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Il genere è fluido? di Sally Hines e Matthew Taylor

Quando nasciamo, siamo tutti assegnati a un genere biologico sulla base della nostra anatomia fisica. Ma perché alcune persone sperimentano una forte dissonanza fra il loro sesso biologico e la loro identità interiore?

Il genere è quello che siamo o quello che facciamo? La nostra espressione di genere è innata o si sviluppa mentre cresciamo? I tradizionali ruoli binari maschio/femmina sono rilevanti in un mondo sempre più fluido e flessibile? Questo libro, acuto e stimolante, valuta le connessioni fra genere, psicologia, cultura e sessualità e rivela come gli atteggiamenti individuali e sociali si siano evoluti nel corso dei secoli.

Il genere è fluido? il libro

Il genere è fluido?

Sally Hines

Sally Hines è professore associato di Sociologia e studi di genere all’Università di Leeds, dove è stata anche direttrice del Center for Interdisciplinary Gender Studies dal 2009 al 2014. Ha pubblicato numerosi articoli sul tema della diversità e identità di genere, oltre a quattro libri di cui il più recente è Gender, Society and Culture. È co-fondatrice e co-conduttrice di “Sexgen” una rete interdisciplinare che riunisce centri studi sul genere. È la Principal Investigator del progetto internazionale triennale Pregnant Men: An International Exploration of Trans Male Experiences and Practices of Reproduction, con co-investigatori di Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Polonia e Italia.

Matthew Taylor

Matthew Taylor è amministratore delegato della RSA, istituzione inglese attiva da 250 anni, oggi impegnata nell’arricchimento della società con idee e azioni, per un illuminismo del XXI secolo. Autore, presentatore, oratore, ha scritto moltissimi articoli sulla politica, riforma del servizio pubblico e teoria della cultura. Assiduo ospite di Newsnight e The Daily Politics oltre che delle trasmissioni radio Today e The Moral Maze. È stato segretario generale e amministratore delegato dell’Institute for Public Policy Research, il principale centro studi della Gran Bretagna.

A cinquant’anni dal Bloody Sunday, per non dimenticare

Il 30 gennaio del 1972 si consumava uno dei più gravi massacri compiuti dall’esercito britannico in Irlanda del Nord. Arriva ora in Italia il memoir di Tony Doherty Il piccolo di papà.

Il libro sarà presentato a Roma sabato 22 gennaio insieme a Scritti dal carcere di Bobby Sands (paginauno).

Interverranno Andrea Binelli, curatore del progetto di traduzione, Riccardo Michelucci, autore della prefazione, e il traduttore e irlandesista Enrico Terrinoni.

L’appuntamento, preceduto dal restauro del murale di Via San Nemesio, è alle ore 17:00 presso Villetta Social Lab, Via degli Armatori 3.

Il piccolo di papà di Tony Doherty

Il piccolo di papà di Tony Doherty

Il piccolo di papà: trama

Tony Doherty entrò nell’Ira e conobbe presto il carcere. Una volta in libertà, divenne promotore di una campagna popolare senza precedenti, ottenendo finalmente nel 2010 il riconoscimento dell’innocenza delle vittime. L’impegno politico dell’autore trova qui una declinazione più personale, in cui si trovano l’uno accanto all’altro biglie, tamburelli di latta e un compagno di classe travolto da un blindato.

Tony Doherty aveva nove anni quando il suo amatissimo padre cadde sotto il fuoco dei parà inglesi, entrando nell’elenco delle 14 vittime del Bloody Sunday. Una strage di cittadini inermi commessa alla luce del sole, durante una marcia pacifica del Movimento per i diritti civili.
A cinquant’anni dal brutale massacro di cui si macchiò l’esercito britannico in Irlanda del Nord, Doherty racconta nel suo memoir Il piccolo di papà, in uscita il prossimo 20 gennaio, l’Irlanda in cui è cresciuto e in cui gradualmente si è insinuato il conflitto.
Primo libro di una trilogia dedicata alla città di Derry e al padre scomparso, Il piccolo di papà è un memoir e allo stesso tempo una saga familiare, epica dell’infanzia e testimonianza da un mondo vicino al punto di rottura. Partendo dalla
storia della sua famiglia, risalendo all’incontro tra i genitori e fino alle vicende altalenanti dei bisnonni, Doherty narra la vita quotidiana di un bambino nella Derry operaia degli anni Settanta, un mondo fatto di giochi, intimità familiare, piccole e grandi scoperte, di tutta una comunità di personaggi particolari e indimenticabili. In questo mondo intimo, si insinuano gradualmente gli scontri e il pericolo, mentre il giovanissimo protagonista si trova a dover imparare parole nuove, come B-men, Ira, informatore, per descrivere una realtà che non capisce ancora.

