Cultura

A Santo Stefano del Sole l’incontro con Costanza, Santoli e Mario Zamma

Sabato  26 marzo alle ore 18,00 presso la Saletta della Cappella San Giovanni a Santo Stefano del Sole (AV), nell’ambito della manifestazione “Incontri e Confronti” si terrà la presentazione del Libro  Poesiando io (Bertoni Editori) a cura della Fondazione Opus Sociali.

Saranno presenti: il direttore della Fondazione Opus Sociali Gerardo Santoli, il giornalista Enzo Costanza, l’editore Jean Luc Bertoni e l’autore del libro,  l’attore del Bagaglino,  Mario Zamma. 

Mario Zamma: Dopo aver studiato pianoforte al conservatorio “Cimarosa” di Avellino, Zamma viene notato giovanissimo da Lello Bersani, che lo lancia come intrattenitore nella trasmissione televisiva di Rai 1 Prisma, settimanale dello spettacolo.

Incontri e Confronti

Incontri e Confronti

Nel 1986 partecipa a Fantastico, con Pippo Baudo, che lo volle anche a Serata d’onore. L’anno dopo lavora con Gino Bramieri nel cast del G. B. Show, in onda su Canale 5.

Successivamente lega la propria carriera al Bagaglino, in particolare come imitatore (celebre la sua interpretazione di Ciriaco De Mita, ma anche di Antonio Di Pietro e Luciano Rispoli); col tempo diviene uno dei membri più rappresentativi degli spettacoli teatrali, televisivi e cinematografici messi in scena dal gruppo.

Nel 2017 fa parte dello spettacolo teatrale Gran follia con Pamela Prati, Martufello, Matilde Brandi, Manuela Villa e Enzo Piscopo. Nello stesso anno col Bagaglino ritorna in televisione su Canale 5 con lo spettacolo Magnàmose Tutto!, con Martufello, Carlo Frisi, Demo Mura, Morgana Giovannetti, Pamela Prati, Valeria Marini e Enzo Piscopo.

Ha scritto due libri: Malincomico. Poesie dal cuore (2018) e Poesiando io (2021), entrambi per Bertoni Editore. 

Luca Trapanese presenta Le nostre imperfezioni all’Officina Culturale di Roccamonfina

Le nostre imperfezioni (2021) edito da Salani Edizioni è il romanzo d’esordio di Luca Trapanese, che con delicatezza e affrontando il tema del viaggio ci parla di sé e di un doppio viaggio: il cammino di Santiago e quello del cuore.

Oltre al viaggio altri temi affrontati dallo scrittore riguardano la disabilità, la fecondazione assistita e l’omosessualità perché il messaggio di fondo del libro è che sono le nostre imperfezioni ad essere un valore aggiunto rispetto a quello che siamo e che ci caratterizza.

Protagonista de Le nostre imperfezioni è Livio, in apparenza il classico figlio di papà cresciuto nel lusso, cresciuto in un quartiere elegante di Napoli, a Posillipo, in una famiglia unita ma dentro era un vulcano di iniziative imprevedibili, dovute alla curiosità che nutre verso il mondo e da quella voglia di scoprire tutto ciò che vorrebbe.

Livio era sempre stato energico, tutto carattere, volontà, idee. Non si era mai piegato ai desideri di nessuno, dando ascolto a ciò che riusciva a smuoverlo dentro. Alla fine anche i suoi genitori si erano dovuti arrendere, travolti dalla consapevolezza che il vento non si ferma davanti a un muro, troverà sempre il modo per aggirarlo.

Livio, durante il suo percorso e il suo cammino, incontrerà Pietro, un architetto, costretto a vivere su una sedia a rotelle a causa di una grave malattia. Questo incontro gli cambierà la vita, mostrandogli altro.

Luca Trapanese presenta il suo libro all'Officina Culturale

L’autore presenta il suo libro all’Officina Culturale di Roccamonfina

Luca Trapanese: biografia

Luca Trapanese nato a Napoli nel 1977 e attuale assessore al Welfare del Comune di Napoli, svolge da anni attività di volontariato in Italia e nel mondo. Nel 2017 fonda l’associazione A ruota Libera Onlus, realizzando numerosi progetti legati alla disabilità, tra cui la casa famiglia per bambini: La Casa di Matteo. Da sempre single e omosessuale nel 2018 adotta Alba, una bambina con la sindrome di Down, diventando in Italia il primo caso di genitore omosessuale e single che decide di adottare una bambina.

