Dante per tutti

Dante per tutti al Castello D’Aquino con il III Canto del Purgatorio

Ritorna l’appuntamento con Dante per tutti, curato da Luca Maria Spagnuolo, al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Concluse le letture e gli approfondimenti relativi all’Inferno di Dante, ci addentriamo nel Purgatorio e più precisamente nel Canto III, dedicato a Manfredi di Svevia.

L’appuntamento è previsto il 14 ottobre alle ore 20:30, previa prenotazione al seguente recapito telefonico: 320 96 48 749.

Dante per tutti: terzo Canto del Purgatorio

Il format culturale continua al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Purgatorio: introduzione

La struttura materiale, morale ed escatologica del secondo regno si presenta molto diversa da quella che Dante ha voluto dare all’Inferno.

Contrariamente alla tradizione teologica e letteraria, Alighieri pone il Purgatorio all’aria aperta e non nel sottosuolo, evidenziando la differenza con il regno dei dannati.

Il Purgatorio è una montagna a forma di cono che termina con una pianura e con con una vetta aguzza: il monte è alto, il più alto di tutte le montagne del mondo.

Il Purgatorio inizia solo ad una certa altezza: la parte inferiore e la spiaggia (il monte del Purgatorio si trova su un’isola) formano l’Antipurgatorio, dove si trovano coloro che si sono pentiti all’ultimo momento, o meglio, quelli che si pentirono quando, per loro, non era più possibile peccare.

Qui le anime aspettano un periodo più o meno lungo prima di accedere al Purgatorio vero e proprio, diviso in sette gironi. In ognuno di questi, come nell’Inferno, si trova una serie di peccatori che espiano uno dei sette peccati capitali in ordine decrescente di gravità dal basso verso l’alto.

Coloro che si sono macchiati dei peccati di superbia, invidia e ira pagano la pena per aver amato il male del prossimo.

Lo scarso amore verso Dio espiato nella fascia centrale, dove ci sono gli accidiosi.

Un altro gruppo di peccatori unisce altre tre tipologie di peccato: avarizia e prodigalità, gola e lussuria. Questi sono accomunati dall’amore eccessivo per i beni terreni.

Agli antipodi di Gerusalemme, sulla pianura al culmine del monte Purgatorio è collocato il Paradiso terrestre, l’Eden.

Il Purgatorio non osserva la sottile ripartizione dei peccatori che è tipica dell’Inferno perché mentre lì i peccatori venivano collocati nel cerchio dove si puniva il peccato da loro commesso, i penitenti devono attraversare tutti i gironi ed espiare non un peccato, ma la generale propensione ad un peccato.

Dante, tuttavia, presenta le anime purganti nella balza dove si espia il loro più caratteristico peccato.

Purgatorio: i gironi

Nel primo girone i superbi vanno sotto il peso di enormi massi, che curvano al suolo il loro orgoglioso capo.

Nel secondo gli invidiosi sono seduti, coperti di cilicio e con gli occhi cuciti con filo di ferro.

Nel terzo gli iracondi sono avvolti in una coltre molto densa di fumo.

Nel quarto girone gli accidiosi corrono senza sosta.

Nel quinto gli avari e anche i prodighi sono legati per le mani e piedi, distesi proni a terra.

Nel sesto i golosi soffrono tremenda fame e sete, che si acuiscono alla vista di pomi che pendono da vari alberi e di acqua che cade dall’alto sui rami.

Nel settimo i lussuriosi si purificano camminando tra le fiamme.

A sorvegliare ciascun girone c’è un Angelo, collocato su una scala che conduce a quello successivo.

La speranza sembra essere la condizione esistenziale più diffusa nel secondo regno: è una dimensione molto più “umana” alla dannazione eterna dell’Inferno.

Per poter approfondire molti aspetti del Purgatorio, soprattutto del Canto III, non vi resta che prenotare l’appuntamento con Dante per tutti.

