Dagli ultimi tamponi naso-faringei effettuati in Irpinia, 908, sono risultati positivi al Covid-19 nuovi 46 casi.
I risultati pervenuti dall’ASL di Avellino sono i seguenti:
- 3 residenti nel comune di Andretta
- 3 residenti nel comune di Arian0 Irpino
- 3 residenti nel comune di Atripalda
- 3 residenti nel comune di Avella
- 2 residenti nel comune di Avellino
- 1 residente nel comune di Baiano
- 1 residente nel comune di Capriglia Irpina
- 1 residente nel comune di Cassano Irpino
- 1 residente nel comune di Cesinali
- 1 residente nel comune di Contrada
- 1 residente nel comune di Mercogliano
- 1 residente nel comune di Monteforte Irpino
- 13 residenti nel comune di Montoro
- 1 residente nel comune di Morra De Sanctis
- 1 residente nel comune di Quadrelle
- 1 residente nel comune di San Potito Ultra
- 2 residenti nel comune di Santa Lucia di Serino
- 1 residente nel comune di Santa Paolina
- 4 residenti nel comune di Solofra
- 1 residente nel comune di Vallata
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Zia Lidia Social Club: riprendono gli appuntamenti sul grande schermo
Si riparte con gli appuntamenti Zia Lidia Social Club che riprende con le proiezioni sul grande schermo al Cinema Partenio di Avellino e al Cinema Carmen di Mirabella Eclano.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Michela Mancusi, presidente di Zia Lidia Social Club, per scoprire non solo i prossimi appuntamenti previsti per questa stagione 2021 ma, soprattutto, per capire come sia cambiata la prospettiva del cinema post pandemia, sia da un punto di vista di produzione che di fruizione.
Nomadland, vincitore di 3 Premi Oscar, ci ha fatto riflettere su come sia cambiato lo spazio intimo di ciascuno che tende a dare maggiore importanza alla propria introspezione e al proprio spazio individuale.
Per Michela Mancusi:
Nomadland è un film che è piaciuto perché ci conte di aprire altri spazi, non confinati nelle nostre abitazioni. Inoltre la pellicola parla di quel nomadismo interiore oltre a quello itinerante in cui ci conduce la protagonista, che decide di abbandonare la propria casa per dedicarsi alla strada per vivere la vita come se fosse un viaggio e, soprattutto, lontana da quegli schemi che sembrano apparentemente imposti.
Il messaggio importante della pellicola è appunto quello di ridisegnare gli spazi, ridisegnare il futuro in base agli spazi. Una prospettiva interessante dopo la crisi che abbiamo vissuto durante la pandemia.
Dopo questo periodo è cambiato anche il modo di vivere gli spazi, come il cinema, che prima davamo per scontati e che ora riviverli, a distanza di quasi un anno, sembra un privilegio. La fruizione sicuramente è cambiata, post pandemia, lasciando qualche traccia.
Zia Lidia Social Club sarà testimone militante di questo cambiamento perché l’obiettivo dell’associazione è quello di tenere vivo il desiderio dell’incontro face to face che appartiene al cinema e al suo senso intrinseco di aggregazione.
Dopo Oro Verde, proiettato la scorsa domenica al Partenio, ci attende un nuovo incontro con Woody Allen al Cinema Carmen di Mirabella Eclano che, dopo tanto tempo, riapre le sue porte al pubblico.
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Malamore: la personale di Valentina Del Gaudio sul femminicidio
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Questa data non è stata scelta a caso ma per ricordare l’assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto appunto il 25 novembre del 1960.
Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, vissute durante gli anni della dittatura trujillista, tra le più dure dell’America Latina, decisero di impegnarsi nella lotta contro l’oppressione, prendendo parte al Movimento 14 di giugno, sotto la direzione di Manolo Travares Justo, all’interno del quale Minerva e Maria Teresa Mirabal si facevano chiamare con il nome in codice Mariposas (farfalle).
Questo gruppo politico clandestino si diffuse molto rapidamente e venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo, che perseguitò tutti i membri. Le sorelle Mirabal e i rispettivi coniugi furonno arrestati ma le donne vennero liberate alcuni mesi dopo, a differenza dei mariti che restarono in prigione.
Il 25 novembre del 1960 mentre le sorelle Mirabal, accompagnate dall’autista Rufino de la Cruz stavano andando a fare visita ai loro mariti nella città di Puerto Plata, vennero bloccate e furono condotte in una piantagione di canna da zucchero dove furono uccise a bastonate. I loro corpi senza vita furono rimessi nel veicolo su cui stavano viaggiando che venne fatto precipitare da un dirupo, per simulare un incidente.
Per commemorare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Valentina Del Gaudio ha esposto la sua personale dedicata al femminicidio. La mostra dell’artista resterà esposta per una settimana al Castello D’Aquino di Grottaminarda.
Malamore è il nome che Valentina Del Gaudio ha scelto per la sua mostra perché è l’amore malsano, incentrato sulla violenza fisica, verbale e psicologica, che ogni anno conduce molte donne alla morte.
