Sabato scorso in piazza Cavour a Rimini si sono alternati ben 16 artisti e band che dal pomeriggio hanno coinvolto circa 10.000 persone che hanno cantato, ballato, partecipato e aderito alla campagna di raccolta fondi a favore della Protezione civile e del Team Bota raggiungendo la ragguardevole cifra di 12.000 euro.
Il concerto ha visto la partecipazione di Worabbi e le dovute precauzioni, Federico Mecozzi (che ha aperto il suo set con una versione emozionante di “Romagna mia”), il pianista Remo Anzovino, il rapper Moder, i Rangzen (con una grande esecuzione di “Heroes”), il cantautorato ironico di Tonino 3000, le performance solitarie di Nicoletta Noè, Luca Fol, Sergio Casabianca e Crista, Andrea Amati accompagnato al piano da Stefano Zambardino, il rock and roll di Lorenzo Semprini (Miami & the Groovers), il folk di Francesco Mussoni e il gran finale con Lorenzo Kruger dei Nobraino, gli esplosivi Espana Circo Este, il Duo Bucolico che ha coinvolto una piazza gremita come raramente si è visto a Rimini e la partecipazione finale per 5 brani dello Lo Stato Sociale, conclusa con una versione acustica de “L’avvelenata” di Francesco Guccini, seguita da una versione corale di “Romagna mia” con tutti gli ospiti sul palco.
Un concerto che a detti dei molti partecipanti è stato qualcosa di speciale, magico, anche grazie alla disponibilità e professionalità degli artisti, dei tecnici (Gianluca Fabbri di Record Time coadiuvato da Stefano Zamagni), le presentazioni di Antonio Ramberti, fino ad arrivare ai volontari degli stand in cui si sono raccolti i fondi attraverso la vendita di magliette, birre e offerte libere, fino al grande impegno nella comunicazione di The Soundcheck.
Una iniziativa che ha unito lo spirito della solidarietà e dell’arte di Rimini (e non solo), con una partecipazione davvero enorme della città, in cui voglia di divertirsi ed impegno sono stati il leit motiv della giornata.
Evento nell’evento è stato l’arrivo del runner Enrico Gori, dopo una corsa solidale di 100 km per aiutare la raccolta fondi.
Non bisogna sentirsi in colpa, in questo momento, se ci si vuole divertire e stare bene, soprattutto, se questo stare insieme genera speranza, unione e dinamiche importanti per coloro che sono stati colpiti dal dramma dell’alluvione.