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La ballata del letto vuoto di William Wall

La ballata del letto vuoto di William Wall è il nuovo romanzo di un grande narratore irlandese. Lo scrittore definisce con queste parole il suo libro:

Questo è un libro sull’amicizia, sull’amore, sul debito, sulla Resistenza, sulla traduzione e sul comunismo, temi che da anni non smettono di affascinarmi. Un libro che si può leggere come una favola e, forse, come una canzone d’amore – amore per Camogli, per la Liguria, per l’Italia.

La ballata del letto vuoto: trama

Un giorno una donna bussa alla porta di Kathleen Holohan in Irlanda, le consegna un mazzo di chiavi e se ne va senza spiegazioni.
Kate, professoressa universitaria ed esperta di Joyce, è vedova da poco e ha appena scoperto che il marito, operatore finanziario, l’ha lasciata sommersa in un mare di debiti.
Non ha mai visto quelle chiavi prima, ma cercando tra le carte del marito, scopre dei documenti relativi a un appartamento a Camogli.
Kete vola in Italia, spinta anche dall’urgenza di scappare dai debiti e scopre il ‘nido d’amore’ segreto del marito e la sua amante, e lì si stabilisce.
In un vortice di emozioni contrastanti, Kate inizia a trovare conforto nella vita di questa piccola comunità di mare e nell’amicizia di Anna, un’anziana e straordinaria signora sua vicina di casa, che la prende sotto la sua ala protettrice.
Giornalista e scrittrice, ex staffetta della resistenza ed ex esponente di primo piano nei partiti della sinistra italiana, Anna insegna a Kate l’italiano e le offre l’opportunità di farsi una nuova vita. Nel mezzo di questa incredibile amicizia, Anna riceve una notizia devastante: una cara amica che non sente da trent’anni sta morendo nella sua casa di Cluny.

Le due donne, a bordo del vecchissimo Maggiolino giallo di Anna, partono alla volta della Francia in un viaggio dal finale inaspettato.
La ballata del letto vuoto, titolo che rimanda al celebre blues di Bessie Smith, è un romanzo forte e intenso, ricco di immagini indimenticabili, un racconto di grande valore ideale e di irresistibile forza narrativa.
La ballata del letto vuoto sarà pubblicato a giugno in anteprima in Italia con la traduzione di Stefano Tettamanti.

La ballata del letto vuoto di William Wall

La ballata del letto vuoto di William Wall

William Wall: biografia

William Wall è nato a Cork nel 1955 ed è autore di sei romanzi, tre raccolte di racconti e quattro volumi di poesia. Il suo romanzo This is the Country del 2005 è stato selezionato per il Man Booker Prize.

Nel 2017, con la raccolta The Islands, è stato il primo autore europeo ad aggiudicarsi il Drue Heinz Literature Prize, prestigioso premio americano per racconti in lingua inglese. Vive tra l’Irlanda e la Liguria, a Camogli, e traduce dall’italiano. Un’antologia delle sue poesie è stata pubblicata nel 2012 con il titolo Le notizie sono, a cura di Adele D’Arcangelo. Con Nutrimenti, nel 2021, ha pubblicato Il turno di Grace.

La piovra nera di Roberto Fagiolo

A trent’anni dalle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, una storia inquietante, che ha avuto tra i suoi più importanti protagonisti anche Giovanni Falcone e su cui non è ancora stata fatta interamente luce.

Nel 1990, Giovanni Falcone, parlando dell’omicidio di Piersanti Mattarella davanti alla Commissione Antimafia, non esclude la possibilità che Cosa Nostra si sia servita di killer esterni per uccidere il presidente della Regione. Neofascisti, con ogni probabilità.

Non si tratterebbe del resto di un fatto eccezionale. Alleanze strategiche e scambi di favore tessono una fitta trama di relazioni tra mafia ed eversione nera. Intrecci e complicità che percorrono gli anni della strategia della tensione, con uno snodo cruciale: il tentato golpe Borghese del 1970, attivamente sostenuto dalla Cupola, preceduto dalla misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, ex appartenente alla Decima Mas guidata da Junio Valerio Borghese.

