Cultura

No, non ti conoscevo è il nuovo singolo dei Frijda

Fuori il nuovo singolo della band catanese, estratto dal nuovo album Scacco matto.

In radio e già disponibile in tutti gli store digitali “No, non ti conoscevo” il nuovo singolo dei Frijda, anteprima del-  loro primo album Scacco Matto.

I Frijda sono una delle band più interessanti della scena rock italiana, prodotti da Luca Venturi e Giovanni Grasso, per On the set con distribuzione Artist first.

Il singolo è stato registrato e mixato a Milano al Metropolis Studio da Alessandro Marcantoni ed al NuevArte studio di Misterbianco (CT) da Carlo Longo, arrangiato da Franco Muggeo e masterizzato Claudio Giussani presso l’Energy Mastering di Milano. Il videoclip, diretto da Filippo Arlotta, è stato girato a Catania al Lido Le Palme.

Scritto da Giovanni Grasso, Giancarlo Sciacca (Thor dei Frijda) e Alfio Santonocito, il brano ci proietta verso una calda estate fatta di “risvegli”.

Frijda:

No, non ti conoscevo” è una power ballad che ci “schianta” verso un’attrazione carnale che toglie il fiato all’ anima. Quando una donna sconosciuta diventa essenza di un peccato, dopo averlo toccato con mano, non consente più alcuna via di salvezza.

Frijda

Frijda

Frijda: biografia

I Frijda nascono a Catania da un’idea del cantante Giancarlo Sciacca (alias “Thor”), che dopo esperienze in altre cover band rock sentì il bisogno di poter fare della musica propria per poter soddisfare la sua voglia di esprimersi e dare pace al suo animo irrequieto. Dopo un primo periodo di cambiamenti, la Band giunge alla formazione definitiva composta da Thor alla voce, Gaetano Giuttari e Luke Anthony alle chitarre, Domenico Cottone al basso ed Edoardo Bonanno alla batteria. Il genere che si professano di suonare è il “Rock”, un rock che ha le sue fonti di ispirazione nelle band storiche statunitensi e britanniche che hanno colpito la loro adolescenza, adattato all’evolversi del tempo e alle concezioni musicali dei nostri giorni e del nostro paese.

Il nome “Frijda” non è altro che un omaggio al pensiero artistico della pittrice messicana Frida Kahlo, dalla quale Giancarlo rimase molto colpito durane gli studi universitari.

In questa piccola donna egli vide un esempio di forza di vivere sovrumana nonostante le difficoltà della propria esistenza, una forza che è evidente nelle sue opere che non dipingono sogni, ma realtà e della sua celebre frase, “Pies para què los quiero si tengo alas para volar?” (A che mi servono i piedi se ho le ali per volare?), ne fece il motto della propria band.

Sin da subito la Band ha iniziato un percorso live molto intenso tra locali, piazze e concorsi ottenendo sempre un grande consenso grazie al sound accattivante e al carisma del proprio leader.

I Frijda hanno aperto anche concerti di artisti del calibro di Franco Battiato, Lucio Dalla e Mario Venuti.

Nel 2018 hanno pubblicato il loro primo singolo “Mentre muori di piacere”, e nel 2020 il loro secondo singolo “Lo dedico a te” con anteprima su “TgCom”.

Recentemente, il 25 Marzo, in occasione delle “Giornate Rapisardiane”, una commissione di letterari ha scelto un brano dei Frijda, Impura poesia, corredato dal video in stile ottocentesco, girato da Simona Brance’, per rappresentare in musica la poetica del “Vate etneo”, ovvero il grande poeta catanese Mario Rapisardi.

La Band ha ricevuto importanti recensioni su alcuni dei più grandi portali dedicati all’arte non soltanto italiani, ma anche europei, specialmente Francia e Spagna, tra tutti questi possiamo citare “Arts Direct”, “Lux Cultural”, “Tutto RocK”, “Ars Magistris”, e “Ok Arte”, ottenendo sempre grandi consensi.

Il loro primo album “Scacco Matto” è prodotto da Luca Venturi per la “On The Set “, di Milano.

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro è candidato al Premio Campiello

Il romanzo “La Sincronicità delle onde” (CTL Editore) dello scrittore milanese Alberto Siro è candidato alla 60esima edizione del Premio Campiello.

