Al mio paese l’inverno dura migliaia di giornate.
Ho quarantanove anni e ne ho passati almeno 45 nell’inverno. Quasi mezzo secolo in poche centinaia di metri, esposto come un lenzuolo abbandonato allo stesso vento, alla stessa neve. Quella che viene ogni tanto, sempre da un lato, sempre da oriente, una neve che non cade mai calma, mai lenta, la neve che non si posa sui tetti ma s’incolla alle finestre.
Sono rimasto per credere alle nuvole, alla luce, al grano che sale.
Ho provato e comincio a trovare scampo e sollievo nei dintorni, ma per lungo tempo ho visto anime inerti, cuori senza punta, pronti a rotolare in ogni direzione. Paesi senza popolo, dove i muti in genere sono i più generosi.
Questo mio paese ha nelle vene il sangue di mulo, ma nessuno sa mettergli ai piedi il ferro che serve a camminare. E allora si sta fermi dentro un dolore cattivo, dentro una gioia piccola e sottile come gli asparagi di bosco.
Franco Arminio, paesologo
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Il secondo anno de Il Plurale
Siamo arrivati al secondo anno di vita de Il Plurale. Quest’anno abbiamo deciso di festeggiarlo perché se esistiamo è soprattutto per voi che ci seguite e ci rendete partecipi dei vostri progetti e delle vostre iniziative. Quindi il video in home rappresenta un augurio per tutti voi.
Più che un’autocelebrazione, questo, è un modo per ringraziarvi e per ricordare insieme a noi questo anno che sta per terminare e che non dimenticheremo facilmente.
Il 2020 ci ha cambiati, ci ha limitati ma al tempo stesso ci ha fortificati perché mostrando la nostra fragilità e dovendone fare i conti, prevalentemente con noi stessi, l’unica alternativa possibile a nostra disposizione è stata quella di combattere, ciascuno per come ha potuto.
Questo anno per il mondo della cultura, non è stato un periodo semplice, e il non poter partecipare o organizzare eventi aggregativi ha dato il colpo di grazia all’abbrutimento dell’anima.
La cultura esiste perché è il nutrimento essenziale per l’essere umano e nonostante gli sforzi di qualcuno, che ha deciso di organizzare eventi o incontri online, la cultura si fa dal vivo perché ha bisogno del calore umano e della presenza.
Il 2020 probabilmente ci ha insegnato a non dare nulla per scontato e ad apprezzare la libertà e le piccole cose che nella normalità ci sembravano insignificanti ma che, con il senno di poi, abbiamo compreso essere fondamentali.
Ci siamo resi conto dell’importanza dei piccoli gesti, come gli abbracci che ancora non riusciamo a poter dare liberamente o all’importanza di trascorrere una serata, facendo ciò che più ci piace ma all’aperto e in mezzo alla gente.
Probabilmente ci siamo resi conto che noi non siamo solo macchine produttive per il sistema economico e politico ma anche tanto altro che per la società non conta ma per noi, invece, sì.
Mi sento proprio di scrivere che davvero ciò che più conta è quello che è invisibile agli occhi ed è per questo motivo che nonostante tutto dobbiamo ricordare questo 2020 come un anno che ci ha insegnato molto. Ora tocca a noi decidere se abbiamo appreso e accolto la lezione oppure no.
Un abbraccio virtuale a tutti da Il Plurale!
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Se il centrodestra smettesse di farsi male
Se Sabino Morano e Cosimo Sibilia invece di pugnalarsi davanti e dietro il palcoscenico della politica prestassero attenzione agli umori degli elettori e simpatizzanti con il distacco degli osservatori, giungerebbero alla stessa conclusione: il centrodestra è tutt’altro che morto, anzi la sua base elettorale tiene, ma per vincere e tornare ai fasti di un tempo ha bisogno di essere unito e compatto. Qualsiasi altro atteggiamento, qualsiasi ipotesi strategica alternativa, lo vede sul viale del tramonto.
Il centrodestra non vive senza la Lega e senza Fratelli d’Italia. Il centrodestra non vince senza Forza Italia. C’è un do ut des vitale tra le due anime, un legame per cui l’una non può fare a meno dell’altra, pena l’emarginazione: l’anima più radicale dà all’anima moderata la patente di un’opposizione vera al Pd in crisi e alle numerose liste civiche di centrosinistra; Cosimo Sibilia e Forza Italia offrono ai loro alleati il passaporto per presentarsi di fronte all’elettorato moderato come un’alternativa di governo affidabile.
Per alcuni versi le differenze, invece di essere un limite, un handicap, in un quadro unitario si possono trasformare in risorse, in qualità. In un paese diviso tra forze di sistema e anti-sistema (e non va dimenticato che le seconde sono prevalenti), un centrodestra unito e organizzato sulle due anime potrebbe dialogare con entrambi i campi, potrebbe addirittura assumere nello scenario tripolare della politica cittadina una singolare centralità.
È un concetto, questo, che Morano ha recepito con le sue prediche sull’unità e con l’immagine e il ruolo che ha scelto per sè: «Io -non si stanca di ripetere- posso essere il federatore del nuovo polo di centrodestra. Siamo una grande forza politica che deve fare i conti col consenso».
Un presupposto, questo, che è stato già risolto alle scorse elezioni di Primavera.
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Gino rifletti,
la Lega non è Forza ItaliaPrimo passo falso di Gino Cusano, unico consigliere comunale della Lega ad Ariano Irpino, che si accoda agli 11 di Domenico Gambacorta a dispetto della volontà dei suoi elettori e lascia il Consiglio comunale prima della terza votazione valida per l’elezione del presidente dell’assise.
Paradossale la scelta di un capo-bastone del vecchio sistema irpino, un uomo di “gestione”, da parte di una forza giovane e di rottura come la Lega.
Una scelta tuttavia rivelatasi giusta e vincente fino a ieri in quanto il 9% conquistato dal Carroccio sul Tricolle è risultato determinante per far saltare gli schemi e le gerarchie consiliari.
La sconfitta del sindaco uscente Domenico Gambacorta e del sistema di potere cristallizzato che rappresentava porta anche la firma di Gino Cusano, lo storico luogotenente di Cosimo Sibilia, da sempre alfiere anti-gambacortiano nell’arianese.
Candidarsi a presidente del Consiglio comunale o restare a guardare.
Ecco la scelta che il dato elettorale avrebbe suggerito a Cusano: nè con Franza nè con Gambacorta. E stop ad accordi al di fuori del luogo deputato al confronto: il Consiglio comunale.
Qualcuno dica a Cusano che la Lega non è Forza Italia e che ci sono ragazzi, gli stessi che ritroverà nel fine settimana a Montella, alla festa dei Giovani della Lega, che sono determinati a far saltare il sistema baronale arianese, non a fornirgli una terza gamba.
5 comments on Nevica e ho le prove
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