Cultura

Terræmotus Neapolitan Talent (Tnt): la serata finale

Serata finale, mercoledì 27 aprile, alle 21, per Terræmotus Neapolitan Talent (Tnt), il contest del Trianon Viviani alla ricerca delle nuove voci “esplosive”.

Dei sessanta concorrenti iniziali, due gli sfidanti per la vittoria, che varrà l’inserimento nella compagnia Stabile della Canzone napoletanaAnna Rita Di Pace ed Enzo Esposito.

I due cantanti finalisti si esibiranno sul palco del teatro, per gli spettatori presenti e per i navigatori collegati in diretta streaming sulla pagina Facebook del Trianon Viviani. A giudicarli la giuria tecnica, presieduta dal regista Bruno Garofalo, che terrà anche conto del consenso espresso dal pubblico in sala e dai likes registrati sui social.

Terræmotus Neapolitan Talent

Terræmotus Neapolitan Talent

Ospite e madrina della serata, il direttore artistico del Trianon Viviani, Marisa Laurito, che ha ideato questo talent presentato da Gennaro Monti con Tiziana De Giacomo.

La serata finale di Tnt è a ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.

È possibile rivedere le serate precedenti sulla webtv del sito istituzionale e sul canale YouTube del teatro.

Antica Abellinum, studenti a lezione di archeologia

Dichiara Giuseppe Spagnuolo, Sindaco di Atripalda:

Una giornata dedicata alla cultura, tra l’altro incorniciata da un bellissimo sole, presso l’area archeologica dell’antica Abellinum. Continua così la collaborazione triennale con l’Università degli Studi di Salerno, la Soprintendenza ed il Comune di Atripalda con la finalità di valorizzare il nostro parco archeologico soprattutto dal punto di vista delle attività didattiche e formative e, più in generale, come polo culturale della nostra Città. Oggi, ad esempio, a lezione di archeologia con un nutrito gruppo di alunni delle scuole superiori che hanno seguito con interesse le informazioni e le tante curiosità che gli sono state fornite dal professor Alfonso Santoriello, docente del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, che è il responsabile tecnico-scientifico di questo progetto, e dal suo team.

Atripalda

Atripalda

Continua Spagnuolo:

Abellinum  resta in cima alle nostre priorità dal punto di vista culturale perché ne comprendiamo il valore storico, è l’area fulcro da cui è nata e si è sviluppata la storia del nostro territorio in un’ottica non solo atripaldese ma direi di comprensorio. Ma accanto a questo c’è l’intenzione di arricchirne la fruizione anche sotto il versante turistico. Sono in corso contatti con operatori del settore proprio per studiare una formula che metta insieme un’offerta complessiva, che vada dalla cultura all’enogastronomia, da orientare verso quel turismo esperienziale oggi sempre più in via di diffusione.

Il tuo sorriso in un cassetto è il nuovo singolo di Carlo

Dal 29 aprile 2022 su tutte le piattaforme digitali e in tutte le radio “Il tuo sorriso in un cassetto” il nuovo singolo di Carlo per la label Ondesonore Records.

Le più grandi storie damore finite non si chiudono mai del tutto, lasciano sentimenti vivi e indelebili che si conservano in fondo a sé stessi. Carlo Bonnici, in arte Carlo, nel suo singolo racconta la storia di un uomo che ha perso lamore e che combatte ogni giorno con il suo buio per ritrovare nuovamente il sole.

Il tuo sorriso in un cassetto”, brano emozionale dal genere pop, prodotto dal noto Simone Bertolotti, rappresenta il racconto di un uomo che, dopo la fine di una storia bellissima damore, conduce una vita instabile in piena solitudine, buttato nel mondo senza regole ed in pieno caos, alla ricerca di sé stesso e di quei momenti passati dove tutto era meravigliosamente stabile e pieno damore. In questo percorso di ricerca luomo parla alla figura immaginaria della sua amata confessando di tenere ancora in vita il ricordo del suo sorriso.

Il lavoro di questo brano vanta la collaborazione, oltre a Simone Bertolotti, di Emiliano Bassi che ha registrato la batteria e ha collaborato agli arrangiamenti.

Carlo: il tuo sorriso in un cassetto

Carlo: il tuo sorriso in un cassetto

Carlo: biografia

Carlo, al secolo Carlo Bonnici nasce a vigevano il 13 novembre del 1984.

