Grande attesa per l’Open Day che avrà inizio con la presentazione dell’Offerta formativa dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Rinaldo d’Aquino” di Montella, che si terrà sabato 15 Gennaio, a partire dalle ore 16.30, in diretta streaming mediante la piattaforma dedicata della scuola G-Suite, attraverso la app di Meet. La manifestazione, dedicata all’orientamento dei giovani che intendono iscriversi a un corso di studi per conseguire la maturità, darà al “d’Aquino” l’opportunità di aprire le porte ad esperienze virtuali in laboratori tematici per illustrare agli interessati i suoi indirizzi e percorsi di studio: Chimica materiale e biotecnologie, Elettronica ed elettrotecnica, Informatica e telecomunicazioni.
I docenti e gli studenti esporranno a genitori e alunni l’offerta formativa dell’Istituto, in uno scambio intersoggettivo, in una modalità paritaria di lavoro e di cooperazione, coniugando le loro competenze con quelle ancora in formazione degli studenti presentando lezioni laboratoriali attraverso esemplificazioni di elettronica ed elettrotecnica ed informatica. Infine, prenderanno vita attività inerenti la chimica e la biologia in cui, in maniera collaborativa, ci sarà il coinvolgimento di tutti i presenti.
In un clima di fattiva collaborazione, di scambio culturale e di interazione di pensieri, nell’area live, si terrà l’incontro-dibattito tra gli alunni e gli ospiti presenti, referenti delle aziende leader nazionali ed internazionali e dell’Amministrazione Comunale sul tema “SCUOLA E INDUSTRIA 4.0” affinché le varie anime del territorio possano fondersi, conoscersi, nonché confrontarsi per poter dare alle generazioni future giuste indicazioni per una scelta che sia culturalmente valida e perché abbiano, sin da ora, il coraggio di guardare avanti, pensando al proprio domani, in vista di un inserimento proficuo e soddisfacente nel mondo del lavoro. All’incontro interverranno il Comune di Montella, ACCA Software S.p.A., E.B.I S.r.l. ed Altergon Italia.
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Il MEC-Mercatino Enogastronomico a Certosa sulla Strada delle Abbazie
Pasqua golosa, sapori genuini in scena: il MEC- Mercatino Enogastronomico della Certosa on the road per questa Pasqua 2022, in casa e in trasferta.
Nei giorni di Pasqua e Pasquetta, 17 e 18 Aprile, decine di produttori ed espositori animeranno l’area verde su cui si affaccia la Certosa (via del Monumento, Certosa di Pavia) offrendo a golosi e turisti una carrellata di prodotti – tutti a filiera corta – come riso del Pavese, salame di Varzi, formaggi e salumi dell’Oltrepò e dolci come le offelle di Parona, praline e pasticceria secca, grappe e birra artigianale. Ed ancora miele, vini, salumi di suino e d’oca, pasta fresca, confetture, distillati, olio. Gli organizzatori hanno previsto una ulteriore data domenica 25 Aprile: stesso format ed eccellenze a prova di goloso per foodies ed enoturisti.
Il MEC-Mercatino Enogastronomico della Certosa, non tutti lo sanno ma in certe occasioni si trasforma e si caratterizza per la sua ubiquità: infatti, il lunedì di Pasquetta le sue eccellenze wine & food saranno presenti anche a Morimondo, alle porte di Milano, destinazione Corte dei Cistercensi.
A chi fosse alla ricerca di un’idea su come trascorrere Pasqua e Lunedì dell’Angelo, il MEC dà quindi la possibilità di una gita golosa a Certosa di Pavia ed in quel di Morimondo. Due località che si caratterizzano per bellezza e storia: il MEC offre, infatti, l’occasione per coniugare gusto e cultura con una gita fuori porta: enogastronauti e turisti a breve raggio potranno scoprire realtà dove arte e cultura si fondono e dove lasciarsi andare alla meraviglia di trovarsi in luoghi bellissimi, carichi di storia e spiritualità.
L’Abbazia di Morimondo è visitabile dalle 15 alle 18. Per la Certosa di Pavia gli orari di visita sono dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30 (ingresso gratuito, info allo 0382 925613). Meteo permettendo, entrambe le location sono facilmente raggiungibili anche in bicicletta, oltre che in auto e con il treno.
