Il Consiglio Direttivo del Coordinamento del Forum dei Giovani della Provincia di Benevento, nel corso dell’ultima assemblea, tenutasi lo scorso 30 gennaio, ha eletto il proprio delegato al Forum Regionale dei Giovani, l’organismo pubblico di partecipazione giovanile della Regione Campania.
L’assemblea sannita ha designato mediante voto all’unanimità il ventitreenne Luca Polito, del Forum dei Giovani di San Marco dei Cavoti, studente magistrale di Giurisprudenza presso l’Università del Sannio. Il giovane Polito vanta una lunga esperienza nel campo delle politiche giovanili e dell’associazionismo, percorso iniziato nel 2019 quale Coordinatore del Forum di San Marco dei Cavoti e proseguito con la nomina a Segretario del Coordinamento dei Forum sannita nel 2021.
In questi anni Polito si è fatto promotore di numerose iniziative volte alla sensibilizzazione del territorio in merito alle tematiche giovanili quali l’occupazione, l’imprenditorialità e il rinnovamento culturale e sociale delle aree interne, configurandosi quale parte attiva del tessuto sociale locale e distinguendosi per le proprie capacità relazionali e umane.
L’elezione di Polito all’assemblea del Forum Regionale rappresenta una svolta importante per il Coordinamento sannita, come ha affermato anche il Coordinatore provinciale Daniele Belmonte nel corso del suo intervento a chiusura delle operazioni di voto il quale, dopo aver formulato i propri auguri di buon lavoro al neo-eletto delegato ha dichiarato:
La presenza del nostro delegato, Luca Polito, all’interno dell’organismo del Forum dei Giovani della Regione Campania sarà fondamentale per la nostra crescita e per continuare ad allargare la rete di rapporti con altre associazioni e altri giovani su tutto il territorio campano.
La speranza è che l’organismo “Forum dei Giovani regionale” possa essere veicolo per la diffusione di stimoli provenienti dall’azione dei Forum comunali e dai Coordinamenti provinciali, in modo da favorire la partecipazione attiva alla vita sociale e politica e avvicinare i giovani alle istituzioni e le istituzioni al mondo dei giovani. Inoltre, si spera che le risorse derivanti dal PNRR possano essere indirizzate ed investite grazie all’ausilio e il supporto del Forum Giovani regionale verso una progettazione che metta al centro i giovani e tutto ciò che li circonda, tra cui lavoro e formazione in primis.
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L’Irpinia grazie a SOCOTEC Italia è protagonista nel collaudo del Ponte Genova San Giorgio
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Il contribuito di SOCOTEC è stato fondamentale per il successo e la realizzazione del Ponte Genova San Giorgio perché ha fornito servizi cruciali, soprattutto, per il controllo dei materiali utilizzati durante il lavoro di costruzione.
Le attività svolte da SOCOTEC Italia per la realizzazione del Ponte Genova San Giorgio
Dal 18 al 21 luglio il team di SOCOTEC Italia ha effettuato attività di monitoraggio degli spostamenti, cedimenti e deformazioni. Azioni imprescindibili per poter giungere al collaudo statico-dinamico del POnte Genova San Giorgio.
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Carlo Case, project Manager di SOCOTEC Italia ha affermato:
Contribuendo attivamente alla realizzazione del Ponte Genova San Giorgio, oltre ad aver avuto il privilegio di essere a fianco di aziende che rappresentano la punta di diamante del settore infrastrutturale a livello mondiale, la SOCOTEC Italia ha contribuito nel ricucire una ferita che ha toccato l’Italia intera e in particolare Genova.
SOCOTEC Italia: di cosa si occupa
L’azienda è specializzata nel monitoraggio e nel controllo di grandi progetti infrastrutturali e nel mercato energetico ed OilGas. L’azienda irpina è in grado di supportare la propria clientela nei seguenti settori:
- Prospezioni geofisiche
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SOCOTEC Italia ha 35 laboratori: 10 fissi e 25 mobili con uno staff di 300 persone tra ingegneri, Geologi, Chimici e Tecnici Specializzati. Siamo orgogliosi che l’Irpinia abbia partecipato ad un progetto così importante.
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Serrocroce al Vinitaly per raccontare un’eccellenza made in Irpinia
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Inoltre, la produzione in birrificio avviene a porte aperte, in modo che ogni conferitore cerealicolo, esclusivamente di Monteverde, possa vedere o partecipare in prima persona alla cotta. Ne nasce una birra di forte identità in cui emerge complessità e freschezza, equilibrio e vivacità.Prosegue Pagnotta:Monteverde come tutte le birre Serrocroce è un prodotto sartoriale, un prolungamento naturale dell’artigianato italiano. 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Fernando Mangone: la sua opera Masque sarà esposta in Biennale
Straordinario artista, Fernando Mangone. Artista a trecentosessanta gradi e non solo per i grandi risultati raggiunti, ma anche per il suo modo di intendere e concepire la vita, l’esistenza, i rapporti interpersonali. Un artista visionario, le cui opere sono un’emozione continua di vibrazioni di luci e di colori. Fernando Mangone nasce ad Altavilla Silentina (Campania), un paese da lui definito “dionisiaco”, tra forti odori, grida gioiose di bambini e animali che convivevano con gli uomini. Stregato dalla musica Rock e dai caldi colori dei pittori fiamminghi che ama studiare, intraprende da bambino, cinquant’anni or sono, il suo percorso di artista e da Napoli a Firenze, fino all’Olanda, acquista fama anche lavorando con grandi marchi. Si autoproclama “un randagio”, ribelle a qualsiasi tentativo di imbrigliarne la creatività, seppur animato da una delicatezza nell’approccio col prossimo che lo ha reso amico sincero con mezzo mondo.