Lo sguardo del bambino, in cui si trasfigura la consapevolezza dell’adulto, dona luce e calore a un passato amaro, superando non solo il dolore, ma soprattutto il silenzio che troppo a lungo ha continuato a cancellare tanto i morti quanto i sopravvissuti.

Tony Doherty: biografia

Tony Doherty (1963) ha avuto un ruolo chiave nella campagna che ha portato alle scuse del governo britannico e alla
riabilitazione dei quattordici innocenti uccisi dai militari inglesi durante il Bloody Sunday. Dopo essere entrato per qualche tempo nell’Ira, e aver conosciuto anche il carcere, oggi lavora per l’Healthy Living Center Alliance e per la riforma del sistema sanitario pubblico nord-irlandese.

Maneskin, il gruppo rivelazione dell’anno che ha conquistato il mondo: il libro

La sfolgorante storia di Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan, da giovani e talentuosi musicisti come tanti a gruppo rock italiano più conosciuto e amato al mondo, tornati sotto i riflettori di XFactor come ospiti d’onore a soli quattro anni dal loro esordio, sullo stesso palco, nel 2017.

Protagonisti indiscussi della scena musicale di ultima generazione, capaci di offrire al pubblico esibizioni spettacolari, in questo libro il racconto della loro eccezionale carriera e dei loro incredibili successi, con le voci di chi li ha conosciuti sui banchi di scuola o nei concerti improvvisati il sabato pomeriggio a via del Corso, a Roma, quando ancora non erano le superstar che oggi conosciamo.

Maneskin di Patrizia De Rossi

Maneskin di Patrizia De Rossi

Patrizia De Rossi: biografia

Patrizia De Rossi è nata a Roma, dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Per Diarkos ha pubblicato Luciano Ligabue. Re Start (2020), in occasione dei trent’anni di carriera dell’artista emiliano, Patti Smith, Le leggende della Lazio e  Bruce Springsteen (2021). In precedenza ha scritto Certe notti sogno Elvis (1995), Quante cose che non sai di me. Le sette anime di Ligabue (2011), Gianna Nannini. Fiore di Ninfea (2012) e Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (2014). Dal 2006 è direttore responsabile di «Hitmania Magazine», periodico di musica, spettacolo e culture giovanili.

Moni Ovadia torna in scena a Napoli con una Lectura Dantis – canto XXVI dell’Inferno​”

Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli, e della sua vastissima produzione discografica e libraria, la tradizione composita e sfaccettata.

Moni Ovadia

Moni Ovadia

Il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, e della figura dell’esiliato in genere, si confronta con il canto XXVI dell’inferno Dantesco in cui emerge la figura di Ulisse. Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere.

La lectura Dantis – lettura ad alta voce, o declamazione pubblica, delle opere di Dante Alighieri – è una  grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dalle bestie.

L’evento è organizzato dalla Fullheads srls nell’ambito degli eventi culturali di gennaio 2022 promossi dal Comune di Napoli con il contributo della Città Metropolitana di Napoli – Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra”.

Venerdi 21 Gennaio 2022 alle ore 19:00 presso Sala Refettorio del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.

Un grande avvenire dietro le spalle: Vittorio Gassman si mette a nudo

Autentica incarnazione del mattatore quale artista in grado di assumere mille ruoli e volti, in queste pagine Vittorio Gassman si mette a nudo, ripercorrendo con grande ironia e acuta sensibilità la parabola della propria vita artistica e privata.

Dalle tenerezze e dai dolori dell’infanzia, all’esplosione artistica, prima nel teatro e poi quale stella del cinema internazionale, fino ai complessi rapporti affettivi e familiari, il racconto di Gassman non può essere relegato a mera autobiografia, ma, come un monologo declamato da un abile attore, una sapiente alternanza di innumerevoli stili: dialogo, l’auto-intervista, la poesia, la lettera, il catalogo, l’invettiva.

Quasi mattatore anche nell’arte della scrittura:

Troppo artista per non alzare continuamente di fronte a sé un’asticella, consapevole che il flusso dei ricordi, di per sé, non è che una premessa e una tentazione di pigrizia.