Alletà di 15 anni inizia il suo percorso artistico studiando canto con il maestro Fabio Gangi nella scuola della sua città, Vigevano. Nel contempo insieme agli amici di adolescenza impara larte della break dance c he esercita per diversi anni. tre anni dopo decide di iscriversi laccademia M.A.S. di Milano dove decide di proseguire il suo percorso formativo frequentando il corso di TV SHOW per performer (canto, recitazione e danza)

Dopo il primo anno di studi al MAS Carlo viene selezionato per lavori televisivi allinterno di corpi di ballo di trasmissioni televisive della RAI e di Nickelodeon. E cosi che nasce una collaborazione proficua con diverse emittenti televisive, che al terzo anno del MAS lo portano ad essere scelto per dare la propria voce nella sigla di IDOLS, programma televisivo del canale TV BOING. Da allora, Carlo cementa la propria passione per il canto, e decide di specializzarsi negli anni seguenti chiedendo supporto e formazione a diversi Vocal Coach.

Intanto il percorso al MAS si conclude con il conseguimento del diploma, ottenuto con il massimo dei voti: la formazione musicale non conosce però fine, e decide di proseguire i suoi studi alla scuola civica Costa di Vigevano, dove Carlo inizia lo studio del pianoforte per rendere ancora più forte il legame con la musica ed affinare le proprie qualità di compositore.

Nel 2013 fonda la Band Maetrika, con la quale incide il suo primo disco, “Lidentità”, sotto la produzione artistica di Cristiano Roversi e distribuito dalletichetta discografica Ma.ra.cash records. Nellalbum di esordio pop rock dei Maetrika è contenuto, tra gli altri, il singolo Una notte magica” che in sole due settimane dalla sua uscita conquista le classifiche radio indipendenti e alcuni passaggi televisivi.

Nel 2017 Carlo, segnato da vicissitudini della sua vita privata, sente il bisogno di cantare e scrivere canzoni intimamente connesse alla propria inquietudine, ed inizia così un progetto da solista che gli impegnerà molte ore di scrittura per dare alla luce il suo nuovo album, il primo da solista. Dal 2019 al progetto collaborano esperti musicali di primissimo piano, come il produttore Simone Bertolotti, tra i più importanti e noti del panorama italiano (Producer di Marco Mengoni, Ermal Meta, Laura Pausini, Elisa, Bugo e molti altri), il quale accetta di intraprendere questo progetto lavorando sullintera produzione del disco, ad oggi in fase conclusiva di lavorazione.

Nel 2020 entra a far parte della squadra di Deejay Fox Radio Station”, web radio dove conduce insieme a Gabriele Boati, la trasmissione Oibò, un programma interamente dedicato alla musica rock e underground.

Nel 2021 si certifica Vocal Coach nel metodo Vocal Power di Elisabeth Howard.

Serepocaiontas da Instagram al cinema di Pieraccioni

Serepocaiontas è Serena Iontacantante e ukulelista originaria di Latina. Grazie al sodalizio col manager e produttore Daniele Silvestri (DSonthebeat), Serepocaiontas si è conquistata una piccola nicchia su Instagram di amanti della musica e dell’ukulele.

Essere contattata da Pieraccioni per partecipare alla colonna sonora del suo nuovo film, è stata una soddisfazione inaspettata. L’esperienza di girare sul set a Lugano, poi, è stata molto speciale e ne manterrò sempre un bellissimo ricordo. Prezioso il supporto del mio produttore e manager Daniele Silvestri (DSonthebeat). Questa fantastica avventura mi ha insegnato a credere in me stessa e mi ha spinto a continuare ad inseguire il mio sogno, suggerendomi che sia possibile che la mia voce arrivi ad un pubblico più grande!