Dante per tutti vi aspetta al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Continuano gli appuntamenti culturali di Dante per tutti, curato da Luca Maria Spagnuolo, al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. Il reading è fissato per oggi alle ore 20:30 previa prenotazione al 3209648749.

Protagonista è il Canto XXXIII dell’Inferno: l’incontro tragico e pietoso di Dante con il Conte Ugolino della Gherardesca.

Michelangelo Bruno, bartender del caffè letterario, nel pensare a quale cocktail abbinare a 5 personaggi dell’Inferno dantesco, al Conte Ugolino ha associato un Hot Toddy mirtillo e cioccolato perché è un drink caldo che si contrappone al contrappasso per analogia di Dante che lo condanna a vivere immerso nel ghiaccio.

Dunque se avete intenzione di entrare a 360° nel mood del XXXIII Canto non vi resta che scoprire e degustare questo drink.

Appuntamento con Dante per tutti al Castello D'Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Appuntamento con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Inferno di Dante: approfondimento del Canto XXXIII

Questo canto ha i suoi punti nodali nell’incontro con i cittadini di Pisa e di Genova, due città in cui Dante trova confermata il suo pessimismo sullo stato della civiltà comunale. Nati dalla necessità di creare una società più democratica e civile con un’economia più agile e moderna, questi due comuni si sono impigliati in una serie di guerre fratricide che, nel tempo, li fanno regredire verso costumi più vicini ai barbari. Le lotte tra fazioni sono tutte alimentate dalla bramosìa di potere e dal disprezzo verso il debole in cui vennero coinvolti degli innocenti.

Su questo sfondo cupo e violento si colloca anche l’ambientazione infernale del canto XXXIIIesimo, in cui nel Cerchio IX vi sono i traditori, che sono costretti a stare immobili. Ciò che appare agli occhi di Dante è un deserto di ghiaccio popolato di sole teste.

Qui è stato destinato a restare il Conte Ugolino che è rimasto e rimarrà eternamente chiuso nei limiti feroci della sua società e della sua storia, dominata da tradimenti, crudeltà, odio, brama di potere e guerra.

Ugolino, per Dante, rappresenta l’emblema della crudeltà e del male umano. Il deserto umano non è altro che il mondo di cui egli stesso è il frutto, dunque l’angoscia che lui patì e ora patisce in eterno non può far scaturire alcuna pietà per lui ma solo per i poveri innocenti travolti dalle sue passioni irrazionali.

L’episodio del Conte Ugolino si basa su due temi: quello della ferocia umana che rafforza le forme di ferocia che gli furono proprie in terra e l’altro tema è quello della vita affettiva in cui il conte diventa il concreto simbolo di una società che ha tra le altre anche la responsabilità di assassinare degli innocenti perché fu protagonista di una politica faziosa.

Tu dei per ch’i’ fui conte Ugolino,

e questi è l’arcivescovo Ruggieri:

or ti dirò perché i son tal vicino.

Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,

fidandomi di lui, io fossi preso

e poscia morto, dir non è mestieri;

però quel che non puoi avere inteso,

cioè come la morte mia fu cruda,

udirai, e saprai s’è m’ha offeso.

Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti!

Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello D’Aquino

Continuano gli appuntamenti con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Il prossimo incontro è previsto per domenica 18 luglio alle ore 18:00, in cui è prevista la lettura con commento del Canto XIII dell’Inferno insieme a Luca Maria Spagnuolo. Il reading con successivo commento approfondirà l’incontro nella selva dei suicidi con Pier delle Vigne, il cancelliere di Federico II.

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

Dante per tutti propone il Canto XIII

Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio all’interno del II girone in cui sono relegati i suicidi. Ci troviamo all’interno di una selva allucinante, popolata da cagne feroci che corrono tra alberi contorti, su cui nidificano le mostruose Arpie. Questi alberi non sono altro che le anime dei suicidi che sono costrette a vivere immobili e senza possibilità di movimento.