Spiega l’autore:

Sono un primiparo attempato. Ho sempre avuto l’hobby della scrittura, ma non mi aspettavo di trovare una casa editrice ed esordire così, col primo romanzo che ho portato a termine, negli anta… Ora sono iscritto anche al Premio Campiello, che è un evento importantissimo ed emozionante. Tutto questo è uno stimolo a proseguire, a far sì che possa dedicare alla scrittura il tempo che merita, anzi, che meritiamo di trascorrere insieme, come amici di vecchia data.

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro

La Sincronicità delle onde: trama

Ci pensi a quanto eravamo liberi? Riesci a crederci, ora? E non ne eravamo consapevoli. Nessuno lo era, ma avevamo tra le mani la cosa più preziosa. È un peccato che la libertà sia così, incolore e insapore. Eppure, te ne rendi conto solo nel momento in cui ti sta sfuggendo, quando ti ritrovi come una mosca nella mano di un ragazzino.»

Il protagonista di questo racconto è diviso tra due mondi, l’adolescenza californiana, scandita dalla musica grunge e dalle onde della Costa Ovest, e l’età adulta, in Italia, dove tutto appare precario e incompiuto.

Due mondi distanti, separati da un oceano in cui si agitano sogni e ombre che tentano di affiorare. Un evento, tanto piccolo quanto eccezionale, romperà la superficie, tracciando un percorso verso la riconquista di quella libertà che, crescendo, talvolta ci lasciamo alle spalle.

Alberto Siro: biografia

Alberto Siro è nato a Milano, nel 1977. Dopo la laurea in giurisprudenza si è trasferito a Niterói, nello Stato di Rio De Janeiro, dove è venuto in contatto con la comunità surfistica locale, sino al rientro nella città natale. “La Sincronicità delle Onde” è il suo primo romanzo.

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Dal 16 maggio 2022 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Le recensioni ignoranti” (Blackcandy Produzioni), il primo podcast di Giulia Papalia.

Un nuovo podcast, un percorso culturale multimediale con l’ambizione di diventare un talk itinerante, parlare di libri con spontaneità e leggerezza in modo non accademico.

Una formula nuova per parlare di libri con un sorriso e in modo non ingessato, perché proprio non può fare a meno di mettere il naso sulla carta. Le puntate avranno una durata fino a 8 minuti a cadenza bisettimanale.

Spiega Giulia Papalia a proposito del format:

Nella vita di ognuno arriva prima o poi quel momento in cui siamo troppo logorroici, troppo felici, troppo paranoici o lamentosi anche per chi ci ha sempre voluto bene. Di certo non sono io quella che si sostituisce a loro, non ne ho né tempo né voglia e poi chi vi conosce, ma con questo podcast vorrei trovare una soluzione salvifica che ovvia al problema di dover tediare amici e parenti. I libri sono un mezzo incredibile se usati con criterio: possono risollevare gli animi, gettare nello sconforto, accendere l’adrenalina, rispondere a domande che neanche sapevamo di avere e farcene di nuove (mannaggia), ci danno un La, ci divertono, ci riportano indietro nel tempo e un sacco di altre cose belle (ma pure brutte).

Eccallà, la soluzione: vorrei semplicemente dare un’idea, un perché sì (un perché no), una situazione in cui leggere quel determinato libro può essere una finestra per un dialogo con sé stessi invece che sfrantumare in mille minuscoli pezzi le gonadi degli altri, oppure convincervi che se le cose vanno alla grande perché dovete andare a pescare libri motivazionali – in caso contrario la responsabilità non è mia. Roba breve, senza pretese, ma soprattutto senza volermi spacciare per una critica d’alto rango; quando veniva distribuita l’abilità letteraria io ero in fila da lampredottaro: sono venuta su con qualche disagio nell’eleganza, ma com’era bòno quel panino.

Le Recensioni Ignoranti

Le Recensioni Ignoranti

Calendario puntate “Le Recensioni Ignoranti”

 “Le non cose” di Byung Chul Han (16 maggio), “Vita mortale e immortale della bambina di Milano” di Domenico Starnone (30 maggio), “I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni (6 giugno), “Quando abbiamo smesso di capire il mondo” di Benjamin Labatut (13 giugno),

“Morsi” di Marco Peano (27 giugno), “Nova” di Fabio Bacà (11 luglio), “Niente di vero” di Veronica Raimo (25 luglio), “Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney (8 agosto), “Fedeltà” di Marco Missiroli (22 agosto), “Il pedante in cucina” di Julian Barnes (5 settembre), “Il sesso che verrà” di Katherine Angel (19 settembre), “Come annoiarsi meglio” di Pietro Minto (3 ottobre)

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Giulia Papalia: Biografia

Giulia Papalia, fiorentina, classe ‘93.

