Cultura

Terra di Madonne: il nuovo album di Fede ‘N’ Marlen

Esce oggi il terzo capitolo discografico di Federica Ottombrino e Marilena Vitale.
Terre di Madonne“, questo il titolo del nuovo album del duo Fede ‘N’ Marlen, è pubblicato dalle label FullHeads & AreaLive con distribuzione fisica di Audioglobe e digitale a cura di Believe.

Animo gipsy e cosmopolita caratterizzano l’approccio artistico del duo che fa del cantautorato napoletano la propria cifra stilistica, substrato delle altre lingue utilizzate, italiano, spagnolo e francese.
Le nove tracce che compongono la tracklist sono prodotte artisticamente da Massimo De Vita e mixate da Paolo Alberta (Negrita, Roy Paci, Edoardo Bennato, Ligabue) mentre la produzione esecutiva è a cura di Luciano Chirico. Ospite speciale al contrabbasso è Ferruccio Spinetti che suona magnificamente nel brano “Malafemmena” che in occasione del suo 70° anniversario viene rivisitata e cantata in spagnolo in un sentito omaggio al Principe De Curtis.

Appuntamenti live

“Terre di Madonne” verrà presentato dal vivo con due showcase a Napoli:
presso la libreria SparkHub venerdi 17 dicembre (inizio ore 19.00)
e presso Fonoteca lunedi 20 dicembre (dalle 18 alle 19:30)
L’ingresso è consentito con green pass – Posti limitati

Terre di Madonne di Fede 'N' Marlen

Terre di Madonne di Fede ‘N’ Marlen

Il titolo “Terra di Madonne” è un esplicito riferimento alla loro città: Napoli. Oltre cento edicole votive, nicchie sacre, hanno per decenni illuminato le strade, i vicoli, avvicinando il divino alla terra. Il duo ha ricevuto innumerevoli stimoli dalla propria città, sviluppando una spiccata sensibilità alla scrittura dei testi con la volontà di raccontarsi e raccontare.

Le loro canzoni si fondano sul desiderio di dare visibilità a storie troppo spesso inascoltate. La responsabilità che si assumono in prima persona di non nascondersi, affermando attraverso le loro scelte da che parte stare, è la loro modalità per incoraggiare gli altri a fare lo stesso.

Nei brani di Fede ‘n’ Marlen si parla di migranti, diritti LGBTQ+ e legami umani. Si parla della bellezza degli idiomi come contaminazione culturale; si racconta il Mediterraneo e la sua cultura millenaria che ci rende tutti fratelli e sorelle. Non ultima la tematica dell’identità sessuale, argomento alle quali sono sensibili, che non viene separata da quella delle discriminazioni verso i migranti.

Dichiarano Fede ‘n’ Marlen:

Nei nostri brani, si parla di migranti, diritti LGBTQ+ e legami umani. In ‘Io sono confine’ ci si domanda se il viaggio nel Mediterraneo, compiuto dai migranti per scappare dalle loro terre, non debba essere nel verso opposto, per riappropriarsi dell’umanità perduta nel progresso. In egual misura ci si domanda come possa la società, di cui le famiglie sono le fondamenta, condannare una persona solo perché manifesta la sua naturale inclinazione identitaria, come in ‘Fantasma’ e ‘Calpestami’.

Frida Kahlo: record di presenze e sabato 18 presentazione libro

Un vero tributo di ammirazione a Frida Kahlo, quello registrato sino ad oggi, da parte dei visitatori dell’esposizione dedicata all’artista messicana in corso a Palazzo Fondi di Napoli. In soli tre mesi la mostra Frida Kahlo – Il Caos Dentro ha già registrato presenze record per oltre 45mila visitatori e sabato 18 dicembre, nella stessa sede, sarà presentato il libro “Frida Kahlo – Strappi, voli e bizzarrie. Una vita oltre” della scrittrice Valeria Biotti.

