Alberto Pizzi, in arte Messia, già dall’età di 16 anni si avvicina al mondo dell’hiphop. Riesce a distinguersi nella scena locale bolognese e nei principali contest di freestyle nazionali. Durante gli anni dell’università incontra l’associazione poetica Zoopalco che lo avvicina alle sonorità elettroniche, mescolando metriche rap e poetry slam.
A marzo 2019 pubblica il singolo Matondo.
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Giffoni Jazz Festival 2021 la seconda e ultima fase con il Trio Malinconico
Dopo i primi dieci concerti realizzati nello scorso week end il Giffoni Jazz Festival continua a far risuonare grande musica nel comprensorio dei Picentini, tra Pontecagnano Faiano e Giffoni Valle Piana. Si parlerà anche di jazz grazie alle presentazioni di alcuni libri e soprattutto il pubblico, e i musicisti, potranno approfondire, e migliorare, la loro tecnica partecipando alle masterclass.
Il 07 dicembre (ore 18), nella Biblioteca Comunale “A. Gatto” presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, ci sarà la presentazione del libro di Antonio Onorato. “Jazz Napoletano”, pubblicato da Edizioni Volonte’ & Co., è il terzo libro scritto dal chitarrista napoletano. A interagire con il musicista ci sarà il Prof. Mario Monteleone e a moderare l’incontro la giornalista Valeria Saggese. Nello stesso giorno e luogo, ma alle ore 19.30, l’AMIP (Associazione Malati di Ipertensione Polmonare) – da sempre vicina al mondo jazz, tanto da pubblicare un doppio cd compilation che ha raccolto fondi per la ricerca scientifica – realizzerà un convegno per far conoscere meglio la patologia polmonare e al contempo presenterà il libro “Ho visto persone attraversare le Ande – Diario di un medico” scritto da Francesco Parisi. Con lui il luminare Dott. Michele D’alto e la presidente dell’associazione Laura Gagliardini.A seguire, precisamente alle ore 21, gli Illogic Trio, formati da Lucio D’Amato al pianoforte, Francesco Galatro al contrabbasso e Ugo Rodolico alla batteria, presenteranno in esclusiva live l’album “Nemesi”. Alle 22:30 – sempre nella stessa location – sarà la volta di Igor Caiazza, che con un ospite d’eccezione come il sassofonista argentino Javier Girotto, presenta il nuovo album “Blu” pubblicato dalla label Abeat Records.Mercoledi 08 dicembre sarà la giornata clou della terza edizione del GJF 2021. Le iniziative inizieranno sin dal mattino con le masterclass presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano: ore 9.30 con Danilo Rea per il piano, ore 10.00 con Massimo Moriconi per il basso, ore 11.30 con Alfredo Golino per la batteria.Mentre alle ore 11 presso il Borgo Medievale di Terravecchia di Giffoni Valle Piana, concerto della Casanova Swing Band con ospite d’eccezione il sassofonista jazz salernitano, compositore, arrangiatore e musicista nonché direttore d’orchestra e fondatore della Salerno Jazz Orchestra, Stefano Giuliano.Invece alla Biblioteca Comunale “A. Gatto” presso il MAP ci sarà una nuova presentazione editoriale dedicata alla fotografia, protagonista è Riccardo Piccirillo che presenterà – alle ore 19 – “Il silenzio che c’è fuori”. Il fotografo ritrattista napoletano ha deciso di raccontare con la sua prima antologia i suoi dieci anni di carriera. L’autore riconsegna così al suo pubblico i molti volti celebri fotografati durante concerti live o in sessioni in studio e in esterna.La grande giornata continua al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano con il concerto – alle ore 21 – della Travel SC con il percussionista Davide Cantarella e l’enfant prodige del jazz campano il pianista Guglielmo Santimone vincitore dell’edizione 2020 di “Tomorrow’s Jazz”, prestigioso premio per i giovani talenti del jazz italiano indetto da Veneto Jazz.Alle ore 22.30 il tanto atteso live del trio Danilo Rea (piano), Massimo Moriconi (contrabbasso) e Alfredo Golino (batteria) in un sentito omaggio a Mina che nasce dal progetto discografico “TRE per UNA” dove i tre musicisti riscrivono in chiave jazz i classici della “Tigre di Cremona”.“Tre per una” è il nuovo progetto di un formidabile trio che celebra, anche con la pubblicazione di un disco, un’artista con la A maiuscola in occasione dei suoi ottant’anni: Mina.Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino hanno registrato con Mina quasi ogni genere musicale: dalla ballad jazz al rock, dalla musica fusion a quella acustica, dalle canzoni di autori italiani e internazionali al tango. Il progetto nasce dall’affiatamento di tre grandi jazzisti italiani che hanno trascorso tantissimo tempo insieme a Mina per fare musica, suonando dalla canzone italiana allo standard americano. Il trio mette in scena uno spettacolo con canzoni appassionanti e conosciutissime, tra le quali ‘Non credere’, ‘E se domani’, ‘Io e te da soli’ e molti altri capolavori della canzone italiana.