Avvicinatasi alla lettura quasi per caso, trova nei libri sempre nuovi spunti riflessivi che aprono inevitabilmente infinite prospettive: dallo sconforto al presobenismo, dalle risposte a nuove domande.

Ed è proprio tra queste nuove domande che le è stato proposto di parlare di libri in un podcast; in un primo momento la risposta è stata un no categorico, poi in virtù di quelle prospettive si è chiesta: perché no?

Bologna, un trionfo la tappa del Coca-Cola PizzaVillage@Home

Anche a Bologna, dopo le tappe di Palermo e Padova, il Coca-Cola PizzaVillage@Home raccoglie larghi consensi di pubblico. Nel capoluogo emiliano, così come nelle altre città del tour, l’evento ha registrato il sold-out, ma in Emilia-Romagna la soddisfazione maggiore giunge dal riconoscimento del governatore Stefano Bonaccini che ha ricevuto i pizzaioli napoletani ed ha gradito l’omaggio creativo della “pizza Bonaccini”.

Sole primaverile, temperature gradevoli e grande presenza di turisti, hanno favorito l’appuntamento emiliano che registra oltre 5.500 pizze consegnate. Ora il tour cede il passo al grande evento, in presenza, del Pizza Village Napoli (17-26 giugno), dal quale ha preso l’energia e il gusto. La manifestazione poi ripartirà, con la tappa conclusiva, a Milano ad inizio novembre (3-6) sempre con la formula vincente che trova nella sua unicità la possibilità di apprezzare contemporaneamente, sulla propria tavola, diverse pizze realizzate dai maestri pizzaioli che prepareranno i grandi classici della tradizione e proposte gourmet inedite, comodamente consegnate a casa grazie a Glovo, delivery partner dell’iniziativa.

 A Bologna è proseguita la mission solidale della manifestazione con la donazione di 1.000 pizze a Banco Alimentare per aiutare chi si trova in difficoltà. Il Charity Partner, che lotta contro lo spreco alimentare, ha operato al fianco degli organizzatori ricevendo, a conclusione di tappa, le materie prime inutilizzate. A sostenere l’iniziativa anche Coca-Cola che, per ogni pizza venduta, ha donato un contributo a Banco Alimentare consentendo di distribuire alimenti alle persone in difficoltà pari a un pasto (corrispondente a 500 g. di alimenti) attraverso le strutture caritative convenzionate.

A Bologna la tappa del Coca-Cola PizzaVillage@Home

Palermo 11 febbraio 2022
Coca Cola Pizza Village Home 2022
Ph: Stefano Renna

Per il secondo anno consecutivo Coca-Cola conferma la sua partecipazione, in qualità di title sponsor, dell’edizione 2022: pizza e Coca-Cola è il binomio perfetto, una combinazione che mette tutti d’accordo, ideale per trascorrere un momento con gli amici o con la famiglia all’insegna del divertimento e convivialità.

L’evento, ideato e prodotto da Oramata Grandi Eventi e AADV Entertainment, trova il prezioso sostegno anche di Mulino Caputo (founding partner) da sempre supporter del progetto PizzaVillage e fornitore di un prodotto apprezzatissimo da tutti i migliori professionisti al mondo. Official partner: Lurisia, Birrificio Angelo Poretti, Latteria Sorrentina, Ciao-Il Pomodoro di Napoli, Caffè Kenon, Ricola, Amaro Montenegro, Infinity+. Technical partner PizzaMaster, delivery partner in esclusiva, Glovo.

Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro al Trianon Viviani

Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro è liberamente ispirata al libro Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro (1984) di Augusto Carloni pubblicato da Rusconi libri.

Titina la magnifica racconta e omaggia la vita di una delle maggiori protagoniste della scena italiana del ventesimo secolo: Titina De Filippo.

Il testo, scritto a quattro mani da Domenico Ingenito e Francesco Saponaro, è liberamente ispirato, in massima parte, dalla biografia di suo figlio Augusto Carloni: Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro.

