Cultura

Dente vi aspetta al Dum Dum Republic

La grande musica dal vivo esplode al Dum Dum Republic di Paestum, che si prepara ad un nuovo, straordinario concerto al tramonto, quando il cielo colorato di rosso dal sole che crolla a mare trasforma la playa in uno spettacolo straordinario.

Un’atmosfera suggestiva, che farà da scenografia naturale al concerto di uno dei più apprezzati cantautori italiani della scena alternativa, Dente, che farà tappa al Dum Dum Republic il prossimo 25 luglio alle ore 19 con il suo tour Fuori di me, che prende il nome dal suo ultimo singolo, pubblicato lo scorso giugno.

Dente

Dente

Scrive lo stesso Dente sui suoi profili social anticipando il tour:

Da solo ma FUORI DI ME. Inediti, cover, musicassette, grandi classici, acidi, basi, poesie, elettricità, acustichezza, loop, colori, figure geometriche, canzoni a tempo determinato, panini, bibite, cubi, pois, tasti bianchi, tasti neri e una cosa che ancora non si può dire Fuori di me è una canzone che gioca con la verità e la finzione, si destreggia tra l’istinto e la ragione, si interroga sulla vita e la morte e poi si butta sul divano.

In questi concerti in “solo”, Dente si alternerà al pianoforte e alle chitarre con canzoni dal suo repertorio classico ma anche cover, inediti e canzoni mai eseguite dal vivo. Basi registrate su cassetta, loop, campioni e voci registrate. Suoni elettrici, digitali e acustici andranno ad arricchire il ventaglio delle sonorità. Oltre a questa scaletta inedita il live sarà arricchito da una scenografia disegnata e costruita appositamente per il concerto.

Con più di dieci anni di carriera alle spalle, Dente ha conquistato un pubblico sempre più affezionato riuscendo a imponendo il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati, come dimostra anche nel sul ultimo singolo.

Un artista completamente rivoluzionato, come dimostra l’ultimo album dal titolo omonimo “Dente”, pubblicato nel 2020.

Un “ricominciare da se stessi”, tra autoanalisi e pop contemporaneo, per la prima volta senza chitarra acustica. Un Dente tutto nuovo, ma riconoscibile, con l’imposizione di una direzione diversa, aggiungendo inedite coloriture alla propria musica. Un’impronta innovativa, lasciata la chitarra acustica per dedicarsi a quella elettrica, al pianoforte e alle possibilità offerte dalle strumentazioni digitali. Quasi “un esercizio di scrittura costante in una sorta di seduta di autoanalisi condotta con meticolosa attenzione”, come racconta lo stesso Dente alla stampa specialistica. Una scrittura diretta e, in primo piano, per la prima volta, il pianoforte, tra il più moderno cantautorato pop italiano, arrivando in profondità con semplicità e delicatezza, raccontando fragilità e paure, ricordi e quel futuro “che possiamo solo immaginare”.

Ha collaborato con numerosissimi artisti del panorama italiano come Perturbazione, Arisa, Marco Mengoni, Le Luci della centrale Elettrica, Manuel Agnelli, Coez, Brunori s.a.s., Enrico Ruggeri e Selton per citarne solo alcuni.

Dente: carriera artistica

Dente, pseudonimo di Giuseppe Peveri (Fidenza, classe 1976), inizia la sua carriera come chitarrista fino al 2006, quando decide di intraprendere una carriera da solista, esordendo con il disco “Anice in bocca”. A questo primo lavoro seguono “Non c’è due senza te” (2007), “L’amore non è bello” (2009), vincitore del Premio Italiano della Musica Indipendente per il miglior album, “Io tra di noi” (2011) e “Almanacco del giorno prima” (2014). Nel 2020 ritorna sulle scene con “Dente”, album omonimo che segna per l’artista una maturazione musicale e un cambio di sonorità rispetto al passato.

Michele Citoni vince il primo premio Reelheart

Il primo premio nel concorso dei documentari brevi del ReelHeART International Film & Screenplay Festival è stato assegnato in Canada a un film italiano che racconta una storia tra l’Irpinia e gli Stati Uniti: “5×7 – il paese in una scatola”, del regista romano Michele Citoni.