Una storia delicata e ricca di umanità è quella di Luca Trapanese, che presenterà il suo libro e se stesso all’Officina Culturale di Roccamonfina il 26 maggio alle ore 18:00.

Un evento che rappresenta un punto di incontro e di dialogo, per poter parlare di diversità e di coraggio da un punto di vista diverso, forse più umano. Un momento di aggregazione che esula dai classici spunti intellettuali ma ci porta di fronte ad una storia vera e verso una conoscenza e consapevolezza altra di ciò che ci sta intorno e che, molto spesso, facciamo finta di non vedere.

Più stelle che in cielo di Goffredo Fofi

Nell’epoca odierna in cui i «divi» sembrano in via di estinzione e la fortuna delle star di Hollywood è spesso fugace, le stelle del passato risplendono più che mai. Marilyn, Ava Gardner, Ingrid Bergman, ma anche Bruce Lee, Marlon Brando, Peter Sellers: miti di ieri, che brillano ancora ai nostri giorni.

Stilando i ritratti di decine di attori, Goffredo Fofi, lungo le pagine del libro, racconta con ironia e arguzia i miti e i sogni, i disagi e le insicurezze della nostra società attraverso centinaia di film.

Una galleria di gustosi aneddoti e mirabili descrizioni in cui protagonisti del cinema del passato come Massimo Troisi, Anna Magnani, John Garfield, James Dean e Montgomery Clift, escono dalla polvere del grande schermo e tornano in vita.

Li ho visti tutti questi film?
Sì, li ho visti tutti.

Più stelle che in cielo di Goffredo Fofi

Più stelle che in cielo di Goffredo Fofi

Goffredo Fofi: biografia

Nato a Gubbio nel 1937, si è occupato, tra Sud e Nord del Paese, di questioni pedagogiche e sociali.

Ha inoltre collaborato con molte riviste («Quaderni piacentini», «Ombre rosse», «Linea d’ombra», «Lo straniero», «Gli asini» e altre) animando la vita culturale italiana.

Malgrado la vastità delle sue pubblicazioni, la sua opera più apprezzata resta l’inchiesta su L’immigrazione meridionale a Torino (1963).

Tra i suoi libri di cinema, ricordiamo le monografie dedicate a Totò (in collaborazione con Franca Faldini, con la quale ha anche realizzato i tre grandi volumi di interviste su L’avventurosa storia del cinema italiano), a Marlon Brando, ad Alberto Sordi.

Al Trianon Viviani, Cristina Donadio con Capone&BungtBangt e il Solis string quartet

Sabato 26 marzo, alle 21, e domenica 27 marzo, alle 18, il Trianon Viviani – teatro della Canzone napoletana ospita una serata di musica e prosa con Strativari.

Lo spettacolo è un’esperienza musicale e un viaggio dell’anima concepito come una suite musicale e teatrale, composta da otto movimenti con un Prologo e un Epilogo. Otto ritratti emotivi che toccano altrettanti affetti – il ricordo, la passione, il gioco, lo scontro, la fatica, la denuncia, il desiderio, la devozione – esplorati dal punto di vista dei napoletani.

Il titolo, attraverso un gioco di parole, evoca il nome del celebre liutaio e rimanda agli “strati” “vari” che compongono l’immagine di Napoli, caratterizzata da una pluralità di linguaggi, stili, corpi e anime che, forse, non ha uguali altrove.

Diretto da Raffaele Di Florio, che ha anche curato il progetto scenico, lo spettacolo è stato scritto da Stefano Valanzuolo, con citazioni e spunti tratti da opere di Erri De Luca, Sandor Marai, Enzo Moscato, Pier Paolo Pasolini, Roberto Saviano e Raffaele Viviani.

