un caffè a teatro

Al Trianon Viviani, “Musica Simeoli… manca solo Mozart”

Al Trianon Vivianivenerdì 10 e sabato 11 dicembre, alle 21, Marco Simeoli è il protagonista di Musica Simeoli… manca solo Mozart.

In questo testo intimo e inedito, l’attore porta sul palco la storia di coloro che hanno dato vita a Musica Simeoli, il più antico e famoso negozio musicale di Napoli.

Lo spettacolo è tratto da una storia vera, molto vicina a Simeoli, consegnato nelle mani di Antonio Grosso che ne ha scritto la drammaturgia e firmato la regia, dando vita a un racconto che abbraccia anche le storie di chi quel negozio l’ha frequentato: da Matilde Serao a Riccardo Muti, ancora studente al conservatorio, passando per Roberto Murolo e Renato Carosone, fino a Enzo Avitabile e Pino Daniele.

Si ripercorre così la storia del nostro Paese, partendo da carte, documenti, spartiti e note, ritrovati alla rinfusa in un negozio apparentemente abbandonato e sospeso nel tempo. Dai meravigliosi anni della Belle époque e delle carrozze sul lungomare, a quelli bui della Seconda guerra mondiale, fino alla rinascita e poi al boom economico degli anni Sessanta.

Si arriva al periodo della speculazione edilizia, al colera che mette in ginocchio la città, alla grande illusione degli anni Ottanta, segnati in maniera indelebile e meravigliosa da Maradona, Troisi e Pino Daniele. Fatti e fattacci, anche divertenti seppur conditi da un pizzico di malinconia, che solo la musica è capace di dare.

Musica Simeoli… manca solo Mozart

Musica Simeoli… manca solo Mozart

Spiega l’attore:

Non sono un figlio d’arte o meglio, forse sì: ma di una delle arti, la musica per le mie origini legate a questo negozio, il più importante a Napoli dagli anni Venti a oggi. Sito proprio difronte al glorioso conservatorio di san Pietro a Majella, questo luogo di cultura e fermento musicale ha fatto la storia e visto la storia passargli davanti. Tutti i più grandi artisti sono entrati lì… tutti, o quasi, manca solo Mozart.

Lo spettacolo è prodotto da Altra scena art management. Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Marco Maria Della Vecchia e le luci di Marco Laudando. In locandina Rocchina Ceglia (ufficio stampa), Andrea Vellotti (regista assistente) e Francesco Nannarelli (fotografo di scena).

Intanto, ancora per dicembre, il teatro della Canzone napoletana propone la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €.

I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.

Per accedere al teatro è obbligatorio il possesso del super green pass (detto anche “green pass rafforzato”) e l’uso della mascherina.

Trianon Viviani e Rai 1 rendono omaggio a Enrico Caruso

Il Trianon Viviani e Rai 1 insieme in un evento speciale dedicato a Enrico Caruso.

Giovedì 9 dicembre, alle 21, nel teatro della Canzone napoletana si registra la Serata d’Onore Enrico Caruso, che andrà in onda il giorno di Natale.

Il centenario della nascita del grande tenore è stato celebrato in tutto il mondo con convegni, spettacoli e concerti.

La Serata d’Onore al Trianon Viviani è un “compendio” di omaggi alla figura carismatica e popolare del celebre tenore, raccontando la sua storia attraverso artisti contemporanei e filmati d’epoca. Ne sono autori Massimo AndreiMauro GioiaMarisa Laurito e Giorgio Verdelli, con la consulenza di Giuliana Muscio.

Serata d'Onore Enrico Caruso

Serata d’Onore Enrico Caruso

Marisa Laurito, direttore artistico del teatro partenopeo, conduce il racconto dal palco dove Bruno Garofalo ha allestito la scenografia, ispirandosi alla hall di un albergo dei primi anni del ‘900, con un piano a coda, poltrone e stampe d’epoca.

Da New York Mauro Gioia ci condurrà nei “luoghi” del grande tenore e interpreterà dal vivo uno dei cavalli di battaglia di Caruso: Because.

Il racconto si dipana tra riprese e documenti d’epoca, fotografie, filmati di grandi tenori alle prese col repertorio di Caruso e una serie di esibizioni dal vivo, tra cui Lina Sastri, che racconta l’anima napoletana di Caruso interpretando Core ‘ngrato, scritta proprio per lui, e Nicholas Ceragioli, il talentuoso e giovanissimo cantante, speranza del panorama lirico internazionale. Interverranno Francesco Canessa, critico musicale ed ex sovrintendente del teatro di san Carlo, e il regista Riccardo Canessa.

La Serata vedrà il contrappunto di contributi video esclusivi con gli artisti Andrea BocelliCecilia GasdiaVittorio GrigoloJonas KaufmannDaniel OrenRonil Volo e di quello istituzionale del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

Il Trianon Viviani ringrazia il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per la sua partecipazione.

Con la produzione delegata Rai di Eleonora Iannelli, la regia teatrale è di Bruno Garofalo, quella televisiva di Barbara Napolitano.

La Serata d’Onore è a ingresso libero, con prenotazione obbligatoria, per un massimo di due persone, scrivendo a info@teatrotrianon.org. Il teatro confermerà la disponibilità per email fino a esaurimento dei posti.

Per accedere al teatro è obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina. Informazioni: sito istituzionale.

Giovedì 16 dicembre, il Trianon Viviani e Rai 1 realizzeranno un’altra Serata d’Onore, sempre condotta da Marisa Laurito, per rendere omaggio a Sergio Bruni, nel centenario della nascita. Il tributo all’artista, definito «’a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo, andrà, quindi, in onda nel giorno di Capodanno in seconda serata.

