nuovo)

Bastiano sa che l’avventura sta cambiando la sua vita. La rivelazione di un’esistenza dedita alla conquista della fiducia del regno di Fantàsia non farà più voltarlo indietro negli errori commessi, e lo renderà un uomo migliore: non sarà più di nuovo lo stesso.

In The Ringmaster qualcuno gli dona conforto:

Dear, you have nothing to fear

(Caro, non hai nulla da temere)

Child, I’m the one who makes it also, oh, so, so much better

(Bambino, io sono quello che rende tutto, oh, molto più bello)

Migliore diverrà Bastiano, ed il suono che ci accompagna in questa fantastica avventura che sta per terminare, e più forte ancora il suo ego, infatti nell’undicesima traccia H@rd3r, egli si chiede però perché tutto questo stia succedendo, nonostante stia combattendo strenuamente, la sua vita stia prendendo una direzione davvero dura da concepire: un paradosso che appartiene a tutti, in fondo. Ma è nella traccia precedente, The gravity of discomfort,  e nella successiva This Loss, che la band di Bakersfield torna con orgoglio davvero agli antichi fasti, dove cavalcano a pieno i loro anni Novanta, quando posero le pietre miliari che avrebbero fatto riferimento alle generazioni successive. Ma attenzione, perché The Nothing non è un’elevazione ai rimpianti, e non è certo uno scavare nelle proprie ferite.

La bellezza dark struggente di questo lavoro risiede non solo nella tematica drammatica che i Korn hanno sempre affrontato nel loro passato glorioso, perché sarebbe fin troppo evidente. La verità è che sono ritornati sui loro passi per una necessità emotiva, ed è  proprio quando Jonathan Davis ha vissuto i dolori della perdita, che ha dimenticato quell’impareggiabile necessità di cambiare stile per confrontarsi con le nuove audience, e ha ricomposto con i ragazzi della band canzoni molto più sincere, più che romanzate, e l’idea di un concept ispirato ad un bestseller ha elevato questo album ad un valore ineccepibile.

Ci lasciamo coi versi dell’indimenticabile Emiliy Dickinson, simili alla tematica affrontata:

Un dono senza pretese, parole impacciate

sono i modi in cui al cuore umano

è rivelato il Nulla.

“Nulla” è la forza che il mondo rinnova.

Carmine Maffei

Nascono le Guide Percettive: Toi Giordani e Vittorio Zollo presentano il loro progetto poetico

Le Guide Percettive sono un progetto che nasce da un’intuizione originale di Vittorio Zollo e Toi Giordani. Entrambi sono legati al mondo della poesia orale performativa e a quel tipo di comunicazione capace di fondere ambiti culturali, legati a sfere sensoriali diverse.

Le Guide Percettive, infatti, si avvalgono della poesia performativa, del sound-design e dell’arte visiva, intesa in senso lato. Questa fusione ha come finalità quella di creare un’immagine nuova di un qualsiasi luogo d’interesse ma che, allo stesso modo, è in grado di mostrarci in modo diverso e con altri strumenti conoscitivi ciò che ci circonda o ciò che semplicemente non notiamo.

Toi Giordani e Vittorio Zollo: intervista

Guide Percettive a Fragneto Monforte

Cosa sono le Guide Percettive?

Le Guide Percettive sono un modo diverso per scoprire luoghi e storie dimenticate, attraverso la poesia. Questo progetto nasce con lo scopo di dare un’identità dinamica alla poesia che, allo stesso tempo, è in grado attraverso i suoi versi di svelare quella bellezza non mainstream che molti non vedono e che altri ancora non riescono a percepire o che tengono nascosta perché non la ritengono tale.

vittorio Zollo e Toi Giordani: video

Il nuovo progetto di Vittorio Zollo e Toi Giordani

In poche parole le Guide Percettive sono un nuovo modo di viaggiare. Il senso della meta non è dato da un luogo ma da un’esperienza umana. Il significato del termine guida, all’interno del senso delle Guide Percettive, viene spogliato di quel rigore da “atlante geografico” a cui ci hanno abituati.

Festival delle mongolfiere

Raduno internazionale delle mongolfiere

La prima Guida Percettiva è stata realizzata a Fragneto Monforte, durante il raduno internazionale delle mongolfiere che ogni anno, ma solo per tre giorni all’anno, ridona vita ad un borgo che è vittima dello spopolamento.