Così la giornalista romana, autrice dell’opera, descrive Frida Kahlo e racchiude nelle 224 pagine un’inedita chiave di lettura sul personaggio femminile più estroso, intrigante e bizzarro del Messico:

 Amore e vendetta. Politica e arte. Sogno, incubo. E una surrealtà che per Frida non è altro che l’ambiente naturale della propria percezione del mondo. Una chiave inconsueta per raccontare l’immaginario, le passioni, gli strappi e i voli di un’artista straordinaria. L’animo di una donna spezzata e orgogliosa che, nelle sue battaglie, trova un equilibrio dinamico, vorticoso e perfetto.

L’incontro della scrittrice con i visitatori della mostra è fissato per sabato 18 alle ore 17.00 e prevede un biglietto al costo di 25 euro che consente: l’ingresso alla mostra, la visita guidata a cura della guida abilitata, l’incontro con l’autrice Valeria Biotti e in regalo il libro autografato. Iniziativa a numero chiuso con prenotazione solo on line.

Intanto la mostra, in vista delle festività di Natale, Capodanno e dell’Epifania, cambia orari ma non chiude.

Frida Kahlo: mostra interattiva

Frida Kahlo in mostra a Napoli

Orari della mostra: periodo natalizio

A dicembre questi gli orari d’ingresso:

Venerdì 24 –   dalle ore 09,30 alle 18,30 (ultimo ingresso un’ora prima)

Sabato 25 –     dalle ore 15,00 alle ore 21,00 (ultimo ingresso un’ora prima)

Domenica 26 – dalle ore 09,30 alle ore 21,00 (ultimo ingresso un’ora prima)

Venerdì 31 –   dalle ore 09,30 alle ore 18,30 (ultimo ingresso un’ora prima)

 

Mentre per le festività di gennaio questi gli orari di ingresso:

Sabato 1 –       dalle ore 10,30 alle ore 21,00 (ultimo ingresso un’ora prima)

Giovedì 6 –     dalle ore 09,30 alle ore 21,00 (ultimo ingresso un’ora prima)

Tra le iniziative rivolte ai visitatori anche quelle collegate al bookshop, infatti per chi acquista i gadget dell’esposizione, con una spesa superiore ai 25 euro, scatta uno sconto del 30%.

Strane Coppie – Tell The Music: ultimo appuntamento

Aperta ad ottobre con  I fiori del male di Baudelaire, la rassegna di letteratura “Strane Coppie” si chiude giovedì 16 dicembre con “Fiori minimali”, un appuntamento interamente dedicato agli esercizi di stile di Raymond Queneau e Georges Perec.

Alle 18.30, presso il Monastero delle Trentatrè a Napoli (via Armanni, 16 su prenotazione: info@lalineascritta.it) e in diretta Facebook sulla pagina Lalineascritta, ne parleranno insieme ad Antonella Cilento, la traduttrice Maria Sebregondi e Raffaele Aragona,  tra i fondatori dell’ OpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale), ospiti  insieme all’attrice Marcella Vitiello, alla cantante Gabriella Rinaldi e al gruppo Ferraniacolor per delineare un originale percorso, che unisce i due grandi scrittori francesi alla produzione musicale di Steve Reich, Soft Machine e Nino Ferrer.

Strane Coppie – Tell The Music

Strane Coppie – Tell The Music

Ogni singolo gesto, ordinario, quotidiano, si ripete di continuo.

La ripetizione racconta, la ripetizione varia, la ripetizione articola storie. Quante variazioni, quanti esercizi di stile sono possibili in letteratura e in musica? Si può giocare con le parole, innovando il linguaggio, come si possono ricombinare le parole: è quel che accade nell’opera, amatissima, di Queneau, dove gli esercizi di stile diventano vortice evocativo, e in quella sempre riscoperta di Perec, dove la vita e le sue istruzioni per l’uso, come recita il titolo del suo romanzo maggiore, si intrecciano alla ricerca del suono del nostro tempo.

Negli stessi anni anche la musica segue procedimenti analoghi: accade a Steve Reich, ai Soft Machine, con le loro canzoni alfabetiche e patafisiche, al popolare ma raffinatissimo Nino Ferrer.

