In difesa dell’albero di Francis Hallé, è un ritratto potente di questi esseri discreti e sorprendenti. Così diversi da noi, ma nostri compagni fin dalle origini ed essenziali per la nostra sopravvivenza.
Comparsi sulla Terra 380 milioni di anni fa, gli alberi vengono da molto lontano. L’Homo sapiens ha 200.000 anni e la sua storia si intreccia fin dalle origini, attraverso i Primati arboricoli, a quella di questi fenomenali abitanti del nostro pianeta che di tanto lo hanno preceduto.
Potenzialmente immortali, dotati di incredibili risorse di rigenerazione e resistenza, specializzati in comportamenti sorprendenti e detentori di svariati primati tra le forme di vita, gli alberi sono superorganismi al tempo stesso individuali e collettivi, e basta osservare una foresta per intuire la singolare proliferazione di forme, funzioni e interrelazioni di cui sono capaci.
Negli ultimi quarant’anni le conoscenze sull’albero hanno fatto grandi progressi,
che però, pubblicati in riviste scientifiche per la maggior parte sconosciute al pubblico, sono rimasti accessibili solo agli specialisti. È ora di ammettere che l’albero non è appannaggio esclusivo di nessuno, che merita di essere riconosciuto come patrimonio comune dell’umanità tutta e che il sapere intorno a esso dev’essere
collettivo. Obiettivo principale di quest’opera: rendere note le nuove acquisizioni
scientifiche al grande pubblico. Ma che cosa ci evoca la parola “albero”?
Di fronte a un albero, ognuno di noi vede realtà diverse, ciascuno la propria, in funzione di ciò che noi stessi siamo.Cercherò di evitare qualsiasi antropomorfismo, quella vecchia tendenza che risale
alle origini della letteratura: Esopo, Joachim du Bellay, Jean de La Fontaine, Micheclet, Hugo, Tolstoj, Queneau, Brassens, tutti hanno fatto i ventriloqui per far parlare
gli alberi, prestando loro una forma umana e sentimenti che ci appartengono.
Francis Hallé ne è ammirato e consegna al lettore un ritratto potente della profonda “alterità” – ancora in parte misteriosa – di questi esseri discreti e così diversi dall’uomo, al quale hanno dato tanto ricevendo molto poco in cambio. ù
Compagni nascosti della nostra quotidianità e della nostra storia, indispensabili alla sopravvivenza del pianeta e della nostra specie fra le altre, in questo libro gli alberi riconquistano tutta la loro essenziale centralità – sempre più a rischio – negli equilibri complessi della vita sulla Terra.
Francis Hallé: biografia
Francis Hallé, professore emerito all’Università di Montpellier, è uno tra i più noti botanici contemporanei. Specializzato nell’architettura arborea e nell’ecologia delle foreste pluviali tropicali, è un fervente difensore delle ultime foreste primarie. Tra i suoi libri, ricordiamo Éloge de la plante (Seuil, 1999), Architecture des plantes (jpc, 2004), Aux origines des plantes (Fayard, 2008) e Plaidoyer pour la forêt tropicale (Actes Sud, 2014). In Italia sono stati tradotti Ci vuole un albero per salvare la città (Ponte alle Grazie, 2018) e Atlante di botanica poetica (L’ippocampo, 2019).
In difesa dell’albero ha vinto il Prix Redouté 2006.
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