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Cous Cous: la ricetta base
Il cous cous è il piatto nazionale del Maghreb (Algeria, Tunisia e Marocco). La sua origine è berbera ed è antecedente all’arrivo delle popolazioni arabe.
Questo alimento si presenta come un semolino e si ricava dai chicchi di frumento macinati in modo grossolano. Nei piccoli centri rurali del Maghreb ogni famiglia portava al mulino il suo grano perché fosse macinato, secondo le preferenze alimentari del nucleo.
Una volta macinato il cous cous veniva portato a casa e affidato alle donne che lo spolveravano di farina, strofinandolo tra le dita affinché ciascun granello ne venisse ricoperto.
Oggi questo alimento è entrato anche nelle nostre cucine soprattutto in quelle salutiste. Non dimentichiamo che in Sicilia nella zona trapanese il cous cous è un piatto tradizionale.
Esistono numerose varianti del cous cous che variano in base alle tradizioni e alle materie prime dei luoghi.
Il cous cous non è un cereale ma un prodotto lavorato come la pasta, ha gli stessi valori nutritivi ma sazia di più perché assorbe molta più acqua. È un alimento versatile perché può essere mangiato sia caldo che freddo e lo si può arricchire con gli ingredienti più svariati. In alcune zone il cous cous viene impiegato anche per realizzare dolci.
Oggi è possibile reperire sia il cous cous tradizionale di grano duro che quello integrale, di farro o di orzo.
La cottura è il segreto per la buona riuscita di qualsiasi ricetta si intenda realizzare con questo alimento ed è per questo motivo che abbiamo deciso di spiegarvi passo passo la ricetta base del cous cous.
La cottura del cous cous deve essere a vapore, sopra una sorta di casseruola, cuscussiere, che può contenere uno stufato o del brodo con carne di agnello o di pollo e diverse variabili verdure.
Solitamente vengono aggiunti al cous cous anche dei ceci e a volte l’uvetta ma stiamo parlando dei piatti tradizionali della cultura araba dove ovviamente non possono mancare spezie e peperoncino rosso.
In Marocco, ad esempio, gli stufati di carne che vengono utilizzati per il cous cous sono molto leggeri: vengono bolliti e speziati con una certa delicatezza, preferendo l’utilizzo dello zafferano mentre in Algeria e in Tunisia il sapore è molto più ricco e persistente. In Tunisia infatti prima di realizzare lo stufato la carne viene rosolata nell’olio e nel peperoncino mentre in Algeria si aggiunge della passata di pomodoro.
Cous Cous: ricetta
La preparazione del cous cous richiede un preciso trattamento: i granelli devono risultare gonfi, leggeri e ben separati l’uno dall’altro in modo da non formare grumi che rendano pesante l’assimilazione dell’alimento.
La cuscussiera per la cottura a vapore può essere di terracotta, di rame di alluminio o di acciaio ed è costituita da una parte inferiore in cui si fa cuocere lo stufato e una superiore che ha il fondo bucherellato e nella quale si pone il cous cous.
Nel caso in cui non si disponga della pentola apposita si può utilizzare una pentola a vapore o un setaccio metallico da apporre su di una pentola normale.
Prima della cottura il cous cous deve essere intriso con un pò di acqua fredda e lavorato con una forchetta per separare i granelli.
Successivamente va riposto sulla cuscussiera quando allo stufato manca un’ora per terminare la sua cottura.
La prima fase della cottura del cous cous si aggira tra i 20 e i 30 minuti. Trascorso questo tempo, versa il cous cous in un’ampia terrina, aggiungi mezza tazzina di acqua fredda e mescola con una forchetta per eliminare eventuali grumi.
Aggiungi il sale insieme ad un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Rimetti il couscous nella parte superiore della cuscussiera e lascia cuocere per circa 20 minuti.
Cous cous: valori nutrizionali
100 grammi di cous cous contengono:
112 calorie
0,2 g grassi
o colesterolo
5 mg di sodio
58 mg di potassio
23 gr di carboidraiti
3,8 gr di proteine
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Tartufo: tre ricette per realizzare dei piatti gourmet
Il tartufo è un ingrediente particolare e raffinato, l’ideale da utilizzare per realizzare delle ricette eleganti. Il suo sapore intenso generalmente viene abbinato a ricette semplici, in cui il tartufo è l’ingrediente protagonista e predominante.