La tredicesima edizione di Strane Coppie, quest’anno intitolata Tell the music e dedicata al fitto intreccio tra musica e parole, è stata organizzata da Lalineascritta Laboratori di Scrittura, con il sostegno di Banco BPM. Nonostante le limitazioni anti-Covid, che hanno regolato il numero di ingressi e impedito la realizzazione di appuntamenti anche in altre città, la manifestazione è stata molto seguita, confermando la partecipazione e l’interesse del pubblico con circa mille presenze in totale.

La rassegna “Strane Coppie” è stata realizzata anche grazie alla collaborazione di: Instituto Cervantes Napoles, libreria Ubik di Napoli, Onlus L’Atrio delle Trentatrè, strutture ricettive Chiaja Hotel e B&B Dei Decumani.

Tutti gli incontri saranno successivamente editati in LIS Lingua Italiana dei Segni e resi disponibili online.

Gli incontri sono organizzati nel rispetto delle normative anti Covid vigenti.

Orario: 18.30

Luogo: Monastero delle Trentatrè – Sala Maria Lorenza Longo – Via Armanni, 16 – Napoli

Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti consentiti

Al Trianon Viviani l’omaggio a Sergio Bruni con Rai 1

Un nuovo evento speciale con Rai 1, dedicato a Sergio Bruni, e l’antica favola partenopea di Colapesce, riproposta in commedia musicale, sono gli appuntamenti della prossima settimana di programmazione del Trianon Viviani.

Per accedere in teatro è obbligatorio il possesso del super green pass (detto anche “green pass rafforzato”) e l’uso della mascherina.

Serata d’Onore Sergio Bruni 

Serata d’Onore Sergio Bruni

Serata d’Onore Sergio Bruni – Giovedì 16 dicembre, alle 21, il teatro della Canzone napoletana e la rete ammiraglia della Rai celebrano il centenario della nascita del cantante, definito «‘a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo, con la Serata d’Onore Sergio Bruni. Rai 1 trasmetterà la registrazione il 1° gennaio prossimo.

Scritta da Marisa LauritoSalvatore Palomba e Giorgio Verdelli, la Serata ricorda e racconta l’Artista anche a un pubblico meno attento alla grande storia della canzone napoletana.

A introdurla l’orchestra diretta da Vince Tempera, con una fantasia di celebri canzoni di Bruni (da Vieneme ‘nzuonno a Il mare), mentre scorrono immagini pubbliche e private.

Marisa Laurito, che fu una sua allieva, conduce il racconto, tra documenti d’epoca, fotografie, filmati e una serie di esibizioni del repertorio più interessante di Bruni, tra cui Tosca (Graziella), Raiz (Palcoscenico), Andrea Sannino (Amaro è ‘o bene e Maruzzella), Enzo Gragnaniello (Indifferentemente), per terminare con Napule doceamara di Raiz e Fausta Vetere della Nccp. Tony Esposito interpreta, insieme con la compagnia Stabile della Canzone napoletana, una versione spettacolare della celebre Rumba d’ ‘e scugnizzi (“Rumba scugnizza”) di Raffaele Viviani, arrangiata da Pino Perris, che dirigerà anche Irene Scarpato in Scètate. Tra le testimonianze, Renzo ArboreEnzo Avitabile, che racconta l’incontro con Bruni ed esegue una versione esclusiva di CarmelaRoberto De Simone e Adriana, figlia del maestro.

Con la produzione delegata Rai di Eleonora Iannelli, la regia teatrale è di Bruno Garofalo, quella televisiva di Barbara Napolitano.

Colapesce, oltre la leggenda

Colapesce, oltre la leggenda

Colapesce, oltre la leggenda – Sabato 18 (alle 20:30 e alle 22) e domenica 19 dicembre (alle 18 e alle 19:30), la Bazzarra presenta questa commedia musicale di Angelo Ruta, con le musiche di Baraonna e la regia di Pietro Pignatelli.

È la storia antica di Nicola, o Cola, detto “Colapesce” per la sua grande abilità di muoversi nel mare. Una leggenda – di cui esistono varie versioni: la prima testimonianza risale al XII secolo – all’insegna dell’amore assoluto e sincero per il mare.

