Cultura

I Foja annunciano quattro date speciali

I Foja annunciano per il mese di febbraio quattro date speciali: Milano (02/02), Torino (03/02), Roma (09/02), Napoli (14/02), saranno le città che accoglieranno questo tour particolare per la band napoletana

Così Dario Sansone, frontman dei Foja, descrive questi quattro appuntamenti:

Finalmente portiamo “Miracoli e Rivoluzioni” in giro per i maggiori club italiani. Questo tour per noi ha un valore emotivo enorme, perché ci permetterà di riabbracciare dopo tre anni il nostro pubblico sparso per lo stivale e rincontrarci attraverso le nostre canzoni. Questi saranno, inoltre, gli ultimi quattro concerti del nostro storico e amato chitarrista Ennio e ogni tappa sarà ancora più emozionante facendo festa sopra e sotto al palco.

Miracoli e rivoluzioni è un disco che sa di presente, di passato, di futuro, in cui le strutture tradizionali della canzone sono permeate di suoni e di sfaccettature che continuamente ne cambiano gli orizzonti. E quindi Enzo Gragnaniello e Davide Toffolo, Clementino e Lorenzo Hengeller, Alessio Sollo e Alejandro Romero sono preziosi compagni di viaggio che con il loro contributo hanno fatto di “Miracoli e Rivoluzioni” una pietra angolare nel repertorio di questa band, un enorme atto d’amore che arriva a chi ha orecchie e cuore aperti. 
 
Dal disco sono stati estratti cinque singoli con altrettanti video. L’ultimo, in ordine di tempo, è la splendida “Santa Lucia”, pubblicato lo scorso 22 novembre 2022 con il featuring di Clementino e la straordinaria partecipazione di Isa Danieli.
 
I Foja sono esponenti di un nuovo sound della tradizione folk napoletana. Hanno realizzato quattro album in studio, partecipato a diverse colonne sonore di lungometraggi di animazione. Sono stati candidati al David di Donatello e ai Nastri d’Argento come migliore canzone originale, e collaborato con artisti internazionali come Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero.
In tutto quello che fanno ci mettono l’anima. Ogni disco è un viaggio in una cultura ricchissima, visionaria e meticcia, elementi di ricchezza e crescita artistica, oltre che umana.

Miracoli e rivoluzioni: il disco

Miracoli e rivoluzioni è il nuovo album dei Foja, uscito nel mese di aprile 2022. In questo ultimo lavoro sono molte le collaborazioni con ospiti che hanno condiviso il miracolo di un frammento, di una scintilla creativa: Enzo Gragnaniello, voce e anima inconfondibile, presente in una profondissima “’Nmiezo a Niente”; Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, voce e autorevolezza nell’ironica e riflessiva “A cosa stai pensando?”; Clementino, che mette il suo flow al servizio di una ballad struggente come “Santa Lucia”; il pianoforte di Lorenzo Hengeller che libera dieci dita cariche di swing nell’intensa “Stella”; la poesia di Alessio Sollo ne “L’Urdema Canzone”; Alejandro Romero, guest internazionale nella rilettura in napoletano di un classico come “A mano ‘e D10S”, dedicato anima cuore e bandoneón a Diego Armando Maradona, alla sua rivoluzione sportiva e umana. 

E infine Alessandro Rak e le sue illustrazioni, la genialità poetica di storie come “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”, il lungometraggio di animazione della Mad Entertainment da cui è tratta “Duje comme nuje”, canzone dell’amore assoluto inserita nella colonna sonora dell’ultima fatica del regista napoletano, legato al leader dei Foja Dario Sansone da amicizia e collaborazione decennale.

 “Miracoli e Rivoluzioni” è sensibilità, impegno, passione allo stato puro, un progetto che consegna un immaginario che va solo vissuto, con quella libertà e creatività che fanno dei Foja una delle band napoletane più importanti degli ultimi venti anni, autori di una rivoluzione stilistica che ha elevato la nuova musica napoletana mettendola in relazione con i suoni dell’oggi e la visione del domani.

Foja 

Foja: chi sono?

