Cultura

Premio Strega 2021: altre cinque proposte

Le proposte per presentare nuovi autori per concorrere al Premio Strega 2021 sono terminate il 5 marzo. Scopriamo altri cinque libri che potrebbero aggiudicarsi l’ambito premio letterario italiano.

  1. Lettere alla moglie di Hagenbach di Giuseppe Aloe, proposto da Corrado Calabtò
  2. Contorni opachi di Anthony Caruana, proposto da Vito Bruschini
  3. Non è di maggio di Luigi Romolo Carrino, proposto da Wanda Marasco
  4. Il maragià di Firenze di Paolo Ciampi, proposto da Giuseppe Conte
  5. La modella di Klimt di Gabriele Dadati, proposto da Gian Arturo Ferrari
Premio Strega 2021: le ultime proposte

Ecco alcune proposte che concorreranno al Premio Strega 2021

Premio Strega 2021: alcune proposte

1. Lettere alla moglie di Hagenbach di Giuseppe Aloe

Lettere alla moglie di Hagenbach: recensione

Un romanzo che affronta il senso del mondo che precipita

Lettere alla moglie di Hagenbach (2020) di Giuseppe Aloe è un romanzo che ha come protagonista Flesherman, criminologo di fama internazionale, cui viene diagnosticata una forma di demenza senile.

Una volta ero Flesherman. Per la verità lo sono ancora. Ma una parte di me sta franando in me stesso. È come se ai piedi della mia identità si fosse spalancato un sottoscala profumato di ruggine, dove ampie sezioni della mia vita scivolano e si cancellano definitivamente. Non è un processo rapido. Tutt’altro. È indolente e penoso. Una caduta rallentata. Uno smottamento che guadagna pochi centimetri al giorno. Lento ma inesorabile.

Il criminologo decide nonostante tutto di continuare il suo lavoro, recandosi a Berlino sulle tracce del cadavere di Rosa Luxemburg, dove apprende la scomparsa dello scrittore Hagenbach cercando una linea geografica scomposta che lo possa avvicinare a una specie di morbidezza della vita.

2. Contorni opachi di Anthony Caruana

Contorni opachi: recensione

Uno dei libri proposti per concorrere al Premio Strega 2021

Contorni opachi (2020) di Anthony Caruana ha come protagonista Augusto, un uomo, che vive la vita al limite della follia e di una solitudine che è divenuta la sua prigione. Poi ci sono Matilde ed Elide, due madri, che hanno modi di amare differenti.

Il romanzo è stato proposto da Vito Bruschini con la seguente motivazione:

È un romanzo che parla di solitudine, di vite spezzate e di odio che cova nascosto sotto un’apparente normalità. I contorni delle cose sono davvero molto evanescenti e opachi in questo romanzo, dove però la potenza vitale dei personaggi si esprime in modo magistrale arrivando a farci sentire persino gli odori della loro adrenalina e a emozionarci con una colonna sonora che insegue la vita disperata del nostro protagonista.

3. Non è di maggio di Luigi Romolo Carrino

Non è di maggio: recensione

Un romanzo che parla dell’inadeguatezza di stare al mondo

Non è di maggio (2021) di Luigi Romolo Carrino ha come protagonista Salvo, un bambino, che cova dentro di sé un senso di inadeguatezza nello stare al mondo unito alla sua incapacità di accettare le persone. Lui è nato a Procida e possiede diversi poteri: telecinesi, telepatia uniti all’abilità di curvare il tempo. È convinto di essere il figlio del cielo causato dal parto di una stella e per questo motivo crede che il suo scopo sulla Terra sia quello di cambiare il mondo.

Il romanzo è stato proposto per il Premio Strega 2021 da Wanda Marasco con la seguente motivazione:

Non   è di maggio è il racconto dell’inadeguatezza di stare al mondo. Con una sapiente mescolanza di italiano e dialetto napoletano, Carrino scarnifica la morfosintassi e trasmette l’autenticità del pensiero primigenio, una comunicazione dell’anima senza filtri.

4. Il maragià di Firenze di Paolo Ciampi

Il maragià di Firenza: recensione

Un romanzo che parla del rapporto tra diverse civiltà

Il maragià di Firenze (2020) di Paolo Ciampi è un romanzo che parla del primo maragià che dall’India arriva in Europa ed è poco più di un adolescente, ancora prigioniero dei suoi sogni. Giunto a Firenze insegue un nuovo sogno, quello della bellezza, ma quì all’improvviso muore.

Il romanzo crea un ponte tra Oriente e Occidente, tra poeti romantici ed eccentrici studiosi. Un libro che ci porta a riflettere su quanto, a prescindere dalle differenzi culturali, siamo in fondo tutti simili.

5.  La modella di Klimt di Gabriele Dadati

La modella di Klimt: recensione

Un romanzo che parla di arte da una prospettiva diversa

La modella di Klimt (2020) di Gabriele Dadati è un romanzo dedicato all’arte, è una storia che ha tanti possibili inizi e che, ancora non è finita. Sono trascorsi dieci anni da quando è morto Stefano Fugazza, il direttore della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. A curare i preparativi per la mostra che celebrerà la scomparsa decennale del direttore è stato chiamato Gabriele Dadati, il suo più stretto collaboratore dello studioso nel suo ultimo periodo di vita.

Quando l’allestimento si è concluso a distanza di ventitré anni dal furto ricompare il Ritratto di signora di Gustav Klimt.

Come suggeriva l’assessore, la ricomparsa della tela in effetti costituiva un lancio straordinario per la mostra. Non era difficile immaginare lo spazio che i quotidiani, così come i principali siti d’informazione e magari qualche telegiornale, avrebbero riservato alla notizia. Certo, l’autenticità era tutta da provare, ma il Ritratto di signora si era reso protagonista di un’esistenza particolarmente avventurosa e aveva abituato l’opinione pubblica a seguire le sue peripezie.

Gian Arturo Ferrari spiega così la sua motivazione nel proporre per il Premio Strega 2021 La modella di Kimt:

Gabriele Dadati ha scritto un romanzo sorprendente. Ruota intorno a un’opera d’arte, ma l’arte è qui vista con un’angolatura bassa, umile, lontana da ogni titanismo. La povera ragazza del ritratto è il contrario del fasto dorato e inquietante che siamo soliti associare a Klimt. Tutta questa cornice dismissiva è fatta in realtà per esaltare il mistero di cui il libro parla senza mai enunciarlo apertamente: quello della creazione artistica, unico riscatto dalla desolazione e dall’angustia della vita.

