Cultura

Respect di Liesl Tommy: il biopic su Aretha Franklin

Respect è il titolo del biopic su Aretha Franklin diretto da Liesl Tommy. Ad interpretare l’icona della musica soul è Jennifer Hudson.

Il lungometraggio vuole raccontare e mostrare la vita di un’artista e di una donna che ha avuto una carriera musicale molto intensa fatta di picchi e di discese.

La vita sentimentale di Arheta Franklin non è stata facile ma il suo talento artistico straordinario l’ha aiutata a superare tutte le difficoltà che si è ritrovata a vivere, diventando anche una paladina dei diritti civili.

Respect è un progetto cinematografico che ha preso vita nel 2018, lo stesso anno in cui è morta la cantante, quando è stata la stessa Aretha Franklin a scegliere Jennifer Hudson.

Respect: trailer

Il biopic su Aretha Franklin

Aretha Franklin: vita

Aretha Franklin (1942-2018), soprannominata la Regina del Soul o Lady Soul,  è stata nel 1987 la prima donna ad entrare a far parte della Rock and Roll Hall of Fame.

Figlia di un predicatore battista e di una cantante gospel comprende da piccola l’incoerenza di alcuni valori che caratterizzano la sua educazione. I suoi genitori si separano e la madre va via di casa quando Aretha ha appena 6 anni.

A 14 anni segue il padre in un viaggio di predicazione ed ha l’occasione di sfoggiare il proprio repertorio gospel. Negli anni ’50 riesce quasi a firmare un contratto con la RCA ma poi la cantante si orienta verso la Columbia. All’inizio infatti Aretha Franklin incide 5 dischi che però riscuotono uno scarso successo.

Nel 1967 inizia ad esplodere il suo successo che la consacrano come Regina del Soul. Nello stesso anno raggiunge una fama internazionale che è motivo di orgoglio per le minoranze afroamericane, soprattutto, con il brano Respect di Otis Redding, che è diventato un inno dei movimenti femministi e per i diritti civili.

Nel 1969 divorzia dal marito Ted White, uomo violento e dai comportamenti equivoci, che per lei rappresenta una relazione infelice che la conduce verso l’alcolismo.

La vita artistica della cantante la si può dividere in due periodi: l’esordio e il secondo periodo, agli inizi degli anni’80, che sancisce un cambiamento di stile causato dai danni che il fumo provoca alla sua voce.

Respect ci conduce nel mondo della Regina del Soul, mostrandoci l’intimità di una donna fragile che, allo stesso tempo, con grinta e tenacia si afferma nel mondo musicale, realizzando il suo sogno.

Il proibizionismo spiegato da Michelangelo Bruno

Il proibizionismo (1920-1933) è il periodo in cui viene sancito il divieto sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcol negli Stati Uniti d’America. Questo divieto nasce quando l’alcol è fruibile per tutta la popolazione.

Michelangelo Bruno ci parla del proibizionismo: il video

Una tappa storica importante per il mondo della miscelazione

Allo stesso modo nel 1729 fino al 1751 in Gran Bretagna furono emanate cinque leggi per limitare il consumo di Gin. Questo periodo viene infatti ricordato con il nome di Gin Act. Ciò che fece allarmare le istituzioni politiche del tempo fu che parte del salario degli operai inglesi veniva corrisposto in gin. Questa usanza ovviamente portò ad una serie di problemi come la piaga sociale dell’alcolismo.

Il problema però non era soltanto relativo al salario degli operai ma come ci spiega Michelangelo Bruno, bartender de Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, era anche l’impossibilità di bere acqua pulita:

Verso la metà del’600, ad esempio, il gin era diventato una piaga perché tutti bevevano questo distillato. La questione è di carattere storico-sociale perché se l’acqua è inquinata e fa male è normale preferire una bevanda distillata nella quale le impurità sono ridotte al minimo. Quindi etichettare Londra, in quel periodo, come una città di ubriaconi è una definizione sbagliata perché facendo una disamina storica ci si rende conto che era difficile fruire di acqua potabile. Da ciò però nasce la piaga sociale dell’alcolismo e di quello minorile, in modo particolare.

Michelangelo Bruno: video

Michelangelo Bruno ci spiega brevemente alcune tappe storiche che hanno dato vita alla miscelazione

L’importanza del proibizionismo per il mondo della miscelazione

Il proibizionismo è stato fonte d’ispirazione perché è in questo periodo che nascono i bar clandestini o speakeasy, esercizi commerciali che vendevano illegalmente bevande alcoliche. Spesso questi luoghi erano nascosti da insegne diverse per evitare di essere scoperti.

È fondamentale, da un punto di vista psicologico e antropologico, sottolineare come in questo periodo sono nati alcuni drink fondamentali  per il mondo della miscelazione. Molti di questi drink sono nati a New Orleans, negli Stati Uniti d’America e a Cuba. Quest’ultima, infatti, essendo molto vicina permetteva agli statunitensi di bere drink più caraibici e meno strong  quelli che si bevevano nei bar clandestini.

Da qui si gettano le prime basi per due diverse scuole di pensiero legate al mondo della miscelazione.

