La campagna elettorale per le prossime Amministrative di Avellino è quasi agli sgoccioli.
Ecco l’intervista tripla tra: Luca Cipriano, Dino Preziosi e Amalio Santoro, tre dei sette candidati a sindaco per questa tornata elettorale.
Per par condicio sono stati invitati tutti i candidati a registrare l’intervista presso la nostra sede ma, purtroppo, causa numerosi impegni dei candidati dovuti alle prossime elezioni non abbiamo potuto pubblicare due delle tre interviste in programma.
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Nuova legge per valorizzare le birre agricole e artigianali
Il settore delle birre agricole e artigianali in Campania ha finalmente un proprio riferimento legislativo. Ciò è molto utile per far crescere questo settore e valorizzare un ambito commerciale e produttivo che, anno dopo anno, risalta per qualità delle produzioni.
La legge è stata approvata il 15 giugno 2020 all’unanimità dall’Aula del Consiglio Regionale della Campania. Questa legge era molto attesa soprattutto nelle aree interne perché sostiene tutti i segmenti produttivi: dalle materie prime alla commercializzazione fino agli incentivi per nuove iniziative imprenditoriali.
Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale della Campania, dichiara:
Produrre birre artigianali e di qualità significa dare vita ad iniziative imprenditoriali dove si fondono tradizione ed innovazione, ricerca e nuovi stili di vita. Sono attività molto impegnative, portate avanti da giovani imprenditori con grande entusiasmo e grande passione. Il nostro compito è quello di sostenere il settore, fornendo strumenti utili in questo senso e adeguati alle esigenze di comparto.
Dal mio punto di vista la legge appena approvata risponde a pieno a questa esigenza.
La legge appena approvata sulle birre agricole e artigianali prevede di valorizzare la produzione favorendone qualità e tipicità attraverso una costante formazione e basandosi sulla competitività aziendale, sulla commercializzazione e sulla tutela del consumatore, privilegiando la filiera corta.
Questa nuova legge sostiene un settore che possiede grandi prospettive e potenzialità economiche in Campania.
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Campania zona rossa: le risposte ad alcuni dubbi su cosa si può fare e cosa no
Per rendere più chiare le disposizioni del Dpcm del 3 novembre riguardo le limitazioni o possibilità di spostamento, in base al colore delle Regioni, cercheremo di fare chiarezza e di focalizzarci sulla zona rossa e quindi su cosa si può fare e cosa no in Campania.
Per quanto riguarda gli spostamenti all’interno dell’area rossa è vietato qualsiasi spostamento sia all’interno del proprio Comune che verso i limitrofi.
Ci si può spostare solo per motivi legati a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute.
Non è consentito far visita o incontrarsi con parenti o amici non conviventi in qualsiasi luogo che sia esso al chiuso o all’aperto.
Sono consentiti gli spostamenti volti ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, se prevista.
È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. È consigliato lavorare a distanza o prendere ferie o congedi.
Si deve sempre essere in grado di dimostrare che gli spostamenti rientrano tra quelli consentiti. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione per comprovate esigenze lavorative può essere svolta esibendo una documentazione adeguata fornita dal datore di lavoro idonea a dimostrare la condizione dichiarata.
Assistenza a parenti o amici non autosufficienti è possibile perché è una condizione di necessità.
Separati e divorziati possono andare a trovare i figli minorenni presso l’altro genitore per condurli presso il proprio domicilio e ciò può avvenire anche tra Comuni di aree differenti.
Lo spostamento verso altri Comuni rispetto da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità.
Fare la spesa, ad esempio, rientra fra le motivazioni giustificate per gli spostamenti. Dunque qualora il proprio Comune di residenza non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità di maggiore convenienza economica necessarie alle proprie esigenze lo spostamento è consentito.
L’accesso nei luoghi di culto è possibile scegliendo quello più vicino alla propria abitazione. Possono essere raggiunti luoghi di culto che si trovino già lungo il percorso previsto per esigenze lavorative.
Le passeggiate sono ammesse esclusivamente in prossimità della propria abitazione. L’accesso a parchi e giardini pubblici è consentito rispettando il divieto di assembramento.
È possibile usare l’automobile con persone non conviventi purché siano rispettate le misure di precauzione previste: la sola presenza del guidatore nella parte anteriore della vettura e di due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili.
Tutti i passeggeri hanno l’obbligo di indossare la mascherina a meno che la vettura non sia dotata di un separatore di plexiglas tra la fila anteriore e quella posteriore.
È vietato praticare pesca dilettantistica o sportiva.
