Salvatore Vecchia, sindaco di Cassano e vicesegretario provinciale della Lega, è lanciatissimo verso la riconferma nel proprio comune dopo aver cinque anni fa sbaragliato tutti gli avversari.
Primo sindaco in Irpinia ad aver aderito alla Lega, rivendica la sua scelta coraggiosa e il lungo lavoro che sta portando il partito di Salvini, anche qui in Irpinia, a un capillare radicamento territoriale.
Non mancano, infine, stoccate al suo bersaglio preferito, Ciriaco De Mita, che a 91 anni si ricandida a Nusco per portare a termine il progetto pilota per l’Alta Irpina.
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Fase 2: chi riapre e come ci si può muovere
Oggi è iniziata ufficialmente la tanto attesa e discussa fase 2 su cui ci sono stati molti dubbi.
Quali sono le attività che riaprono? Come ci si può spostare senza incorrere nell’illegalità?
Procediamo con ordine.
Le attività che riaprono
Riaprono le attività legate alla manifattura, alle costruzioni e al commercio all’ingrosso legate e ai settori che saranno attivi. Oggi, in base alle statistiche riprenderanno a lavorare 4,4 milioni di lavoratori.
Per quanto riguarda le attività legate alla ristorazione: i bar e i ristoranti potranno riaprire i battenti ma solo effettuando consegna a domicio e da asporto, mantenendo le distanze interpersonali per contenere il contagio ed evitando assembramento. Infatti alcuni ristoratori e commercianti hanno adotatto la misura di consegna a domicilio per i cittadini che appartengono al territorio comunale in cui è situata la propria attività mentre per chi si trova al di fuori dei confini comunali è previsto l’asporto su fasce orarie stabilite attraverso prenotazione telefonica. In questo modo si potrebbe limitare l’assembramento.
Le attività commerciali permesse riguardano: gli alimentari, igiene della persona, le edicole, le farmacie, le parafarmacie, i tabaccai, le librerie, i negozi per bambini e neonati, i negozi di fiori e piante. A breve è prevista anche la riapertura dei negozi di biciclette.
Quali sono gli spostamenti consentiti
Con la fase 2 sono permesse le visite ai parenti, fino al sesto grado di parentela, evitando assembramenti. Con il termine congiunti si intende coniugi ovvero rapporti sanciti con la parentela, con unioni civili nonché relazioni caratterizzate da una relazione di fatto, a prescindere dal sesso. Non sono permesse le visite agli amici.
È vietato spostarsi fuori la Regione di appartenenza e di residenza.
Non è consentito recarsi nelle seconde case a meno che non ci si debba spostare per motivi legati alla manutenzione e ciò viene consentito solo ed esclusivamente se la seconda abitazione si trova all’interno della stessa Regione di residenza.
Per quanto riguarda gli studenti e i lavoratori fuori sede che, durante la fase 1 sono rimasti nella città in cui svolgono le attività legate allo studio e al lavoro, possono rientrare nel proprio domicilio ma poi non potranno ritornare nella Regione da cui sono partiti.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici la situazione, durante la fase 2, è più delicata in quanto ciascuna Regione ha il compito di indicare le norme da seguire per poter assicurare ai cittadini il funzionamento di questo servizio, indispensabile per chi ha ripreso l’attività lavorativa, evitando di creare situazioni che manchino del distanziamento interpersonale.
Vengono riaperti parchi e giardini ma non le aree gioco per i bambini e bisogna sempre mantenere il distanziamento.
Per quanto riguarda l’attività motoria è stato abolito il limite di restare nei pressi della propria abitazione quindi ci si potrà allontanare per raggiungere posti meno ameni di quelli che si avevano a portata di domicilio. Sono inoltre consentiti spostamenti in auto per recarsi in un’area apposita dove poter praticare jogging o altre attività motorie e sportive.
Lo sport individuale è permesso a porte chiuse e ciò è valido sia per altleti professionisti che non, ma devono essere dichiarati atleti di interesse nazionale dal Coni. Sono permessi allenamenti individuali in spazi pubblici o privati da parte di atleti che praticano sport di squadra.
Le Università possono svolgere esami e sessioni per le tesi di laurea in presenza ma sempre mantenendo le condizioni di distanziamento interpersonale. Sono permessi anche i laboratori e i tirocini.
Per quanto riguarda i funerali e l’ingresso ai cimiteri sono consentiti i funerali, con un massimo di 15 persone presenti e con l’obbligo di utilizzare mascherine. Sono permesse le visite ai cimiteri ma restano vietate le messe.
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Simone de Beauvoir: situazione della donna oggi
Il 9 gennaio del 1908 nasce Simone de Beauvoir, scrittrice, insegnante e filosofa oltre ad essere una delle figure più rilevanti all’interno del movimento femminista. Durante gli anni ’70 è stata in prima linea su tematiche sociali di vario genere.
Nei suoi scritti è predominante la voglia di sollevare e di trattare tematiche inerenti la condizione della donna come, ad esempio, quella dell’aborto, del ruolo della donna non delimitato al focolare domestico e dell’importanza per la donna di trovare una posizione sociale indipendente e non subordinata a quella dell’uomo.
La donna di cui parla Simone de Beauvoir è un ritratto di una donna moderna, non assoggettata ai retaggi culturali, che la vogliono ingabbiata a taluni comportamenti sociali che producono un’idea rassicurante ma non ne fanno un individuo pensante. Molti di questi temi sono ancora attuali ma, a differenza degli anni in cui ha vissuto la filosofa francese, oggi restano sospesi e senza risposta.
Mi spiego meglio.
Siamo abituate a sbandierare ai quattro venti la volontà di voler essere indipendenti, di voler cambiare la società maschilista che, ancora oggi come ieri, ci penalizza, soprattutto, a livello lavorativo.