La conclusione del GJF 2021 avverrà giovedi 09 dicembre presso Borgo Medievale di Terravecchia dove si svolgerà l’ultimo concerto pomeridiano. Alle ore 18 il Trio Malinconico, formato da Diego De Silva (voce recitante), Stefano Giuliano (sassofono) e Aldo Vigorito (contrabbasso), uniranno musica e letteratura in una forma di spettacolo che permetta ad entrambe le forme espressive di parlarsi in una lingua comune.Il trio offrirà un’alternanza fra brani letti, recitati, ed esecuzioni di pezzi che di volta in volta gli strumentisti pensano (il più delle volte, improvvisano), consentendo al pubblico di concentrarsi sul testo e rilassarsi durante l’ascolto dei brani musicali dal vivo, in una formazione essenziale, unplugged, di soli contrabbasso e sassofono. I tre artisti racconteranno l’ultimo lavoro di De Silva “Le minime di Malinconico”.Un libro che gioca con la nostra stupidità e la nostra intelligenza. Fatto di frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircuiti spiazzanti e comicissimi. Come se Woody Allen, Groucho Marx e l’amico cretino di vostro zio si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per contosuo. IlTrio Malinconico, in attività da diversi anni, prende il suo nome da quello di Vincenzo Malinconico, protagonista di quattro fortunati romanzi di De Silva.
Il Giffoni Jazz Festival è organizzato dall’Associazione DeArt Progetti, con la direzione artistica di Annamaria Fortuna, con il sostegno della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura ed il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Giffoni Valle Piana, del Comune di Pontecagnano Faiano, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana (CARISAL), in collaborazione con il Ministero della Cultura Direzione Generale Musei Campania e del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano “Gli Etruschi di Frontiera”.
Con il partenariato di Upselling Tourism e Sofy Music. Oltre all’affiliazione delle associazione Sophia e Pro Curti.Il GJF 2021 è un evento interamente dedicato alla cultura e al linguaggio jazz, alla tradizione e ai nuovi linguaggi riguardanti la musica elettronica, alle contaminazioni. Un Festival musicale ricco di concerti, jam session, masterclass, laboratori didattici, approfondimenti con momenti creativi e ricreativi, il cui obiettivo è favorire la formazione di giovani artisti, ospitando musicisti di fama internazionale con progetti culturali d’alto calibro.
Nelle precedenti edizioni, tra gli oltre cento musicisti che si sono esibiti, spiccano artisti di livello internazionale come lo statunitense Richard Bona (Joe Zawinul, Mike Stern, George Benson, Branford Marsalis, Chaka Khan, Bobby McFerrin, Steve Gadd, PatMetheny Group), il contrabbassista israeliano Avishai Cohen (Chick Corea e Claudia Acuña), il sassofonista romano Stefano di Battista e il bandleader e chitarrista-producer barese Nicola Conte. -
Il ballo delle pazze: il film di Mélanie Laurent
Il ballo delle pazze (2021) è un film di Mélanie Laurent ispirato dall’omonimo romanzo di Victoria Mas.
Il lungometraggio mostra la situazione dei manicomi in Francia durante il XIX secolo, periodo in cui la medicina iniziava a muovere i primi passi verso lo studio dei disturbi legati alla pazzia e collegati ad un mal funzionamento neurologico.
