La mostra presenta un’opera originale di Frida, Piden aeroplanos y les dan alas de petate, insieme a 15 riproduzioni di celebri autoritratti realizzati tra il 1926 e il 1949. Tra le opere originali, figurano anche 6 litografie acquerellate di Diego Rivera, per la prima volta esposte al pubblico.
Piden aeroplanos y les dan alas de petate (Chiedono ali e gli danno ali di paglia)
1938, olio su cartone (59x84cm) – Originale. Coll. Privata – Galeria de arte David Bardia – Madrid
Unica opera originale di Frida Kahlo esposta in mostra, questo piccolo gioiello è fortemente simbolico, ispirato da un episodio della sua infanzia. In una lettera, la pittrice così descriveva la genesi della sua opera:
Un giorno, da bambina, desiderai un piccolo modello d’aeroplano. Mi ritrovai con un costume d’angelo, non so per quale sorta d’incantesimo (fu sicuramente un’idea di mia madre… risulta, infatti, più cattolico trasformare un aeroplano in un angelo). Indossai l’ampia veste bianca, probabilmente cucita alla meno peggio dalla mamma e piena di stelline d’oro. Sul retro, grandi ali di paglia intrecciata, simile a quella con cui in Messico e in tutti i Paesi poveri venivano fabbricati tanti giocattoli e oggetti utili. Che felicità! Finalmente avrei potuto volare!
Si tratta di un dipinto attribuito a Frida Kahlo (1938), ripreso dall’originale Niña con Aeroplano, in olio su supporto metallico, che è andato perso e di cui rimane una fotografia in bianco e nero di Lola Álvarez Bravo.
Giocattoli, manufatti di arte popolare ed ex voto sono stati per Frida una grande fonte di ispirazione. Affascinata dal mondo dei bambini e in particolare dai giocattoli, l’artista ammirava bambole, burattini di legno e animali in ceramica, ravvisando in questi oggetti il grande potere visivo da sviluppare in opere di piccole dimensioni.
Litografie acquerellate originali di Diego Rivera
Per la prima volta in assoluto esposte al pubblico grazie alla mostra Il Caos Dentro, le sei litografie acquerellate di Diego Rivera, provenienti da collezioni private messicane, rappresentano una preziosa testimonianza sulla vita e la cultura del suo tempo. Ognuna di esse propone scene quotidiane di figure umili del popolo: un contadino con il tipico sombrero messicano e sandali di cuoio ai piedi, avvolto in un mantello da cui fuoriesce la lama di una falce; una donna dai marcati lineamenti indigeni, vestita con abiti tradizionali dello stato di Oaxaca, che vende i suoi prodotti al mercato; un’altra donna, coperta dal tipico scialle messicano che ne rivela le origini modeste, intenta a vegliare su una tomba circondata da fiori e ceri in occasione del Giorno dei morti; una bambina scalza, anch’essa avvolta nel tipico scialle messicano; una mecapalera con la schiena ricurva, affaticata dal pesante carico destinato al mercato; un mecapalero che porta sul dorso uno stuoino di tessuto vegetale.
Questi ultimi tre acquerelli meritano un’attenzione particolare: si può dire, infatti, che siano stati fonte di ispirazione per molti dei murales di Diego Rivera, che annoverano tra i personaggi, per l’appunto, bambini e mecapaleros (portatori/caricatori di merci).
I dipinti – Le riproduzioni in modlight
A rappresentare il vivido mondo di Frida Kahlo anche 15 tra i suoi più celebri e rappresentativi autoritratti riprodotti con la sofisticata tecnica modlight che restituisce allo spettatore i dettagli della pittura ad olio con un impressionante realismo.
Il modlight, infatti, è una particolare forma di retroilluminazione omogenea in cui ogni dipinto, precedentemente digitalizzato, viene riprodotto su uno speciale film mantenendo inalterate le dimensioni originali. Attraverso questo metodo, si possono apprezzare tutte le caratteristiche principali delle opere dipinte da Frida. Tracce, segni, pennellate e cromie si rivelano con assoluta fedeltà.
Frida era capace di creare una perfetta corrispondenza tra arte ed evoluzione personale che nei numerosi autoritratti trovano la massima espressione. Così la pittrice spiegava la sua scelta:
Dal momento che i miei soggetti sono stati sempre le mie sensazioni, i miei stati mentali e le reazioni profonde che la vita è andata producendo in me, ho di frequente oggettivato tutto questo in immagini di me stessa, che erano la cosa più sincera che io potessi fare per esprimere ciò che sentivo dentro e fuori di me.
A chiudere la sezione dedicata agli autoritratti, il famoso Autoritratto con Bonito (1941, collezione privata USA) qui in una riproduzione digitale animata che affascinerà i visitatori di ogni età.
Gli autoritratti in mostra
Autoritratto con scimmie ‒ 1945, olio su masonite ‒ 55×40 cm
La colonna spezzata ‒ 1944, olio su tela incollato su masonite ‒ 40×30,5 cm
Senza speranza ‒1945, olio su tela incollato su masonite ‒ 28×36 cm
Autoritratto al confine tra Messico e USA ‒ 1932, olio su lamina di metallo ‒ 31×35 cm
Autoritratto con collana ‒ 1933, olio su lamina metallica ‒ 34,5×29,5 cm
Autoritratto con scimmie ‒1943, olio su tela ‒ 81,5×63 cm
Autoritratto con treccia ‒ 1941, olio su tavola ‒ 51×38,5 cm
Autoritratto con i capelli tagliati ‒ 1940, olio su tela ‒ 40×28 cm
Autoritratto come Tehuana ‒ 1943, olio su masonite ‒ 76×61 cm
Autoritratto con collana di spine e colibri ‒ 1940, olio su lamina metallica ‒ 63,5×49,5 cm
Autoritratto con vestito di velluto ‒ 1926, olio su tela ‒ 79,7×59,9 cm
Io e i miei pappagalli ‒ 1941, olio su tela ‒ 82×62,8 cm
Il cervo ferito ‒ 1946, olio su masonite ‒ 22,4×30 cm
Autoritratto con capelli sciolti ‒ 1947, olio su masonite ‒ 61×45 cm
Diego ed io ‒1949, olio su tela ‒ 29,5×22,4 cm
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