locale

Tassa rifiuti: agevolazioni per le attività commerciali rimaste chiuse

La Provincia di Avellino, a seguito di un incontro svoltosi per definire alcune misure da mettere in atto per sostenere i Comuni e le attività commerciali che sono state costrette a chiudere a causa dell’emergenza Covid-19, hanno stabilito un percorso da seguire per agevolare gli esercenti.

Una di queste riguarda la tassa rifiuti: le attività commerciali che sono state costrette a chiudere e che, di conseguenza, non hanno prodotto rifiuti e non hanno beneficiato dei servizi non pagheranno.

Sospesa tassa rifiuti in Irpinia

La Provincia di Avellino pensa a delle misure economiche per aiutare le attività che durante l’emergenza sono rimaste chiuse

Domenico Biancardi afferma:

Come annunciato nelle scorse settimane e in linea con quanto sostenuto da tanti colleghi Sindaci, non bisogna far pagare ai titolari degli esercizi rimasti chiusi la tassa per l’intero periodo di stop. Oltre a non aver incassato nulla, non hanno ovviamente smaltito rifiuti. Una questione sollecitata anche dal presidente Valentino Tropeano e sulla quale ci siamo trovati pienamente d’accordo.

Comune di Grottaminarda offre una convenzione per la sanificazione delle attività produttive

Per poter agevolare le aziende nel proseguire le loro attività e garantire livelli di protezione, attraverso la sanificazione e disinfezione, il Comune di Grottaminarda ha sottoscritto una convenzione con alcune ditte specializzate nel settore.

La convenzione prevede uno sconto del 50% sul prezzo della sanificazione e disinfezione dei locali. Il costo della sanificazione che viene calcoltato per mq da 1.60 verrà a costare 0.80 centesimi.

Il Comune di Grottaminarda avvia una convenzione per aiutare le aziende

Il Comune di Grottaminarda avvia una convenzione per aiutare le aziende

Le aziende che hanno sottoscritto la suddetta con il Comune di Grottaminarda sono:

  • Studio Summit s.r.l. con sede ad Avellino 0825 784309
  • Barrasso Ecologia S.r.l. con sede a Grottaminarda o825 429032 e 0825 445446

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

La Regione Campania all’interno del Programma di Sviluppo Rurale, facendo riferimento alla Tipologia di Intervento 13.1.1, che riguarda il Pagamento compensativo per le zone montane, ha previsto forme di indennizzo indirizzate ad alcune tipologie svantaggiate dal punto di vista morfologico, ambientale e climatico ovvero tutti quei fattori che possono condizionare in modo negativo lo svolgimento delle attività agricole.

Questa tipologia di intervento non è prevista in tutte le Regioni italiane ma riguarda il settore primario della Regione Campania che ha previsto il massimo livello erogabile.

Le risorse disponibili, 210 milioni di euro, sono già state distribuite nel 2019 ed è stato erogato alle aziende attraverso quattro annualità. La dotazione, viste le difficoltà, è stata integrata con 39 milioni di euro e un nuovo budget complessivo rimodulato in quasi 248.500.000 euro.

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

La Giunta Regionale della Campania, a conferma della sua disponibilità verso il settore in questione, aveva già disposto una puntuale ricognizione delle risorse messe a bando, in modo da poter erogare una indennità. La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che di fatto ha congelato la riforma della Politica Agraria Comune, prorogando i fondi attuali ed evitando tagli al budget Pac.

Dunque si estende l’attuale programmazione di sviluppo rurale fino al 31 dicembre 2022 con la possibilità di utilizzare le risorse attualmente a disposizione fino al 31 dicembre 2025.

Vincenzo De Luca e l’Ordinanza n.39: un secondo chiarimento rivolto questa volta alla ristorazione

Avevamo annunciato un prosieguo della saga dei chiarimenti sull’Ordinanza regionale n.39 e non abbiamo dovuto attendere molto per averne conferma.

Dopo che Vincenzo De Luca ha chiarito il punto n.6 dell’Ordinanza regionale n.39, specificando cosa si intendesse con il termine di attività motoria, continuando a vietare: corsa, footing e jogging questa volta arriva un chiarimento relativo al n.3 del documento regionale che riguarda la ristorazione.

Il Presidente della Regione Campania con l’ennesimo chiarimento specifica gli orari di esercizio per la consegna a domicilio che, in realtà, erano chiari anche all’interno dell’Ordinanza n.39.

Questo chiarimento è però frutto di una svista partita dalla stessa Ordinanza regionale che aveva dimenticato di menzionare alcune categorie all’interno della stessa.

Le consegne a domicilio, se non si fosse compreso bene, sono permesse dalle ore 07:00 alle ore 14:00 per quanto riguarda: rosticcerie, gastronomie, tavole calde e similari con eccezione per gli esercizi commerciali che vendono all’ingrosso e che osservano orari notturni di esercizio solo ed esclusivamente per loro è possibile consegnare dalle ore 02:00 alle ore 08:00 e anche per le suddette è vietata la somministrazione al banco e con consegna su chiamata.

I ristoranti, le pizzerie e le gelaterie che non sono collegate a bar e pasticcerie, i pub, le vinerie, keebab e simili possono effettuare consegne a domicio dalle ore 16:00 ma l’ultima consegna deve essere effettuata entro le ore 23:00.