I Foja nascono nel 2006. Hanno all’attivo quattro album in studio, ‘Na Storia Nova, Dimane Torna ‘O Sole, ‘O Treno Che Va e Miracoli e Rivoluzioni. Con il secondo e il terzo ottengono un posizionamento nella cinquina finale delle Targhe Tenco nella categoria miglior album in dialetto. Girando l’Italia per anni, hanno calcato palchi prestigiosi, registrando sempre il sold-out, tra cui quelli del Teatro di San Carlo con uno show diretto da Franco Dragone (Cirque du Soleil), dell’Arena Flegrea con uno speciale spettacolo che ha unito musica e illustrazioni dal vivo, del Cortile della Reggia di Capodimonte, del Palazzo Reale e di Castel Sant’Elmo a Napoli davanti ad un pubblico di oltre seimila persone. 

La loro musica è stata utilizzata con successo in diversi film come L’arte della felicità (EFA European Film Award) e Gatta Cenerentola, ottenendo la candidatura per la miglior canzone originale sia al David di Donatello con i brani “’A malia” e “A chi appartieni”, che ai Nastri d’Argento con “’A malia”. Dal 2018 hanno inizio collaborazioni discografiche con artisti internazionali (Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero). Nel novembre del 2018 registrano il tutto esaurito nelle date del loro Tour Europeo nei migliori club delle principali capitali e, nel 2019, volano oltreoceano per il loro Tour Canadese e Statunitense tra club e grandi teatri. Nel 2020 chiudono il loro primo decennio di attività discografica con lo speciale cofanetto “Dieci” che raccoglie l’intera produzione, compresi diversi brani fuori album e un inedito. 

 
Nel 2021 escono in contemporanea due nuovi singoli, “ADDÒ SE VA” e “TU”, primi segnali del nuovo progetto discografico. Nel mese di giugno è stata rilasciata ’A Mano ’e D10S” versione in napoletano di “(INRI) La mano de Dios” canzone scritta da Alejandro Romero e dedicata a un campione senza tempo, Diego Armando Maradona. Del brano è stato pubblicato anche il videoclip con la regia di Michel Liguori e la produzione di Anartica Film, girato in parte all’interno dello stadio Ex San Paolo ora Stadio Diego Armando Maradona. A fine ottobre esce “Duje comme Nuje”, singolo e video presente nella colonna sonora di “Yaya e Lennie – The Walking Liberty”, nuovo film di animazione della Mad Entertainment diretto da Alessandro Rak e di cui Dario Sansone, leader dei Foja, è anche aiuto regista, direttore artistico e autore delle musiche insieme a Alessandro Rak e Enzo Foniciello.  L’8 aprile 2022 è uscito il nuovo album dal titolo “Miracoli e Rivoluzioni”. 

Pecci torna a mostrare il suo eclettismo in Incubo

Pecci dopo aver magnetizzato il pubblico con le sonorità ipnotiche di “Armageddon” ed averlo cullato con la malinconica dolcezza di “Latte e Biscotti”, il poliedrico cantautore e producer milanese Pecci, nuovo volto della fusione musicale made in Italy, torna a mostrarci il suo eclettismo in “Incubo” (distr. ADA Music Italy), perfetta destinazione del suo Ciclo dei Sogni che, iniziato nel 2021 con la pubblicazione di “Narcolettico”, in questa tappa conclusiva trova senso e valore mediante la sua antitesi.

Su ricercate ed attualissime sonorità indie-lunge, minuziosamente curate dall’abilità figurativa di Delicottero, si posa infatti un testo d’autore in cui l’incubo simboleggia il viaggio verso la scoperta di se stessi nella propria totalità, perché è solo entrando in contatto con timori e conflitti interiori, temprati dall’indomita volontà di guardarli dritti negli occhi, che è possibile comprenderli a fondo prima, per esorcizzarli e superarli poi.

Pecci

Una vera e propria accettazione della ciclicità dell’esistenza, in cui bene e male non si identificano in concetti necessariamente contrapposti, bensì in un incessante fluire nel quale, senza la presenza di uno, non potrebbe esistere l’altro e, di conseguenza, ove ciascun essere umano è conscio di dover accogliere entrambi all’interno della propria quotidianità. Questo è “Incubo”, una carezza delicata sulla ruvidità di paure complesse da scardinare, una brezza fine e leggera sulle zavorre che gravano e gravitano nel nostro universo animico, una vivida istantanea su ciò che è la nostra vita al momento presente e su ciò che, invece, sarebbe stata se avessimo pensato e agito in maniera differente.

