Cultura

Contro l’interpretazione di Susan Sontag

Contro l’interpretazione di Susan Sontag è un libro raccoglie scritti dedicati al teatro, al cinema, alla letteratura, tra cui il famosissimo Notes on Camp.

Un limpido talento critico, una capacità fuori dal comune di orientarsi nell’universo contemporaneo di segni e linguaggi plurali: con sguardo allenato da continue combinazioni tra passioni profonde e interessi eclettici, Susan Sontag traccia un’originalissima, radicale rotta attraverso la teoria, la letteratura, il cinema, il teatro e le arti degli anni sessanta del ’900.

Prima dell’“età del nichilismo”, Sontag scrive gli articoli riuniti nel 1966 in Contro l’interpretazione, il suo libro d’esordio come saggista: “un atto di liberazione intellettuale” che la fa in breve diventare una figura di riferimento dello scenario contemporaneo, delle sue rivelazioni, trasgressioni, sperimentazioni, illusioni, della sua opposizione alle gerarchie (alto/basso) e alle polarità (forma/contenuto, intelletto/sentimento).

Oggi dissento da alcune delle cose che ho scritto, ma non si  tratta di un tipo di ripensamenti che renda possibili cambiamenti parziali o revisioni. Anche se credo di aver sopravvalutato o sottovalutato i meriti di alcune delle opere che ho discusso, il mio attuale dissenso ha poco a che fare con singoli mutamenti di giudizio.

In ogni caso, l’eventuale valore di questi saggi, e la misura in cui sono qualcosa di più di una semplice illustrazione dell’evoluzione della mia sensibilità, non dipendono dalle specifiche valutazioni formulate, bensì dall’interesse dei problemi che sollevano.

Che scriva dello “stile” come centro di gravità dell’espressione artistica o disegni una mappa dettagliata e ormai classica delle forme della sensibilità “Camp”, che parli degli happening in cui l’azione evade dai teatri o si sposti dal diario di Pavese ai Taccuini di Camus, dalla libertà di Genet alla coscienza disgustata di Sartre, il filo delle parole di Susan Sontag non perde il suo obiettivo: evitare che il vaso di Pandora dell’interpretazione-superfetazione si rovesci sull’esperienza dell’opera d’arte, deformandola e saturandola di “significati” a proprio uso e consumo.

Ho l’impressione non tanto di aver risolto un certo numero di problemi che mi inquietavano e mi affascinavano, quanto di averli prosciugati. Ma la mia è senza dubbio un’illusione. I problemi restano, e ad altre persone curiose e riflessive resterà molto da dire sul loro conto, e forse questa raccolta di recenti considerazioni sull’arte potrà essere utile in tal senso.

Contro l'interpretazione di Susan Sontag

Contro l’interpretazione di Susan Sontag

Susan Sontag: chi è?

Susan Sontag (1933-2004), tra gli intellettuali statunitensi più influenti della seconda metà del ’900, nottetempo ha pubblicato i primi due volumi dei diari finora inediti in Italia, Rinata (2018) e La coscienza imbrigliata al corpo (2019), cui sono seguiti il romanzo L’amante del vulcano (2020) e i saggi Malattia come metafora e L’Aids e le sue metafore (2020), Davanti al dolore degli altri (2021) e Contro l’interpretazione e altri saggi (2022), tutti tradotti da Paolo Dilonardo.

I vincitori della quinta edizione del concorso 1801 Passaggi

Tre premi della giuria e il Premio speciale “Frank Cancian” assegnati al termine della V edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi” ispirato agli scatti realizzati nel 1957 dal fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian a Lacedonia (Av). Da un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie, realizzato nel Sud rurale dei tardi anni 50, parte ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia.

Ha vinto il primo premio del concorso annuale di fotografia documentaria “1801 passaggi” il trentenne fotoreporter di Cava de’ Tirreni Gabriele Durante, con una foto scattata nella festa della Madonna delle Grazie di Raito a Vietri du Mare (Sa).