Durante il proibizionismo, dunque, si inizia a ricercare e a pensare ad una struttura della miscelazione molto vicina al concetto odierno di bar e di mixology. Oggi, infatti, viviamo un’epoca d’oro per quanto riguarda la miscelazione.

Il Club de Catineros di Cuba

In questo periodo nasce il Club de Cantineros a di Cuba che cerca di attrezzarsi, cercando di garantire ai barman una carriera lavorativa di un certo livello che li conducesse ad intraprendere una carriera professionale rispettabile.

Il Club garantiva giornate di lavoro di otto o sei ore con uno stipendio minimo adeguato. Inizialmente il Club era formato da 25 soci e da 16 fondatori che avevano fornito un supporto economico. Nel 1929 nasce il Festival del Cantinero dove tutti i barman di tutto il mondo si riunivano a l’Avana per El dia del Cantinero. Nel 1930 viene anche pubblicato il Manuale Oficial, il primo libro di ricette del Club del Cantinero.  In seguito nasce anche una scuola per formare barman chiamata La Classe del Coctelaria.

Oggi il Club de Cantineros esiste ancora ma ha connotazioni diverse rispetto a quelle iniziali.

Per scoprire altre informazioni sul mondo della mixology vi consigliamo di approfondire la storia della miscelazione in cui Michelangelo Bruno spiega alcune tappe importanti.

Buona scoperta!

Timeless Immortal Art: un museo a cielo aperto a Merì

Timeless Immortal Art è un progetto unico nel suo genere perché cambia il modo di concepire l’arte e la bellezza, inserendoli a cielo aperto in un contesto urbano. L’idea è quella di installare delle mattonelle in terracotta, dipinte da 60 artisti provenienti da tutto il mondo. Ciò accadrà nel piccolo borgo di Merì, in provincia di Messina, giungendo fino in Cina.

Le mattonelle in terracotta diventano un museo a cielo aperto in cui ciascun artista, con la sua opera diventerà testimonial della città perché il suo nome ricorderà una via o una piazza.

Timeless Immortal Art è un messaggio per il futuro che, pian piano, sta contagiando tutti i paesi del mondo perché è caratterizzato da un forte campo energetico costituito interamente da arte allo stato puro. Questo approccio non solo dona un nuovo aspetto alle città, rilanciando un’immagine territoriale nuova.

La posa della prima opera sarà accompagnata dal canto di un Ave Maria del soprano Ekaterina Adamova che rilancerà il piccolo comune di Merì come “capitale” dell’arte.

Lo stesso progetto di Merì verrà realizzato anche in Cina con lo stesso team di artisti.

Timeless Immortal Art è un progetto voluto fortemente dal sindaco Filippo Bonansinga, dall’assessore alla cultura Carmelo Arcoraci e supportato dal Patrocinio della Regione Siciliana- Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana insieme al pittore Lorenzo Chinnici, al figlio Francesco che faranno da ponte culturale con gli artisti.

Timeless Immortal Art da Merì alla Cina

Un progetto dedicato interamente all’arte urbana

Emma XingYi Wang, partener del progetto cinese e presidente della G&Y Cultural Exchange Association di Shanghai e Firenze, descrive con queste parole l’anima di Timeless Immortal Art:

Un museo a cielo aperto ma anche una vera e propria rigenerazione urbana attraverso l’arte – un modello di rinascita culturale grazie ad un progetto di riqualificazione che può contare su centinaia di artisti internazionali.

Timeless Immortal Art: il cast internazionale degli artisti

I 60 artisti provenienti da tutto il mondo che daranno vita a questo progetto artistico sono:

  • Lorenzo Chinnici (Italia)
  • Zheng XiaoTong (Cina)
  • Craig Warwich (Inghilterra
  • Farida Saba ( Arabia Saudita)
  • Patrick Smith (Stati Uniti d’America)
  • Alisa Byteva (Russia)
  • Dorina Nicoleta Crisu (Romania)
  • Christine Bleny (Francia)
  • Ildo Domingos (Brasile)
  • Jacqueline Scheffer (Sudafrica)
  • Agniesszka Wioletta Meler (Polonia)
  • Giuseppe Gorga (Italia)
  • Ingrid G.G. Pegge (Olanda)
  • Bojan Jevtic (Serbia)
  • Isabella Young (Nuova Zelanda)
  • Giovanni Gargano (Italia)
  • Uliana Storozhylova (Ucraina)
  • Lu Mei (Cina)
  • Alberto Urbano Moreno Montuque (Spagna)
  • Adriana Antidin (Argentina)
  • Francesca Maio (Italia)
  • Luna Smith (Scozia)
  • Bruce Chidovori (Zimbabwe)
  • Neven Zoricic (Croazia)
  • Salvatore Cusimano (Italia)
  • Mirit Ben-Nun (Israele)
  • Pawel Mendrek (Austria)
  • Nicole Musser (Canada)
  • Nicolò Garrasi (Italia)
  • Lilivet Pena Echemendia (Cuba)
  • Osama Imam El-Laithy (Egitto)
  • Agatino Furnari (Italia)
  • Brian Jenninngs (Irlanda)
  • Giuseppe Messina (Italia)
  • Aidas Rytis Vasiliauskas (Lituania)
  • David Kent (Inghilterra)
  • Dimitri Salonia (Italia)
  • A.Tinne Vereeck (Belgio)
  • Linda Schipani (Italia)
  • Rui Manuel de Sousa Lourenco (Portogallo)
  • Shadi Abou Sada (Siria)
  • Anne Gry Andersen (Danimarca)
  • Du Shusheng (Cina)
  • Lucy Lago (Russia)
  • Pino Morena (Italia)
  • Helen Mortimer (Australia)
  • Salvatore Imbesi (Italia)
  • Tara Vahab (Canada)
  • Vincenzo Campo (Italia)
  • Olena Rudnieva (Ucraina)
  • Francesca Licari (Italia)
  • Adil Es-Safi (Marocco)
  • Gianmaria Lafranconi (Italia)
  • Zhang Jigang (Cina)
  • Michela Velardita (Italia)
  • Joe Cooper (Galles)
  • Mel Alexenberg (Israele)
  • Roberto Di Costanzo (Italia)
  • Kenta Leon Hayashi (Giappone)