Dichiara Pecci:

In questo pezzo cerco di entrare in un incubo per rassicurarmi in un momento di stress e tensione, rendendo il più lucido e nitido possibile un sogno che poteva finire male.

In quel «fragile gioco d’istinto», rappresentato da un’impeccabile sequela di liriche e traslati, l’artista narra inizialmente le complessità che si celano dietro alle maschere che abitualmente indossiamo per l’apprensione di mostrare la nostra vera natura, come «palazzi argento e neon che nascondon la provincia»; maschere che, come pozzanghere sul cemento del cuore, riflettono un volto alterato e distorto, portandoci a confonderci e confondere – «nelle pozzanghere non ti tuffare che ti fai male, che ti fai male e poi piangi e fai danni anche agli altri» -, per poi affrontare, nella seconda strofa, l’importanza di vivere appieno gettando a terra ogni filtro – «per un secondo fatti sto viaggio» – ed inutile dissimulazione, perché infondo «è così bello avere coraggio», il coraggio di scorgere oltre «un futuro già visto», al di là un’immagine distopica e ingannevole proiettata da «specchi infranti» che solo l’audacia di guardarsi dentro sa ricostruire, ricomponendone ogni frammento, senza sostituirlo, ma rendendolo parte di un nuovo processo creativo, più autentico e realistico che mai.

La release è accompagnata dal videoclip ufficiale, diretto da Andrea Pomarico, in cui Pecci ripercorre flashback e ricordi per poi liberarsi dei fardelli del suo passato, raffigurati nella clip attraverso la suggestiva metafora di un bagaglio, gettato, alla fine del viaggio, tra le fiamme di un falò, simbolo di trasmutazione e rinascita.

“Incubo” chiude ufficialmente il Ciclo dei Sogni, inaugurando al contempo il nuovo percorso artistico di Pecci, un cantautore originale e versatile che ha fatto della fusione di generi e stili la sua cifra stilistica e, dell’emozionalità e dell’eleganza, i punti cardine di un successo in continua ascesa.

Pecci

Pecci: biografia

Pecci, al secolo Pietro Ceppi, è un produttore, musicista e cantautore italiano classe 1995. Con un trascorso da cameraman ed un passo da ballerino che lui nega di avere, a soli 14 anni entra a far parte della sua prima band in qualità di frontman, pubblicando, 4 anni dopo, il singolo “Il Sole nel Taschino”, con cui giunge in semifinale al Festival di Castrocaro l’anno successivo. In quell’occasione, conosce Matteo Lambertucci dei Sanlevigo, con cui produrrà il suo primo EP, “Educazione Coatta”, sotto lo pseudonimo di Al Peccino, con mix e master a cura di Kermit e Timongothekeys. In veste di cameraman, nel 2019 lavora al Milano Latin Festival, kermesse annuale mediante la quale ha modo di entrare in contatto con generi musicali apparentemente distanti dai suoi riferimenti e di conoscere alcuni dei maggiori esponenti del latin-pop internazionali, come Ozuna, Bad Bunny, Karol G, Sebastian Yatra e molti altri.

Nello stesso anno, cambia il suo nome d’arte in quello attuale e, sempre affiancato da Matteo Lambertucci alla produzione e da Timongothekeys nel mixaggio, pubblica l’EP “Ombelico di Venere”. Nel 2021, produce con Pietro Fichtner degli Inquietude il singolo “Narcolettico”, prima tappa del suo suggestivo Ciclo Dei Sogni, a cui seguono “Chaos” (il cui videoclip ufficiale, girato da Ortica Studio, mostra il lato estetico dell’artista volutamente eccessivo, opulento, attraverso il quale cerca di controllare questo suo “Chaos” interiore una dimensione onirica) e, nel 2022, “Armageddon” (ove Pecci è “una meteora nel campo gravitazionale” dello sguardo di Anastasia, che si sposta fuori dalla terra diventando “solo un satellite senz’orbita”) e “Latte e Biscotti” (scritto e prodotto con Valentina Tioli e Ciccio Terrana di Prisma Studio: qui ritroviamo un Pecci che si sveglia “alle sei di mattina” con “nel cuore i cerotti”, mentre ricorda gli errori commessi, cercando di esorcizzarli e superarli).