Il premio è stato annunciato al termine della settimana di proiezioni in una cerimonia on line a cui ha partecipato il regista. Il festival, infatti, giunto alla 17ma edizione, si è tenuto sulla rete a causa delle restrizioni anti-Covid tuttora vigenti nello stato canadese dell’Ontario, la cui capitale Toronto è sede della manifestazione.

La proiezione di “5×7” ha rappresentato una prima assoluta canadese per il film che racconta il soggiorno del fotografo americano Frank Cancian a Lacedonia (Av) nel 1957, la genesi delle 1801 foto da lui realizzate nella piccola comunità rurale dove restò per sei mesi, il ritrovamento delle foto e il ritorno di Cancian, antropologo e professore universitario ormai in pensione, a Lacedonia sessant’anni dopo, dove h a donato le foto alla Pro Loco ed ha tagliato il nastro del MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino che oggi le espone.
Le 1801 foto in bianco e nero rappresentano uno straordinario ritratto etnografico di una comunità rurale del Sud realizzato per immagini, richiamando il noto lavoro svolto dall’artista americano Paul Strand insieme al cineasta Cesare Zavattini a Luzzara (Re) solo alcuni anni prima e pochissimi altri esempi analoghi.

Frank Cancian

Frank Cancian

Ha scritto Francesco Faeta:

Nessun antropologo che abbia studiato il Mezzogiorno d’Italia in quegli anni ci ha lasciato un più vivido e completo ritratto di comunità , uno dei massimi esperti di antropologia visuale, nel libro da lui curato Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia (1957) nelle fotografie di Frank Cancian (Postcart, 2020), volume pubblicato in doppia edizione italiana e inglese in occasione della omonima mostra in corso a Roma nella sede, scientificamente prestigiosa, del Museo delle Civiltà del Ministero della Cultura.

Il documentario di Michele Citoni ricostruisce un episodio ancora poco conosciuto ma di grande importanza nella storia dell’antropologia visuale e fa un ritratto caldo e affettuoso di un intellettuale di grande valore, purtroppo scomparso nel novembre scorso in California, e del suo rapporto con la comunità in cui si è immerso per studiarla; inoltre racconta come la memoria e le pratiche culturali possano contribuire a rafforzare l’identità di una piccola comunità, elemento centrale per la coesione di tutti i territori interni italiani e d’Europa in crisi di spopolamento e marginalizzazione economica.

Il film è stato prodotto e realizzato da Michele Citoni per il MAVI in coproduzione con la Proloco “Gino Chicone”, l’associazione LaPilart e il Comune di Lacedonia; è stato montato da Roberto Mencherini e si avvale delle musiche dei napoletani KuNa e del quartetto jazz del lacedoniese Pasquale Innarella. Prima del recentissimo riconoscimento canadese, “5×7” ha vinto numerosi premi in Italia, Stati Uniti e altri paesi.
Il ReelHeART International Film & Screenplay Festival è stato fondato a Toronto nel 2004 e da allora proietta le anteprime per il Canada di film, sceneggiature e progetti televisivi «dei migliori registi e sceneggiatori indipendenti emergenti e professionisti provenienti da tutto il mondo.

Il festival si definisce «fresco, indipendente, anti-nicchia» e ha scelto il seguente principio-guida: «tutte le culture sotto lo stesso tetto».

Giffoni Music Concept 2021: il programma completo

La grande musica italiana è protagonista anche quest’anno a Giffoni. Si riaccende, infatti, il Giffoni Music Concept, organizzato da MNcomm, che dal 21 al 31 luglio animerà il Festival con gli incontri speciali della musica dal vivo: a presentare le serate torna – per il secondo anno consecutivo – il conduttore Nicolò De Devitiis, volto della tv apprezzatissimo dalla scena musicale italiana e non solo che, attraverso il suo racconto, accompagnerà i giffoners alla scoperta della migliore musica italiana del momento.
Giffoni Music Concept