Serepocaiontas

Serepocaiontas

Serena Ionta: biografia

Serena Ionta, in arte Serepocaiontas, è una cantante e ukulelista italiana, nata a Latina classe 1994.
La sua grande passione per la musica è evidente già dall’età di 7 anni, quando da bambina scriveva testi di canzoni da ‘mandare’ allo Zecchino d’oro (convinta che i bambini stessi fossero gli autori dei brani che cantavano). Alla stessa età, Serena inizia a frequentare un corso di chitarra classica, che le permette di familiarizzare con la teoria musicale e con il solfeggio (seppur lo studio dello strumento non fosse il suo passatempo preferito).
A 14 anni, Serena si iscrive ad un corso di canto pop, acquisendo per la prima volta consapevolezza del suo strumento preferito – la voce.
Continua a frequentare la scuola di canto, un coro gospel della sua città ed un corso di teatro per qualche anno. Successivamente decide di seguire un corso di canto Jazz, sviluppando una vera e propria preferenza per questo genere e cantando con vari ensemble.
Affascinata dalle sonorità della musica Jazz, frequenta fin da giovanissima la scena musicale della sua città, Latina, e successivamente quella di Milano, dove ha trascorso gli anni dell’università e dove vive attualmente.
Milano Serena frequenta il primo anno di conservatorio. Nel frattempo, conclude gli studi universitari e si laurea in Management (MSc) presso l’Università Bocconi, alla quale dedica la canzone ‘L’Economistico’.
Serena si avvicina all’ukulele nel 2015, durante un periodo complicato di lontananza dalla famiglia e dai suoi affetti.  Nel 2016, infatti, Serena si trasferisce a Londra per lavoro (e per amore). A Londra, Serena continua a coltivare la sua passione per la musica con il chitarrista italiano Gennaro Ricciardone, con cui ha fondato un duo acustico chiamato Le Salopettes.
Dopo 4 anni e mezzo di vita londinese, l’artista torna in Italia proprio durante il lockdown e conosce Daniele  (DSonthebeat) con cui inizia a collaborare in qualità di produttore musicale. Fra Roma e Milano Serena continua a postare video musicali su Instagram, creando dei veri e propri appuntamenti settimanali per il suo pubblico in crescita.
Grazie al suo interesse per il Marketing DigitaleSerepocaiontas si è conquistata una piccola nicchia su Instagram di amanti della musica e dell’ukulele, coltivandola con contenuti costanti e rendendola una community appassionata.
Sempre tramite InstagramSerepocaiontas è stata contattata da Leonardo Pieraccioni per partecipare al suo ultimo film‘Il sesso degli angeli’, in qualità di interprete di un brano chiave della colonna sonora, in uscita il 21 aprile 2022.

Premio Gesualdo danza

Domenica sera, il palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino è diventato un luogo magico dove l’artista ucraina Iana Salenko, in una magistrale interpretazione del “Cigno nero” in un “pas de deux” con il ballerino moldavo Dinu Tamazlacaru, ha mostrato una combinazione di tecnica ed espressività arrivando a soddisfare non solo l’eccellente aspetto artistico ma anche a trasmettere, attraverso la danza, forti emozioni nel pubblico in sala proveniente da tutta la regione Campania. 

Premio Gesualdo danza

Premio Gesualdo danza

Nel corso dello spettacolo si sono alternati: l’étoile Giuseppe Picone, meraviglioso il suo assolo “Il fauno”, al quale è andato il premio Danza Gesualdo alla carriera, Arianne Lafita e Vittorio Galloro, molto bello il “Pas de deux” Libertango , Luisa Ieluzzi (premio Gesualdo al talento) e Stanislao Capissi che si sono esibiti in un coinvolgente pas de deux Cigno Bianco, la ballerina spagnola Lucia Lacarra e Matthew Golding che hanno dato vita in “Snow Storm” ad uno dei momenti più emozionati del gala, e Spellbound contemporary ballet” , un passo a due quasi ipnotico che ha affascinato la platea del teatro Gesualdo.

Il progetto, ideato e fortemente voluto da Guendalina Manzi, direttrice della scuola tersicorea “Esmeralda” di Avellino, ha visto il maestro Fabrizio Esposito nelle vesti di direttore artistico, mentre la serata è stata presentata dalla giornalista Luisa Mariani di Piuenne TV.

Nel corso della manifestazione sono stati premiati Antonella Iannone (premio rassegne danza) e Valentina Marini presidente A.I.D.A.P. – direttore Spellbound Contemporary Ballet Roma (premio innovazione artistica) ed il Sindaco di Avellino Gianluca Festa che dal palco ha annunciato che l’amministrazione comunale, visto lo straordinario successo, patrocinerà l’evento anche il prossimo anno.

