castello d’aquino grottaminarda

Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello D’Aquino

Continuano gli appuntamenti con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Il prossimo incontro è previsto per domenica 18 luglio alle ore 18:00, in cui è prevista la lettura con commento del Canto XIII dell’Inferno insieme a Luca Maria Spagnuolo. Il reading con successivo commento approfondirà l’incontro nella selva dei suicidi con Pier delle Vigne, il cancelliere di Federico II.

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

Dante per tutti propone il Canto XIII

Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio all’interno del II girone in cui sono relegati i suicidi. Ci troviamo all’interno di una selva allucinante, popolata da cagne feroci che corrono tra alberi contorti, su cui nidificano le mostruose Arpie. Questi alberi non sono altro che le anime dei suicidi che sono costrette a vivere immobili e senza possibilità di movimento.

La prima impressione che ha Dante è un sentimento di sgomento. La cornice di questo Canto, descritta dal Sommo Poeta, prende spunto da credenze medievali che raccontano di fantasmi, eventi diabolici e fenomeni terrificanti. Questo sfondo incornicia il protagonista, per eccellenza, di questo Canto: Pier delle Vigne, un personaggio di rilievo nella vita culturale e politica durante l’impero di Federico II.

Lui aveva servito sempre con onore e fedeltà il suo Imperatore oltre ad essere uno di quegli scrittori e poeti che, oggi, annoveriamo tra gli intellettuali della scuola siciliana.

Pier delle Vigne attraverso il suo processo, la sua condanna e il suo suicidio mostra da diverse prospettive la fragilità umana.

Dante si avvicina a questo personaggio per diverse ragioni. La prima è quella relativa al gesto di decidere di togliersi la vita. Gesto che per il Sommo Poeta deve essere indagato.

La seconda riguarda le affinità intellettuali dei due: entrambi si sono formati nella stessa scuola, con gli stessi tesi e gli stessi autori. Entrambi sono stati degli intellettuali politicamente attivi e colpiti da una condanna.

L’unica diversità è rappresentata dal diverso ambiente sociale vissuto da ciascuno. Pier delle Vigne ha vissuto all’interno di una corte imperiale in cui mentre si ha stima della posizione culturale e dell’attività letteraria, dall’altra si pretende fedeltà assoluta e senza remore.

Dunque il suo ruolo principale è stato quello di essere un mero esecutore del volere dell’Imperatore e in cui non è consentito un potere attivo di incidenza sui fatti. Dante invece è il figlio della civiltà comunale in cui tutti i partecipanti hanno un posto e un ruolo autonomo a livello politico e sociale e dove non ci sono sommi capi carismatici.

5 drink per 5 personaggi dell'Inferno dantesco

Pier delle Vigne abbinato ad Cocktail Casino

Io son colui che tenni ambo le chiavi

del cor di Federigo, e che le volsi,

serrando e diserrando, sì soavi,

che dal secreto suo quasi ogn’uom tolsi;

fede portai al glorioso offizio,

tanto ch’i ne perde’ li sonni e’ li polsi.

L’animo mio, per disdegnoso gusto,

credendo col morir fuggir disdegno,

ingiusto fece me contra me giusto.

Per le nove radici d’esto legno

vi giuro che già mai non ruppi fede

al mio segnor, che fu d’onor sì degno.

Pier delle Vigne: breve approfondimento

Pier delle Vigne è un funzionario fedele, accorto e saggio che trova il segno positivo della sua nobiltà attraverso il suo lavoro per Federico II svolto con rigore e devozione per il suo sovrano, che a sua volta lo gratifica.

Proprio per la sua totale dedizione non accetta quando il suo Imperatore dubita della sua fedeltà. Questa insinuazione è così grave, per Pier delle Vigne, che moralmente non riesce a trovare la forza per reagire e decide di suicidarsi. Vivendo infatti il rapporto con abnegazione totale con il sovrano, come se fosse un Dio terreno, la sua vita gli sembra inutile soprattutto per l’onta morale subìta è da ciò si evince la mancanza di libertà individuale del protagonista di questo Canto che vive per ciò che fa e non per ciò che egli è a prescindere dal suo ruolo lavorativo. Il suicidio dunque diventa per Pier delle Vigne una logica conseguenza a fronte di un modo scorretto di vivere la realtà.

Attraverso questo gesto estremo ha creduto di sfuggire al disprezzo, commettendo questo gesto contro natura. Infatti Pier delle Vigne nutre ancora dopo la morte quel desiderio di riscatto terreno, infatti invita i suoi interlocutori (Dante e Virgilio, qualora dovessero ritornare nel mondo dei vivi a rivendicare il suo buon nome, riconfermando la sua fedeltà al suo sovrano.

