I Mercalli: Igor Grassi (voce e tastiere), Enrico Riccio (chitarra) e Fortunato Sebastiano (basso) nascono nel 2013, ad unirli è la passione che nutrono per la musica e la voglia di suonare insieme. Nel 2016 l’incontro con Francesco Margherita (batterista), crea le basi che li porta alla finalizzazione del progetto iniziale e alla realizzazione del loro primo disco: Una casa stregata, co-prodotto con Francesco Tedesco per I Make Records, uscito il 7 gennaio 2019.
Dopo aver ascoltato e apprezzato l’album che oscilla tra amore, decadenza e pop rock abbiamo deciso di scambiare un paio di chiacchiere con loro, per conoscerli meglio: ecco l’intervista!
Come nascono i Mercalli?
In realtà abbiamo sempre suonato insieme. Nel 2013, avevamo una stanza dedicata alla musica, che avevamo allestito nella casa in campagna di Fortunato. Ci siamo ritrovati in questo modo, mettendo in piedi una formazione che fosse capace di arrangiare i pezzi che stavamo scrivendo e di suonarli dal vivo: è così che nascono i Mercalli. L’incontro con Francesco Margherita è stato decisivo per l’impostazione a quattro, finalizzata all’esibizione live e per arrangiare i pezzi.
Avete definito i vostri brani come canzoni d’amore senza cuore: perché?
Questa definizione nasce per gioco, rappresenta uno spunto di riflessione riguardo l’esistenza di molte canzoni d’amore che, sostanzialmente, non parlano di quell’amore che fa rima con cuore. I testi di Umberto Palazzo o CCCP ne sono un esempio. I nostri brani parlano d’amore ma, questo, è un sentimento che trattiamo con disillusione e un diverso approccio emotivo, più realistico.
Secondo voi a trionfare è soltanto chi è capace di amare?
No, secondo noi a trionfare è solo chi è capace di guardare il mondo con occhi mutevoli, chi è in grado di comprendere e percepire l’amore dalle angolazioni più disparate. A trionfare è chi è disposto a mettere in gioco i propri sentimenti senza avere paura del rischio che si corre. L’umanità, secondo noi, è un bestiario universale di sentimenti: provare emozioni non deve indurre nella paura di ciò che ne può conseguire o far pensare di essere perdenti. A trionfare non è solo chi è capace di amare ma chi è capace di esporsi senza competere, chi è capace di mostrare tutto ciò che è, che rappresenta e che sente.
Che cos’è l’amore: un affetto, una maledizione o un posto per nascondersi?
Sarebbe semplice la risposta, citando Un posto per nascondersi, il titolo di un nostro brano, e in parte lo è. L’amore è un posto per nascondersi e per manifestarsi.
Da quale esigenza nasce Una casa stregata?
Il nostro album nasce dal desiderio di riuscire a raccontare delle storie e dalla voglia di semplificare il nostro modo di fare musica. Una casa stregata nasce dall’esigenza di raccontare storie abbastanza universali, spiandole dal buco di una serratura. I nostri testi si caratterizzano per la loro semplicità e immediatezza, ciò non vuol dire che non siano profondi o non costruiti, spesso li abbiamo creati al momento perché ognuno di noi portava una sua storia o un’idea. Queste immagini, lavorandoci insieme, sono diventate le nostre canzoni. Ogni testo racconta qualcosa di noi e Una casa stregata è una sorta di adolescenza condivisa.
Chi è L’uomo senza ricordi, a cui avete dedicato una canzone nel vostro album?
L’uomo senza ricordi è una persona che sa dimenticare le difficoltà, i problemi, le litigate e che, ad un certo punto, riesce ad apprezzare le cose semplici. È una persona che riesce a ricordare qualcosa anche dimenticandola perché gli appartiene non in quanto oggetto dato dalla memoria ma dal suo sentire privo di sovrastrutture. L’uomo senza ricordi è colui che sa riscoprire il peso della gravità, l’elemento più semplice e costante che abbiamo letteralmente addosso, senza dargli un significato più articolato e complesso di ciò che sente.
Qual è il leitmotiv di Una casa stregata?
In realtà il leitmotiv lo abbiamo scoperto dopo aver prodotto l’album, ci piace definirlo un concept album postumo perché abbiamo scritto le canzoni e solo alla fine ci siamo accorti che c’era un filo conduttore che le legava. Nei testi c’è un richiamo alle stanze, ai mobili, ai soprammobili e alle porte: sono tutti elementi che si sono manifestati inconsapevolmente, durante il loro divenire, e di cui ci siamo resi conto soltanto dopo. Il brano intitolato La stessa stanza, che chiude Una casa stregata, è stato composto molto prima che decidessimo di fare l’album e paradossalmente il titolo già faceva riferimento ad un ambiente. Dunque il leitmotiv sono gli ambienti visti come luoghi che mostrano e che privano.
La sedia in bilico oscilla tra?
La sedia in bilico oscilla tra il pavimento e la sedia, se cade. È un movimento simile al volersi aggrappare a qualcuno ma con la consapevolezza di stare cadendo all’indietro, senza potersi riparare dall’impatto immediato con il suolo. Questo oscillare rappresenta la metafora di quando, ad esempio, ci si sveglia una mattina e la persona con cui credi di trascorrere la vita ti dice, all’improvviso, che non c’è più per come l’avevi immaginata. Questo equilibrio instabile è una condizione esistenziale che appartiene a tutti noi, quando decidiamo di amare. La sedia in bilico è anche il primo singolo estratto da Una casa stregata. Il videoclip che lo accompagna è scritto e interpretato da Alessia Rollo, fotografa concettuale anche autrice dell’immagine di copertina del disco. Alessia ha lavorato ad un suo vecchio soggetto, che ci aveva colpito per le coincidenze che lo avvicinavano al brano, adattandolo: ha trasformato una sua esigenza privata in pubblica, donandole un senso nuovo.
Se volete approfondire l’ascolto di Una casa stregata non vi resta che acquistare l’album o ascoltarlo su Spotify.
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