Giffoni Music Concept

Il programma completo

Il programma musicale coniugherà momenti live e una serie di incontri con alcuni degli artisti che si esibiranno la sera in Piazza Fratelli Lumière. Un ritorno attesissimo quello della musica live, una ripartenza nel rispetto delle regole vigenti con 1.000 posti contingentati per un cast con alcuni dei nomi più importanti del panorama musicale italiano che ha voluto fortemente essere presente in questo periodo difficile per l’intera scena.
Fra gli ospiti ci saranno, infatti, artisti come Gazzelle (22 luglio) che a febbraio tornerà a riempire i palasport con il suo nuovo tour dei record, Carl Brave (24 luglio) che sta registrando sold out ovunque e il 23 agosto si esibirà per la prima volta nella prestigiosa Arena di Verona, Clementino (25 luglio) e le sua energia, rapper vulcanico e versatile dalle rime intense e travolgenti, Diodato (26 luglio) uno tra i cantautori più ricercati della musica italiana che torna a Giffoni dopo la vittoria al Festival di Sanremo 2020, Franco 126 (28 luglio) una delle realtà artistiche più interessanti del panorama italiano e reduce dal successo del suo ultimo album “Multisala”, ColapesceDimartino (29 luglio) la coppia di cantautori che sta segnando il 2021 e che ha conquistato tutte le classifiche.

E ancora Noemi (31 luglio) reduce dal successo del brano “Glicine” (certificato Disco di Platino) e impegnata nel suo “Metamorfosi Tour”, La Rappresentante di Lista, queer-pop band che sta conquistando pubblico e critica, e il giovanissimo artista da oltre 210 milioni di ascolti  Random (27 luglio), il cantautore multiplatino Aka7even (23 luglio), il grande ritorno dei Sottotono(30 luglio) con il nuovo album “Originali”, fino al calore partenopeo di Andrea Sannino (30 luglio).

Di seguito il calendario completo degli appuntamenti live del Giffoni Music Concept: si parte il 21 luglio con il concerto degli Street Clerks e si prosegue il 22 con GazzelleMobrici e Giuse The Lizia, il 23 con Aka7evenPierpaolo e Deiv, il 24 con Carl Brave, il 25 con ClementinoAlessandro Siani e gli allievi del Conservatorio di Milano per una serata dedicata all’immenso cantautore e blues man partenopeo Pino Daniele, promossa da Sedici Modi di Dire Ciao, progetto dell’Ente Autonomo Giffoni Experience selezionato dall’Impresa Sociale con i BambiniFondazione con il Sud, il 26 con Diodato e Greta Zuccoli, il 27 con La Rappresentate di Lista, Random Ginevra, il 28 con Franco126 e The Jab, il 29 luglio con ColapesceDimartino e i Folcast, il 30 con i Sottotono e Andrea Sannino e si chiude il 31 con Noemi e i Viito.

E ancora, la musica sarà anche protagonista di una serie di incontri con i ragazzi nella sezione IMPACT!, il laboratorio di pensiero riservata a 150 ragazze e ragazzi dai 18 ai 28 anni, dove gli artisti si racconteranno e risponderanno alle domande dei ragazzi e di Nicolò De Devitiis. Il primo appuntamento è il 24 luglio con Carl Brave e si prosegue il 26 con Diodato, il 27 con La Rappresentante di Lista, il 29 con ColapesceDimartino, il 30 con Big Fish e il 31 con Noemi.

Torrioni Wine House: un evento dedicato alla cultura

Musica e cultura popolare, enogastronomia d’eccellenza, letteratura, accoglienza e sostenibilità, sono questi gli assi portanti di Torrioni Wine House, evento finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POC Campania 2014-2020 Azione 4 “Giugno 2019 – giugno 2020”, in programma per giovedì 29 luglio e venerdì 30 luglio presso il Villaggio Ecoturistico Montenigro di Torrioni, spazio interamente ecofriendly.

La rassegna rientra in un progetto più ampio che nasce dal partneriato tra il Comune di Capriglia Irpina (capofila), il Comune di Torrioni, il Comune di Prata Principato Ultra ed il Comune di Chianche.

“Torrioni Wine House” è realizzato in collaborazione con l’Associazione GenerIdea. Una due giorni che mette al centro dell’iniziativa l’enogastronomia locale e la cultura popolare, intese nella loro accezione più ampia.