Per scoprire maggiori approfondimenti e nuove suggestioni letterarie del Canto XIII dell’Inferno non resta altro che prenotarvi al seguente numero: 334 947 46 73.

Per ritornare all’appuntamento di Dante per tutti previsto al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, in occasione di questa lettura vi consigliamo di sorseggiare un Casino che, insieme a Michelangelo Bruno, abbiamo associato al personaggio di Pier delle Vigne.

Un drink che sembra non possedere un’anima perché prende spunto da diverse composizioni di cocktail ma invece al gusto mostra la propria struttura organolettica e grande personalità.

Buona immersione culturale!

Sandro Joyeux vi aspetta al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda ospiterà Sandro Joyeux domenica, 27 giugno alle ore 20:30.

Il musicista parigino, noto per essere un’anima nomade: ha percorso più di 1milione e mezzo di Km con la chitarra sulle spalle per conoscere raccogliere dialetti e sound del Sud mondo.

Sandro Joyeux, infatti, canta in francese, arabo, inglese e italiano e in alcuni dialetti. Durante i suoi live, l’artista, sprigiona un’energia indescrivibile in un repertorio che spazia tra brani originali, rivisitazione di classici e tradizionali del repertorio africano che conduce lo spettatore in quei luoghi a lui cari che sono intrisi di radici e tradizioni.

Sandro Joyeux

Sandro Joyeux

Nel 2012 Sandro Joyeux pensa e organizza l’Antischiavitour per sostenere il lavoro stagionale, spesso sotto pagato, dei braccianti stranieri. Il musicista infatti ha suonato in Italia in tutti quei luoghi che rappresentano lo sfruttamento della manodopera migrante.

Sandro Joyeux: biografia

Nasce a Parigi nel 1978 da madre francese e papà italiano. Da piccolo ha un problema all’udito che lo obbliga a sottoporsi a diversi interventi. Nonostante questa delicata problematica inizia ad avvicinarsi alla musica e ad amarla.

Dall’età di sette anni inizia a scoprire Parigi, scoprendo tutte le biblioteche dove è possibile ascoltare musica gratis.

A 10 anni entra nel coro della Radio Nazionale Francese e visita tutta la Francia, cantando gregoriani e contemporanea in russo, tedesco, latino e italiano. Decide di iscriversi al conservatorio del IX distretto di Parigi per studiare trombone ma quando incontra la chitarra se ne innamora.

A 16 abbandona la scuola e per il suo 18esimo compleanno decide di andare a Firenze per incontrare per la prima volta suo padre. Resta per alcuni mesi in italia e impara l’italiano, vivendo di piccoli lavori saltuari. Viaggia tra l’Italia e la Francia in autostop, in vespa o nascosto nei treni

La sua vita artistica sboccia dopo l’incontro con Mauro Romano, produttore napoletano, e decide di incidere il suo primo disco a Napoli.

Per poter assistere al live di  Sandro Joyeux al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda il 27 giugno alle ore 20:30, non vi resta che telefonare e prenotare al seguente numero: 3349474673.

Anteprima del nuovo album di Carmine Ioanna al Castello D’Aquino caffè letterario

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda ospita Carmine Ioanna, fisarmonicista irpino di eccezionale bravura.

Il 19 giugno alle 18:30 all’interno della suggestiva cornice medievale del caffè letterario, il musicista presenterà in anteprima il suo ultimo album.

Le melodie di Carmine Ioanna, come lui stesso ama definirle, sono sincere perché all’interno contengono la radice creativa delle proprie origini: l’Irpinia che, in qualche modo, influenza le sonorità dell’artista.

Carmine Ioanna: biografia

Inizia a suonare da piccolo, a 4 anni, per gioco.

A otto anni inizia ad inserirsi nel contesto musicale locale, collaborando con diversi gruppi musicali dell’interland irpino come pianista e fisarmonicista. Questo diletto, nel tempo, diventa una passione che, senza timore, decide di intraprendere: ad 11 anni si iscrive al Conservatorio di Avellino alla classe di pianoforte. La passione e l’amore per la musica gli danno la forza per continuare ad impegnarsi consapevole dei sacrifici a cui sarebbe andato incontro.

Dopo il diploma classico e il Conservatorio parte da Ponteromito a Frosinone dove può avere la possibilità di frequentare una classe di fisarmonica. Finito il suo percorso trova il giusto riconoscimento lontano, vincendo premi internazionali e tour per l’America Centrale.

Le esibizioni di Carmine Ioanna riescono a trasmettere al pubblico quell’amore incondizionato che prova per la musica, rapendo e ammaliando lo spettatore, anche colui che subisce meno il fascino del suono della fisarmonica.

Le sue melodie sono ricche di contaminazioni e personalità.