Strativari, “suite” musicale e teatrale con Cristina Donadio, Capone&BungtBangt e il Solis string quartet

Strativari, “suite” musicale e teatrale con Cristina Donadio, Capone&BungtBangt e il Solis string quartet

L’attrice Cristina Donadio condivide il palcoscenico con due realtà musicali apparentemente molto distanti tra loro, ma unite dalla matrice mediterranea: Capone&BungBangt e il Solis string quartet. Di qui il dialogo originale tra strumenti con storie e tradizioni profondamente diverse: dal violino alla “buatteria”, dalla scopa elettrica al violoncello, o dalla viola allo “scatolophon”.

La band Capone&BungtBangt è composta da Maurizio Capone (voce, scopa elettrica e “percussaglie”), Alessandro Paradiso (basso “da ponte”, “scatolophon” e “buatteria”), Vincenzo Falco (percussaglie e “tubolophon”) e Salvatore Zannella (“buatteria” e “percussaglie”). I musicisti del Solis string quartet: sono i violinisti Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, il violista Gerardo Morrone e  il violoncellista/arrangiatore Antonio Di Francia.

Il disegno luci è di Francesco Adinolfi. Il suono di Giuseppe Polito e Massimo Curcio.

Il cinema di Andy Warhol di Adriano Aprà ed Enzo Ungari

Andy Warhol ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo delle arti visive, imponendo un nuovo modello di fruizione artistica volto all’eliminazione in qualsiasi contesto culturale di ogni tipo di cesura tra arte e non-arte: non fa eccezione il cinema e la regia, disciplina in cui Warhol si è rivelato un estremo innovatore, spingendosi ben oltre i confini della mera provocazione e della contestazione dei canoni dell’arte tradizionale e borghese.

Nella presente monografia, gli autori passano in rassegna in maniera capillare il corpus filmico, restituendo – anche attraverso un ragguardevole apparato iconografico – per ciascuna opera un resoconto denso di dati tecnici, testimonianze, note e spunti critici, utili a ricostruire precisamente l’opera registica di Warhol e ad approfondirne lo stile e le più intime istanze creative.

Il cinema di Andy Warhol di Adriano Aprà ed Enzo Ungari

Il cinema di Andy Warhol di Adriano Aprà ed Enzo Ungari

Adriano Aprà: biografia

Nasce a Roma il 18 novembre 1940.

Saggista, storico e regista cinematografico, ha diretto la Cineteca Nazionale ed è stato Associato di cinema all’Università di Roma Tor Vergata.

Ha fondato e dirige il ‘festival espanso’ Fuorinorma.

Tra le sue pubblicazioni: Per non morire hollywoodiani (1999), In viaggio con Rossellini (2006), Breve ma veridica storia del documentario. Dal cinema del reale alla nonfiction (2017).

Come regista ha realizzato Olimpia agli amici (1970) e documentari sul cinema fra cui Rossellini visto da Rossellini (1992) e Circo Fellini (2010).

Ha diretto con Augusto Contento Rosso cenere (2013).

Ha co-sceneggiato La maschera (1988) di Fiorella Infascelli e collaborato a In viaggio nel crepuscolo (2021) di Augusto Contento.

Enzo Ungari: biografia

Nasce a La Spezia il 13 luglio 1948, sotto il segno del Cancro.

Trasferitosi a Roma, comincia a lavorare alla rivista «Cinema e Film».

Collabora negli anni con la rivista «Gong» e scritto sui «Cahiers du Cinéma».

Dirige il Filmstudio 70 di Roma e in quegli stessi anni scrive sceneggiature per Dario Argento (Le cinque giornate), Bernardo Bertolucci (L’ultimo imperatore), Gianni Amico (Io con te non ci sto più) e Walerian Borowczyk (Ars Amandi).

Dal 1970 alla morte pubblica opere di critica cinematografica.

4 sax in concerto per Napoli al Trianon Viviani

Al Trianon Viviani, sabato 19 marzo, alle 21, “4 sax in concerto per Napoli”, l’originale proposta musicale del quartetto di sassofoni Accademia con il pianista Giuliano Mazzoccante.

Il concerto propone le melodie intramontabili della tradizione napoletana.

L’adattamento per il quartetto di sassofoni con pianoforte sottolinea il carattere lirico di queste pagine e consente il dispiegamento di virtuosismi strumentali.