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

In molte narrazioni contemporanee il sesso è raccontato dentro gli schemi rodati dell’iniziazione e della perdizione.

Per quanto apparentemente distanti, questi due modi sono le due facce di una stessa medaglia: è difficile raccontare persone adulte che hanno esperienze sessuali (più o meno convenzionali) senza nasconderle dietro prudenti forme di pudore narrativo.

In questa raccolta troviamo invece storie di persone che sviluppano un proprio linguaggio del sesso – e del rapporto di coppia inteso nel senso più ampio e più profondo – scoprendo un modo diverso da quello tradizionale per connettersi agli altri.

Questi racconti vanno ostinatamente contro una concezione patriarcale della coppia e una visione proprietaria del sesso e dell’amore. Senza nessuna ricetta, e pure nessun ritorno agli anni settanta, Francesco Pacifico si avventura in un’indagine sincera e radicale sulle colonne d’Ercole della monogamia.

Dimenticando i falsi tabù, Solo storie di sesso trascina così il lettore in un’utopia postorgasmica e lo porta a esplorare tutto lo spettro di possibilità che si apre tra il senso di proprietà e il solipsismo: un modo diverso di godere.

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

Francesco Pacifico: biografia

Francesco Pacifico (Roma, 1977) collabora con la Repubblica, Domani, n+1 e ha fondato la rivista Il Tascabile di Treccani.
Ha esordito nel 2003 con Il caso Vittorio (minimum fax), cui sono seguiti 2005 dopo Cristo (Einaudi, 2005 – insieme a Nicola Lagioia, Christian Raimo e Francesco Longo, tutti dietro lo pseudonimo di Babette Factory), Storia della mia purezza (Mondadori, 2010), Le donne amate (Rizzoli, 2018), e i saggi Seminario sui luoghi comuni (minimum fax, 2012) e Io e Clarissa Dalloway (Marsilio, 2020).
Il romanzo Class, pubblicato da Mondadori nel 2014, è stato poi riscritto in inglese, entrando nella lista dei “Libri dell’anno 2017” dei critici del New York Times, e quindi riproposto in italiano nel 2021.

Ha tradotto, tra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Dave Eggers, Ralph Ellison e Hanya Yanagihara.

Villino bifamiliare di Arturo Cirillo al San Ferdinando

Fabrizia Ramondino nel suo fertile percorso nella scrittura ha sperimentato varie forme di componimento letterario. Irrequieta e curiosa per natura, si è misurata con i generi più canonici del romanzo e del racconto ma anche con sceneggiature, reportage, poesie, indagini sociologiche e opere teatrali.

Di quest’ultime solo una è stata messa in scena (da Mario Martone) e pubblicata (dalla casa editrice Il Melangolo): Terremoto con madre e figlia. I restanti testi teatrali – che per qualche anno scrisse, anche sotto la suggestione della lettura delle opere di Thomas Bernhard (ma non solo) – sono inediti.

Scrive Arturo Cirillo:

Il Teatro di Napoli e il suo direttore Roberto Andò, hanno meritoriamente deciso di far conoscere alcuni dei testi teatrali di Fabrizia Ramondino. Il primo ad essere presentato, con la mia regia, è Villino bifamiliare nel quale troviamo molto della passione politica e dell’ironia di questa autrice.

Attraverso l’incontro di due coppie di coniugi, che dividono un villino situato nell’Alto Adige (o Sud Tirolo, dipende dal punto di vista), la Ramondino mette in relazione due mondi politici e sociali.

Villino bifamiliare di Arturo Cirillo

Villino bifamiliare: trama

Una coppia – composta da un ex alto dirigente, proveniente da un paese dell’est dopo il crollo del muro di Berlino e della fine dell’ideologia che lo alimentava, e da una fedele e pragmatica moglie, anch’essa dirigente se pur con una carica inferiore.

L’altra coppia composta da un ex dirigente d’un partito politico di fede cattolica italiano, e sua moglie, donna bigotta e d’animo sognatore e sentimentale.
La convivenza forzata di queste due coppie, in esilio (ma forse sarebbe più corretto dire in reclusione, considerata la presenza di due guardiani che non dovrebbero mai perderli d’occhio), fa nascere tra loro delle relazioni che vanno dal conflittuale all’amoroso.