Morimondo: la storia
La storia di Morimondo ruota intorno alla vicende della sua abbazia e dei monaci dell’ordine dei Cistercensi che la fondarono: giunti nel 1134, dodici monaci del monastero di Morimond in Borgogna diedero inizio alla costruzione del monastero, concluso solo nel 1297.
La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l’austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l’opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio.
L’esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi; la facciata presenta un taglio a capanna, il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L’interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all’intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522.
Certosa di Pavia: la storia
La Certosa di Pavia è stata dichiarata monumento nazionale italiano nel 1866 diventando così proprietà del Regno d’Italia. Eretta a partire dal 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti come sacello funebre della famiglia, il monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473. La facciata venne realizzata successivamente dai fratelli Mantegazza e da Giovanni Antonio Amadeo (la parte inferiore) e da Lombardo nel XVI secolo (la parte superiore).
La facciata, marmorea, è stata disegnata tassello dopo tassello da scultori e architetti, con angeli, monarchi e statue di santi. Un autentico tripudio di affreschi, ori, lapislazzuli e lacche e un’arte unica: bassorilievi e dipinti famosi come il “Padre eterno benedicente” del Perugino si vanno a sommare alle figure dipinte dagli antichi Certosini, che si affacciano dall’alto da finestre trompe l’oeil.
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Franco Fiordellisi invita i politici locali a fare meno annunci propagandistici in favore di azioni concrete
Una telefonata alla sede Cisl di Avellino che comunicava la presenza di una bomba ha creato preoccupazione e allarme nel capoluogo irpino.
La tensione ovviamente è alta soprattutto se pensiamo all’episodio di alcune settimane fa in cui è stato fatto esplodere un ordigno davanti l’ingresso provinciale dell’impiego in via Pescatori.
A prescindere se si tratti, per quanto riguarda l’allarme bomba nella Cisl, di un atto di emulazione o di semplice e infelice mitomania, questi sono episodi che manifestano un malcontento da parte dell popolazione.
Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, esprime come prima cosa vicinanza ai colleghi della Cisl IrpiniaSannio e al segretario generale Doriana Buonavita e poi si sofferma su cosa stia portando a queste azioni. Per il segretario generale della Cgil di Avellino sono il chiaro segnale di una popolazione che soffre soprattutto per questi tipi di allarme.
Come sindacati siamo in prima linea e da tempo avvertiamo un malessere diffuso che sta crescendo, anche per una serie di annunci fatti dai vari livelli gorvenativi, regionali e nazionali che, per molti, non si tramutano in risposte economico sociali perché c’è questo o quel particolare che non permettte di accedere a qualcosa.
Sicuramente cavalcando l’onda della pandemia molti politici locali e non hanno pontificato e promesso incentivi economici che, purtroppo, non sono giunti a tutti. Dunque si è arrivati ad un punto in cui le promesse non bastano perché nella realtà si sta concretizzando poco o nulla.
Un messaggio che deve essere ben compreso è che la disparità economica già presente prima, soprattutto nelle aree interne, sta diventando ancora più netta, visibile e tangibile.
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Lanciata la quinta edizione del concorso di fotografia ispirato a Frank Cancian
Lanciata la quinta edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi” sul tema “Un paese italiano, 2021”, ispirato al ritratto fotografico della comunità di Lacedonia (Av) realizzato nel 1957 Frank Cancian e custodito dal MAVI.
Le opere devono essere realizzate a partire dall’1 gennaio 2021. Scadenza del bando 31 dicembre 2021.
Il concorso è stato lanciato a Luzzara (Re) nel corso di un incontro fra i progetti nati a Lacedonia in merito al fondo Cancian e a Luzzara a partire da “Un paese” di Paul Strand e Cesare Zavattini.Al via la quinta edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi”, un’iniziativa legata a un progetto museale nato in un piccolo paese del sud interno che si sta facendo conoscere di fronte a una platea ormai internazionale. Il concorso è legato al fondo fotografico dello statunitense Frank Cancian (www.frankcancian.net) custodito a Lacedonia (Av) nel MAVI / Museo Antropologico Visivo Irpino. Il tema di quest’anno è “Un paese italiano, 2021” e i partecipanti dovranno inviare opere realizzate a partire dall’1 gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021.