La prima impressione che ha Dante è un sentimento di sgomento. La cornice di questo Canto, descritta dal Sommo Poeta, prende spunto da credenze medievali che raccontano di fantasmi, eventi diabolici e fenomeni terrificanti. Questo sfondo incornicia il protagonista, per eccellenza, di questo Canto: Pier delle Vigne, un personaggio di rilievo nella vita culturale e politica durante l’impero di Federico II.

Lui aveva servito sempre con onore e fedeltà il suo Imperatore oltre ad essere uno di quegli scrittori e poeti che, oggi, annoveriamo tra gli intellettuali della scuola siciliana.

Pier delle Vigne attraverso il suo processo, la sua condanna e il suo suicidio mostra da diverse prospettive la fragilità umana.

Dante si avvicina a questo personaggio per diverse ragioni. La prima è quella relativa al gesto di decidere di togliersi la vita. Gesto che per il Sommo Poeta deve essere indagato.

La seconda riguarda le affinità intellettuali dei due: entrambi si sono formati nella stessa scuola, con gli stessi tesi e gli stessi autori. Entrambi sono stati degli intellettuali politicamente attivi e colpiti da una condanna.

L’unica diversità è rappresentata dal diverso ambiente sociale vissuto da ciascuno. Pier delle Vigne ha vissuto all’interno di una corte imperiale in cui mentre si ha stima della posizione culturale e dell’attività letteraria, dall’altra si pretende fedeltà assoluta e senza remore.

Dunque il suo ruolo principale è stato quello di essere un mero esecutore del volere dell’Imperatore e in cui non è consentito un potere attivo di incidenza sui fatti. Dante invece è il figlio della civiltà comunale in cui tutti i partecipanti hanno un posto e un ruolo autonomo a livello politico e sociale e dove non ci sono sommi capi carismatici.

5 drink per 5 personaggi dell'Inferno dantesco

Pier delle Vigne abbinato ad Cocktail Casino

Io son colui che tenni ambo le chiavi

del cor di Federigo, e che le volsi,

serrando e diserrando, sì soavi,

che dal secreto suo quasi ogn’uom tolsi;

fede portai al glorioso offizio,

tanto ch’i ne perde’ li sonni e’ li polsi.

L’animo mio, per disdegnoso gusto,

credendo col morir fuggir disdegno,

ingiusto fece me contra me giusto.

Per le nove radici d’esto legno

vi giuro che già mai non ruppi fede

al mio segnor, che fu d’onor sì degno.

Pier delle Vigne: breve approfondimento

Pier delle Vigne è un funzionario fedele, accorto e saggio che trova il segno positivo della sua nobiltà attraverso il suo lavoro per Federico II svolto con rigore e devozione per il suo sovrano, che a sua volta lo gratifica.

Proprio per la sua totale dedizione non accetta quando il suo Imperatore dubita della sua fedeltà. Questa insinuazione è così grave, per Pier delle Vigne, che moralmente non riesce a trovare la forza per reagire e decide di suicidarsi. Vivendo infatti il rapporto con abnegazione totale con il sovrano, come se fosse un Dio terreno, la sua vita gli sembra inutile soprattutto per l’onta morale subìta è da ciò si evince la mancanza di libertà individuale del protagonista di questo Canto che vive per ciò che fa e non per ciò che egli è a prescindere dal suo ruolo lavorativo. Il suicidio dunque diventa per Pier delle Vigne una logica conseguenza a fronte di un modo scorretto di vivere la realtà.

Attraverso questo gesto estremo ha creduto di sfuggire al disprezzo, commettendo questo gesto contro natura. Infatti Pier delle Vigne nutre ancora dopo la morte quel desiderio di riscatto terreno, infatti invita i suoi interlocutori (Dante e Virgilio, qualora dovessero ritornare nel mondo dei vivi a rivendicare il suo buon nome, riconfermando la sua fedeltà al suo sovrano.

Per scoprire maggiori approfondimenti e nuove suggestioni letterarie del Canto XIII dell’Inferno non resta altro che prenotarvi al seguente numero: 334 947 46 73.