4 sax in concerto per Napoli

4 sax in concerto per Napoli

Gli arrangiamenti sono stati curati dagli stessi membri del quartetto e dalla musicista giapponese Ryota Ishikawa, che, con ironia e passione, ha realizzato un particolare medley, da Torna a Surriento a Funiculì funiculà e Santa Lucia.

Il quartetto di sassofoni è composto da Gaetano Di Bacco (soprano), Enzo Filippetti (contralto), Giuseppe Berardini (tenore) e Fabrizio Paoletti (baritono).

Costituito nel 1984, il quartetto Accademia è considerato a livello internazionale tra i gruppi italiani più attivi nel suo genere, mantenendo sempre la stessa formazione. Ha tenuto più di 1500 concerti in Italia e all’estero, con 80 tournées internazionali. Per la carriera artistica svolta, è stato insignito del premio Scanno.

Anna Dari: prigioniera libera oltre la nebbia

All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria pubblicando prigioniera libera oltre la nebbia, uno straordinario testo autobiografico in prosa e poesia, con la casa editrice Pubme e la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina,
segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione).

Tra narrazione e lirica, il libro racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel
della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione
artistica. Il coraggioso progetto editoriale diventa così una versione rinnovata e più completa della precedente
“Prigioniera libera”, pubblicata a maggio 2019 con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al
Salone internazionale del libro di Torino, ricevendo la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore
Quasimodo”.

Prigioniera libera 2.0 di Anna Dari

Prigioniera libera 2.0 di Anna Dari

Un’opera intensa, di valore poetico‐letterario e al contempo una potente arma di autoguarigione per continuare a combattere il male oscuro, come la stessa autrice definisce la depressione. E di questo Anna Dari vuole dare
forte testimonianza.
Una testimonianza di vita e un progetto artistico partito il 10 luglio 2007 quando, attanagliata da un profondo dolore
morale, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, in memoria del ramo artistico familiare materno (Scordari), si avvicina al
pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto
appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica. È come uno squarcio, nuovi orizzonti si spalancano
nella sua mente intrappolata nel tunnel della depressione.

Da lì un creativo susseguirsi di brani che, partendo da una
matrice classica, approdano con raffinata eleganza a richiami pop, blues, jazz, a seconda dell’ispirazione del momento e
dello stato d’animo, in un variegato e versatile quanto suggestivo stile compositivo.

Il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica, in cui il
pianoforte è protagonista nel suo intimo e suggestivo dialogare, in alcuni casi, con altri timbri strumentali sapientemente
ricercati nell’incorruttibile volontà di spingersi continuamente oltre, “a ricordarci di volgere sempre lo sguardo verso
l’alto, verso la bellezza, verso l’armonia, verso l’amore, verso tutto ciò che sa di vita vera. Oltre l’apparenza, oltre
l’indifferenza, oltre la paura, oltre il muro di nebbia che avvolge di aspre miserie le nostre piccole affannate vite”. È questo
il significato profondo del primo album dell’artista piemontese, nonostante molte altre composizioni ancora inedite
abbiano preceduto dal 2007 ad oggi l’uscita discografica di “Oltre la nebbia”.

La tracklist trova il suo epilogo in “Terre di mezzo”, un brano di struggente attualità con inserti sonori di combattimenti ed esplosioni. Tragicamente attuale, da oriente ad occidente, è dedicato a tutti i popoli che soffrono, dilaniati dalla barbarie della guerra e dalla paura che morde il cuore.
Tra parole che scavano in profondità, versi adamantini e raffinate suggestioni musicali diventate colonna sonora del film
“Il rumore del mare” della regista Enza Lasalandra, seducendo mente e cuore di chi legge e ascolta, questo è solo il suo
risveglio.

La storia di Anna Dari non finisce qui.

Anna Dari

Anna Dari

Anna Dari: biografia

In memoria del ramo artistico familiare materno Scordari, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, si avvicina al pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica: nasce così “Broken heart” (Cuore in frantumi), una composizione dall’evidente sapore blues.