Carmine Ioanna

Carmine Ioanna all’Escajazz 2020

Come partecipare all’evento

Carmine Ioanna è un talento irpino che sabato onorerà, chi lo vorrà, con un’esibizione live in cui saranno suonate alcune tracce del suo nuovo disco.

Come lui stesso ha affermato:

Di solito aspetto l’uscita dei miei dischi a casa, con le persone che mi sono vicino, con una cena o un brindisi, ma dopo tanto tempo trascorso lontano dal palcoscenico e dal pubblico, ho pensato di festeggiare la ripartenza tutti insieme.

Alle 18:30 al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda ci sarà la presentazione dell’album con la conferenza stampa di presentazione dell’album e del tour insieme ad Antonella Russoniello, Carmine Ioanna, Giovanni Montesano e Giampiero Franco.

Per partecipare è obbligatoria la prenotazione al seguente numero: 334 94 74 673.

Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino: 5 drink per 5 film internazionali

In collaborazione con il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, dopo 5 drink per 5 film italiani, abbiamo deciso di associare altrettanti drink a cinque film internazionali.

La scelta questa volta ci ha condotti verso trame di film che, in qualche modo, sono attinenti al periodo che stiamo trascorrendo: lontani dal nostro concetto di vita normale, libera e lontani dalla cultura condivisa.

I lungometraggi che abbiamo scelto, per gli amanti del cinema, rappresentano sicuramente dei classici che non possono non essere conosciuti perché mostrano diversi modi raccontare, di girare e diverse suggestioni in cui è possibile osservare e conoscere il mondo, anche quello surreale.

5 drink per cinque film internazionali

Che sapore avrebbe un film internazionale se fosse un drink?  

Ecco cosa abbiamo scelto insieme a Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino.

Buona scoperta!

5 drink per 5 film internazionali

1. Per L’angelo sterminatore di Luis Buñuel un Daiquiri Heminghway

Un Daiquiri Heminghway per l'Angelo sterminatore di Buñuel

Cocktail e Cultura al Castello: cinque drink per cinque film internazionali

L’angelo sterminatore di Luis Buñuel (1962) è tratto da un soggetto teatrale di José Bergamin, intitolato Los naufragos. Il film scava nella psicologia umana, soprattutto in quella borghese. Il regista infatti attraverso questo lungometraggio vuole rendere non morale ciò che appare come morale.

Dopo una prima teatrale, una comitiva dell’alta borghesia viene invitata a casa di amici. All’improvviso tutti si accorgono che la servitù improvvisamente si è eclissata. Nessuno riesce ad uscire dall’abitazione, come se qualche forza oscura li stesse trattenendo tra quelle mura. Ciascuno dei presenti si ritrova a piangere sul proprio destino finché la situazione degenera in un sacrificio carnale.

Da un punto di vista psicologico L’angelo sterminatore mette a nudo la pochezza umana, esasperata dall’angoscia e dall’ansia di non poter e di non riuscire a fare ciò che si vuole.

Il film sotto questo aspetto rispecchia in pieno quello che stiamo vivendo, soprattutto dal punto di vista umano non legato al lavoro, a causa della pandemia.

Al film di Luis Buñuel abbiamo abbinato un Daiquiri Heminghway perché è una bevuta complessa che, in apparenza, sembra essere innocua e dai tratti organolettici caraibici ma in realtà è un drink strong non adatto a tutti.

Allo stesso modo L’angelo sterminatore sembra un film fruibile a tutti ma, in realtà, c’è bisogno di una determinata propensione e sensibilità, per poterne godere pienamente così come lo è il drink che abbiamo abbinato.

2. Per L’impero della mente di David Lynch un Canchanchara

Cinque drink per cinque film internazionali

Che drink sarebbe L’impero della mente se fosse un cocktail?

L’impero della mente (2006) di David Lynch è un film diverso da quelli cui siamo abituati normalmente perché non ha una trama lineare e comprensibile. Il lungometraggio non segue schemi perché il suo fine non è quello di comunicare o dire nulla ma solo trasmettere sensazioni.

Il film può essere visto come un viaggio intimo che si svolge in mondi paralleli, per chi li ha. Ne L’impero della mente realtà e finzione si mescolano e si fondono, divenendo un’unica cosa.

L’impero della mente, dopo la sua visione, lascia un senso di disorientamento e confusione, ciò che vuole David Lynch, perché ciò che si svolge sullo schermo della TV dei protagonisti diventa parte integrante della vita degli spettatori.

Abbiamo abbinato a questo film un Canchanchara perché è un drink che risale alla metà del ‘700 e rappresenta il primo punto di riferimento della categoria Sour.

Come L’impero della mente è un film che esprime al massimo la potenza onirica di questo genere, allo stesso modo questo drink rappresenta la pietra miliare, per quanto riguarda la storia della miscelazione.