Il palazzo delle donne di Laetitia Colombani

Il palazzo delle donne (2021) è l’ultimo romanzo di Laetitia Colombani, pubblicato dalla casa editrice Nord.

Solène è una delle protagoniste del romanzo che giunge al palazzo delle donne, ai nostri giorni, spinta dalla disperazione e da un trauma vissuto che l’ha turbata. Lei è un avvocato di successo finché un giorno un suo cliente,Saint-Clair, avendo perso la causa si lancia dalla finestra del tribunale.

L’uomo, accusato di frode fiscale, era stato indagato e la sentenza ricevuta prevedeva carcere e diversi milioni di euro da versare tra risarcimenti e interessi. Il disonore e la riprovazione sociale, erano troppo difficili da sopportare per Saint-Clair. Da questo è scaturito il folle gesto che è stato squarciante per Solène.

Il prezzo da pagare per qualcuno che rinuncia come una sorta di eredità passa inevitabilmente a chi resta in vita.

Saint-Clair si è lanciato verso il parapetto di vetro e l’ha scavalcato.

È precipitato dal sesto piano del Palazzo di Giustizia.

Per alcuni istanti che le sono sembrati eterni, il corpo di lui è rimasto sospeso nel vuoto. Poi si è schiantato sul pavimento, ventotto metri più sotto.

Che cos’è accaduto in seguito, Solène non lo ricorda. Sono solo immagini sparse, al rallentatore. Deve avere urlato, sicuramente, prima di accasciarsi.

Quando si è svegliata, era circondata da pareti bianche.

Il medico ha pronunciato queste parole: burn out. All’inizio, Solène si è chiesta se stesse parlando di lei o del suo cliente. Ci ha messo un pò a capire. Poi il filo della storia si è ricomposto.

L’immagine del suicidio del suo cliente perseguita Solène, lasciandole un senso di colpa incolmabile perché continua a pensare che avrebbe dovuto capire il suo stato di agitazione, evitando quel tragico gesto.

Saint-Clair, il suo cliente, lei lo conosceva bene: era un influente uomo d’affari indagato per frode fiscale. Della sua vita privata Solène sapeva tutto: matrimoni, divorzi, amanti, ammontare degli assegni versati alle sue ex mogli e ai figli, i regali che portava loro dai viaggi.

Solène si imbatte nel palazzo delle donne, un luogo voluto e costruito da Blanche, giovane aristocratica vissuta a Parigi durante la fine della Grande Guerra , che decide di voltare le spalle all’agio per vivere e battersi contro la povertà, la fame e l’umiliazione. Dal suo percorso nel mondo dei bisognosi decide di offrire un luogo sicuro a tutte le donne in difficoltà.

Il palazzo delle donne: recensione

Un romanzo che parla di donne

Durante il suo tempo, Blanche, si rende conto che tutti gli sforzi per aiutare i più bisognosi sono rivolti agli uomini mentre nessuno tende la mano alle donne che mendicano in strada, privandosi del cibo per darlo ai loro figli o che fuggono da mariti violenti.

Questa per Blanche è un’ingiustizia senza pari così, venendo che un palazzo in rue de Charonne è in vendita, decide di acquistare l’immobile per rendere giustizia alle donne e dando loro dignità.

Il palazzo delle donne è un libro che da voce a chi non l’ha mai avuta. In particolar modo a due eroine dimenticate.

Il libro è stato pubblicato il 21 gennaio 2021 ed è già disponibile nelle librerie.

Se vi appassionano i libri che hanno come focus le donne vi consigliamo anche la lettura de Il ballo delle pazze di Victoria Mas: un inno alla libertà delle donne.

La verità negata è il docufilm su Angelo Vassallo

La verità negata è un docufilm su Angelo Vassallo che è, attualmente, in fase di scrittura.

Angelo Vassallo è morto nel 2010 in un attentato. Era il Sindaco di Pollica, soprannominato il Sindaco pescatore perchè si distingueva politicamente per un marcato ambientalismo e per un attaccamento alle proprie radici.

