un caffè a teatro

Raiz canta Sergio Bruni. Si l’ammore è ‘o cuntrario d’ ‘a morte

Con “Raiz canta Sergio Bruni”, il cantante che debuttò con gli Almamegretta rende omaggio alla ”Voce ‘e Napule”, a venti anni dalla scomparsa dell’autore della canzone Carmela.

Spiega l’artista:

È un concerto accorato, tra narrazione e suono , dedicato alla musica scritta e interpretata da Sergio Bruni, nell’anno del ventennale della sua scomparsa: sono anni che accarezzavo questa idea, che oltre è anche un omaggio alla mia storia familiare.

Raiz canta Sergio Bruni

Prosegue Raiz:

Non mi addentrerò nell’annosa diatriba tra Bruniani e Muroliani: amo l’opera di Roberto Murolo, come potrebbe essere il contrario? Eppure Sergio Bruni mi muove un battito di cuore in più: il fraseggio, l’accento, la sua non so quanto consapevole organicità alla canzone mediterranea tutta me lo fa sentire parente: io, che ho sempre cercato di allargare gli orizzonti del Golfo, sciacquando i miei panni nel Mediterraneo sud-orientale, sento il bisogno oggi di tornare all’origine attraversando il suo repertorio da autore. Peccato che non ci sono più mia madre e mia nonna, che più di tutti avrebbero amato sentirmi cantare le sue canzoni: spero che vogliano, da dove sono, benedire il mio rispettoso e timoroso tributo a uno dei maggiori artisti del secolo scorso.

Accompagnano Raiz i Radicanto, cioè Giuseppe De Trizio e Adolfo La Volpe (liuti), Francesco De Palma (percussioni), Giovanni Chiapparino (fisarmonica) e Giorgio Vendola (contrabbasso). La produzione è di Arealive.

Prima del concerto, alle 19, sempre al Trianon Viviani, Raiz presenterà al pubblico il nuovo album “Si l’ammore è ‘o cuntrario d’ ‘a morte”, una personale raccolta di alcuni brani più significativi di Sergio Bruni, come Carmela e Palcoscenico.

Musicanti il musical con le canzoni di Pino Daniele in scena al Teatro Cilea di Napoli

Dopo il primo tour che ha riscosso tanto successo nei teatri italiani torna Musicanti, il musical realizzato con le canzoni più belle di Pino Daniele.

Loriginale opera, una favola ricca di emozioni con uno straordinario cast e una formidabile live band, riprende il tour da Napoli il 14 febbraio, data già sold out insieme a quella del 15 febbraio.

Il Musical è programmato per sei appuntamenti e andrà in scena al Teatro Cilea al Vomero fino al 19 febbraio.

Musicanti il musical con le canzoni di Pino Daniele

Con una scenografia rinnovata, e ancora più spettacolare, Musicanti porta sul palcoscenico uno spettacolo teatrale unico nel suo genere con grandi interpreti, coreografie dimpatto e i componenti originali della band storica di Pino Daniele. Un patrimonio inestimabile di canzoni e poesia attorno al quale prende vita una scena grandiosa tra tinte forti e sfumature con personaggi che restano nel cuore.

Il nuovo spettacolo è ancora più emozionante del precedente dove il pubblico verrà emotivamente coinvolto dalle canzoni che hanno fatto sognare ed innamorare intere generazioni e fans del Lazzaro Felice.
La storia originale è stata scritta, e cucita con cura attorno alle canzoni del bluesman napoletano, da Alessandra Della Guardia e Urbano Lione e prodotta da Sergio De Angelis con la direzione artistica di Fabio Massimo Colasanti, a lungo collaboratore di Pino Daniele e presente in numerose produzioni italiane e internazionali di prestigio.
Le canzoni di Pino Daniele come nuovi racconti dellanima.
Pino Daniele ha saputo restituire le molteplici identità di una città difficile, densa di culture e ricca di contraddizioni. In Musicanti le vicende dei personaggi sintrecciano con le canzoni che hanno emozionato migliaia di persone.

Un rispettoso omaggio e la celebrazione di un artista immenso, affinché la sua musica e la sua straordinaria forza poetica continuino ad essere conosciute e apprezzate.

