Un diario di viaggio emotivo della protagonista, scandito in 19 storie, per raccontare la dissoluzione di una famiglia e
nello stesso tempo di un paese, l’ex Jugoslavia.
La macchina da scrivere, protagonista del primo racconto, è una delle poche reliquie rimaste a testimoniare che sua madre, seppur morta prematuramente, è esistita davvero.
Mia madre era una dattilografa. In un’epoca che ora dicono non avere più alcun valore. In una vita breve che è durata ventidue anni. È morta un lontano venerdì, il 20 agosto del 1982.
Io avevo due anni.
Dentro di me non esiste il ricordo di mia madre, lei è soltanto il racconto sacro della genesi e del rifugio ancestrale.
Ora sulla scena sono rimasti solo il padre alcolizzato e fragile, e i nonni, che si portano appresso Dio e Tito, e una Sarajevo bucolica e misteriosa. Ma i nonni invecchiano e si consumano, proprio mentre il paese in cui lei è nata si dissolve.
La guerra è raccontata con gli occhi di una ragazzina di quattordici anni, nell’impossibilità di trovare un limite ben definito tra il bene e il male, di tracciare una linea netta tra le parti, poiché l’autrice stessa è figlia di un matrimonio misto, un’anomalia in un mondo improvvisamente ossessionato dalle questioni d’identità. E la pace, quando arriva, è un’inquilina imbrogliona e inadempiente nella vita dell’autrice che pulsa di giovinezza e curiosità, mentre le figure per lei importanti si spengono una alla volta, lasciandola in balia di un’arte sempre difficile da apprendere, l’arte di perdere. È una caduta a corpo libero: perdere le persone, le case, i luoghi e infine ritrovarsi sul fondo, disorientata, sola e spezzata in un ospedale psichiatrico.
La risalita è un percorso a ostacoli fra punti di riferimento letterari dove la scoperta dell’amore per una ragazza concreta è un faro, ma anche un terremoto. Tuttavia l’amore sa essere anche un ponte gettato sull’abisso, un dito che passa sulla cicatrice che non sanguina più, una risata che risuona sulla lapide e libera di tutte le lacrime non piante.
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Nuovo appuntamento con Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda
Ritorna un nuovo appuntamento di Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. questa volta verrà introdotto e spiegato il XIII Canto dell’Inferno che ha come protagonista Pier delle Vigne.
La lettura e il commento del Canto dantesco verranno introdotti dalla leggenda del diavolo messo in fuga da un monaco. Per poter facilitare la fruizione e la comprensione verranno proiettati i testi e le opere d’arte.
L’appuntamento con Dante per tutti è previsto per il 14 ottobre alle ore 20:00, il costo del biglietto è di 5.00 euro ed è obbligatoria la prenotazione contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.
Canto XIII Pier delle Vigne: breve introduzione della serata al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda
Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio dell’Inferno dove sono puniti i violenti, coloro che furono violenti con se stessi, togliendosi la vita. Il luogo in cui si trovano Dante e Virgilio non ha sentieri e la natura è arida, come l’animo di chi vive questi luoghi. Le piante sono scure e senza frutti perché ci troviamo in un posto il cui la vita non è contemplata. Sui rami delle piante ci sono spine avvelenate dove fanno il nido le arpie, creature mostruose che hanno il viso umano e il corpo di un uccello e il loro suono è un sinistro lamento.
Non era ancor di là Nesso arrivato,
quando noi ci mettemmo per un bosco
che da neun sentiero era segnato.
Non fronda verde, ma di color fosco;
non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;
non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.
…
Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno,
che cacciar de le Strofade i Troiani
con tristo annunzio di futuro danno.
Ali hanno late, e colli e visi umani,
pié con artigli, e pennuto ‘l gran ventre;
e fanno lamenti in su li alberi strani.
Dante si accosta a Pier della Vigne per più di una ragione: non solo perché la molla segreta che spinse Pier delle Vigne al suicidio appariva a Dante un fatto su cui bisogna indagare ma anche, e soprattutto, per le affinità esistenti fra i due poeti. Entrambi si sono formati alla stessa scuola e tutti e due sono intellettuali politicamente impegnati e entrambi hanno subìto una condanna.
Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti prenotando al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.
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Le preziose creazioni di Ivan Barbato: ogni gioiello è unico e racconta una storia diversa
Le preziose creazioni Ivan Barbato dedicate al Mediterraneo trasmettono la solarità e la fantasia di antiche civiltà madri della nostra cultura, ricercando costantemente l’equilibrio tra natura e materia.
Pezzi d’autore di alta gioielleria che evocano storie millenarie, un viaggio nel tempo tra mitologia e leggenda, tra mare e terra nei quali conchiglie, perle e animali marini e miti sono sapientemente uniti in un connubio inedito dall’artista.