Ciò che lega il film e il cocktail è l’essenzialità senza fronzoli anche se sono di difficile approccio entrambi: per il film c’è bisogno di una determinata predisposizione mentale mentre per il drink la difficoltà risiede nel gusto dell’Aguardiente, un distillato molto diverso dalla sua categoria di appartenenza.

3. Per Fahrenheit 451 di François Truffaut un Campari Shakerato

Cinque drink per cinque film internazionali

Un Campari Shakerato per il film di Truffaut

Fahrenheit 451 (1966) di François Truffaut è un film anticipatore dei nostri giorni. Ci ritroviamo in un mondo in cui leggere libri rappresenta un reato ma anche il solo fatto di leggere rappresenta un’azione vietata dallo Stato.

Le persone sono tutte ammaliate dalle immagini che non portano a nessun tipo di ragionamento ma al semplice subire, inglobando acriticamente ciò che viene mostrato. Lo scopo della demonizzazione dei libri è un chiaro tentativo dei poteri forti di indurre i cittadini a non pensare, a non sviluppare alcun pensiero critico, diventando delle amebe. Un po’ come quello che sta accadendo, da un paio di anni, con il mondo costruito dei social, in cui vengono mostrate immagini divertenti, per certi versi ironiche ma prive di morale o d’insegnamento.

L’editoria sta perdendo sempre più lettori perché sono in molti ad affidarsi alle immagini, preferendole, non contemplando più la lettura, grande nutrimento per la mente, considerata troppo impegnativa.

Abbiamo abbinato a Fahrenheit 451 un Campari Shakerato perché è annoverato tra i grandi classici della miscelazione: la bevuta amara per eccellenza.

L’amarezza del drink è intensa come la forza della trama del film. Come questo lungometraggio è importante per la filmografia internazionale, allo stesso modo risulta essere iconico questo cocktail, sottolineando l’importanza del Bitter Campari all’interno della storia della mixology.

4. Per Tempi moderni di Charlie Chaplin un Dirty Martini

Cinque drink per cinque film internali

Se il film di Charlie Chaplin fosse un drink sarebbe un Dirty Martini

Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin è il secondo lungometraggio del regista ma è il primo che affronta tematiche importanti ed esasperanti per l’epoca in cui è stato girato e per la nostra che stiamo vivendo.

Ciò su cui pone l’accento Charlie Chaplin sono i risvolti e le conseguenze della rivoluzione industriale scandita da ritmi sempre uguali, dal continuo produrre sempre lo stesso pezzo in modo automatico e senza avere il tempo necessario per riposare e distaccarsi dal lavoro.

Tempi moderni è la trasposizione cruda di ciò che stiamo vivendo: esseri umani che hanno diritti civili legati al lavoro ma che sono stati privati completamente della libertà sociale, privata e interpersonale. Le domande che potrebbero scaturire dopo la visione del film potrebbero essere svariate. una di queste potrebbe essere: “A cosa ci porta la globalizzazione? Che senso ha il solo diritto al lavoro se non possiamo essere altro se non la maschera sociale e lavorativa che stiamo indossando da più di un anno?

Abbiamo abbinato a Tempi moderni un Dirty Martini (Martini sporco) perché il classico Martini viene sporcato dalla salamoia delle olive. In questo modo si ottiene a livello organolettico un sapore sapido, salmastro ma molto gradevole. L’aggiunta della salamoia, per assurdo, rende la bevuta fruibile ad un maggior numero di persone, senza togliere la forza intrinseca del drink.

La scelta del Dirty Martino è stata fatta per evidenziare quanto Charlie Chaplin sia riuscito ad alleggerire una disastrosa condizione socio-politica, rendendola meno asfissiante con la sua comicità e la sua grande bravura interpretativa.

5. Per Il posto delle fragole di Ingmar Bergman un Last Word

Cinque drink per cinque film internazionali

Per Il posto delle fragole di Ingmar Bergman un Last Word

Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman è un road movie esistenziale in cui i sogni-incubi rappresentano una sorta di agnizione per ciò che il gap esistenziale del protagonista. Ciò che permea il film è il cambiamento dettato dalle stagioni della vita e quindi dallo scorrere del tempo che ci appartiene anche a livello biologico in cui un uomo riesce a intaccare la maschera della sua indifferenza poco prima di morire.

Il sogno premonitore dell’orologio fermo e della bara che esce dal carro funebre rappresentano due scene cult del film.

Il posto delle fragole riesce a descrivere il dramma dell’insofferenza emotiva di vivere, scontrandosi ad una certa età con ciò che siamo stati e con le scelte fatte, che non sono altro che una summa di ciò che, storto morto, abbiamo deciso di essere.