Ripercorre alcuni avvenimenti centrali della sua parabola artistica ed esistenziale, seguendo una linea cronologica che ci conduce dall’infanzia fino agli ultimi anni, quando, obbligata ad allontanarsi dalle scene a causa di una grave malattia al cuore, cominciò a dedicarsi alla pittura e ai collages.

Attraverso una scrittura evocativa si dà voce non solo alla crescita di Titina artista, ma anche al suo privato di madre, sorella maggiore e moglie.

Un’intima stanza di memorie che ci offre la possibilità di ritrovare gli incontri straordinarî avuti dalla “magnifica attrice” con alcuni dei suoi maestri e compagni di scena: da Eduardo Scarpetta a Eduardo e Peppino De Filippo, da Totò a suo marito Pietro Carloni.

Arrivare alla semplicità, all’umanità drammatica e bruciante,

senza artificio ma con dignitosa aristocratica linea d’artista

è cosa estremamente difficile, che esige enormi fatiche e grandi rinunce:

e io non so se ci sono riuscita.

Titina De Filippo

Titina la magnifica

Titina De Filippo è stata un’artista dei superamenti, ben oltre la condizione di compagna e sorella d’arte.

Personalità affascinante, ricca di interessi ma anche di private fratture esistenziali, ha saputo coniugare il suo sguardo indipendente a una poliedrica vivacità creativa. Si è confrontata con la nuova fisionomia assunta dalla donna contemporanea in un’intesa profonda con tutte le sue «personagge».

Sin dagli esordi ha sentito la necessità di una «stanza tutta per sé» in cui sperimentare il suo particolare percorso di interprete tra teatro e cinema, di autrice di gustosi atti unici, soggetti cinematografici e sceneggiature, poesie, collage e olii.

Maestra d’arte al fianco di grandi compagni di scena, Titina è stata Filumena, ma non solo Filumena, come cercò di rammentare in quello straordinario numero di varietà in coppia con Mario Riva per Il Musichiere della Rai nel 1959.

Spiega Francesco Saponaro:

Per raccontarla – al riparo dall’orizzonte filologico e imitativo – abbiamo scelto la tecnica compositiva dei collage a lei tanto cara, lavorando per frammenti, sketch, poesie e squarci autobiografici, in una rapsodia che tratteggia la figura di una donna-artista che ha illuminato il panorama culturale italiano del Novecento.

Al Trianon Viviani, “L’eredità Scarpetta” con spettacoli teatrali e incontri

L’8 novembre 1911 Vincenzo Scarpetta inaugurava il Trianon, il nuovo teatro elegante sorto per incentivare lo sviluppo abitativo dell’insula del Risanamento vicina a Forcella.

In scena con la fortunata commedia paterna Miseria e Nobiltà, il capocomico debuttava nel ruolo di don Felice Sciosciammocca, dopo aver interpretato a lungo il ruolo del figlio Peppeniello, segnando così il passaggio di testimone con papà Eduardo.

Per approfondire alcuni aspetti del lascito culturale della maggiore famiglia teatrale del Novecento, il direttore artistico Marisa Laurito ha dedicato, nel mese di maggio, una piccola rassegna sugli Scarpetta – De Filippo.

Intitolata “L’eredità Scarpetta” e posta sotto il patrocinio della Fondazione Eduardo De Filippo, si compone di due nuovi allestimenti in prima assoluta, prodotti dal Trianon Viviani, per la regia e il disegno dello spazio scenico di Francesco Saponaro, e di un primo incontro di approfondimento sul lascito artistico di Eduardo De Filippo sui giovani artisti, in collaborazione con l’università degli studî di Napoli Federico II.

Venerdì 6 e sabato 7, alle 21, e domenica 8 maggio, alle 18, andrà in scena “Titina la magnifica”, con la drammaturgia di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro liberamente ispirata al libro Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro di Augusto Carloni. Protagonisti Antonella Stefanucci, nel ruolo del titolo, ed Edoardo Sorgente, che interpreta tutti gli altri personaggi, maschili e femminili.

Lo spettacolo racconta di Titina De Filippo come artista, ma anche del suo privato di madre, sorella maggiore e moglie. La narrazione ripercorre alcuni avvenimenti centrali della sua parabola artistica ed esistenziale, seguendo una linea cronologica che ci conduce dall’infanzia fino agli ultimi anni, quando, obbligata ad allontanarsi dalle scene a causa di una grave malattia al cuore, cominciò a dedicarsi alla pittura e ai collages. Scene di Carmine De Mizio, costumi di Anna Verde, luci di Gianluca Sacco e suono di Daniele Chessa.