Come se il mare aprisse il suo enorme scrigno facendone fuoriuscire tesori sconosciuti che, grazie alla maestria di Ivan Barbato, artigiano orafo lombardo tra i più apprezzati nello scenario del gioiello contemporaneo, diventano piccole opere d’arte da indossare. Il suo è un estro innato nel saper modellare metalli e incastonare pietre nel segno della creatività e della sperimentazione.
Ogni singolo gioiello è un pezzo unico che racconta una storia diversa, un dialogo continuo tra l’artista e la materia, una scultura in miniatura.
Ivan Barbato ama misurarsi con forme della natura, non pure, non lineari, trasformandole in gioielli inimitabili, non replicabili perché in natura non c’è niente di identico all’altro.
In perfetta armonia di colori e forme, il gioiello contemporaneo di Ivan Barbato regala emozioni infinite. Possederne uno e indossarlo è fascino indelebile ed eleganza senza tempo.
Lo scrigno dei tesori di Ivan Barbato è il suo a Atelier di Cardano al Campo, poco distante dall’Aeroporto di Malpensa, luogo magico dove si possono vedere da vicino le sue creazioni. Spesso Ivan Barbato partecipa a mostre e contest. A tal proposito c’è grande attesa per il prossimo evento: la personale “Sulle orme della materia” che si terrà a Roma tra il 5 e il 7 maggio.
Il prezioso risultato del lavoro di Ivan Barbato è un dialogo costante con la materia che gli è valso nell’ottobre 2022 il primo premio del contest “Incinque Jewels” sul tema del Grand Tour alla Roma Jewelry Week con il gioiello “Sulle orme del tempo”, unione inedita di materiali e tecniche che hanno origine in diversi luoghi ed epoche storiche. Ivan Barbato taglierà il nastro della sua personale “Sulle orme della Materia” alla Galleria Incinque Open Art Monti con la curatrice Monica Cecchini in occasione del vernissage del 5 maggio alle ore 18:00 intrattenendosi con i visitatori presenti.
La mostra organizzata dall’Associazione Culturale Incinque Open Art Monti come premio per la vittoria alla RJW 2022, proseguirà fino a domenica 7 maggio. Pezzi unici di alta gioielleria ispirati al mare, alle civiltà e ai miti del bacino del Mediterraneo saranno accanto anche alla sua nuova serie di gioielli dedicata al tema della Vita.
Lo scrigno dei tesori di Ivan Barbato
Ivan Barbato: La Venere in conchiglia
Un dolce viso di donna a immagine e somiglianza di Venere affianca una conchiglia madreperlacea dalle tonalità oscure. Un sottile bordino in oro giallo, ornato da piccoli diamanti, segue un tratto della preziosa spilla dell’artigiano orafo Ivan Barbato, per poi proseguire sul retro del gioiello a creare un guscio di particolare pregio e raffinatezza.
La minuziosa lavorazione artigianale è soprattutto rivolta in questa parte del gioiello: la lastra in oro è rifinita con una paziente incisione a bulino, ricreando uno stile che ricorda i tessuti damascati.
Si tratta di un pezzo unico che, grazie alla sua insolita silhouette, esalta la bellezza della dama in turchese, lasciata libera da visibili incastonature e ancorata alla struttura tramite un meticoloso meccanismo di tenuta, quasi fosse sospesa nel vuoto. Come se nascesse dal mare. Descrizione tecnica: spilla in oro giallo 750/1000 con volto di dama in turchese inciso a mano, conchiglia e diamanti brown. Oro g. 48. Pezzo unico e prezzo su richiesta.
Ivan Barbato: Nel cuore del mare
Questo gioiello in oro bianco dell’artigiano orafo Ivan Barbato unisce materiali di origine diversa, altro esempio di fusione tra mare e terra. Una conchiglia rosa e una perla nera di Tahiti sono incastonati in una raffinata montatura del nobile metallo, impreziosita da piccoli diamanti blu. Nasce dall’idea di una perla unica che viene abbracciata dalla conchiglia, il quale la omaggia, esaltandone la sua preziosità e naturale bellezza.
Il rosa della conchiglia caraibica, la perla nera della Polinesia: espressioni naturali di un gioiello che nasce dal mare. La montatura in oro segue una linea sinuosa come un’onda armonica che avvolge la conchiglia, i diamanti blu creano dei punti luce di quel colore intenso che evoca anch’esso l’ambiente talassico.