A latere della rappresentazione teatrale, la mostra dell’artista livornese Stefano Pilato, che realizzerà live in teatro un’opera, dedicata a Colapesce e al mare, utilizzando i rifiuti raccolti dall’associazione Plastic free sul litorale napoletano e puteolano alla vigilia delle rappresentazioni, preceduta dall’intervento introduttivo di Movimento Blu, che sensibilizzerà il pubblico sul diritto all’accesso all’acqua, all’ambiente come beni comuni e diritti universali e inderogabili.

In locandina, Alessandro D’Auria, nei panni di ColapescePietro Pignatelli è ‘o ReAngela De Matteo la Madre di ColaEnzo Attanasio il CantastorieFrancesca Colapietro Ricciola e Diletta Bone Acanfora Pezzogna.

Il pittore delle aree interne Fernando Alfonso Mangone racconta il cambiamento climatico

Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone, in arte Alfonso, nasce nel 1958 ad Altavilla Silentina, un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi.

Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.

Afferma Fernando Alfonso Mangone:

Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia?  Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza.

I quattro elementi, l’acqua, la terra, il fuoco, l’aria vengono trasformati attraverso la passione che il Maestro Alfonso Mangone interpreta con i suoi colori psichedelici.

Un innamorato del Rinascimento che, ammirando i grandi del passato, trasfigura la loro lezione nel tripudio di colori che sono la gioia della vita, attraverso la sua esperienza sullo studio del mito e l’emozione del Rock. Le sue opere sono l’espressione di una persona semplice, umile, i colori solari e caldi trasmettono serenità.

L’arte, un messaggio all’umanità per narrare la bellezza del creato.

 Racconta così la sua arte, il pittore salernitano mentre apre ad un pubblico di esperti d’arte, curiosi e giornalisti, il suo museo privato sito nell’antica Tenuta Forcella a Buccino, dove ha realizzato in una performance live di vernice a colori fluorescenti e fosforescenti, a suon di musica disco, un murale dedicato ai cambiamenti climatici “Lo scioglimento dei ghiacciai e il triste destino dell’orso polare”.

La visita nella galleria d’arte allestita nel museo M.A.M. dal maestro Mangone, è un vero e proprio viaggio nella storia, nella musica, nello sport e nella cultura degli Stati di tutto il mondo, dove la pittura racconta storia e bellezza.

Fernando Alfonso Mangone

Fernando Alfonso Mangone

I suoi dipinti seguono la narrazione dei luoghi dove è stato e dove ha vissuto da nomade: Berlino, Rotterdam, Parigi, Londra, Amsterdam. E ancora Venezia, Milano, Roma, per poi tornare a casa, ad Altavilla Silentino, nel Parco del Cilento.

Mito e futurismo si incrociano. David Bowie dialoga con Michelangelo, mentre il Sommo Poeta Dante rivive in versioni molto più simili alla pop art. Gli archetipi del racconto mitologico, i grandi ritrovamenti dell’antica Volcei, il Tuffatore di Paestum che si trasforma in una “Tuffatrice”, i grandi incendi dei boschi che distruggono al vita, i miti della contemporaneità come Diego Armando Maradona. E ancora Caravaggio, Giotto, Leonardo, Andy Wharol, Masaccio in una celebrazione espressionistica astratta, in cui contemporary art, urban e street style si contaminano. A dominare lo sguardo, sempre, è il colore, che avvolge e trasuda dalle pareti del M.A.M.

Conclude Fernando Alfonso Mangone:

Tutto è arte. Anche lo spettatore diventa arte, fulcro della prospettiva. “Perché un museo tra gli Alburni? Perchè ho vissuto alla grande La vita è piena di energia, è rock emozionale. Ora voglio mettere a sistema questa vita sregolata e farla diventare visiva, oltre la follia. È la mia grande scommessa rock’n’roll. 

Bellezza. Dobbiamo creare bellezza, positività, andare avanti. Il passato è passato. Io vado avanti.

Living in shadows and light di Fabiana Martone

È la label newyorkese Inner Circle Music a pubblicare “Living in shadows and light” terzo lavoro discografico da solista di Fabiana Martone la quale ci introduce nel magnifico mondo jazz-cantautorale.