Le canzone del musical sono suonate da una band incredibile, che suonerà rigorosamente dal vivo, formata da Alfredo Golino alla Batteria, Elisabetta Serio al Piano, Simone Salza al Sax, Fabio Massimo Colasanti alle Chitarre e Roberto DAquino al Basso. Lo straordinario cast degli attori è formato da Leandro Amato, Rita Corrado, Alessandro D’auria, Enzo Garramone, Maria Letizia Gorga, Urbano  Lione, Ciro Salatino, Noemi Smorra,  Francesco Viglietti.
Nel biennio 2018/2019 la tournée di Musicanti ha effettuato numerose rappresentazioni in giro per lItalia, riscuotendo un grande successo di pubblico, di stampa e di critica. Infatti dopo il prossimo debutto napoletano lo spettacolo continuerà la sua tournée nei principali teatri italiani.

San Valentino con i Foja in concerto al Teatro Bellini

A sei mesi dall’ultimo concerto nella loro città i Foja tornano ad esibirsi dal vivo e l’appuntamento nel prestigioso Teatro Bellini è già sold out.
Il gruppo capitanato da Dario Sansone ha il privilegio di aver suonato nelle location più esclusive di Napoli: Teatro San Carlo, Arena Flegrea, Castel Sant’Elmo, Museo di Capodimonte, Palazzo Reale ed ora in uno dei massimi teatri della Campania.
L’appuntamento di martedì 14 febbraio, inizio ore 21, è un occasione importantissima per più motivi: con la chiusura del tour invernale iniziato con la pubblicazione dell’ultimo album “Miracoli e Rivoluzioni” termina l’avventura musicale dello storico chitarrista Ennio Frongillo che saluterà i compagni d’avventura e il pubblico che lo ha sempre sostenuto. Inoltre il concerto cade in un giorno speciale che coincide con il fortissimo amore che i Foja hanno per la propria città e per i fans storici che da anni oramai supportano la band. Sarà una serata piena d’amore sotto ogni punto di vista.
 
Com’è nello stile del gruppo non potevano mancare ospiti d’eccezione che si avvicenderanno sul palco per suonare, cantare, danzare e recitare. Al fianco del quintetto formato da Dario Sansone (voce), Ennio Frongillo (chitarra), Luigi Scialdone (chitarre e mandolino), Giuliano Falcone (basso) e Giovanni Schiattarella (batteria) troveremo la grande attrice Isa Danieli, protagonista dell’ultimo video “Santa Lucia”, che farà un’esibizione “inedita”; Francesco Di Bella frontman dei 24 Grana, Lorenzo Hengeller (pianista cantautore), Michele Signore (violinista della Nuova Compagnia di Canto Popolare), Caterina Bianco (violinista e tastierista di Fanali e Passione Tour) e Viola Russo della compagnia di danza aerea FUNA.
 
Altra sorpresa per gli ottocento fortunati possessori del biglietto è la mostra curata dalla Scuola Italiana di Comix, da sempre legata alla band. Nel foyer del teatro verranno esposte dodici tavole con illustrazioni animate realizzate dagli allievi della scuola e dedicate alle singole canzoni contenute nell’ultimo disco.

Dichiara Dario Sansone:
Non vediamo l’ora di poter chiudere il tour nazionale che ci ha riempito l’anima d’affetto nella nostra amata Napoli, ci aspetta una serata d’amore intenso, piena di ospiti e di emozioni.
Su di un palco pregno di storia e poesia come quello del Teatro Bellini, di fronte al nostro meraviglioso pubblico avremo l’opportunitá di salutare degnamente il nostro storico chitarrista Ennio rendendogli merito con una grande festa. Questo evento chiuderá solo una parte del tour di “Miracoli e Rivoluzioni” in attesa dei concerti estivi che ci vedranno portare in giro le nostre canzoni con una nuova line-up.
 