Il tartufo è un fungo ipogeo a forma di tubero ed è composto da una corteccia e da una massa carnosa. Dove c’è il tartufo significa che non c’è inquinamento. In cucina, generalmente, è preferibile non abbinarlo a sapori altrettanto forti per non coprirne il sapore e non creare un’aromaticità esagerata. Le tre ricette che vi proponiamo con il tartufo esulano da quelle classiche che tutti conosciamo.
La prima ricetta è quella dei tartufini di mortadella con tartufo nero e limone.
Tartufini di mortadella con tartufo nero e limone: la ricetta
Ingredienti per 4 persone
- Mortadella di fegato 300 gr
- Limone 1
- Scalogno 1
- Tartufo nero 25 gr
- Pangrattato integrale 20 gr
- Pane a fette tipo bauletto 200 gr
- Insalata 1 cespo
- Radicchi 1 cespo
Esecuzione
- Lava il limone accuratamente e grattugiane la scorza.
- Sbuccia lo scalogno e tritalo finemente.
- In una padella aggiungi 4 cucchiai di acqua e lascia appassire lo scalogno per circa 5 minuti.
- Quando l’acqua sarà evaporata, lascia raffreddare lo scalogno e tienilo da parte.
- Lava e asciuga accuratamente la lattuga e il radicchio.
- Pulisci il tartufo, strofinandolo con uno spazzolino se dovesse ancora essere sporco.
- Grattugialo con un pelapatate .
- Tosta il pangrattato in un pentolino antiaderente, mescolando in continuazione per evitare di bruciarlo.
- Lascia raffreddare e aggiungi il tartufo grattugiato.
- Priva la mortadella della pelle e tritala in un mixer insieme allo scalogno scottato e alla scorza di limone.
- Forma dei tartufini della grandezza di una noce, passali nel composto di tartufo e pangrattato.
- Elimina la scorza dalle fette di pane, tagliale dando una forma rettangolare e tostale in forno per circa 5 minuti.
- Trascorso il tempo necessario, lascia raffreddare e disponi su ogni fetta una foglia di radicchio o una foglia di insalata tagliata a metà.
- Riponi sulle foglie un tartufino e servi in tavola.
Risotto allo Champagne e al tartufo: la ricetta
Ingredienti per 4 persone
- Burro 30 gr
- Riso Carnaroli 300 gr
- Champagne 1 bicchiere
- Brodo vegetale 1 lt
- Tartufo 20 gr
- Formaggio grattugiato 4 cucchiai
Esecuzione
- In una padella antiaderente abbastanza capiente fai fondere a fiamma dolce 25 grammi di burro.
- Quando si sarà sciolto, tosta il riso per circa 3 minuti e bagnalo con un bicchiere di Champagne e lascialo sfumare.
- Aggiungi un mestolo di brodo vegetale, lascialo evaporare, continuando la cottura e aggiungendo altro brodo.
- Trascorso il tempo necessario per la cottura, manteca con una noce di burro e formaggio grattugiato.
- Trasferisci nei piatti e aggiungi le lamelle di tartufo.
Crema di patate al tartufo: la ricetta
Ingredienti per 4 persone
- Patate 500 gr
- Scalogno 1
- Tartufo bianco uno piccolo
- Brodo vegetale 1 lt
- Sale q.b.
- Pepe bianco q.b.
- Olio extravergine di oliva 2 cucchiai
- Panna fresca 2 cucchiai
Esecuzione
- Pulisci il tartufo bianco.
- Pela le patate, lava con abbondante acqua corrente e taglia successivamente a dadini.
- In una padella antiaderente aggiungi due cucchiai di olio extravergine di oliva e lascia appassire lo scalogno a fiamma bassa per circa 3 minuti.
- Aggiungi con il brodo vegetale e lascia cuocere per circa 30 minuti.
- Trascorso il tempo necessario, frulla in un mixer fino a quando non avrai ottenuto una crema omogenea.