Bestiale Comedìa: il viaggio dantesco di Vinicio Capossela

Vinicio Capossela porta in scena Bestiale Comedìa, un concerto che celebra i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, autore molto amato dal cantautore.

Molto spesso, infatti, nelle opere musicali di Vinicio e nel messaggio intrinseco dei suoi lavori ci sono delle suggestioni che rimandano al Sommo Poeta.

Bestiale Comedìa di Vinicio Capossela

Bestiale Comedìa di Vinicio Capossela

Bestiale Comedìa è un progetto che nasce dal confronto con la Divina Commedia di Dante, cercando di dare dei punti di orientamento allo spettatore all’interno del proprio repertorio musicale. Il paradosso, non solo all’interno di questo progetto, è quello di mostrare ai vivi, agli spettatori e non solo, il viaggio nello smarrimento quotidiano e sociale che percorriamo. Al contrario di Dante che, nella Divina Commedia, ci descrive un viaggio tra morti per salvare i vivi, quello di Vinicio è un viaggio per cercare di redimere i vivi dal proprio regno terreno composto da caos, peccato, incontinenza e pestilenza, in cui il singolo è disperso insieme al proprio labirinto interiore, che ci uccide tutti allo stesso modo.

Solo attraverso la conoscenza si svolge il passaggio verso la grazia beata ma il raggiungimento si compone di  un cammino tortuoso.

Vinicio Capossela

Vinicio Capossela durante il concerto Bestiale Comedìa

Vinicio Capossela riassume con queste parole il senso di Bestiale Comedìa:

Affacciarsi a Dante è affacciarsi al pozzo della natura umana. A partire dalla forma a imbuto della cosmogonia della Comedìa, l’attrazione è sempre stata presente.

Ho iniziato ad appassionarmi a Dante per mito interposto. L’eroe della mia giovinezza è stato il dannato, il bohémien, il distillatore di bellezza Amedeo Modigliani, che sgranava come un rosario ebbro i versi di Dante a memoria mentre dipingeva i suoi volti dagli occhi vuoti.

L’attrazione per l’umano, i suoi miti, per il sublime, per l’inferno, per il peccato e per la virtù, per tutto ciò che desta maraviglia è quello che da 15 anni conduce il mio cammino in musica e parole.

Santi, eroi e viziosi, una certa attrazione per il misticismo, una visione del mondo non specialistica, ma enciclopedica, il cui soggetto è la natura tutta a partire dalla natura umana sono tra le cose dantesche che più mi attraggono.

Il nome Bestiale Comedìa si riferisce al percorso della Divina Commedia, che ha come compito quello dell’affrancamento dalla bestialità.

La nostra sola eternità possibile infatti è, secondo Vinicio Capossela, quella di rallentare il tempo, facendoci sempre più piccoli e avvicinandoci alla prospettiva della lumaca.

Vinicio Capossela da sempre è affascinato e ammaliato dalle figure mitologiche e dal simbolismo che in esse sono racchiuse perché nonostante il tempo e i secoli trascorsi che ci separano dai miti, questi rappresentano l’essere umano in pieno. Ciascuna figura mitologica, che sia essa una sirena o una bestia, cattura un tratto distintivo dell’essere umano che permane nei secoli nonostante il cambiamento sociale, anzi in qualche modo, per Capossela, più andiamo avanti e più assumiamo tratti grotteschi sempre più marcati.

Viviamo azzannando il tempo avidamente senza godere e assaporare la benevolenza che talvolta la vita e la natura ci donano. Viviamo incuranti e sprezzanti delle piccole cose, che diamo per scontate perché convinti che tutto ci è dovuto e tutto è sotto il nostro dominio ma non è così perché la pestilenza è sempre dietro l’angolo, per mostrarci che la natura ci dona ma ci toglie, ridimensionando il nostro sguardo a quello della lumaca che vede il mondo gigantesco intorno a sé.

Bestiale Comedìa vuole essere un momento di riflessione, d’incanto, di stupore ma, soprattutto, di un viaggio senza tempo fatto nella modalità in cui solo Vinicio è capace di fare, traghettando il suo pubblico in luoghi onirici trasudanti di abominevole realtà.

Al Trianon Viviani, fine settimana con Peppe Barra e le EbbaneSis

Dopo il “tutto esaurito” fatto registrare dal cantautore Tommaso Primo con la sua Favola nera, al Trianon Viviani la settimana si chiude con i concerti di Peppe Barrasabato 4, alle 21, e le EbbaneSisdomenica 5 dicembre, alle 19.

Peppe Barra

Peppe Barra

Peppe Barra ritorna nel teatro della Canzone napoletana con un concerto composto da brani che partono dalla contaminazione di melodie della tradizione, con autori come Giambattista Basile, E. A. Mario, Leonardo Vinci e Ferdinando Russo, a composizioni di musicisti contemporanei, come Pino Daniele, Bob Marley ed Enzo Gragnaniello.

I testi costruiscono, con la musica, architetture sonore, riuscendo a far convivere suoni antichi e moderni, tammurriate, echi di canzone francese e arie del Settecento. Accompagnano Barra, Luca Urciuolo (piano e fisarmonica), Paolo Del Vecchio (chitarre e plettri), Sasà Pelosi (basso acustico) e Ivan Lacagnina (percussioni).

Le EbbaneSis, ovvero Viviana Cangiano e Serena Pisa, propongono Transleit, un concerto nel quale le due musiciste, interpretano i brani del recente e omonimo album. Il duo, il cui sodalizio è ormai affermato sulle scene e da una grande amicizia, si contraddistingue per l’originalità degli arrangiamenti per voci e chitarra, caratterizzati da singolari contaminazioni linguistiche, e per la fusione delle voci. Tra i brani proposti, nella loro chiave originale, classici come Reginella‘O sarracinoRundinella‘O zappatore‘A rumba d’ ‘e scugnizze e ‘O sole mio, alternati a brani internazionali tradotti in napoletano come Bohemian rhapsody dei Queen.