Torrioni Wine House

Torrioni Wine House

Torrioni Wine House: programma

Si inizia il 29 luglio, alle ore 17.30, con la presentazione di due libri. Pasquale Gallicchio presenterà il suo ultimo lavoro, “Niente è perduto per sempre” di recente insignito del premio letterario “Borgo Italiano”. A seguire la giornalista Flavia Squarcio presenterà “Alì e il mondo sommerso” di Maria Sofia Ortu. Si terrà, poi, la presentazione del “Wine Village” e del progetto “Adotta una Wine House”. Interverranno Annamaria Oliviero, sindaco di Torrioni, Veronica Zeoli, presidente dell’associazione GenerIdea, Roberto D’Agnese, direttore artistico e Flavio Fierro.  Seguirà degustazione di prodotti e vini locali.

Alle ore 20.30 Simposio Popolare, a cura della Scuola di Tarantella Montemaranese, guidato dal professore Ugo Vuoso e da Mimmo Epifani, cultore della musica popolare

Il 30 luglio, con inizio alle ore 18.00, presentazione del Premio “Torrioni Wine House 2022”. A seguire lo spettacolo comico “Vino veritas” di Eugenio Corsi. Infine, concerto musicale “Vatt a vott” con i Suoni Antichi dei Bottari di Macerata Campania.

Dichiara Roberto D’Agnese, direttore artistico:

Il progetto intende adattare la musica alla scrittura del territorio, messa all’attenzione di un’accurata lettura dei luoghi, condizionata dal momento storico. È proprio oggi che c’è bisogno di riflessione e ascolto. Proviamo a far emergere l’aspetto culturale grazie al patrimonio popolare di cui quest’area è estremamente ricco.

Dichiara Annamaria Oliviero, primo cittadino di Torrioni:

L’evento nasce dall’idea di rivalutare la bellezza naturalistica del villaggio ecoturistico e di promuovere il territorio richiamando l’attenzione di aziende vitivinicole, non solo locali, e del mondo dell’arte, della cultura e della musica.

L’istituto Francesco De Sanctis apre le porte alla promozione territoriale

L’Istituto Agrario Francesco De Sanctis di Avellino, una delle Scuole d’Italia più antiche e prestigiose d’Italia, apre le porte alla comunità locale con la prima edizione di Ricreazione, la rassegna culturale e primo modello di valorizzazione territoriale proposto all’interno di un’Istituzione scolastica.
Nell’ambito del progetto “AgriNuovo – agricoltura 4.0” la startup Visit Irpinia insieme all’associazione 41/14 – quarantuno/quattordici presenta un ampio calendario di eventi culturali, che si terrà da giovedì 15 luglio fino a domenica 5 settembre, miscelando perfettamente ruralità, tradizione, condivisione, ricerca, innovazione e digitalizzazione al centro della città di Avellino.

La Scuola Enologica Francesco De Sanctis, riferimento per la formazione in agroalimentare e specializzata nella viticoltura e nell’enologia di qualità nel Meridione, si apre alle aziende, alle istituzioni
e agli enti che intendono collaborare attivamente nelle attività destinate alla realizzazione di un’offerta di turismo lento, sostenibile ed enogastronomico della manifestazione estiva.

Ricreazione il progetto culturale dell'istituto Francesco De Sanctis

Ricreazione il progetto culturale dell’istituto Francesco De Sanctis

Una proposta gastronomica studiata sui fondamentali della filiera corta e sull’esaltazione dei prodotti identitari della provincia di Avellino sarà curata dal collettivo “Vita da Catering” insieme supporto dello chef Mario Argenziano per l’intera durata dell’intera kermesse.
Un format studiato e sintetizzato nell’unione binomiale del Ricreare e Ripartire. Un’altra prospettiva di lettura del territorio e delle sue risorse ma sviluppate negli spazi della Scuola, dove Francesco De Sanctis, per primo, decise di firmare la storia irpina con la prima lezione all’aperto in uno degli
spazi del complesso scolastico.