Secondo premio al fotografo jesino Pietro Picchietti, con un’immagine di festa realizzata a Cupramontana (An), seguito al terzo posto dalla giovane artista parmense Alma Beccarelli, che ha scattato sulla spiaggia del faro di Bibione (Ve).

Premio speciale “Frank Cancian” il riccionese Andrea Pecci

Premio speciale “Frank Cancian” Andrea Pecci

Ad aggiudicarsi il Premio speciale “Frank Cancian” il riccionese Andrea Pecci, con una foto scattata in Sicilia.
Tutte le fotografie selezionate e le motivazioni dei premi assegnati sono visibili permanentemente sul sito web del MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino.
20, come ogni anno, sono le foto selezionate come finaliste dalla giuria, che in questa tornata era
composta dalla coordinatrice Simona Guerra (esperta in ordinamento di archivi fotografici e saggista),
da Massimo Cutrupi (fotografo dell’ICPI-Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero
della Cultura e docente) e da Francesco Marano (antropologo e artista, professore associato
dell’Università della Basilicata, direttore della rivista peer reviewed “Visual Ethnography”).

Il figlio di Frank Cancian, Steve Cancian (californiano, architetto paesaggista e fotografo) ha rappresentato la famiglia dell’autore statunitense – scomparso nel novembre 2020 – per l’assegnazione del premio a lui intitolato.

vincitori 1801 Passaggi

vincitore 1801 Passaggi primo premio Gabriele Durante

I premi sono stati proclamati e “consegnati” in una cerimonia tenuta in videoconferenza, la cui
registrazione resta visibile sulla pagina Facebook del MAVI e di LaPilart.
Il concorso è ispirato agli scatti realizzati nel 1957 a Lacedonia dallo statunitense Frank Cancian, allora
fotografo e futuro antropologo, che realizzò un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie: un
patrimonio custodito ed esposto nel MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino dal 2017, dopo la
donazione da parte di Cancian alla Pro Loco “Gino Chicone” dei 1801 negativi, dei relativi provini a
contatto, delle note di campo redatte da Cancian nel sei mesi di permanenza in Italia e di altri materiali
dell’epoca.
Il concorso “1801 Passaggi”, dedicato in questa quinta edizione al tema “Un paese italiano, 2021”, è
organizzato dalla Pro Loco “Gino Chicone” di Lacedonia e dall’associazione LaPilart nell’ambito delle
attività del MAVI, con il sostegno del Comune di Lacedonia e in partnership con il Museo delle Civiltà
(Roma, Ministero della Cultura) e la Fondazione Un Paese (Luzzara).

Il progetto produce ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia. Esso consiste nella selezione, mediante le scelte operate da una giuria di alto livello culturale e tecnico, di un gruppo di 20 opere fotografiche realizzate oggi nel territorio italiano sulla base degli spunti di ispirazione forniti da un gruppo di 20 foto tra quelle scattate da Cancian a Lacedonia nel 1957. Le 20 nuove opere selezionate entrano ogni anno nell’archivio MAVI e saranno anche stampate ed esposte nel museo lacedoniese, la cui riapertura è imminente dopo importanti lavori di ristrutturazione.

Manca poco per il Gala Internazionale Gesualdo danza

Cresce l’attesa per un evento dal grande valore culturale che vedrà riuniti ad Avellino i più prestigiosi nomi del panorama della danza internazionale.

Domenica 24 aprile con inizio alle ore 20.30, nell’ambito del primo Concorso Gesualdo Danza, il palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino diventerà un luogo magico e straripante di bellezza grazie alla presenza di 11 étoile internazionali che si esibiranno per dar vita ad una serata di gala che emozionerà sicuramente i presenti.

Nel corso dello spettacolo si alterneranno l’étoile Giuseppe Picone, uno dei più grandi ballerini di danza classica al mondo, e le altre stelle della danza internazionale quali Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru, Luisa Ieluzzi e Stanislao Capissi, Arianne Lafita e Vittorio Galloro, Lucia Lacarra e Matthew Golding, Giuliana Mele e Mario Laterza (Spellbound).

Il progetto, ideato e fortemente voluto da Guendalina Manzi, direttrice della scuola tersicorea “Esmeralda” di Avellino, vede il maestro Fabrizio Esposito nelle vesti di direttore artistico.

