L’associazione avellinese Apple Pie ha organizzato un incontro online, per parlare e fare il punto sulla comunità LGBTQ.
I temi trattati spazieranno dalle difficoltà alle negazioni dei diritti civili e sociali fino a parlare delle conquiste avute negli ultimi anni.
Oggi, ad esempio, in alcuni ambienti lavorativi come quelli militari, spesso, si ha timore nel dichiarare il proprio orientamento sessuale perché, purtroppo, in molti casi questi sono ambienti chiusi e ancorati ad una visione della società machista.
C’è all’interno di questi luoghi chi si batte con orgoglio e chi soffoca la propria libertà sessuale per paura e non vivendo la propria vita per come vorrebbe.
La comunità LGBTQ ha iniziato a rivendicare i propri diritti nel 1969 a New York e, fortunatamente, da allora le cose stanno cambiando.
Oggi c’è sempre un numero maggiore di forze armate e corpi di polizia che si schierano e proteggono la comunità.
Incontro online sulla comunità LGBTQ: dettagli
Martedì 14 luglio alle ore 20:30 sulla piattaforma Google meet, in collaborazione con Brothers&Sisters, si approfondiranno gli argomenti sopra elencati.
Al dibattito parteciperanno: Antonio Sapienza, Lorella Cipro, Rosa Maria Mogavero e Raffaele Brusca.
L’incontro oltre ad informare ha come finalità quello di sensibilizzare tutti verso queste tematiche perché attraverso la comunicazione si possono superare i limiti e le chiusure culturali che portano alla discriminazione.
Quindi non mancate!
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La famiglia di Giovanni Di Lauro ricorda così la sua scomparsa
Lo scorso 15 agosto è volato in cielo Giovanni Di Lauro, giovane e amatissimo atleta di Grottolella. La famiglia ha voluto così ricordare l’adorato Gio’ e ringraziare tutte le persone che gli sono state accanto.
Per Giovanni
Non si è mai pronti per il dolore.
Non si è mai pronti per la mancanza.
Speri sempre che tutto possa andare nel verso giusto, che si possa continuare a costruire la propria vita giorno per giorno. E si lotta per tutto questo!
Giovanni ha lottato, non si è dato mai per vinto, ha affrontato ogni giorno della malattia con coraggio e determinazione. Il nostro amatissimo Gio’ è e sarà sempre il pezzo pulsante dei nostri cuori.
Per ora non ci incontreremo, Giovanni caro, ma viaggeremo insieme, sempre vicini, su percorsi paralleli, ma dove si intrecceranno ricordi, emozioni, amore. Tu sempre accanto a noi a proteggerci, ora che gli angeli del cielo sono diventati tuoi amici, ai quali stai insegnando a giocare a basket, a tennis, a ping pong, a calcio e a nuotare.
Perché Giovanni vivrà ogni volta che un ragazzo, chiudendo gli occhi, proverà a realizzare un tiro da tre, ogni volta che una volée taglierà il campo, ogni volta che dopo un’azione corale arriverà un cross in area, ogni volta che una pallina di ping pong batterà incessantemente su un tavolo, ogni volta che dopo un tuffo nel mare l’acqua schizzerà e accarezzerà il cielo, ogni volta che dopo una partita di basket, o di calcio, o di qualsiasi altro sport, gli amici si abbracceranno felici non per aver vinto, ma perché hanno giocato insieme.
Le sue virtù umane, le sue doti sportive e i suoi svariati interessi culturali erano un bene comune, un bene di tutti noi.
Gio’, con la sua semplicità, perché Gio’ possedeva questo meraviglioso e rarissimo pregio, ha illuminato le nostre esistenze: di chi lo ama come figlio, come fratello, come nipote, come fidanzato, come amico, ma anche di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, frequentarlo, ammirarlo. Perché Giovanni ci ha insegnato i veri significati di passione, di bontà, di sacrificio, di speranza, di lealtà, di lotta, di amicizia, di sorriso, di sincerità, di affetto, di umiltà.
Grazie Gio’, grazie nostro infinito “Campione” per ciò che ci hai donato, per ciò che ci hai insegnato. E ti diremo “grazie” ogni giorno, fino ad abbracciarci quando ci incontreremo di nuovo.