Questo chiarimento è stato fatto perché nell’Ordinanza n.39 non erano stati menzionati i pub, le vinerie, le rosticcerie e le kebabberie che hanno, giustamente, aperto per effettuare consegne a domicilio ma che si sono ritrovati immediatamente la Polizia Municipale davanti le attività commerciali non menzionate dall’Ordinanza n.39, invitando i gestori a chiudere bottega e a tornare a casa.

Solerzia che, a mio avviso, poteva essere impiegata con maggiore diligenza in quei luoghi in cui, nelle ore precedenti, si era creato assembramento e dove vi erano persone che deambulavano senza mascherina. Non voglio sicuramente andare a sindacare il lavoro altrui ma ciò che è successo nelle ultime ore sembra ridicolo e quasi una macchietta della realtà.

Ecco, ad esempio, cosa è successo ieri sera a Napoli al titolare del Puok Burger Store in Via Cilea.

Delivery bloccato all’ultimo

Questa sera non possiamo aprire, SCUSATECI per il disagio 🤷‍♂️

Pubblicato da Puok Burger Store su Lunedì 27 aprile 2020

Ecco spiegato l’ennesimo chiarimento all’Ordinanza regionale n.39 che, fortunatamente, è andato a buon fine in modo tale che la Polizia Municipale e affini sappiano bene dove recarsi, nei prossimi giorni, per far rispettare queste norme, a Napoli in Via Caracciolo ad esempio?

Altra cosa che ho notato è che questo chiarimento, stranamente o casualmente, non è stato pubblicato né sulla pagina della Regione Campania né sulla pagina personale del Presidente della Regione Campania. Sarà stata una svista ma ricordiamo che il mondo, compreso quello istituzionale, è composto da esseri umani e in quanto tali possono incorrere in errori e non ci sarebbe nulla di male nell’ammettere pubblicamente sui social una svista che comunque è stata tempestivamente rettificata.

Tutto è bene ciò che finisce bene!

La saga continua…

Vincenzo De Luca chiarisce alcuni punti dell’Ordinanza regionale n.39

In molti si aspettavano delle restrizioni maggiori, riguardanti il DPCM che affronta la fase 2, invece, nelle ultime ore, sono giunte delle delucidazioni con un documento di chiarimento che specifica i limiti del punto 6 dell’Ordinanza regionale n.39.

Dal 27 aprile la Regione Campania ha consentito l’uscita per due ore la mattina e due la sera, per praticare attività motoria nei pressi della propria abitazione. Sarà il troppo tempo passato a casa, sarà la finta superficialità che, in molti, hanno voluto adottare per andare a passeggiare dove preferivano ma si è verificato un caos che non è passato inosservato.

In particolar modo nelle zone metropolitane si sono creati assembramenti in cui persone praticavano attività sportiva individuale e senza mascherine, soprattuto nelle città che godono della presenza del mare e della zona da passeggio adibita.

Una moltitudine di persone, come prevedibile, si è riversata sul lungomare, creando scompiglio, confusione e il tanto temuto assembramento. Viene da chiedersi l’Esercito e le Forze dell’Ordine di cui abbiamo tanto sentito parlare dal nostro Presidente della Regione, dove fossero. Probabilmente a questa domanda non avremo mai risposta.

Comportamenti simili, come quelli che si sono verificati, erano facilmente deducibili visto che quando ci è stato chiesto di avere buon senso, ciascuno, pensando ai propri riscontri personali di allietamento, ha deciso di interpretarli come meglio credeva e facendo quello che gli sembrava più congeniale.

Vincenzo De Luca

Vincenzo De Luca

Da questi comportamenti Vincenzo De Luca ha precisato che non è permesso svolgere attività di corsa, footing o jogging, in quanto le dette attività sono incompatibili con l’uso delle mascherine. Questo è vero fino ad un certo punto perché esistono delle mascherine di stoffa adatte per poter praticare attività sportive, dotate di filtro intercambiabile, che hanno sicuramente un prezzo maggiore rispetto a quelle in commercio ma sarà cura dello sportivo di turno scegliere se acquistarle o meno.

Dunque è stato precisato che si possono fare passeggiate e nulla più e ovviamente si deve restare in prossimità della propria abitazione (giro del palazzo, piazzetta adiacente o aree limitrofe alla propria casa, per intenderci).

Attendiamo ulteriori provvedimenti e restrizioni.

La saga continua…

Ordinanza regionale n.39: il contentino a tempo per i cittadini e i commercianti campani

Lo scorso 25 aprile è stata pubblicata la 39esima Ordinanza regionale perché come sappiamo la Regione Campania ha adottato misure più restrittive rispetto alle ministeriali, per poter contenere, in modo più scrupoloso, il contagio da Covid-19.

A differenza delle altre Ordinanze precedenti, la suddetta ha tutte le sembianze di un contentino inconsistente nei confronti dei cittadini campani perché è un’Ordinanza di breve durata dato che dal 3 maggio, sperando che non vengano pubblicate ulteriori Ordinanze più restrittive dalla Regione Campania, inizia la tanto attesa fase 2 con la quale si potranno avere maggiori libertà di spostamento in vista delle aperture di alcuni settori.

