Mercoledì 16 marzo, alle 21, la decima puntata del contest del teatro della Canzone napoletana, alla ricerca delle nuove voci “esplosive”.
Ideato dal direttore artistico Marisa Laurito e presentato da Gennaro Monti con Tiziana De Giacomo, il talent show vede i concorrenti – da cinque a sette per serata – che si esibiscono sul palco del teatro, per il pubblico presente in sala e per i navigatori collegati in diretta streaming sulla pagina Facebook del Trianon Viviani.
Al termine di ogni puntata una qualificata giuria tecnica, presieduta dal regista Bruno Garofalo, stila, a insindacabile giudizio, una classifica, tenendo conto del consenso espresso dal pubblico in sala e dai likes registrati sui social, e proclama il vincitore della serata che accederà alla fase finale. I due migliori talenti esplosivi che si aggiudicheranno la finale potranno essere inseriti nella compagnia Stabile della Canzone napoletana.

Terræmotus Neapolitan Talent
Le candidature sono aperte fino all’esaurimento delle partecipazioni previste. Il regolamento è all’indirizzo.
Tutte le serate di Tnt sono a ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.
È possibile rivedere le tappe precedenti – che hanno visto l’affermazione come vincitori di Marianita Carfora, Federica Raimo, Chiara Campitelli, Enzo Esposito, Fabiana Russo, Francesca Curti Giardina, Daniele Esposito, Elisabetta Maschio e Paola Falanga – sulla webtv del sito istituzionale e sul canale youtube del teatro.
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Avellino: Daniele Pecci interpreta
L’amico ritrovato di Fred UhlmanL’amico ritrovato, bestseller di Fred Uhlman, diventa un reading letto ed interpretato dal noto attore Daniele Pecci. La performance si è svolta presso l’Auditorium del Liceo Polivalente Imbriani di Avellino. L’amico ritrovato parla di amicizia, uguaglianza e tolleranza. Questi sono temi ancora attuali ed è importante che i giovani li approfondiscano in modo sano e costruttivo.
Il reading si apre con il ricordo di Hans Schwarz che, ormai non più giovane, ricorda i tempi della scuola e si domanda quale sia stato il destino dei suoi compagni di classe. L’uomo riporta la memoria a quando aveva 16 anni, periodo di quando ha incontrato Konradin von Hohenfels, un ragazzo proveniente da una famiglia benestante, con cui si è legato ad una profonda amicizia. Hans è ebreo a differenza di Konradin, sono entrambi figli unici e si sentono molto soli, questa condizione li porta a diventare molto amici.
Hans presenta Konradin ai suoi genitori, invitandolo spesso a casa sua. Il ragazzo ebreo invece non conoscerà mai i genitori dell’amico perché alla madre di Konradin non piacciono gli ebrei. La loro amicizia non viene ben vista dai genitori di Konradin e la situazione cambia repentinamente quando il 3 giugno del 1933 Hitler sale al potere ed Hans parte per l’America insieme alla sua famiglia. Il padre di Hans non tollerando le discriminazioni razziali decide di togliersi la vita, soffocandosi con il gas. Dopo molti anni Hans scoprirà che il suo amico Konradin ha perso la vita perché coinvolto nell’attentato contro Hitler. Questo tragico evento risveglierà i sentimenti di amicizia in Hans.
Daniele Pecci
Il reading è stato accolto positivamente dai ragazzi, presenti all’evento, che incuriositi hanno posto delle domande a Daniele Pecci. Una tra le tante riguardava il senso dell’amicizia.
L’attore ha risposto così:
L’amicizia non ha bisogno di dettami, è un innamoramento. Molto spesso è difficile incontrare realmente l’amicizia perché è un valore formativo e ad alcune età, come quella dei protagonisti del libro, è molto più semplice riconoscerla. A 16 anni si ha un’ingenuità soffusa che permette ancora di sognare e di andare oltre i pregiudizi.
Per Daniele Pecci il male più grande che abbiamo è rappresentato dall’intolleranza che nutriamo verso la povertà, da ciò si scatenano meccanismi che, se perpetrati, ci condurranno verso la disumanizzazione totale.
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Belle di faccia: un romanzo che spiega come ribellarsi a un mondo grassofobico
Belle di faccia è un libro scritto a 4 mani da Chiara Meloni e Mara Mibelli, edito da Mondadori, che spiega alcune tecniche per ribellarsi a un mondo grassofobico.
Da tempo immemore ormai viviamo con target di bellezza più simili ad un mondo immaginario rispetto a quello reale.
Siamo bombardati costantemente da immagini di corpi rifatti, modellati e modificati dai mille trucchi e filtri che permettono di dare un’immagine altra o fasulla. Il corpo perfetto non esiste, il canone estetico perfetto non esiste e non potrebbe esistere perché siamo esseri umani e ciò che ci contraddistingue da sempre è la mutevolezza e l’imperfezione.
Irene Facheris nella sua prefazione al libro scrive presenta le due autrici così:
Chiara Meloni e Mara Mibelli sono passate dall’essere due donne con un corpo costantemente giudicato, che si deridevano da sole pur di evitare le prese in giro altrui e rischiare di stare ancora peggio, al diventare due attiviste con una voce, aprire un’associazione che si occupasse esattamente di questo problema e usare Instagram come piattaforma per fare divulgazione sull’argomento e creare uno spazio che prima non c’era.