Abbiamo abbinato a questo film internazionale un Last Word perché d’impatto lascia senza parole per la sua struttura composta da: gin, Maraschino e Chartreuse verde e lime. È un Sour molto personale e particolare che è l’equivalente del modo di girare di Ingmar Bergman. Questo cocktail non si sceglie per tedio o indecisione così come non si decide con leggerezza di optare per la cinematografia del regista svedese.

Ecco la nostra scelta di 5 drink per cinque film internazionali.

Alla prossima!

Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino: 5 drink per 5 film italiani

Rieccoci con un nuovo appuntamento di Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino.

L’appuntamento di oggi è legato al cinema italiano e alla storia della miscelazione. Insieme a Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino di Grottaminarda, abbiamo associato il sapore e il carattere di alcuni drink all’essenza di alcuni film italiani che hanno fatto la storia del nostro cinema.

Cocktail e cultura al Castello D'Aquino di Grottaminarda

5 drink per 5 classici del cinema italiano

Cocktail e Cultura al Castello: 5 drink abbinati a 5 film italiani

1. Un Aviation per Giulietta e Romeo di Franco Zeffirelli

5 drink per 5 film italiani

Un grande classico del cinema italiano associato ad un grande classico della miscelazione

Giulietta e Romeo (1968) di Franco Zeffirelli si attiene fedelmente alla tragedia shakespeariana.

Il film mostra la storia d’amore intensa e combattuta tra Giulietta e Romeo che, non vedendo un futuro per il coronamento del loro amore puro e passionale a causa dei dissidi familiari delle rispettive famiglie, decidono di togliersi la vita e trasformare un amore che poteva essere idilliaco nel peggiore degli amore possibili e immaginabili.

Sono loro gli artefici del proprio fallimento sentimentale, causato dalla paura di battersi per ciò che provano l’uno per l’altra.

Il film traspone in immagini un classico che, probabilmente, offre l’istantanea di un amore tossico perché poco lucido e senza una giusta compensazione tra elemento razionale e irrazionale che fa sognare i posteri ma, se messo in pratica, non è costruttivo.

Il drink che abbiamo accostato a questa storia d’amore è un Aviation perché è una bevuta che richiama i grandi classici della miscelazione così come lo è Shakespeare ma Zeffirelli riesce a donargli quella spinta italiana attraverso la trasposizione cinematografica che è aiutata anche dall’ambientazione originaria della tragedia.

L’Aviation ha una spinta maggiore organolettica che richiama il sentore floreale della violetta. É una bevuta appassionante come lo è la storia d’amore tra Giulietta e Romeo ma, allo stesso tempo, non va sottovalutata per la sua intensità alcolica e per i risvolti negativi che potrebbe avere dopo molteplici bevute.

2. Un Vesper Martini per Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone

cinque xdrink per cinque film italiani

Un drink storico per un classico di Sergio Leone

Il buono, il brutto e il cattivo (1966) di Sergio Leone è annoverato tra i capolavori del genere western ma noi gli abbiamo dato anche un’altra interpretazione: quella che spesso l’ovvietà e l’irreale possono essere parti concrete del nostro vissuto. Ciò che avrebbe minime prospettive per potersi realizzare, quando meno ce lo aspettiamo, potrebbe diventare forma concreta con molta naturalezza, a prescindere dalla probabilità statistica.

A Il buono, il brutto e il cattivo abbiamo associato un Vesper Martini perché questo drink richiama la grande miscelazione classica e ci riporta ad un grande personaggio cinematografico come James Bond che beveva sempre questo cocktail:

Shakerato e non miscelato.

Il Vesper Martini è una bevuta molto pulita che però richiede una certa preparazione e predisposizione a bere in un determinato modo.

3. Un Trinidad Sour per The Dreamers di Bernardo Bertolucci

Un Trinidad Sour per The Dreamers di Bertolucci

Che cocktail potrebbe rappresentare il film di Bertolucci?

The Dreamers (2003) di Bernardo Bertolucci è un film in cui il regista rivisita il ’68.

I tre protagonisti: due ragazzi e una ragazza esplorano le loro emozioni e pulsioni erotiche in modo libero. La pellicola mostra il mondo borghese di questi anni, in cui appaiono marginalmente anche le rivolte politiche e sessuali del ’68.

Nonostante i protagonisti si professano impegnati politicamente, come vuole il classico stereotipo del tempo, mentre fuori scoppia la rivolta i tre non hanno voglia di scendere in piazza e partecipare come dovrebbero fare. I ragazzi preferiscono trastullarsi in giochi sessuali esplorativi che ritengono più interessanti ed educativi, per scoprire l’essenza del piacere.

L’immagine di The Dreamers non è altro che una grande verità sull’umanità: se c’è da scegliere tra qualcosa che crea piacere individuale e tra ciò che collettivamente e idealmente è giusta, si sceglie e antepone sempre la prima alla seconda tra le due opzioni.