La piovra nera di Roberto Fagiolo

La piovra nera di Roberto Fagiolo

A indagare sui collegamenti tra mafia e neofascismo si dedica in particolare l’ex vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, con un rapporto investigativo del 1976 che offre spunti di grande interesse. Ma tracce più o meno esplicite del rapporto tra Cosa Nostra ed eversione nera affiorano anche in altre drammatiche circostanze: dalla morte del giornalista Giovanni Spampinato, nel 1972, all’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel 1980, alla strage di Natale del 1984. Così come non mancano di emergere nel contesto della fase stragista di Cosa Nostra del 1992, attraverso due importanti esponenti dell’estremismo nero: Paolo Bellini, sotto processo per la strage di Bologna, e Pietro Rampulla, soprannominato l’artificiere, condannato in via definitiva come uno degli esecutori della strage di Capaci.

La piovra nera racconta, in modo documentato e rigoroso, l’intera storia dei rapporti fra mafia ed eversione nera che hanno inquinato l’Italia repubblicana.

Roberto Fagiolo: chi è?

Roberto Fagiolo autore televisivo, lavora da molti anni per la Rai ed è stato tra gli autori del programma Sfide. Dal 2013 autore a Rai Storia per i programmi Il tempo e la storia e Italiani e attualmente per Passato e Presente condotto da Paolo Mieli.
Per Nutrimenti ha pubblicato Bottecchia L’inafferabile (con Francesco Graziani, 2005), L’ombra del Caravaggio (2007), Il segreto perduto di Schliemann (2008), Topografia del caso Moro (2018), Chi ha ammazzato Pecorelli (2019) e Come svanì Emanuela (2020).

La piovra nera sarà disponibile nelle librerie il prossimo 26 maggio.

Stanislavskij vita, opere e metodo di Fausto Malcovati

Attore, regista, teorico e docente, Stanislavskij rivoluzionò lo spettacolo teatrale del Novecento.

Dalle innovative regie del teatro di Čechov alla creazione con Nemirovič-Dančenko del Teatro d’Arte, fu il capostipite della nuova scuola russa che ebbe poi molta fortuna anche in Occidente.

Come teorico e docente (tra i suoi allievi illustri Mejerchol’d) ideò un proprio metodo attoriale in cui la naturalezza e la verosimiglianza nella recitazione, necessari imperativi per l’attore, passano attraverso «un processo graduale e consequenziale di assimilazione e consolidamento della linea trasversale del personaggio» interpretato.

Il presente volume costituisce non soltanto una valida panoramica introduttiva delle opere e delle teorie di Stanislavskij, ma anche un ritratto umano del grande regista russo.

Stanislavskij vita, opere e metodo di Fausto Malcovati

Fausto Malcovati: chi è?

È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.

Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.

Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Fondamentale studio critico sulla tragedia e sul concetto di tragico, il volume ripensa il tragico come esperienza, proponendo al contempo una chiave di lettura inedita per la storia del teatro e la filosofia del tragico.

Dalla visione classica di Aristotele a quella ‘eccentrica’ di Hölderlin e Kleist, fino alle sperimentazioni contemporanee di Sarah Kane e della Socìetas di Romeo Castellucci, l’autore decostruisce il pensiero del tragico e la storia del dramma, concentrando la propria riflessione intorno al fil rouge che collega la tradizione con i nuovi paesaggi e linguaggi dello spettacolo dal vivo, per rintracciare il senso più autentico dell’esperienza tragica nella dimensione teatrale, non solo del teatro drammatico, di cui mette a fuoco limiti e (in)attualità alle prese con il nostro tempo.

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Tragedia e teatro drammatico di Hans-Thies Lehmann

Hans-Thies Lehmann: biografia

È Professore Emerito di Discipline dello Spettacolo (Theaterwissenschaft) alla Johann Wolfgang Goethe-Universität Frankfurt, presidente della Società Internazionale Bertolt Brecht, membro del direttivo della Società Heiner Müller e della redazione della rivista «Performance Research».

Dal 1982 al 1987 contribuisce attivamente in qualità di docente alla strutturazione del corso di studi di Discipline Applicate dello Spettacolo presso la Justus-Liebig-Universität di Gießen, nonché del corso di studi di Drammaturgia della Goethe-Universität di Francoforte sul Meno. Ha ricoperto incarichi di docenza su scala internazionale.