Noi familiari vogliamo stringere in un abbraccio affettuoso tutte le persone che sono state vicine al nostro Giovanni: la sua splendida fidanzata con la sua cara famiglia, i suoi meravigliosi amici,
i suoi appassionati compagni delle associazioni sportive, chi lo ha assistito e gli ha voluto bene. Un ringraziamento dal profondo del cuore vogliamo che giunga anche al professor Antonio Maria Risitano, direttore dell’Unità Operativa di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino, unitamente alle dottoresse Gabriella Storti e Luana Marano, al personale sanitario e amministrativo del reparto, agli infermieri, agli Oss e a tutti gli operatori. Hanno trattato, curato e difeso Giovanni come se fosse un proprio figlio, un proprio fratello, e questo il nostro Gio’ ce lo diceva ogni giorno.Gio’ caro, Gio’ adorato, il tuo sorriso e il tuo cuore buono ci guideranno sempre.
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Gli spaiati di Ester Viola: la recensione
Gli spaiati (2018) è il secondo romanzo di Ester Viola, pubblicato da Einaudi. Il libro è il sequel de L’amore è eterno finché non risponde (2016). Gli spaiati è un romanzo che, per chi si fosse perso il primo libro, ha senso anche da solo perché nonostante i personaggi principali sono gli stessi per entrambe le opere, ciascun libro racconta un mood sentimentale fine a se stesso.
Ester Viola riesce a descrivere il mondo sentimentale femminile odierno, scandito dai social e da quella voglia d’interpretare il minimo dettaglio ovunque e sempre, anche quando non c’è.
Gli spaiati conduce il lettore nella vita sentimentale di Olivia Marni, avvocatessa divorzista, cinica nel valutare le questioni sentimentali dei suoi clienti ma quando deve fare i conti con la proria, di vita sentimentale, sprofonda in un baratro denso di ipocondria sentimentale.
Per definire questa sensazione interiore, prendiamo in prestito le parole di Olivia Marni:
Per me la felicità è sempre stata una cosa a orologeria. Una specie di pericolo, dove gli altri vedono l’ordinaria amministrazione dell’esistenza. Le persone hanno relazioni, io ho l’organizzazione della difesa. Quando sono felice sprofondo. Per me felice è solo un avvertimento, sempre l’anteprima di qualcosa. Della catastrofe, è chiaro. Perciò faccio quello che mi riesce meglio, sospettare delusioni in agguato. E mi preparo per la guerra, non so nemmeno bene contro chi. Insomma, non mi entrano questi vestiti felici.
Olivia Marni: come l’abbiamo lasciata ne L’amore è eterno finché non risponde
Olivia Marni dopo tante vicissitudini sentimentali fatte di illusioni, storie sospese e con cui faticava a mettere un punto, scopre di essere innamorata di Luca Ardenghi, il suo capo.
Forse i grandi amori arrivano per sfinimento. Io ho sprecato quindici anni della mia vita a struggermi per qualcuno che non telefonava. Quindici anni buttati alle ortiche. Mi sono serviti per stancarmi di tutto. È stato allora che è arrivato Luca, e tutto il resto. O meglio, Luca c’era già, ma non in quel senso. Era il mio capo da qualche anno ormai. Comunque, tutto il resto è quel lungo sentiero delle Relazioni Adulte e Funzionanti su cui trovi stabilità. E la stabilità è quel minuto che passa tra la felicità e la domanda: “Tutto qui?”
Ne L’amore è eterno finché non risponde abbiamo lasciato Olivia e Luca con la voglia d’iniziare una relazione che, in fin dei conti, tanto semplice non è: Luca ha moglie e figli. Olivia sa bene che il divorzio serve a definire situazioni patrimoniali, gestione dei figli e rabbia di uno dei due ex coniugi e che lei, in qualche modo, ne subirà le conseguenze.
Olivia Marni ne Gli spaiati.
Luca ha divorziato dalla moglie e quando uno dei due coniugi vede andare il proprio matrimonio in pezzi, nella maggior parte dei casi, le soluzioni sono due: vendicarsi e far soffrire il maggior numero di persone possibili che gravitano intorno alla vita del lasciato e a quella del lasciante o vendicarsi di tutti indistintamente, cambiando totalmente vita.
Carla, la ex moglie di Luca ha optato per la seconda opzione, decidendo di trasferirsi a Milano con i figli per cambiare vita e lavoro.
Ovviamente questa scelta ha toccato anche la riorganizzazione della vita di Olivia che da Napoli si è trasferita con Luca a Milano.
Olivia è felice? Si sente in coppia o una spaiata? Si può essere spaiati anche in coppia?
Lei risponderebbe così:
I felici sono quelli che non si ricordano neanche la data del matrimonio. Gli spaiati sono quelli che in coppia sanno i giorni di immeritata felicità pure senza ricordarsi di contarli.
La vita di Olivia procede normalmente anche se deve ancora abituarsi al clima di Milano, le manca Napoli e quei punti fermi, amici compresi, che ancora non riesce a trovare nella nuova città.
