Eccoci con un’altra puntata di Un caffé a teatro con Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli della compagnia teatrale La Fermata. Nella puntata precedente i due attori ci hanno parlato della biomeccanica a teatro. L’argomento di oggi invece riguarda La Commedia dell’Arte.

Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli ci parlano della commedia dell’arte
Con La Commedia dell’Arte ci si riferisce ad uno stile teatrale, nato in Italia agli inizi del ‘500, diffusosi successivamente anche in Europa. La Commedia dell’Arte si caratterizza da dialoghi che di volta in volta si adattano ad un determinato scenario.
Le caratteristiche della Commedia dell’Arte si possono suddividere in tre punti principali:
- Si distanzia dal teatro colto
- Personaggi fissi
- Professionalizza il mestiere dell’attore
La Commedia dell’Arte nasce per l’insofferenza nei confronti della commedia tradizionale e si sviluppava in assenza di un canovaccio. Ciò non implica una completa improvvisazione perché ciascun attore era specializzato nell’interpretazione di un determinato personaggio fisso . Questa fissità era accentuata dall’uso delle maschere, espediente scenico che era utile al pubblico per riconoscere i personaggi.

Commedia dell’Arte
Dalla Commedia dell’Arte nascono le maschere più note della nostra tradizione: Pulcinella, Arlecchino, Capitan Fracassa, Gianduia etc.
Per scoprire altre curiosità non vi resta che guardare il video in home con Francesco Teselli e Gilda Ciccarelli.
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Lalla Esposito debutta con gli Ondanueve string quartet
Lalla Esposito in “La canzone teatrale”, concerto per voce e quartetto d’archi con Ondanueve string quartet, scritto e diretto da Paolo Coletta – venerdì 5 maggio, ore 21:00 al Trianon Viviani.
Debutta al Trianon Viviani, in prima assoluta, il nuovo incontro tra Lalla Esposito e Paolo Coletta.
La cantante-attrice, una delle più autorevoli interpreti di Teatro musicale del nostro Paese, che ha accolto la lezione di alcune iconiche attrici-cantanti del Novecento (Milly, Marina e Angela Pagano, Milva, Gabriella Ferri), ritrova l’autore, regista e musicista nello spettacolo “La canzone teatrale”, dopo aver collaborato per anni in numerose produzioni di teatro musicale italiano e internazionale.
Con la partecipazione dell’Ondanueve string quartet, offrono un piccolo catalogo di ciò che rende una canzone “teatrale” e di quel che può far sì che una canzone qualsiasi lo diventi.
Spiega Coletta:
Un’aria d’opera, un recitativo, una romanza, un song brechtiano, un canto di Viviani o una canzone di Broadway sono accomunati dal fatto di essere scritti per essere eseguiti all’interno di una determinata azione drammaturgica, che sia un melodramma, un musical, un’operetta, una commedia musicale. Ma “teatrale” può diventare anche una composizione fatta di parole e musica nient’affatto pensata per la scena: succede quando chi la interpreta decide di trasformare l’emozione di quel pezzo in azione. Azione scenica, appunto.
Viceversa, può verificarsi il percorso inverso e cioè che una canzone scritta originariamente per uno spettacolo teatrale diventi uno standard jazz o semplicemente migri verso l’infinito repertorio della musica popolare.
Per Coletta, dunque, la canzone teatrale non è una forma, né tanto meno un genere. La teatralità probabilmente rappresenta una modalità, un’attitudine, uno sguardo. Innanzitutto dell’interprete, che, nel momento in cui decide di affrontarne l’esecuzione, si assume di fatto la responsabilità e la disponibilità a riscrivere quel pezzo.
Lo spettacolo è prodotto da Leocadia.
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Enrico Caruso vive nel racconto di Geppy Gleijeses al Trianon Viviani
“Caruso vive. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso nel centenario della scomparsa e la sua voce come non l’avete mai sentita”.
Questo il titolo della serata/evento che, lunedì 2 agosto, alle 21, si terrà al Trianon Viviani nell’àmbito delle celebrazioni promosse dalla Regione Campania per il centenario della scomparsa del grande
tenore partenopeo.Proprio cento anni fa, il 2 agosto 1921, in una suite del grand hotel Vesuvio, moriva Enrico Caruso,
registrato all’anagrafe come “Errico”.
Per ricordarlo, Geppy Gleijeses ha curato e diretto un articolato racconto teatrale, che proprio nel teatro di Forcella, diretto artisticamente da Marisa Laurito, assume un significato particolare, essendo il Trianon Viviani prossimo ai luoghi dell’adolescenza e della gioventù del tenore: come l’oratorio di padre Giuseppe Bronzetti, in via Postica Maddalena, e il caffè dei Mannesi, all’angolo di via Duomo, dove
si esibiva come posteggiatore.Spiega Gleijeses:
Per me che a 5 anni, nel 1960, ogni domenica dopo pranzo ero costretto a casa dei miei nonni paterni, nel “salottino d’ascolto”, insieme a genitori e parenti tutti, a sentire dal grammofono rigorosamente a tromba, su un gracchiante 78 giri, la voce del mito, è il coronamento del sogno di una vita.