Nel Gennaio del 2023 è la volta di “Incubo”, meta del Ciclo dei Sogni, in cui l’artista cerca di entrare in un incubo per rassicurarsi, rendendo il più lucido e nitido possibile un sogno che poteva finire male. Trasversale, diretto e camaleontico, Pecci rappresenta il nuovo volto della fusione musicale made in Italy.

Awake è il nuovo lavoro dei Down To Ground

Dopo aver lanciato il primo singolo Giving Up, ecco l’album Awake, il nuovo lavoro in studio dei Down To Ground.

Il filo conduttore dei dieci brani del progetto è la consapevolezza, la consapevolezza di vivere una situazione difficile aggrappandosi a quelli che sono i valori reali della vita: l’amore e l’empatia. Ogni brano è un viaggio attraverso queste emozioni, vissute nei momenti quotidiani di ognuno di noi. Nato dalla fusione eccezionale dei gusti musicali di ogni componente questo disco esprime ciò che realmente sono i Down To Ground.

Awake è il nuovo lavoro dei Down To Ground

Un album pop rock, distribuito da Universal Music Italia e già disponibile nei principali store. E’ un disco dalle sonorità moderne ed internazionali, condito da influenze hip-hop, rap e rock anni 60-70, impreziosito dalla collaborazione con il manager internazionale Andrea Dulio (manager prima degli Oasis e ora dei fratelli Liam e Noel Gallagher), con il produttore Pietro Foresti, con Burak Kahraman (importante compositore londinese, autore delle musiche per spot di Coca- Cola, Vodafone, Nescafè, Nokia) e coadiuvato da Andrea Ravasio alla parte tecnica.

Awake, la title track dell’album, è il brano con le sonorità più moderne del disco. Il testo parla del bisogno di urlare al mondo la propria vulnerabilità e, al tempo stesso, avere la sensazione che il mondo non ti stia ascoltando. Batterie elettroniche e chitarre distorte accompagnano l’ascoltatore in un viaggio musicale davvero suggestivo.

La band è composta da Michele Cesca (Voce), Paolo Narduzzo (Basso), Alessandro Morgan (Batteria), Charlie Narduzzo (Chitarra e Voce), Tobia Fardin (Chitarra e Tastiere).

Mille litigi è il messaggio risolutivo di Eliseo

Disponibile dal 25 gennaio nelle piattaforme digitali e in radio mille litigi, nuovo singolo del giovane artista campano Eliseo

Su un arrangiamento lo-fi etereo, Eliseo porta in musica stralci di guerre casalinghe forti e reali. Il brano pur essendo caratterizzato da una ritmica hip-hop ha una vena cantautorale molto pronunciata.

Eliseo descrive così il suo nuovo singolo:

È uno sfogo che porta allo scioglimento di un nodo, è un messaggio risolutivo.

L’artista si descrive con queste parole:

Eliseo è il mio nome vero, giuro. Ringrazio il mio paesino di mille esseri umani per non avermi fatto distrarre troppo e per avermi dato la possibilità di scavare senza limiti dentro di me. Una parte delle cose che trovo la conservo nelle mie canzoni.

Millelitigi è il nuovo singolo dell'artista

Eliseo: chi è?

Eliseo nasce nel 1995 in provincia di Caserta. Bambino esuberante cresce e nell’adolescenza inizia a suonare la chitarra sotto consiglio della madre (che forse si pentirà del consiglio). Fino ai 20 anni grida testi in inglese e ricerca un sound aggressivo per poi scoprire di comunicare meglio nella sua lingua nativa.

Dopo  scorribande, studio e lavoro nel cinema su Roma decide di tornare giù, a casa, per dedicarsi alla musica. Nel 2018 esce su youtube “riavvolgi” con il nome “töst”. A febbraio 2022 esce “trovati/persi” su tutte le piattaforme. Oggi Eliseo suona e scrive i suoi pezzi in totale autonomia.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta al San Ferdinando

Il segreto del talento è una piccola opera di teatro musicale concepita con Valeria Parrella è un colpo grosso, nel senso proprio del genere di noir così in voga nel cinema degli anni ’50: il cosiddetto caper movie.