I foci della rassegna saranno “consapevolezza”, “osmosi” e “inclusività” rimpastati in attività costanti quali laboratori del gusto, proiezioni cinematografiche, concerti, mostre, speeches di approfondimento e momenti di intrattenimento culturale. In occasione dell’evento e coerentemente alle finalità della kermesse, il Conservatorio Statale di Musica “Domenico Cimarosa” di Avellino è partner della manifestazione per la progettazione e la realizzazione di una costante collaborazione di iniziative tese alla promozione e alla divulgazione della cultura musicale in ambito territoriale.

L’orchestra del Conservatorio aprirà e chiuderà la manifestazione con un concerto unico nel suo genere.
Il progetto si prefigge di rimarcare la centralità dell’Istituto Formativo nella formazione del settore agroalimentare, puntando alla ricaduta fondamentale delle attività di sviluppo territoriale, che meglio esprimono il suo potenziale sulla scena nazionale ed internazionale con un evento unico nel suo genere.

Scètate: il buongiorno musicale quotidiano del Trianon Viviani

In onda, su Radio Rai Live, “Scètate”, l’appuntamento musicale quotidiano sul web del Trianon Viviani con il grande repertorio conservato dall’Archivio storico della Canzone napoletana (Ascn) della Rai.

Da lunedì 12 luglio, alle 8 del mattino, il buongiorno musicale in streaming che Marisa Laurito dedica a tutti gli appassionati della melodia partenopea, sarà trasmesso sulle frequenze di Radio Rai Live, l’emittente radiofonica pubblica tematica che trasmette una programmazione di musica dal vivo e manifestazioni sul territorio.

Frutto dell’accordo di collaborazione tra fondazione Trianon Viviani e Rai Campania (centro dinproduzione tv della Rai di Napoli), Scètate prevede una clip musicale quotidiana, curata dall’Ascn, trasmessa in streaming (gratuito) tutti i giorni, dalle 8 del mattino, sulla web tv del sito istituzionale del teatro della Canzone napoletana. In ogni video, della durata media di quattro minuti, utilizzando i documenti audiovisivi dell’Archivio storico, Gino Aveta, autore di programmi radiotelevisivi, organizzatore musicale e giornalista, introduce all’ascolto di una canzone eseguita da un grande
interprete.

Scètate l'appuntamento sul web Trianon Viviani

Scètate l’appuntamento sul web Trianon Viviani

Per Fabrizio Casinelli, responsabile di Rai Radio Live, «con questo svegliarsi a Napoli, con la sua musica, facciamo in modo che l’ascoltatore, anche se per pochi minuti al giorno, possa trasferirsi idealmente in una città ricca di arte e cultura, dove le tradizioni sono talmente forti da rendere tutto sempre meraviglioso.

Per questo come Rai Radio Live abbiamo sposato l’idea di vivere e rivivere una città e la sua storia, iniziando le nostre giornate con quell’amore, con quel sole, con quella fantasia e quell’ingegno che da sempre fanno di Napoli una città straordinaria».

Marisa Laurito

Marisa Laurito

Esprime soddisfazione Marisa Laurito:

Cosa c’è di meglio che affacciarsi a un nuovo giorno iniziandolo con una nostra melodiosa canzone e magari sorseggiando un buon caffè? La collaborazione del teatro della Canzone napoletana con la Rai si intensifica sempre più e presto annunceremo nuove iniziative congiunte.

Incastri imperfetti: il coraggio di essere donna e spezzare le sbarre

Incastri imperfetti è il primo libro di Ludovica Russo, presentato a Caserta, a Palazzo Paternò, con Luigi Ferraiuolo, Marilena Lucente, Piero Grant. Interventi a sorpresa del prefetto di Caserta Raffaele Ruperto e della saggista internazionale Loretta Napoleoni

Giunta all’altare spezza le sbarre della gabbia dei formalismi e delle costrizioni borghesi e ha il coraggio di cambiare tutto, perché sa scegliere. Ha imparato a scegliere. È una delle chiavi di lettura dei cento frammenti di «Incastri imperfetti», il primo libro di Ludovica Russo, venticinquenne dottore in giurisprudenza, che mentre si avvia sulle orme dell’avvocatura trova il tempo di dedicarsi alla letteratura, la sua passione fin da piccola, per scoprire «Le impronte che i sentimenti lasciano nell’animo umano».