Da lì, misteriosamente, in meno di un anno arrivano tutti gli altri brani composti a mente, senza l’ausilio dello spartito, ed eseguiti ad Asti, Torino, Alessandria, Perugia, Trieste, Piacenza, Lake Como Festival, con grande consenso di pubblico e di critica. Sempre a Torino, presso il teatro Orpheus, in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo 2011, partecipa al concerto “Mozart e le donne”, durante il quale presenta in prima esecuzione nazionale “La forza della vita”, nella versione per piano e orchestra d’archi, e “Una carezza per Chiara”, per violoncello e piano, brano dedicato a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale.
Contemporaneamente scrive una raccolta di poesie dal titolo “Suoni e colori dell’anima”, da cui sono tratti i versi collegati alle singole composizioni.

Attraverso la musica e le liriche Anna Dari racconta, non solo della sua vita in particolare ma dell’universo femminile in
generale, declinato nelle sue tante e preziose sfumature; parla dei bambini vittime di violenza, del profondo senso di solitudine e dolore insito al male oscuro della depressione; racconta anche della potenza della musica e della poesia e del miracoloso potere catartico della creazione artistica, del senso di amore universale a cui la sua anima anela e di come arte e vita siano diventate per lei due facce della stessa medaglia.

Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo. Poi nuovamente l’urgenza di trasformare in musica le proprie emozioni. Nascono i nuovi brani “Assolo” (vincitore l’11 gennaio 2020 al Cet di Mogol del Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo” sezione Musica) e “Sognando il mare”, che segnano per Anna Dari una nuova vena compositiva, più pop, intima e minimale.

Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo con un concerto ad Azeglio sul lago di Viverone e a giugno dello stesso anno con un recital durante la Festa della musica di Torino. Contestualmente avvia il progetto “Dreams and hopes” con il collega cantautore Alessandro Fantino, delle cui canzoni Anna Dari cura gli arrangiamenti pianistici, e il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica.
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria, pubblicando a maggio 2019 “Prigioniera libera” con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino, che riceve la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo”.

Tra narrazione e poesia, lo straordinario testo autobiografico racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione artistica. Il coraggioso progetto editoriale, pubblicato per Pubme come “Prigioniera libera 2.0”, con la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina, segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione), diventa una versione rinnovata e più completa della precedente edizione, per continuare a combattere il male oscuro della depressione. E di
questo Anna Dari vuole dare forte testimonianza.

Oinos…l’oro d’Irpinia: attese le date per l’apertura dei casting

“Oinos…l’oro d’Irpinia”, attese le date per l’apertura dei casting.

Furante la conferenza stampa tenutasi venerdì 18 marzo, sono stati presentati gli obiettivi e confermati i prossimi step per la realizzazione del progetto cinematografico sul soggetto scritto dal regista irpino Modestino di Nenna.

A fine mese saranno ufficialmente comunicate le date dei provini che saranno aperti a tutti e si terranno all’interno dell’Istituto Agrario “Francesco De Sanctis” di Avellino. Un’occasione importante per promuovere la provincia irpina e che intende porre un faro sul vino di qualità, traino per lo sviluppo del settore.

Le audizioni rappresenteranno momento decisivo in cui saranno selezionate persone provenienti da tutta Italia.

Le comparse, invece, saranno valutate da uno staff tecnico, tra i cittadini residenti delle amministrazioni aderenti al progetto cinematografico.

Pietro Caterini

Il primo ad aver già dato la sua adesione, è stato Vittorio D’Alessio, sindaco di Mercogliano, che ha manifestato entusiasmo a voler dare una vetrina al territorio attraverso uno dei mezzi comunicativi più performanti del mondo della comunicazione e dello spettacolo, il cinema. Presenti all’appello, anche il comune di Montefusco e il presidente di ConfIndustria, Emilio De Vizia, e l’importante presenza del presidente Antonio Capone dell’Ordine degli Agronomi di Avellino.

Al termine della produzione, “Oinos…l’oro d’Irpinia”, il film sarà poi processato nei migliori festival di cinema, per poi continuare con la distribuzione nelle sale cinematografiche del film. Inoltre, i diritti del film saranno ceduti e destinati a servizi on-demand nazionali e internazionali come Netflix e Amazon Prime.