Ad anticipare la pubblicazione di “Living in shadows and light” è stato il brano “In France they kiss on main street” supportato anche da un videoclip registrato live-in-studio.

La voce dei Nu Genea ha sviluppato da anni una grande passione per Joni Mitchell tanto da poter dire che la sua formazione musicale passa attraverso le sue produzioni ricche di jazz, blues e folk. Così nasce l’idea di omaggiare la cantante canadese da molti considerata la cantautrice più importante e influente della storia del folk e rock.

cover Fabiana Martone

cover Fabiana Martone


Living in shadows and light” è un mini album di 7 brani interamente dedicato alle produzione di fine anni Settanta della Mitchell: in questo periodo si avvicina al jazz e suona con i migliori musicisti della scena americana.


Racconta Fabiana Martone:

Ho registrato una selezione di sette brani scegliendone alcuni tra più significativi del repertorio jazz di Joni . E in modo fluido e naturale ho raccolto sensazioni e suggestioni attorno a queste canzoni fino a quando ho deciso di chiamare il mio album “Living in shadows and light” per sottolineare come ho vissuto negli ultimi mesi della mia vita, guidato dalle parole di Joni e dal suo inconfondibile suono.
Ho anche provato a reinterpretare i brani attraverso arrangiamenti realizzati in collaborazione con i musicisti con i quali ho condiviso questi favolosi tre giorni di live recording.
Ad accompagnare Fabiana Martone in questo viaggio fatto di suoni e ricerca ci sono:
Luigi Esposito al piano, Francesco Fabiani alle chitarre, Umberto Lepore al contrabasso e Marco Castaldo alla batteria.
Il disco è stato registrato presso Le Nuvole Studio di Cardito (Napoli) dal sound engineer Paolo Alberta con i missaggi di Umberto Lepore e il mastering di Marco Lincetto di Velut Luna.

Art Days – Napoli e Campania

Art Days – Napoli e Campania è la prima art week della regione, che si terrà dal 16 al 19 Dicembre 2021, riunendo spazi indipendenti e gallerie d’arte contemporanea del territorio da Napoli a Salerno passando per Benevento e Caserta.
Tutti gli enti aderenti all’iniziativa avranno aperture speciali dei loro spazi con nuove mostre e una programmazione di talks ed eventi.

Museo Madre cortile monumentale

Museo Madre cortile monumentale

Art Days – Napoli e Campania è un’iniziativa a cura di Letizia MariRaffaella Ferraro e Martina Campeseorganizzata dall’Associazione Attiva Cultural Projects. Nata dalle menti brillanti di tre giovani ragazze, che nel 2020 sono riuscite ad unire in un’unica iniziativa 46 enti di cui 35 a Napoli, tra gallerie del territorio come, ad esempio, Lia Rumma, Alfonso Artiaco e Umberto Di Marino e assicurandosi il supporto di istituzioni come il Museo Madre, Casa Morra, e molti altri. In particolare la manifestazione ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee; per l’occasione, nei giorni 17, 18 e 19 il Museo Madre offrirà al pubblico il biglietto ridotto.

L’obiettivo è creare dialogo tra gli attori partenopei del sistema dell’arte contemporanea, costituendo una nuova scenografia collettiva. Gallerie, spazi indipendenti, istituzioni culturali e museali si uniscono con l’in- tento di stabilire la creazione di un appuntamento che diventi un riferimento per le città coinvolte e un’iniziativa di piú ampio respiro nazionale e internazionale.

Il progetto è volto ad attivare collaborazioni con artisti, critici, curatori, collezionisti e giornalisti che possano sostenere il territorio rafforzando la rete di networking tra gallerie d’arte, istituzioni culturali, spazi extra cittadi– ni, artisti, collezionisti e operatori del settore.

Art Days – Napoli e Campania è promotore di uno spirito di complicità e collaborazione tra enti pubblici e privati, piccoli e grandi, città e provincia, in modo trasversale ed egualitario. Un’opportunità per scoprire un mediterraneo contemporaneo.

