Covid-19 si studia per un vaccino jolly contro future pandemie

Il Covid-19 è arrivato senza preavviso ed è stato in grado di far restare spiazzati tutti nell’ambito degli addetti al settore medico e sanitario. Ciò in molti infettivologi e medici ha fatto e fa ipotizzare, per un futuro non imminente, l’arrivo di altre pandemie. Un’ipotesi questa da tenere presente.

Partendo da questo presupposto, si sta pensando ad un vaccino jolly che potrebbe essere efficace non solo contro SarsCoV2 ma anche contro altri virus che potrebbero passare dagli animali all’essere umano.

Questo nuovo studio prevede l’uso di nanoparticelle a mosaico che, una volta iniettate nell’organismo, si mostrano al sistema immunitario come pezzi di proteine che appartengono a otto diversi coronavirus. Ciò produce anticorpi ad ampio spettro, sui topi, che sono capaci di attaccare e riconoscere SarsCoV2 e altri virus simili anche se non sono presenti nel vaccino.

Questa ricerca in essere è sviluppata da alcuni ricercatori del California Institute of Technology.

Un istituto di ricerca sta studiando un vaccino capace di affrontare future pandemie

Verso un vaccino che potrebbe aiutare ad affrontare future pandemie

Vaccino jolly: come funziona?

La nanoparticella a mosaico si presenta otticamente  come una gabbia che contiene 60 proteine identiche tra loro, ciascuna delle quali agisce come un velcro, una sorta di etichetta che lo identifica. Su ciascuna etichetta sono attaccati frammenti delle proteine di Spike che appartengono ad otto coronavirus che sono presenti nel mondo animale, in particolare tra pipistrelli e pangolini.

Iniettate nei topi le nanoparticelle a mosaico, attraverso una sola somministrazione, hanno addestrato il sistema immunitario a riconoscere i tratti distintivi che accomunano i vari virus. Da ciò il loro organismo ha prodotto anticorpi capaci di attaccare non solo SarsCoV2 ma anche altre tipologie di virus emergenti che potrebbero causare una nuova pandemia.

Ciò che deve essere ancora appurato su questa tipologia di immunizzazione, riguarda l’insorgenza di altri sintomi o patologie.

Gli studi stanno procedendo per comprendere meglio tutti i rischi che potrebbero scaturire, prima di provare a testarlo sugli esseri umani. Sicuramente questo studio non avrà il potere, qualora risultasse efficace, di rimpiazzare o sostituire i vaccini ma rappresenterebbe uno strumento in più per affrontare future pandemie.

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