Zia Lidia Social Club vi aspetta con la proiezione di Padrenostro
Zia Social Club, dopo il secondo appuntamento con Miss Marx, vi aspetta con il terzo incontro al Cinema Carmen di Mirabella Eclano previsto per mercoledì 30 settembre alle ore 22:00 con la proiezione di Padrenostro di Claudio Noce.
Per spiegare l’esigenza che ha spinto il regista a girare questo film, Claudio Noce, usa queste parole in un’intervista rilasciata a Cineuropa:
I miei viaggi artistici iniziano sempre dentro di me ma, finora, mi sono occupato di storie che mi interessavano, come i diversi aspetti dell’immigrazione ma senza un’esperienza personale.
Poi sono arrivato al punto in cui ho sentito che se volevo andare avanti come artista, avrei dovuto trovare il coraggio di attraversare un ponte verso una storia in cui fossi in prima persona il fulcro.
Non per ragioni cinematografiche, intendiamoci, ma per sviluppo personale.
Da molti anni volevo raccontare questa storia ma non riuscivo a trovare il taglio giusto: i miei tentativi sembravano sempre troppo privati.
Ho quindi iniziato a spostare la prospettiva su qualcosa di più universale, pur mantenendo l’essenza personale. Il bambino, Valerio, vive la stessa mia infanzia e anche quella di mio fratello.
Padrenostro di Claudio Noce è un film tratto da una storia vera, quella di Claudio Noce, vissuta negli anni di piombo, periodo che si colloca tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 in cui si verificarono diversi atti di violenza nelle piazze in Italia.
Alfonso Noce, padre del regista, era un vicequestore che il 14 dicembre del 1976 subisce un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari. Si intuisce facilmente che vi è un forte elemento soggettivo che permea tutto il film.
Padrenostro: la trama
Siamo a Roma ed è il 1976, Valerio Le Rose è un bambino e figlio di Alfonso, un noto magistrato, che ha subìto un attacco terroristico sotto casa.
Alfonso è un uomo silenzioso, severo e abituato, forse da un’educazione rigida, a tenere per sé le proprie fragilità e debolezze.
Quando accade questo Valerio è sveglio e vive la sua infanzia in uno stato di allerta continuo e nella paura che, da un momento all’altro, possa accadere qualcosa di terribile.
Il sentimento che domina e scandisce tutta la trama di Padrenostro è la paura vista attraverso gli occhi di Valerio dai dieci anni in poi e che in qualche modo, crescendo, non gli dà mai pace, facendolo sentire sempre incompleto e con domande in sospeso nei confronti della sua famiglia e del mondo in cui vive.
Da piccolo, Valerio, vorrebbe chiedere ai propri genitori cosa è accaduto quella notte ma non può per la sua età. Una volta cresciuto non riesce a fare a meno di sentire tutto il peso di una stagione violenta che lui ha vissuto dal vivo e da cui non è riuscito più a liberarsi in modo lucido.
Claudio Noce non realizza un film autobiografico perché lascia nello spettatore numerose domande a cui, volutamente, decide di non dare risposte. Il regista elimina l’elemento realistico, prediligendo una fotografia che offre un mondo onirico e rarefatto perché lo sguardo è quello confuso di Valerio e non di un terzo personaggio che guarda oggettivamente ciò che accade fuori.
Padrenostro è come se fosse la resa dei conti che ha deciso di fare Claudio Noce con se stesso attraverso la realizzazione di un film catartico in cui parlando delle sue paure passate e presenti volesse in qualche modo esorcizzarle e renderle meno intense.