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro è candidato al Premio Campiello

Il romanzo “La Sincronicità delle onde” (CTL Editore) dello scrittore milanese Alberto Siro è candidato alla 60esima edizione del Premio Campiello.

Spiega l’autore:

Sono un primiparo attempato. Ho sempre avuto l’hobby della scrittura, ma non mi aspettavo di trovare una casa editrice ed esordire così, col primo romanzo che ho portato a termine, negli anta… Ora sono iscritto anche al Premio Campiello, che è un evento importantissimo ed emozionante. Tutto questo è uno stimolo a proseguire, a far sì che possa dedicare alla scrittura il tempo che merita, anzi, che meritiamo di trascorrere insieme, come amici di vecchia data.

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro

La Sincronicità delle onde di Alberto Siro

La Sincronicità delle onde: trama

Ci pensi a quanto eravamo liberi? Riesci a crederci, ora? E non ne eravamo consapevoli. Nessuno lo era, ma avevamo tra le mani la cosa più preziosa. È un peccato che la libertà sia così, incolore e insapore. Eppure, te ne rendi conto solo nel momento in cui ti sta sfuggendo, quando ti ritrovi come una mosca nella mano di un ragazzino.»

Il protagonista di questo racconto è diviso tra due mondi, l’adolescenza californiana, scandita dalla musica grunge e dalle onde della Costa Ovest, e l’età adulta, in Italia, dove tutto appare precario e incompiuto.

Due mondi distanti, separati da un oceano in cui si agitano sogni e ombre che tentano di affiorare. Un evento, tanto piccolo quanto eccezionale, romperà la superficie, tracciando un percorso verso la riconquista di quella libertà che, crescendo, talvolta ci lasciamo alle spalle.

Alberto Siro: biografia

Alberto Siro è nato a Milano, nel 1977. Dopo la laurea in giurisprudenza si è trasferito a Niterói, nello Stato di Rio De Janeiro, dove è venuto in contatto con la comunità surfistica locale, sino al rientro nella città natale. “La Sincronicità delle Onde” è il suo primo romanzo.

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Dal 16 maggio 2022 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Le recensioni ignoranti” (Blackcandy Produzioni), il primo podcast di Giulia Papalia.

Un nuovo podcast, un percorso culturale multimediale con l’ambizione di diventare un talk itinerante, parlare di libri con spontaneità e leggerezza in modo non accademico.

Una formula nuova per parlare di libri con un sorriso e in modo non ingessato, perché proprio non può fare a meno di mettere il naso sulla carta. Le puntate avranno una durata fino a 8 minuti a cadenza bisettimanale.

Spiega Giulia Papalia a proposito del format:

Nella vita di ognuno arriva prima o poi quel momento in cui siamo troppo logorroici, troppo felici, troppo paranoici o lamentosi anche per chi ci ha sempre voluto bene. Di certo non sono io quella che si sostituisce a loro, non ne ho né tempo né voglia e poi chi vi conosce, ma con questo podcast vorrei trovare una soluzione salvifica che ovvia al problema di dover tediare amici e parenti. I libri sono un mezzo incredibile se usati con criterio: possono risollevare gli animi, gettare nello sconforto, accendere l’adrenalina, rispondere a domande che neanche sapevamo di avere e farcene di nuove (mannaggia), ci danno un La, ci divertono, ci riportano indietro nel tempo e un sacco di altre cose belle (ma pure brutte).

Eccallà, la soluzione: vorrei semplicemente dare un’idea, un perché sì (un perché no), una situazione in cui leggere quel determinato libro può essere una finestra per un dialogo con sé stessi invece che sfrantumare in mille minuscoli pezzi le gonadi degli altri, oppure convincervi che se le cose vanno alla grande perché dovete andare a pescare libri motivazionali – in caso contrario la responsabilità non è mia. Roba breve, senza pretese, ma soprattutto senza volermi spacciare per una critica d’alto rango; quando veniva distribuita l’abilità letteraria io ero in fila da lampredottaro: sono venuta su con qualche disagio nell’eleganza, ma com’era bòno quel panino.