Afferma Fernando Alfonso Mangone:
Sono un disubbidiente, uno che stravolge le regole. Come si può insegnare l’arte, la follia?
Perché non servono le parole, perché la pittura stessa parla. È testimonianza. Il visionario Mangone prima si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi a quella di Catanzaro e successivamente a quella di Firenze, dove ha terminato gli studi con il massimo dei voti. Già da questo suo oscillare continuo, da questi improvvisi e imprevedibili cambiamenti di rotta inizia ad emergere il carattere di Mangone, sempre più insoddisfatto del presente, tutto teso verso altri mondi e altri traguardi. Già da queste premesse inizia a rivelarsi il suo spirito nomade e ribelle, viaggiatore e “attraversatore” di paesi e città, per respirare aria nuova e pulita, diversa, fatta soprattutto di emozione e libertà. Così, già da studente, inizia un’intensa attività espositiva che si sviluppa prevalentemente tra Firenze e Roma. Prendono vita, in questa fase, i rapporti di collaborazione con importanti personaggi della cultura internazionale e tra questi quello con il poeta e scrittore piacentino Aldo Braibanti che in seguito, insieme a Barbara Tosi, diventerà curatore di sue svariate mostre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam.
L’Italia però gli va stretta e così Fernando Mangone decide di partire per cercare altri luoghi, altre mete, altri approdi.
Nel corso di questo suo lungo peregrinare in giro per l’Europa lo troviamo a Parigi, Londra, Berlino e poi in altre città europee: appassionato di musica, segue con sommo interesse i grandi maestri del Rock e del Punk: i Rolling Stones, Genesis, Qeen, Pink Floyd ecc. immortalandoli in giganteschi cartelloni che, per lungo tempo, fanno da sfondo a paesaggi e scorci di famose metropoli.
Poi arriva il periodo olandese, pieno di lavoro e ricco di soddisfazioni.
Dipinge ad Amsterdam, L’Aia e Groningen dove tiene ampi e comodi ateliers. A L’Aia il suo studio si trova all’interno di un vecchio Ministero della Difesa, di fronte all’Ambasciata Italiana e da qui parte e si sviluppa tutta la sua attività artistica: qui esegue la sue straordinarie vedute urbane e poi via, per le strade della città ad eseguire grandi e immensi murales che, ancora oggi, documentano la sua permanenza in terra d’Olanda e il suo interessante percorso.
Fernando Mangone, dunque, come Basquiat, Haring, Hirst e Bansksy, ribelle e rivoluzionario che, rifuggendo musei, gallerie ed eventi commerciali, inizia a dipingere sui muri delle stazioni metropolitane, nei parchi e sui palazzi degradati portando l’arte nelle strade e in mezzo alla gente per raccontare la vita ed essere, fino in fondo, fedele testimone del suo tempo e dei suoi giorni.
“Tra cielo e terra, viaggio nella storia e nella bellezza” è il titolo della prossima mostra personale di Fernando Mangone alla Galleria d’Arte di Armando Lanza a Pietrasanta. Sabato, 30 aprile, alle ore 16,30, l’inaugurazione della rassegna che viene proprio a cadere in concomitanza con un’altra grande manifestazione di rilievo mondiale, la 59a edizione della “Biennale Internazionale d’Arte di Venezia” dove, anche qui, Fernando Mangone è tra i protagonisti.
Una sua importante opera, “Masque”, infatti, a partire dal 23 aprile sarà esposta nel Padiglione “Grenada” all’interno del Collettivo “Identity Collective”, un gruppo di artisti costituitosi per l’occasione. Come poteva allora Fernando Mangone, grande “attraversatore” di città e Paesi e “street-artist” di fama internazionale a non sentire il richiamo della terra toscana?
Fondamentale l’incontro con Armando Lanza, colto e illuminato gallerista di questa città che, affascinato dalla forte espressione dell’artista campano, ha deciso di chiamarlo a far parte dei suoi ambiziosi e importanti progetti.
E così, dopo questa importante mostra personale, dove Mangone presenterà un’esauriente panoramica della sua produzione e delle sue tematiche (mitologia, storia, ritrattistica e visioni contemporanee con una particolare attenzione per Pietrasanta, Firenze, Pisa, Siena, Arezzo, Livorno ecc.) eccolo pronto ad inaugurare anche il nuovo spazio a lui riservato.
Su una superficie di oltre trentamila metri quadrati, polo fieristico dedicato all’arte contemporanea, ideato e voluto da Armando Lanza, l’artista di Altavilla allestirà ben cinque Padiglioni, suddivisi per tematiche, della sua vasta e complessa produzione: straordinaria occasione per entrare nel magico mondo di questo vulcanico artista, nelle sue forme e nei suoi colori, per farci avvolgere dalle sue luci, dalle sue trame e dai suoi percorsi.
Con la presenza di Fernando Mangone, Pietrasanta si arricchisce così di un nuovo, grande personaggio, di un nuovo, grande artista: in attesa e in preparazione dei prossimi importanti eventi.
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