Della serie: Topkapi, I soliti ignoti e La banda degli onesti, per intenderci.
Qui in teatro siamo dalle parti del Teatro d’Arte, più precisamente dell’opera buffa, anche se per voci naturali (le cosiddette voci gravi).
Le due interpreti sono infatti due attrici importanti del nostro teatro di prosa: Teresa Saponangelo ed Elisabetta Valgoi.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta
Melina e La Dernier, ladre improvvisate per necessità, sono due donne in crisi, due artiste, sorprese nel loro disperato tentativo di uscire dal cono d’ombra in cui sono piombate. Ci fanno sorridere, e intanto continuano a rimandare il loro personale appuntamento con il destino: sembrano ignorare che questa inattesa «commedia di rapine», offra loro l’occasione per ritrovare la luce.

Le parole di Valeria qui hanno la forma di battute di un copione, meglio: di un libretto. Spesso in metro, qualche volta in rima. Hanno la musica dentro. Andava solo tirata fuori e trasformata in contrappunto, in ricami consonanti e non, in ritardi e note di volta. E soprattutto – tra arie, recitativi, cavatine e cabalette che sembrano rap – in voce che canta.
Il segreto del talento, essendo tecnicamente a metà tra un’opera buffa e un songspiel, rappresenta una improbabile e luccicante invasione di campo.

Nell’Italia teatrale di oggi si canta all’Opera, nel musical alla Grease, in qualche Brecht che si allestisce ogni tanto qua e là, e in varie forme di happening dal Teatro Canzone al concerto spettacolo. Ma per assistere a teatro, con occhi e orecchie, a un canto che diventi azione drammatica, la sfida è quella del rabdomante. Nel teatro di prosa, la parola cantata è l’allarme, il babau, il grande ospite inatteso, per lo più sopportato.

Paolo Coletta spiega così Il segreto del talento:

Tuttavia, inseguendo la ruvidezza di un Teatro popolare, a favore di un’idea che funzionasse, ostinatamente a caccia di divertimento e di risate senza vergognarsene, questa singolare e luccicante eccezione si è concretizzata e non c’è stato alcun tentennamento.
Non rimaneva che chiudere un bagaglio leggero e partire.

Prima di salire sulla navicella che ci avrebbe portato a esplorare quel posto assurdo dove la gente si ostina a parlare cantando, io e Valeria ci siamo giusto promessi che questo viaggio l’avremmo fatto fianco a fianco, senza lasciarci mai, e che, una volta arrivati a destinazione, qualora avessimo incontrato – che so – Cimarosa, Piccinni, Mozart e Rossini, o chissà chi altri di questa sterminata famiglia europea e d’oltreoceano, da Petrolini a Maldacea, da Cole Porter a Bernstein e Sondheim, o magari Rascel, Garinei e Giovannini, per non dire Modugno, Gaber e Pasolini: insomma chiunque avesse accettato di rivolgersi a noi, ne avremmo ascoltato i consigli e, senza fare troppe domande, avremmo ringraziato di cuore e avremmo fatto un inchino sorridendo sinceri.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Venerdì 27 gennaio, alle 21, al Trianon Viviani sarà di scena “Terroni. La vera storia dell’unità d’Italia”, lo spettacolo sulla questione meridionale che Roberto D’Alessandro ha tratto dal libro omonimo di Pino Aprile.

D’Alessandro, calabrese di Montalto Uffugo, cresciuto artisticamente a Roma alla scuola di Gigi Proietti, propone con Aprile una controstoria dell’Unità d’Italia.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Spiega l’autore, attore e regista:

L’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse: l’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perché in parte è veritiero, ma il punto è capire che questa distanza, ormai oggettivamente abissale, trova origine in una “malaunità”.

Rifuggendo da un approccio didascalico, il mio spettacolo racconta con il sorriso e la leggerezza una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud, per cui la questione meridionale, a oltre 160 anni dall’Unità, rimane chiaramente un problema insoluto solo perché non lo si è voluto risolvere.

