Pasquale Scialò nella conferenza cantata “Sanzioni, passioni e tammurriate in bianco e nero”, per il ciclo “Città cantante 2” – giovedì 13 aprile, ore 17:00 al Trianon Viviani.
La seconda conferenza cantata di Pasquale Scialò, intitolata “Sanzioni, passioni e tammurriate in bianco e nero”, racconterà la Canzone napoletana tra gli anni Venti del Novecento e la Seconda guerra mondiale.
In questo arco temporale ci si trova immersi in una scena musicale che registra la convivenza di più correnti: accanto a creazioni dal timbro classico – come Napule è na canzone, Silenzio cantatore, Canzone appassiunata, Chiove, Passione e L’addio – si trovano brani dai colori esotici, coloniali e di regime, come La danza Ma-ka-bù, Serenata a Hitler, ‘E ssanzione, ed Evviva ’a tessera, quest’ultima composta per promuovere l’istituzione della carta annonaria.
A fine guerra è ancora la canzone, più di ogni altro mezzo, a fissare il doloroso mutamento sociale e culturale con brani che alludono alla miscegenation, ossia ai rapporti sessuali tra giovani napoletane e soldati di colore presenti in città nel corso della cosiddetta liberazione, come in Tammurriata nera.
Ospite musicale della serata il trio Suonno d’ajere.
You Might also like
-
I fratelli De Filippo di Sergio Rubini: la recensione
I fratelli De Filippo di Sergio Rubini rappresenta una sorta di sequel di Qui rido io di Martone con le dovute differenze, rappresentate dalla modalità soggettiva dei due registi di guardare i personaggi all’interno delle rispettive pellicole, unito al differente tempo che ciascun di loro ha deciso di trattare.
Il lungometraggio di Sergio Rubini si sofferma sulla storia prevalentemente artistica dei fratelli De Filippo che però resta e resterà sempre ancorata alla vita intima e familiare dei tre, che vivono una sorta di senso di riscatto derivante dalla mancanza di un’identità familiare, che gli è stata consegnata in modo equivoco.
Tutti e tre i fratelli sanno che Eduardo Scarpetta è il loro padre naturale ma tutti e tre sanno che per loro ufficialmente, moralmente e artisticamente è il loro zio.
Il film mostra le difficoltà che i tre hanno dovuto affrontare nel loro iter artistico, prima di potersi affermare e restare ai posteri per come li conosciamo oggi. Sergio Rubini ci mostra tre anime e caratteri differenti che, nonostante le loro diversità, si amano in quanto famiglia, tendendo all’unione familiare e artistica nonostante tutto.
Affermarsi nel mondo del teatro, per loro, non è solo un atto dovuto nei confronti dell’amore per l’arte che, nonostante tutto, gli ha trasmesso Eduardo ma è, soprattutto, un modo, forse l’unico che hanno, per potersi riscattare e conquistare quella dignità che, dalla nascita, gli è sempre stata negata.
Il lungometraggio segue la narrazione del biopic classico, in cui le vicissitudini artistiche e personali di Eduardo, Peppino e Titina s’incrociano e si fondono tra vita privata e teatrale, per poter dare allo spettatore una conoscenza globale e intima dei tre protagonisti.
Domenico Pinelli, Mario Autore e Anna Ferraioli Ravel nel film di Sergio Rubini
I fratelli De Filippo: i personaggi
Titina (Anna Ferraioli Ravel) è una donna forte, che ama il teatro, è risoluta ed è fiera perché nonostante sappia di non rientrare nei canoni estetici del tempo persevera per trovare un posto nel mondo del teatro e ci riesce prima nella compagnia di Totò e poi con i fratelli.
Eduardo (Mario Autore) è ambizioso, consapevole delle proprie capacità artistiche e spregiudicato nel volersi affermare a tutti i costi e in qualsiasi modo. La sua mente è brillante e veloce che insieme all’orgoglio e all’impulsività, a volte, lo conducono lontano dal riuscire a raggiungere il suo sogno, facendogli compiere scelte azzardate. Lui, in fondo, sa che insieme ai fratelli potrà avverare il suo sogno e quando la vita e gli eventi gli mettono i bastoni tra le ruote è capace di fare un passo indietro pur di riuscire a raggiungere il suo obiettivo, che poi conquisterà.
L’ultimo film di Sergio Rubini
Peppino ( Domenico Pinelli) ama il teatro ma quella parte spensierata e comica, meno impegnativa e malinconica che, invece, tanto piace ad Eduardo. Tra i tre fratelli, lui, è quello meno ambizioso perché da piccolo, crescendo in campagna apprezza le cose semplici e i legami indissolubili. Il suo scopo è quello di lavorare facendo ciò che gli piace, senza porsi troppe domande perché quando è tempo di essere incudine non ha problemi ad incassare.
I fratelli De Filippo hanno grandi capacità anche nei loro percorsi artistici individuali ma insieme rappresentano una forza straordinaria che concentra: bravura, sensibilità differenti, ironia e creatività.
Sergio Rubini con il suo lungometraggio rende omaggio non solo ad Eduardo ma anche a Peppino e Titina che sono stati ugualmente grandi artisti.
Lo spettatore viene affascinato, ammaliato e incuriosito dalle personalità differenti dei tre fratelli De Filippo perché il regista riesce a dare a ciascuno quella dimensione umana, che li rende prima esseri umani e successivamente grandi artisti.