Tenutasi nella magnifica cornice di palazzo Paternò, nel cortile giardino dell’antica dimora nobiliare nel centro di Caserta, la presentazione del volume, una delle prime post pandemia, è stata presa d’assalto dalle amiche di Ludovica Russo e dai curiosi.

Incastri Imperfetti di Ludovica Russo

Incastri Imperfetti

Spiega Ludovica Russo:

Sono sempre alla ricerca della verità, assolutamente della verità: è il mio imperativo.

Non a caso nel libro, edito da Graus, racconta che, senza volerlo, ogni giorno raccontiamo piccole bugie, anche innocenti, anche per essere cortesi. Invece deve vincere la verità se si vuole essere in pace con se stessi.

I frammenti – più o meno lunghi – sono un caleidoscopio di emozioni, frutto del diario personale della giovane autrice ma anche delle riflessioni e delle emozioni che ha messo in fila durante il Covid. Proprio durante la malattia che l’ha colpita ed è divenuta fattore scatenante della sua scrittura, anche pubblica.

L’incontro si è sviluppato come un dialogo tra la giovane scrittrice, Luigi Ferraiuolo, giornalista e saggista; e Marilena Lucente, scrittrice e docente di lettere.

Ma ci sono state anche le letture del giovane ma già affermato attore Piero Grant e le incursioni tra il pubblico, folto e ricco di personalità. Infatti, pungolati dal moderatore, sono intervenuti il prefetto di Caserta Raffaele Ruperto; l’analista internazionale Loretta Napoleoni, ospite di Caserta in questi giorni; ma anche una amica di Ludovica, Simona, che ha confermato di essersi rivista – come i giovani della generazione 2020 – nel libro e nelle emozioni suscitate da Ludovica. Presente, tra il pubblico, anche il Sindaco di Caserta, Carlo Marino.

Incastri Imperfetti è anche una storia d’amore, verso sé stessi: un romanzo di formazione; ma anche verso gli altri. Non a caso è dedicato ai lettori. Al viaggio che faranno, confrontandosi con una ragazza perfetta del mondo 2020: quelle che si sono scoperte nella pandemia. Un caso più unico che raro.

Nasce Millennial il vino della generazione Y

Millennial è il vino ideato e prodotto dall’enologo Antonio Giuliano e da Marika Vallefuoco, coppia consolidata sul lavoro, così come nella vita.

Il primo “figlio” di Cantina Maranto, progetto che dà voce a una storia autentica, basata sull’innovazione, che s’intreccia con i retaggi del territorio, lo studio e la voglia di scoprire cose sempre nuove. Non a caso, il vino firmato dai due giovani appassionati, si chiama Millennial ed è dedicato alla cosiddetta “generazione Y” ovvero a tutti quelli nati tra il 1981 e il 1996, che hanno vissuto da teenager gli anni 2000. Una generazione, che sente forte il senso del dovere, legata alle proprie origini, ostinata e propensa alle novità.

Millennial Cantina Maranto

Cantina Maranto

I Millennial sono giovani intraprendenti, con voglia di creare, apprezzare il passato, rispettarlo, ma che allo stesso tempo, puntano al futuro. Una descrizione, che sembra cucita addosso ai due imprenditori, così come sembra plasmarsi perfettamente al vitigno Piedirosso selezionato dal giovane enologo:

Abbiamo scelto il Piedirosso perché è un’uva molto antica a cui abbiamo dato una seconda vita. Ci regala tracce del passato, massima espressività del nostro territorio, il Vesuvio, che racconta allo stesso tempo anche la nostra storia.

Ma non è tutto. L’antico vitigno Piedirosso, vanta anche tratti di straordinaria modernità, infatti, se correttamente gestito, è in grado di donare raffinatezza e si fa modellare sotto il tocco dell’enologo. Al rispetto per il passato si unisce la voglia di imparare, sperimentare e di osservare soprattutto le altre culture per attingere sempre il meglio. Non a caso, Antonio e Marika, hanno scelto, come vaso vinario per il loro Piedirosso, il cemento, di tradizione francese.