Le attività di ristorazione compresi bar e pasticcerie, etc. sono aperte esclusivamente per la vendita da asporto dalle ore 05:00 alle 22:00 e per la consegna a domicilio, quest’ultima consentita senza limite di orario.
Entrare e restare all’interno di bar, ristoranti e simili è consentito solo per il tempo strettamente necessario per acquistare i prodotti. Non è consentito consumare in prossimità dei locali.
Questi sono alcuni dei punti principali da rispettare in caso di zona rossa.
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Legambiente, Italia Nostra e Touring Club Italiano chiedono la conservazione delle “casette asismiche” di Aquilonia
L’accorata richiesta del comitato Palazzine Bene Comune e delle associazioni locali di non demolire né alienare a privati il patrimonio storico costituito dalle “casette asismiche” del 1930, o “palazzine”, ancora esistenti nel comune altirpino trova ora nuovi sostegni nei rappresentanti di tre importanti organismi della società civile, che hanno sottoscritto il documento delle associazioni qui allegato.
In particolare:
- Legambiente: con le sue 18 sedi regionali e 1000 gruppi locali Legambiente, associazione fondata 40 anni fa, è il più diffuso in Italia tra i soggetti del mondo ambientalista. Associa 115.000 persone e organizza ogni anno più di 1.000 giovani in campi di volontariato ambientale e sociale; 30.000 classi aderiscono ai suoi programmi di educazione ambientale; oltre 200 avvocati prestano servizio nei suoi Centri di azione giuridica al servizio delle vertenze;
- Italia Nostra: fondata nel lontano 1955 e tradizionalmente attenta in primo luogo alla tutela dei centri storici, è una delle più antiche associazioni italiane per la difesa del patrimonio storico, artistico e naturale. Ne hanno fatto parte, anche con ruoli dirigenziali, numerose donne e uomini di primo piano del mondo culturale italiano. Per citarne solo alcuni, la letterata e scrittrice Elena Croce, lo scrittore Giorgio Bassani (“Il giardino dei Finzi-Contini”), l’archeologo e giornalista Antonio Cederna;
- Touring Club Italiano: è la più nota e antica associazione italiana di promozione turistica, nata nel lontano1894. Il suo scopo e ideale, come da Statuto, «consiste nel corretto sviluppo di attività di viaggio e turismo riconoscendo in esse alto valore sociale, culturale ed economico». «In particolare – prosegue l’art. 1 – il Touring Club Italiano intende collaborare alla tutela e alla educazione ad un corretto godimento del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e delle identità plurali dell’Italia in tutte le sue forme espressive, materiali e immateriali, che considera nel suo complesso beni e valori insostituibili da trasmettere alle generazioni future». Già nel dicembre 2017 le due petizioni del comitato civico Palazzine Bene Comune contro la demolizione delle “casette” avevano complessivamente raccolto, oltre alle centinaia di firme della cittadinanza, i sostegni di decine di intellettuali, di cui alcuni molto noti ma tutti particolarmente autorevoli in merito ai problemi delle aree interne.
Veramente ci riesce difficile comprendere come un sindaco di un piccolissimo paese dell’entroterra che si ostina a parlare il linguaggio vecchio della cancellazione del patrimonio culturale della propria comunità non senta il peso dell’isolamento, e non veda, al contrario, la possibilità di fare leva sul sostegno di tali soggetti a un’operazione pubblica di rigenerazione urbana che potrebbe porre questo piccolo centro in posizione di avanguardia nelle politiche territoriali delle aree interne.
Che ne è dell’apertura di dialogo annunciata nel consiglio comunale del 1° aprile 2021? Era un pesce d’aprile?
Il Sindaco De Vito – la registrazione è agli atti – annunciò la costituzione di una “commissione” di esperti e rappresentanti di diversi interessi e competenze per esaminare la questione delle “casette”: perché non si è ancora nemmeno cominciato a comporla e a discuterne in dettaglio obiettivi e metodi? Se il tema è il patrimonio storico-culturale identitario che una comunità, in piena autonomia, riconosce come tale, cosa c’entra la privatizzazione? E perché questa dovrebbe garantirne la tutela? Il Sindaco Giancarlo De Vito vuole attuare una demolizione per interposta persona? Possibile, nel 2021, dopo secoli di maturazione della cultura della tutela delle testimonianze del passato, dopo la Convenzione di Parigi sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (1972), la Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d’Europa (1985), la Convenzione europea del paesaggio (2000), la Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società (2005), essere a questo punto? In Italia?
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