Ancora per dicembre, il teatro della Canzone napoletana propone la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €.

Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.

Per accedere al teatro è obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina.

Intanto al Trianon Viviani fervono le prove per le due Serate d’Onore, condotte dal direttore artistico Marisa Laurito, con le quali il teatro della Canzone napoletana e Rai 1 rendono omaggio a Enrico Caruso, nel centenario della scomparsa, e a Sergio Bruni, per i cento anni dalla nascita dell’artista definito «’a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo.

Il tributo a Caruso sarà registrato giovedì 9, alle 21; quello a Bruni, giovedì 16, alle 21. Saranno quindi messi in onda da Rai 1, in seconda serata, rispettivamente a Natale e a Capodanno.

Al Trianon Viviani, Natale con l’albero della rete di Forcella

Un particolare albero di Natale campeggia nell’atrio del Trianon Viviani.

Questo popolare simbolo, che racchiude i sentimenti di pace e solidarietà del Natale e di prosperità per il nuovo anno – quanto più vivi e sentiti in questo momento cruciale per l’atteso superamento della crisi sociale ed economica dovuta alla pandemia – è la tangibile testimonianza voluta da A’Forcella e Arte presepiale san Gregorio Armeno.

Marisa Laurito al Trianon Viviani

Marisa Laurito al Trianon Viviani

Le due associazioni dei commercianti del Centro storico sono da tempo impegnate nel programma di rilancio del territorio di Forcella insieme ad altre realtà. Con i colori, le luci e i fiocchi imbiancati dell’albero, allestito da Uanema di Samuele e Giusy, i due sodalizî e il teatro della Canzone napoletana , diretto artisticamente da Marisa Laurito, intendono dare la cifra della forza del “fare sistema”, di quello che insieme si può fare per Forcella, il Centro storico e la città di Napoli.

Ferite a morte di Serena Dandini diventa una rappresentazione teatrale

Ferite a morte (2013) di Serena Dandini edito da Rizzoli è un libro che l’autrice ha pensato e presentato in diversi programmi televisivi e racconta, dando voce, alle vittime di femminicidio come se potessero parlare in prima persona, dopo essere state ammazzate. Il testo è ancora attuale perché tra le mura delle case italiane e nel resto del mondo si nasconde una sofferenza silenziosa che risponde al nome di violenza domestica.

Una condizione che è stata esasperata, soprattutto, durante il lockdown e la pandemia che ha costretto ad una convivenza senza via d’uscita per molte donne.

Ferite a morte di Serena Dandini

Ferite a morte di Serena Dandini diventa una rappresentazione teatrale rivisitata

Ferite a morte è un libro necessario perché da’ voce a tutte quelle donne che non sono state ai patti e che hanno pagato con la vita il prezzo della loro “disobbedienza”.

Mentre la televisione ha il diavolo della velocità e del consumo immediato, i libri possiedono ancora quei ritmi lenti che aiutano i pensieri e soprattutto i ripensamenti. Ma nel caso di questo libro è stato tutto accelerato da una forte urgenza, quasi una necessità impellente di condividere rabbia e tenerezza, indignazione e mille altri sentimenti tumultuosi che sono scaturiti dall’esperienza di questa strana adunata che è stata e continua a essere Ferite a morte.

Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una giornata importante che dovrebbe servire a far riflettere su questo tema delicato su cui, molto spesso, si specula senza fare i dovuti approfondimenti e senza dedicargli il giusto valore. Ci sono eventi culturali che non hanno solo come scopo l’intrattenimento ma la divulgazione di un tema che va affrontato con la parola e non con semplici panchine rosse sparse qua e là, che comunicano senza profondità.

È nella comunicazione, nella condivisione e nello scambio di opinioni continui che si ottengono piccoli traguardi che potrebbero segnare un cambiamento, anche piccolo.

Ferite a morte diventa una rappresentazione teatrale rivisitata da Giulia Casella

Ferite a morte diventa una rappresentazione teatrale rivisitata da Giulia Casella

Ferite a morte grazie alla sensibilità di Giulia Casella diventa una rappresentazione teatrale rivisitata grazie alla partecipazione di altre donne non attrici professioniste che diventano le voci narranti di uno spettacolo che non sembra per nulla amatoriale ed è estremamente toccante e profondo.

Ciascuna donna si alterna nelle letture di alcuni passi tratti dal libro e reinterpretati, mostrando le diverse tipologie di donne che possono essere vittime di un destino che con la libertà e la democrazia non hanno nulla in comune.

Le storie non provengono solo dal passato ma dal nostro tempo e dalla nostra società moderna. Ciascuna storia letta di Ferite a morte lascia un magone perché non si può parlare di emancipazione quando mancano le basi culturali.

Sono morti annunciate, che tutto il vicinato aveva previsto ma nessuno ha mosso un dito perché ognuno a casa sua fa come gli pare; sono casi giudiziari che vengono liquidati come inevitabili conseguenze di un “improvviso raptus di follia” e invece sono la coerente conclusione di violenze durate a volte un’intera vita: sono sentenze eseguite davanti agli occhi di una società incapace di riconoscere questo dramma antico, una platea che ha perso la forza di indignarsi quando le storie con le protagoniste più giovani e piacenti sono trasformate in telenovelas nei programmi di “approfondimento giornalistico”.

Viviamo in un mondo che è arcaico e retrogrado in cui le violenze domestiche e le donne che muoiono sono la dimostrazione lampante di ciò che eravamo, di ciò che siamo e di ciò cui dovremmo aspirare.