Questo concerto dei Foja sarà un lungo excursus nel variegato e variopinto repertorio passato e presente con una particolare attenzione all’ultimo lavoro discografico dal quale sono stati estratti cinque singoli con altrettanti video. L’ultimo, in ordine di tempo, è la splendida “Santa Lucia”, pubblicato lo scorso 22 novembre 2022 con il featuring di Clementino e la straordinaria partecipazione di Isa Danieli.
Senza dubbio gli esponenti del nuovo sound della tradizione folk napoletana i Foja sono affermati in Italia e all’estero ed hanno realizzato quattro album in studio, partecipato a diverse colonne sonore di lungometraggi di animazione. Sono stati candidati al David di Donatello e ai Nastri d’Argento come migliore canzone originale, e collaborato con artisti internazionali come Pauline Croze, La Pegatina, Shaun Ferguson, Weslie, Black Noyze, Alejandro Romero.
In tutto quello che fanno ci mettono l’anima. Ogni disco è un viaggio in una cultura ricchissima, visionaria e meticcia, elementi di ricchezza e crescita artistica, oltre che umana.

Nuovo appuntamento del ciclo di conferenze cantate di Mauro Gioia

Al Trianon Vivianidomenica 12 febbraio, alle 18:30, il nuovo appuntamento del ciclo di conferenze cantate di Mauro Gioia.

Tra materiali d’archivio, incisioni rare che tornano in vita grazie all’ascolto dal vivo di 78 giri storici e brani iconici, il conferenziere-cantante, al secolo Maurizio Dittura, ha intrapreso un percorso musicale di analisi della Canzone e dei suoi protagonisti a partire da un focus su Napoli e la sua produzione.

Mauro Gioia

Il tema di questa seconda puntata è “Cantanti alfa: la Canzone napoletana tra senso di colpa, femminicidio e mammismo”.

Tra le due guerre era comune ascoltare canzoni napoletane nelle quali un uomo supplica un giudice di rilasciarlo perché considera giusto aver ucciso la sua donna; o un altro confessare «l’ho sfregiata ma le voglio ancora bene». E accanto alla violenza c’è l’amore folle per la mamma. La realtà cantata in quegli anni è, purtroppo, ancora quotidianamente alla ribalta delle cronache e racconta la costruzione della mascolinità tossica.

La serata è divisa in due parti: una prima dedicata al maschio “alfa” e la canzone, curata da Antonio Pascale, e una seconda al maschio tossico e la canzone, scritta da Giuditta Borelli, per comporre una visione maschile e una femminile di un tema drammatico, molto presente nelle canzoni napoletane, forse affrontato per la prima volta.

Mauro Gioia è accompagnato da Giuseppe Burgarella (piano), Paolo Sessa (tastiere) e Carlo Fimiani (chitarra). Gli arrangiamenti sono di Gigi De Rienzo. Il visual di Giovanni Ambrosio. La produzione è di Giano bifronte.

Daniele Sepe omaggia Totò

Al Trianon Vivianisabato 28 gennaio, alle 21, Daniele Sepe sarà in concerto con “Sepè le Mokò”, il suo speciale omaggio musicale a Totò e agli autori dei suoi film.

Lo spettacolo di Daniele Sepe dedicato a Totò

Spiega Sepe:

Le avventure dadaïste di Totò e i suoi comprimari, come Peppino De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Taranto e Aldo Fabrizi, sono talmente intense e veloci che il più delle volte prestiamo poco orecchio a quello che avviene al di sotto, alle strepitose partiture che sottolineano la comicità tragicomica delle sceneggiature, e così perdiamo di vista un elemento prezioso: compositori della levatura di Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi, Carlo Rustichelli, Alessandro Cicognini e Piero Umiliani avevano una possente preparazione jazzistica alle loro spalle.

Prosegue il musicista:

Quello che meraviglia, ascoltando la sola colonna sonora, è la qualità degli interventi degli interpreti che si susseguono negli assolo, perché molta musica è puro e semplice be bop, spesso declinato nella sua variante west coast, ed è sorprendente riconoscere figure del calibro di Chet Baker o Gerry Mulligan dialogare con i personaggi dei film.

