Frida Kahlo: le installazioni e gli ambienti di Casa Azul
Il percorso espositivo de Il Caos Dentro propone anche numerose e importanti installazioni che rendono più intenso l’incontro tra Frida Kahlo e il visitatore.
Tra queste, sicuramente di grande suggestione, le riproduzioni in scala reale dei tre principali ambienti della Casa Azul in cui Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón visse per quasi tutta la vita, anche da sposata: la camera da letto, lo studio, il giardino.
Fatta costruire in stile francese nel 1904 dal padre Guillermo Kahlo a Coyoacán, nel vecchio quartiere residenziale della periferia di Città del Messico, Casa Azul (Casa Blu) ha subìto diverse modifiche successive e oggi è un frequentatissimo museo che ospita opere di Frida, di Diego Rivera e di altri artisti come Paul Klee e Marcel Duchamp.
La camera da letto di Frida Kahlo fu a lungo anche il suo studio creativo. Costretta all’immobilità per un anno, a causa dei gravi problemi alla spina dorsale che la costrinsero molti interventi chirurgici, Frida in quel lungo periodo poté ritrarsi nei celebri autoritratti grazie ad uno specchio montato sulla parte superiore del letto a baldacchino. La stanza è riprodotta in ogni minimo dettaglio, completa degli arredi tipici della cultura messicana, di fotografie e libri, di oggetti e quadri, finanche delle stampelle che Frida era costretta a usare.
Dotata di una grande forza di animo, Frida Kahlo riuscì a trasformare la malattia in una opportunità.
Rivelò all’amica e critica d’arte Raquel Tibol:
Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio. Dato che avrei dovuto rimanere sdraiata con un corsetto di gesso, che andava dalla clavicola al bacino, mia madre è riuscita a preparare un dispositivo molto divertente per me, da cui pendeva la struttura in legno, che mi serviva per sostenere le carte. Fu lei a pensare di coprire il mio letto in stile rinascimentale. Ci mise sopra una tettoia e mise su tutto il soffitto uno specchio, dove potevo vedermi e usare la mia immagine come modello.
La stanza in cui nacquero i capolavori di Frida fu anche il luogo dell’addio, la notte del 13 luglio 1954, ufficialmente per le conseguenze di un’embolia polmonare.
Atelier di Frida. Tra gli ambienti di Casa Azul, l’atelier posto al secondo piano della grande dimora, è sicuramente tra i più rappresentativi della vita quotidiana e artistica di Frida. Anche questa ricostruzione offre una abbondanza di dettagli: lo scrittoio e la scrivania con tutte le boccette dei colori e i pennelli, il diario di Frida, la sedia rossa impagliata, la scatola con i gessetti colorati, la sedia a rotelle e il grande cavalletto con il dipinto della natura morta.
Il giardino. Dalle grandi finestre dell’atelier, lo sguardo si apre sul giardino lussureggiante e popolato da animali come pappagalli e scimmie, fatto costruire da Frida e Diego nel 1946 ad opera di Juan O’ Gorman. Muretti, aiuole, gradini, statuette di figure azteche si immergono nei colori del giallo, dell’arancio, del blu, per uno spettacolo di grande vivacità, mentre tra le pareti si scorge la teca blu a muro con gradini e statuette, su cui spicca l’iscrizione bianca Frida y Diego vivieron en esta casa 1929-1954.
Le installazioni multimediali dei murales messicani
La vita di Frida ruotò attorno a diversi punti fermi. I murales riprodotti nella mostra ne rappresentano senz’altro almeno due: la cultura popolare messicana e la figura centrale di Diego Rivera, noto muralista del tempo.
Insieme a David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco, Diego Rivera fu tra i massimi esponenti di questa corrente artistica che aveva un duplice scopo: decorativo e didattico, soprattutto destinato a esaltare ideare politici e le radici culturali del Paese, e a trasmettere alla popolazione, per lo più analfabeta, la storia del Messico.
Il Caos Dentro presenta una selezione di murales riprodotti in digitale e a grandezza naturale. I murales di Diego Rivera esposti a Palazzo Fondi raffigurano gli eventi politici del suo tempo: l’avvento del capitalismo e della tecnologia, persone dei ceti inferiori e l’avvento del comunismo visto con fiducia e speranza. Spesso la stessa Frida appare raffigurata nei murales del marito.
Tra i murales di Rivera selezionati per la mostra, campeggiano proiettati sulle pareti i ventisette pannelli murali che compongono il Detroit Industry Murals, il Pan American Unity di San Francisco dipinto nel 1940, e Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central realizzato a Città del Messico. Queste straordinarie testimonianze pittoriche sono presentate mediante proiezioni che ne mostrano la visione d’insieme e i dettagli salienti.