Il potere della condivisione che nasce da diverse donne, tutte diverse tra loro, ma che hanno in comune la voglia di sensibilizzare il mondo, cercando di dare il loro contribuito e mettendo a disposizione il proprio tempo per qualcosa d’importante.

A Mondragone, una piccola comunità, si è celebrato il 25 novembre con grande dignità e sensibilità. Uno spettacolo teatrale fuso con la musica del Quintetto Oka e Monica Vellucci che hanno contribuito a rendere ancor più incisive e caratteristiche le letture di Ferite a morte.

Un intrattenimento pensante, di quelli che si fa’ fatica a trovare nelle piccole comunità dove basta ricordare giornate importanti come quella del 25 novembre con un post condiviso sui social che lascia il tempo che trova e che sembra sabbia negli occhi, per chi crede che bisogna fare altro e che basterebbe davvero poco per dimostrare impegno maggiore e maggiore sensibilità.

Non è in questo modo che si fa’ la cultura e che si scuotono le coscienze.

Trianon Viviani: la ricca offerta di spettacolo di dicembre

Al Trianon Viviani, musica, teatro musicale, serate/evento e una speciale rappresentazione eduardiana di teatro di figura caratterizzano la programmazione di dicembre.

Nel ricco cartellone del mese, curato da Marisa Laurito, spazio a concerti di noti cantautori partenopei e giovani cantanti già affermati sul panorama nazionale, con rivisitazioni di brani famosi in chiave napoletana e alcuni rilevanti omaggi: il tributo a Enrico Caruso e Sergio Bruni, due grandi figure artistiche del Novecento apprezzate internazionalmente, rispettivamente nel centenario della scomparsa del primo e dei cento anni dalla nascita del secondo, nonché i novant’anni della commedia Natale in casa Cupiello.

Tommaso Primo Favola nera in concerto

Tommaso Primo
Favola nera in concerto

La programmazione si dipana da venerdì 3 dicembre, alle 21, con il recital, già sold out da giorni, di Tommaso Primo che presenta, con Favola nera in concerto, il suo ultimo album. «È un concept album – spiega il cantautore partenopeo – che vuole fotografare la parte oscura dell’essere umano nello sfondo del ventre partenopeo».

Dieci racconti forti dove la provocazione è l’ingrediente principale, storie di strada e di sessualità, ma anche di fiori che sbocciano nel cemento, di angeli che diventano demoni e viceversa. Ospiti della serata Roberto Colella della Maschera con Antonio Gomez Caddeo e Vincenzo Capasso, Dario Sansone dei Foja, il Cile e Pasquale Palma.

Sabato 4, alle 21, ritorna nel teatro della Canzone napoletana Peppe Barra. L’artista propone brani che partono dalla contaminazione di brani della tradizione, con autori come Giambattista Basile, E. A. Mario, Leonardo Vinci e Ferdinando Russo, a composizioni di musicisti contemporanei, come Pino Daniele, Bob Marley ed Enzo Gragnaniello. I testi costruiscono, con la musica, architetture sonore, riuscendo a far convivere suoni antichi e moderni, tammurriate, echi di canzone francese e arie del Settecento.
Domenica 5, alle 19, è la volta delle EbbaneSis con Transleit, un concerto nel quale le due musiciste, Viviana Cangiano e Serena Pisa, interpretano i brani del recente e omonimo album. Il duo, il cui sodalizio è ormai affermato sulle scene e da una grande amicizia, si contraddistingue per l’originalità degli arrangiamenti per voci e chitarra, caratterizzati da singolari contaminazioni linguistiche, e per la fusione delle voci. Tra i brani proposti, nella loro chiave originale, classici come Reginella, ‘O sarracino, Rundinella, ‘O zappatore, ‘A rumba d’ ‘e scugnizze e ‘O sole mio, alternati a brani internazionali tradotti in napoletano come Bohemian rhapsody dei Queen.

Giovedì 9, alle 21, Serata d’Onore Enrico Caruso, manifestazione/evento, in occasione del centenario della scomparsa, registrata per Rai1. La Serata intende essere una sorta di “compendio” della figura del celebre tenore, del quale racconta le vere storie e fa giustizia di alcune leggende che sono fiorite sul conto di una figura così carismatica e popolare. Ne sono autori Massimo Andrei, Mauro Gioia, Marisa Laurito e Giorgio Verdelli, con la consulenza di Giuliana Muscio. La stessa Laurito conduce il racconto dal palco del teatro, dove è allestita una scenografia di Bruno Garofalo ispirata alla hall di un grande albergo dei primi anni del ‘900, con un grande piano a coda, poltrone e stampe d’epoca. Da New York Mauro Gioia ci condurrà nei “luoghi” americani del grande tenore.

Il racconto si dipana tra riprese e documenti d’epoca, fotografie, filmati di grandi tenori alle prese col repertorio di Caruso e una serie di esibizioni, tra cui quelli di Lina Sastri, Nicholas Ceragioli, il talento quindicenne speranza della lirica.

Tra le testimonianze, Jonas Kaufmann e Cecilia Gasdia, Andrea Bocelli, Vittorio Grigolo e Daniel Oren, Ron, che racconta Lucio Dalla e la genesi della sua celeberrima Caruso; il Volo; il critico musicale Francesco Canessa, già sovrintendente del San Carlo; il regista Riccardo Canessa; e Giuliana Muscio. Regia teatrale di Bruno Garofalo. Regia televisiva di Barbara Napolitano.

Da venerdì 10 a domenica 12 (venerdì e sabato alle 21; domenica alle 18) Marco Simeoli è il protagonista di Musica Simeoli… manca solo Mozart, atto unico tratto da una storia vera scritto e diretto da Antonio Grosso. Il protagonista racconta Napoli e la sua musica attraverso spartiti, nonché aneddoti dello storico negozio musicale di famiglia, nel quale sono passati tanti musicisti internazionali, tranne il compositore di Salisburgo.