Il lancio è stato effettuato quest’anno a Luzzara (Re), dove è in corso un evento di tre giorni denominato “Un paese ci vuole – Territori fotografici” nel quale una delegazione della Pro loco “Gino Chicone” e dell’associazione LaPilart per il MAVI di Lacedonia è ospite della Fondazione Un Paese di Luzzara per un gemellaggio culturale tra due paesi che sono stati oggetto di approfondita osservazione fotografica: Luzzara con il progetto “Un paese” di Paul Strand e Cesare Zavattini, pubblicato nel 1955, e con le successive stratificazioni di ritratti fotografici della comunità realizzati da grandi fotografi (tra cui Gianni Berengo Gardin e Steven Shore); Lacedonia con i 1801 scatti a forte impronta etnografica realizzati dal ventiduenne Frank Cancian nel 1957 grazie a una borsa di studio Fulbright, che saranno oggetto di studio e divulgazione solo molti decenni più tardi con le iniziative della Pro Loco di Lacedonia,
dell’associazione LaPilart e dell’amministrazione comunale con la nascita del MAVI, nonché del Museo delle Civiltà e dell’ICPI (Ministero della Cultura).Con il concorso annuale – organizzato da LaPilart in collaborazione con la Pro Loco “Gino Chicone” e il sostegno del Comune di Lacedonia – vengono selezionate da una giuria di alto livello tecnico 20 opere fotografiche più meritevoli, che vengono esposte in una mostra conclusiva annuale inaugurata nell’ambito dell’evento “1801 passaggi”. Durante l’evento vengono proclamate e premiate tre
opere vincitrici. Anche quest’anno, inoltre, la famiglia del fotografo e antropologo Frank Cancian, scomparso il 24 novembre 2020, assegnerà il premio speciale Frank Cancian a una delle 20 fotografie finaliste selezionate dalla giuria.
Una serie di 20 foto di Frank Cancian costituisce la base del concorso, nel quale gli autori vengono chiamati a presentare proprie foto scattate in Italia che trovino riferimento nelle foto di Cancian realizzate a Lacedonia nel 1957 e che propongano una libera reinterpretazione attualizzata di quelle immagini.Così come Cancian si recò a Lacedonia “per capire come le persone vivevano e per fotografarne la quotidianità”, allo stesso modo la richiesta ai nuovi autori è quella di prendere spunto dai temi e dai soggetti del 1957 per raccontare come tutto questo possa essere tradotto nell’oggi. Una traduzione – e in certi casi un cambio di senso – dato alle azioni, ai gesti quotidiani e ai luoghi che ovviamente non sia conseguenza soltanto del naturale cambiamento che il trascorrere del tempo impone, ma costituisca anche una riflessione sulle nuove sfide che la società odierna è chiamata a vivere.
Dopo lo svolgimento del concorso, la mostra fotografica presenta quindi la serie di 20 foto di Cancian posta a base del concorso e i 20 scatti selezionati dalla giuria fra tutti quelli presentati dai partecipanti.
Anche per l’edizione 2021 la selezione delle foto finaliste e vincitrici spetta a una giuria di esperti di primo piano, costituita da:• Simona Guerra (coordinatrice): esperta in ordinamento e valorizzazione di archivi fotografici, autrice di biografie di fotografi e saggi di fotografia;
• Massimo Cutrupi: fotografo dell’ICPI – Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura.
• Francesco Marano: antropologo e artista, professore associato dell’Università della Basilicata, direttore della rivista peer reviewed Visual Ethnography.
Il progetto “1801 passaggi” è ideato e realizzato dall’associazione LaPilart in collaborazione con la Pro Loco Gino Chicone.
Mediante questa iniziativa, alla creazione dell’archivio fotografico dell’opera di Frank Cancian presso il MAVI di Lacedonia si affianca un concorso-mostra con cadenza annuale. “1801 passaggi” è un percorso/confronto tra passato e presente che, proiettato negli anni a venire, coniugando lo sguardo etnografico con la fotografia e indagando l’evoluzione dell’essere umano, si propone un duplice obiettivo:
da una parte quello di divulgare il lavoro fotografico di Cancian come documento storico-etnografico relativo al passato di una comunità e, più in generale, di una forma di vita come quella dei piccoli borghi rurali del Meridione italiano; dall’altra, acquisire all’archivio del MAVI nuove immagini fotografiche selezionate utilizzando le fotografie di Cancian come chiave di lettura di piccole realtà sociali nelle loro trasformazioni contemporanee, raccogliendo in questo modo una testimonianza dinamica dei cambiamenti della persona e della società e dell’evoluzione dello sguardo fotografico su di esse.
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