Nel week end successivo, venerdì 13 e sabato 14, alle 21, e domenica 15 maggio, alle 18, il debutto de “La donna è mobile”, commedia parodia musicale di Vincenzo Scarpetta.

Vincenzo Scarpetta

Vincenzo Scarpetta

Spiega il regista Francesco Saponaro:

Destreggiandosi in un nugolo di personaggi che ricalcano gli echi della più nota drammaturgia scarpettiana, Vincenzo Scarpetta ci offre una raffinata e umoristica critica della società del suo tempo che in realtà non è affatto lontana dalla nostra. Giocando con equivoci e malintesi, travestimenti e lotte di classe, inseguendo l’amore e il danaro, è il riscatto sociale pacifico e scaltro, tutto arte della scena e teatro, ad avere la meglio. Gli ultimi gabbano i prepotenti che perdono le loro infauste e stolide imprese. Almeno a teatro è così.

Rilevante in questa commedia in dialetto l’elemento musicale, con varie parodie dell’opera lirica, tra citazioni di Rigoletto Traviata di Verdi, Cavalleria rusticana di Mascagni, Guglielmo Tell di Rossini e La Bohème di Puccini.

In scena Luigi BignoneGiuseppe BrunettiViviana CangianoSalvatore CarusoElisabetta D’AcunzoTony LaudadioIvana MaioneDavide MazzellaBiagio MusellaSerena PisaMarcello RomoloLuca SaccoiaIvano Schiavi e Federica Totaro.

Musica dal vivo eseguita dal pianista Mariano Bellopede, che cura anche la direzione musicale e ha firmato gli arrangiamenti, Arcangelo Michele Caso, al violoncello e ai plettri, e Giuseppe Di Maio, al clarinetto. Costumi di Anna Verde, luci di Gianluca Sacco e suono di Daniele Chessa.

Lunedì 23 maggio, alle 11, all’università Federico II, il primo appuntamento di “2000 Eduardo. Incontri, conversazioni, suggestioni e informazioni per artisti del nuovo millennio”. Questo progetto, curato da Giulio Baffi, prevede una serie di incontri, a cui verranno invitati artisti ed esperti di vario settore, volti a indagare l’influenza che l’autore di Napoli milionaria riesce ad avere sulle nuove generazioni che si affacciano al mondo dell’Arte. Un modo per confrontarsi in maniera diretta con i giovani che non sono stati partecipe della vita di questo grande protagonista, eppure si ispirano a lui.

Ri-Scatto, il tour fotografico alla scoperta dei vicoli e degli scorci più belli di Napoli

Immortalare con uno scatto le bellezze nascoste nei vicoli di Napoli, le antiche botteghe che resistono alla modernità, che si snodano in scorci senza tempo, promuovendo, allo stesso tempo, la socialità è l’intento del progetto Ri-Scatto, dedicato ai ragazzi e promosso dall’Associazione Miniera.

Un progetto sostenuto da Caffè Borbone, azienda napoletana impegnata nella valorizzazione del territorio, la promozione culturale, e iniziative che creino valore sociale.

L’associazione Miniera, con sede ai quartieri spagnoli, ha dato il via a un laboratorio dedicato a ragazzi dai 10 ai 14 anni. A partire da sabato 23 aprile fino alla fine di  giugno, sempre in piccoli gruppi, saranno intrapresi 9 percorsi: Quartieri Spagnoli, centro storico, Forcella, Santa Lucia, e altre zone rappresentative della veracità napoletana, sono alcune delle tappe del “tour metropolitano” guidato dai volontari di Miniera, guide turistiche e fotografi, Una volta terminati i laboratori fotografici sarà allestita una mostra dedicata “scatti più belli”, con tanto di didascalia dove i giovani autori racconteranno ciò che hanno fotografato e le sensazioni che hanno provato.

Ri-scatto Caffè Borbone Napoli

Ri-scatto Caffè Borbone Napoli

La finalità del progetto è quella di promuovere la collaborazione reciproca lavorando insieme, e fare leva sul senso di appartenenza al territorio, si propone, inoltre, di coinvolgere in modo particolare bambini e ragazzi delle realtà difficili. Fare squadra, conoscere ed apprezzare la propria città, il proprio quartiere e insegnare ai ragazzi che esiste una realtà differente, luminosa e allo stesso tempo inclusiva, sono i buoni propositi di questa iniziativa.

