Cultura

Antonio Prestieri si esibirà in un monologo dedicato a Gino Strada

Antonio Prestieri in arte Maldestro, uno degli artisti più apprezzati della scena cantautoriale italiana; torna al teatro e nello specifico sul palco del Piccolo Bellini di Napoli. Come autore, regista e attore si esibirà in un monologo dedicato a Gino Strada, il chirurgo che ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.

Io non sono pacifista” racconta la violenza della guerra. Il viaggio di un chirurgo che – dal Kurdistan al Ruanda, dall’Afghanistan alle zone più minate – ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri. 
Un’analisi profonda e necessaria che spesso vede l’Occidente complice di questa follia contro l’umanità.

Puntualizza Maldestro:

Era un uomo straordinario, di cui sentiremo molto la mancanza. È per uomini come Gino Strada che dovremmo essere fieri di poterci chiamare esseri umani. Anche se il mio personaggio è nato a Napoli e considera le stelle di Procida agopunture che gli risolvono il dolore.

Dichiara Maldestro:

Spesso dimentichiamo che è solo un caso, soltanto un insensato caso essere nati dall’altra parte del mare, aver vissuto nella terra fertile, nel pensiero libero. Facciamo su e giù nelle più grandi metropoli, tra banche e grattacieli credendo di essere dalla parte giusta, nella società migliore. Siamo convinti di stare più avanti di chi ancora è dietro ai muli a trascinarsi la vita pezzetto pezzetto per non darla vinta alla barbarie. 

Continua Maldestro:

Il novanta percento delle vittime di guerra sono civili  Donne, uomini e bambini che del gioco del potere non ne sanno niente eppure continuano a saltare per aria grazie a strumenti di guerra fabbricati proprio nelle città dove noi crediamo di stare al sicuro, nel mondo civile, tra banche e grattacieli. Questo deve farci porre delle domande. Una su tutte: siamo i buoni o i cattivi?

Conclude Maldestro:

Sono passati sei anni dall’ultima volta che ho messo le mani su un copione. Troppi.  La musica mi ha fatto fare viaggi incredibili ma senza volerlo mi ha levato il tempo di vivere di teatro. Ho riflettuto in questi due anni strani, e di soste ai box, e ho capito che era arrivato il momento di ritornare a chiedere la mano del mio più grande amore.  Così ho scritto questo testo e ho dato vita a una nuova compagnia d’arte teatrale. Fluida. 

Si celebrano i 25 anni del museo etnografico di Aquilonia

Con il lancio di un nuovo sito web il MEdA – Museo Etnografico di Aquilonia (Av) celebra il proprio venticinquesimo compleanno. 
Il museo, fondato nel 1996 dal professor Beniamino Tartaglia (a cui è stato intitolato), è cresciuto sotto la guida dell’architetto Donato Tartaglia ed è diretto oggi dall’architetto Vincenzo Tenore. In questi anni non ha mai arrestato la propria attività ed è considerato una delle istituzioni museali più importanti dell’Irpinia, nonché uno dei musei etnografici più rilevanti a livello nazionale.

MEdA 

MEdA

Il nuovo sito è un punto di arrivo per il percorso di profonda innovazione che negli ultimi due anni ha riguardato il MEdA e l’Associazione che lo gestisce. Ed è anche, come sottolinea il direttore Tenore, «un nuovo strumento di cui il Museo si dota per connettersi con un pubblico sempre più ampio».

Conclude Tenore:

Celebriamo il nostro venticinquennale nell’epoca della pandemia – afferma il direttore – ed è doveroso farlo con un’iniziativa in linea con la tendenza dei musei contemporanei, rafforzata dall’emergenza in corso, a far crescere e arricchire lo spazio virtuale accanto a quello fisico: è necessario dialogare con la società in ogni modo possibile.

Oltre al rinnovo dell’apparato iconografico e agli aggiornamenti delle tradizionali sezioni informative, sono stati introdotti nel sito nuovi spazi e contenuti che alimentano l’interattività. In primo luogo il tour virtuale, che sarà arricchito nel corso del tempo ma che è già composto da 16 “scene” corrispondenti ad altrettanti ambienti reali del Museo: l’utente può osservarli via web muovendosi al loro interno a 360 gradi, e vi si può immergere se dispone di smartphone e di un visore VR (realtà virtuale); nelle diverse “scene” può inoltre accedere a informazioni aggiuntive – immagini, testi, registrazioni audio – ricavando complessivamente un’esperienza di grande impatto.