Per ritornare all’appuntamento di Dante per tutti previsto al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, in occasione di questa lettura vi consigliamo di sorseggiare un Casino che, insieme a Michelangelo Bruno, abbiamo associato al personaggio di Pier delle Vigne.

Un drink che sembra non possedere un’anima perché prende spunto da diverse composizioni di cocktail ma invece al gusto mostra la propria struttura organolettica e grande personalità.

Buona immersione culturale!

Castello D’Aquino caffè letterario: nuovo appuntamento con Dante per tutti

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda riapre le sue porte agli eventi culturali, rimasti bloccati per lungo tempo.

Castello D'Aquino caffè letterario a Grottaminarda

Castello D’Aquino caffè letterario a Grottaminarda

Continuano gli appuntamenti con Dante per tutti, siamo arrivati al secondo incontro post pandemia, che si svolgerà domenica 13 giugno alle ore 18:00 nella suggestiva cornice del caffè letterario, previa prenotazione.

Il format letterario, presente ormai da sei anni a Roma, riparte anche al Castello D’Aquino, inaugurando un nuovo ciclo d’incontri che, mai come questo anno, è d’obbligo per festeggiare il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri.

La rassegna di letture dantesche e di leggende medievali è un’iniziativa curata da Luca Maria Spagnuolo, storico dell’arte avellinese, che vuole diffondere e rendere fruibile testi intrisi di simbologia e cultura che non sono di facile approccio.

Gli incontri prevedono la lettura e il commento di un Canto dantesco provenienti da manoscritti e incunaboli non editi o di difficile reperibilità. Ciascun reading, in cui i passi vengono letti nella loro versione originale in volgare italiano, mette le basi per poter discutere e approfondire una determinata tematica di spessore culturale, teatrale o letterario.

Per facilitare la fruizione dei testi, ad ogni incontro vengono proiettati i testi e le opere d’arte cui si fa riferimento.

Castello D'Aquino caffè letterario Grottaminarda

Continuano gli appuntamenti culturali al Castello D’Aquino il caffè letterario di Grottaminarda

Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda: approfondimento del Canto V dell’Inferno

Il Canto dell’Inferno dantesco che verrà approfondito nel prossimo incontro è il V in cui sono presenti Paolo e Francesca. La lettura del testo verrà introdotta dalla leggenda di un demone che cerca di indurre un monaco al peccato e alla lussuria.

Questo Canto dell’Inferno è uno dei più famosi della Divina Commedia: ci troviamo nel secondo cerchio dell’Inferno in cui viene descritta la colpa e la condanna dei lussuriosi. Il Sommo Poeta si sofferma sui personaggi di Paolo e Francesca, figlia di Guido da Polenta, sposò Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, zoppo e deforme. La giovane donna si innamora di Paolo, fratello di Gianciotto, detto il bello.

La passione tra i due scoppia durante la lettura della storia di Lancillotto e di come si innamorò di Ginevra, moglie del re Artù. Il loro sentimento viene subitaneamente interrotto dal marito, che sorprendendoli, uccide la moglie.

Amor, ‘al cor gel ratto s’apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende che a vita ci spense.

Tema portante di questo Canto è l’amore, che rapidamente fa presa e si colloca nei cuori gentili e nobili con la sua intensità, facendo perdere completamente il raziocinio a due amanti. La forza dirompente di questo sentimento condanna Francesca al patimento anche all’Inferno perché l’amore nei confronti di Paolo è così intenso che, così come in vita, anche in morte la rende completamente in balìa dell’amato.

Nel tempo sono state scritte e ipotizzate diverse interpretazioni, riguardo questo canto dantesco, in particolar modo sulla storia d’amore dei due protagonisti. Molti critici, infatti, lo hanno descritto come un canto in cui vengono messe in luce l’amore  la pietà ma sarebbe una lettura troppo univoca del Canto.

Basti pensare allo smarrimento di Dante, al suo venir meno dopo il racconto di Francesca, per comprendere l’esigenza di rendere invece una comprensione più naturale dell’amore. Questo sentimento viene raccontato da Dante come un valore caratterizzato da una forte componente emotiva e non nel senso di un impulso sentimentale fine a se stesso, che percorre un’unica direzione.

