“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un ‘boss’ e dei ‘sotto-boss’. Tutte le ‘operazioni’ che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti”.
Così come ieri Berlinguer parlava dei partiti – Dc e Psi soprattutto – che governavano l’Italia da decenni, per contrapporre a quella politica degenerata la “pulizia” del Pci (che pure, bisogna dire, da tempo non era immune dagli stessi vizi); oggi Cipriano agita la questione morale all’interno della città di Avellino e del Partito Democratico che dei comunisti italiani ha raccolto l’eredità.
“La questione morale è un tema di attualità nella città di Avellino come nella Politica. Non si può trattare come claim pubblicitario da utilizzare o agitare come clava contro l’avversario di turno. È un obiettivo alto, serio, ed è un punto di partenza e non di arrivo. e il punto di partenza è dato dalla qualità delle persone che si coinvolgono, dalle proposte che si fanno, dal merito che è indispensabile per fare emergere chi vale”.
E se è vero che oggi la definizione di “macchina di potere e di clientela” si adatta bene anche al Partito democratico, ecco che la questione morale ritorna a essere un tema di attualità anche nella città di Avellino. Da qui la sfida di Cipriano a tutti coloro che fanno le pulci ai nomi presenti nelle liste.
“Fare le pulci ai nomi delle liste è davvero ridicolo. In ogni lista ci sono nomi più noti e meno noti. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, sfido chiunque a dire che hanno le liste completamente vergini e immacolate. Io rispondo per le liste civiche che mi sostengono, che ho costruito, dove ci sono 64 persone alla prima esperienza politica e 26 giovani sotto i 40 anni nelle liste Mai + e Avellino +. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno può cambiare completamente la classe dirigente ma con Luca Cipriano sindaco una nuova classe dirigente ha quantomeno l’occasione di provare a governare Avellino”.
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