Durante l’evento saranno attribuiti i seguenti riconoscimenti: Premio Carla Fracci, Premio al talento, Premio Produzione, Premio Formazione, Premio Carriera.

Presenterà la serata Luisa Mariani di Piuenne TV.

Gala Internazionale Gesualdo danza

Gala Internazionale Gesualdo danza

La serata di gala sarà preceduta, sabato 23, dai concorsi nazionali ed internazionali che vedranno la partecipazione di numerose scuole di danza italiane che si disputeranno numerosi premi e borse di studio alla presenza di giudici di altissimo prestigio quali: Giuseppe Picone (etoille internazionale – Presidente Giuria Internazionale), Franco Miseria (coreografo TV – Presidente di Giuria Nazionale), Alen Bottaini (direttore Bavaria ballett academy di Monaco di Baviera), Alessandro Rende (direttore Europa in danza e Italian dance award), Alin Gheorghiu (consigliere onorifico balletto dell’Opera Nazionale di Bucarest), Azzurra di Meco (giornalista e coordinatrice danza cantiere internazionale d’arte di Montepulciano), Emanuele Battista (coreografo internazionale), Fabio Gison (Solista e coreografo teatro San Carlo), François Petit (Assistente direttore Ballett Schule Theater Basel), Irma Cardano (Coreografa internazionale), Manuela Barbato (Art journalist and dance curator Teatro Bellini di Napoli), Mario Nocera (Responsabile area Urban), Massimiliano Craus (Critico di danza e giornalista), Peter Valentin (coreografo internazionale), Roberto D’urso (Responsabile modern/jazz), Stefano Angelini (Solista teatro San Carlo), Valentina Marini (presidente A.I.D.A.P. – direttore Spellbound Contemporary Ballet Roma).

Il concorso sarà per i giovani allievi un’occasione di crescita professionale unita alla possibilità di guadagnare esperienze formative di prestigio.

Il Teatro Gesualdo, durante l’evento, ospiterà la mostra fotografica “AQVA” di Luigi Bilancio e la presentazione del volume “Giselle e il teatro musicale” di Maria Venuso, Docente di Storia della danza presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Gli Amori di Suzanna Andler di Benoit Jacquot: il trailer

Gli Amori di Suzanna Andler è un film di Benoit Jacquot, tratto dall’omonima pièce teatrale di Marguerite Duras.

Protagonista è Suzanne (Charlotte Gainsbourg), una donna malinconica che si trova a fare un bilancio della sua esistenza: deve scegliere se vuole continuare ad essere la moglie e madre di un borghese ricco e infedele o scegliere una vita più libera con il suo giovane e squattrinato amante.

Da una parte c’è la vita confortante di cui si conosce tutto, soprattutto quello che non va, dall’altra c’è un percorso nuovo completamente da scoprire, che potrebbe essere allettante ma sconosciuto.

Questo dilemma si consuma tra le pareti di una grande villa abbandonata, che accompagna l’immagine decadente e della stasi emotiva della protagonista, che inciampa tra i suoi pensieri divergenti attraverso monologhi non coerenti perché è lei stessa la prima a non dirsi completamente la verità.

Gli Amori di Suzanna Andler:il trailer

L’ultimo film di Benoit Jacquot

Il regista ci conduce nel mondo introspettivo del sé, in cui i grandi problemi del cuore e della vita diventano insormontabili, per la paura e l’incapacità di parlare a se stessi senza remore e con sincerità. Spesso ci si illude di essere in un determinato modo ma quando arriva il momento di doverlo dimostrare a se stessi, in quel preciso istante, si scopre di essere qualcuno di diverso da ciò che si pensava.

Questo è ciò che accade a Suzanna, che vede per la prima volta un nuovo mondo fatto di paure e di incertezze ed è proprio da qui che inizia il suo calvario intimo perché se da una parte non si riconosce più ed ha paura, la donna, cerca comunque di trovare un senso al suo smarrimento attraverso le giustificazioni di gesti e azioni passate.