A dieci anni trascorsi dall’assassinio e da quei nove colpi di pistola che si sono trasformati in dibattiti nelle scuole e in un’intensa attività divulgativa mirata a scoprire le omertà e i silenzi che provengono da una illegalità che si vede, si conosce e di cui si ha paura di parlare. Da questi dieci anni trascorsi nasce l’idea di trasporre in immagini la vita di Angelo Vassallo attraverso un docufilm.

Ettore Bassi interpreterà il Sindaco pescatore di Pollica

Un docufilm sulla vita e la storia umana di Angelo Vassallo

Ettore Bassi interpreterà Angelo Vassallo ne La verità negata

Il docufilm è stato promosso dalla Fondazione Vassallo che, attraverso la realizzazione de La verità negata, intende non solo mantenere accesi i riflettori sull’assassinio del Sindaco Pescatore e sulla vicenda giudiziaria che è ancora irrisolta ma ha come scopo quello di diffondere la cultura e i principi della legalità.

Per intepretare Angelo Vassallo è stato scelto l’attore Ettore Bassi che, parlando di La verità negata afferma:

Insieme creeremo questo mare di legalità, di bellezza, di giustizia. Goccia dopo goccia. Perché tutti insieme crediamo che questo Paese possa migliorare ancora e diventare una nazione bella, dove poter vivere.

Intrecci politici e cronache giudiziarie: tutto questo sarà raccontato nel docufilm La verità negata.

È un progetto importantissimo, nato dalla volontà della Fondazione Vassallo e tante persone che hanno conosciuto Angelo, che hanno lavorato con lui, che lo hanno frequentato. Un progetto che vogliamo assolutamente portare a casa, ma per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

La verità negata ha bisogno di fondi e per poter dare un contributo basta fare un piccolo versamento su Gofundme, per poter partecipare attivamente alla realizzazione di questo progetto, trasponendo in immagini la storia umana e amministrativa di Angelo Vassallo.

Ettore Bassi parla del docufilm

Ettore Bassi spiega così La verità negata:

Siamo in fase di scrittura, il progetto è iniziato da poco, mettiamo insieme tutte le forze che abbiamo, ciascuno con la propria personalità. Siamo un gruppo di persone estremamente preparate e credo che il progetto nasca sotto una buona stella.

Quando vai a raccontare una storia come questa, non puoi non pensare alla violenza. La paura è normale, appartiene ad ognuno di noi: l’importante, come testimoniava Angelo, è il messaggio che trasmetti e perseguire ciò che è giusto nella vita.

Se siete incuriositi dal mondo a cui alcuni come Angelo Vassallo si sono opposti sacrificando la propria vita, vi consigliamo la lettura de La città insensibile di Carmine Zamprotta per conoscere meglio alcuni aspetti senza filtri delle nuove frontiere della criminalità organizzata.

5 drink per 5 classici della letteratura italiana

Insieme a Michelangelo Bruno, bartender de Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, abbiamo abbinato 5 drink a 5 classici della letteratura italiana.

Alcuni dei libri scelti non sono dei veri e propri classici perché non sono molto datati alcuni e non sono romanzi altri. Ciò che ci ha condotti a questa scelta è il contenuto di alcuni testi che nonostante non vengano reputati classici della letteratura abbiamo deciso di menzionare per diverse ragioni. La prima è perché vale la pena leggerli per il loro messaggio che, a nostro avviso, resterà intramontabile.

Michelangelo Bruno: video

Michelangelo Bruno ci spiega brevemente alcune tappe storiche che hanno dato vita alla miscelazione

In questa selezione di 5 drink per 5 classici della letteratura italiana abbiamo scardinato, per alcuni libri menzionati, ciò che generalmente si intende per classico della letteratura. Nella lista, infatti, compaiono romanzi che sono annoverati tra i classici della letteratura italiana e altri che per i canoni temporali non lo sono mentre altri ancora non potrebbero rientrare perché non sono romanzi ma di letterario hanno il messaggio intrinseco, l’argomento e il sentire umano.

Ecco cosa è venuto fuori!

5 drink per 5 classici della letteratura italiana: gli abbinamenti

Cocktail e cultura al Castello D'Aquino caffè letterario Grottaminarda

Abbiamo abbinato insieme a Michelangelo Bruno 5 drink a 5 cocktail della letteratura italiana

1. Per lettere contro la guerra di Tiziano Terzani un Ti’ Punch

5 drink per 5 classici della letteratura italiana

Un Ti’ Punch per lettere contro la guerra di Tiziano Terzani

Lettere contro la guerra (2002) di Tiziano Terzani non è un romanzo ma una raccolta di lettere scritte in occasione dell’attentato dell’11 settembre 2001. In quest’occasione sono stati molti gli intellettuali, tra cui Oriana Fallaci, che hanno fomentato l’odio verso l’Oriente, verso l’Afghanistan e verso i mussulmani.

Vi riportiamo uno stralcio della lettera che la giornalista scrisse, all’epoca dell’accaduto, quando viveva a Manhattan e che fu pubblicata sul Corriere.

Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l’altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. “Vittoria! Vittoria!”. Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito unomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono:”Bene. Agli Americani gli sta bene”. E sono razionale.

Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso.

Arrabbiata come me, la poetessa afro-americana Maya Angelou ieri ha ruggito:”Be angry. I’s good to be angry, it’s healthy. Siate arrabbiati. Fa bene essere arrabbiati. È sano”. E se a me fa bene io non lo so. Però so che non farà bene a loro, intendo dire a chi ammira gli Usama Bin Laden, a chi gli esprime comprensione o simpatia o solidarietà. Hai acceso un detonatore che da troppo tempo ha voglia di scoppiare, con la tua richiesta. Vedrai. Mi chiedi anche di raccontare come l’ho vissuta io, quest’Apocalisse.

Lettere contro la guerra: il libro

Tiziano Terzani pubblica una raccolta di lettere scritte dopo l’attacco alle Torri Gemelle

A questa lettera Tiziano Terzani risponde a Oriana Fallaci, all’interno di Lettere contro la guerra, dedicandole la lettera da Firenze, di cui vi riportiamo un breve stralgio:

Ti scrivo – e pubblicamente per questo- per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive, quasi come dal crollo delle due Torri. Là morivano migliaia di persone, e con loro il nostro senso di sicurezza; nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione.

Il tu sfogo mi ha colpito, ferito e mi ha fatto pensare a Karl Kraus. ” Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia”, scrisse, disperato del fatto che, dinanzi all’indicibile orrore della prima guerra mondiale, alla gente non si fosse paralizzata la lingua. Al contrario, gli si era sciolta, creando tutto attorno un assurdo e confondente chiacchierio. Tacere per Kraus significava riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi.

Pensare quel che pensi e scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua notorietà, la tua brillante lezione di intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta.

E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza?La salvezza  non è nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile, “Libertà duratura”. O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sarà nemmen questa.

Tiziano Terzani attraverso la pubblicazione di Lettere contro la guerra offre un’analisi lucida in cui dimostra che l’odio genera solo altro odio che, alla fine dei conti, non conduce a nulla di costruttivo perché la comprensione intrinseca di una strage come quella dell’attacco alle Torri Gemelle dovrebbe suscitare tutt’altro: dovrebbe scuotere le coscienze e far capire che usare la stessa moneta non paga mai.

Abbiamo deciso di associare a questo libro il Ti’Punch perché è un drink sincero, non ha copertura aromatica e si compone di uno sciroppo di zucchero integrale di canna, alcuni pezzi tagliati grossolanamente di lime e di distillati di canna da zucchero che hanno una gradazione alcolica compresa tra i 50° e i 60°. Dunque questo è un drink che non ammalia ma si palesa per ciò che è e che mostra tutta la storia che esiste nel mondo della miscelazione perché si annovera tra i Punch, considerato tra i padri della miscelazione.

Il Ti’Punch si compone di scrioppo integrale di canna che rappresenta l’alter ego della sua componente grezza: un distillato non di melassa ma dicanna da zucchero, Rum Agrocole, per intenderci.

Al pari di Lettere contro la guerra, il Ti’ Punch è una bevuta sincera così come lo è il contenuto del libro e della penna del giornalista in generale.

2. Per il nome della rosa di Umberto Eco un Mojito

5 drink per 5 classici della letteratura italiana

Quale drink rappresenta il nome della rosa? Per noi un Mojito

Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco è un romanzo storico con una forte impronta che ci riporta al genere dei gialli. Il romanzo trova l’espediente di un manoscritto ritrovato, per raccontare la storia di Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk, due francescani, che si ritrovano a dover risolvere misteriosi delitti all’interno di una cinta abbaziale.

Giunto al finire della mia vita di peccatore, mentre canuto senesco come il mondo, nell’attesa di perdermi nell’abisso senza fondo della divinità silenziosa e deserta, partecipando della luce inconversevole delle intelligenze angeliche, trattenuto ormai col mio corpo greve e malato in questa cella del caro monastero di Melk, mi accingo a lasciare su questo vello testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui giventù mi accadde di assistere, ripetendo quanto vidi e udii, senza azzardarmi a trarne un disegno, come a lasciare a coloro che verranno (se l’Anticristo non li precederà) segni di segni, perché su di essi si eserciti la preghiera della decifrazione.

Il nome della rosa, in breve, è un libro impegnativo perché pregno di riferimenti storici, teologici e filosofici. I protagonisti presenti nel romanzo vengono descritti e approfonditi in modo minuzioso.

A questo classico della letteratura italiana abbiamo attribuito  il Punch che rappresenta la fase antecedente a ciò che conosciamo del mondo della miscelazione. Questa scelta, infatti, non rappresenta quella vera e propria di un drink ma uno stile di bevuta. Il Punch si compone di una parte acida, una parte dole, una parte forte, una parte di diluizione e di una nota speziata. Il Mojito, ad esempio, è la eco più evidente del Punch.

Abbiamo deciso di accostare un caposaldo letterario e storico con un elemento altrettanto importante della storia della mixology perché l’idea è quella di omaggiare degli elementi fondamentali, ciscuno, per il proprio ambito di appartenenza.