Questa interpretazione trova conferma all’interno del Canto perché Dante non riesce a trovare una soluzione a questo dilemma angoscioso sull’amore e sul suo senso razionale perché è un sentimento che, in chi lo prova con la stessa intensità di Paolo e Francesca, risulta essere caratterizzato da ambivalenza e drammaticità.

5 drink per 5 personaggi dell'Inferno dantesco

Un classico drink della miscelazione per un intramontabile intellettuale italiano

Per avere maggiori approfondimenti e suggestioni non vi resta che prenotare al seguente numero: 334 94 74 673 e magari entrare nel mood organolettico della Divina Commedia, scegliendo tra 5 cocktail abbinati a 5 personaggi dell’Inferno.

Il costo del biglietto d’ingresso è di euro 5.

Nuovo appuntamento con Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Ritorna un nuovo appuntamento di Dante per tutti al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. questa volta verrà introdotto e spiegato il XIII Canto dell’Inferno che ha come protagonista Pier delle Vigne.

La lettura e il commento del Canto dantesco verranno introdotti dalla leggenda del diavolo messo in fuga da un monaco. Per poter facilitare la fruizione e la comprensione verranno proiettati i testi e le opere d’arte.

L’appuntamento con Dante per tutti è previsto per il 14 ottobre alle ore 20:00, il costo del biglietto è di 5.00 euro ed è obbligatoria la prenotazione contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.

Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello d'Aquino di Grottaminarda

Inferno XIII: Pier delle Vigne

Canto XIII Pier delle Vigne: breve introduzione della serata al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio dell’Inferno dove sono puniti i violenti, coloro che furono violenti con se stessi, togliendosi la vita. Il luogo in cui si trovano Dante e Virgilio non ha sentieri e la natura è arida, come l’animo di chi vive questi luoghi. Le piante sono scure e senza frutti perché ci troviamo in un posto il cui la vita non è contemplata. Sui rami delle piante ci sono spine avvelenate dove fanno il nido le arpie, creature mostruose che hanno il viso umano e il corpo di un uccello e il loro suono è un sinistro lamento.

Non era ancor di là Nesso arrivato,

quando noi ci mettemmo per un bosco

che da neun sentiero era segnato.

Non fronda verde, ma di color fosco;

non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;

non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.

Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno,

che cacciar de le Strofade i Troiani

con tristo annunzio di futuro danno.

Ali hanno late, e colli e visi umani,

pié  con artigli, e pennuto ‘l gran ventre;

e fanno lamenti in su li alberi strani.

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

Dante si accosta a Pier della Vigne per più di una ragione: non solo perché la molla segreta che spinse Pier delle Vigne al suicidio appariva a Dante un fatto su cui bisogna indagare ma anche, e soprattutto, per le affinità esistenti fra i due poeti. Entrambi si sono formati alla stessa  scuola e tutti e due sono intellettuali politicamente impegnati e entrambi hanno subìto una condanna.

Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti prenotando al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Ritorna Dante per tutti e le leggende medievali al Castello d’Aquino di Grottaminarda

Ritorna Dante per tutti al Castello d’Aquino di Grottaminarda, dopo la sospensione causata dall’emergenza sanitaria. L’iniziativa curata da Luca Maria Spagnuolo, storico dell’arte di Avellino ha come scopo quello di leggere volta per volta passi della Divina Commedia di Dante Alighieri e di leggende medievali, di cui il noto e intramontabile testo è permeato.

I testi presentati provengono da manoscritti e incunaboli non editi o di difficile reperibilità che sono stati trascritti da Luca Maria Spagnuolo.

Dante per tutti è un laboratorio culturale che prevede la lettura e il commento di un Canto dantesco, la cui tematica è correlata ad un approfondimento legato a temi culturali, teatrali e della letteratura medievale.