Emanuele Trevi

Un grande avvenire dietro le spalle: il libro

L’autobiografia di Vittorio Gassman

Vittorio Gassman: biografia

Nato nel 1922, dopo aver frequentato per un biennio l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica di Roma, esordisce nel 1943 sulle scene a fianco di Alda Borelli.

Divenuto ben presto uno dei massimi attori teatrali (si ricordano le sue interpretazioni in Amleto e Otello di Shakespeare, nell’Adelchi di Manzoni e nell’Oreste di Alfieri diretto da Visconti), sbarca a Hollywood negli anni Cinquanta, ma è in Italia dove trova il grande successo al cinema, rivelandosi uno degli esponenti principali della commedia all’italiana (tra gli altri si ricorda, sotto la regia di Dino Risi, Il sorpasso e Profumo di donna; con Mario Monicelli, I soliti ignotiLa grande guerra e L’armata Brancaleone).

Acclamato interprete per la tv sia dell’arte recitativa colta che dell’intrattenimento di massa, nel 1996 riceve a Venezia il Leone d’oro alla carriera.

Si spegne a Roma nel 2000.

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

L’educazione è il substrato della convivenza, il laboratorio in cui vengono sperimentate le forme di vita possibile. È per questo che il capitalismo cognitivo si è assunto con molta serietà il compito di assaltarne tutti gli ambiti: l’educazione
formale e la informale, le risorse, gli strumenti, le metodologie. Le sue varianti presenziali e virtuali.

L’infanzia e la formazione permanente. L’educazione non è solo un grande affare. È un campo di battaglia in cui la società distribuisce, in modo disuguale, i suoi futuri.

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

Scuola di apprendisti di Marina Garcés

Dicono i pedagogisti che bisogna cambiare tutto, perché il mondo è cambiato per sempre. Questa affermazione
nasconde le domande che ci fanno più paura: a cosa serve sapere se non sappiamo come vivere? Perché apprendere se non possiamo immaginare il futuro? Queste domande sono lo specchio in cui non vogliamo rifletterci. Non avere risposte ci fa sentire vergogna ed è sempre più facile sparare contro maestri ed educatori.

Come vogliamo essere educati? Questa è la domanda che una società che voglia guardarsi in faccia deve avere
il coraggio di condividere. Ci riguarda tutti. Siamo tutti apprendisti nel laboratorio in cui si sperimentano le forme
di vita possibili.
Ancora una volta Garcés legge i grandi problemi del nostro tempo attraverso la lente dell’analisi filosofica. E il risultato
è stupefacente e illuminante.

Marina Garcés: biografia

Marina Garcés (Barcellona, 1973) è filosofa e docente ordinaria all’università.
Attualmente è professoressa alla Uoc (Universitat Oberta de Catalunya), dove dirige il Master di Filosofia sulle sfide del
mondo contemporaneo. Ha pubblicato diversi libri per una lettura filosofica di molti problemi dell’attualità. Per Nueva
Ilustracion radical (Il nuovo illuminismo radicale, Nutrimenti, 2019) ha ricevuto il Premio Città di Barcellona di saggistica.
Dal 2002 promuove il progetto di pensiero collettivo “Espai en blanc” (Spazio in bianco). Il suo pensiero è la dichiarazione di un impegno nei confronti della vita come problema comune. Per questo sviluppa la sua filosofia come un’ampia sperimentazione con le idee, l’apprendimento e le forme di intervento nel mondo attuale.

Il libro sarà disponibile nelle librerie a febbraio.

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese a breve nelle librerie

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese, edito da Il ramo e la foglia, è il quinto dell’autore. Il libro è ambientato in Sicilia, in un piccolo paese volutamente non identificato perché potrebbe rappresentare qualsiasi paese.

Protagonista è un bambino che nella sua semplicità e innocenza rilegge fatti cruenti. Soltanto con la fantasia una città controllata dalla mafia può diventare scenario di avventure come in un telefilm. Purtroppo l’amara realtà tracima, rivelando a poco a poco il dramma della vita a scapito della dolcezza dei sogni e delle illusioni.
Legando fatti di cronaca a invenzioni romanzesche, con suoni, colori e sapori tipicamente siciliani, l’autore costruisce un ritratto palpitante della sua terra e getta un ponte tra storia, tradizioni e un futuro in cui l’amore è speranza e forza per il cambiamento.
Un romanzo teatrale, dove le maschere indossate dai personaggi sono necessarie per condurre una vita normale solo in apparenza, ma le stesse maschere non possono essere mantenute di fronte allo sguardo ingenuo, sincero e disinteressato di un picciriddu siciliano che diventa grande interrogandosi sulla mafia.