Molto spesso quando si parla di emancipazione femminile solleviamo importanti questioni senza però trovare ad esse soluzioni o agendo, a nostra volta, in modo maschilista nei confronti delle altre donne.
Noi donne dovremmo iniziare a sganciarci da questi comportamenti e a riconoscere modus operandi che appartengono alla società maschilista perché a volte, inconsapelvomente, ci comportiamo come il sottoprodotto di quel tipo di modello che respingiamo a parole ma non nei fatti.
Potrei fare degli esempi ma non è questo il luogo giusto per farlo. Ritengo che sia più appropriato riportare alcuni passi di una conferenza di Simone de Beauvoir, tenuta in Giappone nel 1966, che spiega la situazione della donna oggi come ieri.
Le parole della filosofa esistenzialista sono attuali perché molti problemi irrisolti sulla condizione femminile sono perfettamente calzanti ancora oggi.
Ciò probabilmente dipende da una paralisi e per certi versi anche da una regressione della società, che ci porta a galleggiare su un mare di problemi a cui non si fa fronte o non lo si fa nel modo giusto.
Nel 1966 Simone de Beauvoir diceva:
Anzitutto, penso che la donna che accetti di vivere in una totale dipendenza economica nei riguardi di un uomo – destino della donna sposata classica – accetta anche di vivere in una dipendenza morale, psicologica, in una totale dipendenza interiore. E questo, trovo che nessun essere umano lo dovrebbe accettare. La donna dipendente l’accetta, perché la condizione materiale della vita è il fondamento dell’intera vita: se una donna è incapace di sopperire da sé ai propri bisogni, è costretta a sottomettersi alla volontà dell’uomo.
E in particolare se – cosa che accade di frequente- un matrimonio va male, se una donna cessa di amare il marito, si trova costretta, per ragioni materiali, a innumerevoli compromessi; è spinta a imbrogli morali, alla malafede, a ingannare se stessa, insomma a un insieme di comportamenti che ritengo profondamente riprovevoli.
Nello stesso tempo è in gioco la sua felicità: dipende dalla libertà dall’altro, dalla libertà dall’uomo. Ne ho visto una quantità di esempi strazianti: se l’uomo non ama più la moglie, se decide di lasciarla, lei si ritrova molto frequentemente senza risorsa alcuna, sia materiale sia morale, perché aveva puntato tutto sull’amore del marito ed era, anche nel suo essere interiore, nell’intimo di se stessa, interamente dipendente, al punto che non sa neppure più chi sia né nperché viva, quando non è più amata.
Affrontata la prima questione: quella dell’indipendenza economica da cui scaturiscono altre indipendenze della stessa importanza. Simone de Beauvoir prosegue, affrontando una questione ancora all’ordine del giorno: la differenza salariale tra uomo e donna.
E dice:
In tutti i campi, tanto nelle libere professioni quanto nella classe operaia, si vede succedere esattamente la stessa cosa. Ci sono state molto recentemente in Inghilterra grandi dichiarazioni di lavoratrici inglesi che si proponevano come primo obiettivo la lotta per l’uguaglianza del salario tra uomini e donne. Ma il loro portavoce aggiungeva che non c’era nessuna speranza di conseguirla prima di una decina o perfino di una quindicina di anni.
C’è stato pure un movimento davvero straordinario, tre o quattro mesi fa, in Belgio: si sono riunite delle operaie, hanno fatto manifestazioni di massa, sono sfilate nelle strade reclamando l’uguaglianza dei salari; con le loro proteste, con scioperi, l’hanno ottenuta in alcune aziende.
Questa vittoria rappresenta una speranza, un esempio; ma è eccezionale. Su questo punto, la donna è di solito profondamente svantaggiata rispetto all’uomo. Non farà una carriera brillante, non avrà successo che le dia soddisfazione, e sarà pagata meno di lui.
Il problema della disparità tra uomo e donna, oltre ad essere un problema culturale, è un problema sociale e quindi politico.
Cosa ferma il percorcorso verso la parità tra uomo e donna per Simone de Beauvoir?
Apparteniamo a democrazie borghesi e c’è in seno alla democrazia borghese una costraddizione che risalta in molti campi, in quello della donna tra gli altri. Da un lato la democrazia borghese vorrebbe essere una democrazia, cioè un regime in cui c’è uguaglianza perfetta tra tutti i cittadini. Non ci sono discriminazioni né di razza né beninteso di sesso. Di conseguenza le donne sono uguali agli uomini. È per dimostrare questo che ci hanno dato all’indomani della guerra i diritti politici, in particolare quello di voto, e si è ritenuto che dovessimo accontentarcene, che accordandoci questi diritti venissimo davvero riconosciute uguali agli uomini.
Ma d’altro lato la democrazia borghese è borghese, cioè significa che la direzione del paese appartiene a una certa classe; la quale vuole naturalmente conservare i propri privilegi, il proprio ruolo dirigente, cioè l’ordine stabilito. Qui tocchiamo un punto estremamente importante. Si tratta di dare l’impressione che siamo in democrazia, pur conservando l’ordine stabilito che è fondato sulla disuguaglianzqa. In particolare, si manterranno le donne in stato d’inferiorità.
I passi riportati di Simone de Beauvoir rappresentano un assaggio del contenuto della conferenza, che potrete leggere integralmente nel libro Quando tutte le donne del mondo…, pubblicato nel 1982 da Giulio Einaudi editore.
Con questo breve accenno su tematiche attuali, su cui sarebbe importante riflettere, abbiamo voluto darvi un breve ritratto del pensiero di Simone de Beauvoir.
8 comments on Salvatore Vecchia,
il sindaco leghista che sfida De Mita
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