Giovedì 16, alle 21, Serata d’Onore Sergio Bruni, in occasione del centenario della nascita dell’artista definito «’a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo. La manifestazione, registrata per Rai1, è scritta da Marisa Laurito, Salvatore Palomba e Giorgio Verdelli. La stessa Laurito, allieva di Bruni, conduce il racconto tra documenti d’epoca, fotografie, filmati e una serie di esibizioni del repertorio del cantautore: Tony Esposito con la compagnia Stabile della Canzone napoletana, Pino Perris, Raiz, Andrea Sannino, Irene Lupe Scarpato, Tosca e Fausta Vetere della Nccp. Tra le testimonianze, Enzo Avitabile, che racconta l’incontro col Maestro ed esegue un’esclusiva versione di Carmela, Roberto
De Simone e quella familiare della figlia Adriana Bruni.

Sabato 18 e domenica 19 (sabato alle 20:30 e alle 22; domenica alle 18 e alle 19:30), Colapesce, oltre la leggenda, una commedia musicale di Pietro Pignatelli con le musiche dei Baraonna.

Il racconto della leggenda è accompagnato dalla mostra dell’artista livornese Stefano Pilato, che realizzerà live in teatro un’opera, dedicata a Colapesce e al mare, utilizzando i rifiuti raccolti sul litorale napoletano e puteolano, e l’associazione Plastic free sensibilizzerà il pubblico sul diritto all’accesso all’acqua e all’ambiente come beni comuni e diritti universali e inderogabili.

Giovedì 23, alle 21, il Trianon Viviani ospita un allestimento singolare di teatro di figura di Natale in casa Cupiello, una delle più conosciute commedie di Eduardo, a novant’anni dalla sua scrittura. Con il sottotitolo “Spettacolo per attore cum figuris”, questa produzione di Interno 5 e Teatri associati di Napoli, che si avvale del sostegno della fondazione De Filippo, vede protagonista Luca Saccoia e i le figure animate che lui stesso manovra nell’ambientazione di un grande presepio.

Marisa Laurito presenta la stagione 202172022

A tutto teatro è il titolo della nuova stagione teatrale del Trianon Vivianiq

Trianon Viviani: programmazione natalizia

Ritorna in scena nei giorni di festa la produzione del Trianon Viviani dedicata alla Canzone napoletana.
Sabato 25, alle 21, domenica 26, alle 18, e giovedì 30, alle 21, va in scena Adagio Napoletano.

Cantata d’ammore di Bruno Garofalo che cura la regia e le scene.

Il musical di melodie partenopee vede la partecipazione dei musicisti, cantanti e ballerini della compagnia Stabile della Canzone napoletana. con protagonisti Lello Giulivo, Susy Sebastiano, Francesco Malapena e la partecipazione straordinaria di Gigio Morra.

Tra i vicoli della città rivivono le storie delle canzoni classiche napoletane, tra scene di strada, di mare e paesaggi di Napoli e della Costiera.

Trianon Viviani

Trianon Viviani

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Il teatro della Canzone napoletana propone la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone.

Per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €.
I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30.
Per accedere al teatro è obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina.

Sine Diez. Musica per piedi innamorati al Trianon Viviani

Un omaggio musicale a Diego Armando Maradona e il ritorno sulla scena dello spettacolo Adagio Napoletano sono gli appuntamenti della prossima settimana del Trianon Viviani.

Giovedì 25 novembre, alle 21, a un anno esatto dall’improvvisa scomparsa del Pibe de Oro, il teatro della Canzone napoletana, diretto artisticamente da Marisa Laurito, ospita Sine Diez. Musica per piedi innamorati. Mentre, da venerdì 26 a domenica 28 novembre, torna in scena lo spettacolo che ha inaugurato la stagione teatrale 2021/2022: Adagio Napoletano. Cantata d’ammore, il musical con la compagnia Stabile della Canzone napoletana scritto e diretto da Bruno Garofalo.

I biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica dalle 10 alle 13:30. Informazioni: sito istituzionale teatrotrianon.org, tel. 081 2258285. È obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina. Il botteghino del teatro è aperto, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; domenica e festivi, dalle 10 alle 13:30.

Sine Diez. Musica per piedi innamorati

Sine Diez. Musica per piedi innamorati

Sine Diez. Musica per piedi innamorati

Sine Diez. Musica per piedi innamorati – Scritto da Stefano Valanzuolo in forma di racconto con musica, Sine Diez è un tributo accorato al grande calciatore argentino, la narrazione a ritmo di jazz della storia d’amore senza fine tra la figura del Mito del calcio e Napoli, in una dimensione nostalgica e al tempo stesso eroica, fuori da ogni retorica che non sia, semplicemente, quella sana e incrollabile della passione.

Con il contrappunto di musiche di Astor Piazzolla, Bill Evans, Lucio Dalla, Enrico Valanzuolo e standard della tradizione argentinaSine Diez ci racconterà sette anni di storia di tifo, di amore spudorato nei confronti del giocatore più forte di sempre, di un amore nato sul campo e accudito anche altrove. Sette anni di emozione, amore, speranza, rabbia e gioia. Sette anni di calcio, ma non solo.

Spiega l’autore Valanzuolo:

Tra Maradona e Napoli  c’è un rapporto che neppure la morte è riuscita a scalfire. Sarebbe stato impossibile descrivere una storia così intensa solo con le parole: per fortuna, allora, che esiste la musica.