Procediamo con ordine e vediamo cosa c’è scritto nell’ordinanza n.39 della Regione Campania, cercando di analizzare e commentare i punti che mi hanno convinto di meno.

L’ordinanza è entrata in vigore il 27 aprile e durerà fino al 3 maggio, come già accennato.

Sul territorio campano sono consentite:

1. Con decorrenza dal 27 aprile 2020 e fino al 3 maggio 2020, ferme restando le misure statali e regionali vigenti, a parziali modifica delle disposizioni di cui all’Ordinanza n.32 del 12 aprile 2020, su tutto il territorio regionale sono consentite:

a) previa comunicazione al Prefetto competente, ai sensi dell’art.2, comma 12 DPCM 10 aprile 2020, le attività conservative e di manutenzione, di pulizia e sanificazione nei locali ed aree adibiti allo svolgimento di attività commerciali e produttive, ancorché sospese per effetto della vigente disciplina statale e/o regionale, ivi comprese le attività alberghiere e ricettive in generale nonché quelle balneari e quelle relative alla manutenzione, conservazione e lavorazioni delle pelli;

b) attività edilizia nei limiti delle attività con codici ATECO ammessi dalla vigente disciplina nazionale (DPCM 10 aprile 2020).

Nell’Articolo 2 del DPCM del 10 aprile 2020  vengono esposte le Misure di contenimento del contagio per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali.

Nello specifico:

  1. Sono state sospese tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 3 con i rispettivi codici ATECO. In breve le attività che non sono state sospese in questo periodo sono le seguenti:

Codice Ateco             Descrizione delle attività che hanno potuto continuare la loro attività

1                                              Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali

                                            Silvicoltura ed utilizzo aree forestali

3                                             Pesca e acquacoltura

                                            Estrazione di carbone

                                           Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale

09.1                                    Attività dei servizi di supporto all’estrazione di petrolio e di gas naturale

10                                         Industrie alimentari

11                                          Industria di bevande

13.96.20                            Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali

13.95                                    Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli

14.12.00                             Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro

16                                          Industria del legno e dei prodotti del legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio

17                                          Fabbricazione di carta (esclusi i codici 17.23 e 17.24)

18                                         Stampa e riproduzione di supporti registrati

19                                          Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

20                                        Fabbricazione dei prodotti chimici (ad esclusione dei codici 20.12 – 20.51.01-20.51.02 – 20.59.50 – 20.59.60)

21                                         Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici

22.2                                     Fabbricazione di articoli in materie plastiche (ad esclusione dei codici; 22.29.01 e 22.29.02)

23.13                                    Fabbricazione di vetro cavo

23.19.10                              Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia

25.21                                    Fabbricazione di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale

25.73.1                                Fabbriche di utensileria ad azionamento manuale; parti intercambiabili per macchine utensili

25.92                                  Fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo

26.1                                     Fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche

26.2                                    Fabbricazione di computer e unità periferiche

26.6                                    Fabbricazione di apparecchi per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche

27.1                                     Fabbricazione motori, generatori e trasformatori elettrici e di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell’elettricità

27.2                                    Fabbricazione di batterie di pile e di accumulatori elettrici

28.29.30                          Fabbricazione di macchine automatiche per la dosatura, la confezione e per l’imballaggio

28.95.00                         Fabbricazione di macchine per l’industria delle carte e del cartone (incluse parti e accessori)

28.96                                Fabbricazione di macchine per l’industria delle materie plastiche e della gomma (incluse parti e accessori)

32.50                                Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche

32.99.1                           Fabbricazione di attrezzature ed articoli di vestiario protettivi di sicurezza

32.99.4                          Fabbricazione di casse funebri

33                                     Riparazione e manutenzione installazione di macchine e apparecchiature

(ad esclusione dei seguenti codici: 33.11.01 – 33.11.02 – 33.11.03 – 33.11.04-  33.11.05-33.11.07 – 33.11.09- 33.12.92)

35                                  Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

36                                 Raccolta, trattamento e fornitura di acqua

37                                 Gestione delle reti fognarie

38                                Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali

39                               Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti

42                               Ingegneria civile (ad esclusione dei seguenti codici: 42.99.09  e 42.99.10)

43.2                           Installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni

45.2                           Manutenzione e riparazione di autoveicoli

45.4                           Per la sola attività manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori

46.2                          Commercio all’ingrosso di materie prime agricole e animali vivi

46.3                          Commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, bevande e prodotti del tabacco

46.46                        Commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici

46.49.1                     Commercio all’ingrosso di carta, cartone e articoli di cartoleria

46.49.2                     Commercio all’ingrosso di libri riviste e giornali

46.61                         Commercio all’ingrosso di macchinari, attrezzature, macchine accessori, forniture agricole e utensili agricoli, inclusi i trattori

46.69.91                   Commercio all’ingrosso di strumenti e attrezzature ad uso scientifico

46.69.94                 Commercio all’ingrosso di articoli antincendio e infortunistici

46.71                        Commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti per autotrazione, di combustibili per riscaldamento

46.75.01                    Commercio all’ingrosso dei fertilizzanti e di altri prodotti chimici per l’agricoltura

49                              Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte

50                              Trasporto marittimo e per vie d’acqua

51                               Trasporto aereo

52                            Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti

53                             Servizi postali

55.1                          Alberghi e strutture simili

j (da 58 A63)        Servizi di informazione e comunicazione

K (da 64 a 66)       Attività finanziarie e assicurative

69                                Attività legali e contabili

70                             Attività di direzione aziendali e di consulenza gestionali

71                              Attività degli studi di di architettura e d’ingegneria; collaudi ed analisi tecniche

72                             Ricerca scientifica e sviluppo

74                             Attività professionali, scientifiche e tecniche

75                            Servizi veterinari

78.2                        Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (interinale) nei limiti in cui siano espletate in relazione alle attività di cui agli allegati 1,2 e 3 del presente decreto

80.1                       Servizi di vigilanza privata

80.2                       Servizi connessi ai sistemi di vigilanza

81.2                       Attività di pulizia e disinfestazione

81.3                      Cura e manutenzione del paesaggio, con esclusione delle attività di realizzazione

82.20                    Attività dei call center limitatamente all’attività di call center in entrata (inbound) che rispondono alle chiamate degli utenti tramite operatori, tramite distribuzione automatiche  delle chiamate, tramite integrazione computer-telefono, sistemi interattivi di risposta  a voce o sistemi in grado di ricevere ordini, fornire informazioni sui prodotti, trattare con i clienti per assistenza o reclami e, comunque, nei limiti in cui siano espletate in relazione alle attività di cui agli allegati al presente decreto

82.92                  Attività di imballaggio e confezionamento conto terzi

82.99.2               Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste

82.99.99             Altri servizi di sostegno alle imprese limitatamente all’attività relativa alle consegne a domicilio di prodotti

84                         Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

85                        Istruzione

86                       Assistenza sanitaria

87                       Servizi di assistenza sociale residenziale

88                      Assistenza sociale non residenziale

94                      Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali

95.11.00           Riparazione e manutenzione di computer e periferiche

95.12.01           Riparazione e manutenzione di telefoni fissi, cordless e cellulari

95.12.09          Riparazione e manutenzione di altre apparecchiature per le comunicazioni

95.22.01           Riparazione di elettrodomestici e di articoli per la casa

97                       Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico

99                       Organizzazioni e organismi extraterritoriali

Dunque se per attività edilizia intendiamo le attività e le opere finalizzate per rendere i territori agibili a fini insediativi vediamo che, in base a tutte le attività riportate integralmente dal DPCM del 20 aprile 2020, all’interno dei codici ATECO non compaiono attività edilizie, eccezione fatta per il codice 42 Ingegneria civile e  81.3 ove si fa riferimento alla conservazione e alla cura del paesaggio e viene esclusa l’attività di realizzazione. Inoltre non compare nel DPCM ministeriale la voce di attività edilizia ma il suddetto documento è diviso con le seguenti argomentazioni e articoli:

  • Art. 1 Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale
  • Art. 2 Misure di contenimento del contagio per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali
  • Art. 3 Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale
  • Art. 4 Disposizioni in materia di ingresso in Italia
  • Art. 5 Transiti e soggiorni di breve durata in Italia
  • Art. 6 Disposizioni in materia di navi da crociera e navi di bandiera estera
  • Art.7 Esecuzione e monitoraggio delle misure
  • Art.8 Disposizioni finali

L’Ordinanza regionale n.32 del 12 aprile 2020 prevede:

Per quanto riguarda i cantieri la sospensione dei cantieri edili su committenza privata, fatti salvi – limitatamente alle attività consentite dalla vigente disciplina nazionale – gli interventi urgenti strettamente necessari a garantire la sicurezza o la funzionalità degli immobili, l’adeguamento di immobili a destinazione sanitaria finalizzati allo svolgimento di terapie mediche durante il periodo emergenziale, gli interventi di manutenzione finalizzati ad assicurare la funzionalità di servizi essenziali, il ripristino della messa in sicurezza dei cantieri, ove necessario, e in ogni caso con obbligo di adozione dei dispositivi di protezione individuale da parte del personale impiegato e delle ulteriori misure precauzionali previste dalla disciplina vigente;

Per i lavori a committenza pubblica, fatti salvi l’avvio e la prosecuzione di quelli concernenti le reti di pubblica utilità e l’edilizia sanitaria nonché degli interventi volti ad assicurare la messa in sicurezza e la funzionalità degli immobili, le stazioni appaltanti, sempre limitatamente alle attività consentite dalla vigente disciplina nazionale, valutano la differibilità delle singole lavorazioni o interventi in corso ovvero programmati.

Per quanto riguarda il punto b cambia ben poco allo stato di cose di ieri, prima dell’Ordinanza n.32, e di oggi, dell’Ordinanza n.39, non avendo sbloccato la maggior parte delle attività all’interno del codice ATECO 42 ma probabilmente sono io che, personalmente non comprendo pienamente l’eccessivo zelo del Presidente della Regione Campania che ha voluto ricordarci ulteriormente uno stato di cose che è rimasto immutato.