Abbiamo abbinato a The Dreamears il Trinidad Sour perché rappresenta un drink che rivoluziona l’utilizzo dell’angostura, che è la parte alcolica protagonista di questa bevuta.

Al pari del film questo cocktail sconvolge il palato con la sua dolcezza ma mette in discussione gli standard della miscelazione.

4. Un Margarita per La banda degli onesti di Camillo Mastrocinque

La banda degli onesti potrebbe essere un Margarita

Il cocktail che meglio rappresenta La banda degli onesti è il Margarita

La banda degli onesti (1956) di Camillo Mastrocinque è uno dei film più rappresentativi di Totò. La scelta di questo lungometraggio nasce dalla voglia di inserire Totò nella storia della cinematografia internazionale e italiana.

In questo film l’attore affronta tematiche importanti e reali degli anni ’50: la differenza tra classi sociali e la voglia di riscatto sociale anche attraverso comportamenti non proprio leciti.

La banda degli onesti però sempre in modo leggero sottolinea l’importanza di una morale che appartiene agli esseri umani che, spesso, si palesa attraverso la paura di essere scoperti e il senso di pesantezza morale che nasce dalla consapevolezza di sapere che si sta facendo qualcosa di sbagliato.

A La banda degli onesti abbiamo abbinato un Margarita perché è un grande classico della miscelazione in cui il Tequila e il lime vengono stemperati con un alcolico dolce dal sentore di arancia: il Triple Sec.

Il Margarita è una bevuta multisfaccettata, allegra e briosa allo stesso modo del mood della pellicola.

5. Un Mezcal Bloody Mary per Medea di Pier Paolo Pasolini

Cinque cocktail per cinque film italiani

Il drink che meglio potrebbe rappresentare Medea di Pasolini è un Mezcal Bloody Mary

Medea (1969) di Pier Paolo Pasolini si attiene fedelmente all’interpretazione del classico greco di Euripide che mostra una donna furiosa e combattiva a differenza del classico latino di Seneca.

La pellicola mostra la storia di Medea, una donna colta e grande conoscitrice delle erbe medicamentose e non, che lascia il suo paese per amore e viene considerata una barbara, per la diversità dei suoi usi e costumi.

Medea quando scopre di essere stata ripudiata da Giasone, suo marito, si risente così tanto che decide, accecata da una gelosia senza pari, di inviare un regalo alla futura sposa, un abito da matrimonio avvelenato.

Per eliminare qualsiasi sospetto sulle sue intenzioni, decide di far consegnare il regalo per la futura sposa direttamente dalle mani dei suoi figli, che moriranno avvelenati insieme alla donna.

L’opera letteraria e cinematografica punta su una diversa concezione della donna e della madre che mette al primo posto la propria vendetta, anche a dispetto della vita di innocenti generati da lei stessa.

Alla Medea abbiamo abbinato un Mezcal Bloody Mary perché è una bevuta, non per tutti, che richiama il sapore del sangue per via dell’acidità del pomodoro che viene arricchita e smorzata dal tabasco e dalla salsa Worcester. Questo drink, per chi lo conosce e lo beve, viene considerata una bevuta dell’hangover perché il sapore dell’alcol è poco percettibile se non per la leggera affumicatura del Mezcal.

Il Mezcal Bloody Mary è un cocktail che sembra innocuo al primo e al secondo bicchiere, ma non è una bevuta da sottovalutare perché la presenza alcolica camuffata dal succo di pomodoro può trarre in inganno, così come le intenzioni di Medea hanno provocato la morte della giovane sposa che voleva usurparle il ruolo di moglie.

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda: ieri e oggi

Eccoci con la prima puntata di cocktail e cultura al Castello D’Aquino, il caffè letterario di Grottaminarda. Insieme a Michelangelo Bruno, in questa prima puntata della rubrica, abbiamo deciso di parlarvi della storica e suggestiva location in cui si trova il caffè letterario e spiegarvi com’è nato questo luogo di ritrovo, cosa è diventato e cosa rappresenta per gli avventori di sempre e per quelli nuovi.

Castello D'Aquino caffè letterario Grottaminarda: video

Il caffè letterario di Grottaminarda

Castello D’Aquino caffè letterario: come nasce

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda nasce tre anni fa, attraverso un bando indetto dal Comune di Grottaminarda in cui veniva affidato in gestione come caffè letterario la parte inferiore del Castello D’Aquino.

I Minichiello, esperti del settore bar industry da anni,  decidono di affrontare questa sfida prendendo in gestione il caffè letterario. La sfida si è rivelata un grande successo perché il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda è diventato un luogo di ritrovo per tutti, riuscendo a sdoganare il luogo sia da un punto di vista culturale che di miscelazione.