Quelli che sono messi peggio sono i due uomini: uno sembrerebbe impazzito e tenuto in un altalenante stato di lucidità da sua moglie, anche grazie a tranquillanti ed eccitanti abilmente dosati, e l’altro, apparentemente paralitico e ormai incapace di parlare e forse anche d’intendere. Tra questi due relitti, le donne spadroneggiano conducendo una vicenda che si muove tra un gioco colto di citazioni, una introspezione tutta al femminile (così presente nella Ramondino) e un probabile giallo (genere letterario molto caro all’autrice). Il tutto in quella dolenza che porta la nostalgia e il rimpianto e la netta sensazione d’avere un glorioso avvenire, ormai alle spalle.

Villino bifamiliare sarà in scena al San Ferdinando dal 28 aprile all’8 maggio

Tre giorni al PuraVida Farm di San Martino Siccomario

Un altro fine settimana alle porte, destinazione Villaggio delle Uova di San Martino Siccomario (Pv): la proposta di PuraVida Farm per sabato e domenica ha come protagoniste le api.

Laboratori creativi, incontri, giochi, animazione: tra le attività in programma, un incontro che verrà proposto più volte nell’arco del fine settimana, con degustazione di vari tipi di miele e propoli e che condurrà adulti e bambini alla scoperta di queste regione della biodiversità, piccoli, laboriosi insetti di cui sappiamo così poco.

Operose, sociali, quasi insonni, dalla vita breve (tra quaranta giorni e 6 mesi) ma intensa, importanti per l’ecosistema: le api, misteriose, intriganti e preziose saranno al centro di molte delle attività del Villaggio.

Ma le api non saranno le sole protagoniste del fine settimana in arrivo: torneranno, infatti, a grande richiesta, gli alpaca.

Il Villaggio delle Uova è stato inaugurato con successo un paio di settimane fa e sta già registrando numeri da tutto esaurito. A questo proposito la direzione del Villaggio rende noto, che il week-end del 9-10 Aprile dal titolo Profumi e colori ha già registrato il tutto esaurito e che quindi non ci sono biglietti disponibili.

Situato alle porte di Pavia in un parco di 35mila metri quadrati, il parco a tema PuraVida Farm di San Martino Siccomario , ogni settimana si anima di iniziative a tema, giochi, laboratori didattici e creativi: bambini e bambine potranno inoltre destreggiarsi su trattorini elettrici ed a pedali, sulle macchine elettriche a gettoni, i pedalò, giocare nella casetta del mais e sui gonfiabili.

Gli artisti in erba potranno mettere alla prova la propria creatività e decorare gli incarti delle uova di Pasqua in un singolare laboratorio creativo proposto ogni fine settimana.

Proprio a causa della specificità dell’allestimento del Villaggio, fatto di uova, carta e cartone colorati, in caso di forte e persistente maltempo, la struttura rimarrà chiusa e i biglietti già acquistati rimborsati.

PuraVida Farm

PuraVida Farm

Museo Ovopinto a San Martino Siccomario 

Tra gli ospiti fissi del Villaggio: il Museo Ovopinto di Civitella del Lago (Terni) le cui creazioni, in trasferta per l’occasione, verranno esposte in una singolare mostra. Il Museo Ovopinto è museo unico al mondo, un piccolo gioiello nato per raccogliere ed esporre tutte le uova dipinte messe insieme dall’Associazione Culturale giovanile che da ben 23 anni bandisce la Mostra Concorso Nazionale “Ovo Pinto” (uovo dipinto, in dialetto).

In questa cittadina l’antica usanza contadina di dipingere le uova durante il periodo pasquale è stata elevata a prestigiosa e raffinata arte; il Museo dell’Oltrepò, diretto da Simona Guioli, presente con una selezione delle collezioni di botanica, zoologia, paleontologia, archeologia, mineralogia. E ancora, la Croce Rossa Italiana che sarà presente con la sua ambulanza: gli operatori saranno impegnati non solo nelle attività di soccorso al pubblico ma anche in giochi, animazione e prove a tema assistenza, guidando piccoli e grandi alla scoperta di cosa fa e come opera la CRI.