Ordinanza n.39: considerazione

Oggi parte la validità dell’ordinanza n.39 della Regione Campania

Per quanto riguarda, ancora, il punto b dell’Ordinanza regionale n.39 si deduce, in base al DPCM del 10 aprile 2020 con riferimento ai codici ATECO, che non sono presenti e permesse attività edilizie, a meno che per attività edilizie si intendano attività altre, di cui vorremmo avere qualche altra delucidazione che, da un’alisi approfondita del documento, ci è sfuggita perché qualora si dovesse intendere attività edilizia la fabbricazione di oggetti di qualsiasi natura il primo punto dell’Ordinanza regionale n.39 dovrebbe essere delucidato in modo migliore per non incorrere in errore.

Il punto 3 dell’Ordinanza regionale n.39 riporta:

A parziale modifica dell’Ordinanza n.37 del 22 aprile 2020, dal 27 aprile e fino al 3 maggio 2020, sono consentite le attività e i servizi di ristorazione – fra cui pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie – con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero online e consegna a domicilio nel territorio comunale, nel rispetto delle norme igienico sanitarie nelle diverse fasi di produzione, confezionamento, trasporto e consegna dei cibi e salvo quanto previsto al successivo punto 4, con i seguenti orari:

3.1 quanto ai bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie, gastronomie, tavole calde e similari, dalle ore 07:00 e con possibilità di effettuare l’ultima corsa di consegna alle ore 14:00; fanno eccezione gli esercizi presenti all’interno di strutture di vendita all’ingrosso che osservano orari notturni di esercizio, per i quali è consentita l’attività dalle ore 02:00 alle ore 08:00 sempre con divieto di somministrazione al banco e con consegna su chiamata.

Dunque l’Ordinanza regionale offre la possibilità alle seguenti attività sopracitate dal 27 aprile fino al 3 maggio di poter aprire e di effettuare a domicilio le consegne fino alle ore 14:00, escludendo le attività che erano aperte negli orari notturni ma se ciò non dovesse essere previsto nella fase 2 a ciascuna attività commerciale menzionata converrebbe:

  1. aprire e fare rifornimento delle materie prime per poter realizzare i prodotti da asporto?
  2. se la fase 2, attualmente esiste solo una bozza di decreto, dovesse prevedere la non riapertura delle stesse, la perdita economica delle entrate si andrebbe a sommare a quella delle spese affrontate per la riapertura momentanea.
  3. Ciascuna zona campana ha usi e costumi diversi e, ad esempio, nelle zone rurali contrariamente alle zone metropolitane non c’è “l’usanza” di ordinare il caffé su chiamata. Nei piccoli centri la pausa caffé rappresenta un momento conviviale e di aggregazione per potersi incontrare e ciò ancora non è possibile.
  4. Se un bar, dovesse aprire in una di queste zone, in cui il caffè a domicilio non è contemplato, soprattutto pensando ai numerosi uffici ancora chiusi, l’attività commerciale in questione non riuscirebbe, con il ricavato esiguo del caffé a domicilio, neanche a pagare le utenze che dovrebbe attivare per mettere in moto i macchinari e mantenere in uso l’intera struttura commerciale. Il solo fatto di poter pagare l’affitto dell’attività in questione con queste prospettive di ricavato sarebbe utopico e poco realistico.
  5. Quante persone effettivamente si appresterebbero, fidandosi, delle misure di ciascun esercente, cercando di ridurre al minimo il timore di essere contagiati attraverso l’assunzione di cibi da asporto?

Insomma anche questo punto dell’Ordinanza n.39 sembra essere l’equivalente di un pugno di sabbia negli occhi.

Andiamo al punto n.6 dell’Ordinanza regionale n.39 che dice:

Con decorrenza dal 27 aprile 2020 e fino al 3 maggio 2020, fermo restando il divieto di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto, è consentito svolgere individualmente attività motoria all’aperto, ove compatibile con l’uso obbligatorio della mascherina (dispositivo di protezione individuale di cui all’art 16 del decreto legge n18/2020), in prossimità della propria abitazione, e comunque con obbligo di distanziamento di almeno due metri da ogni altra persona – salvo che si tratti di soggetti appartenenti allo stesso nucleo convivente – nelle seguenti fasce orarie:

  • ore 06:30 – 08:30
  • ore 19:00 – 22:00

Partendo dal presupposto che questa concessione ha allietato molti perché fino a ieri la possibilità di poter fare una passeggiata era considerato un reato, ricordiamo la caccia al runner di turno.

Non mi sono chiari alcuni punti:

  1. che cosa si intende per prossimità dalla propria abitazione?
  2. Ci è stata concessa la possibilità di passeggiare entro quanti metri dalla nostra abitazione e fino a che metri è possibile allontanarsi, per non diventare potenziali criminali che attentano alla salute del prossimo?
  3. Perché non lasciare, ad esempio, la possibilità di scegliere autonomamente l’ora in cui uscire, limitata a due ore ad esempio, onde evitare assembramenti?
  4. Perchè si deve far pesare oltremodo la nostra impossibilità di scegliere le nostre azioni individuali tant’è che restano chiusi parchi e altri luoghi che servivano per questa finalità?
  5. Un genitore come dovrebbe spiegare al proprio figlio che si può uscire a passeggiare entro un certo confine e che, ad esempio, non lo si può portare nella Villa Comunale perché non si trova in prossimità dell’ abitazione?
  6. Perché non si è considerato che non siamo abituati a vivere in uno stato di segregazione, sottostando a leggi che vanno a minare il libero arbitrio individuale e che viene avvertito dalla maggior parte come una violenza personale?