Prodotto da Maggio della MusicaSine Diez vede in scena Paolo Cresta, recitante, Nino Conte, alla fisarmonica, André Ferreira, al contrabbasso, ed Enrico Valanzuolo, alla tromba, che firma anche gli arrangiamenti.

Paolo Cresta – Si è formato all’Accademia d’Arte drammatica del teatro Bellini di Napoli. Collabora in teatro con diversi registi tra cui Renato Carpentieri, Claudio Di Palma, Luca De Fusco e Arturo Cirillo. Ha lavorato in radio con Rai International ed è stato, per Rai Educational, protagonista di varie sitcom per ragazzi e voce narrante della serie di documentari Gate C. Per la Emons sta incidendo gli audiolibri della serie del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni. È docente di Recitazione presso la Bellini teatro factory e di Dizione presso la scuola del teatro Mercadante – teatro Nazionale.

Nino Conte – È nato a Napoli, nel 1997. Studia fisarmonica presso il conservatorio di san Pietro a Majella. Inizia gli studî, all’età di undici anni, con Antonio Sorrentino. Prosegue, negli anni, con Walter Di Girolamo e Francesco Gesualdi. Membro attivo del gruppo di musica balcanica ‘O Rom, vanta diverse collaborazioni, tra cui quelle con ‘E Zezi, Marcello Colasurdo e Daniele Sepe, con il quale partecipa all’incisione dell’album Le nuove avventure di Capitan Capitone.

André Ferreira – Contrabbassista portoghese, il suo percorso accademico e professionale si è sviluppato a Lisbona, dove ha conseguito nel 2013 la laurea in Jazz e Musica moderna presso l’università Lousiada. Nel 2015 si è trasferito per studio all’Aia, in Olanda. È membro stabile di alcuni progetti musicali rilevanti nel panorama jazz portoghese, come quello del pianista Diogo Santos e del chitarrista spagnolo Javier Alcantara, con il quale ha registrato diversi dischi, nel corso degli anni. Si è trasferito a Napoli nel 2020, acquisendo presto una buona notorietà sulla scena jazzistica.

Enrico Valanzuolo – Trombettista, compositore e arrangiatore, è diplomato in Musica e Tromba Jazz presso il conservatorio di san Pietro a Majella. Studia con Giulio Martino, Marco Sannini, Umberto Muselli e Pietro Condorelli. Ha partecipato a masterclass tenute da Barry Harris, Fabrizio Bosso, Daniel Rotem e Roberto Giaquinto. Suona in formazioni jazz ed è membro del gruppo di world music Azul. È stato ospite, come solista, di sale importanti e varie rassegne musicali e teatrali (Campania teatro festival Italia, Maggio della Musica, Il canto delle sirene, Casa del Jazz di Roma). Nel 2020 ha formato un quintetto a suo nome, incidendo l’album Live in Macondo, in uscita a dicembre 2021.

Cantata d’ammore di Bruno Garofalo – ph©Pino Miraglia

Adagio Napoletano. Cantata d’ammore – Già presentato con successo di pubblico in streaming nel periodo più critico della pandemia, da venerdì 26 a domenica 28 novembre (il venerdì e il sabato alle 21 e la domenica alle 18), ritorna la produzione più significativa del teatro della Canzone napoletana. L’allestimento prevede il ricco cast di attori, cantanti, danzatori e musicisti della compagnia Stabile, che Marisa Laurito definisce «la spina dorsale portante del teatro». Lo spettacolo è un viaggio nelle melodie partenopee del Novecento, un susseguirsi di quadri singoli e indipendenti che spaziano tra varie stagioni ed emozioni in uno scenario altamente evocativo delle atmosfere, dei luoghi e delle immagini che costituiscono la componente estetica della città. Una produzione significativa, insomma, che, valorizzando il maggiore bene culturale endogeno, ovvero il nostro patrimonio musicale, mira anche a contribuire al potenziamento dell’offerta turistica partenopea. Per questo motivo, lo spettacolo sarà riproposto periodicamente nel teatro storico di Forcella.

 Racconta l’autore, scenografo e regista Bruno Garofalo:

In Adagio Napoletano non c’è un filo conduttore o delle sequenze temporali: gli interpreti e i personaggi in costume novecentesco rievocano alcuni riferimenti canonici delle nostre infinite “collezioni” di melodie (maggio e le rose, gli emigranti, la strada, le tammurriate, i pescatori, il mercato e il varieté), alcune immortalate nel Novecento, altre recuperate e inedite in questo contesto, ma che rappresentano sempre una sostanziale importanza per il nostro discorso che spazia dal recupero filologico allo spettacolo puro.

In scena Lello Giulivo, Susy Sebastiano, Francesco Malapena e la partecipazione di Gigio Morra. Con loro Laura Lazzari, Matteo Mauriello, Salvatore Meola, Gennaro Monti, Nadia Pepe e Fernanda Pinto. Costumi di Mariagrazia Nicotra, arrangiamenti di Tonino Esposito, movimenti coreografici di Enzo Castaldo e immagini videoscenografiche di Claudio Garofalo.

La direzione musicale è di Pino Perris, che ha anche curato le rielaborazioni delle canzoni. Disegno delle luci di Gianluca Sacco. Suono di Daniele Chessa. La musica è eseguita dal vivo da Gaetano Campagnoli (clarinetto e sax soprano), Ciro Cascino (tastiere), Gennaro Desiderio (violino), Luigi Fiscale (batteria), Gaetano Carmine Marigliano (flauto e ottavino), Stefano Minale (tromba e flicorno), Pino Perris (pianoforte), Claudio Romano (chitarra e mandolino), Luigi Sigillo (contrabbasso) e Alessandro Tedesco (trombone).