Spiega Antonio Giuliano:

Ogni vitigno  si comporta in modo diverso, secondo i propri tempi. Non c’è una ricetta per fare un buon vino, c’è bisogno di tanto studio facendo tesoro dalle osservazioni del passato, utilizzando conoscenze attuali legate alla tecnologia. Per il Piedirosso, il cemento è un toccasana – conclude – non solo per i profumi e i sapori che sa esprimere, ma anche per una questione tecnica: promuove l’illimpidimento, che nel cemento avviene in tempi brevi, per questo motivo Millennial non è filtrato. 

Millennial è un Piedirosso Pompeiano IGT  2019, elegante al palato, che regala al naso sentori di ciliegia vivaci e maturi, con sfumature speziate e balsamiche, mentre il finale mandorlato è seguito da una sensazione di freschezza minerale, tipica del suolo vesuviano.

La porta del cielo di Maria Luisa Alesina

La porta del cielo è un romanzo di Maria Luisa Alesina. Il romanzo parla di un amore sbocciato a Salice Terme sul finire degli anni ’50  tra Viola, una giovane studentessa liceale e un maestro di musica jazz bolognese, leader di un gruppo di musicisti emiliani.

La colonna sonora del romanzo e dell’amore dei due protagonisti è scandito dalle note di di Gershwin, Cole Porter, Hoagy Carmichael, Irving Berlin.

Maria Luisa Alesina induce attraverso i pastelli di una primavera di Monet. Un declinare estivo che scorre sui crinali che volgono sulle terme ove la memoria induce ad una letteratura elegante composta di soffi, refoli di spire ventose e palpiti lunari. La porta del cielo è un ingresso che introduce ad una memoria giovanile dove le trasparenze calano sinuose sui profumi serali prodromici ad una letargia notturna.

la porta del cielo

la porta del cielo

La porta del cielo: recensione

Viola, la protagonista, esprime un’emozione pagana volta a ritmi emotivi di un amore compiuto nel suo nascere. È un procedere lieve dove i sentieri conducono ad una confessione priva di presenze, testimoni, come l’acqua di una roggia che titilla lieve sui piedi bagnati in una notte di mezza estate. Passeggiate su sfondi chiari protette da ombrelli di organza ove il sole peregrino ed estraneo comunica un nuovo sorgere e le campagne abbaiano nel loro vociare quotidiano.

È come la forza di una memoria dipinta su tela che porta a un altro quando. Il romanzo si sviluppa come una voce di soprano limpida priva di ingerenze storiche, ma pulita come un sentimento mattiniero. E sullo sfondo… la bella estate che concupisce le prime memorie di amori, sentimenti e nostalgie in un mondo collinare fatto di incontri e pensieri sopiti. La verecondia e il pudore alimentano il cuore che percorre sentieri profumati e intimi, compresi nell’attesa di un amore corrisposto. Ma si sa che l’amore corrisponde a sé stesso, e Viola nel suo dipanare emotivo apre il cuore all’infinito nell’attesa di una epifania che manifesta la sua presenza nei colori e nell’arte di serate seducenti. Black Velvet, Beer Sangaree, ci si avvolge nei ritmi di I get a kick out of you di Cole Porter . L’orchestra suona dondolante, oscillando come lo swing impone, graffiosa e penetrante, insinuandosi nel cuore lasciando uno stigma selvaggio.

È il principio del dolore, Viola non vuole essere avvolta, ella è la custode delle proprie emozioni, il suo amore va deposto su un tabernacolo avvolto da incensi e mirra. “Nelle vicinanze del torrente Stàffora la brezza frusciava tra i salici e lungo i viali” è il principio di un incedere che conduce Viola Arcangeli all’ingresso delle terme.

Viola si inorgogliva di fronte a tanta bellezza e per lei, che amava quell’angolo di terra più di ogni cosa al mondo, la visione del paesaggio con i suoi mutamenti costituiva un’inesauribile fonte di gioia e un’esaltante continua meraviglia.

Il plot si dipana come un canone, un discanto corale tra i fruscii della collina di San Nazzano tra tigli e petunie.
Ma sono le ore del vespero quasi immanenti a una serata lieve a principiare i mutamenti che divengono i
sospiri di una “Rapsodia in blu” ed una voce lontana cala sui divani di una hall spiata dai primi bagliori lunari di Billie Holiday. I profumi della notte accompagnano la protagonista lungo i sentieri di casa in cerca di un ritrovo custodito e inviolato.