Ad accompagnare il sax di Daniele Sepe, Mario Nappi (piano e tastiere), Aldo Capasso (contrabbasso e basso elettrico), Paolo Forlini (batteria), Antonello Iannotta (percussioni), Alessandro Tedesco (trombone) e Federico Luongo (chitarra).

Appuntamento con Sepè le Mokò al Trianon Viviani il 28 gennaio alle 21:00.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta al San Ferdinando

Il segreto del talento è una piccola opera di teatro musicale concepita con Valeria Parrella è un colpo grosso, nel senso proprio del genere di noir così in voga nel cinema degli anni ’50: il cosiddetto caper movie.

Della serie: Topkapi, I soliti ignoti e La banda degli onesti, per intenderci.
Qui in teatro siamo dalle parti del Teatro d’Arte, più precisamente dell’opera buffa, anche se per voci naturali (le cosiddette voci gravi).
Le due interpreti sono infatti due attrici importanti del nostro teatro di prosa: Teresa Saponangelo ed Elisabetta Valgoi.

Il segreto del talento di Valeria Parrella e Paolo Coletta
Melina e La Dernier, ladre improvvisate per necessità, sono due donne in crisi, due artiste, sorprese nel loro disperato tentativo di uscire dal cono d’ombra in cui sono piombate. Ci fanno sorridere, e intanto continuano a rimandare il loro personale appuntamento con il destino: sembrano ignorare che questa inattesa «commedia di rapine», offra loro l’occasione per ritrovare la luce.

Le parole di Valeria qui hanno la forma di battute di un copione, meglio: di un libretto. Spesso in metro, qualche volta in rima. Hanno la musica dentro. Andava solo tirata fuori e trasformata in contrappunto, in ricami consonanti e non, in ritardi e note di volta. E soprattutto – tra arie, recitativi, cavatine e cabalette che sembrano rap – in voce che canta.
Il segreto del talento, essendo tecnicamente a metà tra un’opera buffa e un songspiel, rappresenta una improbabile e luccicante invasione di campo.

Nell’Italia teatrale di oggi si canta all’Opera, nel musical alla Grease, in qualche Brecht che si allestisce ogni tanto qua e là, e in varie forme di happening dal Teatro Canzone al concerto spettacolo. Ma per assistere a teatro, con occhi e orecchie, a un canto che diventi azione drammatica, la sfida è quella del rabdomante. Nel teatro di prosa, la parola cantata è l’allarme, il babau, il grande ospite inatteso, per lo più sopportato.

Paolo Coletta spiega così Il segreto del talento:

Tuttavia, inseguendo la ruvidezza di un Teatro popolare, a favore di un’idea che funzionasse, ostinatamente a caccia di divertimento e di risate senza vergognarsene, questa singolare e luccicante eccezione si è concretizzata e non c’è stato alcun tentennamento.
Non rimaneva che chiudere un bagaglio leggero e partire.

Prima di salire sulla navicella che ci avrebbe portato a esplorare quel posto assurdo dove la gente si ostina a parlare cantando, io e Valeria ci siamo giusto promessi che questo viaggio l’avremmo fatto fianco a fianco, senza lasciarci mai, e che, una volta arrivati a destinazione, qualora avessimo incontrato – che so – Cimarosa, Piccinni, Mozart e Rossini, o chissà chi altri di questa sterminata famiglia europea e d’oltreoceano, da Petrolini a Maldacea, da Cole Porter a Bernstein e Sondheim, o magari Rascel, Garinei e Giovannini, per non dire Modugno, Gaber e Pasolini: insomma chiunque avesse accettato di rivolgersi a noi, ne avremmo ascoltato i consigli e, senza fare troppe domande, avremmo ringraziato di cuore e avremmo fatto un inchino sorridendo sinceri.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Venerdì 27 gennaio, alle 21, al Trianon Viviani sarà di scena “Terroni. La vera storia dell’unità d’Italia”, lo spettacolo sulla questione meridionale che Roberto D’Alessandro ha tratto dal libro omonimo di Pino Aprile.

D’Alessandro, calabrese di Montalto Uffugo, cresciuto artisticamente a Roma alla scuola di Gigi Proietti, propone con Aprile una controstoria dell’Unità d’Italia.

