Dopo la lettere scritta da Neil Young a Donald Trump, in cui il cantautore americano palesa il suo disprezzo, mai nascosto, nei confronti dell’uomo. Il presidente USA, durante un comizio elettorale, si sofferma su considerazioni infelici sul Premio Oscar Parasite e su Brad Pitt.
Donald Trump sul film pluripremiato agli Oscar si esprime, rivendicando film come Via col vento e definendo Brad Pitt un saputello, di cui non è stato mai un grande ammiratore.
Il presidente USA evidentemente non ha gradito le considerazioni fatte dall’attore, durante la premiazione degli Oscar, in cui prima dei ringraziamenti ufficiali Brad Pitt aveva mostrato il suo disappunto, criticando l’assoluzione del Presidente durante il processo al Senato.

Donald Trump
Per quanto riguarda Parasite Donald Trump ha commentato così la vittoria del lungometraggio:
Quanto ha fatto male l’Academy Awards quest’anno? È stato giusto? Non lo so. Ridateci i classici dell’epoca d’oro di Hollywood. Possiamo tornare a Via col vento? E invece? Il miglior film viene dalla Corea del Sud. Pensavo fosse il miglior film straniero, e invece no, miglior film! Abbiamo avuto abbastanza problemi con la Corea del Sud per il commercio, e loro l’hanno premiata con il miglio film dell’anno.
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Lidia Yuknavitch sarà in Italia
Lidia Yuknavitch sarà in Italia a ottobre per presentare La cronologia dell’acqua e incontrare i suoi lettori.
Lidia Yuknavitch ha insegnato Scrittura creativa, Letteratura e Studi femminili alla Eastern Oregon University. In italiano sono stati pubblicati i suoi due romanzi Dora (Indiana, 2011) e Il libro di Joan (Einaudi, 2019).
Con La cronologia dell’acqua ha raccolto negli anni un successo di culto, conquistando sempre più lettori e lettrici in molti paesi.L’autrice ci parla così del suo libro:
Voglio raccontare una storia a parte. La verità è che la storia di una donna che fa un figlio è una narrazione inventata da noi. Più precisamente, una donna con la vita che sboccia in grembo rappresenta – anzi, è – la metafora della creazione di una storia.
Una storia con cui tutti possono convivere. La fecondazione, la gestazione, il contenimento, la produzione di un racconto.
Allora lasciatemi dare un consiglio. Qualcosa da usare in rapporto a questa narrazione grandiosa, a questa condizione epica, qualcosa con cui convivere quando sarà il momento.
Raccogliete pietre.
Tutto qui. Ma non pietre qualsiasi. Sei una donna intelligente e quindi cerchi l’inimmaginabile nell’ordinario in posti dove normalmente non andresti da sola – gli argini dei fiumi. Il fitto del bosco. La parte di costa oceanica dove gli sguardi delle persone svaniscono.Guada tutte le acque. Quando trovi un mucchio di pietre, osserva a lungo prima di scegliere, lascia che gli occhi si abituino, usa quello che hai imparato nella lunga attesa per attendere.
Lascia che l’immaginazione trasformi ciò che sai.Lidia Yuknavitch sarà in Italia: le date
7 ottobre ore 19 – MILANO: presso verso libri con Laura Pezzino e Jonathan Bazzi
9 ottobre ore 15.45 – TORINO: Portici Di Carta con Nadeesha Uyangoda presso la Sala Turinetti delle Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo, piazza San Carlo 156
11 ottobre ore 19 – BOLOGNA: Libreria Confraternita dell’Uva, con Alessandra Sarchi
12 ottobre ore 18.30 – FIRENZE: in collaborazione con Todo Modo, presso 25Hours Hotel (sala cinema Paradiso), con Carlotta Vagnoli
14 ottobre ore 19.30 – ROMA: in collaborazione con Libreria Trastevere presso EXP Palazzo Esposizioni, con Nadia Terranova
18 ottobre ore 19 – CAGLIARI: presso Libreria Ubik Cagliari con Francesca Madrigali
Pubblicato il 22-09-2022 -
Quarant’anni dal terremoto dell’Irpinia: lettera aperta di Raffaele Lieto
Raffaele Lieto, segretario generale Cgil Avellino e segretario Cgil Campana scrive una lettera aperta per ricordare il terremoto dell’Irpinia di quarant’anni fa e fare delle considerazioni attuali sulla condizione territoriale di queste zone.