Come sottolinea il prof. Dario Ianneci, che ha realizzato questa sezione, «il tour virtuale ha una grande valenza comunicativa e non solo rappresenta un’anteprima della visita reale al MEdA, che ovviamente sarà molto più completa e ricca, ma serve anche per rivedere il Museo, tornando a scoprire dettagli di ciò che si è visto nella visita in presenza».

Tra le altre novità del sito, la pagina della biblioteca da cui è possibile richiedere le migliaia di testi catalogati, la prenotazione diretta delle visite e le news in continuo aggiornamento, che per la prima volta renderanno il sito un canale di comunicazione vivo sul quale rimanere sintonizzati per conoscere le numerose iniziative che il MEdA ha già in cantiere.

A ribadire l’importanza del nuovo sito è il presidente dell’Associazione che gestisce il Museo, Vito Coppola:

Beniamino Tartaglia e Donato Tartaglia ci hanno consegnato un patrimonio unico, insegnandoci però che questo patrimonio va curato e fatto crescere di continuo, senza mai adagiarsi in comode posizioni di rendita. Il cambiamento, la trasformazione, l’evoluzione – aggiunge il presidente dell’associazione – sono concetti che stanno profondamente a cuore all’esperienza del nostro Museo: per questo il nuovo sito ci lancia verso altri 25 anni di innovazioni nella preservazione della memoria. La memoria è la bussola che ci aiuta a non perderci, ma il cammino deve sempre portarci verso nuove mete, da individuare restando connessi con il pubblico e con la propria comunità, vicina e lontana.

MEdA

MEdA

Sotto la guida dei suoi direttori, il Museo è stato letteralmente costruito dall’intera comunità che ha donato oggetti, racconti, tempo, lavoro e risorse economiche nel corso di cinque lustri: la vicenda del MEdA è quindi un’eccellenza non solo per la qualità, completezza ed estensione del suo patrimonio, ma anche per il modo in cui esso è nato e cresciuto. Dal 2020 l’Associazione ha attivato la possibilità per chiunque di donare il proprio 5×1000 per aiutare il Museo a crescere.

Il nuovo sito web è stato progettato dal web designer David Ardito, professionista irpino con molti anni di esperienza nella comunicazione visuale. Per quanto riguarda i contenuti, è stato curato dall’Associazione per la gestione del MEdA, soprattutto grazie ai contributi di Valerio Coppola e Dario Ianneci. La nuova immagine coordinata del Museo è curata da Angelo Castucci, architetto irpino che opera a Milano e in altre città nella progettazione architettonica, nel graphic design e nell’arte pubblica. Le novità del sito web vengono presentate in video a partire dal 20 dicembre sulla pagina Facebook “Museo Etnografico di Aquilonia Beniamino Tartaglia – MEDA”.

Al Trianon Viviani, un originale “Natale in casa Cupiello”

Giovedì 23 dicembre, lo spettacolo per attore e pupazzi, fedele al testo di Eduardo, a novant’anni dal debutto, apre la programmazione delle festività.

Ad apertura della programmazione delle festività, giovedì 23 dicembre, alle 21, debutta al Trianon Viviani, un originale allestimento di Natale in casa Cupiello, la celebre commedia di Eduardo De Filippo, in occasione dei novant’anni dalla sua creazione, avvenuta il 25 dicembre 1931.

Natale in casa Cupiello

Natale in casa Cupiello

Prodotto da Teatri associati di Napoli/teatro Area Nord e Interno5, sostenuto dalla fondazione Eduardo De Filippo, questo «spettacolo per attore cum figuris», come recita il sottotitolo, ha una messinscena non convenzionale, che vede un unico attore interagire con sette pupazzi.

Ideato da Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, che è anche il protagonista in scena, questo singolare allestimento è firmato da Tiziano Fario, per lo spazio scenico e l’ideazione delle maschere e dei pupazzi, e da Lello Serao, per la regia.

