Si è appena concluso un evento epocale. Per la prima volta si è celebrata in Irpinia la Festa della Lega, evento destinato a ripetersi nei prossimi anni.
Nei Comuni di Montella e Cassano la macchina organizzativa predisposta da Sabino Morano, Massimo Bimonte e Giuseppe D’Alessio ha organizzato una due giorni di convegni e tavoli tematici a cui hanno preso parte i vertici nazionali e regionali del Carroccio Andrea Crippa e Gianluca Cantalamessa.
Nei borghi dell’Alta Irpinia la Lega ha raggiunto alle ultime Europee risultati bulgari e forte è stato lo scossone impresso dalle popolazioni locali al vecchio sistema clientelar-democristiano.
Da qui la necessità non solo di festeggiare i successi ma anche di fare il punto della situazione in un partito in forte ascesa che fa i conti con la crescita repentina del consenso ma, purtroppo, anche con l’ingresso di trasformisti e disturbatori. Ecco allora che la due giorni è servita a prendere le decisioni che influenzeranno la vita del partito nei prossimi mesi.
Soddisfatto il segretario provinciale della Lega, Sabino Morano, che con il suo carisma dovrà dare la carica ai sostenitori per continuare il percorso di crescita politica e radicamento territoriale egregiamente avviato.
Meriti che Morano condivide con il suo alter ego del movimento giovanile, Giuseppe D’Alessio.
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Lega per l’Italia spiega una delle patologie dei sistemi presidenziali
Lega per l’Italia è un partito nato nel 2011 che nasce con l’idea di rendere l’Italia più coesa e forte, mettendo insieme i vari movimenti e partiti autonomi presenti nel Paese con l’intento di rappresentare nelle sedi istituzionali le esigenze e i bisogni di tutti gli italiani.
Per far comprendere nel migliore dei modi parte del pensiero che anima Lega per l’Italia, Luigi Pergamo, Presidente nazionale del partito, presenta l’ideologia del movimento, spiegando una patologia del sistema presidenziale: quella relativa al governo diviso.
Lega per l’Italia
Lega per l’Italia parla delle problematiche inerenti il governo diviso
Secondo Lega per l’Italia i sistemi presidenziali possono andare incontro principalmente a tre tipi di patologie: il governo diviso sinonimo di ingovernabilità, la presidenza imperiale da cui può scaturire un regime autoritario e infine la dittatura personale. Ciò perché volendo pensare a casi estremi di governabilità un presidente potrebbe approfittare del proprio ruolo istituzionale e dopo anni di governo potrebbe facilmente impossessarsi del potere, trasformandolo in regime o in una democrazia autoritaria.
Analizziamo la prima delle patologie relativa al governo diviso in cui verrà analizzata la problematica e il suo rimedio.
Il problema del governo diviso rappresenta il problema maggiore del presidenzialismo, in particolare di quello statunitense, che è costituito dalla presenza in carica di un presidente il cui partito non abbia la maggioranza nei due rami del congresso. In questo caso, il presidenzialismo dà luogo a quello che viene definito governo diviso. Del governo diviso conosciamo le difficoltà decisionali che il presidente non di rado cerca di superare in maniera clientelare o in maniera retorica. Nel primo caso tenta di scambiare le risorse di cui dispone con i voti dei rappresentanti non del tutto ostili.
Nel secondo caso, cercherà di convincere l’elettorato a far pressione sui suoi rappresentanti affinché sostengano il presidente eletto direttamente. Infine, il superamento può essere anche autoritario, se il presidente ricorrerà a minacce o farà pressioni sugli organismi di sicurezza e militare che ha il potere di controllare. È un grosso rischio perché ciò che inizia come una semplice necessità può aprire la strada a un presenzialismo di tipo autoritario e trasformare il regime in una dittatura. Non sono rari neanche metodi clientelari cioè i voti dei parlamentari comprati con poltrone, incarichi o, addirittura, in denaro.
Il rimedio al governo diviso, secondo Luigi Pergamo, Presidente nazionale di Lega per l’Italia, è quello di una elezione del presidente e del parlamento che devono essere eletti simultaneamente e allo stesso modo dovranno decadere in seguito. Questa è una decisione cruciale che delineò anche Giovanni Sartori nel 2004. Ciò è necessario per evitare che spostamenti dell’opinione pubblica, nel tempo possano lasciare il presidente senza una maggioranza.