Trianon Viviani, Roberto D’Alessandro rilegge l’unità d’Italia

Spiega l’autore, attore e regista:

L’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse: l’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perché in parte è veritiero, ma il punto è capire che questa distanza, ormai oggettivamente abissale, trova origine in una “malaunità”.

Rifuggendo da un approccio didascalico, il mio spettacolo racconta con il sorriso e la leggerezza una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud, per cui la questione meridionale, a oltre 160 anni dall’Unità, rimane chiaramente un problema insoluto solo perché non lo si è voluto risolvere.

Ad accompagnare la narrazione, un coro di canzoni popolari e di musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo, eseguite da Mariano Perrella. Con D’Alessandro in scena, Isabella AlfanoGiuseppe Coppola e Federico Pappalardo. L’allestimento scenico è di Clara Surro, i costumi di Salvatore Argenio e Annamaria PisapiaPaolo Orlandelli è il regista assistente. La produzione è di Obiettivo Roma.

Sempre venerdì 27 gennaio, prima dello spettacolo, alle 19, ci sarà una presentazione della recente riedizione aggiornata del bestseller di Aprile uscito nel 2010: intitolato “Il nuovo Terroni”, per i tipi della libreria Pienogiorno, il volume è il frutto di una revisione del testo e dei documenti analizzati e integra altri tre capitoli alla stesura originaria. Il libro sarà presentato dall’Autore con Eugenio Bennato e Roberto D’Alessandro. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

La grande étoile Eleonora Abbagnato al Teatro Gesualdo di Avellino

Eleonora Abbagnato è una delle figure femminili più iconiche e travolgenti del teatro di William Shakespeare. Immortalata nei secoli da pittori, musicisti, scrittori, registi e coreografi. E la sua stella brillerà sul palcoscenico del Teatro “Gesualdo” di Avellino nella straordinaria interpretazione di una grande étoile dei nostri tempi.

Domenica 22 gennaio, alle ore 21, ad Avellino arriva Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già prima ballerina dell’Opéra di Parigi che sarà la splendida “Giulietta” nello spettacolo curato da Daniele Cipriani in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniranno per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo e inusuale della più celebre veronese di tutti i tempi.

Dopo la prima assoluta della scorsa estate al Teatro Romano di Verona e al Nervi Music Ballet Festival, Eleonora Abbagnato arriva ad Avellino dopo un tour straordinario che ha toccato i più importanti teatri del Belpaese, dal Giglio di Lucca al Regio di Parma, dal Verdi di Gorizia al Teatro Antico di Taormina.

Nello spettacolo curato da Daniele Cipriano ascolteremo non la celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia shakespeariana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa insieme ai ballerini.

Firmata da Sasha Riva e Simone Repele, freschi del successo delle coreografie per Mass di Bernstein, andata in scena in prima italiana alle Terme di Caracalla, Giulietta sarà danzata da Eleonora Abbagnato sull’ouverture-fantasia di Ciaikovsky in cui una bionda bambina assorta in sogni romantici ad occhi aperti rappresenta una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale, specchiandosi, vede riflessa l’immagine della donna innamorata che diventerà.

Le due figure femminili si assomigliano tanto, dopotutto la Giulietta la donna è Eleonora Abbagnato, mentre la Giulietta bimba è Julia Balzaretti, figlia 11enne della étoile. Romeo sarà interpretato da Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.

Eleonora Abbagnato

Approfondimenti sul balletto

Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre uno strano angelo custode (Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta. Al contempo eterea e sensuale, impalpabile e volitiva, dal fascino senza tempo, Eleonora Abbagnato, rappresenta (piuttosto che un personaggio) “l’idea” di Giulietta quale simbolo dell’amore: amore tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso; amore tra adolescenti (come nella tragedia di Shakespeare), ma anche tra persone di età diverse.