Per quanto riguarda gli eventi culturali, in questo periodo al Castello D’Aquino caffè letterario, c’è in esposizione la personale artistica di un’artista di Grottaminarda che lavora la colla a caldo e si stanno svolgendo dei reading sulla Divina Commedia che prendono vita all’interno del progetto Dante per tutti.

La struttura in cui si trova il caffè letterario di Grottaminarda vanta quasi mille anni di storia, la location si presenta da sola per la sua straordinaria bellezza composta da varie sale spaziose all’interno in cui vi sono affreschi storici e da giardini che offrono la possibilità di osservare la valle in cui nasce la cittadina di Grottaminarda.

Castello D'Aquino caffè letterario Grottaminarda: ieri e oggi

Com’era il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda e cosa è diventato oggi

Il caffè letterario di Grottaminarda è una sorta di laboratorio culturale che cerca di offrire uno scorcio sul passato ma lo rivisita in chiave moderna, proponendo eventi culturali di un certo spessore e livello artistico.

Per scoprire qualche dettaglio in più non vi resta che guardare il video in home!

Nuovo appuntamento con Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Ritorna un nuovo appuntamento di Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. questa volta verrà introdotto e spiegato il XIII Canto dell’Inferno che ha come protagonista Pier delle Vigne.

La lettura e il commento del Canto dantesco verranno introdotti dalla leggenda del diavolo messo in fuga da un monaco. Per poter facilitare la fruizione e la comprensione verranno proiettati i testi e le opere d’arte.

L’appuntamento con Dante per tutti è previsto per il 14 ottobre alle ore 20:00, il costo del biglietto è di 5.00 euro ed è obbligatoria la prenotazione contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.

Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello d'Aquino di Grottaminarda

Inferno XIII: Pier delle Vigne

Canto XIII Pier delle Vigne: breve introduzione della serata al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio dell’Inferno dove sono puniti i violenti, coloro che furono violenti con se stessi, togliendosi la vita. Il luogo in cui si trovano Dante e Virgilio non ha sentieri e la natura è arida, come l’animo di chi vive questi luoghi. Le piante sono scure e senza frutti perché ci troviamo in un posto il cui la vita non è contemplata. Sui rami delle piante ci sono spine avvelenate dove fanno il nido le arpie, creature mostruose che hanno il viso umano e il corpo di un uccello e il loro suono è un sinistro lamento.

Non era ancor di là Nesso arrivato,

quando noi ci mettemmo per un bosco

che da neun sentiero era segnato.

Non fronda verde, ma di color fosco;

non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;

non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.

Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno,

che cacciar de le Strofade i Troiani

con tristo annunzio di futuro danno.

Ali hanno late, e colli e visi umani,

pié  con artigli, e pennuto ‘l gran ventre;

e fanno lamenti in su li alberi strani.

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

Dante si accosta a Pier della Vigne per più di una ragione: non solo perché la molla segreta che spinse Pier delle Vigne al suicidio appariva a Dante un fatto su cui bisogna indagare ma anche, e soprattutto, per le affinità esistenti fra i due poeti. Entrambi si sono formati alla stessa  scuola e tutti e due sono intellettuali politicamente impegnati e entrambi hanno subìto una condanna.

Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti prenotando al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Ritorna Dante per tutti e le leggende medievali al Castello d’Aquino di Grottaminarda

Ritorna Dante per tutti al Castello d’Aquino di Grottaminarda, dopo la sospensione causata dall’emergenza sanitaria. L’iniziativa curata da Luca Maria Spagnuolo, storico dell’arte di Avellino ha come scopo quello di leggere volta per volta passi della Divina Commedia di Dante Alighieri e di leggende medievali, di cui il noto e intramontabile testo è permeato.

I testi presentati provengono da manoscritti e incunaboli non editi o di difficile reperibilità che sono stati trascritti da Luca Maria Spagnuolo.

Dante per tutti è un laboratorio culturale che prevede la lettura e il commento di un Canto dantesco, la cui tematica è correlata ad un approfondimento legato a temi culturali, teatrali e della letteratura medievale.

Dante per tutti di Luca Maria Spagnuolo

Ritorna l’appuntamento letterario dedicato a Dante Alighieri

Dante per tutti: l’iniziativa culturale

Dante per tutti prevede degli appuntamenti in cui vengono proposte leggende del XIV e del XV secolo, lette nella loro versione originale (volgare italiano), discusse e commentate successivamente.

I temi principali di cui trattano le letture riguardano leggende di Santi e diavoli e brani provenienti dal repertorio giullaresco medievale.

In previsione delle celebrazioni per il centenario della morte di Dante Alighieri (2021), Il Castello d’Aquino ha programmato una serie di incontri danteschi.

Il primo incontro si terrà mercoledì 12 agosto alle ore 19:30 in cui è prevista la lettura del Canto I dell’Inferno: l’incontro tra Dante e Virgilio nella selva oscura.