Pietro Caterini: video

Il Dirigente scolastico dell’Istituto De Sanctis

A dare i saluti al tavolo dei lavori, il dirigente scolastico Pietro Caterini che ha rianimato l’importanza e la memoria dello scenario cinematografico nella provincia di Avellino:

Il vino è già stato protagonista di un soggetto cinematografico del regista Alfonso Perugini, intitolato“45Good Wine”e che ha fatto già conquistare molti riscontri e conoscere l’Irpinia. Dare un concreto contributo alla nostra provincia, per promuovere il territorio attraverso una trama appassionante e con un soggetto centrale che ci riguarda è un nostro dovere per investire creare nuove opportunità per il turismo delle aree interne.

Sulla scia dell’affermazione del preside della Scuola Enologica di Avellino, il regista Modestino di Nenna, ideatore e promotore di questa iniziativa è intervenuto dicendo:

La collaborazione stretta con l’istituto Agrario è stata immediata. Il nostro è stato un dialogo aperto seguito da una naturale empatia, ed è per questo che è stato subito accolto con il giusto entusiasmo. Coniugare il cinema al territorio è fondamentale. Il vino irpino è un’eccellenza nel mondo ed è un dato indiscutibile. Il film sarà ambientato in Irpinia e sarà nostro impegno mettere in evidenza gli enti e le cantine che hanno creduto alla realizzazione della produzione a cura della casa cinematografica Follower One srl. La Puglia e la Basilicata sono diventate mete ambite grazie a questo tipo di attività, ed è per questo che ci teniamo a proseguire.

A sostenere la visione e le intenzioni di Di Nenna, è stato l’attore partenopeo Antonio Fiorillo che, per la sesta volta, consolida il rapporto di lavoro con l’autore di Oinos:

È grazie a Modestino Di Nenna che ho avuto la possibilità di conosce una terra ancora inesplorata come questa. Far conoscere i paesi e questo è importante. Il cinema riesce a dare un valore aggiunto alla promozione. Saremo a contatto con prodotti straordinari, conosciuti ovunque.

S.T.U.R.G. un progetto di rigenerazione urbana attraverso l’arte

Si svolgerà a Cosenza da Aprile a Maggio 2022 il primo evento del Sud Italia di Rigenerazione urbana e sociale attraverso le arti a servizio della qualità della vita, della bellezza e storicità di un luogo tanto caro alla città.
 
Un modello nazionale di azione che applica le buone pratiche per la sostenibilità ambientale, attraverso la bellezza, l’arte e il coinvolgimento dei cittadini in rete con lintero globo.
 
Il ruolo urbano degli spazi dimenticati assume sempre più nuovi significati e suggerisce alle istituzioni nuovi policies urbanistiche. Nello specifico S.T.U.R.G è un progetto culturale che ha scelto un luogo di pertinenza adiacente ad un luogo simbolo della città calabrese e ha come tramite l’innesco emotivo tra i citizens del passato con quelli del presente e del futuro.
Stairway TUrban Ri-Generation, che richiama il famoso brano dei Led Zeppelin “Stairway to Heaven”, è sostenuto e finanziato nell’ambito della 3^ edizione dell’avviso pubblico Creative Living Lab promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e prenderà forma in unarea adiacente Piazza XV Marzo, una delle più belle del centro storico di Cosenza.
 
La scalinata che verrà rigenerata diventerà un Open Museum collegato virtualmente a tutto il mondo grazie ad una web app dedicata. Saranno allestiti inoltre due spazi per lo spettacolo, costruiti con materiale di risulta, denominati Plastic Theatre”. 
 
Scalinata verso la Rigenerazione Urbana” è metafora di rinascita e innesco di processi di cambiamento attraverso l’azione pratica. Ha l’intento di donare dignità e bellezza ad un luogo simbolo della memoria collettiva di migliaia di studenti e vuole avviare, proprio con loro, un processo di trasformazione.
 
Lobiettivo è restituire bellezza attraverso le arti figurative e plastiche con lutilizzo di materiale di risulta ad un luogo che vive uno stato di degrado. 
 