Questi libri che vi abbiamo presentato fanno parte delle proposte presentate per concorrere al Premio Strega 2021.

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti della terza serata

La terza serata del Festival di Sanremo 2021, ovvero quella delle cover e dei duetti. Ventisei canzoni. Che il dono della sintesi ci assista. Giudizi in ordine più o meno sparso, senza seguire le classifiche.

1. AIELLO – VEGAS JONES: “GIANNA (RINO GAETANO)

C’è lo sforzo di riarrangiare un brano che è nel DNA degli italiani e il risultato non è da buttare.

2. ERMAL META – NAPOLI MANDOLIN ORCHESTRA: “CARUSO” (LUCIO DALLA)

Sa cantare, non tocca, con grande rispetto, l’impostazione del brano, e si rende protagonista di un karaoke di qualità.

3. MALIKA AYANE: “INSIEME A TE NON CI STO PIU’” (CATERINA CASELLI)

Meglio sola che male accompagnata. (Per il resto, vedi sopra al numero 2).

4. MAX GAZZE’– DANIELE SILVESTRI – MAGICAL MISTERY BAND: “DEL MONDO” (C.S.I.)

Con Lazzarotti al basso, Rondanini alla batteria e Silvestri al suo fianco, regala una perla con una interpretazione perfetta. Non era per niente facile ma Gazzè ha centrato il bersaglio.

5. WILLIE PEYOTE – SAMUELE BERSANI: “Giudizi universali” (SAMUELE BERSANI)

Con Bersani che canta Bersani è tutto facile. Non può non funzionare.

6. GAIA – LOUS AND THE YAKUZA: “MI SONO INNAMORATO DI TE” (LUIGI TENCO)

A parte gli intrecci vocali italo-francesi che sono cacofonici come poche cose al mondo, passare dal reggaeton a Tenco è da denuncia. Ma non canta male.

7. FULMINACCI – VALERIO LUNDINI – ROY PACI: “PENSO POSITIVO” (JOVANOTTI)

La cosa migliore la fa il comico Lundini ironizzando sul concetto del mondo come un’unica grande chiesa. Per il resto, Roy Paci fa Roy Paci e Fulminacci, boh.

8. LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – RETTORE: “SPLENDIDO SPLENDENTE” (DONATELLA RETTORE)

Altro capitolo dedicato al Karaoke. Rettore sul palco garantisce tenuta e credibilità. Il pezzo è suo, d’altronde.

9. EXTRALISCIO/TOFFOLO – PETER PICHLER: “MEDLEY ROSAMUNDA”

Toffolo gratta un tubo e una masnada di musicisti da balera affolla il palco. I camerieri possono servire l’antipasto. La sposa è arrivata.

10. GIO EVAN – I CANTANTI DI THE VOICE SENIOR: “GLI ANNI” (883)

Ma perché, perché?

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti di Enrico Riccio

La terza serata del Festival di Sanremo è stata dedicata alle cover

11. ORIETTA BERTI – LE DEVA: “IO CHE AMO SOLO TE” (SERGIO ENDRIGO)

La più credibile della serata. Naviga in acque sicure, con un brano della sua generazione, meraviglioso, più volte oggetto di vilipendio in passato.

12. RANDOM – THE KOLORS: “RAGAZZO FORTUNATO” (JOVANOTTI)

Il batterista sembra suonare un pezzo dei Korn. Ma sta suonando Jovanotti e non si sa se piangere o ridere.

13. BUGO – PINGUINI TATTICI NUCLEARI: “UN’AVVENTURA” (LUCIO BATTISTI)

Provano a fare il verso ai Coldplay, ma non ce la fanno. Provano a cantare, ma non ce la fanno. Non ce la fanno, insomma.

14. COLAPESECE – DI MARTINO: “POVERA PATRIA” (FRANCO BATTIATO)

Pezzo da maneggiare con cura. Due siciliani che omaggiano il maestro siciliano. Tutto bene. Quando alla fine entra la voce registrata di Battiato il resto sparisce.

15.  ANNALISA – FEDERICO POGGIPOLLINI: “LA MUSICA E’ FINITA” (UMBERTO BINDI)

Interpretazione senza sbavature, credibile, intensa. Non si capisce il ruolo di Poggipollini, che suona tre note. Ma con Ligabue si è abituato così.

16. LO STATO SOCIALE – FANELLI – PANNOFINO – I LAVRATORI DELLO SPETTACOLO: “NON E’ PER SEMPRE” (AFTERHOURS)

Un brano sdoganato dalla sua aura rock e restituito alla sua dimensione naturale: il pop. Gli ospiti della band leggono l’elenco dei teatri chiusi per la pandemia. Non può essere per sempre.

17. MADAME: “PRISENCOLINESINAINCIUSOL” (ADRIANO CELENTANO)

Al netto della recitina iniziale, svetta per qualità dell’interpretazione di un brano che sembra fatto su misura per lei. E poi ci fa capire a che servono i banchi con le rotelle. Grazie.

18. ARISA – MICHELE BRAVI: “QUANDO” (PINO DANIELE)

Ho sfogliato il codice penale. Niente, non c’è il reato di vilipendio di capolavoro. Gli è andata bene.

19. GHEMON – NERI PER CASO: “LE RAGAZZE” (NERI PER CASO) – “DONNE” (ZUCCHERO) – “ACQUA E SAPONE” (STADIO)

Gradevoli, ma quando ci sono di mezzo I neri per caso è subito Mai dire gol.

20. IRAMA: “CYRANO” (FRANCESCO GUCCINI)

Sceglie un brano che è ormai consegnato alla storia della musica. Lo canta da solo e non sfigura.

Festival di Sanremo 2021: le pagelle irriverenti

Le pagelle sulla terza serata del Festival di Enrico Riccio

21. COMA COSE – ALBERTO RADIUS – MAMAKASS: “IL MIO CANTO LIBERO” (LUCIO BATTISTI)

La cosa migliore è Radius, che porta Battisti sul palco perché con Battisti ci ha suonato. Per il resto, ai falò in spiaggia abbiamo sentito interpretazioni migliori.

22. MICHIELIN – FEDEZ: “MEDLEY” (AA.VV.)

La scelta delle canzoni è talmente irrilevante che non vale nemmeno la pena di elencarle. Decidono deliberatamente di massacrarle tutte e forse questa è la cosa più originale di tutta la serata.

23. FASMA – NESLI: “LA FINE” (NESLI)

Che dire. Il giovane Nesli va a cantare una sua canzone che piace ai giovani, con un giovane che piace ai giovani.