Suzanne cerca di dare una spiegazione alle sue scelte, quasi come fosse stata costretta a tradire e a trovarsi nella situazione in cui si trova ora, incarnando pienamente tutti i temi che contraddistinguono il teatro della Duras: la fine dell’amore, il desiderio, la morte, il non evento e la circolarità del piacere umano.

Un film tratto dall'omonima pièce teatrale di Marguerite Duras con una straordinaria Charlotte Gainsbourg

La locandina del film di Benoit Jacquot

Benoit Jacquot riesce a mostrare il tumulto interiore dell’essere umano con la stessa intensità lacerante di cui è capace solo una rappresentazione teatrale.

Gli Amori di Suzanna Andler punta molto sul tempo sospeso e sugli attori che trasmettono una malinconia onirica e intima come quella del palco teatrale.

Il lungometraggio, distribuito da Wanted, uscirà nelle sale italiane il 21 aprile.

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Rispetto a quello che comunemente si definisce «teatro greco», esistono due prospettive di studio: da una parte l’analisi dell’«edificio teatrale», ovvero maschere, costumi, il rapporto tra attore e spettatori, dall’altra i testi letterari, quel corpus di tragedie e commedie che hanno reso immortale la tradizione del teatro classico.

Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplice pagina scritta.

Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici, scenografi e perché no – anche del pubblico.

Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta, a ogni ripresa, a letture fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati, mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione. Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la “vita teatrale” nell’Atene classica prendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali e attrezzi, edifici e festival, pubblico e, per quanto è possibile, musica e gesto.

Sono le parti di un tutto in cui la cultura provoca un incontro complesso e “aperto” con la vita, facendo scaturire interpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamento della cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.

Mettendo in relazione la parte pratica dell’organizzazione della macchina teatrale antica con i testi dei suoi autori più rappresentativi (da Eschilo a Menandro), Umberto Albini consegna con ironia e originalità, una panoramica a tutto tondo, storica, tecnica e letteraria del teatro greco, non lesinando di sottolineare suggestive influenze e relazioni con il teatro moderno.

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Umberto Albini: biografia

Ha insegnato nelle università di Bonn, Colonia e Firenze, divenendo infine direttore del Dipartimento di Filologia Classica presso l’Università di Genova.

Fra i massimi esperti e traduttori del teatro classico, è stato presidente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.

Tra i suoi saggi si ricorda: Riso alla greca, Nel nome di Dioniso, Testo e palcoscenico. Divagazioni sul teatro antico, Atene: l’udienza è aperta, Euripide o dell’invenzione.

Lettere intime di Diego Nuzzo al Teatro Mercadante

Terzo appuntamento della rassegna Innesti al Ridotto del Mercadante quello con Paolo Cresta, interprete e regista di Lettere intime di Diego Nuzzo, che debutta in prima nazionale giovedì 21 aprile con repliche fino a domenica 1 maggio.

Le immagini video sono di Alessandro Papa; il suono di Italo Buonsenso; il disegno luci di Carmine Pierri; aiuto regia Lucia Rocco. La produzione è del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.

Lettere intime di Diego Nuzzo

Lettere intime di Diego Nuzzo

Scrive Paolo Cresta:

Grande è stata la mia gioia e il senso di responsabilità quando Diego Nuzzo, scrittore raffinato e animo nobile, mi ha fatto leggere Lettere intime, proponendomi di portarlo in scena.

Il suo dolce e splendido racconto parla di tante cose che mi stanno a cuore: la solitudine, non subita ma scelta, preziosa, cercata, goduta; il tempo, da vivere densamente, senza la frenesia della continua corsa del quotidiano, in cui stare intimamente con se stessi, dando modo ai pensieri e alle emozioni di decantare; la musica, con la sua capacità di raccontare storie sempre diverse, sempre nuove, a seconda dell’ascoltatore e del momento; la delicatezza, dei sentimenti, delle azioni, delle parole; l’amore, motore pulsante della vita, vissuto, desiderato, atteso, finito, necessario.