Le Recensioni Ignoranti

Le Recensioni Ignoranti

Calendario puntate “Le Recensioni Ignoranti”

 “Le non cose” di Byung Chul Han (16 maggio), “Vita mortale e immortale della bambina di Milano” di Domenico Starnone (30 maggio), “I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni (6 giugno), “Quando abbiamo smesso di capire il mondo” di Benjamin Labatut (13 giugno),

“Morsi” di Marco Peano (27 giugno), “Nova” di Fabio Bacà (11 luglio), “Niente di vero” di Veronica Raimo (25 luglio), “Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney (8 agosto), “Fedeltà” di Marco Missiroli (22 agosto), “Il pedante in cucina” di Julian Barnes (5 settembre), “Il sesso che verrà” di Katherine Angel (19 settembre), “Come annoiarsi meglio” di Pietro Minto (3 ottobre)

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Le recensioni ignoranti di Giulia Papalia

Giulia Papalia: Biografia

Giulia Papalia, fiorentina, classe ‘93.

Avvicinatasi alla lettura quasi per caso, trova nei libri sempre nuovi spunti riflessivi che aprono inevitabilmente infinite prospettive: dallo sconforto al presobenismo, dalle risposte a nuove domande.

Ed è proprio tra queste nuove domande che le è stato proposto di parlare di libri in un podcast; in un primo momento la risposta è stata un no categorico, poi in virtù di quelle prospettive si è chiesta: perché no?

Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro al Trianon Viviani

Titina la magnifica di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro è liberamente ispirata al libro Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro (1984) di Augusto Carloni pubblicato da Rusconi libri.

Titina la magnifica racconta e omaggia la vita di una delle maggiori protagoniste della scena italiana del ventesimo secolo: Titina De Filippo.

Il testo, scritto a quattro mani da Domenico Ingenito e Francesco Saponaro, è liberamente ispirato, in massima parte, dalla biografia di suo figlio Augusto Carloni: Titina De Filippo. Vita di una donna di teatro.

Ripercorre alcuni avvenimenti centrali della sua parabola artistica ed esistenziale, seguendo una linea cronologica che ci conduce dall’infanzia fino agli ultimi anni, quando, obbligata ad allontanarsi dalle scene a causa di una grave malattia al cuore, cominciò a dedicarsi alla pittura e ai collages.

Attraverso una scrittura evocativa si dà voce non solo alla crescita di Titina artista, ma anche al suo privato di madre, sorella maggiore e moglie.

Un’intima stanza di memorie che ci offre la possibilità di ritrovare gli incontri straordinarî avuti dalla “magnifica attrice” con alcuni dei suoi maestri e compagni di scena: da Eduardo Scarpetta a Eduardo e Peppino De Filippo, da Totò a suo marito Pietro Carloni.

Arrivare alla semplicità, all’umanità drammatica e bruciante,

senza artificio ma con dignitosa aristocratica linea d’artista

è cosa estremamente difficile, che esige enormi fatiche e grandi rinunce:

e io non so se ci sono riuscita.

Titina De Filippo

Titina la magnifica

Titina De Filippo è stata un’artista dei superamenti, ben oltre la condizione di compagna e sorella d’arte.

Personalità affascinante, ricca di interessi ma anche di private fratture esistenziali, ha saputo coniugare il suo sguardo indipendente a una poliedrica vivacità creativa. Si è confrontata con la nuova fisionomia assunta dalla donna contemporanea in un’intesa profonda con tutte le sue «personagge».

Sin dagli esordi ha sentito la necessità di una «stanza tutta per sé» in cui sperimentare il suo particolare percorso di interprete tra teatro e cinema, di autrice di gustosi atti unici, soggetti cinematografici e sceneggiature, poesie, collage e olii.

Maestra d’arte al fianco di grandi compagni di scena, Titina è stata Filumena, ma non solo Filumena, come cercò di rammentare in quello straordinario numero di varietà in coppia con Mario Riva per Il Musichiere della Rai nel 1959.