Mi spiego meglio: finché c’è stato da essere coscienziosi, restando a casa e rispettando le disposizioni regionali per limitare il contagio a causa dell’emergenza Covid-19, nonostante la reclusione forzata, lontana dai parametri di libertà individuale che nessuno si sarebbe mai sognato di dover praticare, lo abbiamo fatto con sacrificio e responsabilità.

Vedere che un’Ordinanza ci dica anche l’ora in cui poter uscire, non per fare una passeggiata ricreativa in una zona verde e svagarsi dallo stress accumulato, ma farlo tenendo sempre d’occhio la propria abitazione, per regolarsi sulla prossimità e dover uscire in orari prestabiliti la trovo una scelta inutile, sgradevole e che sottolinea in modo opprimente e poco democratico il nostro stato di non libertà, nel potersi muovere liberamente.

Inoltre avere l’ora di libera uscita universalmente valida non crea assembramento?

Se le persone di un condominio numeroso, ad esempio, decidessero di uscire e passeggiare si creerebbe un sicuro assembramento.

Detto ciò mi rendo conto che la situazione non è semplice da gestire, soprattutto in Campania, però quest’Ordinanza la trovo un’offesa nei confronti dell’intelligenza di ciascun cittadino e commerciante campano.

Sarà pur vero che stiamo vivendo come degli alienati ma ricordiamo bene che siamo nati liberi e torneremo ad esserlo prima o poi.

Ariano Irpino: Enrico Franza e le considerazioni sulla proroga della zona rossa

Dopo aver atteso la decisione da parte dell’ASL di Avellino e della Regione Campania in cui si doveva stabilire se far terminare lo stato di zona rossa nel Comune di Ariano Irpino, con grande sorpresa di molti, l’esito è stato diverso da ciò che la maggior parte si aspettava.

Il termine della proclamazione di Ariano Irpino come zona rossa era stato stabilito per il 20 aprile 2020 invece è stato prorogato per ulteriori 48 ore. Nessuno ne capisce il senso reale, visto che i provvedimenti e gli screening correlati possono essere effettuati anche senza la necessità di zona rossa.

Le domande che in molti ci poniamo sono le seguenti:

Che senso ha prorogare di ulteriori due giorni lo stato di zona rossa?

Tutto ciò che si può fare nelle prossime 48 ore non poteva essere preventivato e attuato prima del 20 aprile?

Cosa si può fare in 48 ore (tempo limitato) che sembra ed è esiguo rispetto a quello già trascorso?

Perché la Regione Campania ha deciso questo nonostante la decrescita notevole e quasi inesistente di nuovi positivi?

Le domande sorgono spontanee soprattutto in base al video di Maria Morgante che spiega le ragioni per cui la Regione Campania ha stabilito questa ulteriore proroga.

Maria Morgante: video

Maria Morgante

Enrico Franza, ex sindaco di Ariano Irpino, non ha tardato nell’esporre le sue perplessità su questa decisione e scrive:

Dopo aver letto l’ultima ordinanza del Presidente della Regione Campania, vi confesso che sono davvero rammaricato.

Come ben sapete, avevo accolto con equilibrio e comprensione, la scelta del presidente Vincenzo De Luca di prorogare la zona rossa sino al 20 aprile.

Tuttavia, quest’ultima ordinanza proroga ulteriori 48 ore la zona rossa, 48 ore che, cito testualmente il tempo necessario per consentire la dotazione di dispositivi di protezione individuale da destinare alla popolazione.

Ragioni, queste, a dir poco imbarazzanti.

Perché? Perché forse il nostro Presidente della Regione ha dimenticato che la città di Ariano Irpino è il primo comune per estensione territoriale della Regione Campania, che la città di Ariano Irpino è sottoposta al regime di zona rossa dal lontano 15 marzo e che, forse, a questo punto sarebbe stato provvidenziale agire nell’arco di questi lunghi 36 giorni, costringendo ancora una volta il popolo arianese a dimostrare responsabilità e, nel caso specifico, ad automunirsi dei dispositivi di protezione, anziché ridursi ad ulteriori 48 ore per rimediare a ben 36 giorni di ritardi.

In questi 36 giorni, eccezion fatta per il tanto auspicato calo dei contagi, abbiamo assistito ad una gestione quantomai discutibile da parte dell’ASL della emergenza sanitaria, con notevoli ritardi e reticenze rispetto alle legittime preoccupazioni dei cittadini.

E nel frattempo? Nell’attesa che qualcosa si muovesse, la città di Ariano Irpino, come accaduto già in passato, si è stretta in un moto di solidarietà tra associazioni, privati cittadini, medici e volontari; una rete di solidarietà che ad oggi ha rappresentato l’unica, vera prova di coesione e di unità della nostra comunità.

Per parte mia, dopo aver richiesto formalmente al commissario prefettizio la sospensione dei tributi locali, che, sebbene attuata, necessiterà di un’ulteriore proroga, e dopo aver sollecitato il rafforzamento e l’ampliamento degli screening sanitari, così come previsto dall’ordinanza n.26, al punto 4, priorità al momento parzialmente disattesa, come già vi avevo anticipato, mi sono adoperato da tempo insieme ai sindaci degli altri comuni dichiarati zona rossa e in particolar modo alla città di Ariano Irpino.