… fui come trascinato verso il fondo, lontano lontano, in un posto che era quello in cui avevo
sempre vissuto ma anche un altro, da cui non si poteva uscire perché nessuno avrebbe saputo
farlo. Eravamo tutti chiusi nello stesso luogo: se avessimo provato a fuggire, la Sicilia stessa ci
sarebbe rimasta dentro e non ci avrebbe mai permesso di farlo veramente.

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese

La mafia nello zaino di Alessandro Cortese

Lo scrittore spiega così il suo libro in un’intervista:

Io ho smesso di essere un bambino il pomeriggio che hanno fatto esplodere Paolo Borsellino. Non dimenticherò mai quel giorno di luglio… le edizioni straordinarie dei telegiornali su tutti i canali.
Ho scritto questo romanzo perché volevo, tra le altre cose, dire grazie a un uomo che mi ha insegnato che nella vita puoi sì morire… ma nonostante la morte si può parlare alla gente e ispirarla a fare di meglio.
Ho voluto raccontare anche di padre Pino Puglisi… che nel mio libro è padre Pippo, un altro morto di mafia che tanto ha dato alla Sicilia per averne indietro una pallottola.
Decisamente, questo romanzo è fatto di persone vere a cui ho voluto mettere una maschera addosso, con nomi diversi in posti diversi, trasfigurandoli come abbiamo l’abitudine di fare noi siciliani. Ma chiunque li riconoscerà.

Alessandro Cortese: biografia

Alessandro Cortese è nato a Messina nel 1980 e vive a Montesilvano. Lavora a Pescara come insegnante di Matematica e Scienze per scuole medie e superiori. Nel dicembre del 2007 ha pubblicato il racconto storico: “Vita e ricordo di Mary Ann Nichols.

Prostituta”, sull’antologico “Concept – Storia” di Arpanet. Col medesimo editore ha pubblicato, nel luglio del 2010, il suo primo romanzo fantasy: “Eden”, e nel febbraio 2011 il racconto: “A Mani Strette”, sull’antologico “Fedeltà&Tradimento”. Ancora con Arpanet ha pubblicato, nel dicembre 2012: “Ad Lucem”, seguito del fortunato romanzo d’esordio.

Nel dicembre 2013 pubblica la storia di vita: “Ore 1: Barcellona P.G.”, sull’antologico “E tutti lavorammo a stento” di Arpanet. Nel marzo 2014, con Edizioni Saecula, ha pubblicato: “Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse”, il suo primo romanzo storico.

La mafia nello zaino sarà disponibile nelle librerie il prossimo 27 gennaio. Per gli appassionati di questo genere, consigliamo anche la lettura de La città insensibile di Carmine Zamprotta.

Le rovinose di Concetta D’Angeli: la recensione

Le rovinose (2021) di Concetta D’Angeli, edito da Il ramo e la foglia edizioni, è un romanzo ambientato in Toscana, durante gli anni di piombo in Italia. L’ambientazione storica è fondamentale all’interno del libro perché, in un certo qual modo, accompagna ed esaspera la condizione psicologica e sociale delle due protagoniste.

Il romanzo affronta diverse tematiche: l’amicizia tra donne, la subordinazione lavorativa della donna, l’amore omosessuale con le problematiche sociali ad esso correlate, le violenze domestiche e il masochismo.

La scrittrice, attraverso la propria sensibilità di donna, riesce a combinare la complessità di ciascuna di queste tematiche, fondendole nella trama del libro ma senza risultare esasperante perché il romanzo è avvincente.

Le rovinose è un’opera letteraria che appassiona pagina dopo pagina il lettore, che si incuriosisce ma allo stesso modo porta a soffermarsi su talune dinamiche come quelle relative all’amicizia, in cui spesso si pensa di conoscere fin troppo bene l’altro ma di cui, poi in realtà, non si conoscono le sfumature caratterizzanti.

Le rovinose: la recensione

L’ultimo romanzo della scrittrice

Le rovinose: la trama

Protagoniste del libro sono due donne: Carla Bellami e Silvana Guerrini. Le due si conoscono a Siena, nel 1976, durante il periodo universitario ma poi la vita, per una serie di eventi e scelte, le condurrà a chilometri di distanza.