A voi la scelta!

3. Per Diario di Letizia Battaglia un Americano

per Diario di Letizia Battaglia un Americano

Abbiamo abbinato un Americano al libro della nota fotografa

Diario (2014) di Letizia Battaglia non è un vero e proprio classico della letteratura italiana perché è un diario illustrato che riguarda la mafia degli anni ’80. Le fotografie che documentano le guerre della mafia sono esposte nei musei di tutta Europa. Quello che da sempre anima la fotografa, oggi ottantenne, è un senso di giustizia e di verità.

Le fotografie sono accompagnate da testi scritti che raccontano la storia lavorativa di una fotoreporter e la storia intima di una donna, che attraverso la sua sensibilità e il suo occhio ci trasmettono molto di più di uno sguardo oggettivo sul mondo e sul suo lato nero che lo compone.

L’intento di Letizia Battaglia è quello di consegnare alla società il suo monito e il suo augurio: quello di un mondo meno ingiusto e meno cupo di quello che abbiamo.

A Diario abbiamo associato un Americano perché è un drink completamente italiano benché il nome possa far pensare ad un’altra matrice. È una bevuta semplice ma ha fatto scuola così come i personaggi che si sono contrapposti al mondo mafioso, denunciandolo attraverso il proprio lavoro.

4. Per Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello un French 75

5 drink per 5 classici della letteratura italiana

Per il romanzo di Luigi Pirandello un French 75

Uno, nessuno e centomila (1926) è una delle opere maggiori di Luigi Pirandello, la cui stesura ha tenuto impegnato lo scrittore per 15 anni prima della sua pubblicazione. Il romanzo lo possiamo annoverare nella branca dei romanzi umoristici anche se i temi fondamentali sono tutt’altro. Protagonisti delle pagine, infatti, sono: la follia e le maschere, simbolismi cari allo scrittore.

Uno, nessuno e centomila è un romanzo che è e resterà sempre contemporaneo perché affronta e scandaglia la fragilità e le diverse facce dell’essere umano e della singola persona.

Avrei potuto, è vero, consolarmi con la riflessione che, alla fin fine, era ovvio e comune il mio caso, il quale provava ancora una volta un fatto risaputissimo, cioè che notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri. Ma il primo germe del male aveva cominciato a metter radice nel mio spirito e non potei consolarmi con questa riflessione.

Ma si fissò invece il pensiero ch’io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m’ero figurato d’essere.

Uno, nessuno e centomila ci scava dentro, palesando le diverse modulazioni comportamentali e caratteriali che assumiamo in base alle persone con cui ci rapportiamo.Ad esempio, l’immagine che diamo ad una persona in particolare sarà diversa da quella che un altro avrà di noi perché ciò che circonda la nostra esistenza è una summa di varie sfaccettature e tratti caratteriali che noi abbiamo mostrato a quella persona e non ad un’altra.

Molto falsata è soprattutto quella che noi ci siamo costruiti e che abbiamo di noi. Ciascuno di noi, dunque, può considerarsi Uno, nessuno e centomila perché possiamo essere tutto ciò che vogliamo e che probabilmente non siamo.

A questo romanzo abbiamo attribuito un French 75 perché è un cocktail che è difficilmente catalogabile in una categoria di drink perché non è canonicamente un Sour ma è arricchito dallo Champagne. Ciò lo fa esulare dalla sua categoria.

In breve, il French 75 può essere tutto di qualsiasi cosa, malleabile e adattabile a qualsiasi esigenza ma con quel quid in più rispetto ad altre bevute.

5. Per lettere a un bambino mai nato di Oriana Fallaci un Vieux Carré

5 drink per 5 classici della letteratura italiana

Un drink forte per un libro attrettanto crudo e sinceramente vero

Siamo giunti al quinto abbinamento di 5 drink per 5 classici della letteratura italiana.

Lettere a un bambino mai nato (1975) è un romanzo che esula dalle altre opere letterarie di Oriana Fallaci perché è un libro che affronta la difficoltà di non essere madre, essendone consapevoli e scegliendo tale percorso. Tra le pagine e la penna della storica giornalista si evince, nonostante la forza e la fermezza delle sue scelte, la fragilità umana che trapela dalla paura del rimpianto: la scelta di non diventare madre a prescindere dalle aspettative della società.

Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando ha ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomiqui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo.

Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. È paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre. Non sono mai stata pronta ad accoglierti, anche se ti ho molto aspettato.

Mi son sempre posta l’atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando “Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perché mi ci hai messo, perché?”

La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele.

Nonostante Oriana Fallaci sia una donna piena di tempra e di raziocinio, in quest’opera per quanto possibile perché scritta di suo pugno, si evince un essere umano e un’anima pari a tutte le altre. In questo romanzo la giornalista è in primis una donna che si interroga e spiega un avvenimento importante della sua vita: l’aborto spontaneo che ebbe.

Abbiamo associato a Lettere a un bambino mai nato un Vieux Carré perché è un drink molto forte che si compone prevalentemente di Cognac, e Whiskey e Vermut rosso. Si può definire una bevuta stutturata, secca e strong dal punto di vista alcolico che consente, per chi se la sente, un massimo di due bevute.