Il luogo in cui si svolge la pellicola è la Salpetriere, progettato nel 1656 dall’architetto Liberal Bruant su incarico del re di Francia Luigi XIV, che oggi è un rinomato centro ospedaliero universitario di Parigi.
La Salpetriere inizialmente era nata per altri scopi: era più precisamente una prigione, nel tempo si è trasformata in un manicomio in cui venivano rinchiusi coloro che potevano nuocere alla società e alla politica del tempo.
Molte delle persone che vi albergavano non erano realmente affette da disturbi mentali, erano semplicemente esseri umani che vivevano male e mal tolleravano i costumi del tempo e i codici comportali da seguire per “il quieto vivere” sia privato che pubblico.
Non era difficile trovare all’interno di questa struttura donne che volevano vivere più liberamente la propria vita non sposandosi o non potendo godere della stessa parità e dignità sociale al pari di un qualsiasi uomo, che decideva di intraprendere lo stesso percorso. Tali desideri, al tempo, venivano considerati folli.
Una malattia spesso diagnosticata, a quel tempo, era la malinconia, una follia senza febbre o furore, accompagnata da timore e da tristezza. Su questo periodo storico, sul concetto di follia, di malinconia e sul ruolo sociale e politico della Salpetriere ne ha parlato in modo dettagliato Michel Foucault, noto filosofo e storico della filosofia, nel suo libro Storia della follia nell’età classica (1961).
Ecco come descriveva il filosofo questo disturbo mentale nel suo libro:
Le cause evidenti della malinconia sono tutto ciò che fissa, esaurisce e turba gli spiriti; grandi e improvvise paure, violente emozioni dell’anima causate da trasporti di gioia o da violente emozioni dell’anima causate da trasporti di gioia o da vive impressioni, lunghe e profonde meditazioni su uno stesso oggetto, un amore violento, le veglie, e ogni veemente esercizio dello spirito, soprattutto se impegnato di notte; la solitudine, il timore, l’isterismo, tutto ciò che impedisce la formazione, la rigenerazione, la circolazione, le diverse secrezioni ed escrezioni del sangue, particolarmente nella milza, nel pancreas, nell’epiploo, nello stomaco, nel mesenterio, negli intestini, nelle mammelle, nel fegato, nell’utero, nei vasi emorroidali; per conseguenza, il male ipocondriaco, certe malattie acute mal guarite, soprattutto la frenesia, tutte le medicazioni o le escrezioni troppo abbondanti o soppresse, e quindi il sudore, il latte, le mestruazioni, i lochi, il ptialismo e la rogna.
In breve la malinconia era ovunque.
Il ballo delle pazze di Mélanie Laurent: trama del film
Protagonista della pellicola è Eugénie (Lou de Laâge), una giovane donna borghese, radiosa, piena di vita e di curiosità verso il mondo.
Sin da piccola scopre di avere una connessione speciale con il mondo metafisico: sente e vede gli spiriti dei defunti. Eugénie riesce a tenere nascosto il segreto fin quando una sera mentre sta spazzolando i capelli alla nonna, come è solita fare tutti i giorni, all’improvviso entra in trance e con sguardo assente inizia ad aprire dei cassetti, trovando un antico monile di famiglia.
Il gioiello era della nonna, che credeva di averlo perso da oltre quarant’anni, era un pegno d’amore che il marito le aveva regalato in gioventù. Quando la donna chiede alla nipote come avesse fatto a trovarlo, Eugénie risponde che gli ho la detto il nonno, morto da ormai tanti anni.
Da qui la decisione del padre di rinchiuderla a la Salpetriere soprattutto a fronte di richieste passate della figlia, che voleva frequentare caffè letterari e uscire da sola per la città. Atteggiamenti poco convenevoli per la società del tempo e che avrebbero potuto pregiudicare il buon nome dell’intera famiglia.
All’interno di questo manicomio la giovane entra in contatto con molte donne che come lei, che di insano hanno ben poco e inizia a rendersi conto che molte degenerazioni mentali sono causate stesso dalle “cure” che i medici assegnano. Molte donne recluse diventano delle cavie che vengono mostrate dai medici solo per alimentare un lustro accademico, come fossero animali da circo.