Un romanzo che spiega come ribellarsi a un mondo grassofobico
Belle di faccia: la recensione
Il libro non è altro che un prolungamento dell’attivismo delle due scrittrici che hanno deciso di non essere accomodanti ma ringhiare tutto ciò che non è accettabile sulla grassofobia.
Ecco come si presentano Chiara Meloni e Mara Mibelli:
Siamo sincere, questo libro e il nostro attivismo non esisterebbero senza una sonora incazzatura che, a un certo punto, è diventata troppo grande e strutturata per rimanere confinata nelle nostre conversazioni telefoniche e nelle nostre app di messaggistica istantanea. Di solito non siamo presuntuose, ma entrambe siamo giunte alla conclusione che questo Frankenstein che avevamo generato con la potenza delle nostre imprecazioni non potesse rimanere confinato tra noi, che bisognasse parlarne con tutte.
…
Siamo due donne cresciute negli anni Novanta e chi ha vissuto quel periodo può capirci: non era un bel momento per essere grasse. Erano gli anni delle super top model, dell’heroin chic, di Kate Moss, e riguardando oggi le nostre foto, non solo perché ora siamo più indulgenti verso noi stesse, non abbiamo potuto fare a meno di notare che non eravamo neanche grasse come ci vedevamo.
Bella di faccia è il primo testo in italiano che ha deciso di occuparsi di grassofobia, fat acceptance e di body positivity. Il libro analizza molti termini e comportamenti che vengono utilizzati per sottolineare come un corpo non sia bello nel complesso.
Come ribellarsi ad un mondo mendace
Quando si specifica che solo il viso è bello, ad esempio, stiamo sottolineando che apprezziamo solo quel particolare estetico di quella persona. Non ci sarebbe nulla di male se normalmente ci esprimessimo con con complimenti del tipo: hai un malleolo bellissimo! o Che splendide nocche hai!
Belle di faccia ci porta a pensare non solo ai classici stereotipi sociali ma anche al marketing inverso perché oggi esistono brand che sponsorizzano le over size o curvy e che incentrano campagne pubblicitarie rivolte a determinati target.
Il libro scardina diversi stereotipi e modalità di pensiero poco sincere e trasparenti. Vi consigliamo di leggerlo per avere maggiore consapevolezza dei meccanismi sbagliati che ci risucchiano quotidianamente.
Se siete interessati a letture che vanno a demolire il linguaggio e le crepe della società in cui viviamo vi consigliamo la lettura di E finsero felici e contenti. Dizionario delle nostre ipocrisie.
Buona lettura!
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18 regali: un film di Francesco Amato sul rapporto conflittuale tra madre e figlia
Francesco Amato, dopo Lasciati andare (2017), ritorna sul grande schermo con il film 18 regali un biopic, basato sulla vera storia di Elisa Girotto. Il lungometraggio mostra il rapporto conflittuale tra madre e figlia in una situazione in cui i due elementi femminili entrano in contatto in un modo non proprio alla pari.
Elisa (Vittoria Puccini) è incinta e, durante una visita di controllo per accertarsi del normale proseguimento della sua gravidanza, scopre che la bambina che sta per mettere al mondo sta bene mentre lei ha un tumore.
La donna diventa consapevole del fatto che non potrà essere vicino alla figlia, durante il tempo della crescita ed oltre, e così decide di prepararle 18 regali, che aprirà ogni anno per il giorno del suo compleanno. In questo modo Elisa decide di stare accanto a sua figlia, di farsi conoscere e di darle, a suo modo, l’amore che vorrebbe trasmetterle nonostante la morte.
L’ultimo film di Francesco Amato
Anna (Benedetta Porcaroli) nasce e crescendo non vive bene la consegna dei regali di Elisa perché li vive come una sorta di eredità difficile da sopportare infatti la ragazza decide di non ritirare il suo ultimo regalo.
Come andrà a finire lo potrete scoprire solo guardando il film, uscito nelle sale italiane il 2 gennaio.
Locandina dell’ultimo film di Francesco Amato
Da una prima visione del trailer si percepisce l’intenzione di Francesco Amato: quella di mettere in luce il rapporto conflittuale tra madre e figlia.
Alcune parole dette da Elisa, ad esempio, ci fanno capire il modo d’intendere il rapporto genitoriale che, in molti casi, oltre all’amore è manifestato dall’intenzione di dover trasmettere all’altro non solo i valori ma il proprio modo di agire nella vita e d’interpretarla, senza tener conto della vita esperenziale di un figlio che non è mai una copia conforme di quella genitoriale. Ciò dipende da diversi fattori che possono essere sociali e soggettivi e molto spesso il conflitto tra figli e genitori, in alcune età della vita che sono quelle formative per un adolescente, derivano anche dal confondere l’idea di voler trasmettere un determinato modello educativo che si differenzia dal volerlo imporre.
La frase di Elisa che palesa ciò che abbiamo appena detto è:
Cara Anna,
vorrei dirti tante cose, vorrei dirti com’è la vita e come va affrontata.
Vorrei trasferirti il mio modo di fare e di pensare.
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