Fedele al testo di Eduardo, lo spettacolo evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale l’attore Luca Saccoia s’immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico «sì» a suo padre, rivive e fa rivivere quel Natale che ci accompagna da novant’anni.

Eccolo, allora, farsi interprete a suo modo di una tradizione, testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo e rendere ripetibile il rito, si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del presepio.

Spiega il regista Serao:

Il presepio è l’orizzonte in cui si muove tutta l’opera, sia in senso reale che metaforico. È l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in un’umanità rinnovata e senza conflitti, ma anche la rappresentazione della nascita e della morte. È il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, la miscela tra passato e presente, un’iconografia consolidata e, al tempo stesso, da destrutturare di continuo. Il presepio si rinnova ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere o non piacere.

I pupazzi sono animati dai manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani e Irene Vecchia. Questo gruppo è stato costituito ad hoc, attraverso un laboratorio di formazione, coordinato da Irene Vecchia, aperto ai giovani del territorio, svoltosi con il sostegno di Campania dei Festival nell’àmbito della rassegna Quartieri di Vita 2020.

All’allestimento hanno collaborato Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo, per il disegno luci, la costumista Federica del Gaudio, e Luca Toller, per le musiche originali. Con loro, Emanuele Sacchetti (assistente alla regia), Ivan Gordiano Borrelli (realizzazione delle scene), Mattia Santangelo (fonica), Paco Summonte (datore luci), Salvatore Fiore (progetto grafico), Francesco Mucci (documentazione video) e Hilenia De Falco (direttore di produzione).

Secondo mini album acustico per la band Napoli Folk Blues

Napoli folk blues vol.2” è il secondo progetto discografico interamente unplugged dei due fondatori del gruppo TheRivatiPaolo Maccaro e Marco Cassese sono rispettivamente cantante e chitarrista della band funk blues partenopea.
Da sempre amanti delle sonorità folk per la prima volta pubblicano brani dal sound minimale, ma da un intenso pathos, utilizzando quasi esclusivamente la lingua napoletana e affrontando tematiche proprie del genere.
L’idea di base è stata la loro voglia di creare qualcosa di originale ma allo stesso tempo classico.

Gli EP “Napoli folk blues vol.1 & vol.2” verranno presentati dal vivo con un concerto esclusivo il
23 Dicembre 2021 
presso Lanificio25 di Napoli.
 ingresso in lista nominale 5€
Prenotazione tavolo con contributo artistico 3 addizionale sul conto
Napoli Folk Blues

Napoli Folk Blues

Dichiara il duo:

Con il Vol.2 chiudiamo il ciclo delle registrazioni fatte durante il lockdown, ma questa volta abbiamo voluto coinvolgere anche il resto dei TheRivati, inserendo contrabbasso, sassofono e percussioni in tracce diverse, e cercando di partire sempre dalla matrice folk blues ma cercando maggiormente la sperimentazione. 

Abitare i colori di Silvia Botti e Massimo Caiazzo

Abitare i colori (2021) è un libro scritto quattro mani da Silvia Botti e Massimo Caiazzo che cerca di spiegare l’immenso e affascinante mondo dei colori.

I colori ci affascinano tutti indistintamente perché sono misteriosi, l’etimologia si ricollega alla radice sanscrita kal da cui il sanscrito kalanka che significa macchia e kala che significa nero.

Il colore è meraviglia e trasformazione ma anche illusione perché dimostrarne l’esistenza scientificamente è impossibile.

La scrittrice

Silvia Botti durante la presentazione del libro Abitare i colori

Come ha affermato Silvia Botti, durante la presentazione del libro che si è tenuta nella suggestiva Cantina Ciani a Mirabella Eclano:

Entrare nel mondo dei colori è un mondo meraviglioso e che, in qualche modo, apre i propri orizzonti perché si entra in un magico, gigantesco e meraviglioso labirinto, che consente di percorrere strade infinite.

Il mondo del colore infatti è un tema affascinante, che coinvolge diversi settori del sapere. Per alcuni sembra poesia ed emozione e per altri è una straordinaria strategia della natura, legata anche alla sopravvivenza degli esseri umani.