- Aggiungi 2 cucchiai di panna fresca, insieme ad un pizzico di sale e del pepe bianco.
- Trita finemente un pezzetto di tartufo e mescola alla crema.
- Distribuisci nei piatti e completa, guarnendo con il tartufo avanzato.
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Mangiare la pasta di sera fa ingrassare?
Nell’immaginario collettivo esistono molte false credenze che nel tempo, da esperti, sono state sfatate. La più nota tra tutte è la convinzione che mangiare la pasta la sera possa contribuire ad un aumento di peso. Tra le diverse voci e correnti di pensiero si disputa addirittura sull’ora nel quale dovrebbe scattare “il coprifuoco” per l’assimilazione di questo alimento.
C’è chi parla di sera in via generale e chi si avventura nel precisare il minuto esatto: dalle 14:00 in poi oppure dopo le 18:00.
Sono teorie prive di fondamento. Ciò che bisognerebbe controllare invece è quello di avere maggiore accortezza durante il pasto serale soprattutto per quanto riguarda la cronobiologia, secondo cui, i ritmi cardiaci influiscono anche sul nostro metabolismo e sulla utilizzazione dei nutrienti assunti con la dieta. In breve è importante valutare in base al modo in cui utilizziamo o immagazziniamo come riserva la calorie alimentari . Ad esempio una stessa quantità di energia avrebbe effetti diversi sul metabolismo e anche sul nostro peso, se assunta con i pasti del mattino o se assunta con i pasti della sera.
Da alcuni studi sembra che coloro che assumono una parte maggiore delle calorie della propria dieta, ci si riferisce a campioni che praticano attività fisica associandola ad una sana alimentazione, assumono una parte maggiore delle calorie della propria dieta, nella prima parte della giornata riescono a controllare sia il proprio peso che la massa grassa a differenza di chi mangia maggiormente nelle ore serali.
Aspetto importante da tener presente per un regime nutrizionale sano riguarda in connubio qualità-quantità di un programma alimentare nel suo complesso.
Dovrebbe dunque essere sfatato il mito secondo cui dopo il pasto serale esclusivamente le calorie della pasta e della pizza si trasformerebbero in tessuto adiposo contrariamente ad altri alimenti proteici che “costringerebbero l’organismo, non si sa bene perché, a bruciare calorie, eliminando i grassi di deposito.
Ad esempio, è vero che la capacità di produrre insulina varia a seconda del momento della giornata: è minore nelle ore notturne rispetto a quelle diurne ma l’entità delle relative influenze sul peso corporeo e sulle sue variazioni sono tutte da dimostrare.
Perché mangiare la pasta di sera non fa ingrassare
Mettere nel mirino i carboidrati sa di voglia di seguire le mode del momento. Ci si dovrebbe soffermare piuttosto sul rapporto tra il nostro modo di mangiare e le progressive variazioni della giornata rispetto all’assetto metabolico, alla produzione ormonale e alla spesa di energia.
Il nostro organismo e in particolar modo alcuni ormoni che interferiscono con l’utilizzo degli zuccheri sembra essere più efficiente nella prima parte della giornata.
Dunque se il suggerimento di contenere l’apporto calorico della cena al 30% del fabbisogno giornaliero ci troviamo di fronte ad una oculata distribuzione degli alimenti che è basato su un concetto di eliminazione e non di esclusioni immotivate. Un pasto serale con un apporto energetico ridotto significa consigliare un uso limitato di tutte le tipologie di alimenti e di qualunque piatto ad alto contenuto calorico.
Non può essere lecito dire che i cereali e derivati, legumi e patate vanno consumati entro le 15:00 mentre carne, pesce, uova e latticini devono costituire un pasto serale.
In breve, non esiste alcun coprifuoco per i carboidrati o per la pasta e non esiste nessun valido motivo per non consumare alimenti ricchi di carboidrati durante la cena.
Ciò che conta di più per l’aumento o la diminuzione del peso sono le dimensioni e il valore calorico delle porzioni che ci concediamo quindi la quantità complessiva di calorie che introduciamo nell’arco della giornata in rapporto a quanto consumiamo specialmente con l’attività fisica.
4 comments on Ipertensione arteriosa,
ecco la dieta da seguire
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