Tutto questo attraverso le parole di un uomo di cui non conosciamo e non conosceremo mai il nome, avvolto dalle immagini di Alessandro Papa e immerso nei suoni di Italo Buonsenso.

NO è il nuovo singolo di Bianca Ventura

“No” è il secondo singolo della giovane cantautrice Bianca Ventura, tratto dal suo primo album “Bad Habits” in uscita a maggio 2022.

La canzone, dal sound pop internazionale che caratterizza tutto il progetto dell’artista, scritta insieme a Paolo Gallarati e già disponibile in tutti gli store digitali, parla di vizi: droghe, fumo, alcool, lussuria, non sempre facili da evitare soprattutto quando a proporle è qualcuno che frequentiamo e non vogliamo allontanare.

Bianca:

Il brano racconta proprio questo dissidio e la scelta di non cedere alle tentazioni e prova a farlo con leggerezza, in modo quasi ludico.

Come il suo primo singolo “Mine”, anche “No” è stato scritto da Bianca con la collaborazione del padre all’età di 14 anni e prodotto da Nicolò Fragile.

“Bad Habits”, questo il titolo dell’album di debutto composto tra il 2019 e l’inizio del 2020, rappresenta l’inizio di un viaggio che Bianca ha sempre sognato di intraprendere.

Ogni traccia evoca una sensazione differente e rappresenta il passo di un percorso emotivo che vorrebbe far provare anche ai suoi ascoltatori: partendo da uno spazio vuoto dedicato alla riflessione interiore fino a raggiungere uno stato di estasi ed energia.

La musica è sempre stata il mezzo privilegiato di espressione per Bianca, uno strumento per comprendere sé stessa e il mondo che la circonda; è per lei paragonabile ad un intimo rifugio dove poter affrontare le proprie emozioni e i sentimenti in modo onesto e diretto.

Bianca Ventura

Bianca Ventura

Bianca Ventura: biografia

Bianca Ventura è una giovane cantautrice di 16 anni.

Nata a Milano nell’agosto del 2005, è cresciuta ascoltando brani di The Police, Bon Jovi, Whitney Houston, Alicia Keys, David Foster, nonché artisti italiani tra i quali Laura Pausini e Claudio Baglioni, Tiziano Ferro.

A 11 anni, Bianca compone il suo primo brano in inglese, arrangiato alla chitarra dal padre. Il suo strumento di composizione principale è e resta la voce anche se alcuni brani verranno composti anche al pianoforte. Nel 2020 incide il suo primo album, ancora oggi inedito e in uscita a Maggio del 2022.

I brani che lo compongono sono prodotti da Nicolò Fragile e l’esperienza è intensa e indimenticabile e ha contribuito ad aumentare la sua determinazione e passione per la musica. Prosegue quindi il suo percorso registrando nel 2021 i video musicali dei suoi primi due singoli di debutto

Aminea Winery celebra la primavera con dei wine tour

Il 24 aprile si darà il via all’evento ideato da Aminea Winery per celebrare la primavera. Ogni domenica sarà possibile partecipare agli avvincenti wine tour.

Start ore 11.00 con l’arrivo in cantina e l’accoglienza degli ospiti. A seguire, il trekking tra i vigneti dell’areale per respirare appieno il profumo di questa terra generosa. Si prosegue con il tour in cantina dove gli ospiti potranno degustare il Fiano di Avellino 2020, che prelevato direttamente dalla botte sprigionerà tutti i suoi sentori fruttati e floreali.

Alle 12.30 inizia lo “chic nic”, un pic nic di qualità sulla terrazza con una splendida vista dell’azienda e degustazione dei vini di Aminea Winery abbinati ai piatti tipici della tradizione irpina che sapranno conquistare il gusto di grandi e piccoli.

Aminea Winery

Aminea Winery

Il menu: grissini di pane e focaccia abbinati allo spumante Donna Laura, formaggi tipici come il caciocavallo irpino con pane casereccio, pecorino e confetture biologiche, abbinati all’ Aglianico “Monsignore”.

La novità: L’ ucciolo”, un panino realizzato con l’impasto della pizza, farcito con salumi o verdure di stagione, un cult della tradizione irpina.