Appuntamento al Cinema Partenio,
Avellino omaggia il regista Pino Tordiglione

Il 16 ottobre in occasione del secondo anniversario dalla scomparsa del regista Pino Tordiglione, presso il Cinema Partenio di Avellino alle ore 9:30 il Centro studi CE.S.A.T. e la PittiMovie Italia sotto il patrocinio di Alto Calore servizi s.p.a. organizzano una giornata dedicata alle scuole sul rispetto ambientale e su un uso corretto della nostra risorsa idrica. La giornata è dedicata ai ragazzi e ai professori della città di Avellino.

È previsto un dibattito al quale parteciperanno il sindaco di Avellino Gianluca Festa, il Provveditore agli studi di Avellino Rosa Grano, L’Amministratore Unico dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia e l’Amministratore Unico della PittiMovie Italia Enrico Tordiglione. Si proietterà gratuitamente a fine dibattito il film “Il Bacio Azzurro”, protagonista assoluto in tutte le scuole d’Italia. Arriveranno inoltre i saluti di due grandi enti idrici quali Acqualatina s.p.a. e Publiacqua s.p.a., promotori del film nelle scuole del territorio di appartenenza. La grande magia dell’acqua torna da dove è partita: ad Avellino.

“Il giovane Pertini, combattente per la libertà”,
il film di Assanti in uscita nelle sale italiane

Il film diretto da Gian Battista Assanti, “Il giovane Pertini, combattente per la libertà” è in uscita in tutte le sale cinematografiche italiane.

A partire dal 17 ottobre, la preziosa pellicola sarà distribuita dalla Genoma Films con il patrocinio del Centro Studi Pertini, della Fondazione Gramsci, della Fondazione Saragat, della Fondazione Turati, del Circolo Fratelli Rosselli e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Due anni di riprese, con protagonisti d’eccezione come Dominique Sanda, Gabriele Greco, Gaia Bottazzi e Massimo Dapporto per ricordare uno dei presidenti più amati nella storia della Repubblica. Nella pellicola anche apparizioni di nomi famosi della cultura e della politica fra i quali Valdo Spini. La colonna sonora, scritta e composta da Guido De Gaetano, tra i migliori allievi di Morricone, è stata registrata presso la Sinphony Radio Orchestra di Sofia.

Il film, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Stefano Caretti e Mario Degl’Innocenti, è stato selezionato dalla Camera dei Deputati per la celebrazione dell’anniversario della nascita del presidente-partigiano ed è candidato ai David di Donatello 2019 della Mostra internazionale del cinema di Venezia.

 

Farfalle,
il nuovo singolo di Giselle

Il 18 settembre è uscito su Youtube “Farfalle” il nuovo videoclip di Veronica Bonafede, in arte Giselle. Classe 1992, Giselle è una rapper e cantante emergente italiana. Inizia a studiare canto e recitazione all’età di 17 anni, partecipa a vari concorsi, tra cui Castrocaro, dove si qualifica alle semifinali. Mentre studia all’università lavora come vocalist in vari locali per 4 anni e successivamente decide di lasciare il mondo della notte per trasferirsi all’estero. Comincia a scrivere testi del progetto Giselle a 24 anni, quando finalmente prende consapevolezza della sua vera natura. Giselle non voleva lasciare i suoi testi in un cassetto e tantomeno mettere il suo sogno da parte, così contattò un suo amico dj che le presentò Vittorio Cipriani, in arte Hysterism.

“Quando ho parlato a Vittorio della mia idea – spiega Giselle- mi ha capito al volo ed ha iniziato a comporre la musica. Ho capito subito che funzionava”.
Giselle ed Hysterism sono rimasti per una settimana sul podio della piattaforma Beatport, con il loro singolo Damned, vicino a nomi come Halsey e Skrillex.
“Il testo di Damned – continua- l’ho sognato ed erano le 3 di notte. Quando Hysterism l’ha letto, ha composto la base in pochi minuti, era come se già esistesse, succede sempre qualcosa di magico quando entro nel suo studio”.