La personale è molto toccante perché i quadri di Valentina Del Gaudio non si esprimono attraverso simbologie e tratti pittorici da interpretare; le figure rappresentate vengono messe a nudo nella loro sofferenza, solitudine e fragilità. Questi sono tutti stati d’animo e condizioni psicologiche che accompagnano le donne vittime di violenza prima di arrivare all’epilogo: la loro morte.
Prima di entrare nel cuore pulsante di Malamore, lo spettatore si trova all’interno di una installazione in cui vengono mostrati i significati di quelle azioni che appartengono all’amore violento da cui non può nascere nulla di positivo.
Valentina Del Gaudio pone l’attenzione non solo sulle vittime del femminicidio ma cerca di sensibilizzare anche le figure familiari che, molto spesso, si rendono conto della situazione in cui la vittima si trova e reagiscono con l’omertà, anch’essa una forma di violenza silenziosa che non aiuta a superare il problema e ad evitare la morte.
Le donne vittime di violenza vivono una situazione delicata: si sentono sole, abbandonate e, molto spesso, non si rendono conto della gravità del problema che stanno vivendo, che le condurrà alla morte. Dunque è anche compito dei familiari e degli amici cercare, per come si può, di essere un sostegno e di non lasciare che le donne vittime di violenza vivano nella loro paura e nella solitudine.
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Dente vi aspetta al Dum Dum Republic
La grande musica dal vivo esplode al Dum Dum Republic di Paestum, che si prepara ad un nuovo, straordinario concerto al tramonto, quando il cielo colorato di rosso dal sole che crolla a mare trasforma la playa in uno spettacolo straordinario.
Un’atmosfera suggestiva, che farà da scenografia naturale al concerto di uno dei più apprezzati cantautori italiani della scena alternativa, Dente, che farà tappa al Dum Dum Republic il prossimo 25 luglio alle ore 19 con il suo tour Fuori di me, che prende il nome dal suo ultimo singolo, pubblicato lo scorso giugno.
Scrive lo stesso Dente sui suoi profili social anticipando il tour:
Da solo ma FUORI DI ME. Inediti, cover, musicassette, grandi classici, acidi, basi, poesie, elettricità, acustichezza, loop, colori, figure geometriche, canzoni a tempo determinato, panini, bibite, cubi, pois, tasti bianchi, tasti neri e una cosa che ancora non si può dire Fuori di me è una canzone che gioca con la verità e la finzione, si destreggia tra l’istinto e la ragione, si interroga sulla vita e la morte e poi si butta sul divano.
In questi concerti in “solo”, Dente si alternerà al pianoforte e alle chitarre con canzoni dal suo repertorio classico ma anche cover, inediti e canzoni mai eseguite dal vivo. Basi registrate su cassetta, loop, campioni e voci registrate. Suoni elettrici, digitali e acustici andranno ad arricchire il ventaglio delle sonorità. Oltre a questa scaletta inedita il live sarà arricchito da una scenografia disegnata e costruita appositamente per il concerto.
Con più di dieci anni di carriera alle spalle, Dente ha conquistato un pubblico sempre più affezionato riuscendo a imponendo il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati, come dimostra anche nel sul ultimo singolo.
Un artista completamente rivoluzionato, come dimostra l’ultimo album dal titolo omonimo “Dente”, pubblicato nel 2020.
Un “ricominciare da se stessi”, tra autoanalisi e pop contemporaneo, per la prima volta senza chitarra acustica. Un Dente tutto nuovo, ma riconoscibile, con l’imposizione di una direzione diversa, aggiungendo inedite coloriture alla propria musica. Un’impronta innovativa, lasciata la chitarra acustica per dedicarsi a quella elettrica, al pianoforte e alle possibilità offerte dalle strumentazioni digitali. Quasi “un esercizio di scrittura costante in una sorta di seduta di autoanalisi condotta con meticolosa attenzione”, come racconta lo stesso Dente alla stampa specialistica. Una scrittura diretta e, in primo piano, per la prima volta, il pianoforte, tra il più moderno cantautorato pop italiano, arrivando in profondità con semplicità e delicatezza, raccontando fragilità e paure, ricordi e quel futuro “che possiamo solo immaginare”.
Ha collaborato con numerosissimi artisti del panorama italiano come Perturbazione, Arisa, Marco Mengoni, Le Luci della centrale Elettrica, Manuel Agnelli, Coez, Brunori s.a.s., Enrico Ruggeri e Selton per citarne solo alcuni.
Dente: carriera artistica
Dente, pseudonimo di Giuseppe Peveri (Fidenza, classe 1976), inizia la sua carriera come chitarrista fino al 2006, quando decide di intraprendere una carriera da solista, esordendo con il disco “Anice in bocca”. A questo primo lavoro seguono “Non c’è due senza te” (2007), “L’amore non è bello” (2009), vincitore del Premio Italiano della Musica Indipendente per il miglior album, “Io tra di noi” (2011) e “Almanacco del giorno prima” (2014). Nel 2020 ritorna sulle scene con “Dente”, album omonimo che segna per l’artista una maturazione musicale e un cambio di sonorità rispetto al passato.
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