24. NOEMI – NEFFA: “PRIMA DI ANDARE VIA” (NEFFA)

Un altro ospite che interpreta se stesso. Altra minestra riscaldata con una artista che sa il fatto suo e che dunque non sbaglia.

25. FRANCESCO RENGA – CASADILEGO: “UNA RAGIONE DI PIU’” (ORNELLA VANONI)

Scritta da Califano e Reitano, questa canzone, dalla Vanoni, era stata resa immortale. Eppure Renga e la sua ospite sono riusciti ad ammazzarla. Senza pietà.

26. MANESKIN – MANUEL AGNELLI: “AMANDOTI” (CCCP FEDELI ALLA LINEA)

Partono bene, poi comincia la sfida tra pavoni, a chi fa la ruota più bella, a chi grida di più e meglio. Violentano una canzone di una delicatezza unica, facendo rimpiangere persino la brutta cover già fatta da Gianna Nannini. Scherzate con i fanti, ma lasciate stare i santi.

Ecco le pagelle della terza serata del Festival di Sanremo 2021.

Se avete perso quelle della prima e della seconda serata, dovete recuperarle!

Buona scoperta!

Enrico Riccio

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti della seconda serata

Anche la seconda serata del Festival di Sanremo 2021 va in archivio. Altri tredici brani, dodici cantanti sul palco, uno (Irama) che partecipa con una registrazione a causa del Covid che ha colpito un membro del suo staff. Sempre scorrendo la classifica (parziale) della “Giuria demoscopica”, ecco cosa ne è venuto fuori.

1. Ermal Meta – Un milione di cose da dirti

Che sono più o meno sempre le stesse, e cantate allo stesso modo. Ma il format funziona ed Ermal Meta fa bene ad insistere. L’argomento della comunicazione repressa è sempre di attualità, come l’ottima voce del cantante, che parla del suo “cuore a sonagli per degli occhi a fanali” in un brano che fa a spallate per salire sul podio. Magari sul gradino più alto.

2. Irama – La genesi del tuo colore

Ovvero la DAD a Sanremo 2021. Il virus ferma lo staff di Irama e gli organizzatori prudenzialmente non fanno salire l’artista sul palco. Va una registrazione, che basta a far capire che quel che lui tocca si trasforma in oro. Canzone dall’impianto classico ma che suona contemporanea, un sicuro tormentone, destinato all’heavy rotation.

3. Malika Ayane – Ti piaci così

E si è capito bene. Malika è una sorta di alter ego femminile di Max Gazzè, non per ciò che canta, ma per la scelta artistica fatta. Come lui, interpreta canzoni che si somigliano tutte, ma che, tutte, indifferentemente, funzionano. Come il suo collega ha personalità, furbizia, mestiere. In più ha una gran voce, ed anche nel brano sanremese tutto questo si sente.

4. Lo Stato Sociale – Combat pop

Che già solo il titolo meriterebbe la censura. Una canzone brutta, che tradisce l’ambizione dei componenti del gruppo, che da grandi, evidentemente, volevano fare gli Skiantos, ma poi sono finiti a Sanremo, peraltro da recidivi, e si sono trasformati in figli degli 883. ” Ma che senso ha?” cantano. Ecco, ditecelo, magari prima di andarvene una vita in vacanza.

 5. Willie Peyote – Mai dire mai (La locura)

Stato mentale di chi da infiltrato dei servizi segreti cerca di combattere il sistema facendone parte. La mission impossible del Peyote è attaccare frontalmente l’Hip-pop posticcio, il cliché contemporaneo dell’artista e l’opportunismo trasformistico (il calcio va avanti, la musica no, e lui pensa di mettersi a palleggiare pur di avere un pubblico). Il messaggio va bene, ma non da quel palco. Tra le cose migliori ascoltate a Sanremo 2021, quindi non vincerà.

6. Gaia – Cuore amaro

Un titolo che è tutto un programma e che incarna il sentimento di chi ascolta questo brano. Nacchere e chitarre spagnole per la solita canzone che strizza l’occhio all’estate e che invece è l’ennesimo inutile tassello nel mosaico sbiadito del pop italiano. Meno trash di Elettra Lamborghini, ma i livelli sono più o meno quelli. Da dimenticare in fretta, ma purtroppo (e per sua fortuna) il pubblico la premierà.

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti di Enrico Riccio

Ecco le nostre impressioni sulla seconda serata del Festival di Sanremo

7. Fulminacci – Santa Marinella

Località marittima e dunque in qualche modo legata a Sanremo. Quindi in qualche modo canzone a tema. Ma anche canzone pronta a diventare una delle più passate in radio. Tanto basta a far capire che c’è poca qualità, e che oscillare tra De Gregori e Brunori Sas è esercizio di stile assai pericoloso, che, nel caso specifico, fa naufragare artista e canzone. Fulminacci vuole “solo diventare deficiente”. Ad maiora.

8. La rappresentante di lista – Amare

Infinito del verbo, oppure aggettivo femminile plurale. Sarebbe stato bello usare il secondo, ma invece la canzone ha, tanto per cambiare, come tema l’amore. Un testo che non ha niente di nuovo da raccontare, cantato bene da Veronica Lucchesi, che imbastisce un pezzo un po’ dance, un po’ vetero-pop, che per certo pubblico funziona. E questa è la notizia peggiore.

9. Extraliscio/Toffolo – Bianca luce nera

Un ossimoro che sintetizza la collaborazione tra gli artisti folk e l’uomo mascherato dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ma anche la dichiarata voglia di portare sul palco la Romagna del liscio per poi farci ritrovare di fronte ad un pezzotto sudamericano, (contraf)fatto piuttosto male. Tutto molto noioso, tutto già sentito, tutto tanto furbo. Resta da capire la scelta di Toffolo. Ne aveva davvero bisogno?

10. Gio Evan – Arnica

Rimedio antinfiammatorio naturale, la risposta brutta all’ibuprofene di Aiello, che almeno però il medicinale lo abbina al sesso, rendendo tutto più divertente. Il cantante con il nome da acqua minerale non lascia il segno, e l’orchestra usata in maniera smodata fa il resto, per un brano che difficilmente, comunque, avrebbe avuto miglior sorte.

11. Orietta Berti – Quando ti sei innamorato

L’amore geriatrico cantato dalla regina della barca che va. Orietta Berti era musicalmente vecchia quando mio nonno era vecchio. Porta a Sanremo 2021 una canzone terribile, che non può avere velleità di passare in radio, non sarà ascoltata su Spotify, non avrà clic su Youtube, non sarebbe stata ammessa neanche al festival del circolo della Terza Età. E allora solo una domanda: perché?

