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Weekends è un corto animato sulla separazione vista con gli occhi di un bambino

Weekends (2017) è un corto animato, interamente disegnato a mano, di Trevor Jimenez che mostra la separazione di una coppia con figli, dal punto di vista di un bambino.

Il cortometraggio, candidato all’Oscar, è delicato ed incisivo pur non essendo dialogato.

Weekends di Trevor Jimenez

Weekends di Trevor Jimenez

Protagonista è un bambino canadese che si ritrova a dividere i fine settimana tra la casa dei rispettivi genitori. Ciascun genitore gli presenta uno spazio nuovo, una qualità del tempo scandita da altri ritmi e diversa da quella precedente. Insomma una nuova vita delimitata da un nuovo perimetro, con cui deve fare i conti non solo il bambino ma anche i rispettivi genitori.

Ogni weekend è scandito da una nuova quotidianità, nuove cose da fare e spazi vuoti da riempire sia materialmente che sentimentalmente. Il protagonista vede il mondo confuso, con qualche mostro non identificato, a volte, per il bambino è tutto disordinato e all’insegna del caos.

La confusione è dettata anche dalla mancata comunicazione dei due genitori, che si limitano a controllare l’entrata e l’uscita dalla macchina all’abitazione di turno.

Il corto animato di Trevor Jimenez

Il corto animato di Trevor Jimenez

Pian piano i mostri prendono un volto umano: sono quelli dei rispettivi nuovi compagni di ciascun genitore. Si intrecciano nuovi legami e nuove consuetudini affettive all’interno dei nuovi spazi. Come in ogni relazione c’è chi resta e c’è chi va via.

Weekends di Trevor Jimenez mostra un altro punto vista riguardo una problematica attuale e moderna: la separazione. Il disegnatore, infatti, pone l’attenzione su un’altra questione: su come, molto spesso, non si faccia abbastanza attenzione nel proteggere un bambino da situazioni sentimentali fugaci o non ben definite.

La mancanza di dialoghi in Weekends rende l’interpretazione del cortometraggio abbastanza soggettiva poiché ciascuno spettatore pone l’attenzione su ciò che lo colpisce maggiormente. Ciò potrebbe essere un limite perché un cortometraggio ha il compito di dare una trama che non sia troppo superficiale, una sorta di linea guida ben definita soprattutto se si sceglie di trattare alcuni temi delicati come quello in questione.

il corto metraggio sulla separazione

il corto metraggio sulla separazione

Nel complesso Weekends è un corto che si lascia guardare e scrutare con curiosità ed attenzione, ponendo l’attenzione su un punto di vista, spesso, ignorato.

Le difficoltà delle donne sul lavoro raccontate da Purl, il corto animato Pixar

Purl è il nuovo corto animato diretto da Kristen Lester, firmato Pixar, realizzato all’interno del progetto SparkShort, che nasce come canale per scoprire nuovi talenti e sperimentare nuove tecniche nel campo dell’animazione.

Purl, un gomitolo animato di soffice lana rosa, viene assunta in un’azienda in cui lei è l’unica presenza femminile. Il primo giorno di lavoro, nonostante sia propositiva verso i suoi colleghi, viene guardata con circospezione o non presa in considerazione. Il sorriso e l’entusiasmo per il nuovo lavoro, in breve tempo, si tramutano in tristezza e solitudine.

Come può riuscire ad integrarsi con i colleghi? Come può essere presa seriamente in considerazione quando parla di lavoro o semplicemente ascoltata?

La risposta è diventare come loro e quindi omologarsi al contesto.

Purl:il trailer

Il corto animato Pixar

Di punto in bianco Purl decide di cambiare: abbandona l’accogliente gomitolo e indossa un completo spigoloso e rigido, abbandona il sorriso e lo tramuta in ghigno, la sua simpatia diventa cinismo e quando deve esprimere un pensiero diventa prepotente e aggressiva. Purl in questo modo diventa parte integrante del suo team lavorativo, diventando una leader.

Purl: il corto animato Pixar

Purl in versione maschile

Purl cosa vuole insegnarci?

Il corto nella sua semplicità affronta un tema delicato: la differenza di genere all’interno di ambienti lavorativi, in cui la percentuale maschile è maggiore rispetto a quella femminile. Purl è costretta ad omologarsi e quindi a diventare altro da ciò che è, per poter essere accettata da suoi collegli. Questa forzatura racchiude tutte le difficoltà che una donna è costretta ad affrontare in alcuni ambienti.

La pellicola animata porta lo spettatore a porsi delle domande, riflettendo su determinate condizioni e su taluni stereotipi che perdurano nonostante la modernità e l’apertura mentale che dovremmo avere tutti, indistintamente.

Purl, che incarna il mondo femminile, per essere accettata si modifica. Questo comportamento, visto da un’altra prospettiva, potrebbe essere un invito volto a far riflettere le donne: le prime ad orientarsi in modo diverso dovrebbero essere proprio loro che, invece di piegarsi e snaturarsi, dovrebbero far accettare la loro diversità, qualora vi fosse.

The Box è il corto animato che mostra la guerra con gli occhi dei bambini

The Box è un corto animato che mostra la storia di uno dei tanti milioni di bambini che subiscono la guerra.

Il progetto nasce dalla University of the Arts di Londra. La pellicola animata è stata proiettata in oltre 225 festival e in 52 paesi diversi, vincendo 41 premi in tutto il mondo.

The Box inizia mostrando la vita felice di un bambino, che gioca con il suo gatto, immaginando che uno scatolone di carta sia la sua casa.

Pian piano l’immagine serena si tramuta e lo scatolone inizia a prendere varie forme che non sono più quelle della casa rassicurante ma diventa un posto per rifugiarsi e per difendersi dalla guerra, dalle sue brutture e dalla paura di non saper identificare bene ciò che sta accadendo.

Lo scatolone, infine, diventa una barca che naviga verso una destinazione ignota perché non è importante la meta ma la speranza di poter vivere meglio o semplicemente quella di poter guardare il mondo con l’incanto che tutti i bambini dovrebbero fare.

The Box: il trailer

Il corto animato The Box

The Box è corto animato delicato, semplice e diretto, non gioca sul sentimento della compassione, che lascia il tempo che trova a livello emozionale. L’intento del lavoro è quello di far riflettere, ponendo l’attenzione su un punto di vista che, molto spesso, dimentichiamo o che non vogliamo vedere.

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