Il secondo appuntamento è previsto per 2 settembre alle ore 19:30 in cui verrà letto e commentato il Canto V dell’Inferno, il canto di Paolo e Francesca che verrà introdotto dalla leggenda di un demone che tenta un monaco al peccato di lussuria.

La durata dell’incontro è di circa un’ora e per poter partecipare all’evento bisogna prenotarsi, contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.

Il costo del biglietto è di € 5.00

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

L’Inferno dantesco

La Divina Commedia (1472) di Dante Alighieri è considerato un capolavoro della letteratura mondiale che è attuale perché racconta dell’umanità, immutata nei secoli, e descrive la complessità della nostra vita composta da viaggi concreti, astratti, mistici e morali.

La Divina Commedia spesso viene definita l’enciclopedia del Medioevo perché Dante Alighieri, studioso, filosofo e credente ha dato vita ad un’opera lettraria che contiene tutti gli elementi della cultura del suo tempo.

L’immaginario viaggio oltremondano nell’Inferno dantesco si compie in sette giorni. Dante Alieghieri al tempo aveva 35 anni ed era al punto centrale della sua vita perché all’epoca l’età media del tempo era di circa 70 anni.

Una sera perdendo la strada si ritrova in una selva oscura (che allegoricamente rappresenta il peccato) e vede  l’angoscia e la sofferenza di quel luogo da cui vorrebbe fuggire, percorrendo un colle ma viene ostacolato da tre animali (una lonza che rappresenta l’incontinenza, un leone che rappresenta la violenza e una lupa che incarna la cupidigia).

In suo soccorso giunge Virgilio (simbolo della ragione) che lo accompagna nel suo viaggio ultraterreno tra: inferno, purgatorio e paradiso.

L’inferno è il primo dei mondi ultraterreni che Dante attraversa ed è un abisso sotterraneo che lo scrittore colloca vicino Gerusalemme, centro geografico e religioso del mondo emerso che ha la forma di un cono rovesciato.

L’Inferno dantesco è diviso in tre zone: Antinferno, Alto inferno e Basso inferno.

Dante si è preoccupato di dare una struttura geometrica  all’inferno, esigenza che rispecchia la mentalità astratta e geometrica del Medioevo. Ciascun cerchio è popolato da anime peccatrici e lo scrittore si sofferma sul loro processo di degradazione e di imbestiamento, evidenziando la genesi psicologica del peccato e delle motivazioni che indusse al rifiuto della legge divina e umana.

Le anime vengono fissate nell’eternità con la loro contraddittoria personalità che si manifestò in terra. I peccatori sono uomini che hanno vissuto in modo esasperato e disperato, una sorta di esseri degradati dal peccato. L’Inferno, infatti, è pieno di personaggi che da un lato rivelano le lotte civili di Firenze e da un altro insistono sul tema della degradazione della Chiesa sul cui seggio si succedono papi simoniaci.

Il mondo, dunque, per Dante Alighieri è ribaltato e c’è bisogno di ricostruire una società secondo le indicazioni divine contenute nei testi sacri.

Per approfondire l’immenso e misterioso mondo racchiuso nell’Inferno dantesco non vi resta che partecipare a Dante per tutti!

Grottaminarda: manca poco per l’appuntamento con il laboratorio artistico di Zigarte
ispirato alla pop art di Andy Warhol

Marianna Calabrese e Giuseppe Borrelli vi aspettano venerdì 6 settembre al Castello D’Aquino di Grottaminarda, per intrattenere i più piccoli con il laboratorio artistico ispirato ad Andy Warhol.

Andy Superstar a Grottaminarda: locandina

laboratorio artistico di Zigarte

La partecipazione al laboratorio è gratuita!

Grottaminarda: la Bioginnastica approda al Castello D’Aquino

La metodologia Bioginnastica ideata da Stefania Tronconi arriva a Grottaminarda, grazie alla curiosità e alla voglia di mettersi in gioco di Franca Penta, istruttrice fitness presso il Centro Forma e Salute e operatrice nell’ambito Bioginnastica.

La giornata dedicata alla Bioginnastica ha avuto come scopo principale quello di divulgare, a livello dimostrativo, su cosa si basa questa metodologia e su come è strutturata una lezione, per poter dare la possibilità a chi, ancora, non la conosceva di avere un assaggio del suo modus operandi.

Bioginnastica: video

Bioginnastica al Castello D’Aquino di Grottaminarda

La giornata dedicata alla Bioginnastica è stata promossa dal Comune di Grottaminarda che, per l’occasione, ha aperto la sezione museale del Castello D’Aquino, generalmente chiusa nelle ore serali, per poter rivalutare e far scoprire la bellezza di uno spazio che potrebbe prestarsi per la realizzazione di altri eventi.

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