Ad accompagnare la narrazione, un coro di canzoni popolari e di musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo, eseguite da Mariano Perrella. Con D’Alessandro in scena, Isabella AlfanoGiuseppe Coppola e Federico Pappalardo. L’allestimento scenico è di Clara Surro, i costumi di Salvatore Argenio e Annamaria PisapiaPaolo Orlandelli è il regista assistente. La produzione è di Obiettivo Roma.

Sempre venerdì 27 gennaio, prima dello spettacolo, alle 19, ci sarà una presentazione della recente riedizione aggiornata del bestseller di Aprile uscito nel 2010: intitolato “Il nuovo Terroni”, per i tipi della libreria Pienogiorno, il volume è il frutto di una revisione del testo e dei documenti analizzati e integra altri tre capitoli alla stesura originaria. Il libro sarà presentato dall’Autore con Eugenio Bennato e Roberto D’Alessandro. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

Al Museo Irpino si celebra il Giorno della Memoria

Note per la Shoah è l’appuntamento di Venerdì 27 gennaio, alle ore 17.30 presso l’Auditorium del Museo Irpino-Carcere Borbonico di Avellino, che ricorderà uno degli avvenimenti più violenti e toccanti della storia dell’umanità attraverso un suggestivo connubio tra musica e poesia.

L’Ensemble di flauti del Conservatorio Statale Domenico Cimarosa di Avellino, diretta dal M° Salvatore Rella, eseguirà brani tratti da colonne sonore di alcuni dei più emozionanti film sul tema dell’Olocausto e non solo.

Al Museo Irpino si celebra il Giorno della Memoria

Si inizierà con L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini,  Adagio di Benedetto Marcello e Gabriel’s oboe di Ennio Morricone, per proseguire con il Coro delle Zingarelle e dei Mattadori tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi,  John Williams con Schindler’s List,  Dmitri Shostakovich con Suite for orchestra n. 2 e terminare con La Vita è Bella di Nicola Piovani. Le musiche saranno accompagnate dalla lettura di brani tratti dalle testimonianze di tre  donne, le quali, ancora bambine, hanno vissuto in prima persona la violenza inaudita e incomprensibile dell’evento più tragico della storia del ‘900: Liliana Segre e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Le letture saranno a cura di Angela Caterina del Teatro d’Europa.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

L’evento, ideato e promosso dalla Provincia di Avellino con il Coordinamento Tecnico- Scientifico del Museo Irpino e della Biblioteca “S. e G. Capone”, rappresenta un’occasione per sensibilizzare la comunità su un tema ancora troppo attuale e riaffermare il ruolo della cultura e della bellezza nel contrastare qualsiasi forma di violenza e discriminazione.

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.

Alla scoperta del turbolento universo Duopop

Piccola stronza è il nuovo capitolo della “saga dell’amore” del Duopop: la narrazione sfacciata di una notte popolata da illusioni, che un inaspettato rifiuto fa sfociare in un riff consolatorio e quasi liberatorio. Il nuovo brano del duo milanese, distribuito da ADA Music e prodotto da Luke Giordano, sarà disponibile dal 20 gennaio e accompagnato da un release party presso EST RADIO.

“Piccola stronza”, singolo dal forte carattere evocativo contraddistinto da ritmiche Urban Pop, trova la sua massima libertà narrativa nel ritornello: poche parole da cantare a gran voce per scrollarsi di dosso un rifiuto doloroso. Il nuovo singolo del Duopop sintetizza dunque la presa di coscienza su universi sentimentali e personali che, a dispetto delle illusorie premesse, non si incroceranno: “Piccola stronza” è la fotografia di una scommessa persa in partenza che lascia increduli e smarriti, un urlo liberatorio che probabilmente ciascuno di noi ha pensato almeno una volta nella vita.

Il singolo è parte del progetto multidisciplinare del duo milanese che ha catalizzato gli interessi di molti giovani professionisti del digitale e del multimediale, facendo confluire molteplici influenze in una squadra creativa, dinamica e affiatata.

Duopop

Duopop: chi sono?