Nel parco gli organizzatori hanno allestito anche un mercatino dove acquistare prodotti tipici locali brandizzati Puravida Farm, tra cui le Uova di Pasqua. Parte dell’incasso derivato dalla vendita delle uova sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana, sede di Pavia. E per placare i morsi della fame, messa a dura prova da tanta attività, all’interno del parco si potrà scegliere tra street food presso i vari corner presenti o i piatti tipici del territorio e le pizze del ristorante  La Lanca interno alla struttura.

Napoli: turista tedesco compra opera esposta di Van Gogh

Sarà in esposizione a Palazzo Fondi, in occasione della mostra “Van Gogh Multimedia e la Stanza Segreta”, sino al 26 giugno poi, l’opera di Vincent Van Gogh, Homme à la Pipe: Portrait du docteur Gachet(1890), lascerà l’Italia per volare in Germania. La fotoincisione è stata comprata da un collezionista tedesco attraverso un mediatore, che ha concesso agli organizzatori dell’esposizione l’utilizzo sino alla data di chiusura della rassegna.

Van Gogh_Portrait du docteur Gachet 1890

Galeotta fu la vacanza a Napoli. Da semplice turista in vacanza nella città partenopea con la moglie, per il ponte di Pasqua, a compratore della preziosa opera dell’artista olandese il passo è stato breve. Marito e moglie, il cui nome è coperto da accordi con gli organizzatori della mostra, da un albergo del Lungomare sono andati a piedi a visitare il centro per vedere piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale e poi il Castel dell’Ovo.

Giunti in piazza del Municipio, per ammirare la nuova realizzazione, hanno scorto la mostra in svolgimento a palazzo Fondi e da qui, durante la visita da turisti a collezionisti, sempre alla ricerca di pezzi unici, hanno definito l’accordo per l’acquisto dell’opera attraverso un loro mediatore.

Van Gogh multimedia e La Stanza segreta

Van Gogh multimedia e La Stanza segreta

Conferma il produttore della mostra, Salvatore Lacagnina:

Sono stato contattato da un signore italiano sabato sera che mi ha chiesto informazioni sul collezionista privato che ci aveva concesso l’opera di van Gogh, chiedendomi se c’era la possibilità di acquisto. Ho messo in contatto le due persone, ma mai credevo giungessero così velocemente ad una definizione, per fortuna negli accordi è prevista la permanenza a Napoli dell’acquaforte sino a chiusura dell’esposizione. Il prezzo della vendita non lo conosciamo, ma sappiamo che l’opera è stata valutata, dalla compagnia di assicurazione che cura per noi i rapporti con i privati, intorno ai 250mila euro.

La Stanza Segreta, con 12 opere originali di diversi artisti tra cui Gauguin, Cézanne, Cormon, dove spicca l’heliogravure originale realizzata da Vincent van Gogh,Homme à la Pipe: Portrait du docteur Gachet (1890), è divenuta così la “stanza della trattativa”. Il ritratto del medico e amico Gachet è una delle poche opere grafiche effettuate da van Gogh.

Editato in pochi esemplari nel 1939 dalla società Francois di Limoges per les Éditions Hyperion di Parigi, restituisce l’immagine del dottor Gachet leggermente incupita e tesa, forse presagio di ciò che lo stato di salute di Van Gogh potrebbe determinare nel futuro dell’amico.

Fernando Mangone: la sua opera Masque sarà esposta in Biennale

Straordinario artista, Fernando Mangone. Artista a trecentosessanta gradi e non solo per i grandi risultati raggiunti, ma anche per il suo modo di intendere e concepire la vita, l’esistenza, i rapporti interpersonali. Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone nasce ad Altavilla Silentina (Campania), un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi. Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.

Afferma Fernando Alfonso Mangone:

Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia?

Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza. Il visionario Mangone prima si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi a quella di Catanzaro e successivamente a quella di Firenze, dove ha terminato gli studi con il massimo dei voti. Già da questo suo oscillare continuo, da questi improvvisi e imprevedibili cambiamenti di rotta inizia ad emergere il carattere di Mangone, sempre più insoddisfatto del presente, tutto teso verso altri mondi e altri traguardi. Già da queste premesse inizia a rivelarsi il suo spirito nomade e ribelle, viaggiatore e “attraversatore” di paesi e città, per respirare aria nuova e pulita, diversa, fatta soprattutto di emozione e libertà. Così, già da studente, inizia un’intensa attività espositiva che si sviluppa prevalentemente tra Firenze e Roma. Prendono vita, in questa fase, i rapporti di collaborazione con importanti personaggi della cultura internazionale e tra questi quello con il poeta e scrittore piacentino Aldo Braibanti che in seguito, insieme a Barbara Tosi, diventerà curatore di sue svariate mostre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam.