Abbiamo agito su due fronti, Regione e Governo, proprio per ottenere risposte concrete dall’una e dall’altra istituzione nell’ambito delle rispettive competenze, su quelle che noi riteniamo siano priorità ed esigenze assolute del nostro territorio.

E così, se da un lato, grazie a un rapporto di collaborazione proficua con il consigliere regionale Enzo Maraio, sono state recepite in una proposta più ampia e articolata anche le nostre istanze relative a un piano di rilancio della nostra economia, e dunque: maggiore sostegno alle famiglie con un contributo pari al 70% del canone di locazione sino a 4 mensilità; sospensione del pagamento del bollo auto fino a sei mesi; esenzione totale del pagamento dell’Irpef regionale  per l’anno 2019; abolizione delle tasse regionali sui consumi energetici; misure economiche a sostegno dell’edilizia e delle attività economiche e produttive fino al potenziamento dell’ospedale con la riapertura dei reparti chiusi a causa della pandemia, e dunque con il ripristino di tutte le funzionalità che spettano legittimamente a un ospedale Dea I livello.

Dunque, se da un lato ci siamo mossi a livello regionale, dall’altro, abbiamo agito a livello nazionale. Difatti, abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’economia e al Ministero dello Sviluppo Economico misure economiche specifiche che vanno a rafforzare la legittima richiesta del commissario di istituire per il comune di Ariano Irpino la Zona Franca Urbana.

Misure tese a:

  • Sospensione degli adempimenti contributivi e tributari sino al 31 luglio 2020.
  • Sospensione del pagamento delle rate fino a 24 mesi per i titolari dei mutui contratti  per l’acquisto della prima casa.
  • Semplificazione delle procedure burocratiche per l’accesso alle misure temporanee di sostegno alla liquidità delle imprese.
  • Credito di imposta di almeno 70% per la sanificazione di tutti gli ambienti di lavoro a favore degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni.

Un lavoro intenso, ma prezioso, e che è stato reso possibile anche e soprattutto all’apporto fondamentale dei sindaci dei comuni del Vallo di Diano, ai quali va tutto il mio più sentito ringraziamento.

Una collaborazione che è stata posta in essere soltanto ed esclusivamente a tutela dell’interesse di una comunità, di comunità che rivendicano a gran voce dignità e rispetto perché è tempo di diritti e non soltanto di doveri.

Crediamo che sia giusto avere delle risposte esaustive e non palliativi che dimostrino la reale esigenza nel prorogare per altri due giorni lo stato di zona rossa ad Ariano Irpino perché gli screening eventuali e il rifornimento di DPI possono essere eseguiti a prescindere se la zona sia o meno rossa.

Emergenza Covid-19 e Fase 2: nessun accordo tra Cgil, Comune e Regione

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania e non è stato trascritto nulla insieme alle altre Parti sociali.

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino rende nota la notizia perché diversi organi di stampa hanno affermato il contrario.

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania

Il Segretario Generale della Cgil dichiara:

Appare doveroso precisare che una proposta di ripartenza per la cosiddetta fase 2 è stata discussa l’altro giorno nel corso di una conference-call e attraverso telefonate intercorse con il sindaco di Avellino, Gianluca Festa.

Fino a questo momento non è stato sottoscritto nessun accordo. Infatti restano da definire dei punti per noi essenziali mentre ve ne sono altri assolutamente non condivisi.

Per la Cgil Avellino è fondamentale rifarsi alle regole nazionali definite anche con le parti sociali e successivamente verificare le peculiarità territoriali.

Noi chiediamo di rendere legislativamente cogenti le tutele del Protocollo di Sicurezza ad ogni livello. Per noi la discussione non vuol dire sottoscrizione e lo avevamo chiarito anche al sindaco Gianluca Festa, il quale ha detto che di sua sponte, comunque avrebbe mandato il documento alla Regione Campania.

Quindi per quanto ci riguarda è confermato il fatto che si continua ad agire ad ogni livello nel rispetto dei Dpcm del 10 aprile scorso. Continueremo a ribadire che si potrà ripartire solo alzando il livello di sicurezza e della tutela della salute, con specifico tavolo in Prefettura.

Quando si deciderà di aprire lo si dovrà fare con assoluta gradualità e certezze di sicurezza.

La Commissione Anticamorra Campania in campo per prevenire infiltrazioni criminali durante l’emergenza Covid-19

La Commissione Speciale Anticamorra e Beni Confiscati scrive una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Campania, all’Assessore al Bilancio e all’Assessore alle Politiche Sociali per spiegare l’emergenza economico sociale causata dal Covid-19 ed evitare il pericolo di ingerenze della criminalità organizzata.

In queste settimane di emergenza sanitaria globale, la vita di tutti noi è stata profondamente stravolta.

Il sistema economico, i mercati, la filiera imprenditoriale ad ogni livello, persino la scuola hanno dovuto adattarsi a nuove regole.

In questo scenario anche le organizzazioni criminali, anche la camorra ha dovuto fare i conti con condizioni nuove e inattese.

E, come tipico della sua natura criminale, ha immediatamente compreso come adattarsi e trasformare la crisi in opportunità.