Dante per tutti di Luca Maria Spagnuolo

Ritorna l’appuntamento letterario dedicato a Dante Alighieri

Dante per tutti: l’iniziativa culturale

Dante per tutti prevede degli appuntamenti in cui vengono proposte leggende del XIV e del XV secolo, lette nella loro versione originale (volgare italiano), discusse e commentate successivamente.

I temi principali di cui trattano le letture riguardano leggende di Santi e diavoli e brani provenienti dal repertorio giullaresco medievale.

In previsione delle celebrazioni per il centenario della morte di Dante Alighieri (2021), Il Castello d’Aquino ha programmato una serie di incontri danteschi.

Il primo incontro si terrà mercoledì 12 agosto alle ore 19:30 in cui è prevista la lettura del Canto I dell’Inferno: l’incontro tra Dante e Virgilio nella selva oscura.

Il secondo appuntamento è previsto per 2 settembre alle ore 19:30 in cui verrà letto e commentato il Canto V dell’Inferno, il canto di Paolo e Francesca che verrà introdotto dalla leggenda di un demone che tenta un monaco al peccato di lussuria.

La durata dell’incontro è di circa un’ora e per poter partecipare all’evento bisogna prenotarsi, contattando il seguente numero telefonico: 334 947 46 73.

Il costo del biglietto è di € 5.00

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

L’Inferno dantesco

La Divina Commedia (1472) di Dante Alighieri è considerato un capolavoro della letteratura mondiale che è attuale perché racconta dell’umanità, immutata nei secoli, e descrive la complessità della nostra vita composta da viaggi concreti, astratti, mistici e morali.

La Divina Commedia spesso viene definita l’enciclopedia del Medioevo perché Dante Alighieri, studioso, filosofo e credente ha dato vita ad un’opera lettraria che contiene tutti gli elementi della cultura del suo tempo.

L’immaginario viaggio oltremondano nell’Inferno dantesco si compie in sette giorni. Dante Alieghieri al tempo aveva 35 anni ed era al punto centrale della sua vita perché all’epoca l’età media del tempo era di circa 70 anni.

Una sera perdendo la strada si ritrova in una selva oscura (che allegoricamente rappresenta il peccato) e vede  l’angoscia e la sofferenza di quel luogo da cui vorrebbe fuggire, percorrendo un colle ma viene ostacolato da tre animali (una lonza che rappresenta l’incontinenza, un leone che rappresenta la violenza e una lupa che incarna la cupidigia).

In suo soccorso giunge Virgilio (simbolo della ragione) che lo accompagna nel suo viaggio ultraterreno tra: inferno, purgatorio e paradiso.

L’inferno è il primo dei mondi ultraterreni che Dante attraversa ed è un abisso sotterraneo che lo scrittore colloca vicino Gerusalemme, centro geografico e religioso del mondo emerso che ha la forma di un cono rovesciato.

L’Inferno dantesco è diviso in tre zone: Antinferno, Alto inferno e Basso inferno.

Dante si è preoccupato di dare una struttura geometrica  all’inferno, esigenza che rispecchia la mentalità astratta e geometrica del Medioevo. Ciascun cerchio è popolato da anime peccatrici e lo scrittore si sofferma sul loro processo di degradazione e di imbestiamento, evidenziando la genesi psicologica del peccato e delle motivazioni che indusse al rifiuto della legge divina e umana.

Le anime vengono fissate nell’eternità con la loro contraddittoria personalità che si manifestò in terra. I peccatori sono uomini che hanno vissuto in modo esasperato e disperato, una sorta di esseri degradati dal peccato. L’Inferno, infatti, è pieno di personaggi che da un lato rivelano le lotte civili di Firenze e da un altro insistono sul tema della degradazione della Chiesa sul cui seggio si succedono papi simoniaci.

Il mondo, dunque, per Dante Alighieri è ribaltato e c’è bisogno di ricostruire una società secondo le indicazioni divine contenute nei testi sacri.

Per approfondire l’immenso e misterioso mondo racchiuso nell’Inferno dantesco non vi resta che partecipare a Dante per tutti!

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