Sono passati 40 anni dal terremoto del 23 novembre 1980: un tempo lungo che ha cambiato la società e gli uomini. Chi era giovane, come me, oggi ha un’età avanzata. In tutto questo tempo sono avvenute tante cose e tante discussioni, spesso inutili e fuorvianti sono state fatte, fino alla noia. Eppure non si è riusciti e non si è nemmeno voluto, mettere dei punti fermi, sulle cose avvenute, sui ritardi, sugli errori, sulle cose positive, sarebbe stato utile e necessario per delineare un futuro, una prospettiva che in qualche modo facesse tesoro di quanto avvenuto, e servisse a costruire un modello credibile di sviluppo, con politiche utili a mantenere e sviluppare quello che c’è, e a innovare l’intero territorio, oltre le poche isole felici. Ho avuto la possibilità, purtroppo di vivere i momenti fondamentali, di quanto accaduto.
Dai primi giorni di soccorso e di aiuto, prima disorganizzati e spontanei o poi via via, diretto e gestito dalle tante organizzazioni e associazioni intervenute, e poi dalle istituzioni. Lo Stato dimostrò tutta l’impreparazione, e le falle, che nel Mezzogiorno avevano caratteristiche ancora più gravi. Lo sforzo di migliaia di volontari e gli aiuti arrivati da ogni luogo non trovavano una realtà pronta ad accoglierli efficientemente. Ho vissuto in prima persona con tanti compagni e volontari irpini e di ogni regione d’Italia, la necessità dopo qualche mese, di salvaguardare ciò che arrivava sotto forma di aiuti, che non si era in grado di utilizzare razionalmente. Le strutture del PCI, della Cgil, ma anche di Cisl e Uil, Alleanza contadini, Confesercenti, Arci, Legacoop e tante altre associazioni locali e territoriali, convogliarono nelle aree del terremoto migliaia di tonnellate di aiuti di ogni tipo.
Ma i troppi tentativi di appropriazione indebita e le inefficienze erano un problema serio, in qualche modo, ridimensionati in parte dai sacrifici di tanti (non tutti) amministratori e cittadini dei comuni colpiti e si allestirono allora luoghi di raccolta e di distribuzione nei comuni che salvaguardarono almeno in gran parte molte risorse. Ciò fu possibile per il sacrificio e l’impegno di centinaia di volontari di ogni regione d’Italia e irpini. Dopo alcuni mesi, solo in seguito a forti richieste e pressioni, riuscimmo a consegnare all’esercito diverse decine di camion di aiuti, che andavano ancora utilizzati.
Questo il periodo dell’emergenza, che dopo decenni non sembra aver lasciato ancora una cultura dell’uso serio della ricchezza frutto di solidarietà. Abbiamo sì una protezione civile efficiente e tante organizzazioni locali di volontariato all’epoca esistenti. Ma ciò non ha ancora prodotto una riflessione compiuta su ciò che è avvenuto dopo nel corso di anni.
L’assenza di tale approfondita consapevolezza non favorisce un’idea collettiva e condivisa dell’azione solidale.
Faccio qualche esempio, uno riguarda, anche noi, le organizzazioni di massa. Si decide di avviare un processo di industrializzazione, delle aree interne di Campania e Basilicata. In provincia di Avellino, per risibile motivi di campanile e di prestigio di qualche barone del tempo si individuarono 8 aree industriali.
In una provincia come la nostra, con problemi di viabilità, trasporti su ferro, e di reti, e di energia si provvide a sbancare milioni di metri cubi di suolo, per finanziare progetti di qualità (pochi) e tanti imbroglioni che ogni mattina, come avviene ancora oggi, si alzano per fiutare l’affare del momento.
Siccome non sembra esserci ancora la serenità per discutere degli errori nella genesi e nella gestione di questi processi, non è ancora il caso di evitare annunci, spot elettorali, propaganda di basso profilo.
E definire invece cosa serve in termini di servizi di reti, di trasporti per utilizzare le strutture create e mai poco utilizzate, per favorire e attrarre nuove e innovative?