12. Random – Torno da te

Ma con quest’entusiasmo di sicuro è destinato a ri-andarsene presto. Incipit deprimente, originalità assente e la sensazione pressante che da un momento all’altro spunti da qualche parte Elisa e cominci a cantare il ritornello di ” A modo tuo”. Eppure è giovane e dovrebbe avere idee fresche.

13. Bugo – E invece sì

Rieccolo senza Morgan sul palco del Festival di Sanremo 2021 che aveva lasciato mestamente l’anno scorso. Bugo ritorna per dimostrare a tutti che non ha bisogno di partner per spaccare. Ma, ahimè, non ci riesce. Si presenta con qualcosa che è poco più di un giro di DO, che, in verità, non parte neanche male, ma che si perde presto nella banalità e nei poster di Celentano. Che succede? Dov’è Morgan?

Questo è il risultato delle pagelle irriverenti della seconda serata di Sanremo 2021, se avete perso quelle della prima serata del Festival vi consigliamo di rimediare al più presto!

Enrico Riccio

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti della prima serata

La prima serata del Festival di Sanremo 2021 anomalo, atipico, del Festival di Ibrahimovic, delle gag che non fanno ridere, della sala vuota, dell’orchestra con la mascherina, è andata. Tredici cantanti in gara, tredici canzoni, tante attese e poche novità, in pieno stile Sanremo. Alla fine della serata questa la classifica determinata dalla Giuria demoscopica, e i nostri relativi giudizi sulle canzoni.

1. Annalisa – Dieci

Dieci è il titolo della canzone e non il voto, sia chiaro. Probabilmente sarà lei a vincere il festival dell’era Covid. Baci francesi, delivery, scenate d’amore e lunghi addii a concretare “dieci ultime volte”. L’immancabile pioggia condisce un pezzo che non può non piacere agli appassionati di melense storie d’amori finiti. Ma canta bene. E questo è già tanta roba.

2. Noemi – Glicine

Un brano e una interpretazione che la pongono in diretta competizione con Annalisa, tra i potenziali vincitori del Festival. È ancora giovane (non ha ancora quarant’anni), ma sembra molto vecchia, Noemi, ed è per questo che per Sanremo va benissimo. Anche per lei la differenza la fa una voce notevole. Per il resto, nulla di nuovo sotto il sole.

3. Fasma – Parlami

Canzone che senza l’arrangiamento tipicamente sanremese, con tirate d’archi e epica del festival, funzionerebbe molto meglio. Una delle cose interessanti ascoltate nella prima serata, anche se l’argomento del mondo bastardo che non si può cambiare ha un pò stancato, come l’auto-tune che rovina la freschezza della voce di Fasma.

4. Michielin/Fedez – Chiamami per nome

“Solo quando avrò perso le parole”, questa frase guida del brano, e già qui i dubbi nascono da soli: che cosa significa? Ma essendo Sanremo un atto di fede(z) prendiamo questa affermazione come un dogma e tiriamo dritti. Ma “nel cuore le spille” per fare rima con “mille” non si può perdonare. Per il resto, ciò che si sapeva già. Michielin sa cantare, Fedez no. E quindi in radio andranno fortissimo.

5. Francesco Renga – Quando trovo te

E la continuazione della frase potrebbe essere “mi sembra di trovare un amico del liceo che non vedevo da trent’anni”. Pensare che sia lo stesso dei Timoria deprime. Prova ad allinearsi alle nuove leve con una metrica più audace rispetto alle solite ballads che ha proposto in passato, ma questo fa di lui un diversamente giovane che piace alle nonne.

6. Arisa – Potevi fare di più

È l’autocritica contenuta nel titolo della sua canzone. La solita solfa, il solito brodino riscaldato. Orchestrazione da title track di un film Disney, e registri di cantato talmente bassi ad inizio del brano che fanno venire voglia di cambiare subito canzone. Sì, decisamente poteva fare di più.

Sanremo 2021: le pagelle irriverenti di Enrico Riccio

Ecco le nostre impressioni della prima serata del Festival

7. Maneskin – Zitti e buoni

Dicono quelli che, udite udite, vanno a passeggio con la “siga”, che fanno la rivoluzione usando la parola “coglioni” ma poi chiedono scusa (ancora?) alla mamma e si sentono “diversi da loro”. Hanno vent’anni e sono già intrappolati nei loro personaggi di maledetti, sporchi e cattivi, ma belli, bellissimi. Meglio sulla copertina delle riviste che su quelle dei dischi, comunque. Avranno successo anche stavolta, ma è già il momento di virare.

8. Max Gazzè – Il farmacista

Ovvero l’alchimia di Gazzè in un tuffo nel passato che, anche se sa di già sentito, rappresenta il marchio di fabbrica di un artista che veleggia verso ogni record di partecipazione al festival. Già la citazione a Frankenstein Jr. (si può fare!) vale da sola la pena di fargli un lunghissimo applauso, ma il pezzo va comunque nella direzione di numerosi passaggi in radio e di qualche premio della critica.

9. Colapesce/Dimartino – Musica Leggerissima

È quella invocata dai due cantautori che hanno portato per mano gli ascoltatori verso un tuffo negli anni Ottanta, un pò Battisti anche Raffaella Carrà. E non è una critica negativa, questa. Il brano è gradevole e ha almeno il merito di staccarsi dal panorama da elettroencefalogramma (quasi) piatto delle proposte della prima serata.

10. Coma Cose – Fiamme negli occhi

Ma anche nelle orecchie. Si presentano a Sanremo con la grande occasione di uscire dalla nicchia che li ha sempre apprezzati e giustamente sostenuti. La loro canzone, con un testo che non lascia il segno e una costruzione furba, potrebbe diventare un tormentone. E allora, se il loro obiettivo è lasciare il sentiero battuto sinora per intraprendere la strada mostrata con questo brano, potranno dire di essere dei Jalisse che ce l’hanno fatta.

11. Madame – Voce

Titolo evocativo. Viene voglia di gridarlo, come quando ad una conferenza l’oratore non si sente. La canzone funziona, lei ha un futuro assicurato, ed un recente passato che già ne certifica la bravura. Solo che in questo brano la voce, appunto, rincorre la musica e a tratti si fatica a capire le parole. E per chi fa il suo genere è un peccato mortale. Imperdonabile

12. Ghemon – Momento perfetto

E perfetto o quasi è come al solito anche lui. Per distacco la proposta più interessante della prima serata, a condizione che ci si liberi dal paragone con “Rose viola“. Lì parlavamo di un piccolo capolavoro, qui di un brano originale e in cui il suo stile risulta riconoscibile e intatto, senza furbizie e ammiccamenti. Non è un caso che sia stato tra i meno votati della prima serata.