È appunto a questo tipo di rapporto amoroso che è dedicata la coreografia di grande intensità, firmata da Uwe Scholz, geniale coreografo tedesco scomparso prematuramente all’inizio del secolo, che apre la serata: Eleonora Abbagnato e Michele Satriano interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Nel romanzo di Stendhal, nonché nel balletto-capolavoro di Scholz, viene descritta la passione, tinta da mille sfumature anche contrastanti, tra il seminarista Julien Sorel e la sua matura amante Madame de Rênal; la musica è tratta, non a caso, dalla “symphonie dramatique” Roméo et Juliette di Hector Berlioz.

Se il filo conduttore è chiaramente l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ‘60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Peace & Rainbow Love sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard BernsteinWest Side Story, celeberrimo musical con coreografie di Robbins, poi film nel 1961 (recentemente rivisitato da Steven Spielberg) trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, invece, non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca, piuttosto, l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag”: Mattia Tortora (Compagnia Daniele Cipriani), Simone Agrò, Michele Consoli, Bryan Ramirez, Michele Satriano, (Teatro dell’Opera di Roma); Rebecca Bianchi (Teatro dell’Opera di Roma).

Stand Up Comedy con Gennaro Scarpato al Teatro Sancarluccio

Terzo appuntamento targato Full Heads Comedy che insieme allo storico Teatro Sancarluccio propone una serie di appuntamenti comici con una rassegna intitolata i “Giovedì Stand Up Comedy”.

Dopo i successi di pubblico derivati dagli spettacoli di Francesco Arienzo e Carmine del Grosso questa è la volta di Gennaro Scarpato, talentuoso autore e attore classe ’94.

Scarpato è senza dubbio uno dei migliori talenti comici di Napoli capace di evolversi nel tempo affinando dapprima la scrittura autoriale e a seguire l’effetto comico che si esprime grazie alla qualità attoriale supportata da un linguaggio moderno e ricco di metafore sopraffini dall’intuizione sopra la media.

Salito alla ribalta nazionale grazie al trio i MalinComici debutta giovanissimo come attore comico in vari programmi televisivi (Colorado Cafè, Made in Sud). A partire dal 2016 ha intrapreso un percorso teatrale e cinematografico, soprattutto nelle vesti di autore, collaborando con Alessandro Siani, Francesco Cicchella, Pasquale Palma alla stesura di molteplici testi. Debutta al cinema come regista dirigendo il terzo episodio del film San Valentino Stories, di cui è anche sceneggiatore, prodotto da Run Film e Rai Cinema.

Giovedì 26 gennaio (inizio ore 21 ingresso euro 12 al botteghino dalle ore 20 in poi) torna ad esibirsi nella sua città con lo spettacolo “Soli solitudini soliloqui” un rocambolesco monologo che l’attore alla sua maniera riassume così:

In un medioevo distopico il dottor Carlo Lemai è il primo caso al mondo di culturite cronica. L’uomo supera il limite di intelletto consentito dall’organismo umano ed è costretto a vivere in uno stato di catalessi, a testa in giù. Intanto degli uomini in miniatura vengono mantenuti intenzionalmente nani tramite potatura e riduzione dei neuroni: i nonsai.

L’orizzonte è diventato il metro di misura degli esseri umani in un mondo in cui nemmeno più il bianco e il nero riescono a trovare un compromesso. Niente più albe. Niente più tramonti. La luce e le tenebre coesistono. Questo sarebbe stato un gran bel spettacolo. Lo so. E invece in Soli solitudini soliloqui accade tutt’altro. E niente. Sarà per la prossima volta.

Il programma dei prossimi appuntamenti targati Full Heads Comedy prevede:

10/02/23 Vincenzo Comunale al Teatro Nuovo
23/02/23 Fabian Grutt al Teatro Sancarluccio

Gennaro Scarpato

Gennaro Scarpato: chi è?

Gennaro Scarpato (Napoli, 1994) con le sue invenzioni linguistiche e verbali e la sua letteratura surrealista e visionaria è tra gli autori comici più innovativi della sua generazione. Inizia a muovere i primi passi sul palcoscenico da bambino iscrivendosi al laboratorio pratico di teatro del teatro Totò di Napoli.

