La stagione delle meraviglie irpine è giunta al termine della sua prima edizione ed il risultato è stato eccellente sotto molti punti di vista e ora vi spieghiamo il perché. L’Irpinia è la terra del buon cibo e del buon vino, nella zona abbondiamo di eventi legati all’enogastronomia locale ma la qualità, nella maggior parte dei casi, non si sposa con l’immagine dell’eccellenza. Troppo spesso in giro per l’Irpinia capita d’imbattersi in eventi che badano prevalentemente al riscontro economico, svalutando la qualità e le materie prime del territorio.
La stagione delle meraviglie irpine invece ha puntato sulle eccellenze enogastronomiche a Km 0, coinvolgendo tutte le imprese del territorio che hanno rafforzato la cultura del mangiare bene e locale che ci rappresenta.
La stagione delle meraviglie irpine non mira a diventare una sagra ma un evento che sia capace di aggregare le piccole e medie imprese che hanno investito sulla qualità delle materie prime. Le eccellenze a cui si è dato maggiore rilievo sono: i funghi porcini e il tartufo nero e bianco.
Quando parliamo di tartufo, in particolar modo del nero, siamo portati ad associare questa materia prima esclusivamente alla zona di Bagnoli Irpino mentre come ha affermato Carmine Marinelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Tartufai della Regione Campania, le nostre zone sono ricche di tartufo e non solo di quello nero ma anche del più pregiato bianco.
Quando si parla del tartufo bianco si pensa al Bianco d’Alba considerato da sempre il re dei tartufi perché oltre ad essere il più profumato e aromatico è il più raro, difficile da trovare perché i tentativi di coltivazione sono falliti miseramente nel tempo.
Il tartufo bianco si sviluppa in modo spontaneo in un rapporto simbiotico solo con alcune piante specifiche ed è per questo motivo che raggiunge prezzi stratosferici. Il tartufo bianco irpino non è da meno, stiamo parlando di 2000 euro al kg.
La stagione delle meraviglie irpine nasce con lo scopo di diffondere una conoscenza genuina verso le materie prime del territorio, mostrando un mondo che non tutti conoscono e che viene, molto spesso, commercializzato superficialmente e senza passione.
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