Così Salvatore Iodice, presidente dell’associazione Miniera, commenta l’iniziativa:

Siamo in debito verso la città, una città che regala bellezza ad ogni sguardo. È importante sostenere gli uomini del futuro, i nostri figli, dandogli la possibilità guardare con occhi diversi ciò che ci circonda. Essere sostenuti da un’azienda dedita alla valorizzazione del caffè napoletano è importante per noi, perché è un emblema della nostra cultura, che comunica socialità, convivialità. In fondo il caffè si offre solo alle persone gradite, e noi ne siamo onorati.

Catturare il tempo, fermare un istante, raccogliere e condividere le emozioni che si provano al momento dello scatto, saranno uno stimolo per i giovani fotografi a guardare con occhi diversi la bellezza di una città eclettica come Napoli, attraverso l’arte della fotografia.

L’Ardore dei Timidi: il nuovo film di Vladimir Marino

Torre del Greco, Benevento e Roma: in sala l’atteso L’Ardore dei Timidi il nuovo film del regista Antonio Vladimir Marino. “Stavo leggendo un piccolo trafiletto di giornale. A Torino un barbone si lanciava nel fiume per salvare una ragazza sotto lo sguardo dei presenti. Fui molto colpito dalla potenza delle emozioni che poche righe riportavano: dalla volontà di morte alla volontà di salvezza. Il resto è osservazione di scene di vita in strada e nei mezzi pubblici.”

Lunedì 2 maggio al Multisala Corallo di Torre del Greco, venerdì 6 maggio al Multisala Gaveli di Benevento e lunedì 9 maggio al Nuovo Cinema Aquila di Roma sono i primi tre appuntamenti dell’atteso lungometraggio: “un affresco che guarda ai timidi, che di solito non sono sotto i riflettori e non fanno notizia – afferma il regista – ma quando vengono colti dai loro ardori seminano dei germogli di vitalità e ci fanno ritrovare la rotta perduta in questo mondo dove spesso ahimè contano solo la forma e l’apparenza e i contenuti hanno scarso peso”.

Cinque storie, cinque piccoli universi: Mario, la ragazza, il barbone, la luce, il mare, la collina, Sergio il giornalista, le solitudini di Eugenia, Cristiana e Alessandra, una famiglia che si confronta con la terra, il lavoro e la propria storia. Lelio e Sandra che si scontrano sulla visione di un futuro rivoluzionario. Ambientato nel Sannio, a San Marco dei Cavoti, a Torre del Greco e Napoli L’Ardore dei Timidi possiede uno sguardo lungo, slanciato su un orizzonte – di cui è affrescato il film – che scavalca l’ego: “la timidezza come modestia, consapevolezza dei propri limiti e capacità di ascolto degli altri, in particolare dei più fragili – continua Marino – e dei più esposti, ma la timidezza è anche una forza silenziosa e incisiva. Mi auguro che questo piccolo film trovi un suo pubblico e che dopo la visione possa lasciare qualcosa allo spettatore, dubbi, sensazioni, voglia di modificare un po’ la realtà che ci circonda.”

Dopo una fortunata carriera dedicata al cortometraggio L’Ardore dei Timidi è il primo lungometraggio di Antonio Vladimir Marino, un cast importante con maestri e visioni ben precisi: “apprezzo molto il finlandese Aki Kaurismäki con la sua filmografia tutta ambientata tra gli strati sociali meno fortunati senza mai cedere al pietismo e il marsigliese Robert Guédiguian, che nei suoi film racconta con maestria il disagio del nostro mondo occidentale. I primi film visti sono quelli di Dino Risi, Monicelli Mario, Luigi Comencini e dà lì il cerchio si è allargato. Amo il cinema russo, in particolare i film di Georgiy Daneliya e Eldar Riazanov”.

L’Ardore dei Timidi ha partecipato e ottenuto riconoscimenti a prestigiosi festival: Ischia Film Festival, Inventa un film, Corto e a Capo, Tiburon International Film Festival (San Francisco) è stato realizzato in collaborazione con la Regione Campania, Campania Film Commission, Direzione Generale del Cinema MIC, Nuovo IMAIE e l’Associazione Culturale Massimo Gorki – Napoli.