Leggerò un testo del giornalista Luciano Giannini, “impressionista”, a pennellate, come ama definirlo, liberamente ispirato a due libri fondamentali su Caruso, Ridi Pagliaccio! di Francesco Canessa e Una vita una leggenda di Pietro Gargano e anche attraverso questa lettura sfateremo la leggenda dei fischi al San Carlo: egli bissò Una furtiva lagrima, altro che fischi! E narreremo le sue gesta, vita, morte e miracoli.Caruso vive. Vita, morte e miracoli di Enrico Caruso
Il testo rilegge la breve ma intensa parabola terrena di questo «archetipo del tenore pop», la voce più grande del secolo breve, la prima al mondo a superare, con un disco, un milione di copie vendute. Idolatrato dai contemporanei: Caruso fu tenore, ma anche musicista, disegnatore di deliziose caricature, pittore, scultore e poeta.
Precisa Giannini:
Non ho seguìto cadenzate sequenze di tempo e di luogo , ma ho assecondato suggestioni
personali, ispirandomi liberamente alle due migliori biografie in commercio, per ricostruire la figura di un artista e di un uomo che, dalle più umili origini, seppe elevarsi a un’arte eccelsa e, allo stesso tempo, popolare, dando lustro internazionale al melodramma italiano.La lettura sarà contrappuntata da proiezioni di fotografie del tenore e dall’ascolto della sua voce, grazie al lavoro dei laboratori Abbey Rocchi, che hanno rimasterizzato e restaurato le incisioni originali.
La serata si completerà con la conversazione informale di Gleijeses con Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera, e sarà aperta e chiusa dal tenore Gianluca Terranova, protagonista del fortunato biopic su Caruso di Raiuno, che, accompagnato al piano da Sergio La Stella, interpreterà alcuni cavalli di battaglia del repertorio del cantante partenopeo.
Con la produzione di Gitiesse – Artisti riuniti, Caruso vive vede in locandina la direzione tecnica di Franco Grieco, le luci dell’artigiano Luigi Ascione e le forniture acustiche e foniche di Gelato equipment.
Lo spettacolo si terrà nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, con il contingentamento dei posti
disponibili.
L’ingresso è gratuito.Per partecipare (con un massimo di richiesta di due posti) occorre scrivere a: comunicazione@teatrotrianon.org. Seguirà un’email di conferma, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Informazioni: tel. 081 2258285, sito istituzionale.
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Padri e figli di Turgenev diretto da Fauso Russo Alesi al Teatro Mercadante
Un viaggio nello straordinario romanzo dello scrittore russo Ivan Turgenev. La ricchezza, l’orrore della vita, i duelli, le barriere e gli scontri ideologici scorrono in questo capolavoro magistralmente scritto, ma che nasce anche per essere letto, e il cui adattamento teatrale è stato reso possibile dal lavoro di drammaturgia e di traduzione del Professor Fausto Malcovati, tra i massimi esperti di letteratura, teatro e cultura russa.
Padri e figli di Turgenev al Mercadante
Scrive Fausto Russo Alesi nelle sue note:
Da molto tempo amo questo straordinario romanzo di Ivan Turgenev in cui scorre la ricchezza e l’orrore della vita.
Il Centro Teatrale Santacristina, diretto da Roberta Carlotto, mi è sembrato il luogo adatto per conoscerlo meglio, per verificarne le sue potenzialità e i suoi parametri vitali: infatti è lì che il lavoro ha avuto la sua genesi, in un contesto di formazione appunto. In quel luogo meraviglioso che mi lega alla figura straordinaria di Luca Ronconi, che lo ha creato, mi sono voluto porre la domanda: quale è l’eredità dei padri e quale è il futuro dei figli? Questa domanda portante, a mio avviso, del romanzo di Turgenev, è ciò che mi guida in questo lungo viaggio. Le fondamenta su cui abbiamo appoggiato il nostro lavoro partono da un adattamento del romanzo reso possibile dall’autorevole e meravigliosa presenza nel lavoro di drammaturgia e di traduzione del Professor Fausto Malcovati. Ho voluto da un lato assecondare il carattere del romanzo e quindi non negare le sue dilatazioni e il suo lento sviluppo, dall’altro cercare la teatralità e la possibile sintesi di un capolavoro magistralmente scritto, ma che nasce per essere letto.
Da qui l’idea di provare ad indagare i possibili punti di vista da cui guardare il testo: da lettori di oggi che si mettono in rapporto con questa storia e con le sue tematiche, da personaggi che utilizzano la narrazione per raccontarsi attraverso il loro punto di vista, da una possibile figura di autore che si confronta con le sue creature, mettendole in relazione e attraversandole tutte per cercare di capire dove collocarsi nel mondo. Mantenere? Demolire? Costruire? O trasformare il passato di cui siamo figli, provando a leggere il presente e cercando un futuro che non si vede ancora? E’ commovente con quanta poesia e struggente leggerezza Turgenev riesca a parlarci e ci sia vicino. Affidato alla forza, alla vitalità e al talento di tredici attori, portare in scena oggi questo romanzo, significa interrogarsi ancora sull’ “uomo”, sulla crisi di un’epoca e sull’eterno e difficile confronto tra le generazioni e tra le classi sociali. I duelli, le barriere e gli scontri ideologici che Turgenev ci racconta, sembrano far risuonare tutti i fallimenti storici e le contraddizioni umane, quelle domande universali necessarie alle sfide del nostro tempo.
Padri e figli di Turgenev diretto da Fauso Russo Alesi sarà in scena al Teatro Mercadante dal 22 al 27 marzo.
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