Su richiesta è possibile fare il pic nic in vigna. A ogni coppia sarà consegnata una tovaglia, un cestino con il pranzo e una bottiglia di vino.

Un’ occasione unica per immergersi nel verde dell’Irpinia e scoprire i sapori e i profumi di questa terra, in un tour che farà gola a molti.

Del tempo che ho perso è il nuovo singolo dei Mexico86

È un gradito ritorno quello della band Mexico86 la quale, nonostante la pandemia, ha prodotto nuovo materiale per la pubblicazione del secondo album.

Oggi viene rilasciato dalla label INRI il brano “Del tempo che ho perso” un nuovo video singolo dopo gli inediti Non è normale” e “Forse Sbaglio o Forse no”.

Mexico86

Mexico86

Del tempo che ho perso” anticipa l’album in uscita a settembre prodotto presso il Monopattino Recording Studio di Sorrento da Peppe De Angelis e registrato anche da Taketo Gohara.

 La nuova traccia – con il videoclip realizzato da Antartica film – è un’invito a ritrovare se stessi; un trampolino per rituffarsi negli abbracci mancati, tra le luci dei concerti che non fanno più rumore.

Un inno per dimenticare gli anni in cui l’arte è stata sottratta al mondo.

Pompeii Theatrum Mundi al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei

Assurdo e vano è sopra i morti il pianto, dice uno splendido verso di Stesicoro.
E sono parole che si attagliano perfettamente al nostro sentimento di oggi, mentre a due passi da noi, in Ucraina, si contano le vittime di una guerra terribile e assurda, una guerra che, come tutte le guerre, mortifica e offende il sentimento dell’umano.
Ed è proprio al sentimento dell’umano che quest’anno è dedicato Pompeii Theatrum Mundi, al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei dal 17 giugno al 16 luglio, con quattro spettacoli che declinano discipline diverse.
Pompei, con questo festival ideato dal Teatro Nazionale di Napoli, in sinergia con il Parco Archeologico di Pompei e con il Campania Teatro Festival, si propone ancora una volta come luogo di meditazione e di spiritualità, di riconciliazione con il senso della vita al di là della morte, attraverso l’arte, il teatro, la musica, la commedia.
Uno sforzo comune che ogni anno ci consente di raccogliere una grande platea intorno ad artisti di riconosciuto rilievo sui temi cruciali del nostro tempo.

Pompeii Theatrum Mundi al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei

Pompeii Theatrum Mundi al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei

Pompeii Theatrum Mundi: programma

Dal 17 giugno al 16 luglio 2022 al Teatro Grande di Pompei otto serate da trascorrere in uno dei luoghi più belli al mondo sedotti dalla grande danza di Josè Montalvò, dal teatro di Elena Bucci e Chiara Muti, dalla tragedia classica di Jacopo Gassmann e dall’arte di William Kentridge con la Sinfonia N. 10 di Dmitrij Šostakovič:

17 – 18 giugno
GLORIA
coreografia, scenografia, ideazione video Josè Montalvò
produzione Maison des Arts et de la Culture de Créteil
coproduzione Chaillot – Théâtre National de la Danse, Le Channel,
Scène Nationale de Calais (Volet Participatif),
Festspielhaus Saint Pölten
in collaborazione con Campania Teatro Festival

24 – 25 giugno

DUE REGINE
Mary Stuart vs. Elizabeth Tudor
Elizabeth Tudor vs. Mary Stuart
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci e Chiara Muti 
produzione Le belle bandiere in collaborazione con Campania Teatro Festival

29 – 30 giugno
OH THE BELIEVE IN ANOTHER WORLD
un film di William Kentridge
per la Sinfonia N. 10 di Dmitrij Šostakovič
eseguita dalla Luzerner Sinfonieorchester diretta da Michael Sanderling progetto avviato e commissionato dalla Luzerner Sinfonieorchester reso possibile da un contributo della Art Mentor Foundation Lucerna produzione film The Office performing arts + film

15 – 16 luglio
IFIGENIA IN TAURIDE di Euripide
regia Jacopo Gassmann
produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

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