Ramificazioni di Domenico Cipriano e Carmine Ioanna

Ramificazioni, edito da Abeat records, è un disco, ideale anche per un originale regalo natalizio, dove la poesia di Domenico Cipriano, sia con versi in italiano che con versi in dialetto, incontra la musica dell’istrionico Carmine Ioanna, trovando un equilibrio tra parole e note, intrecciando i mondi espressivi dei due artisti, che si influenzano reciprocamente, riuscendo a far “ramificare” la loro creatività verso soluzioni inusuali.

Un lavoro dove il sentimento comune dei protagonisti, l’amore per l’Irpinia in primo luogo, fa sì che i versi si mescolino con la musica, trovando elementi comuni per un progetto raffinato, ma che non tralascia il gusto popolare e la leggerezza nella scelta dei temi e dell’approccio artistico in alcuni brani proposti.

A questo dialogo partecipa anche il noto trombettista Paolo Fresu, creando atmosfere oniriche, immergendo l’ascoltatore in un tempo lontano da ritrovare nelle parole.

Un disco in cui si riaccende la magia dell’incontro, attraverso un’attenta ricerca artistica e l’ascolto reciproco degli interpreti. Poesia in dialetto altirpino da una parte e versi in italiano dall’altra che si legano alla musica avvolgente, a volte malinconica, a volte giocosa, con un equilibrio tra i diversi linguaggi e la godibilità della proposta.

Ramificazioni di Domenico Cipriano e Antonio Ioanna

Ramificazioni di Domenico Cipriano e Carmine Ioanna

Il CD, in una elegante supporto cartonato a 3 ante, è curato nei dettagli, con una selezione di fotografie di Luigi Cipriano scattate all’Abbazia del Goleto, luogo protagonista di tutte le immagini nel libretto accluso, dove troviamo tutti i testi, nonché le “traduzioni” delle poesie dialettali.

Una novità nel proporre versi in dialetto, con un approccio meno tradizionale, riuscendo a sperimentare nuove soluzioni per far convivere differenti espressioni artistiche, lasciando comunque che la passione e le avvolgenti melodie siano un tratto distintivo dell’intero lavoro.

Domenico Cipriano non è nuovo alla contaminazione tra poesia e musica, proponendo negli anni vari progetti con diverse formazioni, dal disco “Le note richiamano versi” realizzato nel 2004 dalla JP Band (con: Enzo Marangelo, Enzo Orefice, Piero Leveratto ed Ettore Fioravanti), fino alle varie performance con la formazione “E.VERSI jazz-poety” (con: Carmine Cataldo e Fabio Lauria) o il canale “Parole Necessarie” con Alessandro Cataldo.

Carmine Ioanna, dal canto suo, si è rinnovato costantemente, con svariate collaborazioni, diventando uno dei più apprezzati fisarmonicisti della scena italiana e internazionale, tra l’altro suonando in tutto il mondo con il “Cirque du Soleil”. Ora, i due artisti si incontrano per un omaggio all’Irpinia, con il supporto di uno dei musicisti jazz più conosciuti e apprezzati della scena internazionale, qual è il trombettista Paolo Fresu che, in questo disco, propone alcuni suoi brani inediti (oltre ad interpretarli), mentre ascoltiamo Ioanna come polistrumentista, avvalorando il progetto con sonorità e colorazioni differenti in ogni brano.

Un disco unico nel suo genere, un atto d’amore per l’Irpinia che guarda lontano.

Maldestro porta in scena un monologo dedicato a Gino Strada

Antonio Prestieri, in arte Maldestro, uno degli artisti più apprezzati della scena cantautoriale italiana; torna al teatro e nello specifico sul palco del Piccolo Bellini di Napoli. Come autore, regista e attore si esibirà in un monologo dedicato a Gino Strada, il chirurgo che ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.

Io non sono pacifista” racconta la violenza della guerra. Il viaggio di un chirurgo che – dal Kurdistan al Ruanda, dall’Afghanistan alle zone più minate – ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri. 
Un’analisi profonda e necessaria che spesso vede l’Occidente complice di questa follia contro l’umanità.

Puntualizza Maldestro:

Era un uomo straordinario, di cui sentiremo molto la mancanza. È per uomini come Gino Strada che dovremmo essere fieri di poterci chiamare esseri umani. Anche se il mio personaggio è nato a Napoli e considera le stelle di Procida agopunture che gli risolvono il dolore. 