L'Ardore dei Timidi: trama

L’Ardore dei Timidi: trama

L’Ardore dei Timidi: trama

Alle prime luci del mattino una giovane ragazza cammina sul lungofiume. Poco distante un barbone dai tratti raffinati si sta risvegliando nel suo letto fatto di giornali e cartoni e si appresta ad iniziare la sua giornata.

Nei dintorni Mario, imprenditore quarantenne che produce protesi per i seni, sta dando le nuove direttive aziendali a Francesco , il suo fidato braccio destro e capo del personale.

La ragazza fa un passo di danza, rimane sospesa per un attimo e poi si getta nel fiume, i tre uomini si muovono per salvarla , ognuno a modo suo , secondo il proprio istinto e vissuto.

Sergio è un giornalista precario e  il suo direttore gli commissiona  un insolito pezzo per celebrare l’Unità d’Italia : deve immediatamente andare al reparto nascite dell’Ospedale , aspettare la nascita di un bel bimbo maschio , fargli una foto e dedicargli la prima pagina del giornale per farlo diventare agli occhi di tutti il nuovo italiano che cambierà il nostro paese.

Sergio raggiunge l’Ospedale , incontra un’umanità variegata , ma la ricerca del bambino si rivela più complicata del previsto…

Eugenia, Cristiana ed Alessandra sono tre amiche single sopra i quaranta anni, hanno in realtà poco in comune e si difendono dalla solitudine come possono.

Eugenia è un’avvocato alle prese con coppie separate. Cristiana è insegnante e aspirante scrittrice.

Alessandra è impiegata in un museo, ottiene la tanto agognata promozione e decide di festeggiare portando le amiche in giro per una notte brava che si chiude alla cooperativa Diogene.

Bruno è un ex avvocato, ha lasciato l’attività legale per trasferirsi con la moglie Daniela e i due figli nella casa di famiglia in campagna con ampio terreno a fare il contadino.

Paolo è un manager, dall’aspetto esteriore conserva tutta l’apparenza di un uomo di successo,  si è da poco sposato con Anna un’avvenente ragazza dal passato turbolento.

Bruno e Paolo sono fratelli e da qualche anno non si vedono.

Con una macchina di lusso Paolo, accompagnato da Anna, raggiunge Bruno per proporgli di vendere i terreni di famiglia  , unico modo per arginare i suoi debiti, ma è un momento delicato perché Daniela è in attesa del terzo figlio…

Lelio e Sandra sono marito e moglie, entrambi insegnanti, lui di letteratura italiana, lei di matematica. Squilla il telefono di casa, è il figlio Emidio, nascosto nel bagno della scuola, che dal cellulare chiede aiuto per un astruso quiz. Lelio, sdegnato, si rifiuta, Sandra risolve rapidamente con l’aiuto di Wilkipedia. Ne nasce un dissidio tra i coniugi che sconvolge la loro giornata e spinge Lelio a metter in pratica una sua piccola rivoluzione personale…

Al Trianon Viviani, Francesca Marini canta Napoli

È dedicato a Napoli e alla sua canzone il recital, in prima assoluta, che Francesca Marini terrà domani, venerdì 29 aprile, alle 21, al Trianon Viviani.

Dopo lo spettacolo recente, dedicato a Edith Piaf, l’artista ripercorre ora, con “Mia cara città”, canzoni, aneddoti e poesie della grande tradizione partenopea, per una piccola antologia appassionata del Novecento.

Francesca Marini

Francesca Marini

Nel programma di questo spettacolo in due tempi, prodotto dal Teatro Totò, Marini canterà i brani famosi dai maggiori poeti e compositori del Secolo breve, come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, E. A. Mario, Ernesto Tagliaferri e Salvatore Gambardella, per spingersi poi fino ai nostri tempi con brani di autori che, sulla scia dei loro predecessori, hanno descritto con sensibilità moderna la nostra bella e cara città.

Francesca Marini è accompagnata da Franco Farina (pianoforte e tastiera) e Claudio Romano (chitarre e mandolino).

I testi sono di Roberto Criscuolo Gaetano Liguori, che firma anche il disegno luci e la regia.

Scene di Totò lab, costumi della sartoria Pennacchio e audio del service Esposito.

To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto di Samantha Casella

“To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto” è il cortometraggio da record firmato dalla regista italiana Samantha Casella, che sta avendo un grande successo in tutto il mondo tanto da aver conquistato ben 228 premi internazionali. Decisamente un risultato importante per un progetto che è partito dagli Stati Uniti, forte degli ottimi riscontri ottenuti dal precedente corto “I Am Banksy”.