Per quanto riguarda la storia con Luca, loro, sono una coppia che procede come le altre, sono riusciti a trovare dei compromessi e lei ancora non è parte attiva nella vita dei figli del compagno e non sembra preoccuparsene. La vita di Luca è scandita da turni e da tempi che non le appartengono.
Le relazioni con i separati sono un matrimonio al contrario: il nuovo partner subisce l’ordine della vecchia famiglia, deve adattarsi ai tempi degli altri, ai malumori di semisconosciuti. La famiglia di un altro invade la tua esistenza: è come avere una stanza nuova, ma nella loro casa. Un divorzio è solo un amore passato che ha trovato un modo legale di non passare mai. Questo lo capisci quando sei l’altra, la nuova compagna.
Ester Viola descrive uno scorcio di vita vissuta, oggi, da molti: le nuove relazioni all’interno di famiglie allargate, in cui il nuovo arrivato si ritrova a fare i conti con problemi che hanno un peso diverso dai classici e più noti in un rapporto a due. Non si tratta di fare i conti soltanto con le classiche insicurezze e dubbi che nascono in qualsiasi rapporto di coppia ma si tratta di entrare in uno scenario composto da più personaggi che devono intrecciarsi tra loro, cercando di raggiungere un equilibrio che si sintonizza, ogni giorno, su frequenze diverse.
Gli spaiati affronta anche il tema dell’ipocondria sentimentale che, in fondo, appartiene un pò a tutti. Viviamo costantemente avvolti nelle nostre insicurezze, abbiamo paura delle relazioni a lungo termine perché, in fondo, lo sappiamo tutti che la felicità è un attimo e che le coppie perfette non esistono.
Come direbbe Olivia:
So che volevo passare da “disperata” a “felice con qualcuno” e non da “disperata” a “persona con famiglia di un altro a carico”. Ma forse dietro ogni grande amore trovi solo grandissimi “nonostante tutto”. Ogni matrimonio, ogni coppia, in fondo è solo una separazione disinnescata.
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Visionnaire22: narrazioni tra cinema documentario e teatro
Dopo gli eventi del 25 e 28 agosto (la masterclass con il M° Aurelio Canonici dal titolo “Ennio Morricone: una lezione in musica” e la proiezione del docu-film Ennio del regista Giuseppe Tornatore) continua – fino al 18 settembre – Visionnaire22, la rassegna dell’audiovisivo che giunge alla seconda edizione nata dalla sinergia tra il Museo FRaC-Baronissi(Fondo Regionale d’Arte Contemporanea) diretto da Massimo Bignardi, e l’associazione Tutti Suonati, con il patrocinio e il contributo del Comune di Baronissi. La direzione artistica è di Andrea Avagliano, la consulenza cinematografica di Massimiliano Palmese.
I prossimi due appuntamenti sono un focus su Fabrizio De Andrè e la rinomata scuola cantautorale genovese:
Giovedì 1° settembre dalle ore 19:00 (ingresso libero) ci sarà in esclusiva regionale la proiezione del docu-film “DeAndrè #DeAndrè Storia di un impiegato” già presentato alla 78° Mostra Internazionale denl Cinema di Venezia. Ospite della serata la regista Roberta Lena che dialogherà con la giornalista Erminia Pellecchia. A seguire il concerto dei Litteitaly duo che faranno un omaggio a Farizio De Andrè.
L’opera ripercorre il concerto di Cristiano, il figlio di Faber, che ha portato sul palco il concept album del padre riarrangiato. Un tour, quello di Cristiano, della durata di due anni che ha omaggiato Fabrizio De André con le sue stesse note. Cristiano è uno dei volti, insieme a quelli di Dori Ghezzi e Filippo De André, a raccontare Faber, scavando nella memoria alla ricerca dei ricordi con questo uomo divenuto una leggenda della musica italiana.
Si approfondisce De André non solo come cantautore, ma anche come padre addentrandosi nella sua sfera più privata, e vengono raccontate anche vicende note, ma dalla versione del figlio e da una prospettiva più familiare.Cristiano ricorda i giorni trascorsi nella casa sarda di Portobello, dove Fabrizio dava vita a quell’album, circondato dagli amici e colleghi. Quello che ne viene fuori è un ritratto esclusivo di De André, che si sofferma sul legame tra padre e figlio, accomunati dall’amore per la musiva e dal pensiero sociale, cose che hanno permesso un passaggio di testimone, che non è semplicemente il nome illustre, ma un’eredità artistica e politica importante.
Venerdì 2 settembre dalle ore 19:00 (ingresso libero) “La Nuova Scuola Genovese” di Yvan Dellacasa e Paolo Fossati.