Nel 2008 viene selezionato dal programma di Rai1 “Festa italiana” dove si esibisce per qualche puntata nella rubrica “Giovani talenti.” Nello stesso anno forma con Oreste e Mirko Ciccariello il trio comico più giovane d’Italia: i Malincomici. Il loro debutto avviene al Tunnel cabaret di Napoli. Nel 2009 debuttano in televisione su Comedy Central col programma, al tempo agli albori, Made in Sud. Nel 2011 approdano a Colorado Cafè su Italia1 con la parodia di Harry Potter.

Due anni dopo con l’approdo di Made in Sud su Rai2 tornano alla trasmissione che li ha lanciati proponendo, dopo Harry Potter, parodie sempre nuovi e attuali fino alla parodia dei tre tenori de il Volo. Sono ospiti del concerto de il Volo nella splendida cornice di piazza Plebiscito nell’estate del 2015 e nell’inverno dello stesso anno tornano loro ospiti all’arena di Verona in uno show in onda su Rai1 condotto da Carlo Conti. A Marzo 2016 è co- protagonista del film campione d’incassi Vita, cuore, battito del duo comico gli Arteteca.

Nel concludersi del 2016 decide di mettere in pausa la parentesi col cabaret per intraprendere un percorso teatrale e cinematografico da solo diventando autore per  Alessandro Siani e Francesco Cicchella, regista e attore in spettacoli teatrali con Oreste Ciccariello e al cinema con Gigi e Ross e gli Arteteca.

Collabora con Federico Salvatore e per Guida Editori pubblica l’opera omnia dei suoi testi “Trilogia del niente e delle secondissime cose.”  Di recente è tornato al cabaret esibendosi a teatro e televisione in duo con il comico Pasquale Palma.

I Virtuosi di san Martino in Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto

I Virtuosi di san Martino in “Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto” in scena al Trianon Viviani.

Nel nome di Ciccio” è l’omaggio a Nino Taranto e il mondo dell’avanspettacolo dei Virtuosi di san Martino.

Con un titolo che richiama Ciccio Formaggio, la macchietta più famosa dell’attore originario di Forcella, l’ensemble ripropone il grande patrimonio canoro e macchiettistico del caffè-concerto e del varietà, segnato da maestri indiscussi come Nicola Maldacea, Peppino Villani, Gennaro Pasquariello e, appunto, Nino Taranto. Si parte da ritmi ruffiani e rocamboleschi: surreali calembours di casa nostra. Ed ecco che, in una galleria di tipi talmente improbabili – si chiamano Carlo Mazza, Quagliarulo, Agata e Luana, figlia di cubana –, la rima inanella una sorte e il doppio senso che, impietoso, è costantemente in agguato, suggerito e mai detto.

I Virtuosi di san Martino 

I Virtuosi di san Martino si tuffano in questo universo, facendo affiorare, echi, schegge, memorie e citazioni, in un ammiccante mosaico di incastri che fagocita Schönberg e il liscio, la rumba e Stravinskij, Weill e Rossini, Eduardo e Carmelo Bene, con una comicità, al tempo stesso, sofisticata e popolare.

La drammaturgia è firmata da Roberto Del Gaudio, le elaborazioni musicali sono a cura di Federico Odling, per la regia degli stessi Virtuosi. La produzione è di Diaghilev.

I Virtuosi sono Roberto Del Gaudio (voce), Federico Odling (violoncello), Vittorio Ricciardi (flauto), Antonio Gambardella (violino) e Vito Palazzo (chitarra). Questo ensemble da camera, fondato a Napoli nel 1994 dal genovese Odling e dal cantattore Del Gaudio, propone l’eleganza sobria del quintetto in dolcevita nero con la contraddizione di strali verbali e clichés sonori, scagliati con studiata leggerezza e con impassibile disincanto.

Con le loro originali partiture drammaturgiche, i Virtuosi sono artefici di un teatro musicale intriso di dissacrante ironia e di raffinata ricerca culturale che, in una sorta di grande “blob“ originale , trita, maciulla, impasta e frulla, gli ultimi residui di arte e civiltà.

I Virtuosi di san Martino in Nel nome di Ciccio Omaggio a Nino Taranto vi aspettano venerdì 20, sabato 21 gennaio, ore 21:00 al Trianon  Viviani.

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