“To A God Unknown” è diviso in tre capitoli (ognuno recitato in lingua originale): il primo è ispirato ai versi del poeta russo Sergey Esenin, il secondo si basa su un romanzo di John Steinbeck che da il titolo all’opera, il terzo si chiude con dei brani poetici di Arthur Rimbaud.

Ad unirli sono elementi primordiali quali l’acqua, il sangue, il fuoco, l’amore, Dio.

Una chiave di lettura più approfondita suggerisce che tutti i capitoli trattano il tema del sacrificio rituale in onore dell’amore, di Dio e della sacralità.

Il “tempo” è la matrice della vita umana nel mondo, eppure se il tempo si fonde con il divino, ogni orologio viene annientato.

Il cast è composto da un solo attore, presente nel secondo capitolo.

Dopo mesi di provini interminabili senza riuscire a trovare il volto giusto, alla fine la scelta è andata sull’italiano Matteo Fiori, conosciuto negli Stati Uniti con lo pseudonimo di Brian Witt.

To A God Unknown - Al Dio Sconosciuto

“To A God Unknown – Al Dio Sconosciuto” è stato realizzato con il prezioso supporto del gruppo di lavoro “The Wild Bunch”.

Il montatore è lo stesso di “I Am Banksy”, ovvero  Trevor Bishop. E lo stesso vale per la colonna sonora, firmata da Massimiliano Lazzaretti, qui affiancato da Tatiana Mele.

Il direttore della fotografia è Frank Hoffman.

Per quanto riguarda gli aspetti di visual effects ed effects templates sono state coinvolte numerose persone come Nassim Farin, Arseny Gutov a Lario Tus.

Tra gli operatori Dylan Winter e Nik Rijavec.

I doppiatori sono il russo Viacheslav Syngaevskiy, l’americano Richard Lloyd Stevens e il francese Frédéric Bernard.

Il dipinto di Ofelia presente nel corso è stato realizzato da Claudia Drei, madre di Samantha Casella.

Ha svelato la regista:

Mia madre, mio padre e una persona che ha un posto speciale nel mio cuore mi hanno incoraggiato a dar vita a questo progetto che sulla carta sembrava una sorta di follia. Oltre a loro, a credere in me sono state numerose persone negli Stati Uniti, che non smetterò mai di ringraziare.

Samantha Casella

Samantha Casella

Samantha Casella: biografia

Samantha Casella nasce a Faenza. Studia sceneggiatura e tecniche narrative alla Scuola Holden di Torino e regia alla Scuola Immagina di Firenze.
Il suo percorso iniziale l’ha vista alternarsi tra cortometraggi che hanno partecipato a importanti vetrine internazionali – “Juliette”, “Memorie da un’isola di morti”, “Silenzi Interrotti”, “Iris”, “Ágape” – e documentari presentati alla Biennale di Venezia come “Mediterraneo”.
Sempre a livello documentaristico spiccano “Autoritratto con Papa”, testimonianza di un dono, consistente in un’opera di Gianni Bubani e una poesia di Davide Rondoni a Papa Benedetto XVI e presentato in Aula Paolo VI alla presenza di Papa Benedetto XVI; e “Via Crucis al Pantheon”,
che testimonia i processi di lavorazione e installazione della Via Crucis collocata al Pantheon di Roma .
In seguito dirige “Giro di giostra”, mediometraggio presentato durante la Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Venice Film Meeting.
Nel 2019 è tornata alla regia di un altro corto: “I Am Banksy” con Marco Iannitello. Oltre a essere stato presentato nelle sale di Los Angeles ha vinto 15 Festival Internazionali negli Stati Uniti.
Nel 2020 è la regista del cortometraggio “To A God Unknown”, distribuito negli USA da FourWalled.
Il corto vince 228 premi in festival internazionali organizzati in 34 differenti paesi, tra cui l’Independent Short Award, il Metropolitan Film Festival NYC, il Toronto Short Film Channel Festival, il International Motion Picture Critics Awards, il “Royal Society of Motion Picture Award”, il Hollywood Gold
Awards e il Star Hollywood Awards.
“Santa Guerra” è il suo esordio nel lungometraggio. Film spiccatamente onirico e surreale, ha come protagoniste Eugenia Costantini, Ekaterina Buscemi, Emma Quartullo e vede la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta.

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