-
Trianon Viviani La “Disarmante speranza” della piccola Amal da piazza Calenda
Mercoledì 8 settembre prossimo, alle 18, partirà dal teatro Trianon Viviani, in piazza Vincenzo Calenda, la tappa partenopea del tour italiano della piccola Amal, la bambina-marionetta siriana di nove anni, senza madre e in fuga dalla guerra.
Amal, che significa “speranza” in arabo, è una marionetta alta tre metri e mezzo, che sta girando l’Europa con il progetto the Walk, “il Cammino”, un festival internazionale itinerante di arte e speranza a sostegno dei rifugiati.Il teatro Trianon Viviani accoglie Amal con la performance Disarmante speranza, ideata e diretta dal premio Ubu Davide Iodice, con il prologo originale scritto da Valeria Parrella, realizzata nell’àmbito del Teatro delle Persone, il progetto speciale di arte e inclusione sociale curato dallo stesso regista.
Collaborano alla realizzazione Accademia delle Belle arti di Napoli, l’Altra Napoli, Amici di Carlo Fulvio Velardi, Cornelia, associazione Annalisa Durante,
Film commission Regione Campania, Puteca Celidonia e la ScalzaBanda.Spiega Davide Iodice:
Il teatro Trianon Viviani accoglie la piccola, grande Amal, nel suo cammino, stringendo con il progetto the Walk, un patto di resistenza poetica a difesa del diritto alla felicità e al futuro di tutte le bambine e di tutti i bambini.
Forcella è un quartiere complesso, dove bene e male stanno, come i rami della “Y” del suo stemma murario, in un rapporto di contiguità in cui scegliere è cosa complessa e la colpa un concetto astratto.Qui si può morire poco più che bambini come Annalisa, giovanissimi come Maikol, proprio davanti al nostro teatro; qui si può cadere come vittime innocenti o spezzarsi la vita troppo presto come Emanuele e tanti altri, per la svolta sbagliata a quella forcella, a quel bivio dell’esistenza.
Interpretando Amal come un innesco magico per una ritualità sociale dei territori, con il contributo gioioso di diverse realtà artistiche e l’energia della ScalzaBanda e di una vitalissima “armata” di bambini e ragazzi, lanceremo insieme ad Amal una dichiarazione di guerra a tutte le guerre: tutti insieme, con un gesto liberatorio, distruggeremo, risignificandola, una grande scultura raffigurante un’arma, creata dai giovani talenti dell’Accademia di Belle arti. La scultura rimarrà come opera permanente nella piazza antistante il teatro, perché non sia equivocabile la posizione che la società civile deve assumere, per garantire a Napoli, come nel mondo, un futuro pieno di vita e non di morte alle giovani generazioni. Noi questo futuro lo promettiamo, con la forza infantile di una disarmante speranza.
The Walk Amal
La marionetta è realizzata in canna modellata e fibra di carbonio ed è manovrata da quattro persone (una per ciascun braccio, una terza per sostenere la schiena e una quarta all’interno, sui trampoli, che controlla anche l’arpa, il complesso di corde che anima il viso, la testa e gli occhi).
In questo viaggio simbolico in fuga dalla guerra, Amal si è messa alla ricerca della mamma il 27 luglio scorso da Gaziantep, al confine turco-siriano. Nel suo cammino, che si concluderà a Manchester, in Inghilterra, percorrerà oltre 8.000 km toccando 65 città.The Walk Amal
Amal è stata creata dalla Handspring puppet company, la compagnia sudafricana di teatro di figura che partecipò a War horse, il film di Steven Spielberg. Nella squadra che anima Amal ci sono anche persone che hanno un passato da rifugiati.
In Italia il festival è itinerante tra dodici città ed è prodotto da Roberto Roberto e Ludovica Tinghi.The Walk è prodotto da Stephen Daldry, regista del film Billy Elliot, la produttrice cinematografica Tracey Seaward, il regista teatrale David Lan e dal Good chance theatre, con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi.
-
Vittorio Gassman attore multimediale di Arianna Frattali
Icona dell’artista quale mattatore del palcoscenico, Vittorio Gassman, come molti suoi colleghi coetanei che in età giovanile hanno esordito e si sono costruiti una solida carriera nel mondo del teatro, vive in un periodo di transizione, dove nuovi media di massa come il cinema e, soprattutto, la televisione, si affacciano prepotentemente sulla scena, stravolgendo i modelli dell’arte e i canoni dell’intrattenimento.
Come dimostra la fortuna artistica dello stesso Gassman, l’adattamento a questi mezzi risulta cruciale per imporre la propria personalità, in cui l’eclettismo e la capacità di mescolare la cultura alta a quella popolare traccia la sorte dei «nuovi attori».
Questo studio delinea un profilo artistico di Vittorio Gassman secondo un’inedita prospettiva tesa a conciliare le varie sfaccettature della sua attività, in una visione appunto «multimediale» della sua arte attoriale.
Vittorio Gassman attore multimediale di Arianna Frattali
Arianna Frattali: biografia
È ricercatrice presso l’Università del Salento e ha svolto attività di ricerca e insegnamento relative alle discipline dello spettacolo presso vari Atenei italiani.
È autrice di monografie – Presenze femminili fra teatro e salotto. Drammi e melodrammi nel Settecento lombardo-veneto (2010), Testo e performance dal Settecento al Duemila (2012), Didone abbandonata di Pietro Metastasio (2014), Santo Genet da Genet per la Compagnia della Fortezza (2019) – e numerosi saggi legati al teatro del Settecento, del secondo Novecento e del ventunesimo secolo.
9 comments on Sanzioni, passioni e tammurriate in bianco e nero
Comments are closed.