Margherita Peluso accompagna il pubblico nell’esplorazione di
“The invisible cities” di Max Coppeta

The invisible cities di Max Coppeta è una mostra che si muove per tappe astratte e percorsi immaginari, in cui lo spettatore ha come unica chiave di lettura le emozioni che le opere riescono a trasmettergli.

Margherita Peluso, nota attrice internazionale, ha indossato i panni di spirito guida tra le città invisibili di Max Coppeta. La performer, come una sorta di Virgilio dantesco, si è mossa attraverso le opere, cercando di essere un tramite surreale tra le installazioni e gli spettatori.

Durante l’esibizione dell’attrice l’osservatore è stato avvolto e travolto da una molteplicità di linguaggi, codici interpretativi e varie forme d’arte e di espressione.

La prima forma di comunicazione si ha attraverso l’esserci delle installazioni di Max Coppeta. Il secondo elemento è dato dal suono: dalla musica che ha accompagnato l’attrice e da una voce che leggeva dei passi de Le città invisibili, romanzo di Italo Calvino. Il terzo elemento comunicativo è rappresentato dalla performance e dall’interpretazione brechtiana di Margerita Peluso, che intrattiene e catalizza l’attenzione dello spettatore senza mai entrare in una forma di comunicazione catartica con lui.

Quarto e ultimo elemento, non meno importante degli altri, è rappresentato dal moto interiore di ciascuno spettatore: ognuno decide d’interpretare lo spettacolo e le opere, affidandosi al proprio singolare modo di sentire e alle emozioni che ne scaturiscono.

Margherita Peluso

Margherita Peluso

Il titolo della mostra è un chiaro riferimento a Le città invisibili di Italo Calvino perché per Coppeta esiste una stretta connessione tra letteratura combinatoria e arte cinetica. Entrambe queste forme di comunicazione si muovono attraverso la metamorfosi concettuale, sul dinamismo dei linguaggi e sul movimento che cambia spesso prospettiva e decodificazione.

Per spiegare al meglio il senso e il legame che intercorre tra The invisible cities e Le città invisibili di Calvino, prendiamo in prestito le parole del noto scrittore tratte dal romanzo sopracitato:

L’uomo cammina per giornate tra gli alberi e le pietre. Raramente l’occhio si ferma su una cosa, ed è quando l’ha riconosciuta per il segno d’un’altra cosa: un’impronta sulla sabbia indica il passaggio della tigre, un pantano annuncia una vena d’acqua, il fiore dell’ibisco la fine dell’inverno. Tutto il resto è muto e interscambiabile; alberi e pietre sono soltanto ciò che sono.

L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose

Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città dice tutto quello che devi pensare, ti fa ripetere il suo discorso, e mentre credi di visitare Tamara non fai che registrare i nomi con cui essa definisce se stessa e tutte le sue parti.

AXRT

AXRT

La personale di Max Coppeta è stata inaugurata lo scorso 23 febbraio presso l’AXRT Comtemporary Gallery di Avellino e rimarrà esposta fino al 15 marzo.

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