Clara Bellami ha capelli mori molto lunghi, occhi viola e forme prorompenti che valorizza con abbigliamento succinto e appariscente. Un carattere estroso e dirompente, figlia di madre russa e padre italiano. Decide di andare a studiare a Siena per allontanarsi dall’opprimente provincialismo di un paese che non ama e non sente come casa sua. Lo studio accademico ben presto l’annoia ma, pur di non tornare nel suo paese, per mantenersi inizia a fare vari lavoretti.

Clara adora leggere, soprattutto, romanzi romantici e probabilmente quell’aria esuberante e un pò svampita rappresenta solo una maschera o un ruolo che le piace interpretare, da cui per diverse scelte non riuscirà più a sottrarsi e che le costerà caro. Ama la vita e la socialità, ama piacere e sedurre perché ha bisogno di sentirsi amata.

Concetta D’Angeli ci descrive così Silvana Guerrini:

Biondina, occhi chiari, lineamenti affilati, bassetta, magra, sempre vestita di colori scuri, pantaloni sbrendoli, maglioni informi; malinconica e silenziosa, senese doc.

Silvana viveva in famiglia, padre invalido, madre incapace; era ambiziosa, puntava al successo professionale e all’ascesa sociale, voleva diventare ricca. Frattanto, per frequentare l’università a Firenze (iscritta ad architettura), pendolava su trenini lemmi lemmi, pendolava con fatica, mese dopo mese; le sarebbe piaciuto trasferirsi, uscire dalla sua cupa famiglia, ma chi glieli dava i soldi? Si manteneva con borse di studio, qualche ripetizione privata, faceva la cameriera nei bar intorno a Piazza del Campo…

Le due diventano amiche perché l’una è incuriosita da ciò che ha l’altra: Clara dell’amica ammira la determinazione e l’intelligenza, l’altra invece invidia bonariamente la voglia di vivere dell’altra, il continuo stupore verso la vita, che ogni giorno l’accompagna in modo spensierato in una vita avventurosa e piena.

Silvana scoprirà che quell’ammirazione e fascinazione non sono prettamente sentimenti legati all’amicizia ma all’innamoramento e ad una forte attrazione che, la donna, non dichiarerà mai all’amica, pur di starle accanto.

Clara invece troverà l’amore della sua vita, il suo padrone che però farà emergere lati oscuri della donna che cercava di soffocare dietro quell’immagine leggiadra e sorridente.

Nonostante la diversità, i chilometri e le varie problematiche che coinvolgeranno le protagoniste, le due resteranno sempre collegate e amiche, ciascuna a suo modo.

Per scoprire il resto perché c’è molto altro in Le rovinose non vi resta che leggere il libro!

Un esoterico amore alla Camera dei Deputati

Giovedì 13 gennaio 2022, ore 11:00, a Roma, presso la Sala Conferenze della Camera dei Deputati, Saverio Ferrara, autore del libro Un esoterico amore, edito da Graus Edizioni, si confronterà sul delicato tema del celibato, filo conduttore del suo romanzo. Apre i lavori l’On. Michela Rostan.

Intervengono:
Mons. Coviello, Rocco Romeo, prof. e giornalista, la prof.ssa Cristina Grillo, docente di Filosofia, Roberta Beolchi, Presidente dell’Associazione Edela.

Modera la giornalista Eleonora De Nardis.

Il dibattito della sessualità nel clero è aperto da secoli ed è tornato di grande interesse. A tal proposito, Papa Francesco ha dichiarato: “Il celibato non è un dogma di fede, ma una regola di vita”.

Nel Vangelo di Matteo (cap.8, vv.14,15) si dice che a Cafarnao entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera; ciò significa che Pietro avesse una moglie. Il compito di “pascere le pecore” della chiesa nascente fu affidato da Gesù non al discepolo vergine Giovanni, bensì a quello sposato Pietro che è stato il primo Pontefice.

Solo all’inizio del secondo millennio, dalla riforma di Gregorio VII al pontificato di Innocenzo III, si sviluppa una progressiva affermazione dell’obbligo del celibato per il clero, che vede la sua radicalizzazione con il Concilio di Trento.

Oggi il tema del celibato è argomento estremamente dibattuto, dalla crisi delle vocazioni al fenomeno della pedofilia; il Cardinale Ruini ha rivolto a Papa Francesco la supplica di non accogliere la forte istanza avanzata nel Sinodo sull’Amazzoni.