E ancora:

Spesso dimentichiamo che è solo un caso, soltanto un insensato caso essere nati dall’altra parte del mare, aver vissuto nella terra fertile, nel pensiero libero. Facciamo su e giù nelle più grandi metropoli, tra banche e grattacieli credendo di essere dalla parte giusta, nella società migliore. Siamo convinti di stare più avanti di chi ancora è dietro ai muli a trascinarsi la vita pezzetto pezzetto per non darla vinta alla barbarie.

Il novanta percento delle vittime di guerra sono civili. Donne, uomini e bambini che del gioco del potere non ne sanno niente eppure continuano a saltare per aria grazie a strumenti di guerra fabbricati proprio nelle città dove noi crediamo di stare al sicuro, nel mondo civile, tra banche e grattacieli. Questo deve farci porre delle domande. Una su tutte: siamo i buoni o i cattivi?

Io non sono pacifista, un monologo di Maldrestro

Io non sono pacifista, un monologo di Maldrestro

Conclude Maldestro:

Sono passati sei anni dall’ultima volta che ho messo le mani su un copione. Troppi.  La musica mi ha fatto fare viaggi incredibili ma senza volerlo mi ha levato il tempo di vivere di teatro. Ho riflettuto in questi due anni strani, e di soste ai box, e ho capito che era arrivato il momento di ritornare a chiedere la mano del mio più grande amore.  Così ho scritto questo testo e ho dato vita a una nuova compagnia d’arte teatrale. Fluida.

Passaggi di proprietà di Salvatore Enrico Anselmi

Tra le novità librarie c’è Passaggi di proprietà dello storico dell’arte, docente e scrittore Salvatore Enrico Anselmi (Linea edizioni, Padova 2021).

Dopo due anni dall’uscita di Exitus (GB Editoria, Roma 2019), che ha suscitato apprezzamenti di critica e pubblico, segnalato dalla Società Dante Alighieri e in concorso al Premio letterario Mastercard 2020, l’autore torna a dialogare con i lettori con questo nuovo romanzo che può essere considerato l’originale biografia di un dipinto.

Il tracciato narrativo del libro attraversa un ampio lasso cronologico, dalla genesi di un’opera pittorica, – un’Annunciazione eseguita nel primo Cinquecento da un giovane artista della Maniera, che ne costituisce il legante tenace – alle vicende che hanno come oggetto le peregrinazioni nel corso del tempo, per l’appunto i relativi passaggi di proprietà.

Gli avvenimenti pertengono a furti, recuperi, restauri, vendite. Ascese e cadute in disgrazia, affermazioni e contraddittorie negazioni delle stesse, ispirazione creativa e prosaica mercificazione, unità familiari e sociali al collasso, derive morali e gracilità dell’indole costituiscono il contesto nel quale operano tutti coloro che, a vario titolo, sono parte integrante o collaterale della narrazione: artisti, mecenati, collezionisti, eredi della famiglia aristocratica che commissiona l’opera e la conserva nella sua quadreria, restauratori, nuovi acquirenti, studiosi d’arte.

Lo sviluppo diacronico che scandisce la lunga “vita” dell’Annunciazione si conclude in un contesto futuribile nel quale le dinamiche sociali e la presenza umana rispondono a circostanze distopiche di ribaltamento.

Il romanzo, pertanto, è segnato da una sorprendente e inaspettata svolta che imprime un abbrivio destabilizzante. L’originalità di Passaggi di proprietà consiste anche nell’aprire margini di riflessione, quanto mai attuali, sul valore di civiltà del patrimonio artistico e sulla sua trasmissione alle generazioni future.

Indicativo, in tal senso, è l’incipit del romanzo, dove il protagonista parla di sé in prima persona e ravvisa il particolarissimo valore attribuito alla sua stessa esistenza.

Ho vissuto come un essere umano.

Ho avuto una nascita, un’esistenza e una morte. Qualcuno mi ha creato e qualcosa ha deciso per me. Accade così anche per l’uomo.