Attraverso il colore, ad esempio, la natura trasmette o nasconde informazioni importanti: può esaltare e mettere in evidenza la bellezza  e la potenza di un fiore nella stagione dell’impollinazione o nascondere una preda da un cacciatore, offrendo la possibilità di mimetizzarsi.

Abitare i colori: il libro

Abitare i colori di Silvia Botti e Massimo Caiazzo

Per gli esseri umani non è diverso perché attraverso i colori veicoliamo molte informazioni che riceviamo dall’ambiente che ci circonda.

Dal colore di un alimento riusciamo a distinguerne il grado di maturazione attraverso la vista.

I colori sono un elemento imprescindibile anche per le nostre abitazioni e per ciascuna stanza in cui decidiamo di dedicare un preciso momento.

Durante il lockdown abbiamo compreso l’importanza degli spazi e di alcune stanze come quella da letto che, a volte, è stata utilizzata anche per lavorare e quindi le tinte neutre precedentemente scelte non andavano più bene.

Da questo periodo di chiusura si sono apprezzati maggiormente i colori e la loro fusione a discapito del monocromatico.

L'autore di Abitare i colori

Lo scrittore durante la presentazione del libro

Per Massimo Caiazzo il colore è:

Un elemento fondamentale che può migliorare nettamente la qualità della vita, sapendo utilizzare nel modo adeguato la vasta gamma di colori che abbiamo a disposizione.

Per dare importanza ad un ambiente basta saper armonizzare i colori e curare i dettagli.

Abitare i colori è un libro che cerca di approfondire questo argomento da diversi punti di vista e sfaccettature, senza mai perdere di vista la caratteristica principale: i colori per l’essere  umano e pochi altri esseri viventi non sono altro che un’illusione ottica.

Siamo tutti Migranti: la danza di Andrea Veneri incontra la musica dei KamAak

Siamo tutti Migranti è un progetto audiovisivo del poliedrico regista e coreografo Andrea Veneri realizzato con la collaborazione musicale del duo napoletano KamAak.

La messa in scena di corpi in movimento, caratterizzati da una gestualità frenetica e da movimenti isterici, restituisce l’immagine angosciosa e straziante di un dramma che attraversa la nostra quotidianità e che non può, e non deve, lasciarci indifferenti; e cioè quello dei migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. 
Siamo tutti migranti

Siamo tutti migranti

Il numero dei decessi dei migranti, specie quelli che attraversano il mare o conflitti violenti, è più che raddoppiato nel corso dell’ultimo anno. Lo ha reso noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), la quale ha invitato gli Stati interessati a prendere provvedimenti urgenti.


L’arte, e il modo dello spettacolo, non può assistere in silenzio ed è dunque questo nuovo video-artistico e di denuncia si ha l’intento di veicolare un messaggio ben chiaro: “siamo tutti in movimento…siamo tutti migranti”.

Un messaggio che è rivolto agli Stati Europei, ed a tutti coloro che sono in qualsiasi modo coinvolti, ai quali si chiede di adoperarsi nella gestione dei flussi migratori facendo uso di sensibilità e umanità. Lo spostamento è difatti un gesto insito nella natura dell’uomo ed è dunque nostro dovere tutelarlo, come è nostro compito preservare il diritto alla vita di colore che sono costretti, o per volontà, a migrare. È necessario garantire loro il diritto ad avere dei sogni e un futuro migliore.

Dentro il presepe. Immagini e suggestioni

Sabato 18 dicembre 2021, alle ore 18.30, nella Cripta del Duomo di Avellino, si inaugurerà la mostra Dentro il presepe. Immagini e suggestioni, progettata da Carmine De Angelis, organizzata da De Angelis Art e dalla Diocesi di Avellino. All’inaugurazione dell’evento, patrocinato dal Comune di Avellino parteciperà Mons. Arturo Aiello (Vescovo di Avellino), Gianluca Festa (sindaco del Comune di Avellino), Giuseppe Pescatore (sindaco del Comune di Fontanarosa), Angelo Giusto (autore della pubblicazione Il presepe di Fontanarosa, De Angelis Art).
Dentro il presepe. Immagini e suggestioni