Al pari di Lettere a un bambino mai nato che è un libro intio, lucido, razioale ma che lascia una sensazione cupa e che riesce a trasmttere la ferma e netta decisione di una donna che ha deciso di non seguire i classici dettami di una società cui molte donne si piegan, a dispetto di un istinto materno che non è universalmente valido per tutte.

Se siete interessati ad altri abbinamenti che abbiamo pensato insieme al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, ecco 5 drink per 5 cocktail della letteratura internazionale.

Buona lettura e scoperta!

Sembrava bellezza: un romanzo sul passare del tempo

Sembrava bellezza è l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti che ha come protagonista lo scorrere del tempo impietoso, che non risparmia nessuno.

Il libro ci conduce nel mondo intimo di ciascuno che, con l’avanzare dell’età, protende a riguardare il passato, le scelte fatte, i visi che ci hanno accompagnati e anche quelli che ci hanno lasciati. Ciò che emerge è la tenerezza che si ha verso se stessi e sul proprio vissuto.

Come si può leggere già dalle prime pagine di Sembrava bellezza:

Un  romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice con una scrittura che si è fatta più calda e accogliente, senza perdere nulla della sua affilata potenza, mette in scena con acume prodigioso le relazioni, tra donne e non solo.

Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.

Sembrava bellezza è un libro che scava nella profondità umana e nel meccanismo della mente umana, diverso per tutti.

Sembrava bellezza: il romanzo

L’ultimo romanzo della scrittrice

I meccanismi della mente umana, infatti, cambiano in base a come percepiamo noi gli eventi. La stessa esperienza vissuta da persone diverse, ad esempio, ha diverse versioni differenti che corrispondono al numero delle persone che l’hanno vissuta.

Ognuno individua dolore e gioia dove non li individuano gli altri. Addirittura il piacere risiede in luoghi diversi, anfratti emotivi a seconda della persona.  È forse il piacere, tra i sentimenti umani, il mistero più grande.

Sembrava bellezza è un romanzo che ha anche dei rimandi autobiografici di Teresa Ciabatti perché la scrittrice, in questo periodo, sta vivendo una fase matura della sua esistenza mentre sua figlia, di dieci anni, si trova in quella fase della vita in cui si prepara a sbocciare.

Il romanzo di Teresa Ciabatti, edito da Mondadori, è disponibile da oggi nelle librerie italiane!

Se il mondo dei sentimenti è ciò che vi interessa approfondire nelle vostre letture, vi consigliamo Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo.

Olio Basso: nasce la linea Bio

Olio Basso è un’azienda storica che ha deciso di ampliare la sua gamma di prodotti, mettendo una linea biologica con due nuove etichette.

Queste nuove proposte sono il frutto di un’accurata selezione e attraverso l’utilizzo di un’agricoltura biologica.

Per realizzare questi due prodotti è stata effettuata una raccolta leggermente anticipata rispetto alla maturazione. Questa scelta, infatti, garantisce la preservazione del valore vitaminico e delle proprietà rilasciate

La nuova linea bio non contiene pesticidi o sostanze chimiche. La molitura viene effettuata entro le 24 ore con estrazione a freddo inferiore a 27°C.

Da quest’attenzione nasce un prodotto di alta qualità che è anche in grado di controllare i livelli di colesterolo.

La nuova linea bio di Olio Basso è ricca di polifenoli e antiossidanti naturali.

Olio Basso: la linea biologica

Nuova linea biologica di Olio Basso che lancia due nuovi prodotti.

Olio Basso: linea bio

L’etichetta bianca della nuova linea è stata utilizzata per l’Olio Extravergine Bio 100% italiano – cultivar di Coratina e Ogliarola che viene prodotto con olive della Puglia che si caratterizzano per un sapore fruttato e intenso con note olfattive vegetali e di carciofo.

L’etichetta nera invece indica cultivar di Hojiblanca, Coratina, Koroneiki che contiene olive provenienti da Spagna, Italia e Grecia.

Questo mix ha un sapore fruttato e di media intensità, caratterizzato da note olfattive di oliva verde, leggermente amaro e piccante.

Olio Basso dunque apre i propri orizzonti all’agricoltura biologica, dando la possibilità ai suoi fruitori di poter acquistare un prodotto sano e genuino che, attraverso i due sapori differenti, sono in grado di accontentare tutti i palati e tutte le necessità gustative.

L’azienda, di recente, è stata premiata al concorso MIOOA  con quattro riconoscimenti ma crediamo che raggiungerà nuovi traguardi e nuove soddisfazioni.

Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo

Il vero amore è una quiete accesa è l’ultimo romanzo di Francesco Randazzo, edito da Graphofeel Editore.

Protagoniste del libro sono Iride e le sue sorelle, divinità dell’Olimpo ellenico, che osservano il mondo dall’alto e raccontano alcune vicissitudini che suscitano particolare interesse.