Un esoterico amore di Saverio Ferrara

Un esoterico amore di Saverio Ferrara

Un esoterico amore: trama

Massimo, un giovane prete provinciale, fin da bambino mostra un profilo emotivo di spiccata sensibilità alla trascendenza, aperto alla dimensione mistica della vita. Nei momenti di dubbi e incertezze, l’uomo si rivolge ai suoi Maestri, entità metafisiche che lo aiutano a rivisitare la sua idea di Chiesa, lontana da ogni forma di ipocrisia. Per questo, l’uomo si ritrova ad essere inquisito da una commissione di Cardinali che lo accusa di aver peccato, ma lui si difende di fronte alle idee tribali che la Chiesa afferma. Tra tutte, una figura in particolare si rivelerà singolare e determinante per il dispiegarsi degli eventi: l’Esorcista, il Cardinale Gabriele, che, proprio come il protagonista, possiede facoltà empatiche e sensoriali sovrasviluppate.

Uomo ammaliante, poeta, pittore, musicista, praticante di arti marziali, Massimo è una calamita per molti, e un maliardo per le donne, stregate di fronte alla sua sconfinata conoscenza e all’energia che sprigiona. Alcune donne, in particolare, fungeranno da specchio delle fragilità umane di Massimo: Mary, una conoscenza di vecchia data, Simona, la ragazza del terzo occhio, e la sua musa ispiratrice, colei per cui avrebbe sfidato chiunque, la Beatrice dantesca, che porta il nome di Sofia.

Attraverso la storia del protagonista – tra un sogno dantesco e un dissidio interiore alla Petrarca – Saverio Ferrara racconta la sua idea di Amore, stigmatizzando le dinamiche di una società spesso ossequiosa dell’apparenza e della forma.

Saverio Ferrara: biografia

Saverio Ferrara, imprenditore di professione, ma sognatore nell’anima. Quella stessa anima che lo ha portato da sempre a disegnare, scrivere e a dar vita finalmente al suo primo libro, dopo aver scritto, ma mai pubblicato, poesie e manoscritti di vario genere. Uomo mistico, cultore della psicologia e delle leggi universali.

Samuel Beckett Quaderni di regia e testi riveduti Aspettando Godot

Cue Press pubblica Aspettando Godot, il primo volume dei Quaderni di regia e testi riveduti di Samuel Beckett!
Questi testi sono una vera e propria miniera di annotazioni e appunti preparatori delle produzioni dei suoi spettacoli: costituiscono uno strumento eccezionale per indagare le scelte registiche ed entrare nella mente dell’autore.
Un’immensa mole di materiali inediti e immagini anastatiche, trascritti e tradotti fedelmente, affiancati dalle edizioni critiche di James Knowlson e Stanley Gontarski, massimi esperti mondiali dell’opera di Beckett.
Samuel Beckett Quaderni

Samuel Beckett Quaderni

Quaderni vivono in un dialogo costante con i copioni dello spettacolo: i testi delle maggiori opere di Beckett rivisti dall’autore stesso (Testi riveduti), raccolti insieme in rispettivi volumi, pubblicati e tradotti per la prima volta in Italia.
All’interno, riportato in immagini anastatiche, il «quaderno rosso» completo su cui Beckett ha preparato la regia di Warten auf Godot allo Schiller Theater di Berlino nel marzo del 1975, con le annotazioni di suo pugno fedelmente riprodotte in facsimile e tradotte.
Samuel Beckett Quaderni di regia e testi riveduti Aspettando Godot

Samuel Beckett
Quaderni di regia e testi riveduti Aspettando Godot

Nel 1975, a ventidue anni dalla prima assoluta parigina di En attendant Godot, Samuel Beckett ritorna sul testo che lo ha reso famoso, per realizzare una sua regia in lingua tedesca, allo Schiller Theater di Berlino. Con oltre un ventennio di esperienza alle spalle, Beckett decide di «dare forma alla confusione» del testo originale. Inizia una profonda revisione drammaturgica e un percorso registico, minuziosamente documentati nel testo riveduto e nel quaderno di regia, qui tradotti e pubblicati per la prima volta in Italia.
Ne emerge il quadro di un processo creativo intensissimo, in cui il sapere e l’istinto di teatrante puro di Beckett producono, da una parte, una drammaturgia visiva potente e coerente e, dall’altra, una versione di Aspettando Godot qualitativamente diversa dall’originale francese.
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