Un evento ineludibile, a un certo tratto del suo cammino, che l’uomo stesso non può stabilire se non dandosi la morte, decide affinché il percorso si interrompa.

Ho avuto una lunga storia, una lunga vita delle quali vado fiero, perché ogni luogo che mi ha ospitato, ogni persona che ho incontrato, ha osservato la mia pelle, i miei tratti, e ne è rimasto segnato, come di fronte a una rivelazione ha intrattenuto con me un rapporto che non lo ha restituito alla sua più comune giornata nella stessa condizione antecedente all’incontro.

Dalla lettura sistematica e sequenziale dei capitoli è possibile ricondurre a unità l’articolata e appassionante vicenda costituita da un prologo, da uno svolgimento e da un epilogo secondo eventi caratterizzati da corrispondenze, rivolgimenti e colpi di scena inattesi.

Il titolo di fatto pertiene, in ragione dei rapporti che intercorrono tra i personaggi, anche all’affermazione del presunto diritto, considerato tale da alcuni protagonisti, di imporre un marchio di proprietà, di ribadire un possesso sugli altri, tentando di indirizzarne gli esiti di vita.

Il contesto storico di riferimento costituisce lo scorcio, il profilo sociale sul quale si staglia l’azione di ogni capitolo. Al servizio dell’impostazione diacronica è stata scelta un’opzione stilistica di adeguamento della lingua e della forma al periodo nel quale si consuma l’azione interna alle diverse sezioni narrative, comunque nella coerenza complessiva che rimanda a un’iconografia scelta e tenuta costante. È stata compiuta pertanto una consapevole operazione meta-linguistica e meta-letteraria che costituisce uno dei collanti del testo.

Per ogni capitolo l’epilogo è repentino e rapido, e in questo senso, l’intento è stato quello di contemperare la tradizione novellistica con il ricorso all’atto conclusivo e fulmineo che caratterizza certa prosa del Novecento in Europa e in America. Forse le analogie più pressanti, in tal senso, riguardano John Cheever e Charles Bukowski autori di racconti. Il clima che qualifica Passaggi di proprietà, anche in considerazione di tali argomentazioni, coniuga per altro, prospettive variate, atmosfere liriche e introspettive, il cinismo ironico, partecipato o asettico, con una presa evidente di posizione dell’io narrante.

Il raggiungimento ultimo potrebbe essere dunque quello, pur nell’originalità, di raccontare una storia che si compone di storie, un romanzo di romanzi caratterizzato da moventi, echi e memorie che il lettore solido e curioso non stenta a riconoscere pur nel loro carattere inedito.

Qualche ulteriore dettaglio utile può essere ricavato dai titoli dei singoli capitoli che innescano una consequenziale trama di corrispondenze e di rimandi reciproci.

Passaggi di proprietà di Salvatore Enrico Anselmi

Passaggi di proprietà di Salvatore Enrico Anselmi

Salvatore Enrico Anselmi: biografia

Salvatore Enrico Anselmi, docente, storico e critico d’arte, ha collaborato con il Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma (Atlante del Barocco in Italia, Roma 2014) e ha tenuto corsi di Storia dell’arte moderna presso alcuni atenei italiani. Ha pubblicato monografie dedicate alle vicende di committenza nobiliare di età moderna in area centro-italiana con particolare riguardo ai Giustiniani, ai Farnese, e ai Maidalchini-Pamphilj. Suoi contributi sono apparsi in riviste e atti di convegno.

Alle attività di ricerca affianca la scrittura con particolare dedizione per la narrativa d’introspezione. Il suo romanzo d’esordio, Exitus (Roma 2019), è stato segnalato dalla Società Dante Alighieri e inserito tra le opere in concorso al Premio Mastercard 2020.

Alcuni suoi racconti e testi poetici sono stati pubblicati in Rapsodia. A magazine of art and literature e in Critica Impura. Ha curato la rubrica “Marginalia” per Yawp: giornale di letterature e filosofie. Ha preso parte, tra l’altro, alle edizioni 2021 della Fiera Italiana dello Scrittore, alla rassegna Arte e Cultura nella città del Conclave e al Concorso Caffè letterario Moak attestandosi tra i vincitori.

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