Questo messaggio è reso più chiaro durante il ballo che, una volta all’anno, si organizza alla Salpetriere in cui sani e folli si mascherano e si uniscono, confondendosi. Un’immagine che rende chiaro il confine labile, sottile e a volte impercepibile che intercorre tra normalità e pazzia.
Per scoprire il resto non vi resta che guardare Il ballo della pazze di Mélanie Laurent su Amazon Prime Video.
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A Paestum “Canzoni al vento” il primo campus estivo per cantautori
Si svolgerà dal 15 al 19 giugno a Paestum (Sa) il campus estivo di songwriting Canzoni al Vento, progetto formativo organizzato e prodotto da Nu’Tracks. Ideatori del campus sono gli artisti Claudio “GNUT” Domestico (cantautore, chitarrista, produttore artistico e compositore di colonne sonore dalla lunga militanza nel circuito musicale italiano), il frontman del gruppo folk/rock Foja Dario Sansone (cantautore nonché disegnatore e regista presso la factory Mad Enterteinment) e Francesco Di Bella noto sin dagli anni 90 come cantante, compositore e leader della storica band partenopea 24 Grana.Le iscrizioni al camp sono aperte fino al giorno 14 giugno e sarà strutturato come un vero e proprio Festival della canzone d’autore: masterclass, concerti serali (fruibili anche a chi non è iscritto al camp) e dibattiti contribuiranno a rendere l’intero evento un incubatore culturale di rilevanza nazionale per il circuito cantautoriale.
Si vivranno momenti di musica unici e irripetibili: tanti artisti insieme che, in un’atmosfera di intimità e apertura al pubblico, daranno vita a delle esibizioni inaspettate e sorprendenti. Il tutto all’interno di una cornice di Paestum che regala tramonti di indescrivibile bellezza, immersi nella natura e a pochi passi dal mare e dai famosissimi Templi.Spazio anche ai concerti – rigorosamente aperti a pubblico – che per cinque appuntamenti esclusivi completeranno un’irresistibile combinazione di mare, cultura e storia dove è garantita la convivialità, in sinergia con l’ambiente e i formatori. Ogni giorno a fine corso i formatori, allievi e special guest si trasferiranno in riva al mare per l’esibizioni dal vivo.Canzoni al Vento: il programma
Mercoledi 15/06 Pier Cortese
Giovedi 16/06 The Niro
Venerdi 17/06 Alessio Arena
i primi quattro appuntamenti si svolgeranno presso La Locanda del Mare di Paestum
Infine Sabato 18/06 Riccardo Sinigallia con Gnut, Dario Sansone e Francesco di Bella, suonerà presso il Dum Dum Republic di Paestum.Tutti i live inizieranno alle ore 21:30con biglietto acquistabile al botteghino di euro 10Dichiara Francesco Di Bella:
Il Camp nasce dall’esigenza di condividere pensieri intorno alla scrittura di canzoni, “mettere a giro” le esperienze accumulate nel tempo riguardo ai vari aspetti che si affrontano approcciandosi a testo e musica. E’ un laboratorio intensivo che si occuperà di affrontare nei cinque giorni di svolgimento tutto il processo creativo dall’ispirazione alla chiusura di un brano ed la sua esecuzione dal vivo.Aggiunge Dario Sansone:
Con i giovani cantautori ci confronteremo sulla forma canzone studiando la struttura, la storia, gli elementi che la caratterizzano, la canzone attraverso i generi musicali, tecniche di composizione e approfondimenti su i grandi autori, il valore di una produzione artistica e molto altro. Ci saranno le masterclass e i concerti degli ospiti che ci verranno a trovare. Avremo un confronto diretto sulle canzoni dei partecipanti e condivideremo il palco con loro il 18 giugno al Dum Dum Republic.Conclude Claudio Gnut Domestico:Non esiste un metodo per imparare a scrivere testi e musica e proprio per questo diventa importantissimo e altamente formativo il confronto e la condivisione con persone che hanno la stessa passione. Il nostro è un laboratorio, un raduno di appassionati di songwriting. Una situazione in cui mischiare le esperienze significa crescere tutti insieme.
6 comments on Messia: il rapper freestyle che improvvisa a suon di beatbox
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