13. Aiello – Ora

La canzone prima in classifica, se la graduatoria venisse rovesciata. Si è ascoltato di molto peggio, ma ci può stare, il passato in tal senso ci insegna. Canzone senza infamia e senza lode, in linea con il Festival di Sanremo. Premio e menzione speciale per la frase “sesso e ibuprofene” che annienta in un attimo il paracetamolo di Calcutta e la sua Tachipirina 500.

Questo è il risultato delle nostre pagelle irriverenti per la prima serata di Sanremo 2021.

Enrico Riccio

Intervista a Roberta Gesuè autrice di Universi di(versi)

Roberta Gesuè è un’attrice, regista nonché autrice e docente di recitazione e dizione che ha deciso di pubblicare la sua prima raccolta di poesia: Universi di(versi) in corso di pubblicazione per la casa editrice Aletheia Editore.

L’autrice lavorando nel settore dello spettacolo ha subìto un arresto lavorativo, come tutti gli addetti al settore dell’intrattenimento, ma non ha deciso di rinunciare a esprimere la sua creatività e dunque l’ha incanalata in modo diverso, proiettandosi su un’altra modalità di espressione artistica e culturale: la scrittura.

Roberta Gesuè descrive con queste parole il senso di Universi di(versi):

Il libro è un insieme di poesie e riflessioni che nasce dall’esigenza di raccontare come possa essere sorprendente ma anche difficile e caotica la convivenza. Non con un altro essere umano, ma con tutte le parti – che io vedo come tanti piccoli assoluti- che necessariamente devono convivere dentro di me e che qualche volta (spesso, per la verità) agiscono autonomamente scavalcando le altre, facendo danni e creando scompiglio, proprio come accade in un condominio quando si fanno le consuete riunioni.

Per scoprire qualcosa di più su Universi (di)versi abbiamo deciso di farle alcune domande. Ecco cosa ci ha raccontato di sé e del libro Roberta Gesuè.

Roberta Gesuè: intervista

Universi di(versi) è la prima raccolta di poesia della scrittrice

Roberta Gesuè: intervista

1. Come nasce il desiderio di scrivere il primo libro scegliendo una raccolta di poesie?

Per imparare a conoscermi e ad accettarmi ho sempre dialogato con me stessa, forse molto più che con gli altri. Allo stesso tempo il mio percorso teatrale mi ha insegnato quanto difficile e perciò preziosa sia la semplicità, ovvero quella capacità di esprimersi attraverso gesti, azioni e/o parole restando semplici.

Mi ricordo che da bambina quando mi sentivo molto felice, o di contro, quando avevo paura o mi sentivo preoccupata prendevo a canticchiare i miei pensieri: qualunque cosa stessi facendo o vedessi in quel momento a anche pensassi, beh io la canticchiavo.

E chi mi conosce sa, ahimè, lo faccio ancora adesso! Credo che la poesia, la filastrocca e la rima mi riportino in qualche modo direttamente in quella dimensione di gioco e di libertà, togliendomi di torno il ronzio della mia amatissima nemica mente. In definitiva la poesia è per me il linguaggio delle immagini e, perciò, dell’anima.

2. Qual è il filo conduttore tra i diversi componimenti poetici?

Il filo conduttore delle mie riflessioni, è dare voce alle tante parti di cui siamo fatti. Nella poesia che racchiude il titolo del libro, Universi di(versi) ho scelto un’immagine in particolare per dirlo: il fiume.

In effetti come i fiumi  siamo tutti in continuo divenire, soggetti a cambiamenti e tutti quelli che viviamo all’esterno e ai quali in qualche modo dobbiamo adattarci, come il distanziamento sociale cui ci obbliga questa pandemia in corso, inevitabilmente agiscono cambiando qualcosa anche nei nostri aspetti interni, ed ecco allora che i fiumi di cui siamo fatti deviano e disegnano letti diversi da percorrere pur ritrovandosi poi nello stesso mare.

3. Ci spieghi il significato del titolo Universi di(versi)?

Ho scelto come titolo Universi di(versi) perché volevo raccontare come possa essere sorprendente, ma anche difficile e caotica, la convivenza con tutte le parti – che io vedo come tanti piccoli assoluti – che si trovano necessariamente ad abitare dentro di me. Le ho immaginate come piccoli universi che a volte viaggiano insieme senza intralcio, ma altre faticano a parlarsi, o vogliono proprio cose diverse.

Ascoltandole e lasciando che ognuna di esse giochi a suo modo con le parole per esprimersi portando alla luce il proprio universo, chissà che non riuscirò anche a prendere ciascuna per il verso giusto!

Universi diversi: intervista alla scrittrice

Una raccolta di poesie intima e contemporanea

4. Come riassumeresti Universi di(versi)?

Lo riassumerei con un sottotitolo ironico, che sarebbe: io e il mio condominio!

5. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi lettori?

Sarebbe bello prendersi cura della propria diversità, e usare la creatività in ogni sua forma per riuscire a trasformare tutto ciò che nei nostri universi diversi viviamo. Forse ci troveremmo per paesaggi meno logici e decifrabili ma, vuoi mettere la bellezza del panorama?

6.  Cosa ti ha condotto verso questa forma di espressione altra rispetto a ciò che hai fatto in passato?

È stato un anno difficile per tutti a causa della pandemia, ci troviamo ancora in una condizione di continua emergenza in cui tutto ciò che prima di questo periodo pensavamo di conoscere o di fare in un modo ora appare da rivisitare. Il mio settore, quello dello spettacolo dal vivo è stato fortemente penalizzato e, dopo in pratica un anno di fermo, potrei quasi dire paralizzato. Ho deciso allora di non rinunciare a esprimere la mia creatività, ma di farlo in un modo alternativo e cos’ nasce Universi di(versi).

Per farvi comprendere al meglio il mood di Universi di(versi) di Roberta Gesuè vi lasciamo con la poesia che da il nome al titolo della raccolta di poesia in fase di pubblicazione.

Universi di(versi)

Noi: rari frammenti dispersi.

Noi: tanti universi introversi.

Noi: tutti labirinti senza scia,

perché fiumi di(versi).

Se siete affascinati dal mondo della poesia in versi vi consigliamo la lettura di Quinto libello di pezzi tesotici di Giovanni Sollima.