L’amore non si confessa, si vive attraverso la gioia pudica di un acquarello impressionista. Maria Luisa Alesina è Viola Arcangeli con i suoi diciott’anni non ancora compiuti e le volte leggere di una gonna plissè che volge alla note di Gershwin. Sono giornate interminabili custodite nell’opificio della memoria che Maria Luisa Alesina stringe forte con l’amore del ricordo, la mestizia agrodolce della maturità.

Vi è uno spirito Nietzschiano nelle cose condotto e generato dalle note di un grammofono; una voce lontana potente e suadente che richiama ai nostri inizi di una umanità ferita. È  il dolore mai consumato di Orfeo che si volge ad un perduta Euridice consapevole della ineluttabilità di ogni fine.
Alesina comprende nei ricordi un Renoir primaverile, impalpabile e semichiuso al declinare delle prime
ombre.

La notte si dissolve ai primi luccicori del sole ed ai propositi di vita e questa, come un leggero soffio vitale ci riporta alla bellezza mitologica di Leucotea, signora delle spume e delle onde, amore consumato nella eterna provvisorietà di un grande cuore. Se un dato emerge… è quello dell’infinita bellezza dell’Aleph, principio del tutto, privo di pause e terminazioni, ma solo la grande meraviglia di un amore sospeso e mai terminato.

Matteo Baron

Nei nostri sogni: il libro d’esordio di Antonella Capobianco

Nei nostri sogni è il libro d’esordio di Antonella Capobianco, edito da PAV edizioni, in cui la scrittrice affronta tematiche attuali e delicate: omofobia e coming out familiari. La scrittrice si serve dell’espediente del sogno per raccontarci la storia di Emma, la protagonista del libro, una donna che ha costruito una bella famiglia insieme al marito Manuel.

Andrea e Claudio sono i due figli della coppia, a cui la donna ha dedicato tutta se stessa. La loro vita scorre normale fino a quando non arriva una notizia inaspettata che stravolge l’equilibrio familiare: il coming out di suo figlio e poi una storia d’amore travagliata del suo secondogenito.

Nei nostri sogni di Antonella Capobianco

Il romanzo d’esordio della scrittrice

Nei nostri sogni è un viaggio nell’elaborazione di un lutto, la rappresentazione dell’amore materno al suo apice, quell’affetto inscindibile che lega ogni madre ai suoi figli, anche dopo la morte.

Il romanzo è un viaggio letterario sull’amore materno, un affetto inscindibile che lega ogni madre ai suoi figli e che è in grado di far superare qualsiasi problema, anche quello che sembra insormontabile.

L’omofobia sta diventando una piaga che affligge i nostri giorni, assistiamo sempre più spesso ad atti di bullismo nei confronti di chi vive con serenità la propria differenza di genere, il proprio orientamento sessuale e la differenza culturale che distingue la categoria di italiani in due: quella degli italiani “puro sangue” e quella degli italiani nuovi.

Antonella Capobianco presenterà il suo libro mercoledì 7 luglio alle ore 18:30 a Piazza Dante, presso il caffè bistrot letterario il Tempio del Vino e delle Rose.

Nel corso di un incontro dibattito, moderato dal giornalista Renato Aiello, cui prenderà parte l’autrice insieme ai seguenti relatori: Antonello Sannino, Segretario Antinoo Arcigay Napoli; l’avvocato Alessia Schisano; la psicologa Daniela Barberio; l’attrice Liliana Palermo, cui saranno affidate le letture di alcuni passaggi del testo. Nella prima fatica letteraria della napoletana Capobianco, esordiente assoluta con una grande passione per l’arte e per la scrittura, le tematiche come la morte, le attese e le occasioni mancate della vita passano sotto la lente dell’elemento soprannaturale, e a tratti anche del paranormale, per approdare nell’attualità con cui ci confrontiamo sempre più spesso: quella dell’incomunicabilità tra genitori e figli, del coming out in famiglia e della triste piaga dell’omofobia.

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