Con la collaborazione della scuola Essenza danza, diretta da Emanuela Ritondale e Raffaele Speranza, il balletto è composto da Federica Avallone, Priscilla Avolio, Andrea Cosentino, Martina Del Piano, Alex Di Francesco, Alberto Esposito, Olimpia Graziosi e Carmine Rullo.

Trianon Viviani: Andrea Sannino è “Carosone, l’americano di Napoli”

Il fortunato musical biografico sul grande cantapianista da mercoledì 17 a domenica 21 novembre.

E per gli spettatori “il Teatro saporito”, le eccellenze gastronomiche di Forcella a un prezzo speciale.

Andrea Sannino è il protagonista del fortunato musical Carosone, l’americano di Napoli, in scena al Trianon Vivianida mercoledì 17 a domenica 21 novembre.

In questo nuovo allestimento, prodotto da Gestione attività teatrali per l’Augusteo, in collaborazione con il teatro della Canzone napoletana, l’autore e direttore artistico Federico Vacalebre, biografo ufficiale del cantapianista scomparso venti anni fa, ha conservato le caratteristiche del viaggio all’insegna di uno stile, di un suono e di un’arte nazionalpopolare.

Lo spettacolo è la storia del più moderno dei musicisti italiani, dei suoi complici Gegè Di Giacomo e Peter Van Wood, del suo amico Fred Buscaglione, di sex symbol maggiorate di altri tempi come Maruzzella e le “mammifere modello 103”.

Il tutto tra filmati di ieri e di oggi, scenografie digitali, suoni vintage e remix: ricanta Napoli. In scena una compagnia giovanissima, con band, dj in scena e un corpo di ballo electroswing, per la regia di Luigi Russo.

 

Andrea Sannino è “Carosone, l’americano di Napoli”

Andrea Sannino è “Carosone, l’americano di Napoli”

In locandina con Andrea Sannino, Raffaele GiglioGiovanni ImparatoClaudia LetiziaGeremia Longobardo e Forlenzo Massarone, accompagnati dal complesso CarosoneVincenzo Anastasio, sax e clarinetto, Gaetano Diodato, contrabbasso, Luigi Patierno, sax, Pino Tafuto, pianoforte, e Roberto Funaro, dj.

Il corpo di ballo delle “Maruzzelle” e dei “Sarracini” schiera Paolo AnzaloniGianluigi CacciapuotiChiara CampochiaroFederica MoscaFrancesco SabellaRaffaele SicilianoMarialucrezia SorgenteLuca Squadritti e Lorena Zinno.

Gli arrangiamenti musicali sono di Lorenzo Hengeller, remix di Gransta Msv. L’allestimento è firmato da Ferdinando Arenella (coreografie), Massimiliano Pinto (scenografie), Antonietta Rendina (costumi), Gianluca Sacco (disegno luci) e Daniele Chessa (suono).

Le rappresentazioni sono programmate da mercoledì 17 a sabato 20 novembre, alle 21; domenica 21 novembre, alle 18.

Il botteghino del teatro è aperto, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; domenica e festivi, dalle 10 alle 13:30.

Il Teatro saporito: una nuova iniziativa del Trianon Viviani

Intanto continua il Teatro saporito, l’iniziativa che il Trianon Viviani ha lanciato, in collaborazione con l’associazione dei commercianti A’Forcella, per valorizzare le eccellenze del territorio. Il pubblico del teatro della Canzone napoletana può sorseggiare un aperitivo, gustare una buona pizza, un cuoppo fritto o un gelato nei bar e ristoranti convenzionati a un prezzo speciale.

Presentando il biglietto del teatro, lo spettatore otterrà uno sconto speciale in famosi esercizî convenzionati di via Pietro Colletta: il sabato, prima dello spettacolo, un cocktail e tagliere di specialità napoletane (da Laura bistrot) o un cuoppo fritto e birra (da 1947 pizza fritta); il sabato e la domenica, prima e dopo lo spettacolo, un gelato (dalla gelateria Polo nord 1931); e la domenica, dopo lo spettacolo, una pizza e bibita (dalla pizzeria Trianon da Ciro).

Trianon Viviani: 110 anni e non li dimostra

Centodieci anni e non li dimostra: il Trianon Viviani – per i napoletani «‘o Trianòn» – compie gli anni all’insegna di un’intensa attività di spettacolo e di animazione culturale e sociale. Nonostante la crisi sanitaria ed economica.

Con la direzione artistica dal 2020 di Marisa Laurito, il Trianon Viviani è diventato il teatro della Canzone napoletana, uno spazio attivo di animazione culturale e sociale, attento al patrimonio tradizionale quanto ai nuovi linguaggi, un polo produttivo unico che intende anche collocarsi positivamente nel più ampio mercato del turismo e del tempo libero.

Con un nome, Trianon, che evocava i fasti della corte del re Sole a Versailles, il teatro fu inaugurato l’8 novembre 1911, da Vincenzo Scarpetta con la commedia Miseria e Nobiltà, che lo vedeva, in tale occasione, al debutto nel ruolo paterno di don Felice Sciosciammocca.

Oggi il Trianon offre una ricca offerta, dopo un difficile passato prossimo, che aveva anche visto il teatro più volte all’asta, grazie a un risanamento amministrativo, che ha visto, proprio in questi giorni, l’approvazione del bilancio di esercizio consuntivo del 2020, con un saldo positivo per il secondo anno consecutivo.