Spiega Francesco Saponaro:

Per raccontarla – al riparo dall’orizzonte filologico e imitativo – abbiamo scelto la tecnica compositiva dei collage a lei tanto cara, lavorando per frammenti, sketch, poesie e squarci autobiografici, in una rapsodia che tratteggia la figura di una donna-artista che ha illuminato il panorama culturale italiano del Novecento.

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

In molte narrazioni contemporanee il sesso è raccontato dentro gli schemi rodati dell’iniziazione e della perdizione.

Per quanto apparentemente distanti, questi due modi sono le due facce di una stessa medaglia: è difficile raccontare persone adulte che hanno esperienze sessuali (più o meno convenzionali) senza nasconderle dietro prudenti forme di pudore narrativo.

In questa raccolta troviamo invece storie di persone che sviluppano un proprio linguaggio del sesso – e del rapporto di coppia inteso nel senso più ampio e più profondo – scoprendo un modo diverso da quello tradizionale per connettersi agli altri.

Questi racconti vanno ostinatamente contro una concezione patriarcale della coppia e una visione proprietaria del sesso e dell’amore. Senza nessuna ricetta, e pure nessun ritorno agli anni settanta, Francesco Pacifico si avventura in un’indagine sincera e radicale sulle colonne d’Ercole della monogamia.

Dimenticando i falsi tabù, Solo storie di sesso trascina così il lettore in un’utopia postorgasmica e lo porta a esplorare tutto lo spettro di possibilità che si apre tra il senso di proprietà e il solipsismo: un modo diverso di godere.

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

Solo storie di sesso di Francesco Pacifico

Francesco Pacifico: biografia

Francesco Pacifico (Roma, 1977) collabora con la Repubblica, Domani, n+1 e ha fondato la rivista Il Tascabile di Treccani.
Ha esordito nel 2003 con Il caso Vittorio (minimum fax), cui sono seguiti 2005 dopo Cristo (Einaudi, 2005 – insieme a Nicola Lagioia, Christian Raimo e Francesco Longo, tutti dietro lo pseudonimo di Babette Factory), Storia della mia purezza (Mondadori, 2010), Le donne amate (Rizzoli, 2018), e i saggi Seminario sui luoghi comuni (minimum fax, 2012) e Io e Clarissa Dalloway (Marsilio, 2020).
Il romanzo Class, pubblicato da Mondadori nel 2014, è stato poi riscritto in inglese, entrando nella lista dei “Libri dell’anno 2017” dei critici del New York Times, e quindi riproposto in italiano nel 2021.

Ha tradotto, tra gli altri, Francis Scott Fitzgerald, Dave Eggers, Ralph Ellison e Hanya Yanagihara.

Contro l’interpretazione di Susan Sontag

Contro l’interpretazione di Susan Sontag è un libro raccoglie scritti dedicati al teatro, al cinema, alla letteratura, tra cui il famosissimo Notes on Camp.

Un limpido talento critico, una capacità fuori dal comune di orientarsi nell’universo contemporaneo di segni e linguaggi plurali: con sguardo allenato da continue combinazioni tra passioni profonde e interessi eclettici, Susan Sontag traccia un’originalissima, radicale rotta attraverso la teoria, la letteratura, il cinema, il teatro e le arti degli anni sessanta del ’900.

Prima dell’“età del nichilismo”, Sontag scrive gli articoli riuniti nel 1966 in Contro l’interpretazione, il suo libro d’esordio come saggista: “un atto di liberazione intellettuale” che la fa in breve diventare una figura di riferimento dello scenario contemporaneo, delle sue rivelazioni, trasgressioni, sperimentazioni, illusioni, della sua opposizione alle gerarchie (alto/basso) e alle polarità (forma/contenuto, intelletto/sentimento).

Oggi dissento da alcune delle cose che ho scritto, ma non si  tratta di un tipo di ripensamenti che renda possibili cambiamenti parziali o revisioni. Anche se credo di aver sopravvalutato o sottovalutato i meriti di alcune delle opere che ho discusso, il mio attuale dissenso ha poco a che fare con singoli mutamenti di giudizio.

In ogni caso, l’eventuale valore di questi saggi, e la misura in cui sono qualcosa di più di una semplice illustrazione dell’evoluzione della mia sensibilità, non dipendono dalle specifiche valutazioni formulate, bensì dall’interesse dei problemi che sollevano.