Una delle storie che colpisce le protagoniste è quella di Leyla, figlia di due grandi medici, che lotta contro la cecità. Durante questo percorso la bambina lotta ma fugge dalla sua storia difficile, dimenticando se stessa e cosa l’ha fatta divenire ciò che è.

All’improvviso in questa fuga fisica e interiore la bambina incontra Tommaso, un medico e bioingegnere di successo, che le darà una nuova identità non sapendo la sua storia. Da questo incontro nascerà un rapporto potente che segnerà entrambi.

Il vero amore è una quiete accesa si apre con una domanda universalmente valida per tutti:

Dove finisce tutto l’amore sprecato, tradito maltrattato o semplicemente lasciato indietro come un bagaglio dimenticato sul binario?

Probabilmente ce lo portiamo dentro, sperando di poter avere nuove occasioni per poterci riscattare e dimostrare che, in fondo, siamo migliori a tal punto da doverci meritare di meglio.

Perché incontriamo e scegliamo determinate persone ma, nella maggior parte dei casi, si rivelano tutt’altro da quello che ci aspettavamo? Perché le situazioni sentimentali sembrano rappresentare un eterno ritorno dal quale non si esce mai completamente vincenti?

Vero Amore è una quiete accesa: la copertina

Un romanzo che cerca di scavare il profondo senso dell’amore

Il vero amore è una quiete accesa: il senso dell’amore per Francesco Randazzo

Il vero amore è una quiete accesa è un romanzo che porta ad interrogarci sulla complessità di questo sentimento da cui, inevitabilmente, si alternano aspettative, positività e rammarico. Probabilmente alla domanda posta nel libro non riusciremo mai  a dare una risposta ma potremmo, forse, riuscire a comprendere il senso di questo eterno ritorno universalmente valido per tutti che accomuna l’umanità da secoli.

Spesso questa sensazione irrisolta che scaturisce dalla sublimità di un sentimento non decifrabile in modo esatto, ci conduce verso il mondo metafisico e religioso che, se ci pensiamo, si basa sulla stessa infondatezza e non concretezza: ciò in cui crediamo non lo possiamo toccare al pari di coloro che ci hanno preceduto e che ci sopravviveranno.

È singolare questa continua richiesta di dialogo che gli uomini esigono dalle divinità. Come se tutto ciò che li sovrasta e travolge avesse  un perché o come se per ogni problema ci fosse una soluzione che possa arrivare dall’alto.

Francesco Randazzo attraverso Tommaso e Leyla ci offre una lettura sul mondo amoroso.

Il romanzo uscirà nelle librerie il prossimo 28 gennaio.

Se l’amore è il tema che spesso ricercate tra le pagine di un libro, vi consigliamo la lettura del libro di poesie di Juan Vicente.

Buona lettura!

Salvator Mundi: un quadro dall’inestimabile valore è stato ritrovato in un’abitazione di Napoli

Salvator Mundi è un quadro attribuito a Leonardo da Vinci, risalente al 1499 circa, che faceva parte di una collezione custodita presso il museo Doma della Basilica di San Domenico Maggiore di Napoli. Il dipinto era stato trafugato ed è stato ritrovato in un appartamento di Napoli. Il proprietario è sottoposto a fermo con l’accusa di ricettazione.

Salvator Mundi

Salvator Mundi

Salvator Mundi è ritornato nella cappella Muscettola dove era stato rubato.

Qualche indiscrezione sul dipinto

Salvator Mundi è stato mostrato al pubblico la prima volta nel 2011, dopo un restauro. L’attribuzione a Leonardo da Vinci è stata confermata da quattro studiosi internazionali ma è stata contestata da altri esperti del settore.

Il quadro raffigura Gesù Cristo a mezzo busto mentre benedice con la mano destra mentre con quella sinistra mantiene il globo, simbolo del potere universale. La sfera oltre a significare la terra potrebbe rappresentare anche lo strumento ottico d’ingrandimento.

Si pensa che Leonardo da Vinci prima di lasciare Milano per la caduta degli Sforza avrebbe dipinto questo quadro per un committente privato. Il quadro rappresenta Gesù come salvatore del mondo e signore del cosmo.

Secondo alcune indagini storiche questo dipinto, un tempo, è stato proprietà di Carlo I d’Inghilterra che sembra avesse comprato l’opera d’arte in Italia. Salvator Mundi, dunque, successivamente è passato nelle mani di Carlo II d’Inghilterra e nel 1956 è stato venduto ad un’asta a Londra per 45 sterline che corrispondono a circa 52 euro. John Charles Robinson invece lo comprò per la Francia Cook Colletion di Doughty House e Richmond. Nel 2005 Robert Simon lo acquistò per meno di 10mila dollari ad un’asta immobiliare.

Nel 2010 quando il quadro è stato portato alla National Gallery i pareri riguardo ad un restauro sono stati tutti positivi. Il quadro infatti dopo l’attribuzione a Leonardo da Vinci è arrivato a 108 milioni di euro.

L’ultima volta che è stato acquistato il quadro, nel 2017, l’opera d’arte ha raggiunto un valore di 450,3 milioni di dollari.

Recentemente un Botticelli molto raro è stato messo all’asta per un valore stimato di 80milioni di dollari.

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