Introduce e coordina il talk il Prof. Lello Savonardo (Coordinatore del corso di Laurea in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica – Università di Napoli Federico II).La Nuova Scuola Genovese
Il documentario incentrato sulla “scuola genovese”, movimento culturale nato negli anni ’60 e attivo in particolare nel capoluogo ligure e nel cantautorato italiano. Di questa corrente fanno parte grande nomi, come quelli di Gino Paoli, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, ma accanto a loro si stanno facendo conoscere nuove leve della canzone d’autore, come Tedua, Izi, Bresh, Vaz Tè, Nader, Guesan, Demo.
Noti solamente con uno pseudonimo, questi artisti, per lo più rapper, stanno applicando alla musica contemporanea e alle sue recenti evoluzioni gli insegnamenti ricevuti da quei padri che hanno portato in alto lo stendardo della scuola genovese.
È così che due generazioni, apparentemente lontane tra loro, si incontrano e si incrociano, mostrando come, nonostante la forma possa sembrare diversa, rimanga la voglia di esprimersi con parole profonde e di denunciare le mutazioni della società.Visionnaire22: prossimi appuntamenti
Giovedì 8 settembre Donne in musica con Giovanna. Storie di una voce. (Italia, 2021), ospite la regista Chiara Ronchini. Presenta Stefano Valanzuolo (RAI Radio 3 Suite).
Domenica 11 settembre Donne in musica con Senza Fine (Italia, 2021) di Elisa Fuksas. Ospite Alfonso Amendola (UniSa).
Giovedì 15 settembre Via con Me (Italia, 2020) ospite il regista Giorgio Verdelli con Pasquale Scialò che presenta i libri Paolo Conte (Sperling & Kupfer) e Storia della canzone napoletana vol.II (Neri pozza). Modera il giornalista e autore televisivo Gino Aveta.
Venerdì 16 settembre Omaggio a Pier Paolo Pasolini con “LA GIAGUARA – inseguendo Laura Betti e Pasolini” di e con Elena Bucci (produzione Le belle bandiere). Renzo Paris presenta il libro “Pasolini Moravia” (Einaudi)
Domenica 18 settembre PREMIO ALLA CARRIERA all’attrice napoletana Marina Confalone.Tra gli eventi speciali sulla magnifica Terrazza degli Aranci, situata nell’antico Convento Francescano di Baronissi oggi sede del Museo FRaC: Simona Boo in concerto l’11 settembre nella serata intitolata “Donne in musica” e il 15 settembre Roberto Colella (La Maschera).
Inoltre nell’ambito di VISIONNAIRE22 è allestita la mostra di “ARMANDO CERZOSIMO – Appunti per un’iconografia della canzone” che inizia venerdì 2 settembre (alle ore 18.30).
Curata da Massimo Bignardi direttore del Museo-FRaC, la mostra propone un repertorio di immagini tratte dall’archivio del fotografo Armando Cerzosimo: un repertorio che attraversa i luoghi della musica, ovvero che si fa da guida immaginativa ai personaggi, alle scene, alle trame dei docufilm proiettati nel suggestivo scenario della Terrazza degli aranci.
In mostra, sedici fotografie di grande formato disegnano le tracce di un viaggio tra luoghi che sollecitano la memoria, accompagnandola, nello spazio dei ricordi con la silenziosa armonia di una melodia francese, del suono delle elettriche londinesi, del canto che sale dal Tago.Osserva Prof. Massimo Bignardi Direttore del Museo FRaC:
Sono immagini, “che ripropongono nella nostra mente luoghi che fanno da scenografia alle tante canzoni a’stipate’ nella memoria; vere e proprie ‘colonne sonore’ della nostra vita. Cerzosimo ha incontrato, nel corso degli anni, la Londra dei Beatles, la Parigi con le strade che ascendono a Montmartre fino a Place du Tertre con l’aria bohemien di Aznavoir oppure il lungo Senna avvertendo l’eco delle canzoni della Piaf. Vale anche per la Roma di Moriconi, di Venditti con ‘il Cupolone’, la Genova di De André e dei cantautori della nostra generazione, oppure la Sicilia, Nicosia, Siracusa fermando spazi e figure, come fossero un solo luogo. Inoltre, la rapida discesa dal Bairro Alto, da Chiado della vecchia Lisbona, inseguendo la malinconia del ‘fado’. La fotografia di Cerzosimo, in particolare quella in bianco e nero, lascia trasparire la sua innata capacità di guardare oltre la dimensione delle cose reali, di lasciare lo sguardo libero di incontrare la ‘visione’, vale a dire quel connubio tra l’emozione, sensazione propria di un incontro improvviso e, al tempo stesso, il trasporto del ricordo che la memoria ci consegna.
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