L’Italia però gli va stretta e così Fernando Mangone decide di partire per cercare altri luoghi, altre mete, altri approdi.

Nel corso di questo suo lungo peregrinare in giro per l’Europa lo troviamo a Parigi, Londra, Berlino e poi in altre città europee: appassionato di musica, segue con sommo interesse i grandi maestri del Rock e del Punk: i Rolling Stones, Genesis, Qeen, Pink Floyd ecc. immortalandoli in giganteschi cartelloni che, per lungo tempo, fanno da sfondo a paesaggi e scorci di famose metropoli.

Fernando Mangone

Fernando Mangone

Poi arriva il periodo olandese, pieno di lavoro e ricco di soddisfazioni.

Dipinge ad Amsterdam, L’Aia e Groningen dove tiene ampi e comodi ateliers. A L’Aia il suo studio si trova all’interno di un vecchio Ministero della Difesa, di fronte all’Ambasciata Italiana e da qui parte e si sviluppa tutta la sua attività artistica: qui esegue la sue straordinarie vedute urbane e poi via, per le strade della città ad eseguire grandi e immensi murales che, ancora oggi, documentano la sua permanenza in terra d’Olanda e il suo interessante percorso.

Fernando Mangone, dunque, come Basquiat, Haring, Hirst e Bansksyribelle e rivoluzionario che, rifuggendo musei, gallerie ed eventi commerciali, inizia a dipingere sui muri delle stazioni metropolitane, nei parchi e sui palazzi degradati portando l’arte nelle strade e in mezzo alla gente per raccontare la vita ed essere, fino in fondo, fedele testimone del suo tempo e dei suoi giorni.

Tra cielo e terra, viaggio nella storia e nella bellezza” è il titolo della prossima mostra personale di Fernando Mangone alla Galleria d’Arte di Armando Lanza a Pietrasanta. Sabato, 30 aprile, alle ore 16,30, l’inaugurazione della rassegna che viene proprio a cadere in concomitanza con un’altra grande manifestazione di rilievo mondiale, la 59a edizione della “Biennale Internazionale d’Arte di Venezia” dove, anche qui, Fernando Mangone è tra i protagonisti.

Fernando Mangone

Fernando Mangone

Una sua importante opera, “Masque”, infatti, a partire dal 23 aprile sarà esposta nel Padiglione “Grenada” all’interno del Collettivo “Identity Collective”, un gruppo di artisti costituitosi per l’occasione. Come poteva allora Fernando Mangone, grande “attraversatore” di città e Paesi e “street-artist” di fama internazionale a non sentire il richiamo della terra toscana?

Fondamentale l’incontro con Armando Lanza, colto e illuminato gallerista di questa città che, affascinato dalla forte espressione dell’artista campano, ha deciso di chiamarlo a far parte dei suoi ambiziosi e importanti progetti.

E così, dopo questa importante mostra personale, dove Mangone presenterà un’esauriente panoramica della sua produzione e delle sue tematiche (mitologia, storia, ritrattistica e visioni contemporanee con una particolare attenzione per Pietrasanta, Firenze, Pisa, Siena, Arezzo, Livorno ecc.) eccolo pronto ad inaugurare anche il nuovo spazio a lui riservato.

Su una superficie di oltre trentamila metri quadrati, polo fieristico dedicato all’arte contemporanea, ideato e voluto da Armando Lanza, l’artista di Altavilla allestirà ben cinque Padiglioni, suddivisi per tematiche, della sua vasta e complessa produzione: straordinaria occasione per entrare nel magico mondo di questo vulcanico artista, nelle sue forme e nei suoi colori, per farci avvolgere dalle sue luci, dalle sue trame e dai suoi percorsi.

Con la presenza di Fernando Mangone, Pietrasanta si arricchisce così di un nuovo, grande personaggio, di un nuovo, grande artista: in attesa e in preparazione dei prossimi importanti eventi.

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