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Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted al Teatro Mercadante
Come possono le parole non dette o le intonazioni ambigue provocare malintesi e guastare definitivamente l’amicizia di due vecchi amici?
La commedia Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del novecento, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità.
Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle intonazioni a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati.Pour un oui ou pour un non è quel nulla che può cambiare tutto, quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili.
Franco Branciaroli e Umberto Orsini si ritrovano sulla scena dopo tanti anni per dare vita con la loro abilità al terribile gioco al massacro che la commedia prevede.
A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa.Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarrauted all’ 8 al 13 febbraio al Teatro Mercadante.
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Nasce Bun una linea di sei panini artigianali di Your Well Food, un ghost restaurant di Napoli
Your Well Food è un ghost restaurant di Napoli che prevede esclusivamente la formula delivery, il nuovo trend della cultura culinaria, di cui vi avevamo parlato già qualche tempo fa.
Questa idea imprenditoriale al passo con i tempi nasce dall’incontro di un imprenditore del food&berevage, un cuoco e una nutrizionista che hanno come obiettivo quello di poter rendere fruibile a chiunque un’alimentazione sana, basata sulla stagionalità dei prodotti e delle materie prime.
Inoltre è possibile creare piatti personalizzati, seguendo le indicazioni alimentari fornite dal nutrizionista o dal dietologo che ciascun cliente sta seguendo per poter acquistare piatti con ingredienti specifici che si adeguano a ciascun bisogno alimentare.
Your Well Food nasce con l’idea di promuovere e vendere cibo healthy, è rivolgendosi a chi ama la cucina salutare ma non ha intenzione di rinunciare al gusto.
I piatti realizzati infatti vogliono sdoganare il concetto arcaico di dieta perché si può avere una corretta alimentazione senza necessariamente doversi privare del gusto.
Per questo motivo tra le pietanze presenti nel menu se ne aggiunge una nuova quella della linea Bun, composta da sei panini artigianali integrali preparati con lievito madre.
L’offerta della linea Bun si compone di due panini vegani, 2 panini con carne e 2 a base di pesce tutti hanno lo stesso peso 110 gr.
Bun: i panini vegani creati da Your Well Food
Il primo Bun vegano che vi presentiamo è composto da hamburger di ceci e quinoa, crema di peperoni rossi, ciambotta di verdure e olio alla paprika.
Il secondo Bug vegano è formato da un hamburger di fave e zucchine, julienne di verdure saltate, salsa di soia e semi di zucca.
Bun: i panini artigianali a base di pesce
Il primo Bun a base di pesce è composto da hamburger di salmone, tzatziki, cipolla agrodolce, misticanza e semi di papavero.
Il secondo Bun di Your Well Food a base di pesce è farcito con pesce spada cotto a bassa temperatura, rucola, pomodori secchi, salsa light di noci e glassa di aceto balsamico.
Bun: i panini artigianali integrali con carne
Il primo Bun a base di carne è composto da hamburger di scottona, melanzane arrostite, pomodorini bruciati, anacardi e basilico.
L’ultimo Bun integrale che vi presentiamo è composto da tagliata di pollo giallo, maionese vegana al curry, cavolo rosso marinato e semi di sesamo.
Your Well Food è la dimostrazione tangibile che è possibile mangiare sano anche non rinunciando al gusto e affidandosi alla ristorazione in modo sicuro.
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Un anno di pandemia e la sua guerra silenziosa
Ci ritroviamo oggi esattamente come un anno fa: immobili.
Dopo un anno trascorso tra distanziamento, isolamento, paura di essere contagiati e privati di qualsiasi libertà che non sia stata legata all’attività lavorativa di ciascuno, per chi il lavoro lo ha ancora, non vi è nessun cambiamento tangibile e concreto che possa farci pensare ad un cambiamento dello stato di cose attuali, così come lo era ieri.
Restiamo ancora distanziati, ancora privati della nostra libertà individuale, a volte mi chiedo se, quando passerà tutto perché dovrà passare, ci ricorderemo ancora come si decide autonomamente per ciò che sia meglio per noi e se saremo ancora in grado di farlo con la stessa naturalezza di un tempo, quello pre pandemia.
Riusciremo a tornare alla vita e alle nostre attività che all’improvviso ci sono state tolte? Le nostre priorità e i nostri piaceri sono davvero rimasti immutati dopo tutta questa stasi? I nostri valori sociali, il nostro concetto di benessere psicologico è sempre lo stesso o ha subìto dei cambiamenti?
Tutto procede a rilento: i vaccini, i sussidi, le iniziative per poterci risollevare economicamente e la possibilità di potersi incontrare, per vivere una giornata senza dover pensare al distanziamento, senza avere paura di parlare ad una certa distanza, che prima non era altro che una forma di confidenza e di condivisione ma, soprattutto, senza dover avere costantemente lo scorrere del tempo sotto controllo.
In molti hanno descritto la pandemia e le sue conseguenze come un ritorno alle cose semplici. Un ritorno alla semplicità non è quello di stare chiusi in casa ad impastare pizze o a guardare serie Tv, evitando il resto.
Vivere all’insegna della semplicità significa vivere a cuor leggero, scegliere di trascorrere il proprio tempo con chi si vuole, senza stress. Vivere in modo semplice significa spendere gran parte del proprio tempo lavorando con la certezza che il tempo libero che si ha a disposizione, anche se poco, lo si possa impiegare nel fare qualcosa che ci faccia stare bene davvero e senza compromessi.
Sono ritornati in voga gli sport individuali perché sono gli unici che si possono praticare, per tutelare la nostra salute. Lo sport però è nato come forma aggregativa e sociale. Allo stesso modo sono nate tutte quelle attività culturali e creative che necessitano di collettività, unione, scambio e condivisione.
I nostri sorrisi sono nascosti ancora dietro mascherine che non lasciano trasparire socialità.
Un aspetto, questo, molto importante per il singolo e per la collettività che al momento sembra non interessare nessuno.
Pensiamo per categorie e forse lo abbiamo sempre fatto ma mai per categorie umane. Non c’è ora chi patisce di più e chi meno, non dipende dal tempo che prima abbiamo avuto a disposizione e non dipende soprattutto dall’età biologica di ciascuno.
Non ci sono categorie umane per questa guerra silenziosa se non per avere precedenza per vaccinarsi che, a breve, creerà altre categorie umane per chi potrà decidere di partecipare alla vita perché vaccinato e chi no perché ancora non è arrivato il suo turno.
Questa guerra silenziosa causata dalla pandemia ci tocca tutti allo stesso modo.
4 comments on Gaetano Filangieri incontra i lavoratori della Whirlpool
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