Dentro il presepe. Immagini e suggestioni

Il senso della mostra Dentro il presepe. Immagini e suggestioni è sottinteso nel titolo: con questa esposizione si vuole proporre una riflessione sul presepe, sul suo significato intrinseco e soprattutto su cosa ci dice quel racconto che è il presepe; si è focalizzata l’attenzione su alcuni particolari utili alla comprensione della simbologia della rappresentazione. Per guidare il visitatore in questa riflessione è stata allestita – grazie all’ospitalità del parroco don Enzo – nella Cripta del Duomo di Avellino una mostra fotografica con alcune immagini della pubblicazione Il presepe di Fontanarosa, con immagini del Presepe napoletano e con manufatti di arte presepiale del Museo Abbaziale di Montevergine, dell’Amministrazione Provinciale di Avellino, della Parrocchia di San Nicola Maggiore, Fontanarosa (AV), di Vincenzo Saccardo e di Bhumi Ceramica.
Rappresentazione tra le più significative della religione cristiana, il presepe è il risultato di una lunga stratificazione di forme e contenuti, eterogenei per provenienza religiosa e culturale, i cui principali e irrinunciabili elementi costitutivi sono profondamente influenzati da scritture apocrife, esegetiche e leggendarie, più che dalla stringata narrazione evangelica. Dietro le statuine che animano la scena della Natività residuano dispute teologiche, tradizioni, interpretazioni, significati, assimilati nel patrimonio mitico e religioso cui fa riferimento il presepe ecclesiastico e, in misura maggiore, quello popolare. Personaggi, animali, miti e simboli, nati sotto la spinta di specifiche esigenze dottrinali, che nel corso dei secoli acquisiscono una loro sacralità e che conferiscono al presepe la poeticità, il fascino e la magia che giustificano, in parte, la sua indistinta diffusione tra credenti e laici.
Erberto Petoia

Campania Book Fair ad Avellino

Inizia sabato 18 il Campania Book Fair, la IX Edizione della mostra itinerante di libri promossa da Arturo Bascetta Editore di libri, con il contributo della Regione Campania, che si abbina al Premio Penne Sport e Cultura in collaborazione con il CONI di Avellino, ultima tappa irpina a completamento del Festival dei Due Principati 2021, iniziato a Torino e che ripartirà il 3 gennaio da Benevento con la nuova edizione di Stregarti.Si parte al Circolo della Stampa di Avellino, prestigiosa sede culturale, dove, alle 10, ci sarà l’appuntamento con le case editrici ospiti di ABE. Giovanna Scuderi presenta il libro di Amalia Leo.

La manifestazione prosegue con Gaetana Aufiero, Gaetano Calabrese, Vera Mocella e Luigi Maria Pilla. Alle 17, la rassegna ospita “Ebbridilibri”, l’Associazione presieduta da Marina Siniscalchi, e con “Il Bucaneve” di Maria Ronca. Saranno ospiti di ABE il Comune di Grottolella, con l’Assessore alle Pari Opportunità. Sarà infatti presentato il libro “Terraferma”, di Marianna Morante. Dalle 10 alle 18 c’è l’esposizione dei lavori a cura del Laboratorio del Carcere di Bellizzi Irpino, che ha realizzato il progetto di Vitrizia, finanziato dal Garante Campano dei Detenuti, Samuele Ciambriello.

Domenica 19, alle 10, al via l’esposizione dei 1000 libri sulla città capoluogo e sull’Irpinia. Interessante l’indagine sull’evoluzione del toponimo Irpinum- Arpinum. Alle 17, a Napoli, ABE punta i riflettori su “I Divi della Canzone Comica” presso il Teatro Cortese, ispirato al fortunoso volume della collana ABE dell’Almanacco della Canzone Napoletana a cura di Antonio Sciotti.