Marisa Laurito presenta la stagione 202172022

A tutto teatro è il titolo della nuova stagione teatrale del Trianon Viviani

Il cartellone della stagione in corso non vede solo l’allestimento di concerti e spettacoli di teatro musicale, con la rilevante presenza della compagnia Stabile della Canzone napoletana nel musical Adagio Napoletano diretto da Bruno Garofalo: dopo l’anteprima, con la produzione di due atti unici per il progetto Viviani per strada diretto da Nello Mascia, nella programmazione di Marisa Laurito ci sono anche spazî dedicati ad approfondimenti sul repertorio melodico partenopeo, con le “Conferenze cantate”, il ciclo di seminarî-concerto con Mariano BellopedeFrancesca ColapietroMauro Gioia e Pasquale Scialò, e con l’appuntamento mattutino di Scetate sul sito istituzionale e su Rai Radio Live, il buongiorno musicale con l’Archivio storico della Canzone napoletana della Rai, presentato da Gino Aveta.

Ancòra si segnala la programmazione di Tnt – Terræ motus Neapolitan talent, finestra aperta sull’emersione dei nuovi talenti esplosivi e il progetto il Teatro delle Persone curato da Davide Iodice, che vede, tra gli altri, la partecipazione di Marina Rippa, con laboratorî di arte e inclusione sociale.

Un’attenzione particolare è volta anche a nuove forme di fruizione, rese possibili dall’adozione di nuove tecnologie informatiche e audiovisive: dopo il successo della Stanza delle Meraviglie, spazio di realtà immersiva, prossimamente sarà inaugurata la Stanza della Memoria, un luogo pubblico di accesso al patrimonio della Canzone napoletana e delle culture musicali della regione, realizzato nell’àmbito dell’Ecosistema digitale Cultura Campania – progetto ArCCa, promosso dalla Regione Campania e attuato da Scabec.

Ettore De Mura, con la sua Enciclopedia della canzone napoletana, ci introduce nella storia del teatro:

Sin dal gennaio successivo all’inaugurazione [il Trianon] diede vita a spettacoli di varietà, nei quali programmi, figuravano spesso oltre a cantanti di primo piano, addirittura tre, ed anche quattro, vedette per volta. In una sola sera, il pubblico si godeva, oltre ai numeri, che s’affollavano abitualmente nel manifesto, PasquarielloDonnarummaGillFulvia Musette e, a distanza di qualche settimana, MaldaceaTecla ScaranoDiego GianniniGina De Chamery. Prima con l’impresa di Amodio Salsi, che era anche il proprietario del teatro, e poi con quella di Giuseppe De Simone e Gennaro De Falco, il Trianon registrò un’attività ricca di avvenimenti artistici e di soddisfazioni finanziarie. […] Non pochi attori, e non pochi cantanti, si forgiarono sul suo palcoscenico, raggiungendo persistente notorietà. E non pochi attori e cantanti conclusero qui la loro meravigliosa carriera artistica, come i già citati Armando Gill ed Elvira Donnarumma.

Nella sua ricca storia di oltre un secolo, il Trianon ha dato vita a programmazioni molto variegate – mettendo in scena opere, operette, drammi, commedie e varietà –, ospitando tutti i principali artisti della scena teatrale e musicale partenopea del Novecento, da Totò a Mario Merola, che debutta proprio al Trianon vincendo un concorso di voci nuove nel 1959. La presenza delle maggiori famiglie teatrali, dai De Filippo ai Viviani, dai Fumo ai Maggio, fa di questo teatro un riferimento dell’arte attoriale di tradizione.

Negli anni ‘30, con la compagnia residente di Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, il teatro ha anche una sua caratterizzazione particolare come palcoscenico d’elezione per la “canzone sceneggiata”, o più semplicemente “sceneggiata”, il genere di teatro musicale che ha successivamente una ripresa revivalistica negli anni ‘70.

In epoca fascista il teatro cambia nome in “Trionfale”, in ossequio all’autarchia linguistica imposta dal regime. Nel 1940 Gustavo Cuccurullo lo acquista per trasformarlo poi, nel 1947, nella sala cinematografica “Splendore”, cogliendo il crescente interesse popolare per la settima arte, il cui successo viene, giusto due anni dopo, conclamato dal film Catene di Raffaello Matarazzo, trasposizione sulla pellicola della sceneggiata Lacreme napulitane.

Divenuta negli anni ’90 un cinema a luci rosse, la sala è riportata all’antica funzione teatrale da un altro Gustavo Cuccurullo, pronipote del precedente. La ristrutturazione è firmata dall’architetto Massimo Esposito, che recupera anche alla fruizione collettiva la testimonianza magnogreca ospitata all’interno, ribattezzata emblematicamente la “torre della Sirena” per ricordare il mito fondativo di Parthenope e del fascino del suo canto.

Il nuovo Trianon è inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella «riscrittura melodrammatica» e regia di Roberto De Simone.

Con la consulenza artistica di Peppe Vessicchio, nel 2003 il teatro produce, tra l’altro, un nuovo allestimento de La Cantata dei Pastori diretta e interpretata da Peppe Barra, con lo scenografo Lele Luzzati che firma uno dei suoi ultimi lavori. La produzione si aggiudica il premio Eti – gli Olimpici del teatro come “migliore commedia musicale” (2004).

Nell’aprile del 2006, il Trianon diventa a intera partecipazione pubblica ed è dedicato al commediografo e attore Raffaele Viviani. Alla direzione artistica è chiamato Nino D’Angelo, poi Giorgio Verdelli e, successivamente, di nuovo D’Angelo.

Dopo un travagliato periodo di difficoltà economico-finanziarie che ha visto il fermo produttivo per due anni e mezzo e il teatro sull’orlo del fallimento e della vendita all’asta, il Trianon Viviani ritorna a operare, retto dalla fondazione omonima posta sotto la direzione e il coordinamento della Regione Campania, che detiene una partecipazione dell’80,40%; l’altro socio fondatore è la Città metropolitana di Napoli, con una quota del 19,60%. Presidente della fondazione è Giovanni Pinto.

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