Che scriva dello “stile” come centro di gravità dell’espressione artistica o disegni una mappa dettagliata e ormai classica delle forme della sensibilità “Camp”, che parli degli happening in cui l’azione evade dai teatri o si sposti dal diario di Pavese ai Taccuini di Camus, dalla libertà di Genet alla coscienza disgustata di Sartre, il filo delle parole di Susan Sontag non perde il suo obiettivo: evitare che il vaso di Pandora dell’interpretazione-superfetazione si rovesci sull’esperienza dell’opera d’arte, deformandola e saturandola di “significati” a proprio uso e consumo.

Ho l’impressione non tanto di aver risolto un certo numero di problemi che mi inquietavano e mi affascinavano, quanto di averli prosciugati. Ma la mia è senza dubbio un’illusione. I problemi restano, e ad altre persone curiose e riflessive resterà molto da dire sul loro conto, e forse questa raccolta di recenti considerazioni sull’arte potrà essere utile in tal senso.

Contro l'interpretazione di Susan Sontag

Contro l’interpretazione di Susan Sontag

Susan Sontag: chi è?

Susan Sontag (1933-2004), tra gli intellettuali statunitensi più influenti della seconda metà del ’900, nottetempo ha pubblicato i primi due volumi dei diari finora inediti in Italia, Rinata (2018) e La coscienza imbrigliata al corpo (2019), cui sono seguiti il romanzo L’amante del vulcano (2020) e i saggi Malattia come metafora e L’Aids e le sue metafore (2020), Davanti al dolore degli altri (2021) e Contro l’interpretazione e altri saggi (2022), tutti tradotti da Paolo Dilonardo.

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Rispetto a quello che comunemente si definisce «teatro greco», esistono due prospettive di studio: da una parte l’analisi dell’«edificio teatrale», ovvero maschere, costumi, il rapporto tra attore e spettatori, dall’altra i testi letterari, quel corpus di tragedie e commedie che hanno reso immortale la tradizione del teatro classico.

Il teatro è sempre stato e resta una costruzione collettiva, in nessun modo riducibile alla semplice pagina scritta.

Ciò che si vede sulla scena è il risultato del lavoro di drammaturghi, attori, registi, tecnici, scenografi e perché no – anche del pubblico.

Proprio per questo motivo ogni testo teatrale si presta, a ogni ripresa, a letture fortemente di parte, a manipolazioni che ne arricchiscono i significati, mettendo in luce aspetti trascurati dalla tradizione. Sulla base di queste considerazioni, Umberto Albini affronta la “vita teatrale” nell’Atene classica prendendo in esame le sue componenti: attore e coro, maschere e costumi, macchine teatrali e attrezzi, edifici e festival, pubblico e, per quanto è possibile, musica e gesto.

Sono le parti di un tutto in cui la cultura provoca un incontro complesso e “aperto” con la vita, facendo scaturire interpretazioni sempre nuove. La seconda parte del libro, dedicata ai testi e agli autori (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro), ripercorre il viaggio nella tradizione di alcuni tra i miti di fondamento della cultura occidentale. Completano il volume una guida bibliografica e un indice analitico.

Mettendo in relazione la parte pratica dell’organizzazione della macchina teatrale antica con i testi dei suoi autori più rappresentativi (da Eschilo a Menandro), Umberto Albini consegna con ironia e originalità, una panoramica a tutto tondo, storica, tecnica e letteraria del teatro greco, non lesinando di sottolineare suggestive influenze e relazioni con il teatro moderno.

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Nel nome di Dioniso di Umberto Albini

Umberto Albini: biografia

Ha insegnato nelle università di Bonn, Colonia e Firenze, divenendo infine direttore del Dipartimento di Filologia Classica presso l’Università di Genova.

Fra i massimi esperti e traduttori del teatro classico, è stato presidente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico.

Tra i suoi saggi si ricorda: Riso alla greca, Nel nome di Dioniso, Testo e palcoscenico. Divagazioni sul teatro antico, Atene: l’udienza è aperta, Euripide o dell’invenzione.

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