Campania Book Fair

Campania Book Fair

Lunedì 20, alle 10, al Circolo della Stampa, i giornalisti sportivi sono attesi per il IX Premio Penne ABE Italia: Autori e Sportivi dell’Anno e MEMORIAL “ Giacomo Del Mauro”, per l’assegnazione delle benemerenze del settore cultura e sport, in collaborazione con il CONI provinciale guidato da Giuseppe Saviano. Sono previsti premi per sportivi e giornalisti. Alle 17 si riparte da storici e professori, “Il mondo classico di Enea, Orazio e Virgilio”, con le dissertazioni  diVirgilio Iandiorio, Teresa Zeppa, Emilio Dell’Orfano e Pellegrino Caruso, moderati da Stefania Marotti.Alle 18, le “Letture del Teatro d’Europa”, con Angela Caterina, seguita dalla presentazione di “Leo Brandi, il comico “cafone” di Carlo Maria Todini, fra gli autori ospiti.

Martedì 21, alle 10, l’esposizione di testi di Campania, Puglia e Lucania, – Libri sul Mezzogiorno. Libri in mostra, libri in vendita, a cura della libreria Russomanno. Alle 17, Autori ABE. Arbereshe, Meridione e Meridionalismo”, di Luigi Mainolfi, Seguirà tavola rotonda con M. C. Della Pace, V. Iandiorio e la presidente di Archeoclub Ilenia Doria. Seguirà la presentazione del libro di Antonio Sasso “Tanto da grande farò il nonno”, a cura di Paolo Matarazzo.

Mercoledì 22, esposizione sui Comuni dell’ex Principato Ultra e Tutti i Libri sul Sannio. Libri in mostra e libri in vendita, a cura di ABE, promozionerà per tutta la durata della mostra anche libri di storia locale a dieci euro.Alle 17,00, presentazione di “Per ultimo l’amore”, di Michele Vespasiano.Alle 18,il Premio Personaggio dell’Anno: Gianni Festa ricorda il dottor Gennaro Bellizzi, nel 34° della casa editrice ABE. Al termine, distribuzione delle copie gratuite sulla storia di Avellino nel Rinascimento e strenne natalizie.

Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico

Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico (La Ruota edizioni) di Silvio Coppola è un’opera a metà tra il genere urban fantasy e il romanzo storico, ambientata nell’affascinante Venezia in varie epoche, tra il 16esimo secolo e la nostra contemporaneità. È l’avventurosa storia di un ragazzino, Daniel, che scopre di avere un ruolo importante nella cruenta guerra che sancirà l’evoluzione della razza umana o la sua sconfitta.

Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico di Silvio Coppola è il primo volume di una saga urban fantasy che narra di un’incredibile avventura, tra viaggi nel tempo e creature magiche che provengono da miti e leggende mistiche. Ricca di citazioni storiche e letterarie, la trama si snoda avvincente attraverso diversi periodi storici, mentre si dipinge il dettagliato ritratto di una Venezia magnificente e misteriosa.

Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico: la trama

Daniel è il protagonista della vicenda: è un ragazzino di undici anni dall’aria impertinente e sognatrice, molto impulsivo e intelligente; la sua famiglia possiede da generazioni una libreria nella città lagunare – la “Libreria Antiquaria Dickens” – in cui si conserva e si tramanda uno dei beni più preziosi del genere umano: la cultura.

Cresciuto tra le citazioni ad autori latini del nonno, l’amore per la musica della madre e quello per la letteratura del padre: non stupisce quindi che sia molto acuto e colto e che sia diverso dai ragazzini della sua età, che certamente non trascorrono il loro tempo a riflettere sulle opere di Charles Dickens o di qualche filosofo greco. Daniel è però ancora più distante dai suoi coetanei di quello che pensa: un giorno scopre di avere dei grandi poteri mentali e di essere il Prescelto, colui che dovrà fronteggiare la Setta comandata dal perfido Natal Teid, Sacerdote Supremo di Venentide, che vuole recuperare il testo di Fra’ Luca Bartolomeo de Pacioli dal titolo “De Occulta Mathematica”, contenente segreti fondamentali per l’umanità, e vuole sconfiggere i Guardiani del Tempo per rifondare la perduta Atlantide e dominare la razza umana.

Aiutato dalla sua famiglia e da una serie di fidati alleati, come i suoi tre amici con cui ha creato la società segreta “Compagnia del Lumen Magico” e diversi personaggi provenienti dal passato come Giacomo Casanova e la cortigiana e poetessa Veronica Franco, Dante si imbarca in una pericolosa avventura tra segreti inviolabili ed enigmatiche pergamene, tra coraggiosi sacrifici ed epiche battaglie.