Giselle

Da un’attenta analisi del testo si intuisce quanto Giselle sia delusa ed arrabbiata, ma allo stesso tempo sia riuscita a rinascere e riprendere il controllo.
Farfalle nasce in un momento buio della vita dell’artista. In un giorno in cui le delusioni sia professionali che personali le fecero fare pensieri troppo cupi.
“La nascita del video – aggiunge Giselle- è stata molto naturale. Volevo che il video venisse girato su un letto a Baldacchino, con molti cuscini e veli e volevo venisse fuori tutta la mia parte femminile, senza veli stavolta. Volevo venisse fuori anche il mio lato maschile che brama al potere, per questo ho usato il bastone. L’idea delle tre personalità è stata dello staff, che ringrazio. I ragazzi sono riusciti a tirare fuori tutta me stessa, senza rendere il tutto volgare. Lorenzo Ramerini, il regista, ha capito subito quello che volevo, creando una biografia virtuale che descrive al meglio le varie sfaccettature della mia personalità. Mi piace pensare di essere più donne in una”.

La fotografia è stata curata da Stefano Talone e gli effetti speciali da Alessio Ricciarelli. Giselle si è occupata anche del Costume Design, collaborando con la make-up artist Eleonora Bellotti.

L’animale totem è un simbolo esoterico molto vicino alle idee di Giselle.

“Ho scelto la farfalla – conclude Giselle- per la luminosità ed ariosità che trasmette. La farfalla interagisce con i fiori e la natura e sprigiona una energia sempre in salita. Farfalle è rivolta alle persone che nella vita hanno saputo tramutare gli episodi spiacevoli in dei veri e propri punti di forza che sia una delusione d’amore un problema lavorativo o di salute, l’importante è non abbattersi e credere in sé stessi sempre! In questo modo sono fermamente convinta che non si perda mai. L’indipendenza è il più importante dono che una donna possa fare a sé stessa Dai tempi di Adamo ed Eva l’uomo è e sarà sempre insoddisfatto della donna. Tanto vale essere noi stesse ed amarci per come siamo. Spendere le energie solo per realizzare i propri sogni ed obbiettivi”.

È proprio questo che Giselle vuole trasmettere e perché no, insegnare a chi l’ascolta. Libertà, indipendenza, amor proprio.

Buona visione!

Provincia,
domani al Carcere Borbonico il primo seminario sul Sistema Museale Nazionale

Parte da Avellino la serie di incontri per la nascita del futuro Sistema Museale Nazionale.

Da domani 9 ottobre al 13 novembre 2019 una serie di seminari, promossi dalla Regione Campania e curati da Mediateur, racconteranno l’ambizioso progetto ministeriale di creare una rete nazionale tra musei e luoghi della cultura pubblici e privati, analizzandone le opportunità e gli impatti sui musei regionali e più in generale sui sistemi culturali locali. Gli incontri, uno per ogni provincia campana, illustreranno le azioni intraprese a livello regionale per sostenere l’adesione dei musei locali al Sistema, attraverso un aggiornamento dei propri standard di qualità.

Si parte domani  – 9 ottobre – ad Avellino presso il Museo Irpino-Carcere Borbonico, proseguendo al Museo del Sannio di Benevento il 16 ottobre e quindi al Museo campano di Capua il 23 ottobre. Il tour prosegue a Salerno presso il Museo Archeologico Provinciale il 30 ottobre, per concludersi al Palazzo Reale di Napoli il 13 novembre. I seminari, realizzati con il patrocinio di ICOM Italia e delle Province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno e in collaborazione con il Polo Museale della Campania, sono rivolti a tutti i rappresentanti delle istituzioni culturali campane, in particolare a direttori e funzionari dei musei, amministratori locali, responsabili amministrativi, e in generale a tutti gli attori dell’offerta culturale regionale pubblica o privata.

