Frida Kahlo: la donna, l’artista, il mito
Nata nel 1907 Coyoacán, a sud di Città del Messico, Frida Kahlo ereditò e fece suoi i valori della Rivoluzione messicana e l’amore per la cultura popolare, vivendo al tempo stesso una vita travagliata da molti tormenti interiori, dolori e problemi di salute.
Niente mai, però, minò il suo spirito e la sua vitalità. Anzi, proprio la poliomielite che segnò la sua infanzia e, successivamente, l’incidente vissuto a diciotto anni con terribili conseguenze durate per tutta la vita, sembrano aver temprato ancor di più un carattere estremamente forte e fiero unito a un inarrestabile amore per la vita, che ha contribuito a restituirla al mito.
Intramontabile icona di stile, d’indipendenza, di forza, Frida morì il 13 luglio 1954 per una embolia polmonare, dopo aver subito negli anni oltre 30 interventi chirurgici, tra cui l’amputazione di una gamba, diversi aborti, e la costrizione all’uso del busto per sorreggere la colonna vertebrale.
A seguito del terribile incidente, il 17 settembre 1925, costretta a lungo nel letto della sua Casa Azul, Frida iniziò a dipingere, supportata dai genitori che la aiutarono facendo montare uno specchio nella parte superiore del grande letto a baldacchino. Riflettendosi in quello specchio, sdraiata nel letto, Frida ritraeva tenacemente se stessa in quelli che sono diventati celebri e amati autoritratti. Chiusa in una gabbia fisica, trovava attraverso l’arte la strada per la libertà.
Pochi anni prima dell’incidente, nel 1922, la quindicenne Frida Kahlo conobbe l’artista Diego Rivera. Di quell’incontro Frida scriveva:
Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.
A partire da questa dichiarazione dell’artista, nasce una canzone dedicata all’amore tormentato tra Frida Kahlo e Diego Rivera: Diego e io di Brunori Sas.
Dello stesso incontro, Diego Rivera ricorderà che Frida:
…aveva una dignità e una sicurezza di sé del tutto inusuali e negli occhi le brillava uno strano fuoco.
‘L’elefante e la colomba’, separati da 20 anni di differenza, si unirono in matrimonio nel 1929. Il loro fu un intenso rapporto, un legame indissolubile, sfociato però in ripetuti tradimenti, in una separazione, in un secondo matrimonio e poi nella definizione di una relazione aperta.
Nonostante i continui problemi di salute e quelli derivati dalla tormentata relazione con Diego, Frida mise in mostra le sue opere a Città del Messico, New York, Parigi e Londra.
L’artista entrò in contatto con personaggi di alto calibro, che avrebbero fatto la storia. Tra questi Pablo Picasso, Salvador Dalí, Elsa Schiaparelli, Henry Ford, León Trotsky, André Breton, Vasili Kandinsky, Marcel Duchamp, Juan O’Gorman, Leonora Carrington, Orson Wells, Dolores del Río, ChavelaVargas e Anson Goodyear.
Tuttavia, Frida Kahlo rimase sempre fedele a se stessa: eclettica, bohémien e rivoluzionaria, ironica. Oggi non è solo la sua arte ad essere ammirata. Frida è simbolo di donna autosufficiente e determinata, di emancipazione femminile e di militanza politica, di lotta contro disuguaglianze, ingiustizie e violenza di genere, del rapporto con l’invalidità e la libertà sessuale.
Frida Kahlo rappresenta anche la coincidenza e la corrispondenza tra arte e vita. Tutto in lei era una forma di espressione artistica, come la mostra Frida Kahlo – Il Caos Dentro documenta ampiamente attingendo ad un vasto repertorio. Anche alla luce di questa corrispondenza e simbiosi tra arte e vita, va letta la scelta degli organizzatori e dei curatori della mostra di fondere insieme elementi documentari con elementi della tecnologia multimediale.