Approvato il progetto SportAbility indirizzato ai giovani delle Province Campane

SportAbility è il nome del progetto dell’Unione Regionale delle Province Campane nell’ambito AzioneProvincEgiovani 2020. Questa iniziativa abilita lo sport per una crescita improntata sull’inclusività, i rapporti relazionali e uno stile di vita sana che vede coinvolte le Province di Avellino, Salerno e Caserta insieme all’Ufficio Scolastico Regionale.

L’idea di SportAbility è incentrata su un duplice obiettivo: diffondere la cultura della pratica sportiva e di sana e corretta alimentazione come strumenti imprescindibili per il benessere della persona oltre che di socializzazione e di aggregazione attraverso la diffusione delle informazioni e la promozione di spazi di confronto e dialogo tra i giovani, e tra questi le istituzioni.

È forte l’idea di diffondere attraverso questa iniziativa un’idea dello sport che possa contribuire allo sviluppo della pratica sportiva ad alto valore sociale e alla realizzazione dell’obiettivo di uno sport che sia per tutti e di tutti.

SportAbility: Provincia di Avellino

Un progetto che educa all’inclusione e all’importanza dello sport

SportAbiliti: a chi è rivolto

Il principali beneficiari di questo progetto sono i giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni, studenti degli istituti superiori delle province coinvolte.

Domenico Biancardi, presidente della Provincia di Avellino e presidente dell’Unione Regionale delle Province Campane, afferma:

Nei prossimi giorni coinvolgeremo in questa iniziativa, attraverso una manifestazione di interesse, gli allievi delle scuole irpine che vorranno aderire.

All’Interno di SportAbility particolare attenzione sarà dedicata anche alla linea di attività trasversale che cercherà di educare i giovani ad un uso consapevole dei social network grazie alla Media Education, un’attività di tipo didattico ed educativo finalizzata a sviluppare negli studenti la capacità di comprendere i diversi media e le varie tipologie di messaggi e utilizzarli correttamente, riuscendo a saper interpretare in maniera critica il messaggio e di usare in maniera propositiva i media.

Questa iniziativa nasce dall’osservazione della sempre più marcata tendenza dei giovani a sottrarsi alle occasioni di socializzazione reale preferendo la modalità di socializzazione virtuale dei social media. Questa mancanza di confronto diretto ai giovani viene a mancare la sperimentazione dei benefici della partecipazione e del sostegno reciproco.

Premio Strega 2021: altre proposte per concorrere all’ambito concorso

Si aggiungono altri nomi per concorrere all’ambito Premio Strega 2021.

I libri proposti sono i seguenti:

  • Disordini di Michele Ainis, proposto da Sabino Cassese.
  • Nuovissimo testamento di Giulio Cavalli, proposto da Filippo La Porta.
  • Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti, proposto da Sandro Veronesi.
  • Scacco all’isola di Alessandra Fagioli, proposto da Paolo Ferruzzi.
  • Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari, proposto da Paolo Cognetti.

Scopriamo qualcosa in più sui libri proposti per l’ambito premio letterario.

Premio Strega 2021: i libri che si aggiungono alla lista per partecipare al concorso

1. Disordini di Michele Ainis

Disordini: la recensione

Un romanzo che è una metafora del tempo che stiamo vivendo

Disordini (2021) di Michele Ainis è un romanzo che ha come protagonista Oscar, un professore associato di Giurisprudenza, che all’improvviso guardandosi allo specchio si accorge di essere diventato un altro.

Quella mattina si è consegnato allo specchio del bagno, impugnando il suo vecchio rasoio. Si è guardato, o meglio ha guardato l’immagine riflessa sulla superficie dello specchio: non era lui, non più. Cosa può mai provare che, al risveglio, scopra che un dio malevolo gli ha cambiato i connotati?

Per cercare di ritrovare se stesso decide di partire per il mare ma non sceglie un luogo qualsiasi ma il posto in cui trascorreva l’estate da ragazzo. Qui incontra la sua vecchia fidanzata, insieme ad altri personaggi sui generis e durante questo viaggio, Oscar, scopre che non è il solo ad essere cambiato.

2. Nuovissimo testamento di Giulio Cavalli

Nuovissimo testamento tra i libri scelti per concorrere al Premio Strega

Un romanzo sull’amore

Il secondo libro proposto per concorrere al Premio Strega 2021 è Nuovissimo testamento (2021) di Giulio Cavalli ha come protagonista Fausto Albini, che un giorno all’improvviso dopo aver disegnato un cerchio sulla sabbia si sente male. L’uomo viene portato d’urgenza al Pronto Soccorso e viene ricoverato nel reparto dei Disturbi affettivi, il reparto destinato ad accogliere i cittadini con problemi di rotondità sentimentale.

Nel reparto Fausto Albini incontra la dottoressa Anna Cordio per la quale inizierà a provare un sentimento proibito: l’amore.

Perché tutti soffrono di mancanza di empatia? Probabilmente ciò è causato da un disegno politico e proprio dall’ospedale partirà il nucleo della resistenza che avrà come scopo quello di liberare le emozioni, dando vita a un nuovissimo testamento.

3. Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti

Sembrava bellezza: recensione

Un romanza che parla dello scorrere del tempo

Sembrava bellezza (2021) di Teresa Ciabatti è un romanzo che si basa su episodi accaduti e racconta un pezzo di storia della scrittrice. Oltre alle vicissitudini familiari dei suoi avi, Teresa Ciabatti racconta com’è cambiata la sua vita da quando è diventata una scrittrice famosa e affermata.

Se avessi vent’anni. Se il successo fosse arrivato a vent’anni mi sarei ubriacata, drogata, avrei illuso ragazzi, usandoli per brevi periodo allo scopo di accrescere la mia vanità. Sarei stata rincorsa da giovani maschi. Tutti a desiderarmi.

Invece no ho quarantasette anni e a cercarmi sono cinquantenni alle prese con genitori in fin di vita, se non morti. Gente a cui si infiammano gomiti, bloccano schiene, adulti insoddisfatti, separati, intenzionati a rifarsi una seconda vita, figli a cinquant’anni. Sotto psicofarmaci, stressati come me che perdo sangue.

Il romanzo ci conduce all’interno di uno spazio intimo che, ciascuno, vive a suo modo ma tutti in qualche modo e per qualche ragione con nostalgia.

4. Scacco all’isola di Alessandra Fagioli

Scacco all'isola: recensione

Un romanzo che si snoda in luoghi fascinosi del crimine

Scacco all’isola (2020) di Alessandra Fagioli ha come protagonista Anna Tesei che ha l’incarico di fare luce su le morti strani che si stanno verificando in un’isola apparentemente tranquilla. Ogni volta che la donna si interfaccia con la sua amica Emma Lamon, celebre autrice di gialli, le offre preziosi consigli per lo sviluppo delle sue indagini.