I negozi sono chiusi e il pizzo non può essere riscosso, gli spostamenti sono limitati e controllati, intralciando il traffico illegale a partire da quello degli stupefacenti.

Il primo modo allora per mantenere il controllo del territorio da parte dei vari clan, è stato quello di aggredire le difficoltà delle famiglie, concentrandosi subito su quelle che fino al giorno prima avevano un lavoro, seppure a nero, e soprattutto su quelle che già fragili hanno immediatamente visto sparire ogni possibilità di introito, con la conseguenza di avere avuto da subito la difficoltà di mangiare, comprare le medicine, pagarsi l’affitto.

Un finto sostegno per bloccare e condizionare i più deboli, più esposti alle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria.

Misure tese al controllo del territorio, non al sostegno del bisogno.

Allo stesso modo, anche i titolari di esercizi commerciali, costretti alla sospensione della propria attività e che hanno risentito e stanno risentendo pesantemente della mancanza di entrate economiche, sono dsiventati potenziali bersagli di prestiti e ricatti.

Scopo della lettera  è quello di esortare il Governo e la Regione Campania, in primis, ad intervenire in maniera rapida e tempestiva per tutelare e sostenere i soggetti che sono esposti al rischio di un possibile condizionamento mafioso.

Commissione Anticamorra Campania

Commissione Anticamorra Campania

Per poter prevenire questo rischio c’è bisogno di far arrivare aiuti alle imprese, alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori autonomi e a quelli a nero.

Oggi, con determinazione sempre maggiore, bisogna sostenere le attività dei Beni Confiscati, evitare che le difficoltà possano aprire spazi ai poteri criminali, leggere i territori ed i problemi.

La Commissione Anticamorra e Beni Confiscati  chiede ai Comuni di fare in modo di tenerli informati, veicolando tutte le informazioni che riguardano le iniziative di solidarietà che sono attive in ciascun ambito territoriale. Vi è bisogno di monitorare la filiera di solidarietà affidando la distribuzione dei generi di prima necessità alle associazioni laiche e cattoliche riconosciute legalmente che devono collaborare insieme alle Forze dell’Ordine. Solo in questo modo si può impedire alla camorra di utilizzare il circuito della distribuzione legale per fare circolare i propri traffici, attraverso associazioni improvvisate e create ad hoc.

La Commissione Anticamorra e Beni Confiscati consiglia a chi si trova in difficoltà di rivolgersi alle Istituzioni, piuttosto che alla Chiesa, ad utilizzare canali attivati appositamente per questa emergenza per chiedere aiuto e presentare le proprie difficoltà.

Evitare di utilizzare i social per fare sapere che si è in difficoltà, tutelarsi dal pericolo che, in determinati quartieri soprattutto quelli dove il disagio sociale ed economico è più diffuso, la camorra possa arrivare prima della filiera della solidarietà e degli aiuti delle Istituzioni.

Franco Fiordellisi denuncia la poca trasparenza per quanto concerne le pratiche per la distribuzione dei bonus

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, dopo aver denunciato le aziende irpine che non lavorano in sicurezza, comunica che ci sono metodi poco trasparenti e clientelari per quanto riguarda la distribuzione dei bonus.

La situazione che riguarda la poca trasparenza ovviamente non riguarda tutti ma c’è sempre qualcuno che non si attiene alla regolarità e cerca di far prevaricare i propri interessi ai danni della collettività.

Emergenza coronavirus: le pratiche per la distribuzione dei bonus continuano a essere poco trasparenti

Emergenza coronavirus: le pratiche per la distribuzione dei bonus continuano a essere poco trasparenti

Le parole di Franco Fiordellisi sono dure e dovrebbero far riflettere un pò tutti:

Eppure la tragica esperienza del sisma del 1980, avrebbe dovuto creare degli anticorpi necessari per avviare in questa fase una sana partecipazione civica e civile di solidarietà. Ma così, evidentemente, non è stato. Anzi sembra essersi perfezionato il meccanismo di gestione opaca nelle Amministrazioni locali anche a fronte delle riforme che hanno dato in mano alla Giunta e Sindaci poteri quasi podestà e con un associazionismo che spesso vive di contiguità con il potere amministrativo.

Certo non dapperttutto è così, ci sono situazioni virtuose e buone pratiche che, queste sì, andrebbero difese. Ma non possiamo sottacere tutti quei casi che sono stati segnalati e che fanno male in questo momento di tragedia. Fa male apprendere di miserie clientelari.

La maggioranza di amministratori e cittadini non possono essere mortificati da chi mette in atto queste pratiche vergognose.

Per tutti gli amministratori e i cittadini onesti, per le associazioni che davvero si impegnano ad aiutare i meno abbienti, la Cgil si riserva di produrre denuncia penale, quando le informazioni avute saranno strutturate con l’ausilio di legali, questo sistema clientelare vergognoso deve finire, tutti dobbiamo operare in trasparenza. Perché ogni Comune tra i proprio obiettivi ha quello di favorire e promuovere lo sviluppo sociale, con uno sviluppo economico lineare e trasparente; di diffondere buone pratiche nella cultura della legalità; di garantire il funzionamento della Pubblica Amministrazione da meccanismi di corruzione; di evitare il diffondersi dell’usura e di fenomeni mafiosi nella Comunità ed Enti Locali.

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