Si potrebbe intanto partire dal fatto che una curatela fallimentare non può durare decenni e produrre solo macerie. In Irpinia nelle aree industriali della 219, e nel nucleo storico di Solofra, più tanti altri diffusi nel territorio sono decine le strutture, in degrado per interminabili processi fallimentari. Fu faticoso in particolare per me e la Cgil irpina giungere all’accordo per il contratto di area, peraltro nato non da un’iniziativa delle parti, ma generato da una legge finanziaria dello Stato, che avrebbe voluto favorire l’utilizzazione dei fondi della 219 che poi è avvenuta ma che ha percorso anche tante strade sbagliate. Negli anni il sindacato e la sinistra politica hanno più volte sollevato questi temi ma i processi economici anche quelli truffaldini hanno sempre o quasi vinto.
Quarant’anni dal terremoto dell’Irpinia
L’Irpinia oggi in quali condizioni versa secondo Raffaele Lieto?
Oggi abbiamo realtà vive e importanti, tante inutili cattedrali, tante macerie e tante strutture inutilizzate quando si avvierà seriamente un’idea di sviluppo che fra le altre opportunità utilizzi anche questa?
Ma dobbiamo riconoscere che poi in uno schema che ha visto le organizzazioni sindacali, sollecitare discussioni e denunciare limiti ed errori, esse non sono immuni da errori. Ricorderò per sempre come hanno fatto Cgil, Cisl, Uil e gli altri che sommariamente ho elencato prima, in termini di aiuti. Ricordo centinaia di quadri sindacali, operai e consigli di fabbrica, che per mesi hanno consegnato aiuti di ogni tipo e hanno fisicamente lavorato nei comuni dell’Irpinia, in totale autosufficienza per non pesare sulla tragica situazione organizzativa. Sono stati raccolti miliardi di lire, che in gran parte sono andati a organizzazioni, enti e associazioni oltre che ai Comuni delle aree terremotate.
Una parte delle risorse si decise con una buona intuizione e con una idea innovativa di dedicarli alla costruzione dei centri sociali in molti comuni. Strutture che dovevano servire ad aiutare forme di socializzazione e servizi per i cittadini. In Irpinia la scelta di Comuni, fu anche in questo caso, come per le aree industriali decisa in base a municipalismi e piccoli interessi politici delle organizzazioni risultato: a parte la parziale utilizzazione di alcuni (Avellino, Solofra) il tentativo è miseramente fallito.
Cattedrali nel deserto, che dopo alcuni anni sono stati consegnati ai Comuni che spesso li lasciano deperire, anche per la cronica mancanza di risorse, ma l’obiettivo è andato perduto. Ecco tutti dovremmo avere la capacità di ripartire dai limiti e dagli errori, per parlare non di nostalgiche, lamentazioni su cosa avvenne, ma di cosa servirebbe far avvenire nei prossimi anni, che per tanti motivi si annunciano difficili. Seppure lentamente, alcuni progetti si realizzano. L’Alta capacità Napoli-Bari, con la stazione Hirpina, il completamento di alcuni assi viari, la elettrificazione della Benevento – Avellino – Salerno, forse propedeutica ad un utilizzo vero di questa linea.
Sono alcune cose importanti. ma il progetto complessivo? energia, acqua, sistemi integrati di depurazione, fibra e reti. C’è un luogo dove si rende finalmente possibile, una discussione seria e produttiva? Mi sembra invece che a prevalere è ancora l’antica logica della richiesta di sussidi e fondi per tanti progetti senza però indicare un chiaro disegno di sviluppo.
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Concorso Ripam Campania: attivata pagina Facebook per adesioni al ricorso
Armando Cesaro, capogruppo regionale campano di Forza Italia e l’avvocato Angelo Pisani, dopo l’ennesima rettifica delle graduatorie della prima prova preselettiva per la categoria D del concorso Ripam Campania, lanciano una pagina Facebook per accogliere le adesioni al ricorso, chiedendo l’annullamento delle prove.
Concorso Ripam Campania
Le ragioni che hanno spinto Armando Cesaro sono le seguenti:
Proseguiamo, come preannunciato nei giorni scorsi, una sacrosanta battaglia per la tutela del diritto di tantissimi giovani e meno giovani a partecipare ad un concorso ben organizzato e trasparente.
La decisione di creare la pagina Facebook parte a causa dell’ennesima rettifica delle graduatorie della prima prova preselettiva in cui vengono ancora dichiarati errori e graduatorie da rifare.
In un mese siamo ancora al secondo stravolgimento mentre le date della seconda prova sono già state stabilite per gli inizi di febbraio.
14 comments on Donald Trump preferisce Via col vento rispetto a Parasite ma la platea non gradisce
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