Per informazioni e iscrizioni: www.museinforma.it

Programma del seminario di Avellino presso Museo Irpino / Carcere Borbonico:

 

ore 09.30 | Registrazione partecipanti

ore 09.45 | Saluti istituzionali
Domenico Biancardi
Presidente Provincia di Avellino

ore 10.00 Interventi

Anita Florio
Regione Campania
Dirigente Promozione e valorizzazione musei e biblioteche
Il percorso della Regione Campania verso il Sistema museale nazionale

Marianella Pucci
Mediateur / Commissione Sistema museale nazionale
Il Sistema museale nazionale: finalità, strumenti e opportunità

ore 10.45 | Focus
Valutazione degli standard di qualità 
Esercitazione con i partecipanti

ore 12.45  | Conclusioni

Federico Lomolino
Regione Campania – Promozione e  valorizzazione musei e biblioteche
Riconoscimento regionale e accreditamento al Sistema museale

Elena Quaranta
Regione Campania  – Promozione e  valorizzazione musei e biblioteche
Standard museali e livelli uniformi di qualità

ore 13.30 | Chiusura lavori

Cairano,
“Il sindaco del Rione Sanità” alla Masterclass di Franco Dragone

Francesco Di Leva, il protagonista dell’ultimo capolavoro di Mario Martone, “Il sindaco del rione Sanità” sarà uno dei docenti della Masterclass di Cairano diretta da Franco Dragone.

Dal 28 ottobre all’8 novembre 2019, nel piccolo borgo dell’Alta Irpinia, Di Leva, premiato alla 68esima edizione della Mostra d’Arte cinematografica di Venezia come miglior rivelazione, indirizzerà gli alievi del corso verso la scoperta e lo sviluppo della personalità artistica. Una presenza che alla luce del successo di pubblico e critica del film di Martone consegna alla “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” di Cairano un valore aggiunto di sicuro appeal per gli studenti.

La Scuola vede nomi di primo piano nel panorama dell’arte e dello spettacolo in Italia. Con Di Leva ci saranno Ernesto Lama, Alfredo Balsamo, Marco Balsamo, Luca De Fusco, Giulia Delli Santi, Andrea Francisi, Gianmario Longoni, Luigi Saccomandi e Andrea Varnier.

Cassano Irpino ritorna al Medioevo

Sabato 5 e domenica 6 ottobre Cassano Irpino ritorna al Medioevo con cortei, musicisti e sbandieratori che vi porteranno in un tempo fatto di dame e cavielieri.

Con l’arrivo degli Svevi il feudo di Cassano fu affidato ai seguaci di Federico II, che nel 1221 lo concesse a Tommaso I D’Aquino, conte di Acerra. Tra il 1239 e il 1240 l’Università di Cassano fu obbligata a partecipare alle spese per riparare il castello di Giffoni.

Tommaso I D’Aquino ebbe due figli: Adeaolfo e Gubitosa, a quest’ultima fu lasciata la tenuta di Cassano che difese i suoi diritti feudali dal vescovo di Nusco, che voleva cercare di deviare le acque cassanesi.

Gubitosa, infatti, ordinò ai suoi sudditi di distruggere di notte quello che i nuscani costruivano di giorno sulle rive del fiume. La questione venne portata davanti la Reale Corte del principe Filippo di Taranto che tolse il feudo e Cassano, facendoli rientrare nel Demanio Regio dei D’Angiò.

Cassano Irpino festa medievale: video

Cassano Irpino festa medievale

Ritorno al Medioevo a Cassano Irpino: il programma

Sabato 5 ottobre alle ore 12:00 nel centro storico di Cassano Irpino è prevista l’apertura degli stand gastronomici e dei mercatini medievali.

Alle ore 17:00 è previsto l’ingresso di Gubitosa e di Filippo D’angiò.

Alle ore 20:00 sono previsti giochi medievali, torture ed esibizioni varie.

Domenica 6 ottobre alle ore 12:oo è prevista l’apertura degli stand gastronomici e dei mercatini medievali. Alle ore 17:00 vi sarà la sfilata d’epoca. Alle ore 20:00 sono previsti vari intrattenimenti a tema.

Alle ore 22:oo è prevista la simulazione dell’incendio al Castello.

Tufo: cantine aperte in vendemmia

In occasione della vendemmia domenica 6 ottobre Tufo vi aspetta a cantine aperte in vendemmia, un’iniziativa promossa dal Movimento Turismo del Vino.

La giornata inizierà alle 10:30 con il raduno dei partecipanti e poi tutti in vigna per provare l’emozione della raccolta dell’uva. Dopo la vendemmia si assisterà alla pigiatura e alle relative visite in cantina.

Cantine aperte in vedemmia a Tufo

Cantine aperte in vedemmia a Tufo

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