Duopop è il binomio musicale composto da Dylan Curcio e Luca Benetta: entrambi artisti milanesi classe 1997, che in seguito a diversi anni di produzioni artistiche disgiunte e una prima collaborazione fortuita molto riuscita, hanno avviato nel 2021 un progetto di più ampio respiro improntato alla sperimentazione di nuove sonorità, con il coinvolgimento di molteplici produttori, artisti e dunque diverse influenze.

Alla pubblicazione del primo singolo “Vacanze in Italia”, prodotto nel 2021 da See Maw, sono seguite “Senza Paura” e “Cuore Mio”, singoli che hanno visto la produzione di Luke Giordano.

Nuova release “Piccola stronza” che vede inoltre l’inserimento del Duopop nel circuito di distribuzione di ADA Music, cambiando dunque dalla precedente Artist First. Molteplici i live dal momento di lancio del progetto, sia nel capoluogo lombardo che in altri palchi della penisola, accompagnando sempre inoltre le uscite passate da release-party: “Piccola stronza” non sarà un’eccezione, vedrà infatti un live showcase proprio giovedì 19 all’EST Radio di Milano.

Stand Up Comedy con Gennaro Scarpato al Teatro Sancarluccio

Terzo appuntamento targato Full Heads Comedy che insieme allo storico Teatro Sancarluccio propone una serie di appuntamenti comici con una rassegna intitolata i “Giovedì Stand Up Comedy”.

Dopo i successi di pubblico derivati dagli spettacoli di Francesco Arienzo e Carmine del Grosso questa è la volta di Gennaro Scarpato, talentuoso autore e attore classe ’94.

Scarpato è senza dubbio uno dei migliori talenti comici di Napoli capace di evolversi nel tempo affinando dapprima la scrittura autoriale e a seguire l’effetto comico che si esprime grazie alla qualità attoriale supportata da un linguaggio moderno e ricco di metafore sopraffini dall’intuizione sopra la media.

Salito alla ribalta nazionale grazie al trio i MalinComici debutta giovanissimo come attore comico in vari programmi televisivi (Colorado Cafè, Made in Sud). A partire dal 2016 ha intrapreso un percorso teatrale e cinematografico, soprattutto nelle vesti di autore, collaborando con Alessandro Siani, Francesco Cicchella, Pasquale Palma alla stesura di molteplici testi. Debutta al cinema come regista dirigendo il terzo episodio del film San Valentino Stories, di cui è anche sceneggiatore, prodotto da Run Film e Rai Cinema.

Giovedì 26 gennaio (inizio ore 21 ingresso euro 12 al botteghino dalle ore 20 in poi) torna ad esibirsi nella sua città con lo spettacolo “Soli solitudini soliloqui” un rocambolesco monologo che l’attore alla sua maniera riassume così:

In un medioevo distopico il dottor Carlo Lemai è il primo caso al mondo di culturite cronica. L’uomo supera il limite di intelletto consentito dall’organismo umano ed è costretto a vivere in uno stato di catalessi, a testa in giù. Intanto degli uomini in miniatura vengono mantenuti intenzionalmente nani tramite potatura e riduzione dei neuroni: i nonsai.

L’orizzonte è diventato il metro di misura degli esseri umani in un mondo in cui nemmeno più il bianco e il nero riescono a trovare un compromesso. Niente più albe. Niente più tramonti. La luce e le tenebre coesistono. Questo sarebbe stato un gran bel spettacolo. Lo so. E invece in Soli solitudini soliloqui accade tutt’altro. E niente. Sarà per la prossima volta.

Il programma dei prossimi appuntamenti targati Full Heads Comedy prevede:

10/02/23 Vincenzo Comunale al Teatro Nuovo
23/02/23 Fabian Grutt al Teatro Sancarluccio

Gennaro Scarpato

Gennaro Scarpato: chi è?

Gennaro Scarpato (Napoli, 1994) con le sue invenzioni linguistiche e verbali e la sua letteratura surrealista e visionaria è tra gli autori comici più innovativi della sua generazione. Inizia a muovere i primi passi sul palcoscenico da bambino iscrivendosi al laboratorio pratico di teatro del teatro Totò di Napoli.