A proporre questo libro per il Premio Strega 2021 è stato Paolo Ferruzzi che spiega così la sua motivazione:

Propongo il libro Scacco all’isola perché è un romanzo che intreccia indagini criminali a relazioni interpersonali e immortala un’isola facendola diventare a più riprese un teatro del crimine.

Un libro dotato di una narrazione asciutta, severa, incalzante, più generosa con i luoghi che non con le persone.

5. Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari

Mia sconosciuta: la recensione

Lo scrittore racconta la vita ribelle della madre

Mia sconosciuta (2020) di Marco Albino Ferrari è un romanzo che racconta la vita della madre morta dodici anni fa. Da quel giorno la donna ha continuato a far visita a suo figlio nei suoi sogni.

Lei è stata per me madre, padre, e forse qualche cosa di più, una compagna indivisibile. Ero ancora piccolo quando chiuse sbrigativamente la questione dell’assenza di mio padre. Senza scendere in particolari, mi raccontò chi era o, forse, chi era stato, perché nel frattempo poteva essere anche morto e lei non lo sapeva.

Nonostante il loro vissuto così stretto, lo scrittore non è riuscito a carpire fino in fondo tutto di lei e, probabilmente, con questo romanzo Marco Albino Ferrari cerca di creare una sequenza di ricordi che gli consenta di avere un quadro globale di sua madre.

Ecco gli altri nomi proposti per concorrere al premio letterario italiano. La lista completa la scopriremo il 5 marzo.

Bonus Ristori per i lavoratori dello spettacolo garantiti anche con le riaperture

Una buona notizia arriva per i lavoratori dello spettacolo.

Il ministro della Cultura Dario Franceschini tranquillizza questa categoria di lavoratori che è stata quella che ha sofferto maggiormente dei risvolti economici causati dalla pandemia. I Bonus Ristori dunque continueranno ad essere erogati nonostante la possibilità di riaprire i battenti.

Queste le parole utilizzate dal Ministro:

I lavoratori dello spettacolo devono stare tranquilli, la possibilità di riaprire dal 27 marzo non pregiudica i ristori.

Anche quest’anno erogheremo il fondo unico per lo spettacolo indipendentemente dalle alzate di sipario e continueremo a dare i ristori e a sostenere il settore anche con le aperture limitate.

Queste parole scaturiscono dalle prime indiscrezioni sulle prossime restrizioni previste nel prossimo Dpcm che in zona gialla consentirebbero l’apertura dal 27 marzo a cinema e teatri anche nel fine settimana.

Gli spettacoli saranno aperti al pubblico nelle sale teatrali, nelle sale da concerto, nelle sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto in cui sono previsti posti assegnati e distanziati.

Tutto ciò sarà permesso a condizione che venga comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale.

Decreto Ristori spettacolo: novità

Franceschini tranquillizza sull’erogazione dei sussidi

Il ministro Franceschini ha annunciato anche l’accesso ai musei, su prenotazione, anche nei fine settimana che invece precedentemente, in zona gialla, potevano essere aperti solo nei giorni infrasettimanali.

I Bonus Ristori-quater infatti hanno consentito, fino al mese di dicembre, ai lavoratori intermittenti e discontinui dello spettacolo di percepire 1.000 euro. Dal 15 dicembre c’è stata la possibilità di rifare domanda per i bonus che non hanno percepito per i mesi di marzo, aprile, maggio e agosto.

Anche se le problematiche per l’erogazione continuano ad essere poco fluide. In questo fine settimana infatti è prevista l’approvazione del decreto Ristori 5 che dovrebbe contenere un bonus da 1.000 euro per i lavoratori con e senza Partita Iva. Questo decreto doveva essere approvato più di un mese fa ma poi è slittato a causa della crisi del governo.

Il Parlamento aveva già varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro per finanziarlo, per poter elargire nuovi contributi a fondo perduto e altri bonus.

Attendiamo nelle prossime ore il nuovo Dpcm per scoprire le nuove disposizioni che ci attendono.

Premio Strega 2021: i primi 5 candidati ufficiali

È partita ufficialmente la scelta per l’assegnazione del Premio Strega 2021, il noto concorso letterario dedicato agli scrittori italiani. I primi libri 5 libri segnalati per concorrere sono i seguenti:

  • Noi di Paolo Di Stefano, proposto da Luca Serianni.
  • Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi, proposto da Domenico Starnone.
  • La notte si avvicina di Loredana Lipperini, proposto da Romana Petri.
  • I divoratori di Stefano Sgambati, proposto da Daria Bignardi.
  • Due vite di Emanuele Trevi, proposto da Francesco Piccolo
Premo Strega 2021: i primi 5 nomi candidati

Ecco i primi cinque nomi candidati al Premio Strega 2021

Premio Strega 2021: i primi cinque libri candidati

1. Noi di Paolo Di Stefano

Noi: il romanzo

Un romanzo che racconta un periodo intimo dello scrittore

Noi (2020) di Paolo Di Stefano è un romanzo che attinge alle vicende di una famiglia del ‘900 in cui accadono eventi storici universalmente noti in cui si snoda la saga familiare che attraversa quattro generazioni di uomini, vivi e defunti.

Nel suo libro in cui microstoria e macrostoria vanno di pari passo c’è spazio per raccontare la storia generazionale familiare a lui molto cara come la morte prematura del fratello causata dalla leucemia. Noi parla di rapporti familiari complessi che non riescono a risolversi del tutto per diverse cause.

A volte penso che nostra madre, dietro quella devozione verso il passato, non veda l’ora di liberarsi del magazzino di cianfrusaglie accumulate in sessant’anni di matrimonio, come se preferisse affrontare più leggera quel che le resta da vivere.

Quante volte, come davanti a un altare, sono rimasto immobile a guardare la scrivania massiccia e strabordante di carte su cui nostro padre aveva corretto tutti i compiti in classe della sua carriera, di certo qualche migliaio di versioni dal latino e dal greco fino al 1992, anno in cui, appena superati i sessantadue, dovette andare in prepensionamento per un infarto.

Noi, oltre ad essere un romanzo storico, è un racconto intimo e autobiografico che ci porta a riflettere sul senso strano che hanno i ricordi. Ci sono cose che sembrano irrilevanti inerenti il passato e, nonostante ciò, ci formano e ci accompagnano tutta una vita.

2. Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi

Questo giorno che incombe: recensione

Un romanzo che si ispira a un episodio di cronaca avvenuto a Bari

Questo giorno che incombe (2021) di Antonella Lattanzi è un romanzo ispirato liberamente a un episodio di cronaca avvenuto a Bari, nel palazzo in cui la scrittrice è cresciuta. Il romanzo ci conduce all’interno di un contesto familiare in cui un episodio di cronaca se da una parte fa da sfondo dall’altro scandisce un tempo intimo composto di cose che non si possono chiedere, altrimenti ti distruggono.

Nessuno può restare incolume sotto gli attacchi implacabili della realtà.

Ci pieghiamo, controvento, e continuiamo a camminare. Alcuni di noi non ce la fanno più. A un certo punto, come colti di sorpresa, cadono. Altri continuano, la testa bassa nella tempesta, intirizziti si stringono nei cappotti e non si fermano. Altri ancora imparano. A vedere il sole anche quando non c’è, o a spiare le nuvole per spostarsi al momento giusto, pronti a cogliere il primo raggio di luce. A riscaldarsi.

Questo giorno che incombe ci porta a fare i conti con il nostro passato perché quest’ultimo ci trova e ci stana sempre.

3. La notte si avvicina di Loredana Lipperini

La notte si avvicina: recensione

Il romanzo Loredana Lipperini

La notte si avvicina (2020) è un romanzo di Loredana Lipperini che ci parla di pandemia ma non della nostra. Siamo in un paese situato ai piedi delle montagne che è stato già segnato dal terremoto e si ritrova a fare i conti con una peste che dilaga e non perdona.

Il paese è lo stesso di sempre, una striscia che si allunga fra le montagne, la stessa strada lo percorre da nord a sud e i vicoli si arrampicano verso l’alto o scendono fino agli argini, come sempre. È facile circondarlo, è facile chiudere fuori chi vuole entrare, ancora più facile chiudere dentro chi vuole fuggire.

La notte si avvicina è un romanzo che mescola: storie, tradizioni e affronta lo stato di chiusura mentale che scaturisce dalla pandemia.

4. I divoratori di Stefano Sgambati

 

I divoratori: recensione

Un romanzo che parla delle ossessioni del nostro tempo

I divoratori (2020) di Stefano Sgambati ha come protagonisti Elena e Saverio che hanno deciso di trascorrere un fine settimana insieme, dopo essersi incontrati al funerale di un’amica comune. I due hanno deciso di cenare nel prestigioso Palazzo Senso, noto ristorante gourmet milanese, in cui quella stessa sera è presente la star mondiale Daniel William King. Tutti i presenti puntano gli occhi sul tavolo della star che è in compagnia della moglie e insieme rappresentano la perfezione estetica.

Il romanzo mostra le ossessioni del nostro tempo: l’apparire, il voler raggiungere la perfezione a tutti i costi facendo dimenticare che siamo tutti indistintamente e miserabilmente umani e quindi imperfetti.

Tutti erano pronti a ignorare o a minimizzare i molti ostacoli e le decine di fastidi che l’Unicorno aveva dovuto superare e ingoiare per poter essere seduto a quel tavolo, in quel ristorante, in quella città, perché molto più facile era fantasticare della sua Vita Perfetta piuttosto che ricostruirne i dettagli più faticosi e, per così dire, umani.

Nessuno che si fosse mai chiesto: sarà felice?

I divoratori ci mostra impietoso la liturgia dello spettacolo che, oggi, riguarda non solo chi dello spettacolo ne ha fatto il proprio lavoro ma tutti noi che ne prendiamo parte.

5. Due vite di Emanuele Trevi

Due vite: recensione

Un libro che racconta la storia di due amici

Due vite (2021) di Emanuele Trevi racconta la storia di due amici scrittori: Rocco Carbone e Pia Pera. Lo scrittore delinea le caratteristiche di ciascuno, sottolineando anche i tratti caratteriali divergenti e differenti tra i due. Nonostante le loro ossessioni differenti e inconciliabili Rocco e Pia sono legati indissolubilmente da un legame limpido, felice e trasparente: quello dell’amicizia.

L’infelicità. E i suoi gaddiani gomitoli di concause. Parlare della vita di Rocco significa necessariamente parlare della sua infelicità, e ammettere che faceva parte della schiera predestinata dei nati sotto Saturno. Ma come definire ciò di cui soffriva Rocco? Volendo far coincidere esattamente un nome alla cosa, alla fine bisognerebbe coniare un nuovo termine, tipo “rocchite”.

Ecco una summa dei primi cinque libri candidati al Premio Strega 2021. Attendiamo con ansia il resto dei nominativi che si saprà dopo il 5 marzo.

Un carro da parata mai visto prima è stato ritrovato a Pompei

Un carro da parata elegante e maestoso caratterizzato dalla complessità dei decori è stato ritrovato a Pompei, durante gli scavi della villa di Civita Giuliana. Il carro è rivestito con decorazioni a tema erotico tanto che si pensa fosse stato destinato al culto di Cerere e Venere.

Massimo Osanna, direttore uscente del Parco Archeologico nonché responsabile scientifico dello scavo ha affermato:

Questa rappresenta una scoperta  di grandissima importanza per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico.

Pompei continua a stupire con le sue scoperte e così sarà per molti anni e con venti ettari da scavare.

Questo reperto potrebbe essere un Pilentum, un carro cerimoniale. In Italia un esemplare del genere non era stato mai visto.

Nuovo reperto emerso a Pompei

Questo ritrovamento, ha aggiunto il ministro della cultura Dario Franceschini:

Dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e si può fare ricerca, formazione e studi.

Ciò che potrebbe far pensare che il carro potrebbe essere collegato al culto di Cerere è che la divinità in questione insieme a Venere erano molto venerate a Pompei. Potrebbe anche trattarsi di un augurio di fertilità perché le spighe rinvenute sul sedile potrebbero essere un indizio di un matrimonio celebrato da poco. Ipotesi che è rafforzata dal ritrovamento, lo scorso 2018, dei resti di due cavalli ancora agghindati.

Resta ancora irrisolto il mistero sull’identità dei proprietari della villa.

Il restauro del carro nuziale è stato già avviato nel laboratorio del Parco e probabilmente emergeranno altri particolari e spiegazioni annesse.

Il Pilentum inoltre, come attestano antiche fonti, veniva usato da sacerdotesse e signore. Dunque non si esclude che questo ritrovamento sia stato usato per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico.

Restiamo in attesa di nuovi aggiornamenti.

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