Il progetto è ideato e coordinato dallAss.Musica contro le mafie e gode del Patrocinio di Comune di CosenzaProvincia di Cosenza e della partnership di Legambiente CalabriaRetake Palermo ed Ecoross srl. Altri partner sono lAccademia di Belle Arti di Catanzaro, il Liceo Classico Bernardino Telesio e l’I.I.S. Lucrezia Della Valle di Cosenza. 
 
L’opera collettiva finale sarà, inoltre, inaugurata da una performance multi-artistica che vedrà fondersi musica, danza contemporanea, fotografia in un esperimento di cinema verticale in diretta. Infatti la comunicazione grafica, video e foto avrà un concept totalmente verticale. Questa inquadratura è un formato tipico dello smartphone ed una nuova e moderna manifestazione visiva del nostro presente. S.T.U.R.G. avrà, quindi, anche lo scopo di consolidare quello che è divenuto un diffuso modulo espressivo. 
 
Tra i  protagonisti di S.T.U.R.G. ci sono la coreografa e danzatrice Marianna Chiarelli, leco music-pioneer Maurizio Capone (leader del gruppo BungtBangt), il direttore musicale Stefano Amato, il direttore grafico e creativo Luigi Naccarato, il regista Giovanni Rodia, le fotografe Chiara G. Leone e Sonia Golemme, ad altri che annunceremo nelle prossime settimane. 
 
Inoltre sarà attivato “Sturg News” un format social di infotainment, rigorosamente in verticale, che farà da finestra virtuale sull’evento. Il format sarà condotto dalla giornalista e blogger Claudia Palermo che si collegherà, da uno studio televisivo di Bologna, con altre città italiane dove ospiti e protagonisti del progetto Stairway To Urban Ri-Generation verranno intervistati e daranno notizie in tempo reale inerenti al mondo dell’eco-sostenibilità.
 
Il format sarà visibile sulle piattaforme social dellassociazione Musica contro le mafie in particolare su Instagram e Tik Tok. 
Il Direttore Scientifico del progetto è Gennaro de Rosa (presidente dellassociazione Musica contro le mafie e dir. Artistico del Premio Music for Change) mentre il coordinamento e la direzione della sezione Arti Figurative e Plastiche per la Rigenerazione Urbana è affidato allartista Alfredo Granata.
 
Il maestro Granata studia presso lAccademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea con una tesi sul grande Alberto Burri, dopo averlo conosciuto. Nel 1986 la RAI gli dedica un programma teso a documentare la sua opera: “la Periferia sperimentale”; pubblica per la collana darte: Canti e Disincanti, la monografia Corpo a corpo”; è invitato aLa raccolta dei mille progetti” presso lAccademia di Francia a Roma, curata da Laurence Bosse, Carolyn Christov – Bakargiev e Hans Ulrich Obrist. Nel 1999 è presente a Dappertutto” 48° edizione della Biennale darte internazionale di Venezia nellambito del progetto Oreste; nel 2016 vince il premio “Geni Comuni ” e nello stesso anno pubblica la sua autobiografia dal titolo Humus sessantaperquarantatrè”. 
Numerosissime le mostre collettive e personali alle quali ha partecipato. Allattività dartista affianca l’organizzazione di eventi darte nel territorio dove vive e lavora. È fortemente convinto che: non è la posizione geografica a determinare solitudini e/o dinamismi bensì sono le periferie e i centri mentali a portare successi e fallimenti nel corpo, nel cuore e nella mente”.
S.T.U.R.G.

S.T.U.R.G.

Dichiara Gennaro de Rosa:
Con S.T.U.R.G. vogliamo spingere il nostro impegno per un futuro sostenibile andando oltre la musica.. In questi anni abbiamo compreso che limpatto con il brutto ed il degrado è stato per molti la vera spinta eco-friendly. Lidea della bellezza e di uno sviluppo sostenibile hanno mosso in noi la voglia e il piacere di impegnarci per un futuro ecologico. La bellezza è un fattore essenziale della sostenibilità, un aspetto irrinunciabile e spesso trascurato. Il bello deve ritrovare il proprio spazio nella nostra vita quotidiana, coniugandosi con lutile. Un’opera multi-artistica che mette al centro lunione di bene e bello, forma e contenuto, etica ed estetica con il supporto di scuole, associazioni, artisti di diverse derivazioni non può che essere la strada, o la scalinata, giusta verso la rigenerazione urbana e sociale.
 