Nel 2008 viene selezionato dal programma di Rai1 “Festa italiana” dove si esibisce per qualche puntata nella rubrica “Giovani talenti.” Nello stesso anno forma con Oreste e Mirko Ciccariello il trio comico più giovane d’Italia: i Malincomici. Il loro debutto avviene al Tunnel cabaret di Napoli. Nel 2009 debuttano in televisione su Comedy Central col programma, al tempo agli albori, Made in Sud. Nel 2011 approdano a Colorado Cafè su Italia1 con la parodia di Harry Potter.

Due anni dopo con l’approdo di Made in Sud su Rai2 tornano alla trasmissione che li ha lanciati proponendo, dopo Harry Potter, parodie sempre nuovi e attuali fino alla parodia dei tre tenori de il Volo. Sono ospiti del concerto de il Volo nella splendida cornice di piazza Plebiscito nell’estate del 2015 e nell’inverno dello stesso anno tornano loro ospiti all’arena di Verona in uno show in onda su Rai1 condotto da Carlo Conti. A Marzo 2016 è co- protagonista del film campione d’incassi Vita, cuore, battito del duo comico gli Arteteca.

Nel concludersi del 2016 decide di mettere in pausa la parentesi col cabaret per intraprendere un percorso teatrale e cinematografico da solo diventando autore per  Alessandro Siani e Francesco Cicchella, regista e attore in spettacoli teatrali con Oreste Ciccariello e al cinema con Gigi e Ross e gli Arteteca.

Collabora con Federico Salvatore e per Guida Editori pubblica l’opera omnia dei suoi testi “Trilogia del niente e delle secondissime cose.”  Di recente è tornato al cabaret esibendosi a teatro e televisione in duo con il comico Pasquale Palma.

I Virtuosi di san Martino in Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto

I Virtuosi di san Martino in “Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto” in scena al Trianon Viviani.

Nel nome di Ciccio” è l’omaggio a Nino Taranto e il mondo dell’avanspettacolo dei Virtuosi di san Martino.

Con un titolo che richiama Ciccio Formaggio, la macchietta più famosa dell’attore originario di Forcella, l’ensemble ripropone il grande patrimonio canoro e macchiettistico del caffè-concerto e del varietà, segnato da maestri indiscussi come Nicola Maldacea, Peppino Villani, Gennaro Pasquariello e, appunto, Nino Taranto. Si parte da ritmi ruffiani e rocamboleschi: surreali calembours di casa nostra. Ed ecco che, in una galleria di tipi talmente improbabili – si chiamano Carlo Mazza, Quagliarulo, Agata e Luana, figlia di cubana –, la rima inanella una sorte e il doppio senso che, impietoso, è costantemente in agguato, suggerito e mai detto.

I Virtuosi di san Martino 

I Virtuosi di san Martino si tuffano in questo universo, facendo affiorare, echi, schegge, memorie e citazioni, in un ammiccante mosaico di incastri che fagocita Schönberg e il liscio, la rumba e Stravinskij, Weill e Rossini, Eduardo e Carmelo Bene, con una comicità, al tempo stesso, sofisticata e popolare.

La drammaturgia è firmata da Roberto Del Gaudio, le elaborazioni musicali sono a cura di Federico Odling, per la regia degli stessi Virtuosi. La produzione è di Diaghilev.

I Virtuosi sono Roberto Del Gaudio (voce), Federico Odling (violoncello), Vittorio Ricciardi (flauto), Antonio Gambardella (violino) e Vito Palazzo (chitarra). Questo ensemble da camera, fondato a Napoli nel 1994 dal genovese Odling e dal cantattore Del Gaudio, propone l’eleganza sobria del quintetto in dolcevita nero con la contraddizione di strali verbali e clichés sonori, scagliati con studiata leggerezza e con impassibile disincanto.

Con le loro originali partiture drammaturgiche, i Virtuosi sono artefici di un teatro musicale intriso di dissacrante ironia e di raffinata ricerca culturale che, in una sorta di grande “blob“ originale , trita, maciulla, impasta e frulla, gli ultimi residui di arte e civiltà.

I Virtuosi di san Martino in Nel nome di Ciccio Omaggio a Nino Taranto vi aspettano venerdì 20, sabato 21 gennaio, ore 21:00 al Trianon  Viviani.

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