Un pezzo unico strettamente legato a quel mare che il tempo non potrà mai scalfire. Descrizione tecnica: ciondolo in oro bianco 750/1000 con conchiglia, perla Tahiti e brillanti blu. Oro g. 17. Diamanti ct. 0,32. Pezzo unico e prezzo su richiesta.
Ivan Barbato: Il cuore della natura
Il gioiello è un omaggio alla natura, nelle sue forme, tra i suoi elementi… Un giovane folletto in oro giallo suona un’antica tuba, immerso in un cuore di turchese azzurro che crea il ponte tra l’elemento acqua e l’elemento terra. Egli stesso ha sembianze ibride che nella parte inferiore ricordano una creatura marina per poi culminare con un suo grazioso copricapo che collega a una parte una terrena.
L’ azzurro intenso del minerale evoca il mare ma è poi ben marcato il riferimento ai fiori sul retro. Il pendente ha infatti un duplice aspetto che ne permette di essere indossato su entrambi i lati, come a voler deliziare chi lo possiede di poter avere due gioielli in uno. Mentre da una parte è visibile il folletto in oro giallo che suona, quasi cullato da un’onda marina, dall’altra vi è un insieme di fiori delicatamente incisi in bassorilievo sul minerale stesso.
Alternati a questi spiccano delle foglioline in oro che derivano da un piccolo ramo che si trasforma via via nel copricapo del folletto sull’altro lato del gioiello. Il piccolo corpo ibrido unisce simbolicamente due elementi dominanti della natura, il tutto racchiuso nella forma di un cuore, così come il cuore simboleggia l’unione e l’amore tra due persone… Ciondolo double face in oro giallo 750/1000 con cuore in turchese. Oro grammi 10. Pezzo unico. Prezzo su richiesta.
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Danza Classica e Contemporanea all’Avellino Summer Fest 2021
Sarà la Scuola di Danza Esmeralda di Guendalina Manzi a dar vita allo spettacolo “Suite Danzante” che si terrà domani mercoledì 25 (ore 21.00) e venerdì 27 agosto (ore 20.00) e domenica 12 settembre.
Il Piazzale dell’Eliseo farà da palcoscenico alle coreografie delle maestre Guendalina Manzi, Direttrice Artistica della prestigiosa accademia di danza avellinese, e Valeria Lanzara.
Uno spettacolo che unisce danza classica e contemporanea attraverso nuove coreografie eseguite su brani immortali del repertorio musicale internazionale.
A dare forma alla “Suite Danzante” dell’Esmeralda, ballerini professionisti che vantano prestigiose formazioni accademiche e che da tempo collaborano con la scuola che ha sede negli ambienti del Country Sport di Avellino.
Mario Genovese, Ludovica Amoroso e Salia Chiusano, con la loro grazia e preparazione, allieteranno il pubblico presente presso la struttura del centro cittadino per un evento serale di fine estate che fa sognare e regala bellezza.
Il programma prevede:
- Needing Answers (coreografia Valeria Lanzara; danza Salia Chiusano)
- Aria sulla IV corda, di J.S.Bach (coreografia Valeria Lanzara; danzano Ludovica Amoroso e Mario Genovese)
- Por una cabeza, di C.Gardel (coreografia Valeria Lanzara; danzano Salia Chiusano e Mario Genovese)
- Salut d’amour, E. Elgar (coreografia Guendalina Manzi; danzano Ludovica Amoroso e Mario Genovese)
- Il Postino, di L.Bacalov (coreografia Guendalina Manzi; danza Ludovica Amoroso)
La scuola di danza Esmeralda, da oltre dieci anni riferimento per Avellino e provincia nella formazione di ballerine e ballerini di ogni età, vanta prestigiose collaborazioni con maestri esterni di fama internazionale e numerosi riconoscimenti ottenuti. E i suoi tre appuntamenti contenuti nel cartellone della rassegna vogliono dare il via a una nuova stagione all’insegna dell’arte e della bellezza.
Con l’Avellino Summer Fest, organizzato dall’amministrazione comunale e fortemente voluto anche con l’obiettivo di ridare vita a spazi e strutture cittadine, la cultura si diffonde in ogni sua derivazione: dalla musica alla lettura, dal teatro al cinema, dalla fotografia agli eventi per bambini, dall’arte alla danza, appunto.
Una ribalta dell’ultimo mese estivo mirata a promuovere i talenti locali e a ridare spazio a socializzazione e spettacoli dall’elevato spessore artistico.
Nel rispetto delle norme anti-Covid, l’accesso agli spettacoli è consentito esclusivamente tramite prenotazione (al numero 0825 1930524 dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30).
Ogni partecipante dovrà essere munito di Green Pass e rispettare le regole sul distanziamento sociale.
5 comments on Chiamatemi Esteban di Lejla Kalamujić
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