Mentre il maestro Alfredo Granata dice: 
Le città chiedono maggiore vivibilità creando i presupposti di recuperare spazi pubblici e edifici fuori uso devastati dallincuria. Le città mutano insieme allarte che si evolve verso una partecipazione emozionale che spinge lartista visivo a farla uscire dalle gallerie per trasportarla nelle piazze, nei giardini, nelle fabbriche dismesse e nei luoghi pubblici. I valori, che accomunano larte come medium per recuperare spazi urbani dismessi, devono essere necessariamente sempre collettivi. Devono chiedere obbligatoriamente relazioni partecipative a una cittadinanza attiva con il presupposto di migliorare la qualità della vita usando la poesia e la bellezza che solo larte tout-court è in grado di esprimere.

Brussels Jewellery Week: la linea sottile tra l’essere fatti e il divenire

Brussels Jewellery Week mira a celebrare e mostrare il gioiello contemporaneo, una pratica creativa e innovativa che si traduce in un desiderio quasi sistematico di sperimentazione e in una rottura con i codici tradizionali della gioielleria.

MAD, Home of Creators, un luogo contemporaneo dedicato all’arte, alla moda e al design nel cuore di Bruxelles, ospiterà la prima edizione 2022.

Si prevede che saranno presenti oltre 100 designer provenienti da tutto il mondo, mentre in giro per la città gallerie, scuole di gioielleria, collettivi di artisti e studi indipendenti faranno parte di un emozionante tour alla scoperta della gioielleria contemporanea. Conferenze, workshop, performance e molto altro animeranno l’evento di 10 giorni.

Brussels Jewellery Week

Brussels Jewellery Week

inneke?! Qual è l’origine di questa parola piuttosto divertente?

All’inizio del 16esimo secolo, Bruxelles era attraversata dal fiume Zinne, che fungeva da fogna aperta, attirando quindi molti ratti. Per combattere contro questa invasione, la gente di Bruxelles – colloquialmente chiamata Brusseleirs – iniziò ad adottare cani. Questi cani, lasciati a vagare liberamente, iniziarono a mescolarsi e riprodursi e abbastanza rapidamente un numero enorme di bastardi prese possesso della città. Per sbarazzarsi di loro, gli abitanti decisero di annegarli nello Zinneke, un braccio del fiume Zinne. Gli zinnekes erano quindi, in origine, questi piccoli bastardi, senza razza e destinati ad annegare nel fiume.

Per estensione, la parola zinneke è arrivata a denotare in modo peggiorativo gli abitanti di Bruxelles: un mix linguistico e culturale di identità, metà fiammingo, metà vallone, con i loro costumi e la lingua bastarda.

Ma più recentemente, la parola zinneke un tempo ingloriosa ha guadagnato consensi. Ciò che una volta era percepito come bastardizzazione, ora è una specificità riappropriata e lodata, un valore, un appello alla diversità. Più di sei residenti su dieci a Bruxelles sono di origine straniera, rendendo Bruxelles una delle città culturalmente più diverse, cosmopolite e multilingue del mondo!

Bruxelles è come un cane bastardo: mista, resiliente, vivace e non si prende troppo sul serio.

La Brussels Jewellery Week mira a incarnare questa tipica identità di Bruxelles essendo un evento artistico dinamico, gioioso e multiculturale. Un vero e proprio evento zinneke che mira ad attrarre a Bruxelles gioielli contemporanei internazionali.

Ogni creazione è una trasformazione, un divenire, non solo della materia, ma anche dell’artista. Ci viene iniettata l’ispirazione attraverso il soggetto. La materia ci rende migliori. Stiamo diventando costantemente, in corso verso l’esistenza come verso un concetto adulto, una forma finalizzata, anche se non spesso raggiunta.

Quindi cosa stiamo diventando quando creiamo? Il gioiello contemporaneo è un mezzo che ci aiuta a realizzare le nostre trasformazioni? I materiali che usiamo ci cambiano? O cambiamo i materiali?

In Fieri è lo stato esatto in cui l’essere fatto e il diventare si sovrappongono in modo significativo.

Scroll to top