Daniel Dante è un ragazzino di 11 anni, rampollo di una stirpe di librai veneziani. Ha tre amici inseparabili, con cui, per gioco, ha fondato la Compagnia del Lumen Magico. Lui non sa di avere poteri eccezionali, ma lo scoprirà con l’arrivo dal passato dell’affascinante Veronica Franco, poetessa e cortigiana del ’500 che gli svelerà di essere il Prescelto.

Daniel avrà, infatti, il compito di guidare l’umanità a livelli superiori di conoscenza e di ritrovare il “De Occulta Mathematica”, il testo di un matematico del ’400 misterioso e apparentemente introvabile che, una volta recuperato, lo aiuterà nella sua missione. Il giovane Prescelto non sarà solo in questa avventura ma, oltre ai suoi amici e familiari, arriveranno in suo aiuto dal passato altri Guardiani del Tempo, tra cui, Casanova e Vivaldi.

Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico: recensione

Silvio Coppola: biografia

Silvio Coppola è nato a Salerno. Musicista, scrittore, giornalista e conduttore radiofonico, è stato redattore per riviste specializzate di computer music, ha suonato nei migliori locali e piano bar della Campania e ha collaborato con il grande batterista napoletano Tullio De Piscopo, con cui ha composto due canzoni.

Attualmente, racconta storie di artisti e di canzoni sul “Blog della Musica” e produce un programma radio trasmesso da diverse emittenti. Nella sua vita parallela è laureato in Giurisprudenza ed è stato prima Ispettore Superiore della Polizia di Stato, poi Funzionario giudiziario presso il Tribunale di Salerno. “Daniel Dante e la Compagnia del Lumen Magico” è il suo primo romanzo fantasy, per cui l’autore ha scritto musiche originali reperibili su tutte le piattaforme digitali.

Manu Delago in concerto per la prima volta a Napoli

Manu Delago è un musicista austriaco, di base a Londra, che ha suonato in prestigiose venue in oltre 50 paesi, sia con il suo progetto che in tour con artisti del calibro di Björk ed Olafur Arnalds, oltre a collaborare con la London Symphony Orchestra.
Il suo concerto oscilla tra
percussioni ed elettronica che esplora ed integra i suoni della natura con i moderni rumori industriali.

Il suo obiettivo è creare musica sostenibile. La sua forte attenzione al rispetto dell’ambiente, ed alla sostenibilità, l’ha dimostrata e messa in atto lo scorso mese. Infatti con una bellissima avventura da lui ideata ha percorso oltre 1.500 km in 35 giorni realizzando il ‘ReCycling Tour’: 18 concerti in Europa dove l’artista, e la sua band, si sono spostati da un paese all’altro attraverso speciali biciclette create appositamente in modo che, attraverso la pedalata, si ricaricassero i pannelli solari posti sulle bici, che hanno poi alimentato la strumentazione per i live, a dimostrazione che la sostenibilità è possibile.

Manu Delago 

Manu Delago

Maestro dell’handpan (strumento a percussione a forma di disco volante) riconosciuto in tutto il mondo, Manu Delago ha pubblicato il 24 settembre ‘Environ Me’ (One Little Independent Records/Bertus), il nuovo album che, tra percussioni ed elettronica, rappresenta un’esplorazione dinamica e commovente che sfrutta il meglio dello spirito avventuroso dell’artista. ‘Environ Me’ contiene suoni registrati direttamente dal rumore della natura, un viaggio audiovisivo accompagnato da una raccolta di filmati realizzati con maestria.

Ogni traccia rappresenta anche un elemento diverso e contiene un proprio concetto ispirato e individuale, che varia dall’uso della fauna selvatica, del fuoco e dell’acqua all’acciaio artificiale, agli ingranaggi, al velcro e altro ancora.

Manu Delago anche dal vivo invita ad un’avventura multisensoriale, un’esperienza intrigante che si evolve costantemente nel corso dei suoi brani, attraverso l’elettronica e l’ambient, portando con sé un importante messaggio ambientale.

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