Non si può stare dietro ai mutamenti dell’opinione pubblica altrimenti diventa impossibile impostare una politica coerente a lungo termine. In effetti è strettamente necessario che l’elezione del Parlamento e del Premier avvengano nello stesso tempo.
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Cosa pensano i napoletani delle prossime Regionali in Campania
Siamo ormai agli sgoccioli della campagna elettorale in vista delle prossime Regionali in Campania. Sono molti i pronostici che ciascun candidato ha avuto la premura di comunicare e rendere pubblici ma qualcuno si è chiesto cosa pensano realmente i votanti?
Insieme a Mariangela Merola, candidata alle prossime Regionali in Campania con PRI Lega per l’Italia per la circoscrizione di Napoli e Provincia – Caserta e Provincia, siamo andati in giro per Napoli per avere un’idea reale dalle parole di quelle persone che non fanno politica ma che decideranno le sorti delle prossime elezioni.
La candidata, in veste di semplice inviata, ha chiesto alle persone cosa si aspettano dalle prossime elezioni e cosa vogliono che faccia un consigliere regionale in Campania.
Le risposte, come potete vedere nel video in home, sono diverse ma è palese una grande sfiducia nei confronti della politica e dei politici. Da molte risposte infatti abbiamo compreso che in molti non andranno a votare e non per paura del Covid ma per la mancanza di fiducia riposta nei rappresentati politici e nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarli.
Ciò dovrebbe far riflettere su varie questioni ma la prima è che bisogna ridare dignità alla politica e alle figure che la rappresentano perché le persone n non sentono vicine le figure che dovrebbero rappresentarli ma soprattutto non si rispecchiano nelle loro azioni e decisioni.
Bisogna cambiare il modo di fare politica oggi perché in molti sono stanchi di vedere che le parole spese non trovano mai concretezza una volta terminato il tempo di propaganda elettorale.
Le persone sono stanche di non vedere soluzioni e di sentire puntualmente ciascun candidato screditare le figure ancora in carica perché ribaltando le posizioni il risultato, per la maggior parte delle persone, è sempre il medesimo.
La politica dovrebbe essere fatta per strada e le persone dovrebbero essere coinvolte nei dialoghi sempre e non solo quando è il caso di destarli in vista delle elezioni.
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Dissesto idrogeologico nelle aree interne
In regione Campania ci sono almeno 70 comuni con una popolazione esposta a rischio idrogeologico superiore a quella di Casamicciola, dove, secondo i dati ISPRA, 1 residente su 4 vive in zone a rischio. La maggior parte di questi sono piccoli comuni delle aree interne, periferici e ultraperiferici appartenenti a tutte le province campane.Pensiamo a Ottati, nel Cilento, con il 92% della popolazione, la quasi totalità, esposta a rischio idrogeologico, Greci ad Avellino con il 98% di popolazione esposta. Questi comuni, oltre a scontare un deficit di mobilità, sanità e istruzione, si trovano in contesti territoriali fragili che impongono una riflessione sul loro futuro. Una situazione che deve spingere la giunta De Luca a un deciso cambio di passo rispetto alle proposte di cementificazione del territorio avanzate fino ad oggi. Denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e Presidente della Commissione Aree interne Michele Cammarano.Conclude Michele Cammarano:L’esposizione al rischio costituisce un problema enorme, sia per il numero di vittime, come si è visto nell’Isola di Ischia, sia per i danni prodotti alle abitazioni, alle infrastrutture e all’apparato industriale e commerciale come avvenuto recentemente nel Cilento. Non si può trattare il tema del rischio idrogeologico con provvedimenti spot e figli dell’emergenza, come è stato fatto fino ad oggi, ma bisogna mettere in campo una programmazione seria e generale che mitighi il rischio e tuteli l’incolumità dei nostri concittadini. Lo spopolamento, la carenza di servizi e il deficit di sviluppo delle aree interne passa anche per la messa in sicurezza di un territorio che giorno dopo giorno diventa sempre più fragile.
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Morano: «Siamo una comunità che cresce»
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